Don't listen to the word I say

The screams all sound the same

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    Venerdì diciannove Marzo. Lilac Scamander cammina avanti e indietro nel corridoio d'ingresso di casa - della nuova casa, quella entro i confini di Inverness, dove si è rifugiata con Sam, al riparo da sguardi indiscreti di curiosi e, soprattutto, da quelli meno indiscreti dei conoscenti. E' visibilmente agitata, forse perché non vorrebbe davvero fare quello che sta facendo. Anzi, quello che sta per fare. Non è stata una decisione semplice - più volte ha pensato a quanto gli eventi fossero già complicati così, senza bisogno che lei ci mettesse lo zampino ingarbugliandoli ulteriormente. Questo perché condividere qualcosa con qualcuno porta sempre un certo margine di svantaggio. E' vero che si sentirà più leggera, che non dovrà piangere nel proprio angolino di stanza da sola, che le guarderanno le spalle sempre e comunque. Ma è anche vero che la posta in gioco diventerebbe ancora più alta: vertiginosamente alta. E questo le fa paura, così tanta che la notte, dopo aver poggiato la testa sul cuscino e prima di chiudere gli occhi, si domanda quanto sia nel giusto e quanto, invece, stia rischiando. Quanto stia facendo rischiare le persone a lei più care, la gente intorno a sé. L'ipotesi di far terra bruciata la terrorizza. Eppure, se possiede una certezza, in tutto questo, è che da sola non potrebbe farcela. Ho bisogno di te - scandisce bene quelle parole, che le appaiono sempre più egoiste ogni volta che le pronuncia, proprio perché, quando avrà scagliato la prima pietra, avrà poi sulla coscienza anche un'altra vita. «Io esco!», comunica al cugino, indossando una giacca di pelle nera e affrontando l'aria frizzante della primavera agli albori. Alcune goccioline di pioggia giungono a lambirle il volto, ma non aumentano d'intensità al punto da spingerla a trovare riparo. Lilac varca i confini della Città Santa, raggiungendo a passo svelto la stazione delle Passaporte più vicina. Per sicurezza, nasconde il volto grazie al cappuccio della felpa sotto la giacca. Vorrebbe evitare - nei limiti del possibile - eventuali giornalisti o fotografi dell'ultima ora. Soprattutto dopo l'ultima notizia pubblicata sulla Gazzetta del Profeta: il processo di Byron previsto a breve, a brevissimo. La settimana prossima, rammenta Lily, strizzando gli occhi per scrollare via l'ennesima fonte di turbamento. Non adesso. Ha un compito da svolgere: non c'è tempo per rimuginare. Una scatola di latta la conduce ai confini di Portland, luogo in grado di infonderle la calma necessaria per affrontare la discussione che seguirà. Per di più, non essendo in alta stagione, non dovrebbe circolare neanche troppa gente. «Ehi!», richiama la sua amica, senza alzare troppo il tono di voce, in modo da non attirare l'attenzione su di sé. «Andiamo?», le domanda, rivolgendole un mezzo sorriso, incamminandosi verso un sentiero familiare che le condurrà ad un piccolo accesso sulla spiaggia. Un luogo tranquillo ed appartato: proprio ciò di cui Lily ha bisogno. Insieme al rumore dell'acqua che scorre rapida sulla sabbia, per poi ritrarsi ad altrettanta velocità, esprimendosi in una schiuma biancastra che profuma di sale. «Come stai, Kappa?», le domanda, prendendo posto sulla battigia, togliendosi le scarpe e lasciando che i piedi siano accarezzati dai residui delle onde. Poggia le mani per terra, affondandole nella sabbia bagnata, chiudendo gli occhi al contatto con la natura. Timidi raggi di sole sfiorano i suoi capelli color del grano, riscaldandola. Sono ancora in tempo per tornare indietro. Annullare tutto. Adesso... Eppure non lo fa. Perché una ferma voce interiore le risponde che è la cosa giusta, quasi come se non potesse essere altrimenti.
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    «Mi dispiace.», di essermi nascosta a Inverness, di aver tagliato fuori tutti a parte Sam. E' un meccanismo di difesa che Lilac applica spesso, in realtà. Chiudersi a riccio per non mostrare d'essere ferita. «Non ce la faccio più.», continua, con un filo di voce. E' vero, è realmente vero, ma è anche parte di un piano. Di una recita. I sentimenti sono reali: Lilac non ce la fa più, la pressione psicologica è alle stelle da giorni, ormai. Ma quello che sta per raccontare... E' solo parte di un piano. «Non riesco più a tenermelo dentro.», lascia fluire le proprie emozioni, la rabbia e il dolore delle settimane trascorse, per aiutarla a dichiarare il falso, almeno fino a prova contraria. Mi dispiace, Karma. E' l'unico modo. «Sono stata io. E' stato un incidente, commenta, il tono di voce che si fa praticamente impercettibile. «James mi ha solo coperta, aggiunge, rabbrividendo al contatto con l'acqua fredda. Rimane in silenzio per alcuni minuti. Non riesce ad aprire gli occhi. Non vuole aprire gli occhi e leggere il terrore su quelli di Karma: la consapevolezza di trovarsi di fianco ad un'assassina. «Sta per venire a galla.», manda giù il groppo in gola che le rende difficile pronunciare qualsiasi parola. Sei ancora in tempo, Lily. Di' che è tutta una finzione. Una recita. Una prova. «La verità.», specifica, portandosi una mano agli occhi per cacciare via lacrime di agitazione, paura, forza. «Ci andrai di mezzo anche tu, Karma.», eccola, la parte più difficile. Prende un profondo respiro, Lilac, prima di sganciare la bomba. «Devi denunciarmi. Prima che mi vengano a prendere.», sarebbe l'unico modo per dimostrare che sei innocente. Collaborare.

     
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    Non è effettivamente sorpresa dal luogo che Lily ha proposto per vedersi. Portland è per la mora un luogo effettivamente rassicurante, pieno di ricordi, sia belli che meno belli, ma ha effettivamente per lei un sapore dolce, considerata l'euforia della serata del Midsummer che ha condiviso insieme ad Arthur e i suoi amici. E' anche dove è iniziato tutto tra Lily e James. Si annota razionalmente guardandosi intorno, il piede che scivola avanti e indietro contro il pavimento del porticato fuori dalla stazione di passaporte di Portland. C'è un sassolino che richiama tutta la sua attenzione mentre aspetta l'arrivo della miglior amica, la stessa che non vede da quando è rientrata a Londra da Milano. Sono passati più di venti giorni. Mai successo prima. Quel pensiero la coglie alla sprovvista, lasciandola lì a tentare di ricordarsi se effettivamente siano mai state separate per così tanto tempo da quando si conoscono. Cerca inutilmente, forse più per passare il tempo, perché conosce già la risposta. "Terry e Maggie sono inseparabili". Quel nomignolo che a scuola era stato loro cucito addosso, vestendo alla perfezione la descrizione che si poteva fare del loro rapporto. Sorelle gemelle, non di sangue ma per scelta. «Ehi!» « Ehi tu! » La sua fatina bionda le entra nel campo visivo e Karma si sente quasi portata a sospirare di sollievo nel vedersela effettivamente davanti. Perché è viva e vegeta ed è lì, presente, la può toccare per constatare quanto sia effettivamente reale e non dietro le parole digitate tramite un asettico cellulare. Le sorride quindi, facendosi avanti per stritolarla un po' nel tipico abbraccio di Karma, prima di scostarsi e guardarla negli occhi, come a volersi accertare, nel profondo, della gravità della situazione. «Andiamo?» Annuisce, guardandosi intorno per accertarsi che effettivamente nessuno le stia guardando, improvvisamente entrata in modalità protettivo, ricordandosi quanto la stampa stia addosso all'amica nell'ultimo periodo. « Sono passata da Mielandia prima di venire. » Comunica alla bionda lanciandole un'occhiata di traverso, cercando in lei una qualsiasi reazione. Apre la borsa, con fare cospiratorio, affinché possa guardare al suo interno, lì dove un bel sacchetto colorato si mette in mostra in tutto il suo dolce rigonfiamento. In fondo si parla meglio a stomaco pieno. E sono certa che avrai bisogno di zuccheri se siamo proprio qui. Pensa, superbamente convinta di conoscere Lily quanto le proprie tasche, tanto da prevederne i bisogni in anticipo. Così com'è certa che il discorso, prima o poi, ricadrà su James. Com'è anche giusto che sia. Si lascia guidare da lei verso la spiaggia, la stessa su cui quasi un anno primo sono state entrambe, a fare il bagno come veniva veniva, tra i fumi dell'alcol e di quella felicità che sembrava essere per sempre. Eppure eccoci qua. Il commento che si ritrova a fare lasciando che l'amica si prenda il suo spazio per decidersi a parlare, una cosa non facile per una chiacchierona come Karma, la stessa che si morde la lingua fissando le spalle di Lily mentre prende a togliersi le converse, giusto per concentrarsi su qualcosa che non sia parlare e straparlare. «Come stai, Kappa?» La fissa dall'alto mentre lei si siede, le mani che istintivamente vanno ad ancorarsi ai fianchi, mentre un sorriso leggero le incurva le labbra. « C'è un modo univoco per rispondere a questa domanda? » Le chiede allora sedendosi a sua volta dopo essersi tolta i calzetti che ripone all'interno delle scarpe. « A volte bene, a volte stanca, a volte triste, a volte arrabbiata. » Risponde poi, dopo qualche istante di silenzio, ancorata con le braccia al gambe, la guancia che struscia contro il tessuto dei suoi jeans per guardarla in volto. « A te non lo chiedo nemmeno. » Prende a dire, gonfiando appena una guancia con una smorfia amareggiata. « Ma se tu sei pronta al flusso di coscienza, io sono pronta. » Il flusso di coscienza, quel loro modus operandi che l'ha accompagnate per anni, ogni qualvolta succedeva loro qualcosa. Una parlava senza alcun freno, anche per interi minuti, senza essere mai interrotta, e l'altra semplicemente ascoltava, in religioso silenzio, appuntandosi mentalmente cosa rispondere solo in seguito. «Mi dispiace. Non ce la faccio più.» E così ha inizio e la mora semplicemente si prepara a fare la sua parte. «Non riesco più a tenermelo dentro. Sono stata io. E' stato un incidente Si ritrova istintivamente ad aggrottare la fronte, drizzando le spalle in uno scatto che ha dell'animalesco, le labbra schiuse e pronte a ribattere. Cosa non lo sa nemmeno lei, non avendo ancora capito l'effettivo punto del discorso di Lilac. Eppure la sente quella vibrazione strana che va a stuzzicarle il sesto senso, così come vede gli occhi di lei tingersi di una patina trasparente. «James mi ha solo coperta E' probabile che una parte del suo cervello recepisca veramente il significato di quelle parole, eppure si ostina a fingere il contrario, come meccanismo di difesa. Per questo rimane completamente senza parole, gli occhi sgranati fissi sull'amica. « Lily, ma che stai -» allunga una mano verso di lei, per chiudersi intorno al suo braccio, scrollandola dal silenzio e dagli occhi chiusi da troppo tempo. «Sta per venire a galla. La verità. Ci andrai di mezzo anche tu, Karma.» La mano, così veloce come si è aggrappata al suo braccio, si stacca, quasi fosse stata bruciata da quel contatto. Un'ondata di paura le si riversa nelle vene, raggelandola al ricordo della litigata già avuta con Arthur per la sua bravata al Quartier Generale, insieme al fratello. «Devi denunciarmi. Prima che mi vengano a prendere.» E' solo con quelle parole che Karma Paciock sembra risvegliarsi, facendola saltare in piedi. Cerca possibili telecamere nascoste intorno a sé mentre gli occhi le si scuriscono, di colpo, diventando neri come la pece. « Lils è un grandissimo scherzo di merda, lo sai? » Commenta, quando torna a guardarla, a parecchi centimetri di distanza questa volta. « Non fa ridere. » No, per niente. E perché stai piangendo se è tutto uno scherzo? Che cazzo sta succedendo. Deglutisce, passandosi una mano tra i capelli ricci, evidentemente preoccupata. « Ma porca troia. » Urla e se ne accorge soltanto dopo, quindi torna a guardarsi intorno, per poi cadere sulle ginocchia davanti all'amica. « Ma porca troia questa volta sussurra « Lily, che cazzo hai fatto? Ohhh, ascoltami. » La scuote per le spalle, ricercando tutta la sua completa attenzione. Perché porca troia me la devi TUTTA. « Che cazzo mi rappresenta "E' stato un incidente"? Che è successo? Come è potuto accadere? Perché? Porca troia, porca troissima. E' morta una persona, Lils. Per quanto di dubbia morale e condotta, pur sempre una persona, un padre, un amico. Com'è può essere stato un incidente? » Seppur voglia soltanto urlare, continua a sibilarle in faccia, affinché nessuno orecchio possa sentirla, ma il suo linguaggio corporeo parla per lei. E' completamente esagitata e scomposta nei movimenti e continua a fissarla con gli occhi divenuti
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    due palle di biliardo enormi, le iridi che fanno pendant con le pupille. « Non può essere vero. Lils, dimmi che è uno scherzo, di merda, lo ripeto ancora una volta, ma uno scherzo. Perché mi stai facendo questo? » Ricerca i suoi occhi, cercandovi all'interno risposte che le diano ragione, ma tutto ciò che trova è sconforto e dolore. La mano destra si posa sopra i suoi occhi e rimane così, per degli attimi di raggelante silenzio, prima di scivolare ancora più in giù, sopra la bocca, mentre sospira pesantemente, i denti conficcati nel labbro inferiore mentre si sbilancia all'indietro per sedersi incompostamente sulla sabbia bagnata. Rimane a fissarla per degli istanti interminabili, atti semplicemente a lasciare che l'adrenalina scivoli via dalle sue vene per lasciar spazio alla pura paura. « La sera del Golden Match ho accompagnato Peter a fare quel casino al Quartier Generale. Pensavo di finire in prigione. » La voce le trema leggermente. Non sa nemmeno perché glielo sta dicendo, come se quell'informazione potesse cambiare qualcosa delle carte in tavola che le ha appena servito la bionda. Ha solo bisogno di dirlo, così. « Perché non me l'hai detto prima? Hai aspettato tutto questo tempo, avrei potuto..» cosa? La frase rimane in sospeso mentre abbassa gli occhi sulle proprie mani, che si sta torturando da una decina di minuti, tanto da cominciare a vedere le prime goccioline di sangue sgorgare da una pellicina che si è appena tolta. « Credi davvero che ti denuncerei? E' questo che pensi che veramente ti farei? » Un sussurro quasi senza volume mentre storce le labbra, quasi in segno di sofferenza. « Ci deve essere qualcosa che possiamo fare. Arthur, sì, ci penserà lui, può fare qualcosa, smuovere qualche filo, non lo so. » C'è puro sconforto nel suo tono di voce, sentendosi improvvisamente svuotata di qualsiasi forza, di una qualsiasi delle brillanti idee che si è sempre vantata di avere. Non ha niente, niente da darle che possa aiutarla davvero, che possa cambiare il flusso di quel sadico gioco. « Però è stato un incidente, no? Questo vorrà pur dire qualcosa e in quanto a me..avrò un alibi, penso..non so nemmeno che giorno fosse. » Ammette, costringendosi a smettere di tormentarsi le cuticole. E mentre pensa o si sforza di pensare a qualcosa, le appare la soluzione, come una luce bianca in fondo al tunnel. « Okay, scappiamo. Ce ne andiamo ora. » Lo sguardo si fa di nuovo blu mentre si fissa sull'amica, le mani che ora si muovono alla ricerca di quelle di lei per stringerle e farsi guardare. « Ce ne andiamo più lontano possibile, tipo in Nuova Zelanda. Una volta lì penseremo a cambiare anche i nomi, vita, tutto. » C'è una dose di frenesia nel suo tono di voce, ora nuovamente saldo e compatto, mentre tenta di non pensare ad altro che alla salvezza di Lily, accantonando tutto ciò che, effettivamente, scappando si lascerebbe alle spalle. Ma per il momento sapere lei al sicuro, lontana anni luce da Azkaban è ciò che conta. « E' stato un incidente. A James ci penseranno gli avvocati. » E in quel frangente lui è il suo ultimo dei pensieri e lo dimostra il fatto che la presa sulle mani di lei si fa più forte una volta rialzatasi. Pronta a trascinarsela dietro per i capelli, se serve. « Non dobbiamo perdere tempo, dobbiamo passare prima da te e poi da me, a recuperare perlomeno i passaporti e qualcosa per il viaggio. E ci serviranno dei soldi. » Parecchi, credo. Non lo so, non ho mai dovuto cambiare documenti perché una ricercata internazionale. Come funziona? Non lo so, ci penseremo poi. Le stringe ancora una volta le mani, mettendoci più forza per farla alzare. « Andiamo, forza. »Andiamo. Insieme.
     
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    « Sono passata da Mielandia prima di venire. », Lily fa un mezzo sorriso in direzione di Karma. In realtà le è grata per quel piccolo dettaglio - riesce anche a riconoscervi, dietro, un tentativo dell'amica di riportare la situazione alla normalità. Senza sminuire affatto la gravità del contesto: solo, se possibile, aggiungendo un elemento di distrazione che non faccia pesare troppo, alla Scamander, il racconto delle ultime due settimane trascorse in pura solitudine. Vorrei tanto concentrarmi solo sui dolci, in effetti. Siede sulla sabbia riscaldata dal sole che vi ha battuto per un'intera giornata. Apre delicatamente il pacchetto, impadronendosi di una Cioccorana prima che fugga via lungo la riva di Portland. Quasi ridacchia all'idea di lei che la insegue, spensierata, come sarebbe accaduto esattamente diciannove giorni addietro. Purtroppo, però, si costringe a cacciare quel pensiero felice, per concentrarsi a fondo sulla missione da portare a termine. E' l'unica cosa davvero utile che posso fare - piuttosto che rimuginare su come gli eventi avrebbero potuto svolgersi, intristendosi inevitabilmente per non aver avuto la possibilità di fermarli in tempo. Anzi, il potere di fermarli. « C'è un modo univoco per rispondere a questa domanda? », ironizza Karma in risposta al quesito più commerciale che Lily potesse farle - benché doveroso: vuole realmente sapere come stia la migliore amica, dato che l'ha, per così dire, esclusa dalle proprie confidenze - a malincuore. « A volte bene, a volte stanca, a volte triste, a volte arrabbiata. », cala la testa, la Serpeverde, condividendo in pieno quello stato d'animo altalenante che caratterizza lei stessa. « A te non lo chiedo nemmeno. Ma se tu sei pronta al flusso di coscienza, io sono pronta. », è questa, più che altro, la vera domanda. Lily è pronta a fare quel passo così spaventoso? E' pronta a mettere in pericolo la vita di Karma solo perché ipotizza, ipotizza possa condividere gli ideali di un movimento ben più grande di loro? Ben più grande di James, di Byron, di un'evasione e di una corrente politica? Qui si tratta di cambiare la storia. Grosso modo è così, per quanto parole del genere possano sembrare buttate a caso, filosofiche - a tratti persino utopiche. La fronte di Lily si corruga per la sofferenza e il dolore che la propria scelta le provoca, lacrime sincere iniziano ad accumularsi all'angolo degli occhi, implorando di scivolare via e al contempo di trattenersi dentro. Devi essere forte, Lilac - si dice, rabbrividendo al contatto coi granelli di sabbia, ruvidi, tra le dita. Infine racconta l'unica bugia che mai avrebbe voluto inventare, sottoponendo Karma alla prova stabilita per lei. Come previsto, due reazioni si disegnano sul suo volto: rifiuto, inizialmente - è un grandissimo scherzo di merda, lo sai? - comprensione, l'istante successivo. Questo perché la ragazza sa perfettamente quanto piaccia scherzare, a Lily, ma non su un certo tipo di cose. Alla fine la prende sul serio - anche qui, come previsto. «Perché lo è stato, commenta soltanto, in risposta alle sue domande precipitose, benché pronunciate sottovoce. Le scuote le spalle, cerca di risvegliarla come se fosse in stato di ebbrezza, come se fosse vittima di un invisibile torpore. Con l'eccezione che non lo sono, Karma. «Lo ha aggredito. Draco... Ha aggredito James, spiega, trovando una certa difficoltà a pronunciare quelle parole, pur avendole ripetute mentalmente più volte, in un vero e proprio testo scritto per l'occasione. «Ha aggredito James. Credo... Non lo so. Per quella storia, forse... Quella di James e Lyra. Non lo so, davvero. Sta di fatto che ho dovuto fermarlo, io -», porta le mani al ventre, perché è una finzione che le costa tanto. Troppo. E' una finzione che fa apparire Draco come un mostro, benché Lily non abbia idea di chi fosse realmente. Un padre amorevole, magari. Una persona fredda, sì, ma non atroce. «- non potevo stare a guardare. Ho scagliato un Sectumsempra. Poi.. Abbiamo..», continua la vicenda, giustificando il ritrovamento del cadavere insanguinato e fatto a pezzi con quel tipo di incantesimo. «Abbiamo.. Trasportato..», si interrompe, prendendo un respiro profondo. «Il cadavere. Al Malfoy Manor.. Karma, non pensavo.. Non pensavo che con quell'incantesimo si arrivasse a tanto, io... Io non l'avevo mai evocato prim - prima.. Le ferite erano troppo gravi... Il controincantesimo non... Non ha funzionato.», nasconde il volto tra le mani, visibilmente provata da quel racconto. Da quella storia. Da quella finzione. Da quello che sta facendo credere a Karma. «Quindi... Quindi, dopo averne constatato il.. Il..», decesso, Lily, «- abbiamo scagliato un incantesimo di Disillusione. E abbiamo trasportato il cadavere al Malfoy Manor perché... Non potevamo lasciarlo lì. Ci avevano già visti, eravamo vicino ad un locale.. Avrebbero potuto ricollegare la vicenda a noi.. E James... James conosce uno degli Elfi Domestici dei Malfoy -», suppongo, ma su questo Karma non dovrebbe obiettare. «- che... Che ci ha aperto. Solo che... James... Mi ha scagliato uno Stupeficium... Penso per proteggermi.. Da lì in poi non so com'è andata. Credo... Credo abbia scagliato un Confundus all'elfo. Credo ne abbiano estratto i ricordi e... E che siano riusciti a risalire a James in questo modo.. Io.. Pensavo l'avesse portato con sé, l'elfo... Che l'avesse nascosto... Sì. Ne sono certa. L'aveva nascosto, l'aveva liberato. Solo che... Devono... Devono averlo trovato.», un sospiro finale va a suggellare la fine della storia. Adesso tocca a te, Karma. E di tutte le reazioni che Lily avrebbe potuto attendersi, di certo quella che le viene riservata è la più incredibile, alle proprie orecchie: « La sera del Golden Match ho accompagnato Peter a fare quel casino al Quartier Generale. Pensavo di finire in prigione. » «Cos- cosa, gli occhi verde prato si ingigantiscono, un lampo di comprensione li attraversa quando legge il fuoco in quelli di Karma. Oh, Karma... Lily avrebbe dovuto sapere che sarebbe stata dalla sua parte sempre e comunque. Lo sa già, ed è per questo che ha scelto lei. Per questo e per il suo spirito combattivo, la sua incapacità di arrendersi di fronte alle ingiustizie. La sua testardaggine. Il suo coraggio. Quello che non poteva immaginare, però, è che le due teste calde di lei e suo fratello avessero fatto esplodere una discreta quantità di fuochi d'artificio, nonché scagliato un numero altrettanto consistente di fatture, all'interno del Quartier Generale Auror, la sera stessa dell'arresto, come atto di ribellione. Vorrebbe quasi sorridere perché, nonostante la follia dietro quel gesto - l'innegabile, incommensurabile ed evitabile follia dietro - c'è un cuore che batte forte quanto il proprio. C'è la vibrazione dell'essere sulla stessa lunghezza d'onda. Ho fatto bene, Karma. Un giorno mi perdonerai. « Credi davvero che ti denuncerei? E' questo che pensi che veramente ti farei? Ci deve essere qualcosa che possiamo fare. Arthur, sì, ci penserà lui, può fare qualcosa, smuovere qualche filo, non lo so. »
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    «No. Arthur...», lo stesso Arthur che mi ucciderà a mani nude quando ti vedrà nelle fila dei Ribelli, «Arthur non può fare niente. E' meglio che resti all'oscuro di questa storia. Lui è l'unico ad avere un alibi solido. Tu, Karma.. Tu..», è qui che arriva la bomba. « Però è stato un incidente, no? Questo vorrà pur dire qualcosa e in quanto a me..avrò un alibi, penso..non so nemmeno che giorno fosse. » «Quel giorno eri con me, Karma. Ti ricordi? Ti ricordi che.. Che ti ho detto che poi mi sarei vista con James? Era il tuo giorno libero... Non avevi turni al Suspiria e... E avevi dato un esame il giorno prima. Non avevi proprio niente da fare, quel giorno.», almeno questo è vero. «Tu devi denunciarmi. Devi farlo o ci andrai di mezzo.», conclude Lily, risoluta, continuando a stringere la sabbia tra le dita. « Okay, scappiamo. Ce ne andiamo ora. », non ti arrendi mai, Karma. Lo sguardo di Lily si fa duro, forzatamente duro. E' davanti a lei, percepisce che le sta illustrando un piano, un volo pindarico che prevede la loro fuga in un paese lontano, dove cambieranno identità e dove potranno rifarsi una vita. Cerca di allontanare quei suoni, concentrandosi sulla mossa successiva - che ha l'obiettivo, anche questa, di farla desistere. Di farla arrendere. Perché se c'è un requisito richiesto ad un Ribelle, oltre alla fiducia - chiaramente indispensabile - questo è la perseveranza. E la Scamander ha intenzione di mettere alla prova quella della Grifondoro. «No.», dice semplicemente, le labbra strette in un'espressione fredda. Glaciale. Non sapevo neanche di esserne capace. Non con te. «No, Karma. Non verrò con te. Non ti farò vivere una vita così. Una vita da fuggitive, con l'acqua alla gola... Una vita che ci distruggerebbe. Ci rovinerebbe. Un giorno non ce la faremo più. Un giorno ci tradiremo. Ed io non voglio che accada. Non voglio ricordarci così.», sorride, una singola lacrima che corre rapida lungo la guancia. «Tu, adesso, andrai al Quartier Generale Auror. Tu non c'entri niente, Karma. Ma ti metteranno in mezzo lo stesso - questo finché non li convincerai a fidarsi di te. So che ci riuscirai. Basta mostrare una prova della mia colpevolezza. Per me e James non c'è più speranza. Io ho ucciso Draco e lui mi ha coperta. Ma per te..», stringe la bacchetta tra le mani. «Per te sì. Non c'è alcuna ragione per cui fuggire, commenta, alzandosi dietro l'invito di lei. E' a quel punto che le indirizza la bacchetta contro, perché la Paciock, in realtà, non sembra aver intenzione di mollarla. «Allontanati.», la minaccia, quasi. Non te ne andare, ti prego. L'amica non cede anche lì - non te ne andare, continua a implorare Lily, mentalmente. Per lei la prova potrebbe anche essere conclusa, ma una vocina nel cuore le suggerisce di andare a fondo. Di non fermarsi al primo risultato ottenuto, perché la questione è ben più delicata di così. Potresti morire. Potremmo morire. E' aggrappandosi a quel pensiero disperato che trova la forza di evocare una fattura contro di lei. Combattimi, Karma. «Impedimenta.»
     
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    «Perché lo è stato La bionda prende a raccontare una storia, una storia di cui Karma non riesce nemmeno a capire i connotati, forse perché, anche se le orecchie continuano ad ascoltare, la sua testa è completamente da un'altra parte, persa a correre dietro alle possibilità che cerca di trovare per risolvere quel casino. Perché se non è uno scherzo, è stato un incidente per cui Lily non può pagare. Non è stato intenzionale, non c'è alcun movente complicato dietro, solo una ragazza spaventata che stava proteggendo il suo ragazzo. « Come hai fatto a non dire niente finora? » Se ne esce così poi, senza preavviso, tagliando corto su tutte le giustificazioni che Lily le sta presentando. Com'è materialmente possibile che tu abbia tenuto nascosto questo segreto fino ad ora? Non sei una brava attrice, per quanto ti piaccia pensare di esserlo quando c'erano di mezze quelle mezze bugie che dovevamo raccontare ai nostri genitori, da ragazzine. « Non è come quando raccontavi a Luna che venivi a dormire da me per poi andare a ballare. E' una cosa enorme, che hai tenuto nascosto a chiunque. » A me. L'hai tenuto nascosto A ME. Quel pensiero fisso le tartassa la mente come un tarlo che non se ne vuole andare, ma continua a corrodere, strisciando dall'interno. « E James? Sei d'accordo con James? Ha semplicemente deciso di condannarsi la vita prendendosi lui tutta la colpa? Da quando siete così innamorati? » Chiede ancora incredula, gli occhi sgranati che fissano la sabbia che sta stringendo tra le dita, l'unico modo per avere una presa reale a terra. Arthur lo farebbe per me? E io per lui? « Conoscevo i Bonnie e Clyde del ventunesimo secolo e non me n'ero mai accorta. » In situazioni differenti, la voce sarebbe carica di divertimento, una gomitata leggera l'avrebbe raggiunta sulle costole, con fare eloquente, ma in quel momento persino la sua voce è completamente vuota, così come lo sono i suoi occhi che si tingono di un blu talmente scuro da ricordare il cielo in tempesta. Ma il registro cambia velocemente perché Karma ha bisogno di reagire, di combattere anche per la stessa amica che sembra aver abbandonato ormai ogni speranza di salvezza. Col cazzo. «Arthur non può fare niente. E' meglio che resti all'oscuro di questa storia. Lui è l'unico ad avere un alibi solido. Tu, Karma.. Tu..Quel giorno eri con me, Karma. Ti ricordi? Ti ricordi che.. Che ti ho detto che poi mi sarei vista con James? Era il tuo giorno libero... Non avevi turni al Suspiria e... E avevi dato un esame il giorno prima. Non avevi proprio niente da fare, quel giorno.» Non lo mette nemmeno in dubbio quello che dice sapendo perfettamente quanto lei si ricordi con esattezza quasi spaventosa torti, cazzate che le si vengono raccontate, dettagli insignificanti che però per lei risultano importanti e si dimentica nel giro di due secondi cosa ha mangiato la sera prima o la motivazione del perché è effettivamente arrabbiata con qualcuno quando ha messo su il broncio più per essere riempita di attenzioni che per effettiva rabbia. Cerca di fare mente locale sul "Avevi dato un esame il giorno prima" ma è tutto abbastanza inutile perché la paura prende possesso di lei. « Okay, vabbè, non lavoravo e allora? Ti sembra una prova convincente da mettere sul banco? Dai, è una stronzata, potevo benissimo starmene a casa a grattarmela per quanto ne sanno loro. O potevo stare con i miei, con Peter, con Arthur. Con chiunque. Potevo fare di tutto e loro dovrebbero architettare di tutto per farmi essere nella scena del crimine per aiutarvi ad ammazzare Malfoy? Ma il senso? Non sono mica una giocatrice famosa, figlia del Prescelto, a che servirei in questa battaglia a chi si accaparra il favore dell'opinione pubblica? Nah! » Un ragionamento estremamente razionale nel pieno di un flusso di coscienza che prepara soltanto all'idea successiva che le balza in testa. Perché la cosa migliore è scappare, perché non ci sono altre soluzioni, quali ce ne potrebbero essere in una situazione del genere? E se anche ce ne fossero, Lily non ha tempo, se è tutto vero e non sia solo la sua ansia parlare. Così la tira per farla alzare in piedi, smaniosa di correre via da quel posto il prima possibile, già con nella testa una scaletta che prende a materializzarsi su cosa deve fare non appena sarà a casa, cosa deve prendere. L'ho rimesso al suo posto il passaporto quando sono tornata da Milano? «No.» No? No cosa? La mora non se l'aspetta quel tono di voce lontano e così sgrana gli occhi, visibilmente presa in contropiede. «No, Karma. Non verrò con te. Non ti farò vivere una vita così. Una vita da fuggitive, con l'acqua alla gola... Una vita che ci distruggerebbe. Ci rovinerebbe. Un giorno non ce la faremo più. Un giorno ci tradiremo. Ed io non voglio che accada. Non voglio ricordarci così.» « Lily falla finita di dire cazzate. Andiamo o ti schianto. Lo faccio e poi ti porto a spalla. » La minaccia, gli occhi che si tingono di scuro ancora una volta, presa com'è dalla rabbia di quel suo voler salvare capra e cavoli. « Non me ne frega niente di quello che vuoi tu, una volta che me l'hai detto, sta a me la decisione. E quindi noi andiamo. » Continua, i lineamenti del volto contratti dalla stizza nel dover convincere quel suo essere un tale mulo quando ci si impegna. «Tu, adesso, andrai al Quartier Generale Auror. Tu non c'entri niente, Karma. Ma ti metteranno in mezzo lo stesso - questo finché non li convincerai a fidarsi di te. So che ci riuscirai. Basta mostrare una prova della mia colpevolezza. Per me e James non c'è più speranza. Io ho ucciso Draco e lui mi ha coperta. Ma per te..Per te sì. Non c'è alcuna ragione per cui fuggire Sbuffa dal naso, esasperata, mentre tira ancora una volta la sua mano e alla fine lei si alza davvero. E le punta addosso la bacchetta. Una scarica elettrica le attraversa la schiena mentre il sangue le si gela nuovamente nelle vene, per l'ennesima volta, lasciandola lì immobile, incapace di partorire un vero pensiero razionale, con gli occhi spalancati dalla sorpresa. Si sente come un animale ferito, messo all'angolo dal colpo a sorpresa, alle spalle. «Allontanati.» La lingua si insinua tra i denti mentre la ferita nel suo petto si allarga a dismisura nel vedere la sua miglior amica farle questo. « Smettila. » E' quasi un sussurro quello che le esce dalle labbra mentre le stringe ancora la mano. Non ha più parole da lanciarle contro, solo un'incredulità senza pari. Per un attimo pensa persino di tirarle un ceffone per farla riprendere. «Impedimenta.» Sta caricando la mano per colpirla quando la bionda le scaglia addosso la fattura.
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    « Ma che cazzo fai? » Le urla contro. Si sente improvvisamente tradita mentre prova a muoversi ma l'incanto la costringe a farlo a rallentatore. « Ti sei bevuta il cervello. » Le appare quella l'unica soluzione possibile. « Sei completamente rotta. Non te ne accorgi? » Come ho fatto a non accorgermene io? Che amica sono? Continua così a giustificarsi quel suo comportamento totalmente fuori dal mondo mentre una sfumatura di prepotente senso di colpa si palesa dentro di lei. « E' per questo che dobbiamo andarcene ora. Cercheremo aiuto, ci sarò io con te, mi occuperò di tutto io, non ti preoccupare. » Ora ci penso io a te, te lo devo. Blatera mentre stringe i denti anche solo per stringere un po' di più la presa sulla mano di lei, per provare a non lasciarla andare. E alla fine, quando perde del tutto la pazienza, le si gonfiano gli occhi di lacrime rabbiose che tenta di ricacciare indietro, provando a mordersi il labbro inferiore. Ha bisogno di sentire i denti conficcarsi nella carne viva. Devo svegliarmi da questo incubo del cazzo. « Perché mi stai facendo questo? » Le chiede poi, con nella voce tutto il mondo di emozioni che le stanno esplodendo nel petto. « Se è per farmi fare quello che vuoi tu, col cazzo Lily. COL CAZZO. » Continua, imperterrita, a sputarle in faccia tutta la sua ira. Non faccio mai quello che mi dicono gli altri, figurati se comincio a farlo ora, con te in queste condizioni. « Quindi che ti si chiara una cosa: non ti denuncerò e non farò niente di tutto quello che mi hai chiesto. Niente. » I lineamenti del suo volto si stringono, per quanto riesce, sotto fattura.« E che ti sia ancora più chiaro che non appena il tuo simpatico esperimento si esaurirà, io e te ce ne andremo. Che ti piaccia o meno. » Prosegue con convinzione. « E se ora mi schianti, io ti vengo a cercare e ti porto via trascinandoti a forza se ce ne sarà bisogno. » Tira su con il naso mentre sente le guance bagnarsi e la visuale farsi meno offuscata. E' in quel momento che sente venir meno la sua fattura, alleggerendole i muscoli, ma rimane comunque ferma, fingendone ancora gli effetti. « Perciò fossi in te penserei davvero bene ai prossimi passaggi della meravigliosa strategia di merda che hai messo su finora. Consiglio da amica. »

     
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    « Come hai fatto a non dire niente finora? », di fronte a quella domanda a bruciapelo, Lily rimane interdetta. La realtà è che non lo sa. Non sa come sia stato possibile riuscire a tenere la bocca chiusa, soprattutto con Karma. E non c'entra affatto la prova che le ha appena propinato: si parla, al contrario, di tutto il contesto. Dei Ribelli. Dell'incontro con Tris, tempo addietro, e della volontà della Scamander di mettersi in gioco. Della causa che ha scelto di far sua. Ha taciuto tutto, forse perché il momento non era propizio, forse perché, grazie a Sam, è riuscita a non sentirsi completamente sola. Adesso, però, il famoso gioco è diventato più grande di lei: così grande che, addirittura, neanche Inverness ha avuto il potere di arginarlo. Non ancora, almeno: motivo per cui l'alfa lycan ha chiamato a raccolta i fedeli, mettendo nelle loro mani la propria stessa sopravvivenza e chiedendo facessero lo stesso. Non lo so, Karma. So soltanto che ho bisogno di te per andare avanti. Tuttavia non le risponde, Lily. Non le risponde quando Karma inizia a razionalizzare la questione, spingendo sulle argomentazioni che non ha intenzione di infrangere, non le risponde quando la ragazza minaccia di schiantarla e portarla con sé in spalla, non le risponde quando sostiene di non contare nulla e di non poter essere in alcun modo coinvolta. Invece tu conti, Karma. Conti per me. Vorrebbe sorridere di fronte a quella dimostrazione di fedeltà, ma si trattiene - senza difficoltà, data l'atmosfera pericolosa del caso -, accarezzando la bacchetta con l'indice, in attesa di fare l'ultima mossa. Cioè quella di costringere Karma ad arretrare, stavolta con un incantesimo d'attacco. Sei con me anche quando ti allontano? - è certa di conoscere la risposta, Lily, ma deve fare un ultimo tentativo prima di mettere la parola fine a quella prova. « Ma che cazzo fai? Ti sei bevuta il cervello. », abbastanza comprensibile come reazione. Lily si morde il labbro inferiore, desiderosa di urlare al mondo: non è come sembra!, e al contempo impossibilitata a farlo. Solo per poco. « Sei completamente rotta. Non te ne accorgi? E' per questo che dobbiamo andarcene ora. Cercheremo aiuto, ci sarò io con te, mi occuperò di tutto io, non ti preoccupare. », ignorare l'aiuto di Karma diventa estremamente difficile, adesso. L'unica cosa che vorrebbe fare, Lily, è proprio abbandonarsi tra le braccia dell'amica e lasciare che risolva lei la situazione, come ha appena promesso. «Non riusciresti, Karma.. Cadresti a fondo con me. Voglio che tu sia al sicuro..», cerca di protestare, Lily, ma la Grifondoro la prende in contropiede. Un luccicore nei suoi occhi azzurro ghiaccio segna l'inizio della fine della sua migliore amica. Grazie, Karma. « Perché mi stai facendo questo? Se è per farmi fare quello che vuoi tu, col cazzo Lily. COL CAZZO. Quindi che ti si chiara una cosa: non ti denuncerò e non farò niente di tutto quello che mi hai chiesto. Niente. », è allora che la Scamander si avvicina, lentamente, sfiorando la pelle di Karma con la propria. Infine la abbraccia, il viso nascosto nell'incavo della sua spalla, le guance umide per le lacrime a metà tra il dolore, la rabbia e la felicità. Penserà che sono pazza - riflette Lily. Ma, anche qui, sarebbe una reazione comprensibile.
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    « E se ora mi schianti, io ti vengo a cercare e ti porto via trascinandoti a forza se ce ne sarà bisogno. », si tira indietro, Lily, fronteggiandola con lo sguardo. Le sembrerà assurdo, ma... «Non ho intenzione di farlo.», comunica, stringendosi nel giubbotto di pelle. Infila le mani in tasca, dove ripone la bacchetta, a conferma di quanto detto.«Scusa, Karma.», con un filo di voce, Lily chiede perdono. «Saprai tutto.», afferma, facendo su e giù con la testa. Negli occhi, la sua reale volontà: quella di spiegare. Per filo e per segno. Solo non adesso. «Non riguardo all'arresto di James. Il mio coinvolgimento in quella storia era solo un espediente - ti prego, non prendertela. Non l'ho fatto per scherzare e basta. Presto saprai.», le stringe la mano, cercando di trasmetterle tutta la sincerità del mondo - per quanto sia difficile farlo, dato che è obbligata a non parlare da una magia più forte di lei. «Ti chiedo solo di fidarti di me. Ti sembrerà una follia, ma le cose stanno così. Non voglio fare l'enigmatica di turno, sai che non è il mio stile.», non ci sono mai stati segreti tra noi, né peli sulla lingua. «Solo che non posso parlarne in prima persona. Ma te lo giuro, saprai tutto.», conclude, portando i capelli dietro l'orecchio per cercare di nascondere l'imbarazzo che prova - nel risultare irrazionale - attraverso dei gesti del corpo. «Hai detto che non te ne saresti andata.», sussurra poi, mettendo in evidenza quel dato di fatto. Ti chiedo soltanto di non andartene adesso, proprio quando non ti è chiaro niente e quando sarebbe il momento di mandarmi a quel paese.


    Edited by golden snitch - 26/5/2021, 18:34
     
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