Hamilton&Cousland's Home

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Master
    ★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    1,461
    Reputation
    +910

    Status
    Waiting!
    L
    a villa, interamente ristrutturata e rimessa a nuovo da Derek, si trova in una delle estremità del villaggio di Hogsmeade. Si estende su due piani, in un perimetro di terreno dove le case sono più distanziate tra loro e leggermente più grandi rispetto a quelle che è possibile trovare nel centro della cittadina. Si tratta di una struttura dal design moderno, dalla forma architettonica particolare e quasi contemporanea; i rivestimenti e le finiture esterne sono stati ridipinti tutti di un grigio scuro [ 1 - 2 ]. Una volta varcata la porta d'ingresso in quercia dorata, si ha l’accesso ad un'anticamera aperta che funge da foyer e zona di collegamento fra tutti gli spazi e corridoi dell'abitazione. Questo ingresso accogliente e ben arredato [ 1 - 2 - 3 - 4 ], similmente ad ogni vano della villetta, è reso luminoso e più ampio attraverso un sistema di grandi vetrate, travi in legno a vista ed alti soffitti dalla tinteggiatura bianca. Il locale d'ingresso, in cui spicca un grande dipinto raffigurante due Albatros, si dirama in più direzioni: sulla sinistra, conduce alle scale per il piano superiore; nelle direzione opposta, a un corridoio che si affaccia sul lato orientale della casa; dritto, verso il passaggio sul vasto open space. Questo rappresenta il fulcro della zona giorno principale [ 1 - 2 - 3 ], composta da una living room arredata con divani molto confortevoli, un tavolino basso ed il camino in stile farmhouse, suddivisa di lato da un bancone per la colazione e qualche mobilio del cucinotto ben attrezzato. In questa parte della residenza, le vetrate porta/finestra sostituiscono completamente i muri mettendo in contatto diretto l’interno con l'esterno della proprietà, passando immediatamente sul porticato del giardino privato. Sempre dal soggiorno, è accessibile la vera e propria cucina dotata d'ogni elettrodomestico ed utensile, e la congiunta sala da pranzo [ 1 - 2 - 3 - 4 ]. Tornando verso l'ingresso, oltre le scale si trova una piccola stanza adibita a lavanderia/ripostiglio [ 1 - 2 - 3 ]; mentre il corridoio antistante conduce ad un primo bagno [ 1 - 2 - 3 ], una camera utilizzata come ufficio e biblioteca, e l'intera zona giorno/cucina a cui si ricollega alla fine. Attraverso le scale e un lungo corridoio si accede invece alla zona notte, al piano superiore. Oltre a una camera per gli ospiti mantenuta neutra e semplice, su questo livello si trova il secondo bagno con doccia [ 1 - 2 ] e infine la camera da letto di Derek e Maeve. Quest'ultima area, rispetto alle altre, è molto più intima ed arredata secondo un gusto più personale e giovanile [ 1 - 2 - 3 - 4 - 5 ]. Annessa, c'è la cabina armadio che i due hanno in comune, riordinata e costantemente organizzata [ 1 - 2 ]. Quasi tutte le stanze godono della vista del giardino e si affacciano su di esso verso l'interno. Questo, raggiungibile sempre dalla living room al pianterreno, appare come una piccola oasi nel cortile: abbonda di diverse piante e vegetazione, posizionate lungo tutto il perimetro, circondato da una palizzata in legno, bambù e rampicanti, così da fornire la giusta privacy per la modesta piscina circoscritta da prato verde [ 1 - 2 - 3 ]. Riparata all'ombra della Plumeria - una pianta di frangipani dalle notevoli dimensioni - c'è un'altalena e un'area di intrattenimento all'aperto [ 1 - 2 ]. [Blueprint]

    Questa discussione rientra nel progetto quotidianità


     
    .
  2.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    705
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!

    3 Settembre 2021

    tumblr_inline_ov3ml6Dc2K1rkaper_540« Io non mi sono spaventata neanche una volta. » Mettendo su il broncio infantile che non le era mai appartenuto nemmeno da bambina, e che assai raramente mostrava all'infuori di quelle mura, Maeve partì subito sulla difensiva - ancor prima che il moro contro il quale era poggiata con la testolina ramata potesse prendere a stuzzicarla come suo solito. Rubandogli il telecomando, saltò i titoli di coda del film appena terminato, passando al successivo della Playlist. « Insomma, chi mai si spaventerebbe per qualcosa di così ridicolo?! Certo, i clown sono un po' inquietanti, però... » Protestando con finta indignazione mollò uno schiaffo delicato sul petto di Derek col dorso della mano, ridacchiando mentre sollevava appena il viso, per andare alla ricerca dello sguardo di lui e lanciargli un'occhiata assottigliata. Non provocarmi. Lo sai poi come finisce. E stiamo aspettando i nostri fratelli. Dopo il diploma, Maeve aveva preso in mano la situazione, esigendo sempre più quelle giornate intime alle quali non era abituata - ma che sentiva servissero ad entrambi: divano, film su Netflix a profusione e coccole all'infinito. Anche se non me lo fai pesare, lo sento che sei sul punto di implodere Derek. Anche dopo l'estate, con tutto lo stress dell'ultimo anno, questo ci è dovuto. Sembra brutto da dire, ed anche solo da pensare, ma non sopporto più nessuno. Preferisco quando stiamo da soli, soltanto noi due. Senza filtri, senza maschere, senza obblighi e pressioni esterne. Corio e il Signor Hamilton si adegueranno. In fondo non stiamo neanche trascurando nessun dovere, nonostante tutto. Accoccolandosi meglio nell'abbraccio del giovane Hamilton, la rossa richiese ancora più spazio contro di lui e reclamò in maniera muta una stretta più salda, conscia che quella loro quiete ritrovata sarebbe finita comunque presto per via dell'incontro che li avrebbe coinvolti di lì a poco. « Andrà bene stasera. Saw e Cay saranno ragionevoli. » Soprattutto per la seconda questione, spero. Sussurrò infine, sorridendogli per infondergli del sano ottimismo, anche tramite alcune carezze e baci teneri che prese a ricercare cambiando posizione. Ma sì, quando mai quei due sono in orario? « Sai che ad oggi sono passati un anno e due mesi dal 3 Luglio dell'anno scorso? » Non so, non ti dice niente? Tipo tu, sotto il balcone di casa dei miei a Stornoway, mentre mi rapivi l'estate scorsa portando ad un altro livello la nostra relazione? Chi poteva aspettarlo, questo traguardo dopo un anno? Col sorriso che andò ad allargarsi, Maeve si sedette sulle gambe di lui con un movimento aggraziato; circondandogli il viso fra le mani, lo accarezzò delicatamente, mentre ricercava dei primi baci più profondi. « Anche se un pochino in ritardo, potrei avere qualcosa da darti. Magari, se sei abbastanza persuasivo, potresti convincermi a cedere adesso. » Lanciò una delle sue solite battutine mai volgari dalla doppia interpretazione, sollevando le sopracciglia divertita. Intenzionata a ricoprirlo di quelle attenzioni, iniziò appena a distrarlo in maniera non più tanto innocente, quando... ovviamente il campanello suonò. Alzando lo sguardo verso il soffitto, sbuffando e mormorando frasi sconnesse non proprio carine, si rimise in piedi con un movimento lento. « Quei due sono probabilmente le persone più ritardatarie che conosco... Ma non oggi. » abbassandosi il vestitino estivo sulle cosce, intimò giocosamente con lo sguardo al moro di sistemarsi, dirigendosi in fretta verso l'ingresso. Non era stata molto esaustiva nei messaggi inviati ai rispettivi fratelli, ma una volta aperta la porta, sorrise entusiasta individuando la prima chioma bionda che si ritrovò davanti - passando poi a quella di suo fratello, giunto nel vialetto pochi istanti dopo Savannah. « Ciao, Saw! » Okay, non starai capendo... o forse sì. Per favore, non dare di matto. « Non ci credo: Caèl Cousland puntuale. » Sì, sì sdrammatizza. Ma lui avrà già iniziato a sospettare qualcosa dallo scambio di messaggi, conoscendolo. « Entrate, non restate lì fuori. Cay, una delle mie migliori amiche nonché sorella di Derek, Savannah. Saw, mio fratello Caèl. » Approfittando delle presentazioni, invitò entrambi a seguirla in casa, affiancando subito Derek non appena li raggiunse nel foyer spazioso. « Okay, non stanno per smaterializzarsi via. Direi che è positivo, no? Manteniamo una linea comune, per non destabilizzarli ancora di più? » Fece una pausa, mordendosi il labbro inferiore ed avvicinandosi maggiormente al moro, per ricercarne il braccio ed il loro contatto mentale. « Mh, e quindi... » Vai tu, vado io? « Tadan. » Vabbè, andiamo insieme. Che vuoi che succeda? Almeno per quella prima parte di rivelazioni, lei non era poi tanto preoccupata. Era sicura, quanto serena; consapevole di non dover chiedere il permesso a nessuno, per decidere cosa farne della propria vita. « Volevamo che foste i primi, e per ora gli unici, a saperlo. » Passò con lo sguardo da una figura all'altra nell'ingresso, puntando soltanto alla fine gli occhi in quelli chiari del fratello, più per trasmettergli la propria condizione di contentezza e profonda sicurezza, che per intuirne la reazione. Lo so cosa starai pensando... Convivenza, da appena diciottenni, dopo poco più di un anno di frequentazione. So anche come reagiranno a casa nostra i Cousland, ma tu non deludermi Cay. Ti sto dando la possibilità d'essere partecipe. « Volete qualcosa da bere? Abbiamo un Domaine de la Romanée-Conti, del Screaming Eagle e qualcosa di analcolico, ma non molto altro. Un caffè? Gelato? Pensavamo di riuscire a sistemare tutto entro Settembre, ma siamo ancora in fase di strutturazione per qualcosina. » Più chiara e limpida di così...



    Edited by ~Zireael - 6/9/2021, 14:12
     
    .
  3.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Collegiali
    Posts
    622
    Reputation
    +15

    Status
    Anonymes!

    78cbb2268604b71efa41d3cedbaf114daa3d123e
    In seguito a quella giornata di metà Marzo, Derek aveva riflettuto a lungo sulla proposta avanzata da Mia Wallace e sulle diverse implicazioni della propria scelta a riguardo. I suoi numerosi impegni avevano sicuramente preso il sopravvento, ad un certo punto, ma questo non significava che se ne fosse dimenticato o che avesse archiviato la questione come un nulla di fatto. D'altronde come poteva? Lui per primo aveva visto con i propri occhi cosa era accaduto al rave. Si sono anche premurati di lasciarmi un souvenir affinché non me ne dimenticassi. Ovvero quel morso sulla spalla di cui ancora non era riuscito a decifrare né la natura né gli effetti - ma di certo non poteva dirsi tranquillo a riguardo. Queste riflessioni facevano parte dei motivi per cui aveva ritenuto opportuno fare quella piccola rimpatriata di famiglia nella nuova casetta che condivideva con Maeve. Perché alla fin fine, di dare la notizia della loro convivenza gli importava fino ad un certo punto; non credeva fosse il genere di cosa per cui preoccuparsi eccessivamente, e in cuor suo aveva abbracciato l'idea che se pure a qualcuno non fosse andato bene, non era affar suo. Aveva quindi chiesto alla rossa di occuparsi degli inviti mentre lui, dal suo canto, si sarebbe preso la briga degli ultimi accorgimenti per rendere la casa ancora in fase di strutturazione presentabile. « Andrà bene stasera. Saw e Cay saranno ragionevoli. » Stirò un sorriso alla ragazza, stringendosi nelle spalle con semplicità. « Ho fiducia in loro. Non sono due bambini. » E se pure dovessero dimostrarmi il contrario, me ne farò una ragione. « Sai che domani è il 3 Luglio? » Inarcò un sopracciglio, sollevando un angolo delle labbra e lanciandole uno sguardo divertito con la coda dell'occhio. « Ah davvero? Quindi dopo il due viene il tre? Ma pensa. » replicò ironicamente, sebbene avesse inteso benissimo quale fosse il senso di quella domanda retorica. « Potrei avere qualcosa da darti. Magari, se sei abbastanza persuasivo, potresti convincermi a cedere prima. » Ridacchiò, arricciando poi le labbra nello scoccarle un'occhiata eloquente. « Per qualcuno che conosce bene l'arte della retorica, me le servi proprio su un piatto d'argento, Cousland. » Si sporse in avanti per posarle un bacio sulle labbra, venendo prontamente interrotto dal suono del campanello ad annunciare l'arrivo dei loro ospiti. Era strano che Savannah arrivasse ad un appuntamento in orario, ma Derek era pronto a scommettere sul fatto che la curiosità avesse giocato un ruolo importante in quel caso. « Quei due sono probabilmente le persone più ritardatarie che conosco... Ma non oggi. » « Come minimo avranno pensato che.. bo.. ti ho messa incinta. » Ridacchiò, alzandosi dal divano e dandole una gomitata giocosa. Non fosse che ci stanno questioni più importanti di cui parlare sarei pure tentato di farglielo credere per qualche minuto. Così, per sport. Accompagnò quindi Maeve alla porta per ricevere insieme i due ospiti. « Caél. È un piacere rivederti. » disse, allungando una mano in maniera abbastanza formale verso il giovane Cousland, a cui sorrise con gentilezza prima di passare a Savannah, a cui diede due baci sulle guance in maniera più sciolta. « Ehy Saw! » « Okay, non stanno per smaterializzarsi via. Direi che è positivo, no? Manteniamo una linea comune, per non destabilizzarli ancora di più? » Nel breve tragitto, rivolse un'occhiata veloce a Maeve, rispondendo a quelle sue parole sempre tramite l'utilizzo della legilimanzia che li legava. « Stai tranquilla. Non credo ci sia bisogno di pianificare troppo. Sono pur sempre famiglia: verrà naturale. » Tuttavia trovò piuttosto divertente il modo in cui Maeve esordì con un « Mh, e quindi... Tadan. » Beh che dire? Tadan, immagino. « Sì.. credo che l'ambientazione parli già da sé. Stiamo finendo le preparazioni. Che ne dite? Vi piace? » « Volevamo che foste i primi, e per ora gli unici, a saperlo. » Annuì, lanciando uno sguardo a Saw per leggerne la reazione sul volto. Lasciò che fosse Maeve a offrire loro le bevande che avevano a disposizione, facendo poi cenno ai due in direzione dei divanetti. « Non rimanete in piedi. Accomodatevi pure nel frattempo. » Rivolse uno sguardo a Maeve e poi agli altri due. « Io penso che mi farò un caffè. Voi? »




    Edited by petrolio; - 20/9/2021, 18:19
     
    .
  4.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    147
    Reputation
    0

    Status
    Waiting!
    tumblr_inline_pae0xyKxtV1s155wx_540
    Come minimo l’ha messa incinta.. Era stato quello uno dei pensieri che aveva attraversato la mente di una giovane Savannah Hamilton mentre, davanti allo specchio, osservava con minuziosa attenzione il suo abito. Ne aveva scelto uno giallo perché il nero poteva dare l’impressione di essere in lutto e alla fine non era detto che la notizia che Meave e Derek dovevano darle fosse così drammatica. Sicuramente, se come aveva specificato la Corvonero nel messaggio che le aveva inviato era una cosa “soltanto per loro, in famiglia”, doveva essere qualcosa di importante. Durante quel lungo anno e mezzo, dallo speed date di San Valentino, da quando tutto era iniziato, Savannah aveva fatto dei giganteschi passi avanti. Se all’inizio tutta quella storia le era sembrata ai limiti dell’incredibile, giorno dopo giorno aveva imparato, un passetto alla volta, a farsi andar bene quella faccenda. Le sembrava ancora di muoversi in un pavimento fatto di fragilissime uova. Temeva costantemente di fare o dire qualcosa che avrebbe potuto creare disagio, ma ci stava lavorando e anche quella sensazione andava via via scemando. Passò la spazzola tra i capelli per l’ennesima volta mentre lo sguardo era posato sulla polaroid che la Cousland le aveva inviato quel pomeriggio stesso, la Passaporta che l’avrebbe portata ancora non sapeva dove. Le ritraeva tutte e cinque, sorridenti, le guance appiccicate l’una contro l’altra in quelle che dovevano essere espressioni buffe. Dietro di loro si intravedeva uno squarcio del London Eye. Ricordava il giorno esatto in cui era stata scattata la foto perché Savannah stessa aveva l’abitudine di scrivere la data in un angolo dietro le fotografie stesse. Era dello scorso inverno. Le pareva passata una vita. Dopo la sciocca storia di Mia nelle Mean, si era creato una sorta di stallo all’interno del gruppo. Aveva provato a giustificarlo dicendo che avevano appena finito la scuola, il College era dietro l’angolo, ma la verità era che c’era sicuramente qualcos’altro sotto, qualcosa che si era messo in mezzo a loro creando una voragine le cui pareti continuavano a sgretolarsi, giorno dopo giorno. Aveva bisogno di parlare con Max e Nana il più presto possibile. Posò la spazzola e lanciò un’occhiata all’orologio stretto attorno all’esile polso. Era l’ora. Allungò una mano sfiorando la foto. Bastò un semplice tocco per essere risucchiata da un vortice. Atterrò con grazia in un giardino, difronte ad una bella villetta pitturata di grigio antracite che la rendeva unica tra tutte le altre. Non aveva idea di chi fossero i proprietari di quell’abitazione e per un attimo non poté fare a meno di guardarsi intorno, cercando qualcosa di comune, di familiare che le facesse capire di essere nel posto giusto. Non era una delle tenute degli Hamilton, di quello era sicura. Probabilmente apparteneva ai Cousland. Prima che potesse fare qualsiasi altra cosa un giovane si materializzò a pochi passi da lei. Si voltò a guardarlo, riconoscendolo nell’immediato: era Caél Cousland, il fratello di Maeve. Era quasi impossibile non distinguere il volto del giovane imprenditore, le cui foto tappezzavano i giornali dell’intero Mondo Magico ormai da parecchio tempo. A quanto pareva, Maeve aveva detto la verità: era sicuramente una serata in famiglia. Sicura che non ci fosse bisogno di presentazioni -alla fine anche i rampolli degli Hamilton erano spesso al centro di articoli giornalistici- gli si avvicinò, puntando gli occhi sui suoi. «Immagino che siamo qui per lo stesso motivo.» constatò con naturalezza. Non ci resta che scoprire se siamo alleati o meno. Dipendeva tutto dalle notizie che stavano per ricevere e come ognuno di loro l’avrebbe presa. Si fece avanti e senza fare domande premette il dito sul campanello. Una manciata di secondi dopo Maeve, con addosso un delizioso abito sbarazzino, aprì la porta. Derek era dietro di lei. « Ciao, Saw! » «Ciao Meave.» Sorrise, anche perché si sforzò di farlo con tutta sé stessa. Non capiva cosa stesse accadendo. O forse si. Una vocina le stava ancora suggerendo di tutto. « Ehy Saw! » Sorrise a suo fratello, baciandogli le guance. « Entrate, non restate lì fuori. Cay, una delle mie migliori amiche nonché sorella di Derek, Savannah. Saw, mio fratello Caèl. » Guardò di nuovo il biondino, annuendo con un solo gesto del capo. Puntò gli occhi sui suoi. Lui aveva capito? Probabilmente erano arrivati entrambi alla stessa conclusione, ma doveva sentirlo dire da loro... « Mh, e quindi... Tadan. » « Sì.. credo che l'ambientazione parli già da sé. Stiamo finendo le preparazioni per Settembre. Che ne dite? Vi piace? » « Volevamo che foste i primi, e per ora gli unici, a saperlo. » Prima che potesse anche solo guardarsi intorno eccola là. La bomba era detonata, spazzando via tutti i pensieri tranne uno, quello giusto. Stavano andando a convivere. Era troppo presto? Erano sicuri? Cosa stava succedendo? Troppe domande le balzarono in mente e Savannah fu costretta a mordersi la lingua perché non uscissero tutte fuori, risultando sicuramente maleducata. « Non rimanete in piedi. Accomodatevi pure nel frattempo. » « Volete qualcosa da bere? Abbiamo un Domaine de la Romanée-Conti, del Screaming Eagle e qualcosa di analcolico, ma non molto altro. Un caffè? Gelato? Siamo ancora in fase di strutturazione ovviamente, in vista di Settembre. » « Io penso che mi farò un caffè. Voi? » Silenzio. Ancora Savannah Hamilton non aveva proferito parola. Doveva ancora metabolizzare l’informazione, non riusciva ancora a capire come si sentiva. «Credo che..» aveva le labbra secche. Si schiarì la gola. «Credo che assaggerò quel Domaine de la Romanée-Conti..» Sorrise, cercando di sembrare il più naturale possibile. Di nuovo silenzio. Ti prego, Savannah dì qualcosa.. «Allora..» fece un paio di passi avanti, guardandosi intorno. «Settembre, eh..» Qualcosa di più concreto, perfevore.. «Bhé è una notizia.. Inaspettata, devo ammetterlo.» Qualcuno l'aiuti.



     
    .
  5.     +4    
     
    .
    Avatar


    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    174
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!

    L'invito di Maeve non lo sorprende più di tanto. In fondo era solo questione di tempo prima che l'ufficialità della relazione con Hamilton venisse a galla - il fatto che si fossero presentati insieme, inseparabili, alla festa del diploma, aveva già anticipato le intenzioni della coppia. Certo, Caél non si aspettava una complicità così duratura - per un ragazzo di ghiaccio come lui non esiste nulla che si avvicini ad un concetto di pura "sintonia", un sentimento che vada al di là della reciproca convenienza -, ma fondamentalmente ne ha preso atto col distacco che lo contraddistingue. E con un pizzico di sarcasmo ed ironia, che non fanno mai male. «Immagino che siamo qui per lo stesso motivo.», una voce sconosciuta arriva a punzecchiargli le orecchie, destandolo dalla coltre di nebbia che assiduamente avvolge la sua persona, dissociandola dal resto del mondo caotico, per così dire. Il fatto di aver sviluppato l'abilità di Occlumante, poi, non fa che evidenziare ulteriormente la sua distanza rispetto agli eventi della vita terrena. «Così pare.», risponde secco, accennando un sorriso pericoloso sulle labbra. Essere qui per un motivo ben preciso non ci impedirà di divertirci un po', no? Nei limiti del decoro, quanto meno. « Non ci credo: Caèl Cousland puntuale. », indugia qualche secondo prima di entrare, ripulendo la suola delle scarpe su un tappetino che lo accoglie all'ingresso. «Mi chiedo quando mai ti abbia dato modo di pensare il contrario. Riunioni familiari a parte, chiaro, le sopracciglia si curvano verso l'alto, a sottolineare la falsità della sua risposta. Perché Caél Cousland sa essere puntuale, certo: ma solo quando gli conviene. O quando è particolarmente interessato all'evento che lo attende. Per il resto... Non se ne apprezza neanche l'ombra. « Caél. È un piacere rivederti. », accoglie la stretta di mano di Derek, ricambiandola con vigore. « Entrate, non restate lì fuori. Cay, una delle mie migliori amiche nonché sorella di Derek, Savannah. Saw, mio fratello Caèl. » , bene, adesso il grande annuncio. Ci scelgono come testimoni. « Mh, e quindi... Tadan. » « Sì.. credo che l'ambientazione parli già da sé. Stiamo finendo le preparazioni per Settembre. Che ne dite? Vi piace? », il Serpeverde inizia a guardarsi intorno, indugiando su questo e su quell'altro corridoio, sulla luce filtrata dalle finestre e, infine, sulla figura dei due giovani.
    tumblr_inline_q5v3k2Cni51wmeul2_500
    «Notevole, davvero notevole.», commenta il biondo, arricciando le labbra nell'espressione più da schiaffi del secolo, quella che gli riesce tanto bene. Poi, siccome nessun altro si fa avanti, arriva lui a mettere un po' di pepe - volutamente - nella conversazione, pur avendo inteso perfettamente dove la coppia voglia andare a parare. Suvvia, in fondo si scherza. «A quanto la affittate?», silenzio. Silenzio tombale. Dopo, una flebile risatina da parte di Cay. Andiamo, Vee, non può essere tutto liscio come l'olio. Quanto meno vogliamo la frase fatta e finita: ci sposiamo, andiamo a convivere, un po' quello che ti pare. « Volevamo che foste i primi, e per ora gli unici, a saperlo. », di fronte alla risposta di Maeve, il cipiglio appuntito del giovane Serpeverde si concede un attimo di riposo. In fondo, per quanto sia assurdo da concepire, Caél è realmente a proprio agio in quella situazione. I due Hamilton non gli stanno sul culo - e questa è già una gran cosa -, Vee sembra abbastanza felice. Pertanto non ha motivo di mandare a rotoli la festicciola. «Mi piace. Sul serio.», aggiunge, un'espressione sincera in volto. «Credo che assaggerò quel Domaine de la Romanée-Conti..», coglie dunque l'occasione per associarsi alla scelta di Savannah. «Senza dubbio anch'io.»

     
    .
  6.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    705
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!

    « Come minimo avranno pensato che.. bo.. ti ho messa incinta. » Allora dillo, che vuoi farmi collassare. « Un attimo, Clyde! Non sarà un modo per farmi notare l'inevitabile? In effetti stamattina avevo un po' di nausea. » L'ironia, con la quale replicò al commento del moro, l'accompagnò verso la porta d'ingresso mentre lo colpiva con un'altra delle sue pacche affettuose sul petto. Certo che se fosse una notizia del genere, Cay ti crucerebbe sul posto. Me lo sento a pelle. Maggiore dei Cousland al quale entrambi diedero il benvenuto insieme a Savannah, non appena furono invitati entrambi all'interno della villetta, che fino a quel momento non aveva ospitato ancora nessun "estraneo". «Mi chiedo quando mai ti abbia dato modo di pensare il contrario. Riunioni familiari a parte, chiaro « Sono quasi commossa, per il privilegio. Ma in fondo era prevedibile, visto il tuo debole per la tua unica, adorata, sorellina. » Sdrammatizzare, ed evitare di entrare troppo in sentimentalismi, era l'unico approccio che Maeve conosceva quando si trattava di Cay. Non era lì per chiedere il permesso, o l'approvazione di nessuno... Eppure, in quella determinata circostanza, si ritrovò a desiderare qualcosa di più. Non so tipo delle congratulazioni? Dei familiari normali sarebbero contenti per riflesso, della nostra stessa felicità. « Stai tranquilla. Non credo ci sia bisogno di pianificare troppo. Sono pur sempre famiglia: verrà naturale. » « Non che ci sia bisogno di dirtelo, ma avrai notato che il puro concetto di famiglia è piuttosto mancante per i Cousland. Non so come ci si comporta in queste situazioni. Non voglio ferire nessuno dei due, inavvertitamente. » Non abbandonando mai quel canale privato di comunicazione instaurato con Derek, si addentrò quindi con gli ospiti verso il grande open-space, passando a rassegna le reazioni dei presenti. « Notevole, davvero notevole. A quanto la affittate?» E, a proposito di tatto, eccolo arrivare uno dei commenti mordaci ricolmo di finta ironia, così caratteristici di Caèl. Pur aspettandoselo, Maeve non poté fare a meno di sollevare leggermente gli occhi a seguito della risata del biondo. Davvero? Vuoi sentirti dire le paroline precise? « Mi spiace, se vuoi una nuova villa da affittare dovrai trovartene un'altra. Questa è casa nostra. Conviviamo. » Lo accontentò con serenità, più per dimostrare ancora la propria sicurezza in merito a quella decisione, che per effettiva sfida. «Credo che.. Credo che assaggerò quel Domaine de la Romanée-Conti..» «Senza dubbio anch'io.» Ma sì, affoghiamo il tutto nell'alcol. « Faccio io. » Mormorò, passando dietro Derek e carezzandogli una spalla, prima di allontanarsi per qualche istante. «Bhé è una notizia.. Inaspettata, devo ammetterlo.» Col supporto della magia per evitare implosioni - perché in quei giorni coi primi tentativi in cucina, anche per del semplice caffè, la rossa aveva dimostrato la propria scarsa dimestichezza - tornò subito nella zona giorno unica. Poggiò la tazza di caffè sul tavolino basso in prossimità dei divani, insieme ai due calici per la bottiglia di vino prestigioso che passò all'Hamilton. « Tranquillo, stavolta il caffè è venuto bene. Ma meglio se evito di far saltare in aria il Domaine. » Ridacchiò, rimandando a qualcuna delle loro disavventure in quella nuova casa, accomodandosi poi su uno dei divani. « Allora, come sono andate le vostre vacanze? Mallorca era bellissima. » Mh, no. Okay. Mi sa che prendo in mano la situazione e taglio la testa al toro. O finiremo col parlare di quant'è bella la Plumeria in giardino, o peggio col fargli vedere le foto di coppia in spiaggia al tramonto. ezgif-7-5a8195c688c8 Aspettò che tutti si sedessero, o che comunque fossero in sua prossimità, per prendere un respiro e farsi più seria. « Sentite... come hai detto tu, Saw, lo so che potrà sembrarvi una notizia inaspettata o che stiamo correndo troppo... Ma ci conoscete. » Sì, beh sicuramente non del tutto, ma crescere insieme è un vantaggio a volte. « Ci è sembrata la cosa più naturale e giusta da fare. Siamo giovani, è vero, ma ci sentiamo anche diversi - e più maturi - dai nostri coetanei. La nostra relazione, lo è. » E, probabilmente, è l'unica cosa bella che mi sia capitata da non so quanto tempo. Forse da sempre. Lanciò uno sguardo verso Derek, indirizzandogli uno di quei piccoli sorrisi che riservava soltanto a lui. « Sì, avevi ragione. Viene naturale. Molto più dei discorsi sul palco. » Attese, di nuovo con pazienza, semmai il moro o i rispettivi fratelli avessero qualcosa d'aggiungere - o da obiettare. Vorrei davvero, che la serata potesse proseguire su questi binari sui quali sono irremovibile e sicura... Ma purtroppo, non siamo qui soltanto per questo. « Questo non cambierà il nostro rapporto, okay? » Semmai, dovrebbe rafforzarlo. Aggiunse, abbassando in maniera impercettibile la voce, ricercando gli occhi cristallini della Hamilton ed un qualsiasi contatto fisico con la mano se glielo avesse permesso. « In tutta onestà, c'è anche dell'altro di cui dobbiamo parlarvi. È una faccenda relativamente seria, per la quale vi chiedo di prepararvi. » Non c'è un modo giusto per dirlo, vero? Ancora una volta, andò alla ricerca della complicità ed il supporto di Derek, ricercandone il braccio e la mano. « Abbiamo ragione di credere che la Loggia Nera sia tornata. » O forse non se n'è mai andata davvero. Diretta, seppur con un tono di voce che provò a mantenere il più calmo possibile, pronunciò quella frase senza ulteriori giri di parole. « Io... Noi... » Si schiarì tuttavia la gola, quando inevitabilmente riprese a ripercorrere l'accaduto della sera del rave, tentennando per i ricordi ancora troppo vividi. « Qualche mese fa siamo rimasti bloccati in un posto. Era strano, tuttora non saprei spiegarvi come sia stato possibile finirci all'improvviso, ma non ci abbiamo messo molto a capire dell'entità del pericolo. Solo che era già troppo tardi e... siamo stati attaccati. È stato come tornare ai tempi del Lockdown. » Ma peggio, sotto molti aspetti. « Fortunatamente non siamo rimasti soli a lungo, c'erano altre persone, bloccate lì come noi e... ne siamo usciti insieme, tutti. » Non si soffermò, in quel resoconto, sulla lunga e reale dinamica dei fatti. Sia per non inquietarli troppo, che per evitare di entrare troppo sui dettagli di ciò che gli era accaduto. I Doppi, le ferite, i flash, la cruenza della battaglia, le voci nella mia testa e... il morso di Derek. Sono strascichi soltanto nostri, non dovete farvene carico adesso. Avrebbe in ogni caso lasciato a Derek, la decisione di quanto e come, reputasse anche lui giusto spiegare. « C'era anche Mia. È per ciò che è accaduto quella sera, che ho dovuto averci a che fare. Ci da il tormento da allora, dandoci in parte la colpa di ciò che è successo e provocandoci in maniera subdola. È stato un mio errore, cedere a queste stronzate. Non avrei dovuto, mi dispiace. E lì nel gruppo, non potevo spiegarvi ogni cosa. » Per quella parte di discorso, si rivolse soprattutto verso Savannah, scuotendo il viso amareggiata. « Questo è comunque irrilevante. Ciò che conta è che ci ha detto che gli altri hanno deciso di farci trovate pronti, se dovesse riaccadere. Addestrandoci e lavorando tutti insieme, di nuovo. » Fece una pausa, prendendo fiato e lasciando a tutti il tempo di metabolizzare e replicare, semmai avessero voluto. « Fra i presenti di quella sera c'era anche Percival. Non ti ho chiesto a caso se potessi fidarmi di lui. In verità, erano pressappoco tutti lycan e sin eater. Sembrava una trappola per loro, se volete il mio parere spassionato; ma capire le reali ragioni delle azioni della Loggia è impossibile. » Si armò di tutta la sicurezza quando andò a rifissare Cay, soprattutto per non trasmettergli l'inquietudine che quella situazione le provocava. « Posso provare a fare un altro tentativo con la Wallace, perché a differenza sua, riconosco la gravità della situazione e non minaccerei mai nessuno su questioni del genere. Ma se non dovesse collaborare per gli allenamenti, voi avete conoscenze ad Inverness? Qualcuno di cui vi fidate, per farci arrivare all'interno senza creare problemi o dissapori considerati gli ultimi eventi e tempi. » Perché a fronte di ciò che sappiamo, di chi è rimasto coinvolto quella notte e delle voci, è piuttosto evidente che ruoti intorno ad Inverness. E chi sia, in realtà, a dare le disposizioni lì. « Lo so che è una notizia difficile da metabolizzare, ma dovevamo dirvelo, anche per la vostra incolumità. Dobbiamo essere pronti, a qualsiasi evenienza. Insieme sarà più facile. » Per favore, non impazzite... Non ho davvero le forze, le energie e la volontà, per discutere anche con voi dopo tutto questo. E soprattutto ho anche qualcosa di utile e importante da darvi.



    Edited by ~Zireael - 6/9/2021, 14:14
     
    .
  7.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Collegiali
    Posts
    622
    Reputation
    +15

    Status
    Anonymes!

    « Bhé è una notizia.. Inaspettata, devo ammetterlo. » Poteva andare peggio. Con "è una notizia inaspettata" ci si può lavorare. Che la sorella stesse ancora digerendo la notizia era evidente, ma la premessa non era delle peggiori, e tanto bastò a Derek per annuire e rivolgerle un sorriso sereno. Anche Caél non sembrava chissà quanto turbato della cosa - e d'altronde perché avrebbe dovuto esserlo? La frequentazione di Derek e Maeve andava avanti ormai da un anno e mezzo, ufficialmente stavano insieme da uno pieno e inoltre stavano per iniziare il college. Una casa avrebbero dovuto trovarla comunque, quindi perché non condividerla e vedere come la loro relazione potesse andare in quello spazio? « Visto? È andato tutto bene. Magari a Saw ci vorrà un po' per metabolizzare, ma ci sta. È un cambiamento. » Rivolse quelle parole a Maeve tramite il loro canale privilegiato, scoccandole uno sguardo che voleva rassicurarla e toglierle un po' della tensione accumulata. Ma se tutto sembrava essere andato liscio fino a quel momento, il cambio di mood fu repentino - tanto che il giovane Hamilton non fece in tempo a rivolgere un « Grazie. » alla rossa e portarsi la tazza di caffè alle labbra, che subito si ritrovò sul punto di strozzarsi con la bevanda alle parole di lei. « Ci è sembrata la cosa più naturale e giusta da fare. Siamo giovani, è vero, ma ci sentiamo anche diversi - e più maturi - dai nostri coetanei. La nostra relazione, lo è. » Retromarcia Maeve, retromarcia!! Questa frase può essere interpretata malissimo. « Nel senso che i tempi, a parer nostro, erano abbastanza maturi per fare questo passo. In fin dei conti non stiamo più in un dormitorio, e una casa è comunque un impegno. In due sarà più semplice gestirla, ed ha senso condividerla con qualcuno con cui si ha una relazione. » Si affrettò ad aggiungere, lanciando un'occhiata a tutti i presenti. « Senza contare che in questo modo eviteremo anche di essere d'intralcio ad ipotetici coinquilini. Insomma.. non aveva molto senso stare in case separate nello stesso villaggio. » Detto ciò, prese un altro sorso del proprio caffè e si mise a sedere comodamente su una delle poltroncine, lasciando che fosse Maeve ad introdurre la seconda - e forse primaria - ragione per cui gli avevano chiesto di vedersi lì tutti insieme. « Fortunatamente non siamo rimasti soli a lungo, c'erano altre persone, bloccate lì come noi e... ne siamo usciti insieme, tutti. » Sospirò, poggiando la tazzina ormai vuota sul tavolino di fronte a sé. « È successo al rave dell'anno scorso. Non so bene come siamo finiti lì. Tutto ciò che abbiamo di certo è che ad un dato momento, Amunet Carrow è entrata per sbaglio nel nostro legame legilimens, proiettando.. » si inumidì le labbra, incerto riguardo il modo in cui descrivere quelle orribili visioni « ..cose. Ricordi forse. Non saprei. » Sospirò, passandosi la mano tra i folti ricci castani e scuotendo leggermente il capo. « Non era ubriaca. Non credo almeno. Sembrava come.. assente. E nello stato in cui versava, non volevamo lasciarla da sola.. così l'abbiamo seguita. Abbiamo solo passato un paio di tende, e all'improvviso era come se fossimo in un'altra dimensione. » Fece una pausa. « Per diverso tempo ho creduto che ci avessero rifilato qualche pozione. Insomma.. era l'unica spiegazione sensata al perché solo alcuni avessero visto queste cose. » Forse era comodo pensarla così. Forse era più semplice continuare a vivere pensando fosse tutta un'allucinazione. Ho ignorato tutto. Persino quel morso. « [..] Lo so che è una notizia difficile da metabolizzare, ma dovevamo dirvelo, anche per la vostra incolumità. Dobbiamo essere pronti, a qualsiasi evenienza. Insieme sarà più facile. » Per un po' rimase in silenzio, rimuginando su quanto detto da Maeve, e poi fece schioccare la lingua contro il palato, scuotendo il capo. « No, dobbiamo passare per la Wallace. » esordì, lanciando poi uno sguardo a Maeve. « Ci ha evitati per mesi, dopo il rave.
    b98dfec971840b4b5fbc53c141669460fa3c1a60
    E poi a Marzo arriva e ci dice "la situazione è cambiata". »
    Testuali parole. Lo sguardo di Derek si fece più eloquente. « Dietro questa roba c'è Inverness. Mia Wallace non sarebbe mai venuta a parlarci senza qualche spinta a monte. Quindi il contatto è lei - quanto meno per l'offerta che ci ha fatto: quella di allenarci. » Sospirò, inclinando il capo di lato prima di lanciare un'occhiata a Savannah. « Aveva detto di voler parlare con voi. Ma immagino le cose siano andate diversamente. » Alzò una mano, come a frenare sul nascere eventuali drammi. « Del perché non mi importa. Se è tutto vero, abbiamo problemi ben più grandi di una scaramuccia del liceo. » Quindi se vorrete metterla da parte o continuare a perseguirla sono affari vostri, ma vediamo di trovarci almeno sul punto che la nostra sopravvivenza è più importante di chi si sta sul culo e per quali ragioni. Rivolse quindi lo sguardo a Caél. « Però mi pare evidente che questa decisione sia anche di natura politica. Non possiamo pensare di far comunella coi lycan e poi farci i cazzi nostri. La situazione attuale è chiara: Inverness e il Ministero sono in guerra fredda e noi dobbiamo scegliere da che parte stare. » Un noi, quello, che andava ben al di là delle quattro anime presenti in quella stanza. La nostra società sta morendo. È da più di un anno che lo vado dicendo ma nessuno mi si incula di pezza, e adesso ci ritroviamo agli sgoccioli, costretti a dover mangiare merda da qualunque parte decidiamo di buttarci. Le nostre famiglie hanno deciso di reinventarsi leccando i piedi al Progetto Minerva. E aveva senso. Ma ora? Ora che le Logge potrebbero tornare, è davvero il Progetto Minerva la parte che ci consentirà di sopravvivere? « Sarò onesto: a me non frega un cazzo di Inverness. Non me ne frega un cazzo neanche del Progetto Minerva. Ma ci tengo a vivere e a crearmi un futuro. E se devo leccare il culo a qualche lupo per farlo, lo farò. » Sai quanto me ne fotte di fare il sostenuto con la Wallace o chi per lei! Si prendessero tutte le soddisfazioni che vogliono. « Ma se dobbiamo fare i franchi tiratori dell'alta società, dobbiamo farlo in maniera compatta e tenere i ranghi serrati, perché Inverness non ci stenderà alcun tappeto rosso. Per questo ho bisogno di sapere se siamo tutti sulla stessa barca. » Peggio di morire c'è solo morire come un perdente.



     
    .
  8.     +2    
     
    .
    Avatar


    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    174
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!

    « Mi spiace, se vuoi una nuova villa da affittare dovrai trovartene un'altra. Questa è casa nostra. Conviviamo. », la guarda intensamente, Caél, senza annesse ulteriori battutine. Non perché non abbia voglia di ironizzare, quanto, più che altro, perché nella nuova dimora Cousland-Hamilton non si avverte una plateale aria di scherzo. Il clima tra i quattro ragazzi è tranquillo e pacifico, tuttavia le loro espressioni non sono propriamente distese. Vuoi per l'incertezza nella voce di Savannah, vuoi per le intense occhiate tra Maeve e Derek, vuoi per il nervosismo di Cay al solo pensiero di dover combattere coi familiari in seguito alla presa di posizione della sorella. Perché ci sarà da combattere, stanne pur certa. Se la lontananza di Caél da casa - vive ormai nella villa ad Hogsmeade da anni - passa tutto sommato inosservata, benché Coriolanus abbia sempre qualcosa da ridire, quella del diamante della stagione, come più volte il Serpeverde si è divertito a chiamarla, di certo diventerà un affare di stato. « Sentite... come hai detto tu, Saw, lo so che potrà sembrarvi una notizia inaspettata o che stiamo correndo troppo... Ma ci conoscete. Ci è sembrata la cosa più naturale e giusta da fare. Siamo giovani, è vero, ma ci sentiamo anche diversi - e più maturi - dai nostri coetanei. La nostra relazione, lo è. » « Nel senso che i tempi, a parer nostro, erano abbastanza maturi per fare questo passo. », però cazzo se è divertente. I due giovani iniziano un sermone sulle motivazioni per cui hanno scelto di convivere. Un sermone di fronte ad un ragazzo che si è sposato nel giro di mezza giornata solo per fare un dispetto al patriarca Cousland. Non hai bisogno di convincermi che è la cosa giusta, Maeve. O almeno, non me. Anche perché, a dirla tutta, persino se si trattasse di un'azione del tutto sbagliata, incoerente e innaturale, Caél non sarebbe la persona più indicata a mettervi bocca. Però apprezzo lo sforzo di coinvolgermi in questo evento familiare. E di essere tra i primi cui lo stiate annunciando. « Questo non cambierà il nostro rapporto, okay? » «Ricevuto.», si limita a commentare, prendendo un sorso dal calice di vino che gli è stato versato. « In tutta onestà, c'è anche dell'altro di cui dobbiamo parlarvi. È una faccenda relativamente seria, per la quale vi chiedo di prepararvi. », quasi non si strozza a metà del sorso successivo. Seria in che senso? Non era già una faccenda seria, questa? - solleva le sopracciglia in un'espressione sorpresa. Si aspettava una serata del genere, con delle rivelazioni e degli annunci da ricevere - viceversa l'invito non sarebbe stato così formale -, ma riteneva che l'atmosfera si sarebbe sciolta abbastanza presto. E invece Maeve inizia a parlare della Loggia Nera e di un vecchio incubo che sembrava ormai caduto nel dimenticatoio. Cay ascolta attentamente il discorso, senza perdersi una virgola, un punto o una singola accezione. Registra tutto. «Maeve.», richiama la sua attenzione in modo pacato. In realtà, freme di rabbia. Ma non lo dà a vedere - è bravo, in questo, Caél. A trattenersi. A nascondere le emozioni che prova. Forse è uno strascico dello studio dell'Occlumanzia, ma sa essere davvero imperscrutabile, quando vuole. Le sue parole, tuttavia, hanno un peso. «Stai parlando di un evento che si è verificato mesi fa. Capisco non volessi creare allarmismi, ma non capisco altrettanto bene perché se ne stia parlando soltanto adesso, non posso credere tu abbia atteso tanto. Non posso credere tu mi abbia tagliato fuori fino ad ora. In una situazione in cui il pericolo superava nettamente la sicurezza e qualsivoglia capacità di difendersi. Indipendentemente da quanto tu sappia farci con la bacchetta - frega un cazzo, questo. Mi hai impedito di esserci per te. Mi hai impedito di starti vicino. Chiude gli occhi per una frazione di secondo, come a voler cancellare la frase che ha pronunciato poc'anzi. Prima le faccende serie. Poi i litigi tra fratelli. «Cosa vi ha attaccato? Come ne siete venuti fuori?», Morgana, Maeve, sii più specifica. L'espressione sul viso di Cay è piatta, ma il suo tono è a tratti accelerato. « [...] mi pare evidente che questa decisione sia anche di natura politica. Non possiamo pensare di far comunella coi lycan e poi farci i cazzi nostri. La situazione attuale è chiara: Inverness e il Ministero sono in guerra fredda e noi dobbiamo scegliere da che parte stare. », annuisce, Caél, ritrovandosi d'accordo con le parole di Derek. E' palese agli occhi di tutti che il Ministero e Inverness siano in combutta. L'unica cosa che non è altrettanto palese, tuttavia, è dove stia la ragione nel conflitto tra le due fazioni.
    d7d8ce833ab5da7d9975c7f480ab1f5039cd0efd
    Sono in gioco le nostre vite. Dobbiamo essere sicuri al cento per cento di non fare cazzate. «Siamo tutti sulla stessa barca. Non penso ci sia da discutere su questo.», ci sono pochi punti fermi, al momento, nel flusso di coscienza di Cay, ma questo concetto è abbastanza chiaro. D'altro canto abbiamo appena appurato di essere una mezza-famiglia. «Il problema è uno. Quello sollevato già da Derek. Indipendentemente dal nostro orientamento politico -», che personalmente è in totale disaccordo con quello dei miei consanguinei, ma non è il momento di affrontare questo discorso, «- non sarà facile farci accettare da Inverness. Tanto per cominciare, il nostro nome è già un problema.», vuoi perché in passato i Cousland e gli Hamilton hanno fatto parte del regime, vuoi perché adesso sono in combutta col progetto Minerva. Mi sa che i nostri genitori ci hanno lasciato un po' a sguazzare nella merda, a occhio e croce. «Per di più, mi sembra di capire che il vostro rapporto con Mia Wallace si sia incrinato. Se lei è il contatto per allenarvi, sì, bisogna che ne riparliate. Anche qualora dovessimo avere altre conoscenze a Inverness, se non risolvete il problema con Mia è possibile che faccia muro contro di voi. Contro di noi, non la conosco: potrebbe tanto essere la persona più affabile del mondo quanto la peggiore stronza esistente sulla faccia della terra. «Per il resto, vi dico sin da subito che non ho intenzione di fare affidamento su un'unica persona. A maggior ragione se non la conosco. Indubbiamente bisogna ricucire il rapporto - i lycan hanno un concetto di branco molto forte. Se la Wallace non ci accetta, potrebbe essere un problema -», posa il calice di vino sul tavolo di fronte a lui, troppo impegnato a ragionare per permettersi di bere altro alcol. «- ma appunto, non possiamo dare nulla per scontato. Maeve -», si rivolge dunque alla sorella, riprendendo il discorso di prima: «- quando mi hai chiesto di Percy, non potevo capire a cosa ti riferissi. Nei messaggi sei stata piuttosto evasiva. Di certo andrò a parlargli, ma ti chiedo adesso se c'è qualcos'altro che dovrei sapere, prima di farlo.», continua, prima di ripercorrere brevemente i punti focali della discussione. «Dunque. Se nessuno ha nulla in contrario, direi che potremmo procedere così. Voi parlate con Mia, io con Percy.»

     
    .
  9.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    147
    Reputation
    0

    Status
    Waiting!
    tumblr_inline_pae1m3sc1F1s155wx_540
    « Notevole, davvero notevole. A quanto la affittate?» Lo sguardo cristallino della Serpeverde si posò di scatto sul volto del maggiore di casa Cousland. Era rimasta perfettamente immobile, come se si trovassero in mezzo ad un lago ghiacciato ed il ragazzo avesse appena messo il piede in quella che sembrava una lastra particolarmente sottile, più sottile delle altre. Aveva l’impressione di percepire il suono ovattato del ticchettio di una bomba ad orologeria, che scandiva i secondi come quel vecchio orologio a pendolo al quale sua nonna teneva tanto. Tic, tac, tic, tac. Chissà quanto tempo mancava. Chissà ancora per quanto tempo sarebbero riusciti a comportarsi come persone civili. Non che ci fosse necessità di arrivare a chissà cosa. Sua madre le aveva sempre detto che la parola era l’arma più potente per una donna. Bastava saperla affilare bene. « Mi spiace, se vuoi una nuova villa da affittare dovrai trovartene un'altra. Questa è casa nostra. Conviviamo. » Maeve tagliò il primo cavo, ma il timer della bomba non si fermò. Per qualche secondo, Savannah era stata più che convinta di sentirla detonare dentro la sua testa, ma l’esplosione non avvenne. Forse perché quella parola aveva solo avuto la mera funzione di confermare qualcosa che avevano già capito tutti, senza dubbi. Nonostante tutto, la minore di casa Hamilton si stava ancora chiedendo come avrebbe dovuto reagire alla notizia. Se prima era solo “mio fratello e una delle mie più care amiche si frequentano” adesso la situazione era certamente salita di livello. Aveva l’impressione di dover ancora metabolizzare, nonostante tutto. « Sentite... come hai detto tu, Saw, lo so che potrà sembrarvi una notizia inaspettata o che stiamo correndo troppo... [...] Ci è sembrata la cosa più naturale e giusta da fare. Siamo giovani, è vero, ma ci sentiamo anche diversi - e più maturi - dai nostri coetanei. La nostra relazione, lo è. » Una delle due sopracciglia della Hamilton salì lentamente verso l'alto rivelando un'espressione un poco basita. Retromarcia Maeve, retromarcia!! Questa frase può essere interpretata malissimo. « Nel senso che i tempi, a parer nostro, erano abbastanza maturi per fare questo passo. In fin dei conti non stiamo più in un dormitorio, e una casa è comunque un impegno. In due sarà più semplice gestirla, ed ha senso condividerla con qualcuno con cui si ha una relazione. » Scacco matto, Derri. Annuì afferrando uno dei due calici sul tavolino e bevendo un sorso. «Bhè, immagino che non sia stata una decisione presa su due piedi,-» e se così fosse probabilmente dovrei cominciare ad abbinare due parole che mai avrei pensato di mettere nella stessa frase: “Maeve” ed “incoscienza” «- quindi se siete giunti alla conclusione significa che è giusto così.» « Questo non cambierà il nostro rapporto, okay? » Ma il loro rapporto era già cambiato e Derek non c'entrava nulla. Credo te ne sia accorta anche tu. Da lì a qualche tempo le cose all'interno del loro gruppo erano cambiate. Era stato come essere travolti da uno tsunami e in un attimo la corda che le aveva sempre tenute unite aveva allentato i propri nodi. Uno era stato l'evento scatenante, ma sotto sotto, Savannah sospettava che quello fosse solo la punta dell'iceberg. « In tutta onestà, c'è anche dell'altro di cui dobbiamo parlarvi. È una faccenda relativamente seria, per la quale vi chiedo di prepararvi. Abbiamo ragione di credere che la Loggia Nera sia tornata. » E fu lì che avvenne l'esplosione. Aveva passato così tanto tempo a rimuginare su cose di cui era già a conoscenza che neanche lontanamente aveva pensato ad uno scenario del genere. Il calice che aveva tra le mani tremò appena, reso instabile dalle sue dita che si erano fatte molli e troppo deboli per mantenere la presa. La Loggia Nera è tornata. Le veniva da vomitare. « Fortunatamente non siamo rimasti soli a lungo, c'erano altre persone, bloccate lì come noi e... ne siamo usciti insieme, tutti. » « È successo al rave dell'anno scorso. Non so bene come siamo finiti lì. Tutto ciò che abbiamo di certo è che ad un dato momento, Amunet Carrow è entrata per sbaglio nel nostro legame legilimens, proiettando..cose. Ricordi forse. Non saprei. » Li sente, ma non li sente. Le voci sembrano diventare sempre più lievi, dei sussurri, parole a tratti incomprensibili che forse venivano da un altro pianeta. Era certa di essere diventata pallida, ma nonostante ciò sentiva le guance avvampare, come se tutto il sangue che aveva in corpo si stesse concentrando in quel punto. Non riusciva a muoversi. Tra le tante parole, la sua mente coglie il nome di Mia e quelle parole che somigliavano tanto alle scuse della giovane Cousland. Non era quello il modo per punirla. Ma dare una spiegazione a quella storia era quasi un sollievo, un breve respiro in mezzo a tutta quella situazione. « Questo è comunque irrilevante. Ciò che conta è che ci ha detto che gli altri hanno deciso di farci trovate pronti, se dovesse riaccadere. Addestrandoci e lavorando tutti insieme, di nuovo. » Vogliono che ci trasformiamo in soldati. Guerra. Quella parola sembrava ricomparire troppe volte all'interno delle loro giovani vite. Perché? Perché non possiamo essere solo normali adolescenti? Andare al ballo della scuola, preoccuparsi per una interrogazione, fare cose stupide.. No. Non era questa la vita che Savannah Hamilton pensava di meritarsi. « Lo so che è una notizia difficile da metabolizzare, ma dovevamo dirvelo, anche per la vostra incolumità. Dobbiamo essere pronti, a qualsiasi evenienza. Insieme sarà più facile. » «Maeve.. Stai parlando di un evento che si è verificato mesi fa. Capisco non volessi creare allarmismi, ma non capisco altrettanto bene perché se ne stia parlando soltanto adesso Già. Perché adesso? O forse semplicemente: perché. Sentiva il respiro superficiale, come se avesse una mano stretta alla gola che ad ogni inspirazione le impediva di riempire i polmoni della giusta quantità di ossigeno. Aveva bisogno di camminare. Avanti e indietro per la stanza, fino a che il dolore ai piedi non avrebbe superato quello che si sentiva appiccicato addosso. Eppure non riusciva ad alzarsi. « Dietro questa roba c'è Inverness. Mia Wallace non sarebbe mai venuta a parlarci senza qualche spinta a monte. Quindi il contatto è lei - quanto meno per l'offerta che ci ha fatto: quella di allenarci. [...] Del perché non mi importa. Se è tutto vero, abbiamo problemi ben più grandi di una scaramuccia del liceo. » Una scaramuccia del liceo. Perché no, invece? Dovevano essere queste le cose peggiori a cui dovevano pensare. E non è una semplice scaramuccia. Se la fosse stata la loro amicizia non sarebbe così incrinata, adesso. « Però mi pare evidente che questa decisione sia anche di natura politica. [...] Sarò onesto: a me non frega un cazzo di Inverness. Non me ne frega un cazzo neanche del Progetto Minerva. Ma ci tengo a vivere e a crearmi un futuro. E se devo leccare il culo a qualche lupo per farlo, lo farò. » Lo sguardo cristallino della giovane Hamilton si posò sugli occhi di Derek, suo fratello maggiore, quello dal quale intercorrevano così pochi mesi di distanza da essere stati spesso scambiati per gemelli. Aveva paura. No, forse la paura non era abbastanza. Era terrorizzata ma allo stesso tempo non riusciva a rassegnarsi. Non riusciva a sopportare tutto quello. Ma non avrebbe mai permesso a Derek di andare senza di lei. Non lo avrebbe fatto mai. «- non sarà facile farci accettare da Inverness. Tanto per cominciare, il nostro nome è già un problema. [...] Anche qualora dovessimo avere altre conoscenze a Inverness, se non risolvete il problema con Mia è possibile che faccia muro contro di voi. Contro di noi. [...] i lycan hanno un concetto di branco molto forte. Se la Wallace non ci accetta, potrebbe essere un problema -» Problema, problema e problema. C’era in tutta quella storia qualcosa che non fosse un problema? Quando Caél smise di parlare fu come sentirsi chiamata in causa. Era stata in silenzio fino a quel momento. Posò anche lei il bicchiere sul tavolo per paura che se le sue mani avessero tremato di nuovo non avrebbe avuto la prontezza di tenerlo ben saldo. Prese un profondo sospiro. «Non è giusto.» Fu la prima cosa che riuscì a dire, scuotendo appena la testa, i capelli biondi che le scivolarono sopra le spalle. «Ne siete sicuri? Voglio dire..» si schiarì la gola, giungendo le mani sopra le ginocchia «.. Siete davvero sicuri che la Loggia Nera sia tornata?» Perché potreste sbagliarvi, non è vero? Perché c’è la possibilità che si sia trattato di altro, perché tutto questo potrebbe essere stato interpretato male, perché... «E cosa si aspetta esattamente Inverness da noi? Che formiamo una specie di esercito?» Alzò lo sguardo puntandolo verso Maeve, inspirando, sentendo le spalle pesanti. «Dobbiamo dirlo a Max e Nana. Mettere la Wallace nel nostro gruppo è stato un gesto davvero inqualificabile-» per non usare i termini “infantile” ed “inutile” «-ma almeno a me, dopo questa spiegazione, è chiaro cosa c’entra Mia con te e Derek.» In un certo senso. «In tutta sincerità l’idea di avere di nuovo a che fare con lei mi nausea. E chiederle un favore è probabilmente in cima alla lista delle cose che non ho intenzione di fare. Ma se fare fronte unito è l’unico modo per sopravvivere..» Sopravvivere «... Temo che dovremmo farlo..»



     
    .
  10.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    705
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!

    « [...] Senza contare che in questo modo eviteremo anche di essere d'intralcio ad ipotetici coinquilini. Insomma.. non aveva molto senso stare in case separate nello stesso villaggio. » Per una frazione di secondo, la giovane abbandonò l'approccio mantenuto fino a quel momento per non mettere troppo a disagio gli ospiti, e lanciò un'intensa occhiata al moro. « Se non ricordassi perfettamente il modo tenero in cui me l'hai chiesto, potrei pensare quasi che sia stata una decisione razionale Robot-Hamilton. Tu, e le tue liste adorabili, di pro e contro... » Non riuscì a trattenere a pieno un mezzo sorriso divertito, scuotendo il viso per allontanarsi da quel discorso sul quale non avrebbe aggiunto null'altro, dando ad entrambi i fratelli il tempo di elaborare la notizia. Per quanto riguardava la seconda questione invece, motivo principe per il quale si erano ritrovati in quella riunione di famiglia, assunse un atteggiamento sempre più cauto. Se di Savannah iniziò ad avvertire sempre più lo stato sconcertato e spaventato, anche tramite il tremolio dell'aura rosata dell'amica, per quanto riguardava Caél si scontrò col solito muro. Più che temere una reazione esagerata del biondo infatti, si aspettava che suo fratello si sarebbe rinchiuso nella sua coriacea difesa, non permettendole di capire come stesse davvero prendendo la faccenda - neanche a livello espressivo. 6bc85f005abe1a093af8e0078441cb0b1b0fce10Perché nonostante le differenze, abissali fra di noi, abbiamo in comune la tendenza a reprimere troppo. Tutto. « È successo al rave dell'anno scorso. Non so bene come siamo finiti lì. Tutto ciò che abbiamo di certo è che ad un dato momento, Amunet Carrow è entrata per sbaglio nel nostro legame legilimens, proiettando..cose. Ricordi forse. Non saprei. » Ahia. Troppe informazioni, tutte insieme D. « Ricordi che non voglio entrare più del necessario, nel discorso del nostro legame da Legilimens? È una cosa solo nostra. » Si rivolse mentalmente a Derek, con un leggero imbarazzo, non staccando al contempo lo sguardo dal maggiore dei Cousland - al quale non aveva mai rivelato granché del suo privato, né tantomeno della Legilimanzia ed il legame metafisico nato con l'Hamilton. Io e Cay siamo diversi da te e Saw... «Maeve. Stai parlando di un evento che si è verificato mesi fa. Capisco non volessi creare allarmismi, ma non capisco altrettanto bene perché se ne stia parlando soltanto adesso Prese un altro respiro, Maeve, sollevata almeno del fatto che il fratello si stesse concentrando sui dettagli più importanti. « Hai ragione, ma per un attimo prova a metterti nei nostri panni. Ero, eravamo, dubbiosi su tutto. Per un po' abbiamo deciso di comune accordo con gli altri di aspettare, di valutare e capire se si fosse trattato di un caso isolato... che potessimo avere tempo, che potessimo aver ingigantito la faccenda. Non volevamo creare allarmismo, senza sapere cosa di preciso fosse accaduto. Ma è evidente ormai, che la situazione sia cambiata. E che non abbiamo ingigantito proprio un bel nulla. » Riprese a parlare mantenendo la voce pacata ma decisa, non entrando ancora di proposito nei dettagli di quella nottata, sebbene fu Caél stesso a richiedere sempre più delucidazioni. «Cosa vi ha attaccato? Come ne siete venuti fuori?» Sei sicuro di volerlo sapere? Spostò gli occhi smeraldini adombrati verso una delle vetrate, prendendo le dovute distanze emotive da ciò che suo malgrado doveva rivivere, per far comprendere a pieno la gravità della faccenda. « Niente demogorgoni, o mostri del genere, che abbiamo già contrastato durante il Lockdown. È stato simile ma diverso, sotto molti aspetti. Credo che al principio ognuno abbia affrontato e visto qualcosa, prima di ritrovarci contro delle creature fatte di... una strana melma scura. Per noi comunque è partito tutto dai nostri Doppi, siamo stati attirati ed attaccati da loro, poi la situazione è degenerata. Incanti come Protego Horribilis e Aguamenti sono stati utili per tenerli lontani, ma ciò che ricordo funzioni davvero contro quelle cose, credo sia l'argento. Alcuni dei lycan hanno usato delle armi, mentre i Sin Eater aprivano un passaggio per riportarci fuori. » È per questo, che dobbiamo schierarci dalla parte di Inverness: loro sanno cosa contro dobbiamo combattere e come contrastarli. Ed avranno le loro ragioni se si sono attivati contro il Ministero. « Dietro questa roba c'è Inverness. Mia Wallace non sarebbe mai venuta a parlarci senza qualche spinta a monte. Quindi il contatto è lei - quanto meno per l'offerta che ci ha fatto: quella di allenarci. » Annuì, sospirando debolmente ed allungandosi verso il tavolino per bere un sorso d'acqua dal suo bicchiere. La Corvonero era consapevole di dover ricorrere ad un approccio ben definito e diverso dall'ultimo per avere a che fare con la Wallace, per cui non avrebbe più assecondato i giochetti della lycan, agendo stavolta in maniera del tutto strategica. « Però mi pare evidente che questa decisione sia anche di natura politica. Non possiamo pensare di far comunella coi lycan e poi farci i cazzi nostri. La situazione attuale è chiara: Inverness e il Ministero sono in guerra fredda e noi dobbiamo scegliere da che parte stare. » Era quel punto, su tutto il discorso intrapreso, a preoccupare maggiormente Maeve. Chiedere a dei diciottenni di prendere delle rischiose posizioni politiche era difficoltoso perfino per loro. Lei e Derek ne avevano parlato a lungo, dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi, valutando in maniera razionale quale fosse la posizione che avrebbe concesso loro più chance in un'eventuale nuova lotta o problemi contro la Loggia Nera. E su questo, non posso che essere d'accordo con Derek. È una visione cinica, opportunistica e priva di reali ideali, per quanto possa simpatizzare per le ragioni dei lycan; ma noi siamo stati cresciuti per questo, per garantire la sopravvivenza della nostra società e per prendere scelte anche in nome del quadro generale, piuttosto che sulla sola morale. « Sarò onesto: a me non frega un cazzo di Inverness. Non me ne frega un cazzo neanche del Progetto Minerva. Ma ci tengo a vivere e a crearmi un futuro. E se devo leccare il culo a qualche lupo per farlo, lo farò. Ma se dobbiamo fare i franchi tiratori dell'alta società, dobbiamo farlo in maniera compatta e tenere i ranghi serrati, perché Inverness non ci stenderà alcun tappeto rosso. Per questo ho bisogno di sapere se siamo tutti sulla stessa barca. » Assentì ancora col viso, aspettando prima di accodarsi a quella mezza arringa del moro, per dare anche il suo punto di vista. Savannah tuttavia continuò a far scena muta; Caél, invece, era teso nonostante si ostinasse a voler apparire non interdetto dalle rivelazioni. Lo so Cay... « Anche su questo condivido a pieno il pensiero di Derek. » la rossa si strinse nelle spalle, alzandosi dal divano per aprire una delle vetrate scorrevoli dietro di lei, e consentire così a Cleo di entrare in casa - dopo che il miagolio del gatto diventatole ormai familiare, ne attirò l'attenzione. « Sarà anche una visione di comodo ed amorale sotto certi aspetti, ma ragazzi non possiamo più seguire soltanto gli ideali o le convenzioni che la società ci richiede. Non possiamo più essere neanche neutrali ed aspettare di cavalcare l'onda all'ultimo: più aspettiamo nello schierarci, meno fiducia avranno in noi se la situazione dovesse precipitare. » Inverness è la decisione più sensata e strategica. Per favore, Cay. Ci servi dalla nostra parte. «Siamo tutti sulla stessa barca. Non penso ci sia da discutere su questo. Il problema è uno. Quello sollevato già da Derek. Indipendentemente dal nostro orientamento politico, non sarà facile farci accettare da Inverness. Tanto per cominciare, il nostro nome è già un problema.» Tirò un primo sospiro di sollievo, quando il fratello acconsentì alla creazione di quella "squadra familiare", soffermandosi in piedi a braccia incrociate di fronte a tutti. « Sì e no, Caél. Sì, i nostri cognomi non ci aiuteranno ad avere la strada spianata; ma al tempo stesso, avere dalla loro parte membri di famiglie rinomate come lo nostre, potrebbe aiutarli ad ottenere nuovi consensi? Non lo so, se anche giovani dell'alta società li supportano, forse potremmo scatenare un effetto domino - se e quando, la faccenda diverrà di dominio pubblico. In ogni caso, dobbiamo far sì che inizino a fidarsi. Potremmo offrirgli luoghi sicuri, le nostre Passaporte, fondi, contatti... Qualsiasi cosa possa servirgli. Ma al tempo stesso, non dovremmo sembrargli disperati, o capiranno che non si tratta di un semplice atto dettato dal nostro buon cuore. » Riprese a spostarsi soltanto dopo aver pronunciato quelle ultime parole, voltandosi per raggiungere una delle credenze dell'open-space e tirare fuori da uno dei cassetti tre piccole scatoline. «Non è giusto. Ne siete sicuri? Voglio dire.. Siete davvero sicuri che la Loggia Nera sia tornata? [...] E cosa si aspetta esattamente Inverness da noi? Che formiamo una specie di esercito?» Si bloccò sia dal fornire altre risposte a Caél, che materialmente con l'ultimo passetto sul parquet, non appena Savannah riprese parola dopo svariati minuti passati in silenzio. Le sfiorò una spalla, avvicinandosi con cautela e sedendosi al suo fianco. « È vero: non è giusto. E Saw, mi piacerebbe dirti che potrebbe esserci un margine di errore, ma se abbiamo aspettato finora è anche per averne la piena certezza. Siamo sicuri. Era la Loggia Nera. Si tratta sempre della Loggia. Quel posto... » Non poteva che essere la Loggia Nera. Scosse il viso e si schiarì la voce. Non avrebbe mai trattato Saw con accondiscendenza, né voleva un trattamento simile soltanto perché aveva rischiato la vita e parlarne fosse difficoltoso. « In ogni caso siamo noi ad avere bisogno di Inverness, non di certo il contrario. Quindi qualsiasi cosa servirà per avervi accesso, credo che dovremmo assecondarli. Non siamo davvero necessari nel loro esercito, saremmo soltanto un peso; ma immagino vogliano più gente possibile capace di difendersi e saper cosa fare, in un eventuale altro conflitto. Contro la Loggia, o... » Contro il Progetto Minerva? Era folle perfino da pensare. O pronunciare ad alta voce. «Dobbiamo dirlo a Max e Nana. Mettere la Wallace nel nostro gruppo è stato un gesto davvero inqualificabile - ma almeno a me, dopo questa spiegazione, è chiaro cosa c’entra Mia con te e Derek.» La rossa si rabbuiò subito. Era un tasto dolente, quello riguardante le altre due parti mancanti della sua stretta cerchia di - poche - amiche. Per quanto Maeve lasciasse trasparire il solito distacco emotivo, l'allontanamento drastico di Max e Nana l'aveva scalfita più di quanto loro potessero aspettarsi - e più di quanto lei si ostinasse a lasciar trasparire. Ma almeno mi avete fatto capire che se vi è bastato così poco per tagliarmi fuori, allora non c'è mai stato niente di vero nella nostra amicizia. Persone che tengono davvero a te, nonostante le differenze e gli errori, ti danno tempo e modo, per spiegare e farsi capire... esattamente come ha fatto Saw. « Domiziana e Maxime hanno deciso che il mio affronto è stato più grave ed importante della nostra amicizia. Se hanno comunque intenzione di starmi ad ascoltare, parleremo insieme anche a loro della situazione. Altrimenti, dovrai farlo tu. Te la senti? » Replicò con finta fermezza, priva di inflessione nella voce, ma con uno sguardo che per una piccola frazione di secondo lasciò trasparire il dispiacere per quella condizione. Possiamo parlargli della Loggia ed Inverness, ma non del nostro rapporto. Per quanto riguardava la loro amicizia infatti, Maeve in primis sentiva d'aver perso il filo conduttore che le aveva sempre tenute legate. Se inizialmente era stata disposta perfino a scusarsi, dopo la mancanza di fiducia che avevano dimostrato nei suoi riguardi e il trattamento di quei mesi, da persona ferita non le reputava più leali. Ma anche se a voi è bastato un attimo per cancellare più di tre anni, sulle questioni importanti non esistono scaramucce stupide che tengano. Dobbiamo parlarne anche con voi. « [...] Temo che dovremmo farlo..» Soltanto quando arrivò anche l'ultima conferma che le serviva, Maeve riuscì finalmente a rasserenarsi e rilassarsi - per quanto potesse in quel contesto. In quattro, sarà già più facile. Soprattutto se si tratta di persone fidate. Gli altri, saranno soltanto di contorno. Gli unici di cui mi importa sono in questa casa stasera. Approfittando della vicinanza con Savannah, fu la prima alla quale passò la sua scatolina quadrata, dalla tinta magenta. Fece poi lo stesso con Caél, tornando in piedi, lasciando Derek per ultimo - tenendo quel cofanetto, leggermente più grande degli altri, fra le mani e giocherellandoci, anziché consegnarglielo subito. « Se dobbiamo essere pronti a tutto, dobbiamo anche mettere in conto ogni eventualità. Potremmo ritrovarci separati, impossibilitati a comunicare, bloccati di nuovo da qualche parte... Le opzioni sono infinite. Per questo abbiamo bisogno di più strumenti possibili. » Con voi due, non posso usare costantemente la legilimanzia, per capire e sentire se è tutto okay. Specie a distanza. « Non vi sto facendo dei banali regali a caso. Per chiunque, tranne che per noi, queste saranno all'apparenza quattro vecchie monetine scozzesi - sì, sono della nostra collezione di Mary Stuart, Cay. Ho messo su ciascuna delle quattro un Incanto Proteus, sono legate fra di loro. » Esattamente come noi, ormai. Che sia per un legame di sangue, o meno, non fa differenza. Fece una pausa, affinché tutti capissero di cosa si trattasse ed estraessero dalla scatola le rispettive monete d'argento: rappresentante il cameo della regina per Saw, lo stemma della corona per Caél. « Se uno di noi avrà bisogno di aiuto, o non riuscirà a comunicare con gli altri tramite i mezzi consueti, potrà usare la sua moneta per aggiornare tutti e lanciare un messaggio. Vi basterà cambiare l'incisione su una delle facce, quando cambierà su di una, tutte le altre diventeranno calde e si modificheranno di conseguenza. Portatele sempre con voi. » Spiegò nei dettagli, col solito tono fermo, il funzionamento di quell'Incanto che, per quanto di livello complesso, avrebbero dovuto conoscere tutti nella stanza. Compì nel mentre gli ultimi passi, soffermandosi in prossimità di Derek. Gli porse con delicatezza la sua custodia e lo fissò dritto negli occhi, con uno sguardo più divertito. Sollevò un sopracciglio. Mi serve sdrammatizzare, o finiamo tutti al San Mungo per la tensione... « Non sfottere. Funzionano. Perfettamente. Le ho incantate io. » Lo punzecchiò, prima che potesse anche solo provarci lui a prenderla in giro, per quel "regalo" sul quale aveva lavorato da sola. E qualora dovessero smettere di funzionare... vorrà dire che la mia magia si è estinta. Rabbrividì al solo pensiero, rivolgendo al moro un sorriso accennato e ritornando con l'attenzione sui fratelli, sedendosi appena sul bracciolo della poltrona. « [...] ma ti chiedo adesso se c'è qualcos'altro che dovrei sapere, prima di farlo.» C'era altro, che avrebbero dovuto rivelare? In teoria sì, dettagli sui quali avevano continuato a minimizzare come i rispetti incubi, la ferita di Derek e le voci che sognavano in maniera persistente... ma Maeve scosse il viso. « Vi abbiamo detto tutto ciò che sappiamo sulla faccenda. Magari Percival potrà darti altre informazioni, puoi tentare con lui, mi sembra giusto. In fondo è legato ad Inverness e se ti ho fatto quelle domande su di lui, è proprio perché sembrava volermi studiare e capire, più che farmi semplicemente da tutor. » Ricercò per un breve momento gli occhi verde prato di Cay, prima di lanciare un'occhiata indagatoria all'indirizzo del moro. La moneta dell'Hamilton era come le altre, un testone da 5 scellini, ma con su inciso il monogramma di Mary e Francis II. Oltre quella, nella scatolina c'era anche una piccola bussola tascabile con catenina, fatta dello stesso materiale in argento. « Visto che avevo davvero qualcosa da darti? E tu sempre pronto a pensare male. La bussola è una Passaporta permanente, l'ho registrata alla Cousland Express dopo aver lavorato da sola sul Portus. Funzionerà e si attiverà solo con la tua magia, se premi il bottoncino sul lato del quadrante. Ti riporterà a casa, sempre. E semmai sarai in luoghi dove non è possibile smaterializzarsi, l'ago punterà sempre e solo dove sarò io. C'è una traccia della mia magia incanalata, così riuscirai a trovarmi... » E non ci perderemo. Almeno finché saremo in luoghi dove la nostra magia funziona come dovrebbe, se non altro. Non serviva specificare al giovane come le Passaporte funzionassero; né fargli presente che, qualora fossero rifiniti in posti come il corridoio degli orrori, era incerto il funzionamento di oggetti magici di quel tipo o del loro legame legilimantico stesso. Perché mi sento una scema, ad usare qualcosa di materiale, per fargli capire quanto Lui è importante? « Per l'incisione in gaelico scozzese che c'è sul retro non provare a cercare la traduzione sulla rete, me ne accorgerei. Magari prima o poi te la rivelo io, se fai il bravo. L'ho già trovata così, questa vecchia bussola. » Che razza di bugiarda, Maevey. Hai inciso apposta una bussola antica da collezione in una lingua che sai perfettamente Lui non conosce. Dirgli le cose come le persone normali, mai? «[...]Dunque. Se nessuno ha nulla in contrario, direi che potremmo procedere così. Voi parlate con Mia, io con Percy.» Annuì in maniera assente, tornando partecipe nella conversazione e schiarendosi la voce imbarazzata. Ma ti pare il momento, Maevey? « Più che parlare con Mia direttamente e peggiorare le cose, pensavamo di colpirla ai fianchi finché non cederà. Ma non preoccupatevi di questo, a lei badiamo noi. Tu pensa a Percival; Savannah, tu puoi tastare il terreno con le ragazze. Se sono irremovibili su di me, parlagliene quando lo reputerai opportuno. L'importante è mantenersi aggiornati fra di noi, su ogni novità. » Almeno abbiamo un primo piano comune da seguire.



    Edited by ~Zireael - 23/10/2021, 12:07
     
    .
9 replies since 6/6/2021, 10:39   341 views
  Share  
.