«... e alla fine, per ottenere la linfa... Sì, sì... Si deve... No, ma che dici! Spremi il baccello!», spezzone tratto da una delle innumerevoli conversazioni al telefono tra Peter e Jasper, il collega che gli ha chiesto di ripetere insieme per superare la materia di Giugno. L'unico piccolo, insignificante
problema, è la pigrizia dell'amico - pigrizia che arriva
quasi ai livelli di quella di Peter, quando si parla di impegnarsi nello studio -, motivo per cui i due cazzoni non si organizzano mica per vedersi, assolutamente no! Fanno videochiamate di ore ed ore, inframmezzate da pause merenda, partite alla play e chi più ne ha, più ne metta. A dirla tutta, visto che il tempo dedicato allo studio è un quarto di quello dedicato al gioco, sarebbe meglio specificare "giornate di svago inframmezzate da pause studio". Ecco, questa è una visione d'insieme decisamente più veritiera.
«Io veramente avevo capito che... Sì, sì, e poi si potano i fusti... Vabbè Peter, direi che per oggi abbiamo dato -» «Ma sei coglione? Ma come fai a distrarti dopo due minuti?», esclama il nostro eroe, birra alla mano e Mindcraft allo schermo del computer, di
sottofondo.
«Ma che cazzo ne so, ho altro per la testa. Ma poi parli tu, coglione, oggi ti sei svegliato alle tre del pomeriggio -» «No vabbè te stai fuori. Ti ho detto che ero a pranzo da mia nonna, per questo abbiamo saltato la mattina, 'fanculo -» «Oh senti cazzone, c'è sta tipa che mi mette like nei post, devo concentrarmi a scriverle qualcosa, chiudiamo i libri -» «Tu sei proprio il disagio, Jaz, fattelo dire. Cazzo ci vuole a scrivere un messaggio! Senti, facciamo così. Vado ai Tiri Vispi Weasley e ti compro l'ormone della crescita -» «Ma vaffanculo Peter», cornetta chiusa. Intenzioni un po' meno
chiuse, perché il nostro Paciock, sorrisetto malvagio stampato in viso, non ha affatto voglia di desistere dal proprio intento. Certo, è molto probabile che ai Tiri Vispi siano a corto di
ormone della crescita - bisognerebbe fare un salto al San Mungo per quello -, però chissà!, qualcosa che faccia al caso di due collegiali disperati che farebbero volentieri a meno d'impegnarsi notte e giorno nello studio, potendo così dedicare più tempo ai loro sogni di gloria...
E poi ho le prove - ecco, sacrosanto motivo per cui qualcosa di simile ad una Giratempo calzerebbe a pennello. Tra appelli universitari e corsi di recitazione, il signor Paciock non ha
tempo neanche per fare lunghe passeggiate col tenerissimo Chew, costretto a soffrire la
noia dello stesso - sempre identico! - giro di ricognizione: casa, parco della Liberazione, casa.
Che due palle! «Dlin, dlon, Shoshanna!», entra così, Peter, con la sua solita faccia di culo e una battutina sarcastica ai danni di Roxanne Weasley, colpevole soltanto di un nome di battesimo simile - a detta del Grifondoro - a quello del personaggio di Tarantino.
«Ma 'ndo cazzo stai?», si guarda intorno, Piti, in cerca della chioma visibile di Roxie e della rispostaccia che sa già arriverà. Con l'unica eccezione che non arriva niente: né una risposta, né la fluente chioma.
«Boh vabbè, allora offre la casa?», si domanda il Grifo, affaccendandosi per i corridoi alla ricerca di qualunque cosa possa tornargli utile - tipo
stimolanti per favorire uno studio proficuo.
Anche se, in teoria, quelli si chiamano droghe.
« Smooth like butter like a criminal undercover. Gon' pop like trouble, breakin' into your heart like that. », viene però attirato da un motivetto che riconosce.
Abbiamo una fan dei bitz qua - ridacchia, utilizzando il soprannome inventato per il gruppo più famoso del momento, nel mondo babbano.
«'Cause I-I-I'm in the stars tonight. So watch me bring the fire and set the night alight.», e allora Paciock risponde così, attaccando con un altro pezzo - il suo preferito dello stesso gruppo. Forse è proprio il fatto che stia cantando a cogliere alla sprovvista la ragazza - Roxie ha una commessa? -, perché lei prende ad agitarsi sulla scaletta, strabuzzando gli occhi e combinando un... Mezzo pasticcio.
«Sì ok, so di fare effetto, ma non fino a questo punt -», interrompe il suo borbottare sarcastico a metà, Peter, perché un'intera confezione di non-si-sa-cosa minaccia di sopraffarlo e di regalargli una visita al San Mungo.
Che sia diventato un profeta con la storia dell'ormone della crescita per Jaz? - ha giusto il tempo di riflettere, scartando di lato per evitare la cascata che... Non arriva, bloccata dalla ragazza in bilico sulla scaletta.
« Opporcocazzo. », trattiene le risate, Peter, di fronte a quell'esclamazione colorita che, nonostante la parolaccia, appare più buffa che scurrile. Credeva di aver scampato il pericolo, il Grifondoro, ma altre confezioni gli vanno a finire addosso da un punto non ben precisato, travolgendolo come un fiume in piena.
« Cielo, ti sei fatto ma-», la osserva perplesso, in attesa che finisca la frase. Ovviamente, sbotta con una delle battutine del suo repertorio, confezionata ad hoc sul momento:
«Che, ti è rimbalzato l'incanto addosso?», ridacchia, Peter, per poi
frenare lui stesso - forse perché, di fronte ad una ragazza che non ha mai visto prima, il suo tentativo di scherzare potrebbe apparire anche come una mossa da
stronzo: tipo a sottolineare che, nonostante l'impegno della tipa di non coinvolgerlo in quel turbine di scatole, scatoline e pacchettini, alla fine ci sia andato di mezzo comunque. Anche se, a ben conoscere Peter, è chiaro che non ci sia altro se non puro e semplice scherzo, dietro.
« Perdonami. Ero presa dalla musica. Non ho sentito il sonaglio della porta. E.. », ecco un buon motivo per non rendersi conto della presenza di altre persone nel negozio. Alla musica si perdona
tutto.
« E ti prego, non dire niente a Roxanne. Sono ancora in prova. », sorride di rimando, Peter - uno di quei sorrisi pericolosi che si accompagnano ad ingranaggi mentali che iniziano ad attivarsi, a sottintendere quanto il signor Paciock stia architettando fantastici piani malefici e dove trovarli.
«Ma no, perché dovrei. Non sono mica tipo da ricatti, io. Tuttavia.. », e solleva l'indice verso l'alto, solo per il gusto di far preoccupare la ragazza. Per poi, tuttavia, rassicurarla.
«Rilassati. Sto scherzando.», sciabola un altro sorriso malefico, alzandosi poi da terra in un balzo divertito.
« Non sei te a scegliere loro, sono loro a scegliere te. », osserva la scatolina di Sonnisvegli Brevettati che gli è stata passata.
Per un trip senza annesse dipendenze. Ridacchia, Peter, rivolgendosi dunque alla sconosciuta.
«Ottimo tentativo di marketing. L'avessi cantato col mood dei BTS, poi, avresti spaccato.», sottolinea, ovviamente, per farle intendere che fosse lì presente durante il suo spettacolino.
« Avevi per caso bisogno di trenta minuti di sonno ad occhi aperti quando hai messo piede qui dentro? », riflette qualche secondo sulla proposta, andando poi a controbattere con un'altra:
«Mh. Diciamo che ho un amico che avrebbe bisogno di qualcosa tipo...»,
di una di quelle magiche Piume che rispondono al posto tuo ai quiz universitari,
«Di qualcosa che lo faccia andare avanti con gli studi, possibilmente in modo legale, senza trascorrere troppo tempo sui libri. E no, non sono io, è davvero un amico.», solleva le sopracciglia, a sottintendere quanto lui sia
bravo. Cosa alla quale crediamo solo in parte: quando si impegna, magari. Peccato siano circa, boh, marzo, aprile e giugno che non apre libro, se non alle feste comandate, solo per sfuggire all'interrogatorio dei parenti su "
come stai, Peter?" e robe del genere.
«Scommetto che sai cosa faccio al caso mi...-nostr... -suo. Al caso suo.», si ravvia i capelli, dissimulando il giro di parole che l'ha portato lì dove non voleva: a far presagire che, in fondo, potrebbe far uso anche lui dell'eventuale
trucchetto fornito dalla ragazza.
«Ma basta parlare di quanto sono premuroso per i miei amici.», sorride, guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa su cui concentrare l'attenzione affinché non si dia troppo peso alla sua gaffe. Qualcosa per cui Roxie non lo vada a tormentare per i secoli dei secoli amen - perché, semplice: quando Piti prende in mano uno degli aggeggi dei Tiri Vispi, non è affatto detto che quest'ultimo torni a casa sano e salvo.
«Eccooo.», indica un sistema a tre anelli - che ricorda molto quello del Quidditch - e un palloncino, simile ad una Pluffa ma più leggero, che serve, ad occhio e croce, per fare canestro.
«Testiamo un po' il prodotto.», fa un occhiolino alla ragazza, ricordandosi poi che non ne conosce ancora il nome.
«Hai anche un nome, oltre al Kane del tesserino?», probabilmente aggressiva, come domanda, ma si sa: a Peter piace scherzare.
«O devo fare canestro per poterlo chiedere? No perché in quel caso ti avverto -», piega la testa di lato, a sottolineare l'ovvietà di ciò che sta per dire:
«- ho il polso da Cacciatore.», anche se, beh, in realtà non è proprio vero. Era - ed è, in una squadra minore - un Battitore. Tuttavia, essendo da sempre portato per gli sport magici o babbani che siano, gli piace credere di saper fare
tutto. Oddio, in realtà gli piace credere di saper fare tutto proprio in
generale, ma vabbè. E' Peter, va preso e compreso così com'è.