Il tempo per Lyra si era bloccato, era in una fase di stallo che la stava mettendo a dura prova. Aveva messo in affitto l'appartamento in cui viveva da sola e si era trasferita a Malfoy Manor; il luogo in cui era cresciuta. Stava cercando di riprendere la sua routine, ma la scomparsa di Scorpius aveva reso tutto più difficile. Contava su di lui per superare la perdita del padre, per affrontare la rabbia di non sapere cosa fosse successo per davvero; ma lui aveva preferito andarsene. In pochi secondi era diventato un nome in più sulla lista delle persone che l'avevano deliberatamente abbandonata. Quella mattina, quando si era guardata allo specchio mentre si preparava, aveva stentato a riconoscersi. Lo stress per la situazione le aveva chiuso lo stomaco, mangiava giusto lo stretto necessario, ed era visibilmente dimagrita. Le occhiaie sotto gli occhi erano ben visibili quando era struccata; faticava a dormire. Non appena chiudeva gli occhi vedeva James uccidere suo padre, quasi come se qualcuno stesse cercando di convincerla della colpevolezza del ragazzo. Incubi che dopo gli ultimi tumulti non avevano fatto altro che intensificarsi. Era ferma sulla soglia dello studio di suo padre quando venne raggiunta dalla governante.
« Signorina Malfoy è arrivata questa per lei. » Prese la busta che la donna le stava porgendo, riconoscendo il timbro in ceralacca e la firma dell'avvocato di suo padre.
Miss. Malfoy, comprendo il dolore della Vostra perdita; aggravato dalla scomparsa del signorino Scorpius, ma è giunto il momento di leggere il testamento di Vostro padre. Rimandare ancora potrebbe creare un danno ai Vostri interessi economici, rendendo ciò che Vostro padre ha costruito facile preda degli avvoltoi. Avvoltoi che l'avvocato conosceva più che bene. Strappò la lettera, senza degnarsi di fornire una risposta per la stessa.
« Come se quel testamento maledetto fosse il mio primo pensiero al momento. » Aveva altre cose a cui pensare, come l'arrivo di una sorellina a breve. Scoprire che sua madre era incinta era stato a dir poco sconvolgente, ma le aveva dato un motivo per sorridere. Nonostante le malignità della stampa su Astoria era stata contenta di aiutarla a prepararsi all'arrivo di quella bambina; soprattutto comprandole una spropositata quantità di vestitini. visto lo stato avanzato della gravidanza e lo stress che sua madre aveva dovuto subire aveva scelto di non riversare su di lei ulteriori preoccupazioni. Per Astoria, Scorpius era su una spiaggia paradisiaca a Bali; lontano da tutto e tutti.
« Se dovessero arrivare altre lettere rispediscile direttamente al mittente e se dovesse presentarsi alla porta fagli sapere che non è il benvenuto in questa casa.» Non voleva saperne di leggere il testamento, soprattutto vista l'assenza del fratello; non avrebbe affrontato anche quello da sola.
« Sarò all'università, torno stasera. » Doveva consegnare un elaborato e successivamente pianificava di fermarsi in caffetteria per distarsi.
« Con tutto quello che sta succedendo non pensa che sia meglio rimanere in casa? » James era stato liberato, il ministero aveva ritrattato le sue posizioni, come se rinchiudere un innocente fosse del tutto logico. Da quel momento non avevano fatto altro che tormentarla per avere la sua opinione; incuranti del fatto che lei stessa aveva affermato più e più volte quanto James fosse innocente. Lyra fulminò con lo sguardo la donna; infastidita da quella accuse gratuite.
« Signora Smith dubito che a mio padre interessassero le sue opinioni... » Draco Malfoy raramente si perdeva in chiacchiere con le domestiche.
« Lui potrà non esserci più, ma stia pur certa che non sono tanto diversa da lui... » Parole che non ammettevano replica, fino a prova contraria quella era casa sua e le pecore bigotte non erano ben accette. Raccolse le sue cose e lasciò Malfoy Manor. Sua madre le aveva detto che non era obbligata a trasferirsi, che non doveva sostituire suo padre; ma quella era sempre stata casa sua, era parte dell'eredità di suo padre. Draco era morto in quella casa e proprio per colpa del ministero il suo assassinio era avvolto nel mistero; avevano scelto un colpevole scomodo al governo e avevano fatto in modo di gettare la sua immagine nel fango. Quando raggiunse il campus dovette scendere a patti con l'idea che la maggior parte degli studenti era tornata dalle vacanze; motivo per cui era più affollato del solito. Le persone le bisbigliavano in faccia e alle spalle. Alcuni la compativano,
poverina era la parola che preferivano. Altri invece la disprezzavano apertamente,
dopotutto era colpa sua se James era stato arrestato e costretto alla prigionia. Secondo le teorie più assurde lo aveva deliberatamente incastrato per vendicarsi. Occupò l'unico tavolo libero della caffetteria e si concentrò sul suo manoscritto; decisa ad ignorare le risate e i bisbigli. Il tavolo era occupato da uno degli ultimi numeri di un giornalino scolastico; in prima pagina campeggiava il volto di James con tanto di titolo che inneggiava alla sua ritrovata libertà. Una libertà che molto probabilmente aveva un sapore amaro dal momento che avevano provato a dipingerti come un assassino spietato. Sistemò i suoi libri e si voltò per intercettare lo sguardo di una cameriera, così da poter ordinare una quantità imbarazzante di caffè. Tra la folla riconobbe la folta chioma rossa di Olympia, probabilmente alla ricerca di un posto a sedere; una vera e propria impresa considerati i clienti presenti nel locale. Prima ancora di riflettere alzò una mano nella sua direzione, cercando di catturare la sua attenzione.
« Olympia...se vuoi qui c'è posto in abbondanza. » Molto probabilmente avrebbe semplicemente rifiutato la sua offerta; la storia sembrava aver dimostrato che la vicinanza tra le loro famiglie non portava a niente di buono.
« Oppure no...davvero come preferisci. »