I ain't 'fraid of no ghost

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    Raiden aveva più volte chiesto a Mia quali fossero i suoi desideri. Lo aveva fatto in circostanze diverse e con scopi diversi, ma il risultato era stato sempre lo stesso: a quella semplice domanda diretta, Mia non sapeva mai come rispondere. A volte forse non sapeva davvero cosa dire, altre invece lo sapeva ma non voleva dargli voce. Agli occhi del giovane Yagami, quella mancanza di risposte era quanto di più interessante e paradossale; Mia proiettava una certa immagine di sé, una che la maggior parte delle volte corrispondeva alla realtà: una ragazza decisa, che non aveva paura di chiedere o prendere - una che, parole sue, faceva come gli pareva. E quindi poteva solo essere in un certo modo divertente vedere il suo sguardo spiazzato ogni qualvolta lui le chiedesse cosa ciò comportasse nel pratico. Chiaramente queste domande non avevano lo scopo di metterla in difficoltà; Raiden gliele poneva perché era genuinamente interessato a sapere quali fossero i desideri della persona che amava. Tuttavia, in casi come quello, vederla incartarsi sulle cose più semplici gli provocava comunque un pizzico di divertimento che ai suoi occhi non guastava affatto. Mia, infatti, era tutto tranne che accomunabile alle giovani ragazze giapponesi che vedevano nell'ostentata pudicizia e in una certa forma di ritrosia un ruolo di genere imprescindibile da interpretare all'interno dei rituali di corteggiamento. Quelle ragazze non erano abituate a sentirsi rivolgere domande del genere o più in generale ad essere approcciate in maniera tanto diretta, e dunque reagivano arrossendo quasi automaticamente e giocando a fare le difficili. Mia non aveva quest'ottica - affatto! Lei era quella che rilanciava aumentando la posta in gioco e buttando benzina sul fuoco. Tuttavia i modi particolarmente diretti di Raiden sembravano spiazzarla comunque, creando una deliziosa commistione tra ciò che per lui era nuovo da vedere in una ragazza e ciò che invece già conosceva. « Lo sai cosa voglio fare.. » Sorrise, Raiden, mantenendo lo sguardo fisso sul volto di Mia nonostante lei vi sfuggisse dietro un moto di piccolo nervosismo che il ragazzo già conosceva. Sospirò, stringendosi nelle spalle. « Mh.. in realtà no. Credo che dovrai illuminarmi con le tue parole. » Cercava sempre di spingerla in quel senso: a dar voce ai propri pensieri, a pronunciare forte e chiaro cosa le passasse per la testa. Gli piaceva quell'idea. Gli piaceva immaginare cosa lei potesse volere e con quali parole avrebbe potuto descriverglielo. Avrebbe evitato il suo sguardo nel farlo? Lo avrebbe fissato dritto in volto? Non lo sapeva, ma era da mesi che voleva scoprirlo. « Quella festa? È una perdita di tempo. Preferirei tornare a casa. » Si portò la bottiglia di birra alle labbra, annuendo brevemente prima di prenderne un sorso contenuto. Terribile. Una di quelle birre artigianali che imperversavano un po' ovunque ad Hogsmeade - dove tutti si reputavano mastri birrai - e che venivano a costare un occhio della testa anche a dispetto del loro retrogusto di vasca da bagno. Ma ormai a quel saporaccio amaro ci aveva fatto l'abitudine, tanto che nemmeno più le smorfie di disgusto affioravano sul suo viso. « Visto che dobbiamo comunque restare svegli per tutta la notte, potrei approfittare del tempo per.. studiare un po'? Sai.. si dà il caso che io abbia un professore che è un vero palo nel culo. Bravo eh! Molto bravo.. però.. è proprio il tipo di persona che ti fa partire un sacco di insicurezze. È proprio.. autoritario. » Incurvò le labbra in un sorriso, sollevando leggermente le sopracciglia in un'espressione di finta sorpresa - un po' come quella che metterebbe su un compagno di un qualche altro corso nel sentir parlare in quel modo di un professore che non conosceva. « Wow! Per portarti a studiare pure la sera di Halloween deve proprio essere un tipo esigente. » Fece una pausa, finendo di scolare l'ultimo sorso di birra rimasto sul fondo della bottiglia. « Ma evidentemente questo essere così autoritario ha i suoi risultati. Sembra che sia riuscito a prendersela tutta, l'attenzione che voleva. » Ricambiò lo sguardo che lei le rivolse con la coda dell'occhio, incurvando un angolo delle labbra in un sorrisino dalle tinte maliziose. Non si scompose quando Mia si fece più vicina, sostenendo piuttosto il suo sguardo a mento alzato mentre lei passava le dita lungo quella catenina che Raiden teneva sempre appesa al collo per pura incapacità di disfarsene. Nei momenti difficili, aveva pensato più volte a gettarla via, ma non ce l'aveva mai fatta: era comunque una parte di lui, quella che forse sentiva come più delineata e sicura. L'esercito giapponese non era mai stato perfetto - tutt'altro - ma lui vi apparteneva, e i principi con cui vi aveva operato all'interno, per quanto guidati nelle direzioni sbagliate, erano comunque qualcosa che non avrebbe mai rinnegato. Quando Mia vi fece presa per attirarlo verso di lei, le labbra di Raiden si incurvarono ulteriormente, rendendo più pronunciato il suo sorrisino malizioso. « Magari potresti aiutarmi a studiare.. come ai vecchi tempi. Ricordi? Studiavamo un sacco bene insieme io e te. » « Un sacco. » rincarò a voce più bassa. « Andrei direttamente a ricevimento, ma trovo sempre il foglio delle prenotazioni pieno. Puntualmente sono sempre le stesse persone ad andarci. Mi secca anche un po'.. perché sono tutte squinzie, dai! Mi sento un po' trascurata - accademicamente parlando.. e anche ignorata.. eppure io mi sto impegnando. » A quelle parole, Raiden sbuffò una risata dalle narici, inclinando leggermente il capo di lato come ad abbonarle quel punto. Tutti i torti non li aveva: i colleghi ironizzavano sempre sul fatto che, a dispetto degli altri professori, i suoi ricevimenti fossero come un trapianto di polmoni per cui si stava in lista d'attesa anche per anni. E sì, per la maggiore si trattava di ragazze e sempre delle stesse. Di quelle, Raiden ne aveva contate un paio al massimo che fossero genuinamente interessata ad approfondire la materia; le altre, invece, si presentavano nel suo ufficio o con domande stupide oppure fingendo di non aver capito la lezione. Inutile dire che questa seconda tipologia, Raiden l'aveva inquadrata benissimo. Lo seccavano, non tanto perché era evidente che si fossero prese una cotta per lui in seguito a una commistione di fattori - in quello non c'era nulla di male -, ma perché agivano a riguardo facendogli perdere tempo e togliendo spazio a chi davvero era interessato ad approfondire la materia o a farsi chiarire alcuni passaggi. « È il fascino dell'autorità. Pensa a quando c'era pure quello della divisa. » commentò ironico, ridacchiando a quelle parole che pur portavano con sé delle verità a lui ben note. Raiden era sempre stato un bel ragazzo, e c'era stato un tempo in cui non sembrava rendersene conto. Tuttavia non era stata solo la sua percezione a cambiare quando era tornato a Mahoutokoro in veste militare: anche le ragazze guardavano a lui in maniera differente. Il processo psicologico era latente ma immediato: il potere in più che deteneva, o più in generale il suo trovarsi ad un gradino superiore, lo rendevano automaticamente più attraente. E Dio solo sapeva quanto il giovane Yagami ci avesse sguazzato. « E poi, mi sento un po' intimidita. Credo che non sarò mai una brava studentessa. Sta diventando.. sì è un po' frustrante. A volte penso che non riuscirò mai a conquistarlo. Più sono giovani, più sono severi. È assurdo! » Sospirò, stringendosi nelle spalle. « Deve farsi rispettare, provo a metterti nei suoi panni. » Anche lì, il tono era ironico, ma le sue parole erano comunque veritiere. Raiden sapeva di non poter adottare l'approccio rilassato di altri suoi colleghi, proprio perché la sua giovane età portava automaticamente a far pensare che fosse meno preparato o meno meritevole di quel rispetto che ai più anziani veniva concesso ad occhi chiusi. Lui se lo doveva guadagnare pezzo per pezzo, un po' perché era molto giovane e un po' anche perché era uno straniero. « Sai.. se solo riuscissi a parlarci, capirebbe che io sono davvero davvero interessata alla sua materia. E a lui. Mio dio.. credo di avere una cotta per il mio professore di Strategia! Dis-di-ce-vo-le. E quante cose disdicevoli vorrei farci! A te viene in mente qualche consiglio? » Lo sguardo rimase fermo negli occhi di Mia, serio e silenzioso. Avvicinò il viso a quello di lei, fermandosi a un soffio dal contatto tra le loro pelli - abbastanza vicino da fissare le iridi nelle sue e sentire il ritmo preciso del suo respiro, ma non abbastanza da toccarsi. Non sentiva l'urgenza di dirle alcunché, anzi, gli piaceva lasciare che quei silenzi tra loro si dilatassero. Inclinò leggermente il capo di lato, delineando con lo sguardo i tratti del viso di lei e indugiando un po' più a lungo sulle sue labbra prima di far di nuovo guizzare inaspettatamente lo sguardo ai suoi occhi. « Più che un consiglio, a me sorge una
    MHF5XGx
    curiosità. »
    disse in un filo di voce udibile solo da lei, ma abbastanza fermo da lasciare ben poco margine all'interpretazione. « Perché una come te, che fa quello che le pare, dovrebbe prendersi una cotta per uno così? Uno autoritario.. un palo nel culo? È un po' una contraddizione in termini, non trovi? » Sulle labbra di Raiden aleggiò un piccolo sorriso malizioso nel porgerle quella domanda senza mai abbandonare la presa sul suo sguardo. « Io però una mia teoria me la sono fatta. » Lasciò una breve pausa di silenzio tra quelle parole e le successive. « Secondo me le cose sono due: o tu vuoi fare davvero quello che ti pare, ma non sai cosa, oppure sotto sotto ti piace lasciare il controllo a qualcun altro. Ma non uno qualsiasi, non uno che si rivelerebbe allo sbando, o che invece del controllo potrebbe prendere il sopravvento. Neanche autoritario è la parola giusta. » Pausa. « Qualcuno di autorevole. » Sorrise con un'aria quasi pia in volto, inclinando il capo dall'altro lato. « Forse entrambe le ipotesi? » Rimase per un istante così, a fissarla in silenzio, prima di scrollare le spalle e ritrarsi lentamente in una posizione che potesse lasciare a ciascuno il proprio spazio vitale. « O forse è solo così figo da superare il tuo naturale sdegno per l'autorità. » Ridacchiò, come se fino a quel momento avessero conversato come due buoni amici che si scambiavano battute e impressioni su un professore qualsiasi. « In ogni caso dovresti parlarci chiaro se vuoi fargli capire il tuo interesse.. per la materia. » Nel precisare quelle ultime parole le gettò un'occhiata eloquente con la coda dell'occhio, alzandosi poi dalla sedia per raccogliere i rifiuti sul tavolo e gettarli nel grosso secchio della spazzatura che si trovava proprio all'uscita dal tendone. Prese le chiavi della macchina in mano, se le rigirò tra le dita, facendole cenno col capo di incamminarsi. « Andiamo, che il libro non si studia da solo. » [..] Il tragitto in macchina fu piuttosto tranquillo. Raiden mise su una delle emittenti radio del Gruppo Peverell, ascoltando in maniera distratta le notizie riguardanti la scarcerazione di Byron Cooper e James Potter mentre con Mia parlava del più e del meno. D'altronde era dall'inizio della giornata che ovunque si girasse non si sentiva parlare o scrivere d'altro: c'era ben poco che già non sapessero di quanto trapelato in quelle poche ore dall'accaduto. L'unica sosta fu quella obbligata alle porte della città, quando i cacciatori di guardia li fermarono per accertarsi della loro identità prima di lasciarli proseguire verso casa. Le strade di Inverness erano decisamente meno trafficate rispetto a quelle di Hogsmeade, dove tutta la vita notturna del campus in festa si concentrava, ma vi erano comunque alcune anime ancora in strada intente a festeggiare o piccoli gruppi di cacciatori in pattuglia per assicurarsi che tutto andasse per il verso giusto. « Tu prepara i libri. Io intanto do da mangiare allo zoo. » disse ridacchiando non appena varcarono la porta di casa, accolti dal miagolio dei gatti palesemente affamati. Diede subito loro da mangiare, preoccupandosi poi di fare lo stesso con Aiko prima di cambiarsi velocemente negli abiti da casa e scendere al piano inferiore, dove Mia aveva apparecchiato quella che era ormai diventata la sua postazione di studio. « Certo che sei proprio disordinata nel prendere appunti. » Commentò con tono divertito mentre scansava una sedia dal tavolo, portandola accanto a quella di lei e mettendovisi a sedere. Non che la critica non fosse in parte sentita: Raiden faceva parte della fiera cerchia di psicopatici che sottolineava con il righello. « Io comincerei col riordinare quelli. Intanto li trascrivi in bella copia - il che ti facilita la rilettura in un secondo momento - e in più ha il beneficio che nel riscriverli starai pure ripassando la lezione. » E detto ciò la lasciò fare, prendendo uno dei propri tomi e aprendoselo sotto il naso per ingannare il tempo mentre Mia faceva il suo studio. Davvero? Sì, davvero. Rimasero in questo stato per un po', almeno fin quando Raiden non ritenne che Mia non si aspettasse più molto da quella situazione. Solo allora chiuse il libro, facendolo scivolare lontano da sé sul tavolo e alzandosi in piedi per posizionarsi alle spalle della ragazza. Per qualche istante non disse nulla, osservando il modo in cui trascriveva gli appunti. Poi si chinò in avanti, poggiando una mano sul tavolo accanto ai fogli di lei e l'altra sullo schienale della sua sedia. Emise un piccolo mugolio di apprezzamento, annuendo tra sé e sé mentre spostava una mano a infilarsi tra i suoi capelli, poggiandosi tra l'attaccatura della nuca e il collo e carezzandole delicatamente la pelle. « Bravissima. » Sospirò, stringendole un po' più i capelli e tirandoli delicatamente per far sì che lo sguardo di lei si sollevasse a incontrare quello di lui che le sorrideva bonario. « Hai proprio bisogno di sentirtelo dire. » Fece una pausa, fissandola dalla propria posizione soprelevata con quello sguardo sereno mentre continuava ad accarezzarle gentilmente la nuca. Feels good, doesn't it?

     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    the devil inside;

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,486
    Reputation
    +1,228

    Status
    Anonymes!
    Mia Wallace non era mai stata un esserino domabile e nell'interfacciarsi con l'altro sesso, per quanto ingenua e un po' incerta, amava darsi le aree. Aveva questa consapevolezza, secondo cui se si convinceva di apparire come una ragazza abbastanza vissuta, lo sarebbe diventata per davvero. E funzionava. In molti casi aveva la meglio e guidava le situazioni esattamente nella direzione in cui voleva. Purtroppo, spesso e volentieri non trovava un grosso riscontro. I ragazzi della sua età avevano ben poca esperienza, e alla fine persino le situazioni più interessanti si concludevano in un nulla di fatto. Con Raiden non era stato diverso; durante la serata passata all'Hound Dog, la giovane Wallace si era data le arie, aveva fatto esattamente ciò che avrebbe fatto sempre, convinta che in fondo, anche Raiden avrebbe ceduto, dimostrandosi un po' come altre esperienze un buco nell'acqua. Una bella esperienza, piacevole, ma nulla di straordinario. Non era andata così. Con il giovane Yagami, Mia aveva scoperto un'affinità del tutto inedita, che andava al di là del piacere fisico e si consumava in un gioco alla pari in cui ciascuno metteva sul piatto un ugual misura. Che l'essere diretto e così aperto avesse toccato un nervo scoperto, era evidente. Forse perché, per quanto priva di inibizioni, Mia viveva sotto una bolla di vetro fatta di tabù e luoghi comuni, imposti dalla società bigotta in cui viveva che per quanto aperta e apparentemente libera, era intrisa di tanti pregiudizi nei confronti del piacere e le attività sessuali. Se qualcuno glielo avesse chiesto, probabilmente avrebbe risposto di essere un tipa vanilla, perché questo era ciò che si aspettava che uno dicesse. Vanilla sì, ma non noiosa, però cos'è il vanilla non noioso? E in ogni caso, che cos'è questo vanilla? Io non l'ho mai capito. Seppur parlarne le era davvero complesso, la verità è che sentirsi assegnata a una categoria, una qualunque, decidere di essere orientata in una sola direzione e un solo stile, un solo modo di fare, le sembrava così riduttivo e così poco producente, soprattutto quando, pur avendo fatto ancora poca esperienza, sapeva lì fuori ci fosse un mondo tutto da scoprire. È come trovarsi in una pasticceria. Una di quelle belle assortite. Sono in una pasticceria, potrei scegliere qualunque cosa, ma mi viene chiesto di mangiare per tutta la vita cupcakes alla vaniglia. Insomma, aveva voglia di sperimentare, provare nuove cose, imparare a conoscersi e in quel senso, per quanto disarmante e spesso sopra le righe, Raiden si era rivelato la miglior cosa che potesse accaderle. Alla chiara difficoltà di esprimersi di Mia, il giovane Yagami opponeva un'aperta sincerità. Era diretto, ma mai scontato e non si tirava indietro davanti a nulla. Le parole che si erano rivolti durante la notte del diploma - quel non esistono regole da seguire - erano sempre valse tra loro, e quel continuare a giocare, stuzzicarsi, sperimentare nuove cose, andare in una direzione piuttosto che un'altra, a Mia piaceva da morire. Attingevano dalla realtà, giocavano con le loro rispettive posizioni, con le loro età, con le loro passate esperienze. Riplasmavano la realtà, Mia e Raiden, tentando di capire dove si collocassero loro come coppia, in mezzo a quel terribile groviglio che era la vita. Le piaceva guardare a lui come un punto di riferimento; forse un modello lo era sempre stato, sin da quando avevano iniziato a conoscersi meglio. Mia aveva cercato il suo consiglio e le sue sagge parole più di una volta, persino quando erano amici. Seppur Raiden non fosse di molto più grande di loro, la differenza delle loro età si sentiva soprattutto dal modo in cui prendevano la vita, dal modo in cui decidevano ad approcciarsi alle cose semplici. Là dove Mia tentava di aggrapparsi alla sua adolescenza, Raiden ne allontanava le naturali incertezze con decisione. E Mia era certa che ci fossero; che per quanto responsabile e solido, anche Raiden aveva quelle naturali insicurezze. E così, andare in quella direzione era partita in maniera quasi goliardica. Nei giorni buoni, lei e Raiden rideva costantemente sui loro rispettivi ruoli al college. Posizioni quelle in cui forse nessuno dei due fungeva veramente. Per quanto giovane, Mia aveva comunque responsabilità differenti rispetto ai suoi compagni, e un'educazione che la metteva comunque in condizione di essere in ogni caso su un livello di immaturità differente rispetto a molti altri - un'immaturità che si consumava paradossalmente solo nel rapporto di coppia, generalmente senza gravi conseguenze. Forse dal fatto che fosse già grande sfuggiva; un po' perché era invidiosa dei suoi compagni che potevano ancora permettersi di non pensare a nulla e un po' perché non era pronta a staccarsi dall'età di innocenza. Che quel distacco fosse già avvenuto da un pezzo, tuttavia, forse anche molto prima che lei se ne accorgesse, era evidente. Dall'altro lato, altrettanto fuori luogo era Raiden; troppo giovane per poter insegnare a ragazzi con cui si passava pochi anni. Era metodico ed estremamente puntuale, ma era evidente che trovarsi a insegnare strategia piuttosto che farla sul campo era una cura palliativa. Al college, nei loro rispettivi ruoli, Mia e Raiden erano assolutamente fuori posto, e a tratti la giovane Serpeverde lo percepiva nettamente, come se in mezzo ai suoi compagni ci stesse bene solo a metà e come se le cose che studiava erano una perdita di tempo. Ma nonostante tutto, i due, sulle loro posizioni ci scherzavano, forse anche per esorcizzarne la completa inadeguatezza al loro stile di vita e alle loro aspirazioni. O forse semplicemente perché era molto divertente. E forse in fondo, una terza ragione c'era anche, qualcosa di più profondo, relegato a loro necessità più subconscie, che tuttavia non avevano ancora imparato ad accettare. Il silenzio che si andò a creare tra loro portò Mia a provare un senso di aspettativa. Istintivamente incastrò l'intero del labbro inferiore tra i denti e deglutì rimanendo in attesa, mentre la vicinanza dei loro volti alzava la tensione di momento in momento. « Più che un consiglio, a me sorge una curiosità. Perché una come te, che fa quello che le pare, dovrebbe prendersi una cotta per uno così? Uno autoritario.. un palo nel culo? È un po' una contraddizione in termini, non trovi? » Si mostrò un po' confusa, seppur morisse dalla curiosità di capire in quale direzione stesse andando quel suo discorso. « Io però una mia teoria me la sono fatta. Secondo me le cose sono due: o tu vuoi fare davvero quello che ti pare, ma non sai cosa, oppure sotto sotto ti piace lasciare il controllo a qualcun altro. Ma non uno qualsiasi, non uno che si rivelerebbe allo sbando, o che invece del controllo potrebbe prendere il sopravvento. Neanche autoritario è la parola giusta. Qualcuno di autorevole. Forse entrambe le ipotesi? » Non scostò lo sguardo da quello di lui, Mia. Piuttosto sembrava volergli continuare tra le righe di continuare, perché era evidentemente molto interessata a ciò che aveva da dire. E non si scompose neanche; erano ancora su un terreno che sapeva ben gestire: l'ipotesi, immaginare. La risposta però, la conosceva bene. A Raiden l'aveva esplicitata in diversi modi nel corso della loro conoscenza. Mia non amava cedere il controllo. Voleva fare esattamente ciò che si sentiva, senza alcun tipo di freno o imposizione, qualunque cosa ciò comportasse. Con il giapponese, tuttavia, cedere il passo era naturale, tanto quanto lo era prendere iniziativa. Senza volerlo, Mia a Raiden lasciava carta bianca, perché di lui si fidava, e perché parte del suo piacere derivava soprattutto dal lasciar prendere il suo ruolo naturale. Fuori dalla loro relazione più intima, di ciò se ne sarebbe in parte vergognata. Ma istintivamente a Mia, Raiden in quelle situazioni piaceva così: uomo di casa, convinto, un po' autoritario - o autorevole? - e in linea col suo essere più grande e avere più esperienza. In cambio, lei era dolce, premurosa, attenta, riconoscente e quasi servizievole. All'inizio di quella dinamica aveva avuto parecchia paura, convinta che prima o poi si sarebbe tradotta anche nella loro quotidianità. A partire dall'estate, anche quel pensiero e quelle paure avevano contribuito ad alimentare ulteriormente il clima di tensione e incertezze tra loro. Mia era certa che il motivo per cui Raiden si sentisse giustificato a tenerla fuori così, fosse relegato anche a quel, al fatto che in un rapporto tradizionale le cose dovevano andare in una certa maniera. Alla luce delle nuove consapevolezze che avevano appreso quella sera, non c'era nulla di male nel ritentare, tornare a cercare la loro dimensione. O le loro molteplici dimensioni. « O forse è solo così figo da superare il tuo naturale sdegno per l'autorità. » Ah davvero? Modestissimo. Sollevò infatti un sopracciglio osservandolo con un'espressione divertita prima di alzare gli occhi al cielo. « È molto figo, effettivamente.. però non saprei. Ci sono un sacco di tipi molto fighi. » Per Mia però non c'era competizione. Il ragazzo che aveva di fronte era il più figo di tutti. E così, anche alla luce delle nuove consapevolezze, si strinse leggermente nelle spalle con aria angelica, scuotendo appena la testa, come a volergli concedere una risposta che non gli doveva affatto. « Boh.. forse con la seconda potresti averci preso. Chissà.. » D'altronde proprio di ciò Mia gliene aveva parlato poche ore prima, ma chissà.. « Però quello di cui tu parli ha bisogno di tantissima fiducia. E io non sono proprio una sprovveduta. » Stirò un sorriso radioso alzando lo sguardo verso l'alto, per liberarsi almeno in parte di quella pattina di tensione che era chiaro provasse. « In ogni caso dovresti parlarci chiaro se vuoi fargli capire il tuo interesse.. per la materia. Andiamo, che il libro non si studia da solo. » Si si, il libro certo. [...] Fu un viaggio parecchio tranquillo. Né Mia, né Raiden fecero più parola rispetto a quanto avevano discusso durante la tardiva cena. Ascoltarono un po' di notizie, commentando di tanto in tanto quanto stavano sentendo e per un po', la giovane Yagami si lasciò semplicemente rapire dalla mancanza di foschia e dalla serenità della notte che si stendeva sui territori delle Highlands. C'era ancora qualcosa di sinistro nell'aria; non avrebbe saputo cosa o perché avesse quella sensazione, ma tutto sommato, decise di non pensarci più di tanto, ben intenzionata a tenere fede al patto che avevano fatto insieme sulle strade di Hogsmeade. Un po' di tempo per loro stessi; ne avevano bisogno, Mia e Raiden, e per quanto quella notte fosse stata anche troppo movimentata, non intendeva sottrarsi dal piano iniziale a meno che non fosse assolutamente necessario. È Haloween. Forse per noi del tutto tranquillo non sarà mai. La notte in cui i piani delle realtà si fondono, in cui la vera natura delle cose si rivela, in cui il nascosto e l'oscuro riemerge assieme alle verità che spesso uno non vuole neanche accettare. Giunti infine a casa, si liberò del giubbotto di pelle, appendendolo all'attaccapanni sbilenco accanto alla porta, per poi dedicare qualche carezza a Ringo e Mochi, ben più interessati al cibo che alle attenzioni. Non a caso, seguirono Raiden in cucina dandole ben poco peso, facendo le fusa piuttosto dietro al primo che si avvicinava di più nel raggio della credenza in cui tenevano i croccantini. « Tu prepara i libri. Io intanto do da mangiare allo zoo. » Rimase leggermente interdetta, sollevando appena le sopracciglia cascando dalle nuvole. Ma che vuol dire prepara i libri? Ma che davvero? Per un po' rimase lì imbambolata senza sapere esattamente cosa fare, ma alla fine tirò un lungo sospirò, alzò gli occhi al cielo e dopo aver sostituito al costume di Halloween un comodo paio di leggins e un maglione piuttosto largo, si trascinò in salotto, dove i suoi libri l'aspettavano al solito posto. Passò le dita tra le pagine del grosso manualone assegnato da Raiden, sfogliando assente gli appunti che aveva preso in quelle settimane. Nonostante tutto, ne aveva preso parecchi; il college non le dispiaceva. A differenza della scuola era un ambiente che le offriva un certo grado di libertà che paradossalmente non la guidava verso l'irresponsabilità. Si impegnava davvero, seppur non sapesse esattamente per cosa, e trovava le materie con cui aveva esordito davvero interessanti. Forse perché in fondo all'attualità Mia era sempre stata interessata; le piaceva l'idea di poter tradurre tutte quelle rivendicazioni che sentiva alle manifestazioni in termini più specifici, più universali. Qualcosa che avesse veramente senso di essere sentito. Però non stasera dai. Cioè, studiare è comunque una palla, dai. « Certo che sei proprio disordinata nel prendere appunti. » Ancora in piedi, con un'espressione piuttosto seccata, osservò Raiden e il suo libretto sedersi al tavolo con la più totale tranquillità. « Vai un sacco veloce quando spieghi. » Gli risponde a tono, un po' spazientita, prima di scoccare la lingua contro il palato. Ciò che tuttavia le stona è il grado di vicinanza delle loro due sedie. In altre circostanze quasi un'invasione di spazi. Decise quindi gettare lo sguardo nella direzione opposta, sospirare e sedersi con un tonfo sulla sedia. « Io comincerei col riordinare quelli. Intanto li trascrivi in bella copia - il che ti facilita la rilettura in un secondo momento - e in più ha il beneficio che nel riscriverli starai pure ripassando la lezione. » Posò un gomito sul tavolo, appoggiandovi la tempia contro, per poi girandosi nella sua direzione prendendo ad accarezzargli una coscia con leggerezza. Ma fu inutile, nonostante quel fare docile e gentile, imperniato da una leggera dose di malizia, Raiden non si scompose - non abbastanza quanto meno da sentirsi di togliere smettere di leggere il proprio tomo. Semmai, per quanto vicino, appariva distaccato, un po' come quando, ai tempi in cui studiavano per davvero insieme, per costringerla a studiare, provava a ignorare il chiaro interesse della giovane Wallace verso qualunque cosa che non fosse i suoi libri. Ai tempi avevano addirittura studiato un sistema a premi, che a volte era davvero controproducente. Raiden però, a vedere Mia fuori da scuola ci teneva, forse anche perché egoisticamente parlando voleva che vivessero insieme. Una prospettiva che Mia Tutto-e-SubitoYagami, ci aveva messo un po' di più per capire, prima di smettere con quei atteggiamenti malandrini. Le piaceva sfidare la sua pazienza, stuzzicarlo. E ci provò anche in quella circostanza, senza tuttavia ricevere alcuna reazione. Dopo un po' quindi, sospirò un po' frustrata, schiarendosi la voce. Perché non si fosse alzata da quel tavolo opponendosi a una serata di studio non le era certo. Forse perché in fondo, Mia, il sistema a premi se lo ricordava ancora. E forse un po' se lo aspettava anche, nonostante avesse un po' perso le speranze.
    25aecf75deed8b26306f66f6b468aff9115ae2c5
    « Va beh.. » Disse solo; e avrebbe voluto aggiungere un sei tu a perderci oppure come ti pare, ma la verità era che non voleva mostrargli così tanta frustrazione e mortificazione. E quindi cominciò sospirando di tanto in tanto, mentre stendeva in maniera più ordinata la prima lezione di quell'anno. Raiden aveva cominciato a spiegare subito, e Mia aveva capito sin dal principio, che quel palo in culo pretendeva veramente tanto. Le più diligenti della classe uscivano con pagine e pagine di appunti; Mia, dal canto suo, tralasciava nozioni che già conosceva per ovvie ragioni, concentrandosi piuttosto sulle cose più teoriche che non le erano mai state così tanto a cuore. Dopo un po' le aspettative calarono quasi completamente e la foga di scrivere e ricordare passaggi delle lezioni divenne un po' meno sgradevole. Solo ad un certo punto, quando il libro di lui venne chiuso con un tonfo, la mora alzò gli occhi dai propri fogli con un'espressione un po' sorpresa. Convinta ormai che non si trattasse di nulla di particolare, decisamente quindi semplicemente di continuare. Ormai ci sono. Tanto vale farlo per davvero. Quello stronzo dell'assistente mi farà comunque il culo, a maggior ragione quando mi chiamerà all'appello sapendo che sono la moglie del professore. Perché tra lui e Raiden non è certo di chi sia più corretto correttissimo. Ma qualcosa accadde, in un momento in cui Mia, di certo, non se lo aspettava proprio per niente. Le dita di lui entrarono nel suo campo visuale, per poi percepire l'altra mano solleticarle delicatamente la nuca. « Bravissima. » Non era certa di quale fosse il funzionamento di quelle cose. A volte c'erano dei campanelli. Come il suono della ricreazione, quei piccoli dettagli impercettibili arrivavano e mandavano tutto il resto all'aria. Mia si sentì un po' così, specie quando incontrò il suo sguardo. Aveva un'espressione angelica - non una finta, bensì sorpresa da quella lode che non si aspettava e che al contempo toccava una corda particolare. Mia voleva essere davvero bravissima, essere speciale, distinguersi. Ma al contempo voleva essere guidata; con Raiden aveva voglia di ammettere che aveva ancora tanto da imparare, perché lei lo vedeva davvero come una figura di riferimento, anche e soprattutto al di là di quelle circostanze. « Hai proprio bisogno di sentirtelo dire. » Feels good, doesn't it? Per qualche istante, Mia rimase in silenzio, gettando lo sguardo in quello di lui con un'intensità inaudita. Un'espressione cauta e attenta ma pur sempre candida, sorpresa, come se quella mossa non se la stesse aspettando. E non se l'aspettava non a quel punto, non in quella maniera. Immaginava che qualunque cosa giacesse nelle sue fantasie doveva svolgersi in un determinato luogo, con un determinato vestiario, intriso di quell'aria di poca aderenza rispetto alle loro vite e alle loro personali implicazioni. Invece, erano lì, nel loro salotto, vestiti di casa, in un ambiente talmente quotidiano da risultare quasi noioso. Eppure, era bastato davvero poco, pochissimo, perché l'aria cambiasse completamente e Mia rimanesse quasi sopraffatta dalle sensazioni che pochi gesti scatenarono in lei. Annuì. Lentamente, ma con convinzione, mentre annuiva, provando un senso di imbarazzo di fronte a quella ammissione a cui sentì di non potersi sottrarre. Pochi mesi prima, su quella situazione ci avevano scherzato e la questione si era conclusa in maniera tenera, con una Mia leggermente girata di culo all'idea di non aver tenuto fede al gioco. Adesso invece era naturale, non sembrava forzato. Forse non era un gioco. Perché lì, in quello spazio, non c'erano davvero il professor Yagami e la signorina Wallace. C'erano Raiden e Mia, qualunque cosa ciò significasse. Istintivamente scosse la testa sospirando, andando ulteriormente incontro alla sua mano, ricercando quelle bonarie carezze con insistenza, mentre accavallava le gambe, tornando con gli occhi sui propri appunti. Contemporaneamente, nel silenzio creatosi nuovamente nella stanza, le dita di Mia, posate fino a quel punto sul foglio, si spostarono appena sul tavolo quanto necessario per sfiorare la mano di lui con mignolo. Una mossa apparentemente timida, risoluta, come se qualcuno potesse veramente sorprenderli a fare qualcosa di proibito. Qualcosa di non concesso. « Io vorrei essere più brava.. però c'è una cosa che non ho capito. » Disse di scatto facendogli cenno di spostarsi di lato affinché il suo abbraccio avvolgesse maggiormente la figura di lei. Il tono soffice e controllato, mentre quel contatto col dorso della mano di lui si faceva più insistente, solleticando prima la base dell'indice e poi del medio. « La politica del containment » Disse di scatto sollevando nuovamente gli occhi nella sua direzione, osservandolo dalla nuova prospettiva. « Nel libro lo spiega in un paragrafetto piccolo piccolo. » Continua mentre gli indica il paragrafo di qualche riga in cui il concetto viene spiegato. In realtà, elude Mia, di aggiungere che più avanti c'è un intero capitolo che ne parla. « Praticamente si basa su due principi, giusto? » Chiede conferma con un tono un po' frustrato, come se fosse veramente quella mancanza di informazioni la fonte di quella latente disperazione. « Il primo è la pazienza.. » Istintivamente si sporge appena per incollare la tempia contro il ventre di lui, strofinando appena la guancia contro la sua felpa. « Il secondo è la fermezza. » Ammetteva solo ora che se solo non fossero stati in parte distanti, persino a lezione, Mia avrebbe preso quegli argomenti in maniera completamente differente. Ricorda di averci pensi pensato e ridacchiato tra se e se. Ai tempi tuttavia, non aveva contemplato nemmeno l'idea di scherzarci sopra. Figuriamoci prenderla pure un po' sul serio. In fondo però, era vero. Strategia era un corso estremamente utile in ogni circostanza della vita. Non era solo una questione di combattimenti o conflitti. Anche questa è strategia. E anche Mia aveva la sua. Seppur non sapesse dargli un nome. Sollevò quindi lo sguardo nella sua direzione senza staccarsi, ricercando piuttosto ulteriore approvazione. « Io però non ho capito come funziona. » Pausa, mentre accarezza ancora col mignolo le sue nocche, cercando di accaparrarsi tutte le attenzioni che in altre sedi non può avere e che invece deve dividere con tante altre persone. Con ragazze probabilmente più brave di lei, oppure forse solo più subdole. Mia, subdola non lo era affatto, e anche in quel gioco, il suo candore e un'insolita dedizione alla parte, emergevano fortemente. « Mi sapresti fare qualche esempio? Riuscirei a capirlo meglio. » Pausa, mentre strofina ancora la guancia contro il suo ventre facendosi ulteriormente vicina al suo corpo, premendo sulla parte inferiore del suo busto con più decisione. « Quando mi fai esempi io capisco sempre meglio. » Deglutisce, fissando il foglio ormai completamente disinteressata allo studio e qualunque cosa abbia a che fare col corso di strategia e con qualunque altro corso. « Però cose semplici. Tipo.. quando siamo andati in campagna dopo il diploma, quella era politica del containment? » In verità non ne era certa, e forse non l'aveva davvero capito quel concetto. Di scatto, sposta il viso leggermente più in basso, prendendo a voltarsi poi con tutti il busto nella sua direzione, posando il mento contro il suo bassoventre ricercando da quella posizione il suo sguardo. « C'era la pazienza, sicuro. » Asserì di scatto, prendendo a carezzare la sua coscia. « Ma la fermezza? È fatta così? » Domande che fa con sincero candore. Un miscuglio davvero borderline, in cui un latente senso di lussuria che non tenta di nascondere in alcun modo si mischia a una forma di innocenza quasi disarmante. Dire che sia del tutto calcolato è una palese menzogna. Sembra piuttosto che Mia si stia liberando dei suoi freni. E fa proprio ciò che le pare. Ciò che si sente di voler fare. E seppur le guance colorite segnalano quanto agitata sia all'idea di sprofondare in acque che non conosce, ha comunque voglia di farlo. « E così che le autorità tengono sotto controllo le cose? Con così poco? » Cerca risposte semplici a domande complesse Mia. Risposte che in realtà conosce, ma che vuole comunque sentirsi dire. « E se non funziona? » Il problema tra Mia e Raiden è sempre il se. Ed è proprio su quel sé che le sue pupille sembrano dilatarsi ulteriormente, in attesa, corrose dalla consapevolezza di non sapere. Corrose dal se.


     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    Raiden non aveva sempre avuto quel rapporto libero e sereno con l'intimità come lo aveva ora. Ai tempi della scuola aveva vissuto le proprie pulsioni sotto il costante peso della vergogna, convinto di doverle nascondere in ogni modo perché altrimenti avrebbe fatto ribrezzo. La società giapponese, in fin dei conti, tendeva a dare importanza abnorme alle apparenze: di fronte agli altri bisognava mostrarsi sempre puliti, retti, gentili e perfetti. In questo senso, mostrarsi pudici era un obbligo imprescindibile, specialmente per le ragazze, le quali erano socialmente obbligate a declinare almeno inizialmente le avances delle loro controparti maschili. Ma nell'età dell'adolescenza, in cui le insicurezze prendono la loro forma più scura e totalizzante, un rifiuto anche fasullo poteva costituire un'esperienza profondamente umiliante. Raiden di quell'umiliazione aveva paura, e dunque evitava a pie' pari di mettersi in simili situazioni, anche perché sotto sotto era convinto - nella sua infantile e stupida concezione - che un ragazzo non avesse davvero nulla di attraente. Certo, una fidanzatina l'aveva pure avuta, ma la loro relazione era stata così blanda e casta da essere poco più di un'amicizia. In questo senso, il tempo trascorso ad Iwo Jima l'aveva cambiato radicalmente: un ragazzo di quell'età costretto a vivere in un ambiente esclusivamente maschile sapeva bene cosa si provasse a non avere più neanche il sentore di una possibilità. In quella mancanza di stimoli, la sua immaginazione aveva galoppato più del normale, portandolo a rivivere ossessivamente i ricordi che aveva; e più li riviveva, più si rendeva conto di quanto sciocco fosse stato a non cogliere certe opportunità quando ne aveva avuto l'occasione. Si stava suggestionando? Forse. Forse il fatto di non avere nemmeno l'ombra di una donna intorno a sé lo stava portando a vedere anche ciò che non c'era in quei ricordi, ma il dubbio persisteva: se avesse agito diversamente, come sarebbero andate le cose? La prova del nove era arrivata con lo scattare del gene lycan e la conoscenza di Elaine, che tanto gli aveva tenuto compagnia in quell'isola infernale fin quando la loro amicizia non si era fatta più intima. Quell'esperienza, agli occhi di Raiden, assunse la forma di una conferma ai propri dubbi: se avesse avuto il coraggio di agire sui propri desideri, le cose sarebbero davvero andate diversamente. Con quella nuova consapevolezza, uscire nel mondo e rapportarvisi come un adulto comportò per il giovane Yagami un cambiamento radicale. Adesso aveva la libertà di muoversi liberamente e scoprire cosa il proprio paese avesse da offrire in quanto a stimoli sessuali - ed era tanto, davvero davvero tanto. Ce n'era per tutti gusti, ben al di là di quei semplici hentai che da ragazzo teneva nascosti sotto al materasso. C'erano club, locali notturni, sexy shop, centri massaggi e più comuni giri di prostituzione. Qualunque cosa potesse desiderare era a portata di mano e veniva anche incoraggiata dal contesto cameratesco in cui si trovava. Nel giro di poco tempo, Raiden aveva voluto provare tutto ciò che si potesse provare, liberandosi in maniera sicura da ogni freno. Gli piaceva sperimentare, gli piaceva scoprire nuove cose e capire quali corde di se stesso fossero più stuzzicanti, così come gli piaceva anche imparare a individuare quelle delle sue controparti femminili. C'era un'innata curiosità e un insolito rispetto nel modo in cui Raiden si rapportava a quel mondo; non come molti dei suoi colleghi, i quali si ubriacavano di quelle possibilità fino ad entrare nella distorta percezione che il mondo fosse fatto su misura per loro e tutto gli fosse concesso. Raiden, al contrario, aveva un approccio tutto suo: uno in cui l'atto non costituiva solo un singolo momento di soddisfazione, ma veniva proiettato verso una continua scoperta di sé e degli altri. Voleva capire cosa gli piacesse almeno tanto quanto voleva capire come dar piacere ad una donna. E quindi, per tagliare la testa al toro, spesso e volentieri Raiden lo chiedeva e basta. Non importava che una prostituta fosse pagata con lo scopo di soddisfare lui, lui le si poneva di fronte e le chiedeva senza troppi giri di parole come volesse essere toccata. Lo faceva con loro e lo faceva anche con quelle ragazze che invece andavano a letto con lui spontaneamente; o almeno lo fece per un primo periodo, fin quando non imparò a destreggiarsi da solo. Nel farlo, tuttavia, aveva comunque scoperto qualcosa di nuovo oltre le proprie aspettative: ovvero il potere di porre una simile domanda e di dar voce alla risposta.. o di sentirsela dare.
    « Io vorrei essere più brava.. però c'è una cosa che non ho capito. » Sorrise bonario, annuendo alle parole di Mia mentre si spostava più al suo fianco, avvolgendole le spalle col braccio senza tuttavia smettere di darle quelle gentili carezze. « La politica del containment. Nel libro lo spiega in un paragrafetto piccolo piccolo. » Non era esattamente così, ma per rimanere al gioco, Raiden annuì di nuovo, lasciandole modo di articolare i propri dubbi e guidarlo in qualunque fosse il percorso che aveva in mente. « Praticamente si basa su due principi, giusto? » « Mh-mh. E quali sono? » La incalzò, proprio come farebbe un professore che cerca di farti arrivare da te al punto della questione senza immettersi troppo nel discorso. La guardava con gentilezza, proprio come se Mia fosse una studentessa brillante che aveva solo bisogno di un po' di incoraggiamento e di sentirsi apprezzata per dare il meglio di sé. E in fin dei conti, la realtà non era molto distante da quel concetto, sebbene l'ambito scolastico c'entrasse in maniera molto marginale. Già dalla loro prima sessione di studio insieme, Raiden aveva capito quanto Mia avesse bisogno di quel pizzico di qualcuno che credesse in lei - qualcuno che vedesse le sue qualità e non gettasse la spugna bollandola automaticamente come una lavativa o, peggio ancora, come una stupida. Aveva bisogno di pazienza, e anche di una guida, ma soprattutto di qualcuno che la aiutasse a individuare dentro di sé quelle potenzialità che forse anche a lei in primis sfuggivano. Col tempo, quel pensiero che era nato in Raiden come una considerazione di tipo didattico aveva preso un raggio più ampio, espandendosi anche ad altre aree più profonde governate dai medesimi meccanismi psicologici. « Il primo è la pazienza.. Il secondo è la fermezza. » Annuì di nuovo, sorridendole serenamente mentre le lasciava altre carezze dolci tra i capelli. « Io però non ho capito come funziona. Mi sapresti fare qualche esempio? Riuscirei a capirlo meglio. » Aggrottò leggermente la fronte, rivolgendole uno sguardo incuriosito come se la stesse interrogando riguardo la domanda che gli aveva appena posto. « Ma come? Negli appunti non dovresti avere l'esempio della Guerra Fredda? » D'altronde, la politica del containment si poteva riassumere completamente in quella circostanza, con la dottrina di Kennan. Non che Kennan se la fosse inventata: tutte le strategie politiche ed economiche avevano le proprie radici in quelle militari, ma di certo per il containment l'esempio più fulgido era proprio quello standard. « Quando mi fai esempi io capisco sempre meglio. Però cose semplici. Tipo.. quando siamo andati in campagna dopo il diploma, quella era politica del containment? » A quelle parole, le labbra di Raiden si incurvarono ulteriormente, portandolo a sbuffare una risata divertita dalle narici. Puntò lo sguardo in quello di lei, inarcando un sopracciglio e fissandola da sotto le ciglia con una certa espressione tra l'ironico e l'interrogativo. « L'hai percepita come tale? Non so se sia proprio il miglior esempio di containment.. ma se vogliamo proprio fare uno sforzo di immaginazione.. » ridacchiò, inclinando il capo di lato con una sciabolata di sopracciglia, come a voler ammettere quell'esempio un po' strampalato come valido. Che Raiden potesse avere un approccio strategico anche in quelle circostanze - su questo non ci pioveva. Ma in fin dei conti, chi non lo aveva? Chi non tarava le proprie mosse in relazione all'obiettivo che voleva raggiungere? La differenza reale, in quei casi, stava tra la riuscita e la non riuscita. In parole semplici: non tutti riuscivano sempre ad ottenere quello che volevano. Raiden, in quella circostanza, aveva voluto guidare Mia in un percorso diverso dal loro solito - e sì, aveva impiegato una forma di strategia che contemplava l'equilibrio tra pazienza e fermezza. Ma il containment mi sembra un po' forte, non ti pare? Non diede tuttavia voce a quell'ulteriore considerazione ironica, lasciandole modo di guidare il gioco nella direzione che preferiva. « C'era la pazienza, sicuro. Ma la fermezza? È fatta così? » Inspirò profondamente, tenendo lo sguardo basso puntato sugli occhi di lei che si accoccolava al suo addome. « E così che le autorità tengono sotto controllo le cose? Con così poco? E se non funziona? » Rimase a fissarla in silenzio per qualche istante, carezzandole dolcemente la guancia mentre sulle sue labbra andava a delinearsi un sorriso dalle tinte pacate che nascondeva in sé una piega di malizia. « Sì. Con così poco. » Rispose, secco ma gentile. Esaustivo, a modo suo. « Te la ricordi L'Arte della Guerra? Ve l'ho data da leggere come compito per la prima settimana. » E non lo aveva fatto a caso. Si trattava di un testo cardine della strategia - specialmente quella militare - e i suoi precetti erano stati in seguito riutilizzati per ogni altro tipo di strategia. Quella lettura era imprescindibile per affrontare un corso del genere, e averla sempre bene a mente era il primo step per capire tutto il resto. « Secondo me te la ricordi. » Gettò quel commento tra le parole, casualmente, con un sorriso, sebbene casuale non lo fosse affatto. « Beh.. Sun Tzu lo dice bello chiaro: lo

    scopo, a dispetto di ciò che pensa la maggioranza, non è annientare il nemico, ma fargli perdere la volontà di combattere. E per arrivare a questo ci vuole pazienza e fermezza. Annientare, o comunque fare eccessivo uso della forza, spesso è solo controproducente. Mentre agire sul morale ha risultati migliori in termini di controllo. »
    Si strinse nelle spalle, come a sottolineare quanto lineare e a tratti triviale fosse un ragionamento del genere. « Un esempio è proprio ciò che stiamo vivendo tra Inverness e il Ministero, dove il secondo cerca di contenerci ponendosi con una forza uguale e contraria di fronte ad ogni nostro sforzo. Quindi è lecito chiedersi cosa faranno se non dovessimo perdere la volontà di combattere. Essendo in maggioranza numerica, è plausibile che passino all'offensiva. » Finito di esporre quel concetto, tornò nel silenzio, inclinando il capo di lato per guardarla bene in viso, sorridendole angelico. Con una mano, andò a scostarle alcune ciocche di capelli dal viso, ordinandogliele dolcemente dietro l'orecchio prima di scostarsi da lei e prendere posto sulla sedia che aveva occupato fino a poco prima. Si fece più vicino, allungandosi tuttavia sul tavolo per prendere dalla pila di libri quello che aveva citato: L'Arte della Guerra. « Vedi, questo che ti ho appena fatto è un esempio molto calzante di containment. Uno che per noi è anche piuttosto immediato. Ma tu ne hai portato un altro.. » inclinò il capo di lato, sollevando un sopracciglio « ..che io ritengo opinabile, ma che può fornire uno spunto di riflessione. » Le mise il libro davanti, alzando lo sguardo negli occhi di lei mentre picchiettava con l'indice sulla copertina. « Capitolo uno, versetti diciotto e diciannove. Leggi ad alta voce, per piacere. » Attese in silenzio che Mia aprisse il libro, cercasse i versi e leggesse, il tutto mentre la teneva d'occhio con lo sguardo fisso sul suo viso. E quando finì di leggere, ancora una volte non disse nulla. Lasciò qualche istante di silenzio utile a guardarla negli occhi come a volerle far capire ciò che intendeva prima ancora di dirlo a parole. « Se ogni nostra azione è subordinata ad una strategia e come tale viene letta, devo dare per assunto che in questo preciso momento, questa sia la tua? » Simulare inferiorità per stuzzicare la mia arroganza? « Istigarmi e rompere? » Si sporse in avanti verso di lei, chiudendole silenziosamente il libro sotto il naso e facendolo scivolare dall'altro capo del tavolo. La guardò per un po' negli occhi, sciogliendo poi quella tensione con un sorriso più cordiale e una carezza sul viso. « Vedi.. il pericolo che si affronta quando si entra troppo in questa materia - o quando la si applica per lavoro - è che giorno dopo giorno diventa sempre più naturale usarla in ogni circostanza. » Fece una pausa, sospirando. « Se la vorrai vedere ovunque, la troverai. E di rimando sarai portata ad usarla. Così, prima che tu te ne renda conto, vivrai la tua vita come una continua guerra, guardando sempre al prossimo con sospetto, sotto la luce dell'astuzia. » Le accarezzò nuovamente il viso, scuotendo leggermente il capo con un sorriso. « Ma non tutto può essere una gara di ingegno. » Con delicatezza avvolse un braccio intorno alla vita di Mia, passando l'altro sotto le sue ginocchia per sollevarla quanto bastava a spostarla sulle proprie gambe. A quel punto, assicurò meglio la presa intorno al suo busto, facendola scorrere più vicina al proprio mentre con l'altra mano si accingeva a carezzarle la linea della coscia con la punta delle dita. « Sun Tzu dice anche che bisogna sapere quando fermarsi. » disse a voce bassa, alzando lo sguardo in quello di lei con una sfumatura più dolce negli occhi. « Diplomazia e dialogo - anche quelli sono importanti. Specialmente il secondo. » Sospirò, spostando le dita dalla gamba di Mia a carezzarle la linea che andava dalla sua spalla fino alla sua mano, stringendola delicatamente per spostarla verso il proprio viso. Non disse nulla. La guardava, e con la mano di lei tracciava carezze sulla propria pelle di una delicatezza disarmante. Seguì la linea della propria mascella e chinò il capo quanto bastava per condurre le sue dita lungo il proprio collo, beandosi di ogni brivido piacevole che quel contatto così gentile gli lasciava sulla pelle. Poi disegnò la curva della propria spalla, e scese lungo il proprio petto, tracciando con lentezza ogni curvatura muscolare che portava al proprio addome e al confine tra l'orlo della felpa e quello dei pantaloni. Inspirò a fondo, senza nasconderle le sensazioni che quei tocchi gli provocavano. E a quel punto condusse la mano di lei sotto il tessuto pesante della propria felpa, facendola risalire sulla propria pelle nuda fin quasi a sbucare dal colletto. Sentiva il cuore che gli batteva a mille nel petto, e non aveva alcuna paura di farglielo sentire o di mostrarle per primo ciò che le aveva chiesto a più riprese. I like this. Pronunciò quelle parole a voce bassa, spezzata dal respiro fattosi leggermente più pesante. I like it when you touch me gently. I like it when you're sweet with me. It feels warm.. and tender.. Prese un altro profondo respiro, chiudendo gli occhi per godersi appieno le sensazioni che quei contatti gli davano. Si sporse in avanti, poggiando delicatamente le labbra sull'incavo del collo di Mia, succhiandovi senza tuttavia esercitare troppa pressione. Trascinò il naso e le proprie labbra su verso la sua mascella, lasciandovi piccoli baci fino a giungere al suo orecchio, sul cui lobo si chiusero con gentilezza. ..like when I'm inside of you. I like that sweetness - that soft and warm feeling when you allow me in. It's not just physical, or just a game. Un sospiro pesante si infranse dalle labbra di Raiden sulla pelle di lei, creando quell'ulteriore calore che tanto bramava. Più volte lui l'aveva guidata nel toccarlo, ma a quel punto voleva che lei se lo sentisse dire, forse anche per darle coraggio a fare altrettanto. Please.. tell me how you want to be touched. Questa volta la preghiera che le rivolse fu più diretta rispetto al solito, più incalzante, e allo stesso tempo più docile. Dopo quanto successo quella sera e dopo tutto ciò che si erano detti, Raiden voleva davvero dar seguito alle loro promesse ed entrare in contatto con lei nella maniera più onesta e profonda. Se fosse o meno una strategia vincente, questa non fu una domanda che si pose.



     
    .
  4.     +1    
     
    .
    Avatar

    the devil inside;

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,486
    Reputation
    +1,228

    Status
    Anonymes!

    « Te la ricordi L'Arte della Guerra? Ve l'ho data da leggere come compito per la prima settimana. Secondo me te la ricordi. » La mora annuì silenziosamente, chiudendo gli occhi. Le piaceva quel tono pacato, la pazienza che dimostrava, la morbidezza con cui affrontava persino un momento che a tratti la confondeva terribilmente. Da una parte c'era il desiderio, dall'altra l'ammirazione, l'affetto e anche una sorta di tensione che avrebbe potuto tradurre come timore riverenziale. Mia non aveva paura di Raiden, ma temeva l'essere colta di sorpresa e messa a nudo. Aveva paura di essere impreparata, eppure, quella paura creava una specie di attesa, come se in realtà non volesse altro se non trovare la chiave di volta per liberarsi. « È il trattato fondamentale di strategia militare dell'antica Cina. » Dell'Arte della Guerra parlavano spesso anche i cacciatori, ma nei suoi giorni di addestramento, Mia gli aveva dato peso solo in parte, come a tante altre cose. Riscoprirlo durante le lezioni di Strategia era stata una piacevole sorpresa, e a dirla tutta, leggerlo non era stato affatto male. Era datato sì, ma sembrava tutto fuorché invecchiato male. « Beh.. Sun Tzu lo dice bello chiaro: lo scopo, a dispetto di ciò che pensa la maggioranza, non è annientare il nemico, ma fargli perdere la volontà di combattere. E per arrivare a questo ci vuole pazienza e fermezza. Annientare, o comunque fare eccessivo uso della forza, spesso è solo controproducente. Mentre agire sul morale ha risultati migliori in termini di controllo. » Corrugò appena la fronte Mia, scuotendo la testa. Di convinzioni in merito non ne aveva mai avute, ma dire che il suo umore era stato logorato dalla pazienza che Raiden le aveva richiesto diversi mesi prima era sbagliato. « Un esempio è proprio ciò che stiamo vivendo tra Inverness e il Ministero, dove il secondo cerca di contenerci ponendosi con una forza uguale e contraria di fronte ad ogni nostro sforzo. Quindi è lecito chiedersi cosa faranno se non dovessimo perdere la volontà di combattere. Essendo in maggioranza numerica, è plausibile che passino all'offensiva. » Lo seguì automaticamente con lo sguardo mentre cambiava postazione avvicinandosi quanto necessario per raggiungere il libro fino a quel momento citato. Inutile dire che quelle considerazioni le stavano dando tanto da pensare. E avrebbe anche voluto fargli delle domande, ma per una volta, preferì riflettere prima di fare domande stupide. Una cosa è certa. Raiden continuava a distrarla, facendo schizzare la sua attenzione in mille direzioni differenti. Era difficile concentrarsi e lei ci riusciva solo relativamente. Una parte di lei voleva solo saltargli addosso, buttare i libri giù dalla scrivania e chiudere quella pagliacciata all'istante. Ma c'era qualcosa che glielo impediva. La curiosità. L'attesa. L'attenzione che poneva in quel momento. Tesa come un arco di violino, Mia si sentiva sempre stuzzicata oltremisura, come se sapesse già che qualcuno cosa arrivasse dopo ne sarebbe valsa la pena. « Vedi, questo che ti ho appena fatto è un esempio molto calzante di containment. Uno che per noi è anche piuttosto immediato. Ma tu ne hai portato un altro.. che io ritengo opinabile, ma che può fornire uno spunto di riflessione. Capitolo uno, versetti diciotto e diciannove. Leggi ad alta voce, per piacere. » Rimase in silenzio, Mia, per qualche istante, ben poco certa di quale fossero le intenzioni di Raiden o se quel discorso avesse ancora quel latente senso di tensione che tutto sommato continuava a provare. Per qualche istante si perse nei suoi occhi, distraendosi dalla richiesta che le era stata fatta e solo dopo un po' scosse la testa come risvegliata da un sogno lucido ricomponendosi di colpo. « Uhm.. certo. Versetti diciotto.. e diciannove. Eccoli.. » Raddrizzò le spalle e si schiarì la voce, come se si trovasse veramente in classe e le fosse stato assegnato un compito importantissimo. « Allora.. Se il nemico è forte in ogni settore, è necessario essere pronti a tenergli testa; ma se è superiore in forze, è meglio evitarlo. » Per un attimo corrugò la fronte, non essendo del tutto certa in quale direzione stesse andando tutta quella situazione. Sta a vedere che gira e rigira, faccio pure la figura della pervertita. Che imbarazzo! Mio dio, ma se ne è accorto? Adesso si mette a ridere.. sta a vedere che finisce come l'altra volta. Sospira per poi passare all'altro versetto. « Se il comandante nemico è di temperamento collerico, cerca di irritarlo: fingendoti debole, aumenterai la sua arroganza. » No. Continuo a non capire. Ed effettivamente si mostrò apertamente confusa nel volgere lo sguardo nuovamente nella direzione del moro. « Se ogni nostra azione è subordinata ad una strategia e come tale viene letta, devo dare per assunto che in questo preciso momento, questa sia la tua? » Quella domanda la portò a irrigidirsi, ritirandosi appena, con un'espressione leggermente contrariata. Era infastidita. Non sufficientemente da protestare, ma abbastanza da mostrare comunque il suo disappunto. « No! Certo che no! Io non.. non sto usando nessuna strategia. » Ma come ti viene in mente, dai! In parte la cosa lsarebbe anche divertente se solo il momento non fosse di per sé scandito da un'intensità latente. Non a caso, le sue guance avvampano, mentre abbassa la testa pensando e ripensando alla sua domanda, iniziando a mettere in discussione le parole di lui. Sto usando una strategia? No, io non la sento così. Non sto giocando d'astuzia. Io non sto proprio giocando. Cioè si.. però.. Viene risucchiata in un vortice di pensieri che la porta a dubitare sempre di più di se stessa. È solo il pacato gesto di allontanare il libro a frenarla dal continuare a girovagare senza meta tra parole e concetti che in parte è evidente non siano veramente applicabili a quella situazione. L'amore tra Raiden e Mia non è mai stato una guerra. Semmai un deporre le armi dopo battaglie ben più grandi consumatesi al di fuori della loro sfera comune. Torna a guardarlo negli occhi, e questa volta si passa le dita tra i capelli sospirando. « Vedi.. il pericolo che si affronta quando si entra troppo in questa materia - o quando la si applica per lavoro - è che giorno dopo giorno diventa sempre più naturale usarla in ogni circostanza. Se la vorrai vedere ovunque, la troverai. E di rimando sarai portata ad usarla. Così, prima che tu te ne renda conto, vivrai la tua vita come una continua guerra, guardando sempre al prossimo con sospetto, sotto la luce dell'astuzia. Ma non tutto può essere una gara di ingegno. » Man mano che il suo discorso proseguiva, Mia iniziò a capire, finché giunta in fondo annuì stirando un leggero sorriso, sollevata dal comprendere che in fondo, quello di Raiden era davvero solo un esempio. Prendere posto sulle sue gambe non le dispiacque quindi per niente. Gli circondò le spalle con una mano, posando per qualche istante la fronte contro la sua tempia, stampandogli un leggero bacio sulla guancia. « Sun Tzu dice anche che bisogna sapere quando fermarsi. Diplomazia e dialogo - anche quelli sono importanti. Specialmente il secondo. » E non dovette attendere a lungo prima che Raiden le permettesse di capire cosa intendeva dire. Si lasciò guidare rivolgendogli dolci sorrisi timidi, scostando di tanto in tanto lo sguardo dal viso di lui per seguire la traiettoria delle loro mani. Riusciva a percepire ognuno di quei brividi, la sensazione di calore che le dita di lei gli provocavano specialmente quando presero a tastare la pelle sotto la felpa. I like this. I like it when you're sweet with me. It feels warm.. and tender.. Deglutì mordendosi il labbro inferiore. Il contatto delle labbra di lui con la propria pelle bruciava. Mia non pensava fosse possibile desiderare qualcuno così tanto, eppure eccola lì, scattante, bramosa anche della più piccola attenzione, come se la sua sola esistenza fosse la dimostrazione di essere a sua volta desiderata. Il miscuglio di sensazioni proprie e di Raiden divennero presto un turbinio unico. Il solito. Eppure sempre diverso. ..like when I'm inside of you. I like that sweetness - that soft and warm feeling when you allow me in. It's not just physical, or just a game. Please.. tell me how you want to be touched.
    Sgranò gli occhi, di colpo. In circostanze diverse avrebbe preso quella richiesta come un gioco. Poteva esserlo. Ma non lo era e Mia lo avrebbe capito anche senza ricercare il suo sguardo con un'espressione leggermente allarmata. Provò un senso di paura e di imbarazzo, ma nonostante ciò non se la sentì comunque di discostarsi. Forse tra loro una guerra non c'era mai stata, ma di certo, quella che si combatté per un po' nell'animo di Mia fu uno scontro all'ultimo sangue. Pur colta da quei piacevoli brividi, stuzzicata dal soffice tono di lui, dall'infinita delicatezza con cui le chiedeva di aprirsi, sentì comunque il desiderio di nascondersi, di scappare. Istintivamente gli occhi caleidoscopici si fissarono in quelli di lui, cercando di leggervi l'urgenza di quella richiesta, quasi come se, volesse convincersi che non fosse così importante per lui, che non avesse davvero bisogno di esplicitarlo. Avrebbe voluto dirgli che già lo sapeva, che sapeva esattamente come prenderla, come baciarla, come toccarla. Era evidente, tuttavia, che il senso fosse diverso. Che al di là dei singoli tocchi, Raiden le aveva raccontato più di una mappa specifica delle sue zone erogene e probabilmente si aspettava la stessa cosa. Non pensava di dovere nulla a nessuno in merito, ma con Raiden era diverso. « È che io voglio ma.. » ..ma non so come. Un filo di voce il suo che la esasperò ulteriormente. Frustrata e un po' abbattuta sospirò. Poi deglutì e chiuse gli occhi, colta da un'improvviso senso di immobilismo e difficoltà contro il quale era evidente stesse combattendo con tutta se stessa. Si massaggiava il collo e la guancia, cercando in tutti i modi di non arrossire fino a esplodere. Staccò le dita dal petto di lui sentendo il bisogno di massaggiarsi il collo anche nella parte opposta, ma sostituì comunque quelle carezze con altre sulla sua nuca, accarezzandogli dolcemente i capelli, quasi come se, quel ritmo lento riuscisse a dare sollievo anche a lei, oltre che a lui. I.. uhm.. - I don't know if before.. we.. Si. Era questo il suo grado di difficoltà. Frasi sconnesse e un nodo alla gola, come se parlare di ciò che le piaceva fosse una qualche forma di colpa. Mia non si era mai tirata indietro davanti a nulla in intimità, né lo avrebbe fatto, specialmente con Raiden, di cui si fidava ciecamente. Tuttavia, parlarne, sembrava una specie di tortura. I like.. uhm.. wha-what you did before. I don't even know if we were.. uhm.. yeah.. playing. Maybe we weren't.. maybe we were just studying. I wasn't.. playing. I mean, I was.. but.. I wasn't. Avvampò di colpo, Mia. Era evidente che ammettere di aver pensato male della situazione precedente la metteva in imbarazzo, specie all'idea che Raiden potesse veramente voler solo studiare. I'm not some kind of perv.. I just.. I do like when you're in control. When you touch me lightly, when you make me.. wait. I like it when I wonder if and when you’ll touch me. Are you gonna kiss me? Take me just like that? Will you ask me.. stuff.. Di colpo si sfrega il palmo della mano contro la gamba, sentendo un leggero senso di sudorazione, mentre sospira, tentando di scrollarsi di dosso la tensione che prova. Ma non è facile, e sente quel senso di completo abbandono, come se volesse scappare da un momento all'altro. Le gambe molli, un leggero tremore nelle gambe. I like you being in control.. not because I want you to treat me like shit.. uhm.. yeah.. that's not.. not my cup of tea. Annuisce Mia, e tenta inutilmente di tagliare corto senza girare troppo intorno alle cose, eppure, più ci provava più si agitava e più sentiva il bisogno di dire altro, pur non sapendo se stesse dicendo effettivamente qualcosa di utile. I like.. I like when you're sweet but firm. When you tell me I'm good, when you praise me. It makes me feel like.. like I'm doing something right. Le ultime parole fuoriescono velocemente, come se attendere ulteriormente potesse frenarla dal dirle con altrettanta convinzione. You make me feel like I can do anything. When we’re like this I don’t feel trapped.. Deglutisce e raddrizza le spalle mentre riapre gli occhi, seppur non trovi il coraggio di guardarlo negli occhi. ..I feel free. Pausa. I feel like you want to take care of me as much as I want to take care of you.
    Un po' alla volta prende le distanze rialzandosi in piedi, non prima di avergli stampato un bacio sulla fronte. Sente il bisogno di riacquistare un po' l'equilibrio e anche lasciare che quelle frasi assumano meno pesantezza nel suo cuore. Si guarda attorno un po' spaesata, quasi come se quelle ammissioni l'avessero fatta un po' perdere e un po' ritrovarsi, e infine si dirige a passo lento verso il caminetto che accende con un tocco di bacchetta. Guarda quel fuocherello per diverso tempo come stregata, pensando e ripensando a quanto gli ha detto. Non si sente stupida. Ma non è comunque certa di essersi spiegata. E non sa nemmeno se ha un senso. Non so nemmeno se è ciò che mi chiedevi. Magari volevi davvero sapere se mi piace quando mi tocchi il culo e invece io ti ho riempito di tutte queste pippe mentali inutili. « Comunque.. » Disse di colpo sospirando dopo diverso tempo prendendosi il cuore in mano, come se stesse per fare una confessione degna del peggior malvivente. « Mi piace quando tu mi insegni cose. » Tu. Non il professor Yagami. Immagino che in quel gioco, dopo il diploma io intendevo questo. Forse era questo ciò che volevo. Forse io non voglio affatto giocare. Abbassa lo sguardo mentre un leggero sorriso si scaglia sul viso ancora rosso. « Non è mansplaining se te lo chiedo gentilmente, giusto? » No. Non lo era, né Mia si sentiva inferiore a Raiden nel chiedergli di aiutarla a capire cose che non era certa di comprendere ancora. Però io forse ti sto investendo di una responsabilità troppo grossa. Forse non è ciò che vuoi. Forse ti sto forzando a fare qualcosa che non hai voglia di fare. « È che magari non sembra ma io mi sento ogni volta più.. forte.. sicura. Sento di poter fare di più. Di dare di più.. là fuori e.. con te.. E.. io vorrei darti davvero tutto Raiden. » Si stringe nelle spalle e sospira, provando ancora una volta un senso di imbarazzo. Sono parole decisamente diverse rispetto al perenne ostentare di Mia. La ragazza sicura di sé, che non teme nulla e che ha già la risposta pronta a tutto. « Io.. a volte.. in questi mesi mi sono chiesta cosa stessi facendo. Sento di fare ancora cose da ragazzina.. di stare in mezzo a ragazzini. Però.. » Si morde il labbro inferiore mentre giocherella distrattamente con l'orlo del suo maglione. « ..non mi sento più così. Una ragazzina. Continuo a convincermi che provo interesse per certe.. circostanze.. ma io.. vorrei uscire là fuori e non esserlo più. Cioè ok fare cose divertenti - anche noi ci divertiamo. Però.. hai presente tipo altre ragazze un po' più grandi di Inverness? Sono un botto toste e la gente le rispetta.. credo. Ecco io vorrei poter uscire da qui dentro ed essere presa sul serio come loro. Ma la gente non mi vede così.. non sono certa che mi vedano così nemmeno dentro Inverness. » E io non so proprio come farmi prendere sul serio. Tu sei una delle poche persone che mi prende sul serio.. per davvero. Non vuoi che io sia una bambina. Non cerchi di tenermi nel mio guscio confortevole. E probabilmente in quello sconforto, nell'imbarazzo che provava ogni qual volta Raiden la spingesse a dare voce a desideri che non sapeva ancora come esplicitare, Mia vedeva una specie di scappatoia dall'età dell'innocenza. Era sempre uscita con amici più grandi, cercava già prima un ragazzo più grande e l'idea di essere grande sembrava per lei più di una semplice ossessione adolescenziale. Sollevò lo sguardo a ricercare il suo dopo diverso tempo, rimanendo a osservarlo per un po', senza dire nulla, perdendosi per un po' in quel contatto che riassumeva lo smisurato affetto che provava nei confronti del moro. Solo dopo un po' avanzò un passo nella sua direzione e poi un'altro ancora, finché non si ritrovò di fronte a lui in una prospettiva molto simile a quella assunta da lui in precedenza.
    La situazione era, tuttavia, completamente diversa. Negli atteggiamenti di Mia non c'era neanche un briciolo dell'autocontrollo dimostrato da Raiden. Semmai non appena fu a portata di mano, i suoi polpastrelli raggiunsero il suo viso solleticandolo con tocchi estremamente leggeri, mentre gli lasciava una scia di baci tra i capelli. Di colpo si siede a cavalcioni sulla sua gamba e posa il mento sulla sua spalla, avvolgendolo in un abbraccio saldo, mentre ispira il suo profumo e lascia una scia di baci sul suo collo. Lenti, dolci. But I don't know if you really like it. If.. it's ok. Maybe it really is a bit.. off? Fucked up? Di colpo si stringe nelle spalle e solleva lo sguardo a ricercare il suo. Porta la mano di lui all'altezza della propria nuca, nello stesso punto in cui l'aveva accarezzata precedentemente, sentendo nuovamente quel leggero brivido piacevole che si propaga lungo tutte le sue terminazione nervose. Soffice, eppure così potente. E stringe appena la presa sulla coscia di lui con le proprie cosce, mentre si fa più vicina. I like when you surprise me. Baby.. you could touch.. anything.. and I’d still be ready. Like when we went to that shop. Baci su baci, mentre il soffio di lei si fa sempre più pesante. I couldn’t convince myself to choose anything and then I said, fuck it, I want to try this stupid thing. Ridacchia appena muovendosi leggermente lungo la sua coscia prima di stringersi a lui con più insistenza, lasciando scorrere le mani nuovamente sotto la sua felpa. Piano, con gentilezza. And then we tried it.. Un sospiro più pesante fuoriesce dal suo petto. Sale con le labbra fino a raggiungere il suo orecchio, solleticandogli il lobo con la punta della lingua. That night I felt like a woman.. not just a little girl who was trying to fuck a college guy. A New Orleans, Mia era stata ugualmente timida, decisamente ingessata, ma nonostante ciò si era sentita grande e avevano affrontato discorsi da grandi. E poi si erano sposati. « Secondo te.. è sbagliato? ..volere questo? Sincero. »



     
    .
  5.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    « È che io voglio ma.. » Tuffò lo sguardo in quello di lei, cercando una continuazione a quelle parole. Raiden sapeva bene quanto Mia potesse essere timida nell'esprimere a parole la propria intimità. Da un certo punto di vista, questo lato di lei lo inteneriva tantissimo, portandolo a cercare sempre il modo per avvicinarsi piuttosto che fare l'inverso e ritrarsi nel proprio. Dall'altro lato, tuttavia, poteva risultare difficile capire cosa lei volesse provare o dove invece giacesse il limite. Certo era che il legame lycan in questo aiutava molto, dando modo a Raiden di percepire le sensazioni di lei come fossero proprie, individuando i semafori verdi e quelli rossi. Tuttavia non poteva dire di sapere davvero cosa Mia desiderasse nel profondo: poteva essere qualcosa di più spinto di quanto si immaginasse, così come invece poteva non essere nulla nello specifico. Eppure lui voleva saperlo, perché più banalmente desiderava farla felice. Perché non dovrei? Sono tuo marito. Io e te condividiamo tutto. Non abbiamo alcun motivo di vergognarci di qualcosa che viviamo nella nostra intimità - io e te e basta. Non trovava assurdo che Mia avesse qualche blocco a riguardo - in fin dei conti era piuttosto normale, specialmente tra le ragazze - ma in parte non riusciva comunque a capire per quale ragione lei si vergognasse tanto di parlarne con lui. I.. uhm.. - I don't know if before.. we.. La difficoltà che Mia provava, però, la poteva percepire anche lui. Poteva sentire le sue guance avvampare come se quel calore fosse sulle proprie, e il nervosismo insinuarsi tra le ossa. Forse non poteva del tutto capirne i motivi, ma quel sentimento lo comprendeva bene - era lo stesso che provava lui nel parlare d'altro. Così non la forzò, accarezzandole i capelli con gentilezza e pazienza, dandole il tempo di articolare qualunque cosa si sarebbe sentita di condividere. I like.. uhm.. wha-what you did before. I don't even know if we were.. uhm.. yeah.. playing. Maybe we weren't.. maybe we were just studying. I wasn't.. playing. I mean, I was.. but.. I wasn't. Annuì pazientemente, sorridendole con tranquillità senza interromperla. Per quanto sconnesso fosse quel discorso, un suo senso lo aveva, e Raiden poteva intravedere quantomeno a grandi linee quale potesse essere il punto a cui lei voleva arrivare. Forse Mia in primis non sapeva come descrivere ciò che provava, ma per lui aveva senso. I'm not some kind of perv.. I just.. I do like when you're in control. When you touch me lightly, when you make me.. wait. I like it when I wonder if and when you’ll touch me. Are you gonna kiss me? Take me just like that? Will you ask me.. stuff.. I like you being in control.. not because I want you to treat me like shit.. uhm.. yeah.. that's not.. not my cup of tea. Ridacchiò, annuendo a quell'ultima precisazione che a parer suo non c'era nemmeno bisogno di fare. Era evidente che Mia non fosse tipo da dinamiche di bdsm spinto, e anche che la cosa sarebbe risultata piuttosto ridicola e inadeguata all'interno del loro rapporto. Non che il giovane Yagami la ritenesse deplorevole o cosa - semplicemente, avendone provato alcune pratiche, aveva capito di non sentirle come proprie. Può essere divertente in certi casi, ma non è proprio una cosa da noi, no. E in fin dei conti il punto di quel discorso stava proprio lì: nel parlare onestamente di ciò che ciascuno trovasse piacevole, trovando un punto di contatto che avrebbe reso quei desideri non più singoli ma appartenenti alla loro coppia come un'entità unica. E a giudicare dalla piega che avevano preso le parole di Mia, la cosa non sembrava poi così difficile: i loro gusti erano piuttosto complementari. I like.. I like when you're sweet but firm. When you tell me I'm good, when you praise me. It makes me feel like.. like I'm doing something right. You make me feel like I can do anything. When we’re like this I don’t feel trapped.. I feel free. I feel like you want to take care of me as much as I want to take care of you. Sorrise, genuinamente contento di sentire quelle parole uscire dalle labbra di Mia. Le posò una carezza gentile sul viso, sporgendosi leggermente in avanti per stamparle un piccolo bacio tenero tra i capelli. There's nothing perverse about it, baby. Fece una pausa, strofinando il naso sull'incavo del suo collo prima di stamparvi un altro bacio e sollevare lo sguardo nel suo. « Sei molto dolce. » Disse quelle parole con tono caldo e tenero, carezzandole ancora il viso nel rivolgerle un sorriso che aveva in sé una nota di gratitudine. Thank you for sharing this with me. I know it wasn't easy. I'm very proud of you. Quando Mia si alzò in piedi, Raiden la lasciò fare, comprendendo la sua necessità di riacquisire un po' di equilibrio interiore dopo essersi forzata a mettere a parole ciò che le aveva chiesto. Dal canto suo, il giovane Yagami si schiarì la gola, cercando una posizione più comoda sulla sedia - posizione che a quel punto era piuttosto difficile trovare, data la situazione. « Comunque.. Mi piace quando tu mi insegni cose. » « Tipo Sun Tzu? » rilanciò ironico, sollevando lo sguardo negli occhi di lei con un angolo delle labbra incurvato a sottolineare la natura di quell'uscita. « Non è mansplaining se te lo chiedo gentilmente, giusto? » Ci pensò un attimo su, alzando lo sguardo verso un angolo della propria visuale e spingendo il mento all'insù come se stesse davvero ponderando un dilemma esistenziale posto dalla Sfinge. Poi inarcò un sopracciglio e le scoccò uno sguardo tra l'ironico e il malizioso. « Tecnicamente le cose te le insegno, non te le spiego. C'è una differenza - sottile, ma c'è. » Sarebbe pure un po' strano se te le spiegassi, non trovi? Ridacchiò al solo pensiero, immaginandosi Mia seduta a gambe incrociate sul letto con tanto di penna e quaderno per prendere appunti mentre si sporgeva con un paio di occhiali per leggere ciò che un Raiden in mutande stava spiegando di fronte a una lavagna. In quello scenario, la lavagna ovviamente si trovava nella loro camera da letto e lui vi aveva disegnato con dovizia di particolari un pene con una freccia accanto puntata verso una vagina. « È che magari non sembra ma io mi sento ogni volta più.. forte.. sicura. Sento di poter fare di più. Di dare di più.. là fuori e.. con te.. E.. io vorrei darti davvero tutto Raiden. » Nel sentirle dire ciò, lo sguardo del ragazzo si fece più serio e più dolce al contempo. « Io.. a volte.. in questi mesi mi sono chiesta cosa stessi facendo. Sento di fare ancora cose da ragazzina.. di stare in mezzo a ragazzini. Però.. non mi sento più così. Una ragazzina. Continuo a convincermi che provo interesse per certe.. circostanze.. ma io.. vorrei uscire là fuori e non esserlo più. Cioè ok fare cose divertenti - anche noi ci divertiamo. Però.. hai presente tipo altre ragazze un po' più grandi di Inverness? Sono un botto toste e la gente le rispetta.. credo. Ecco io vorrei poter uscire da qui dentro ed essere presa sul serio come loro. Ma la gente non mi vede così.. non sono certa che mi vedano così nemmeno dentro Inverness. » La guardò negli occhi con attenzione per tutta la durata di quel discorso, senza mai accennare ad interromperla. Ne avevano parlato in diverse occasione, di quel medesimo argomento, e sapeva benissimo quanto sensibile potesse essere per Mia. Già da quella sera all'Hound Dog lei gliene aveva dato dimostrazione, seppure in maniera diversa e con scopi totalmente divergenti. Era chiaro che l'americana si sentisse in qualche modo a disagio tra i propri coetanei, divisa tra il voler far parte di qualcosa anche se questo qualcosa non le piaceva poi così tanto, e il voler andare oltre, superando le stagnanti dinamiche adolescenziali. Non era semplice, non lo era per nessuno, e quello che lei provava era forse il più naturale dei sentimenti: desiderare di essere diversi, ma allo stesso tempo anche di essere uguali a tutti gli altri. Gli esseri umani hanno bisogno di sentirsi inclusi in un ecosistema sociale, di appartenere ad una categoria che possa dargli un senso di identità e compiutezza, ma al contempo hanno anche bisogno di affermare proprio quel senso di identità in maniera autonoma - distinguendosi. « La gente è troppo impegnata a colmare il divario che percepisce con gli altri per vedere qualcosa di diverso da ciò che tu gli fai vedere. » Per questo ti ho sempre detto che dovresti essere la prima a credere in te stessa e nelle tue capacità. Perché agli altri, gira che ti rigira, non frega niente di indagare cause e concause di ciò che ti succede. Non ti prendono sul serio a meno che tu non lo faccia per prima. E ti trattano nell'esatta maniera in cui tu gli permetti di trattarti. Raiden non era un saggio, non era nato con la scienza infusa o con una sensibilità maggiore rispetto al resto del genere umano. Semplicemente quelle cose le aveva provate sulla propria pelle. Facendo carriera molto velocemente, si era presto ritrovato all'interno di ambienti in cui i suoi pari avevano diversi anni in più di lui, e si era dovuto adattare. Aveva dovuto imparare ad essere adulto prima del tempo, ma soprattutto a farsi percepire come tale dagli altri. Tu però hai la fortuna di non essere obbligata a crescere e di non dover incontrare alcuna aspettativa. Tu queste cose vuoi farle, e l'unico passo che ti manca per arrivarci davvero è dare fiducia e credito a te stessa, facendole sul serio. In questo senso, il giovane Yagami l'aveva sempre incoraggiata, cercando di guidarla a scoprire quel lato di sé - non tanto perché lui le fosse superiore o altro, ma perché avendo già percorso quella strada riusciva a vedere dove Mia potesse arrivare. E vorrei che vedessi anche tu, la stessa persona che vedo io. Perché è una forza della natura. Fissò lo sguardo in quello di Mia, tentando di comunicarle ciò che sentiva senza appesantire il discorso o ripeterle ciò che più volte le aveva già indicato. Per un po' rimasero così, a fissarsi in silenzio prima che lei decidesse di avanzare qualche passo nella sua direzione. Quando Mia gli fu di fronte, Raiden alzò lo sguardo sul suo viso, senza mollare quel contatto visivo, lasciandosi toccare con quella delicatezza che aveva la capacità di riscaldargli immediatamente il petto. But I don't know if you really like it. If.. it's ok. Maybe it really is a bit.. off? Fucked up? Sospirò contro il respiro che si faceva pesante, carezzandole con gentilezza la nuca mentre il suo sguardo andava istintivamente a posarsi sulle labbra di lei. Scosse il capo, breve ma sicuro. It's not. I know it's not. La accolse più vicina a sé, passando una mano intorno al suo fianco per poggiarsi alla base della sua schiena, insinuandosi con le dita sotto l'orlo del maglione per carezzarle la pelle. I like when you surprise me. Baby.. you could touch.. anything.. and I’d still be ready. Like when we went to that shop. I couldn’t convince myself to choose anything and then I said, fuck it, I want to try this stupid thing. And then we tried it.. Il respiro di Raiden cominciò a farsi più pesante tra quei bisbigli e il tiepido rumore di baci che rompeva flebile il silenzio insieme allo scoppiettare del fuoco nel caminetto. Chiuse gli occhi, beandosi di quella calda sensazione che quei contatti gli infondevano mentre la attirava sempre più vicina a sé. That night I felt like a woman.. not just a little girl who was trying to fuck a college guy. « Secondo te.. è sbagliato? ..volere questo? Sincero. » La mano che teneva poggiata sulla nuca di lei andò a migrare verso il suo viso, scostandole i capelli tra cui le sue dita andarono a intrecciarsi in una stretta ferma ma delicata. Le labbra del ragazzo cercarono istintivamente i baci di lei, posandone diversi prima di discostarvisi solo per poggiare la fronte contro la sua, aprendo gli occhi in maniera da guardarla quanto più vicino potesse. « No, non lo è. È tutto tranne che sbagliato. » In quelle parole, Raiden credeva fermamente. Non c'era nulla di male nel voler ricevere quelle attenzioni o nel volerne dare. Non c'era nulla di scabroso. E se pure i desideri di Mia fossero stati ancor meno convenzionali, comunque lui non ci avrebbe visto nulla di osceno. A quel punto le labbra del ragazzo andarono a ricercare nuovamente quelle di lei, in un bacio più profondo che tuttavia non aveva alcuna urgenza di imporsi o arrivare frettolosamente altrove. La baciò il più a lungo possibile, inspirando a fondo il suo odore e ascoltando i loro battiti cardiaci sincronizzarsi quanto i movimenti quasi istintivi dei loro bacini. Forse era la vicinanza tra i loro corpi, forse il fatto che il fuoco stesse riscaldando la stanza, forse l'eccitazione, o forse tutte e tre le cose; ma quando cominciò a sentire quel calore ribollirgli nelle vene, fu allora che avvolse il braccio attorno alla vita di lei, stringendola saldamente per alzarsi assieme dalla sedia. Una volta in piedi, sciolse un po' quella presa per darle modo di toccar terra con i piedi. You know why I like to make you wait sometimes? Why I act like that? Le chiese a bassa voce, nelle pause tra un
    bacio e un altro, mentre le sue dita cominciavano a insinuarsi sotto l'orlo del maglione di lei, portandolo sempre più su nel percorso fino a farglielo scivolare via dal capo e dalle braccia. Rimase fermo per un istante a guardarla, carezzando la pelle del suo busto scoperto come se fosse un'opera d'arte fatta solo per lui. Le sue mani salirono piano verso il seno di Mia, su cui si posarono gentilmente a racchiuderlo nel suo palmo. Una visuale, quella, che fece spuntare un piccolo sorriso sul volto di Raiden, come sempre succedeva. C'era qualcosa di incredibilmente bello e soddisfacente nel modo in cui il seno di Mia sembrava essere disegnato per entrare alla perfezione nei suoi palmi. La adorava, c'era ben poco da fare o nascondere a riguardo. Raiden amava il corpo di Mia tanto quanto amava la sua anima. Ogni volta che la guardava o la accarezzava, nei suoi occhi si dipingeva un colore di pura venerazione. You know? Sottolineò, facendo guizzare lo sguardo in quello di lei mentre le carezzava delicatamente coi polpastrelli dei pollici le punte del seno, sporgendosi in avanti quando bastava a posarle piccoli baci pazienti sulla pelle morbida. It's because I like it when you want me that bad. Pronunciò quelle parole in un soffio, facendosi più vicino per inglobare gentilmente con le labbra la punta del suo seno, carezzandolo piano con la lingua. I like to feel the way your body feels when you're waiting for my touch. Era qualcosa che non sarebbe mai stato in grado di descrivere a parole. Una tensione che passava per il corpo di lei, sensibilizzando ogni sua terminazione nervosa fino a tenderla come una corda di violino. In quell'attesa, in quel sospeso, Raiden poteva percepire con una precisione quasi sovrannaturale il modo in cui Mia avrebbe risposto al suo tocco - come una liberazione, come se le sue mani sul corpo di lei avessero il potere di sprigionare qualcosa di talmente bello e intenso da sovrastare tutto il resto. E lo stesso valeva per lui. Sospirò pesantemente contro la pelle di lei, baciando il suo seno in pura venerazione mentre le dita scendevano sempre più in basso, agganciandosi sotto l'orlo dei leggings e degli slip per portare quegli indumenti ad incontrare il pavimento. La aiutò lentamente a liberarsene, tornando poi in piedi e avvolgendole un braccio attorno alla vita per stringerla a sé mentre continuava a posare baci leggeri su ogni punto che poteva raggiungere da quella posizione. And then, when I do finally touch you.. - riprese a dire tra sospiri caldi contro l'incavo del suo collo, ricercando la presa sulle mani di lei per condurle sotto la propria, di felpa. La guidò a far scorrere le mani sul suo corpo esattamente come avevano fatte le sue su quello di lei, portandosi dietro l'indumento fino a disfarsene, per poi tornare a stamparle quei baci incandescenti sulla pelle. - ..feeling you so wet, so sweet.. like a kitten, purring to be petted... Sospirò a fondo contro il collo di lei, sentendo ogni terminazione nervosa accendersi mentre portava le mani di Mia a scendere sui propri fianchi, sotto il tessuto dei pantaloni e dei boxer. A differenza degli indumenti ben più stretti di lei, quelli di Raiden caddero in terra subito dopo aver superato la soglia dei glutei, permettendogli di scalciarli via con noncuranza. Inspirò nel farsi più vicino, percorrendo con lo sguardo e le mani il corpo di lei e attirandola a sé dolcemente. Altri baci gentili si posarono sul volto di lei, raggiungendo lentamente il suo orecchio. That's the best feeling in the world, baby. God, it makes me crazy: you're such a good girl! Al pronunciare di quelle parole, le labbra di Raiden si sporsero per rubare un bacio profondo all'americana, stringendola sempre più forte finché non poté far leva su quella presa per sollevarla da terra e agganciarsi le sue gambe intorno al busto. Ridacchiò leggermente mentre le rubava un altro bacio, più veloce, facendosi strada oltre il divano - da cui prese al volo un cuscino - e fin verso il caminetto. Una volta di fronte al fuoco, gettò il cuscino in terra, mettendosi pian piano a sedere sul pavimento finché non gli fu possibile sdraiarsi con la schiena sul tappeto e la nuca poggiata sul cuscino. Da quella posizione, guardando Mia sopra di sé col corpo illuminato dalla luce del fuoco, il giovane Yagami venne colto da una sensazione quasi dolorosa per quanto intensa. Fece scorrere una mano lungo il busto di Mia, carezzando lentamente ogni curva del suo corpo come se volesse imprimersela nella memoria. You're so beautiful, baby. So so beautiful. God only knows how much I love to praise you and make you cum. Le parole fuggirono roche dalle sue labbra quasi come un lamento. Mia era bella da star male, e lui l'aveva trovata bella fin dal primo giorno. Già nel momento in cui l'aveva vista, aveva sentito quel desiderio di toccarla, di scoprire la sua pelle e sentirne la morbidezza sotto le proprie mani. Non poteva sapere che sarebbe andata così, ma col senno del poi non avrebbe voluto nulla di differente. Non mi sarebbe bastato. A me non sarebbe mai bastato toccarti una volta, o solo qualche volta - occasionalmente. E il perché è molto semplice: mi è fisicamente impossibile starti lontano. Fece guizzare lo sguardo in quello di lei mentre silenziosamente faceva presa sull'incavo delle sue ginocchia per farla slittare sempre più in avanti fino al suo viso. E non aggiunse nulla, perché non c'era alcun bisogno di farlo. Non quando le mani di lui fecero presa salda sui glutei di Mia, e la sua lingua andò a tracciare con lentezza decisa la linea che dischiudeva la sua intimità fino a chiudersi con le labbra sul suo punto esterno più sensibile, succhiandolo e stuzzicandolo con la punta della lingua. Quando si distanziò, lo fece solo di poco per gettare lo sguardo in quello di lei, dandole qualche colpetto sulla natica. Be good, baby. Sit on my face and let me eat your pretty little pussy. Detto ciò, e aiutata Mia a sistemarsi meglio, le labbra di Raiden tornarono con più insistenza sull'intimità di lei, tracciando con precisione ogni punto della sua sensibilità. La stuzzicava e succhiava, lasciando che le vibrazioni di quei gemiti che gli risalivano dalla gola stimolassero le terminazioni nervose di lei. Le mani si agganciarono alle sue cosce, stringendo per mantenerla seduta sul proprio viso proprio come le aveva anticipato. E mentre pian piano il ritmo si assestava, la lingua di Raiden si fece spazio dentro di lei, roteando precisa su quei punti che sapeva le dessero più piacere. Nel fare ciò, la punta del suo naso si spingeva a stimolare il punto esterno più sensibile di lei, strofinandovisi piano mentre quel far presa sulle sue gambe diventava sempre più un lento condurla in quei movimenti lenti su di lui. Sicuramente un grande momento, quello in cui Raiden aveva scoperto che avere un naso un po' pronunciato potesse tornare decisamente utile.



     
    .
  6.     +1    
     
    .
    Avatar

    the devil inside;

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,486
    Reputation
    +1,228

    Status
    Anonymes!
    « No, non lo è. È tutto tranne che sbagliato. » Era sempre rassicurante, Raiden, ed estremamente paziente e Mia alle sue parole ci credeva fermamente, non a caso annuì convintamente ricercando il suo sguardo con insistenza, quasi come se volesse accertarsi che non ci fosse neanche un briciolo di dubbio negli occhi di lui. Temeva un giudizio errato, la possibilità che la persona amata potesse vederci qualcosa di strano nelle parole che gli aveva rivolto, ma di ciò, non c'era neanche traccia. La sua presenza le portava sollievo, una pace quasi ancestrale, di cui non sapeva farne a meno. La calmava, e la spingeva a concentrarsi e focalizzarsi sui suoi obiettivi, a sceglierli in mezzo al mare di idee confuse che albergavano nella sua mente. Il giovane Yagami non poteva immaginare neanche lontanamente di quanto le stava dando, di quanta felicità e gioia potesse aver portato nella sua vita. Una forma di tranquillità che Mia, in fondo, bramava. Nel groviglio caotico delle sue giornate, Raiden Yagami era la pace dopo la tempesta, un costante sollievo, una cura discreta ad ognuno dei mali che affliggevano il suo cuore tempestato da dubbi, incertezze e fantasmi destabilizzanti. Con te io dei fantasmi non ho paura. Io voglio affrontarli, voglio guardarli in faccia e sconfiggerli. « Si? Sicuro? » Domande sull'orlo di un sorriso che soffia sul viso di lui prima che le labbra dei due si uniscano in un bacio lungo, dalle tinte dolci; un bacio paziente che aumenta tuttavia l'impeto nell'animo di lei. Segue il ritmo imposto dal moro, seppur vorrebbe spingersi oltre. Vorrebbe molto di più. Tutto e subito, come l'impazienza spesso le impone. Stare al suo passo, seguirlo, non affrettarsi, le risulta difficile, ma riesce comunque a tenere fede a quella dolcezza, accarezzandogli i capelli con dolcezza, lasciando scorrere le dita lungo il suo collo, disegnando il profilo della sua mascella, e fermandosi solo di tanto in tanto per prendere fiato, respirando in ogni caso solo ed esclusivamente l'aria di lui. Ridacchiò appena nel momento in cui si sentì sollevare, ricercando comunque ancora le sue labbra, anche solo per stampargli un ultimo veloce bacio, perché Mia, di baciare Raiden non ne aveva mai a sufficienza. You know why I like to make you wait sometimes? Why I act like that? Sbatté le palpebre appena con un'espressione divertita, mentre lo osservava tutta tronfia. Era evidente quanto fosse felice all'idea che lui non avesse preso le sue parole sul ridere, ma anzi, dava loro il giusto peso all'interno di quel loro costante dialogo intrapreso durante la serata. Era bello parlare. Le piaceva. E non solo parlare del nulla. Era bello anche parlare di cose importanti, rendersi conto che qualcuno era pronto ad ascoltarle e valorizzale. Prima che lui le sfilasse il maglione, Mia ricercò il suo sguardo e si morse il labbro inferiore nel veder scorrere le sue mani sul proprio corpo. Ogni tocco bruciava, suscitandole piccole elettriche che accrescevano il suo desiderio. Lo osservava con un'espressione famelica, impaziente, come se non vedesse l'ora di fare altrettanto, come se quel lento girovagare sul corpo di lei, per quanto piacevole, fosse un impedimento al permetterle di liberarlo a sua volta dei suoi vestiti. Esercitò comunque la pazienza, Mia, posando la mano sopra a quella di lui che stringeva a coppa il suo seno. You know? Sgranò appena gli occhi, come se si fosse sentita tirare in causa in maniera più specifica. No - not really..so please, enlighten me. Il tono di lei, miele. Gli occhi, un fuoco più vivido di quello che illuminava i loro volti pallidi. Inarcò appena la schiena chiudendo gli occhi nel sentirsi stuzzicare, roteando appena la testa in un attacco di piacevole torpore, mischiato al solletico che la portò a ridacchiare. It's because I like it when you want me that bad. I like to feel the way your body feels when you're waiting for my touch. And then, when I do finally touch you ..feeling you so wet, so sweet.. like a kitten, purring to be petted... Nuda di fronte a lui, Mia non si sente più a disagio come le prime volte. Semmai segue i suoi movimenti nel aiutarlo a liberarsi dei vestiti, facendo un passo avanti, per lasciare una scia di baci più pesanti lungo la sua spalla, scorrendo i polpastrelli sul suo addome. Si ferma per un istante indietreggiando appena quando anche pantaloni e boxer scivolano via. Non ne avrà mai abbastanza di guardarlo. È bello Raiden; segue con lo sguardo le linee di inchiostro sul suo braccio, per poi osservare con infinita bramosia le ombre scolpite lungo la cassa toracica. Ancora fa fatica a pensare a tutti quei mesi in cui, sotto vestiti larghi e anonimi, non aveva la più pallida idea di cosa vi fosse sotto quei pezzi di stoffa. Certo, le spalle larghe, Raiden, non avrebbe potuto nasconderle neanche se si fosse impegnato, ma nonostante ciò, Mia non ha mai immaginato che fosse così. Ne è attratta, in un modo che non sa neanche spiegare, che va al di là della perfezione che scorge nella forme scolpite. Lo ammira, e si lascia ammirare, e non pensa ci sia un modo in cui potrebbe vedersi meglio e vederlo al contempo in maniera più perfetta. Non c'è vestito o travestimento che potrebbe superare la visione di ciò che ha sotto gli occhi.That's the best feeling in the world, baby. God, it makes me crazy: you're such a good girl! Il dolce suono di quelle parole le provoca un improvviso senso di calore all'altezza del basso ventre, e nel bacio che ne consegue, Mia ci mette tutta la foga, tutta la impazienza e lo smanioso desiderio che prova nei confronti di lui. I want you so bad, baby. I need you so much. Parole che gli sussurra all'orecchio con un tono lamentoso non appena arpiona le gambe al busto di lui, riempiendolo di baci dalla tempia e lungo tutto il viso, stringendo appena i suoi capelli tra le carezze che gli lascia, soffiando intensamente sul suo viso.
    Giunti di fronte al caminetto, lo osservò con un dolce sorriso stampato sul viso. Era così innamorata; le si leggeva palesemente addosso quanto fosse felice. C'era una punta di curiosità e ostentata calma nel osservarlo muoversi, mentre si metteva a sedere a terra, sul morbido tappeto di fronte al caminetto - una delle uniche possessioni che aveva insistito affinché comprassero, perché amava sedersi davanti al fuoco. Trovarsi vicino alle fiamme scoppiettanti le era sempre piaciuto d'inverno. Le dava una sensazione di pace e serenità; le ricordava casa, le feste, la meravigliosa aria che si respira solo con l'arrivo del Ringraziamento e poi del Natale - feste, quelle, che radunavano tutta la famiglia sotto lo stesso tetto. Il cammino le ricordava il senso della famiglia stretta in salotto, il calore di un nido accogliente. E ora erano lì, Mia e Raiden, forse pronti a goderselo per davvero per la prima volta. Scese lentamente sopra di lui prendendo posto sul suo bassoventre mordendosi il labbro inferiore, mentre ridacchiava colta da un senso di improvvisa ilarità. You're so beautiful, baby. So so beautiful. God only knows how much I love to praise you and make you cum. Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, Mia, arrossendo violentemente, mentre gli rivolgeva un sorriso più malizioso e uno sguardo colmo di significati, di silenziose promesse. Prese lentamente ad accarezzargli le cosce, con le braccia ritratte oltre il proprio busto. Love ya! Quell'esclamazione le uscì con un tono un po' buffo, quasi infantile, e un accento tipicamente del sud; qualcosa che raramente le capitava, e che la portò a ridacchiare un po' imbarazzata, prima di passarsi le dita tra i folti capelli che avevano una tonalità estremamente naturale. Sgranò appena gli occhi nel sentirsi spingere più avanti lungo il suo busto. Babe..what.. Non è che non fosse consapevole di cosa il ragazzo intendesse fare. Seppur in quanto a esperienza, Mia non fosse in grado di sfoderare un grande novero di performance, aveva una fervida immaginazione, una fantasia galoppante e tanti desideri nascosti in un cassetto sotto al letto. Cose che forse sapeva di voler provare, ma che non avrebbe saputo precisamente come esplicitare senza sotterrarsi dalla vergogna. Quella, era un'esperienza che si era chiesta molte volte come funzionasse; ricorda di averla commentata qualche volta con le sue amiche, buttandola sul ridere assieme a ragazze che tanto quanto lei immaginavano che certe cose avvenissero solo nei libri erotici - o nei porno particolarmente lungimiranti, ecco. Di entrambe categorie, Mia aveva sempre fruito anche troppo. Quando anche i cellulari non esistevano nel mondo magico, le riviste aiutavano comunque la fervida immaginazione dei più giovani. A New Orleans i ragazzi si incontavano spesso tra loro per condividere quelle cose nella maniera più stupida possibile, ridendoci sopra e senza avere la più pallida idea di quanto certe cose fossero invece importanti. Mia, poi, a forza di vivere con sin troppi maschi in casa, aveva perso la sua innocenza abbastanza in fretta e se anche avesse voluto essere la persona più puritana sulla faccia della terra, non ci sarebbe riuscita. Il problema erano proprio i ragazzi, il modo in cui ne parlavano. Si fa presto a pensare che ciò che in fondo vorresti provare, ciò di cui leggi in continuazione forse anche con un po' troppa curiosità, ha in sé qualcosa di sporco. Qualcosa di non lecito. Ci sono certi ruoli, ci sono certi modi. E soprattutto ci sono certe regole. Raiden dice che di regole non ce ne sono. Ma è davvero così? Davvero non ci sono regole? A giudicare dal suo diventare paonazza, Mia non era poi così propensa a fare ciò che le pareva come diceva. Non erano cose che non conoscesse, ma erano comunque questioni che pensava esistessero solo per stimolare la fantasia delle persone. Niente più. A dirla tutta, anche tante delle cose che pretendeva di provare e di imparare, non è che non le conoscesse davvero; piuttosto il punto è non le ho provate, e non aveva nemmeno il coraggio di proporle. Il suo più grande exploit in merito, era stata proprio la scelta di quello stupido giocattolo che avevano usato a New Orleans. E anche in quel caso, aveva dovuto comunque nascondere quel desiderio sotto strati e strati di battute e risatine varie. Schiuse appena le labbra nel sentirsi stuzzicare dalla calda punta della lingua di lui. Era sensibile e grondante di desiderio già da diverso tempo, desiderosa di essere toccata e di toccare a sua volta. Be good, baby. Sit on my face and let me eat your pretty little pussy. Rossa come un peperone, per un istante, si chiese se fosse sicuro, se quanto le stesse chiedendo non fosse un po' troppo. E avrebbe anche voluto chiedergli se doveva davvero, se solo i leggeri colpetti sulle proprie natiche non l'avessero fatta saltare istintivamente in avanti, provando una sensazione completamente nuova, più avvolgente, più totalizzante. Si sentiva completamente inglobata dalla bocca di lui, scossa dalle fondamenta, e infatti, non appena il suo punto più sensibile venne stuzzicato con più insistenza, non riuscì a trattenere un sonoro verso di piacere, a cui ne seguì un'altro, e un'altro ancora. Colta dalla foga, la giovane Yagami non può fare altro se non portarsi una mano petto, stuzzicando il proprio punto più sensibile, mentre intreccia le dita tra i suoi capelli cercando di mantenere salda la presa a terra per non fargli male. Quell'immagine la manda in visibilio, incontrare il suo sguardo è micidiale, e per quanto inizialmente incerta, le scariche elettriche che si diffondono in tutto il suo corpo le provocano una squisita forma di piacere di fronte alla quale non riesce a retrocedere. Raiden la sta facendo impazzire; ed è evidente dal modo in cui si abbandona a quell'ondata di sensazioni che va al di là della semplice soddisfazione fisica. Un lamento, e poi un altro, e un altro più sonoro. Baby.. ad ogni movimento più audace che preme sulle sue pareti nei punti più sensibili, i gemiti si fanno più evidenti. Non riesce a trattenersi mentre cerca un punto d'appoggio saldo, allungando il braccio verso il divano. Please.. keep going. Oh, fuck me - keep - fucking - going! C'è una punta di disperazione in quel turbinio di piacere che via via si fa sempre più incalzante e smanioso, e che la porta a stringere le ciocche di lui con più insistenza. Sta via via perdendo il controllo Mia, al punto che le cosce iniziano a tremarle, colte da spasmi incontrollabili, ricercando istintivamente e senza ritegno un apice che sente arrivare. I respiri di lei sempre più irregolari, la foga di concludere un ciclo che riesce quasi a pregustarsi. Istintivamente ricerca nuovamente il suo sguardo, mentre un'espressione tormentata si profila sul suo viso. Tenta inutilmente di controllare quel senso di perdizione, il turbinio di piacere che scuote tutto il suo corpo portando a stringere le cosce interrompendo quel contatto ormai divenuto insostenibile. E non si trattiene nel esalare tutta quella foga, traducendola nel richiamare il suo nome ancora e ancora l'attimo prima che quel punto massimo, il culmine giunga. Ecco, sì. Sarebbe un bel modo per andarsene. Venire col tuo nome sulle labbra poco prima che la Signora arrivi. Sarebbe poetico. Un sacco. Io a queste cose non penso solitamente, probabilmente ci penso ancora meno mentre ti sto letteralmente sopra la faccia. Però, un momento dopo si. In quell'unico momento di follia, in cui non capisco proprio niente, in cui ci sono solo io, con quel vuoto cosmico, riesco quasi a vedermi il mondo davanti. Non è consapevole. Lo so che non ci penso davvero. Probabilmente allora, non penso proprio a nulla. Ma questa vocina c'è. Non la sento, ma esiste, e sono sempre io. Nel retrobottega della mia mente credo che morire col tuo nome sulle labbra un attimo dopo aver spremuto il massimo che posso avere da te, sarebbe perfetto. Però sarebbe ancora più bello non morire mai. Oppure morire e finire in un paradiso di quelli belli. Di quelli in cui possiamo rimanere sempre così, nudi, a cercarci e amarci come se il tempo non scorresse mai. Forse in fondo, messa in quest'ottica, vorrei quasi morire. Vivere sempre così, nuda accanto a te su un tappeto morbido che odora della cera dell'ultima candela che ci ho versato sopra. Sì, anche questo sarebbe bello. La verità è che sarebbe bello una qualunque alternativa in cui io e te da qui non abbiamo bisogno di andarcene mai. Una realtà in cui queste quattro mura sono l'unica cosa che possiamo e vogliamo vedere. Loro e noi. Ad amarci. Così. Per sempre. Ti annoieresti? Io non credo che mi annoierei. Credo piuttosto che tutta questa vita non mi basterà per dimostrarti quanto ti amo, quanta voglia ho di stare con te, quanta voglia ho veramente di imparare e di farti felice. Tu probabilmente non lo sai, o non te ne accorgi di quanta voglia ho di farti felice. Ma felice per davvero, qualcosa di così ideale da farti quasi male.
    Riversa sopra di lui in una posizione a dir poco scomposta, osserva beata il soffitto, mentre tenta di riprendere fiato. Se le chiedessero cosa è appena successo, non saprebbe cosa rispondere. Sa solo che è stato bello. Che nonostante l'imbarazzo provato inizialmente, la consapevolezza di quanto lui lo volesse, l'aveva letteralmente schiacciata. Quell'immagine non aveva nulla di scabroso nella sua testa. Semmai, a conti fatti, la dedizione di Raiden sembra farla sciogliere, al punto da portarla dopo qualche minuti a scivolare al suo fianco girandosi per allungare la mano e accarezzargli i capelli. Posa la guancia direttamente contro il tappeto e lo osserva. Lo osserva con una muta ammirazione che sembra quasi distruggerla, come se stesse guardando un essere mitologico, l'uomo più bello su cui i suoi occhi potessero posarsi. C'era qualcosa in quanto appena avvenuto che la rendeva fiera, come se la sua autostima fosse di colpo schizzata alle stelle, stimolandola a guardare a quella loro unione sotto una luce differente. Definitely something new.. Commentò ad un certo punto colta da un'improvvisa ilarità che la portò a ridacchiare. E poi di nuovo il silenzio e quegli occhi grondati di felicità ed elettricità. Di colpo si fece più vicina posando il mento sul suo petto, mentre gli accarezzava lentamente il fianco. Posa le labbra sul petto nudo prima di tastare il volto di lui coi polpastrelli, tirandosi a sedere per poter raggiungere le sue labbra. Si abbandona a un bacio profondo, atto ad assaporare lui e se stessa; quel sapore ha qualcosa che l'accende di un desiderio noto, eppure del tutto inedito. La sua foga è meno lucida di quella di Raiden, si accende di colpo, mentre gioca con la sua lingua in una danza che quasi la lascia senza fiato. Scorre le dita lungo il suo petto solleticandone appena la pelle che delicatezza, abbandonandosi a un leggero morso sul suo labbro inferiore. I want more.. Un sussurro il suo che la porta a strofinare il naso contro quello di lui prima di posargli un bacio. .. much more. Prova una forma di improvvisa elettricità all'idea di fare cose nuove, di provarle per poi combinarle nella maniera più congeniale, a seconda del caso. L'idea la stuzzica, l'accende, e la porta a rivolgergli un sorriso malizioso seppur intriso di una naturale dolcezza. I want everything. Like for real.. Una leggera risata saetta sul suo viso mentre si rimette a sedere allungandogli la mano affinché faccia altrettanto. Can we just stay like this? Forever? Like.. naked.. and.. ridiculously horny? Maybe we should make money like this.. Scoppia a ridere e scuote la testa mentre si inumidisce le labbra, Mia, e abbassa istintivamente lo sguardo osservando l'intimità di lui con uno sguardo famelico prima di tornare a ricercare il suo sguardo. L'eccitazione di Raiden è evidente, e di certo lo è già da un po'.L'idea di avventarsi su di lui la sfiora diverse volte mentre prende ad accarezzargli le cosce, ridacchiando appena. Invece, decide di avvicinarsi di più al suo viso per soffiargli alcune parole specifiche. It's really nice when you play with me. Makes me feel really really special. Accarezza con lentezza il braccio di lui, tempestato dal vivido inchiostro, sorridendo appena. Have I been good enough, or do you think I can do more? Ci ha preso gusto. Con la solita personalità incapace di bilanciare il nulla e il troppo, adesso quelle attenzioni inizia a cercarle, le caccia, tenta di guadagnarsele osservandolo con un'espressione fiera. A quel punto, a Raiden dovrebbe essere abbastanza evidente che Mia non ama essere da meno; a maggior ragione odia non ricambiare, specialmente quando sente che ci sia qualcosa di decisamente grandioso per cui ringraziare. Ma, in fondo, nonostante sembri il contrario, Mia è una che impara in fretta, e infatti esercita su di lui la stessa pazienza che le sembra evidente lui eserciti costantemente su di lei. I think there's something I should thank you for.. don't you think? Prende a guardarsi intorno alla ricerca della bacchetta rimasta sul divano sin da quando sono tornati a casa. La raggiunge trascinandosi sul tappeto, per poi rotearla appena ridacchindo. Ha pensato a una cosa in particolare sin da quando quell'articolo le era stato regalato. Ovviamente opera di Stacey, che in seguito alle richieste di Mia a New Orleans, aveva deciso di cavalcare quell'onda per il suo diciottesimo, regalandole un po' di cose che avevano fatto ridere la giovane Yagami. Era uno di quei kit con candele profumate e qualche giocattolo da provare, oltre a qualche prodotto afrodisiaco e un buono sconto per della lingerie di alto livello. Avrebbe voluto dirle che quelle robe non erano proprio da loro, che lei e Raiden erano più tipi da anche col pigiama di pile o il maglione antisesso, quando arriva, arriva e sticazzi di come uno è vestito. Immaginava però che quei dettagli non erano necessari, così aveva semplicemente ficcato il set in uno dei cassetti dell'armadio e se ne era dimenticata. Ciò che estrasse tuttavia dalla scatola una volta richiamata non era un giocattolo. Piuttosto una boccetta dal liquido trasparente. Profumava di fiori ed era proprio - parole di Stacey, il miglior modo per mandarlo KO.
    Senza dire nulla, tornò alle sue spalle e prese posto a terra, circondandogli il busto con le gambe. Posò per un istante il mento sulla sua spalla ridacchiando, prima di posargli un bacio sulla guancia in maniera un po' giocosa. Fu allora che stappò la boccetta lasciandovi scorrere un po' dell'olio, sui palmi, passandoglielo con gentilezza sulla schiena, iniziando a massaggiargli i muscoli con lentezza. You work really hard, sometimes. Look how tense you are! Contemporaneamente, senza fermare quei movimenti atti a farlo rilassare, lascia una scia di baci dalla nuca e giù per la schiena, mentre le mani si muovono a massaggiargli le braccia. I was very bad lately. I didn't take care of you properly, Dopo aver attinto ad altro liquido, lascia scivolare i palmi lungo i suoi fianchi, mentre strofina il naso contro la sua schiena, baciandolo, mordendo, lasciando che quei movimenti, per quanto dolci diventino più pronunciati. Si sposta lungo i pettorali, affondando i denti sulla pelle del suo collo, esercitando una presa più ferrea, atta a lasciargli un segno di cui non si preoccupa minimamente. Those girls should know you're taken. And your wife loves you very very much. Si prende il suo tempo, Mia, indugiano prima su un'aureola, poi sull'altra. And she loves your body.. Scende lentamente solleticando ogni lembo di pelle con dolcezza, continuando a baciarlo, strofinando il naso tra i suoi capelli, mentre incolla completamente il proprio busto contro quello di lui, lasciando che quell'aderenza stimoli anche se stessa. And your soul.. Giunta all'altezza dell'inguine, si impegna a evitare la sua intimità, ad assaporare proprio quella sensazione di cui lui le ha parlato. Ne testa i risultati e la fanno impazzire. L'attesa la inebria. Il desiderio che l'attanaglia. E sa che quelle, sono sue sensazioni solo in parte. But mostly.. she loves your cock. Un mugolio leggero fuoriesce dalla sue labbra non appena tocca con leggerezza la punta della sua lunghezza, inebriata dagli umori di lui; riesce a percepire quella sensibilità su di sé, non a caso avvicina il bacino di più alla sua schiena, lasciando che la propria sensibilità venga a contatto con la pelle del giovane Yagami. I love your cock so much. You don't even kwow how much I love to take it in my mouth. Percorre con lentezza la sua lunghezza posandogli gentili baci sul collo prima di incastrare tra i denti il lobo del suo orecchio nello stesso momento in cui si ferma sulla base esercitando una leggera pressione. Ed è lì che si ferma.
    Do you know what's my favorite moment? Gli chiede di scatto sporgendosi oltre la sua spalla per ricercare spavaldamente il suo sguardo con un'audacia che trae da quelle sensazioni smaniose. There is a moment.. when you force yourself down my throat, and you just can't understand a thing. You can't even talk. You try to say things like "good girl, so good bla bla bla" but you just can't. Your cock won't let you. Si morde appena il labbro inferire, prima di tornare a sfiorare appena coi polpastrelli le sue terminazioni nervose lungo l'intimità, stuzzicandolo a tal punto da risvegliare la sua di impazienza. L'impeto di qualcuno che ha semplicemente necessità di liberarsi. You're so hot when you lose control. And I feel so fucking proud when I make you lose your mind. Di scatto sposta le mani ad avvinghiarsi al suo petto, stringendolo forte in un abbraccio che sembra quasi inglobarlo. Resta lì per qualche istante senza dire niente, ascoltando il suo respiro, accarezzandolo con gentilezza. Solo dopo un po scivola appena di lato, posizionandosi tra le sue gambe a pancia in giù facendo leva sui gomiti per arrivare all'altezza dell'intimità di lui. But anyway.. that's my thing. That's what I like I didnt tried enough stuff.. and anyway, this isn't about me.. Lentamente le labbra di lei inglobano il suo punto più sensibile, succhiando con insistenza, indugiandovi per un po', prima di tornare a guardarlo. Maybe you should teach me more about your cock. La punta della lingua percorre senza vergogna alcuna la sua lunghezza allungando la mano verso il suo petto, per spingerlo con gentilezza ad adagiarsi contro lo stesso cuscino che aveva utilizzato in precedenza. About how you like it. And where my mouth should stay the most. È allora che un po' alla volta, dopo averne stuzzicato la sensibilità, ingloba un lato e l'altro alla base, stuzzicandolo con sonore manifestazioni di goduria, mentre aspira quei lembi di pelle dalla consistenza soda. Is it here? ..or more like here? Chiede infine, scendendo ulteriormente, superando l'ultima barriera della confort zone in quel senso. Mia sa relativamente poco sui piaceri maschili, su cosa si cela veramente nel retrobottega del loro cervello. Ha sentito storie; tante storie. Su cosa li fa impazzire, su cosa nemmeno loro sono pronti ad ammettere di volere. E quindi, stuzzica quell'area tastando le acque senza farsi poi troppe domande in merito. Decide di liberare la mente, di lasciarsi guidare dall'istinto, cercando nuovi territori inesplorati per comprendere a sua volta cosa Raiden vuole. If you explain it to me really really well, I'll use my mouth all over you, in any way. Si morse il labbro mentre riemergeva per guardarlo meglio negli occhi. Do you want to fuck me? Prende a solleticare nuovamente la sua lunghezza appena. Do you want to suck you? Please.. just tell me. C'è una punta di innocenza in quella preghiera, nonostante i movimenti di lei, lenti e logoranti, siano tutto fuorché pudici. I won't do anything, unless you tell me to. But I promise I'll do whatever, baby. I want you to remeber it as much as I'll remeber how good you were before.


     
    .
  7.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    Con Mia, Raiden sapeva di doverci andare abbastanza piano quando si trattava di intimità. Cose che a lui apparivano come piuttosto normali e semplici, per lei erano territorio inesplorato, e in quanto tali venivano accolte dall'americana con un'iniziale titubanza. I due si fidavano abbastanza l'uno dell'altra da sapere che nessuno avrebbe varcato il limite, e che all'evenienza avrebbe comunicato dove questo si trovasse. In quella precisa situazione, non era tanto di limiti che si trattava, quanto di una piccola novità che per quanto semplice aveva provocato sulle prime un prevedibile imbarazzo latente da parte dell'americana. C'era davvero qualcosa di cui imbarazzarsi? No, non a detta di Raiden, almeno, che in quell'attività si tuffò tanto metaforicamente quanto letteralmente. Mia ne aveva tanti di taboo psicologici, di cose che conosceva e che forse voleva anche sperimentare, ma che non trovava il coraggio di chiedere a parole. In quel senso, Raiden era il suo completo opposto: a lui piaceva dar voce ai propri desideri, condividerli con lei e ascoltare di rimando quali fossero i suoi. Amava dare piacere a Mia almeno tanto quanto amava riceverne, se non forse di più. C'era qualcosa di sublime nel modo in cui il corpo di lei si inarcava sotto i suoi tocchi e nei suoni che uscivano dalle sue labbra tra le onde del piacere. Raiden non riusciva a farne a meno, li ricercava, e riuscire a produrre in lei quell'effetto gli scatenava nel petto la più alta forma di soddisfazione. Le sue dita stringevano la pelle delle cosce di Mia, aggrappandovisi e conducendola in quel movimento su di sé. Non era solo una questione di generosità: a Raiden piaceva sentire il sapore di lei sulle proprie labbra, gli piaceva da matti. Avere nient'altro che l'odore di Mia addosso era inebriante, e dunque si spingeva sempre più oltre, impostando un ritmo crescente ad ogni contatto mentre il suo sguardo cercava bramosamente quello di lei. Presto il crescendo di piacere che le provocava prese a farsi sempre più presente, rendendo ogni movimento di Raiden smanioso di farle raggiungere quell'apice. Non si scostò nemmeno per un istante, non interruppe mai quel contatto - ma anzi, lo intensificò sempre di più, spinto dai gemiti di lei e dalle sensazioni che le sentiva attraversare il corpo. Quando le cosce di Mia si chiusero di scatto sotto la pressione di quell'intenso piacere, Raiden fu svelto. Le avvolse velocemente un braccio attorno alla vita, tirandola a sé mentre le dita raggiungevano l'intimità di lei per stuzzicarne il punto sensibile esterno con l'obiettivo di dare la massima intensità a quel momento. In quell'abbraccio, con il viso nascosto tra i capelli di Mia e le labbra premute contro il suo orecchio, le loro entità erano completamente fuse. Give me everything, baby. You're so good. So so good. Sussurrò quelle parole con dolcezza, mentre lei cavalcava l'onda di quel piacere fin quando non cominciò naturalmente a decrescere. I movimenti di Raiden si fecero allora più lenti fino a diventare quasi una carezza che pian piano si spostò dall'intimità di lei fin verso il suo fianco, congiungendosi a quell'abbraccio. Le posò alcuni baci tra i capelli, strofinando con dolcezza la punta del naso contro il suo profilo imperlato di una patina di sudore. Era felice, col cuore che gli batteva a mille e il respiro ancora pesante, era felice come non ci si era sentito per diverso tempo: in maniera totale, senza se e senza ma.
    Per un po' non dissero nulla. Rimasero semplicemente lì, stesi a terra abbracciati, a darsi qualche bacio tenero mentre le dita di lui carezzavano con gentilezza il profilo del corpo di Mia. Non aveva affatto esagerato nel dirle quanto la trovasse bella: per Raiden, Mia era stupenda, e lo era sempre stata, ma ancor di più lo era diventata dopo averla conosciuta così a fondo. Amava ogni centimetro del suo corpo, amava il suo sguardo, la sua voce e il suo profumo. La amava alla follia, in una maniera che non era nemmeno in grado di mettere a parole, ma che era felice lei potesse sentire con chiarezza. Definitely something new.. La risata sommessa di Raiden fece eco a quella di lei prima di tornare nel silenzio. Si guardavano negli occhi, senza dire nulla ma dicendo abbastanza. Le dita di lui raggiunsero il suo volto, scansandole qualche ciocca di capelli in una delicata carezza prima che lei potesse farsi più vicina. Quando le labbra di Mia raggiunsero le sue, la presa tra i suoi capelli si fece più salda, attirandola ulteriormente in quel bacio profondo che tuttavia non aveva alcuna urgenza. I want more.. much more. I want everything. Like for real.. Quelle parole, accompagnate dai tocchi leggeri delle dita di lei lungo il suo corpo, fecero correre un brivido di vertiginoso piacere lungo la spina dorsale di Raiden, che istintivamente le andò incontro col bacino mentre un lieve mugolio bisognoso risaliva dalle sue labbra. Then you shall have it. La stuzzicò ironicamente, scoprendo la dentatura in un sorriso malizioso. Can we just stay like this? Forever? Like.. naked.. and.. ridiculously horny? Maybe we should make money like this.. Ridacchiò nel mettersi a sedere, passandosi una mano tra i capelli scompigliati nel tentativo di toglierseli dalla faccia. Well, I guess some might still call me a teacher. Didn't know you liked being watched, though. Should I keep it in mind? Le scoccò un'occhiata ironica con un colpo di sopracciglia, sciogliendosi poi nuovamente in una risata divertita. È un mestiere anche quello, in fin dei conti. Uno da cui la gente può imparare tanto, se è ricettiva. Mia, ad esempio, sembrava averci preso gusto con l'intera situazione, a giudicare dal modo in cui si mosse lentamente più vicina a lui. It's really nice when you play with me. Makes me feel really really special. Sorrise, voltandosi quel poco che bastava a incrociare lo sguardo di lei. That's because you are, baby. You're really special to me. Le parole uscirono dalla bocca del moro con tono carezzevole e dolce, pieno di un affetto che sfumava il confine tra innocenza e malizia. Have I been good enough, or do you think I can do more? Con quel sorriso tenero stampato in volto, Raiden si fece più vicino, poggiando un piccolo bacio all'angolo delle labbra di Mia prima di lasciarle una carezza sul viso. You've been very good. Era ben chiaro quale fosse il punto di Mia, ma Raiden decise comunque di lasciare quella chiarezza come sospesa, indulgendo piuttosto in quel gioco e nell'uso di quelle parole che sapeva provocarle un determinato effetto. I think there's something I should thank you for.. don't you think? Si strinse nelle spalle, sollevando appena lo sguardo con un sorriso come a intendere che di certo non si sarebbe offeso se Mia avesse deciso di ricambiare quelle attenzioni. Ridacchiò di nuovo, sistemandosi meglio a sedere mentre la osservava con una certa curiosità alzarsi e andare a prendere la bacchetta per richiamare a sé qualcosa di cui non conosceva la natura. « Che è? Vuoi drogarmi? » chiese con tono scherzoso, voltandosi quanto bastava a scoccarle un'occhiata mentre lei si sedeva alle sue spalle, circondandogli il busto con le gambe. Ma in quella boccetta non c'era nulla di ingeribile, e fu chiaro quando Mia si fece scorrere quell'olio sui palmi delle mani, cominciando a massaggiarlo pazientemente. You work really hard, sometimes. Look how tense you are! Bastò un primo contatto per portare Raiden a chiudere gli occhi, gettando leggermente la testa all'indietro mentre sentiva i suoi muscoli sciogliersi e rilassarsi sotto le dita di lei. I was very bad lately. I didn't take care of you properly. C'era qualcosa di estremamente piacevole nel modo in cui lo toccava e gli parlava, toccando le corde del suo animo che più erano sensibili come se sapesse esattamente cosa fare e dire per svuotarlo da ogni pensiero che non fosse lei. E probabilmente lo sapeva. Tra ciò che lui le aveva detto, il legame che condividevano e quel pizzico di intuito che esiste sempre in una coppia affiatata, Mia con ogni probabilità aveva le idee piuttosto chiare riguardo cosa stuzzicasse il suo piacere - fisico o psicologico che fosse. Quelle attenzioni, il modo gentile e affettuoso con cui lo trattava, erano tutte cose di cui Raiden sentiva il più profondo bisogno. Quando le labbra di lei si imposero con più fervore sul suo collo, lui la lasciò fare, inclinando il capo per darle più spazio possibile e acuire il piacere che provava mentre un breve gemito sommesso risaliva dalla sua gola. Those girls should know you're taken. And your wife loves you very very much. Istintivamente la mano di Raiden andò a ricercare un contatto con la pelle di Mia, poggiandosi sul suo ginocchio e risalendo lungo la sua coscia fino a stringerne la carne sotto le dita, come a voler marcare ulteriormente il concetto espresso da lei. I want them to know. I want everyone to know. E quello per lui non era nemmeno un gioco: lo voleva davvero. Sapeva di dover mantenere una certa professionalità sul posto di lavoro, ma la sua intenzione non era mai stata quella di nascondere la loro relazione - non aveva alcun interesse a farlo, a dirla tutta. A Raiden piaceva vivere allo scoperto, specialmente quando si trattava di qualcosa di bello come ciò che lui e Mia avevano; non gli interessava di cosa potessero pensare gli altri o dell'eventuale giudizio ricevuto: lui era felice, e non aveva motivo alcuno di nasconderlo. And she loves your body.. And your soul.. But mostly.. she loves your cock. Era inebriante. Quell'attesa scandita dai tocchi gentili e pazienti di lei, dal modo in cui riusciva a farsi desiderare fino alla disperazione - era una sensazione così intensa che nel pattinare lungo la linea del dolore, dilatava all'inverosimile la sensibilità di Raiden e la consapevolezza del piacere che avrebbe provato in seguito. Si trattava esattamente di ciò che lui faceva con lei, e provarlo su stesso era almeno tanto piacevole quanto provocarlo a lei. I love your cock so much. You don't even kwow how much I love to take it in my mouth. Un gemito più sonoro fuoriuscì spontaneamente dalle sue labbra quando le dita di Mia percorsero la sua lunghezza, portandolo a far presa più salda sulla sua coscia mentre le andava incontro col bacino in un affondo lento. Do you know what's my favorite moment? There is a moment.. when you force yourself down my throat, and you just can't understand a thing. You can't even talk. You try to say things like "good girl, so good bla bla bla" but you just can't. Your cock won't let you. You're so hot when you lose control. And I feel so fucking proud when I make you lose your mind. Si morse il labbro con forza, sentendo il cuore bussargli impaziente contro la cassa toracica, eccitato da ogni contatto e ogni parola. I can't help it. Whether it's your mouth drooling, or your pussy clenching, you just feel so fucking good when you make a mess on my cock. Pronunciò quelle parole con la voce arrochita dal desiderio, tastando con bramosia la consistenza della sua pelle come se volesse fondervisi. Gli occhi di Raiden seguirono affamati i movimenti di lei mentre si spostava a prendere posizione tra le sue gambe, assaporando già psicologicamente ciò che sarebbe arrivato. But anyway.. that's my thing. That's what I like. I didnt tried enough stuff.. and anyway, this isn't about me.. Non riuscì nemmeno a ribattere, che subito le labbra di Mia furono su di lui, e un altro gemito evase dal suo petto, portandolo a ricercare la presa tra i capelli di lei. Maybe you should teach me more about your cock. A quelle parole, una lieve risata strozzata gli risalì dalla gola. Well, there's not much to say. I think my cock it's pretty self-explanatory. Ironizzò, forse per distrarsi un po' da quell'attesa che lo stava rimangiando dentro. About how you like it. And where my mouth should stay the most. Il suo sguardo si tinse di malizia mentre scivolava lentamente all'indietro, incontrando di nuovo il cuscino con la nuca. Non perse mai di vista lo sguardo di lei, continuando a carezzarle i capelli in quel muto invito che già la diceva lunga. Is it here? ..or more like here? Quanto i contatti di Mia raggiunsero quel punto in cui mai si era avventurata, Raiden non si ritrasse. Non poteva dire di non aver provato curiosità nei confronti di ciò che anche i colleghi con cui più era in confidenza erano reticenti a dire. E infatti, proprio in quel momento della sua vita in cui più si era dato alla sperimentazione, Raiden aveva scelto di farsi un po' di violenza psicologica per scavalcare i propri taboo mentali; in fin dei conti, quelle circostanze le aveva spesso messe alla prova con donne che ne avevano viste di tutte e di più e che di certo non lo avrebbero giudicato - un pensiero, quello, che almeno in parte lo aveva fatto sentire più al sicuro. Alla fine dei giochi, era stata un'esperienza che non si era pentito di aver fatto. L'avrebbe ripetuta all'evenienza? Probabilmente sì. Ne sentiva il bisogno? No. Alla fine dei conti, non ne era uscito come se quella novità fosse stata per lui una grande rivelazione. Non era stata spiacevole, ma il piacere che aveva provato era stato comunque frutto del resto, e non tanto della cosa in sé. Per questo non sentì vergogna o bisogno di ritrarsi quando lei tastò il terreno su quell'area, né il suo desiderio diminuì in alcun modo in seguito a quel suggerimento. If you explain it to me really really well, I'll use my mouth all over you, in any way. Do you want to fuck me? Do you want to suck you? Please.. just tell me. I won't do anything, unless you tell me to. But I promise I'll do whatever, baby. I want you to remeber it as much as I'll remeber how good you were before. Si morse il labbro inferiore, acceso da quel desiderio che riversava con lo sguardo negli occhi di lei, così apparentemente innocenti e allo stesso tempo così carichi di malizia. Rimase per qualche istante a fissarla in silenzio, carezzandole i capelli che di tanto in tanto stringeva sotto le dita. E poi parlò, serio e diretto senza troppe mezze misure. I want you to deepthroat the shit out of me, baby. C'era altro modo per dirlo? No. Si vergognava di chiederglielo in modo così diretto? Sempre no. In quell'area di intimità, Raiden non aveva alcun problema a comunicare cosa gli piacesse e come - al contrario, lo trovava piuttosto proficuo. Don't use your hands. I want to have your whole mouth for me. Un sorriso tra il tenero e il malizioso andò a incurvare le labbra del ragazzo. You said you liked sucking me, right? Well, I'd like to know how much. Pronunciò quelle parole con un gorgoglio di piacere che gli risaliva dal petto mentre stringeva un po' più la presa tra i capelli di lei, invitandola ad avvicinarsi con le labbra alla sua intimità. Questa volta non voleva essere lui a condurre il gioco o impostare il ritmo; piuttosto voleva passare la palla a lei, lasciandole campo libero per muoversi su di lui come preferiva. E agli occhi di Raiden non c'era nulla di più eccitante di averla così: libera di esercitare la propria volontà e di mandarlo fuori di senno. Perché in fin dei conti era diverso, sentirsi voluto - sentire come se lei non gli stesse dando piacere solo perché doveva ricambiare, ma perché in qualche modo anche lei ne traeva a sua volta. Allungò quindi le mani in direzione di quelle di lei, spostandole sulle proprie anche come a suggerirle la posizione in cui tenerle prima di raggiungere nuovamente i suoi capelli. Vi fece correre delicatamente le dita, scansandole alcune ciocche dal viso con un sorriso sereno stampato in volto. Questa volta, tuttavia, non fece presa, ma piuttosto ritrasse i palmi per andare a incrociare le braccia sotto la nuca, osservandola con malizia. Don't tie your hair, baby. I want to see how messy you can get. C'era qualcosa di eccitante in quell'idea - in quell'immagine che si era formata nella sua mente e che era curioso di veder trasferita nella realtà. Non poteva dire di non averci fantasticato sopra, anche in tempi decisamente meno sospetti. L'idea che lei potesse dedicarsi così completamente a lui, senza badare a nient'altro, lo accendeva di una visibile eccitazione che non aveva alcuna intenzione di nasconderle. Non c'era nulla di assurdo o elaborato nei suoi desideri, eppure nella loro semplicità erano comunque capaci di tenderlo come una corda di violino in attesa di ogni contatto, delicato o insistente che fosse.

     
    .
  8.     +1    
     
    .
    Avatar

    the devil inside;

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,486
    Reputation
    +1,228

    Status
    Anonymes!
    La curiosità uccise il gatto. Sin da quando era piccola la giovane Wallace ha sempre peccato di una curiosità dirompente. A ciò si aggiungeva la sua ossessione nei confronti dell'idea di restare sempre al passo. Un'ostinazione che scorre nelle sue vene da molto prima che le esperienze vissute nel Lockdown l'abbiano posta davanti alla consapevolezza di essere veramente indietro. La verità è che Mia è sempre stata una ficcanaso, e non tanto perché amasse farsi gli affari degli altri, ma perché sapere sembrava un modo per stare al passo. Sapere cosa fanno gli altri, come si comportano, a che punto si trova la sua vita, è sempre stato un modo per spronarsi a trovare la sua dimensione. Forse non l'atteggiamento più corretto, né il più salutare. Di certo però neanche uno che facesse del male agli altri. Il più delle volte, la curiosità di Mia si esauriva in se stessa; poteva portarla a scoprire cose di cui non avrebbe mai voluto saperne nulla e che al massimo arrecavano danno a lei e a nessun altro. L'entusiasmo e la curiosità nei confronti del mondo, Mia, non l'ha mai perso, né ha mai imparato che forse, alcune volte non chiedere, non sapere, vivere nell'ignoranza è più semplice. Forse il punto è che io non voglio vivere nell'ignoranza. Io voglio sapere. Tutto ciò che mi è concesso sapere. E in gran parte, il motivo per cui Mia faceva così tante domande, specialmente a Raiden, è perché voleva davvero sapere. Prendeva ogni cosa con uno sguardo estremamente innocente, dimostrando di avere costantemente la capacità di stupirsi di fronte a tutto. Quando imparava qualcosa di nuovo, gli occhi le brillavano di gioia, come se quella cosa la rendesse più aderente al mondo, più meritevole, più pronta. Se solo a scuola avesse ricevuto il giusto incoraggiamento, invece delle costanti mortificazioni dovute al suo essere a detta di molti una sfaticata e una casinara, Mia non solo avrebbe avuto una pagella invidiabile, ma avrebbe dato anche una gran soddisfazione ai suoi maestri. Aveva bisogno di attenzioni, e di più cure, di una spinta in più; era lenta sì, ma non per questo era necessariamente peggiore di tanti suoi compagni. Forse in fondo aveva solo bisogno di qualcuno che le desse fiducia, qualcuno che la spingesse a credere di più in sé. Qualcuno che le desse la propria fiducia e con pazienza le camminasse accanto. Purtroppo però, il mondo corre veloce, e in molte circostanze della vita si è niente più che un numero. Come a scuola, e in parte persino in quegli ambienti tanto cari ai cacciatori. Bisogna stare al passo, motivarsi da soli, trovare la giusta forza forgiandosi da sé. Mia, tutto ciò non l'ha mai avuto, e orgogliosa al tempo stesso al punto da non chiedere aiuto a nessuno e di non adagiarsi troppo sulle spalle di nessuno in particolare, finiva sempre per restare il fanalino di coda di ogni circostanza. Accusava molto quel non essere abbastanza, quel sentirsi costantemente come se il suo stesso entusiasmo fosse catalogato come mancanza di polso. Ma cosa c'era di male in quella sua ricerca? Cosa c'era di così tanto negativo nel mondo in cui un passo alla volta tentava di scoprire il mondo? Perché in fondo di questo si trattava; ogni qual volta si avventurasse in qualcosa di nuovo, uscendo dalla sua confort zone, come un cucciolo che tastava per la prima volta un territorio inesplorato, Mia imparava ad adattarsi sempre meglio al mondo, ne conosceva un pezzo nuovo. Lo catalogava, lo immortalava nella sua memoria, affinché potesse aggiungerlo al palmare delle esperienza di cui non voleva farne a meno. Così era accaduto anche quella volta, come tante altre, in verità, in compagnia di Raiden. Tastare un passino alla volta come dovesse comportarsi, non era solo una questione di fare esperienza, di fare cose nuove oppure di divertirsi in modo inedito. Per Mia era anche sana e semplice curiosità; un modo come un altro per conoscere meglio Raiden, per testare le sue reazioni e per capire le proprie di rimando. Come quella completamente spiazzata di fronte alle ipotesi sollevante da Raiden ad un certo punto del discorso: Didn't know you liked being watched, though. Should I keep it in mind? La naturalezza con cui Raiden parlava di certi scenari e circostanze, era per Mia completamente spiazzante, non a caso arrossì sgranando gli occhi colta da un leggero senso di panico. No. Non era certa che essere guardata potesse fare al caso suo; a ben guardare riusciva a immaginare tanti scenari, quello tuttavia, non sembrò convincerla più di tanto. Forse perché in fondo, a Mia piaceva la sua intimità con Raiden. Le piaceva tenersela per sé, non certo diventare oggetto delle altrui fantasie. Forse la vedeva da una prospettiva sbagliata, e ciò bastava a capire che non fosse una cosa per lei. Tuttavia, il solo mettere sul piatto una tale ipotesi - che non era affatto nei suoi pensieri nel momento in cui ci aveva scherzato sopra, pur essendo implicita, la spiazzò. Non aveva pensato che effettivamente monetizzare il restare nudi per sempre presupponeva che qualcuno li guardasse, e così adesso cadeva dal pero diventando rossa come un peperone. Il solo fatto che ci pensasse in ogni caso era un chiaro segno del fatto che Mia lo avrebbe fatto lo stesso, e ne avrebbe tratto comunque piacere, semplicemente perché era Raiden. Qualunque esperienza con lui, era per la giovane Yagami talmente totalizzante da diventare oltremondo eccitante. Anche quando pensava che qualcosa non funzionasse, aveva comunque voglia di provarci, e ogni volta ne restava ogni caso spiazzata. Forse perché il punto non è cosa si fa, ma con chi lo si fa, e quanto si è disposti a lasciare da sé per andare incontro all'altro, per donargli la forma più squisita di piacere che si è in grado di ottenere. In quell'ottica, Mia era completamente alla mercé della sua metà, e al contempo, iniziava a convincersi del fatto che non c'era cosa che Raiden non fosse disposto a provare assieme a lei. Avrebbero trovato tutto adatto alla loro dinamica? Probabilmente no. Al pari del pomeriggio in cui avevano scherzato sui giochini col professor Yagami, avrebbero buttato sul ridere tante altre cose, altre ancora forse sarebbero state un semplice una tantum che non avrebbero riprovato, ma ogni volta la fiducia che nutrivano l'una nei confronti dell'altro avrebbe reso quell'esperienza preziosa. Persino le più allineanti, come la notte in cui erano stati insieme dopo l'occupazione delle Highlands. Quella mancanza di condivisione non era stata la maniera più congeniale per Mia. Un rapporto nel quale avevano buttato le proprie frustrazioni e tutto il malessere che dominava gli animi di entrambi; un'esperienza diversa, strana, in un certo qual modo fredda, ma non per questo meno eccitante. Perché, lì, per Mia, c'era comunque Raiden. E lei con Raiden voleva starci, anche sotto quelle vesti, anche al loro peggio, anche nei momenti più difficili. Aveva comunque voluto dargli piacere, e trarne a sua volta tutto il buono che potesse.
    Così, quanto gli chiese cosa volesse, cosa gli piacesse, cosa lo eccitava maggiormente in quel momento, non ebbe paura della risposta che avrebbe ricevuto. Pur non pensandolo coscientemente, sapeva che non c'era cosa che non avrebbe fatto pur di dargli esattamente ciò che voleva. Aveva sì tanti tabù, tante cose che doveva scoprire e che sperimentava piano piano lasciandosi condurre dalla mano più esperta di lui, ma non per questo, si sarebbe tirata indietro. È Raiden.. riecheggiava nella sua mente, una persona con cui Mia intendeva trascorrere tutta la sua vita. Aveva davvero senso vergognarsene? Trattenersi? Tentare di nascondersi? Seppur di fronte a quelle domande tentennasse per semplice pudore personale, una risposta piuttosto eloquente l'aveva avuto diverso tempo addietro e se anche queste risposte non fossero state abbastanza chiare, la semplicità con cui mise sul piatto le sue richieste, ne fu un'ulteriore riprova. Raiden non ci girava intorno; un atteggiamento che paradossalmente aveva un effetto positivo su Mia. I want you to deepthroat the shit out of me, baby. Don't use your hands. I want to have your whole mouth for me. Conciso e diretto; un atteggiamento che la portò a incurvare le labbra in un sorriso divertito annuendo con un atteggiamento di sfida. You said you liked sucking me, right? Well, I'd like to know how much. Don't tie your hair, baby. I want to see how messy you can get. Pur deglutendo, colta da un leggero stato di agitazione, non interruppe il contatto visivo neanche per un istante. Si sentiva come se stesse ignorando la sviolinata pudica del suo lato meno sfrontato, guardando invece in faccia il pericolo. Che si trattasse di situazioni intime o di questioni più serie, quello era l'esatto atteggiamento di Mia. La sua confort zone, ben delimitata e delineata si trovava in un cerchietto estremamente ridotto e ben circoscritto, e lei vi saltava puntualmente all'esterno alla ricerca di cose differenti, smaniosa di provare, di conoscere, di imparare, di allargare proprio quel cerchio delle cose che considerava sicure. Tuffò gli occhi chiari in quegli scuri di lui osservandolo con estremo candore, colta da un'improvviso bisogno spasmodico di dare voce a un pensiero che sembrava divorarla dentro. Era come se non si sentisse in grado di fare nulla se prima non lo avrebbe detto.
    « Raiden? » Richiamò la sua attenzione con voce tremante, nonostante sapesse di avercela tutta per sé, come se volesse avvertirlo del peso che avevano quelle parole in quel momento, la necessità che aveva di dirgli quelle poche semplici cose. « Io ti amo. Un sacco. Tipo davvero tanto. Tantissimo. » E in quel semplice, candido tantissimo c'era tutta l'intensità del sentimento che provava nei suoi confronti e la passione con cui schiuse le labbra per andargli incontro avvolgendolo nel caldo abbraccio delle sue labbra. Smosse la testa avanti e indietro soffermandosi sul suo punto più sensibile, esalando piccoli suoni di goduria, mentre ricercava con attenzione rinnovata il suo sguardo, studiando le sue reazioni e andando incontro a un'approvazione di cui sentiva di aver bisogno man mano che si spingeva un po' alla volta sempre più in basso. C'era una famelica avidità nel modo in cui tentava di andare incontro alla sua eccitazione, gustandosi ogni attimo di quel crescendo che riusciva a sentire indirettamente su di sé. Era un piacere condiviso, che smuoveva sensazioni scomposte in lei man mano che si spingeva sempre oltre fino a permettergli di esplorare il limitare del proprio palato. Si rilassò, come ormai aveva imparato a fare, dopo ormai diverse prove, e dopo avergli permesso di giungere fin lì, mostrandole già in precedenza quanto quell'atto gli piacesse. L'aveva trovata una sensazione strana, scomoda, nonostante il piacere che riuscisse a donargli ne valesse la pena; eppure in quel frangente assestando il proprio ritmo e prendendosi il proprio tempo, Mia riuscì a comprendere a modo suo come funzionasse, quali movimenti dovesse compiere e come dovesse tararsi per mantenere un ritmo adatto, permettendogli di toccare quel punto che comprimeva maggiormente la sua sensibilità. Man mano che andava avanti e indietro, la propria salivazione continuava ad agevolare ulteriormente quel ritmo sempre più incalzante, sempre più pieno di pathos che scherniva la vergogna e scostava la paura. Prendeva fiato tossicchiando di tanto in tanto, lasciando che quegli umori scorressero senza frenarne il flusso, ricercando piuttosto lo sguardo di lui, sorridendogli con un certo candore. Che fosse intimamente orgogliosa del suo impugnare la voglia di fare di tutto senza preoccuparsene dei risultati o di quanto ciò potesse sembrare disordinato, era evidente. Forse il senso era proprio questo; il disordine, il caos, perdere il controllo e assecondare l'istinto, la voglia di stare insieme al di là delle costrizioni e delle convenzioni sociali. Scosse la testa deglutendo per un istante, mentre riprendeva fiato. I told you.. so fucking hot. I want to make you cum so bad. You can't even imagine.. Un'urgenza a cui diede seguito tuffandosi con ancora più ardore, andandogli incontro con maggiore foga, mentre lasciava scorrere una delle mani lungo il suo addome spostandosi sulla cassa toracica con carezze lente, atte a solleticare la sua pelle, caricandolo di ulteriori stimoli. E non si sarebbe fermata, Mia, questa volta, alternando ad affondi più profondi, altri contro l'interno della proprie guance, cercando l'incastro perfetto per inseguire un'onda lunga, sovraccaricata dalle vibrazioni delle sue corde vocali, impazienti di non perdersi la possibilità di dare voce a quel piacere e dal soffio caldo e cadenzato che si infrangeva contro la pelle di lui. In quel momento Mia non esercitava un potere su di lui, bensì la sua tipica curiosità. Cosa succede se premo questo tasto? Questo era quanto faceva nella vita di continuo, Mia. Premeva tasti, e aveva voglia di farlo a maggior ragione con Raiden. Forse in fondo era ciò che facevano entrambi. Ed era bello, piacevole, stimolante, estremamente eccitante; guardare in faccia l'altra persona e realizzare che il piacere di lui era unicamente merito proprio, era impagabile, come impagabile era notare che nell'intimità non esistevano davvero cose scabrose, né cose abbastanza scandalose da meritare il biasimo di nessuno. E seppur in passato Mia non si sarebbe mai permessa di giudicare apertamente nessuno per il modo in cui conduceva la propria vita sessuale, intimamente sapeva che alcune cose le avrebbe trovate di troppo. Eppure, a trovarcisi con la persona giusta, con qualcuno che le desse fiducia e che ascoltava a sua volta le sue necessità, dedicandosi a quei piccoli piaceri che sembravano scuoterla dalle fondamenta, non riusciva a trovarci nulla di troppo. Mia voleva davvero essere brava; e ricercava quell'approvazione osservandolo con sinceri occhi da cerbiatta, mentre il cuore sembrava esploderle nel petto, cercando di dare il meglio di sé. Voleva dargli tutto ciò che aveva, tutto ciò che si meritava e soprattutto tutto ciò che desiderava. Perché Mia era convinta che Raiden se lo meritasse, ed era certa che il suo impegno non era in vano. Stare con lui era diventata una necessità impellente, renderlo felice era come una droga. Non ne aveva mai abbastanza delle sue risate, di quei momenti in cui vivevano solo ed esclusivamente l'una per l'altro e della consapevolezza che avessero un'influenza così positiva l'uno sull'altro. E a quel punto, Mia voleva solo dimostrarglielo, fino in fondo, chiedendogli con uno sguardo carezzevole di lasciarsi andare, di gratificare se stesso e lei.


     
    .
  9.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    « Raiden? » Abbassò lo sguardo in direzione di Mia, interrogandola con un'occhiata pacata. « Io ti amo. Un sacco. Tipo davvero tanto. Tantissimo. » Gli angoli delle sue labbra andarono istintivamente ad incurvarsi in un sorriso più tenero, lasciando per un istante da parte la malizia che aveva contraddistinto quel momento per avanzare una mano in direzione del viso di Mia e lasciarle una carezza docile sulla guancia. « Anch'io, Mia. Ti amo da morire. » Non si trattava di quelle classiche parole dette tanto per dire, quando ci si trova in un momento di intimità e si è così impazienti o così eccitati da blaterare un po' tutto indistintamente. Raiden le aveva dette dal cuore almeno tanto quanto lo aveva fatto Mia, sentendo in quel contatto tra loro la cifra di quanto fossero profondamente sentite da entrambe le parti. Nella loro relazione l'intimità era sempre andata di pari passo col sentimento - anzi, avevano addirittura scoperto il secondo passando per la prima. Già dalla prima notte trascorsa insieme era chiaro che avessero condiviso molto più di un semplice sfogo fisico: si erano mostrati nudi l'uno agli occhi dell'altra, tanto materialmente quanto psicologicamente, e si erano accettati. Da lì, per quanto avessero cercato di dirsi il contrario, tornare indietro non era ovviamente stato possibile. Come potevano far finta di nulla dopo aver condiviso un'esperienza talmente intensa? Infatti, a modo loro, si erano costantemente ricercati, senza mai più riuscire a prendere le distanze l'uno dall'altra. Col tempo quella passione tra loro e quello spasmodico bisogno di scoprirsi ed entrare in contatto non era mai venuto meno - semmai si era intensificato, prendendo ogni giorno diverse ramificazioni fino a consolidarsi nelle loro vite sotto forma di un rapporto saldo su cui anche tra alti e bassi erano disposti a lavorare costantemente. Alla fine dei conti, pur se la loro dinamica aveva preso piede nella più inaspettata e bislacca delle maniere, Raiden aveva trovato in Mia la persona che aveva sempre voluto accanto, e il tipo di amore che aveva sempre cercato senza saperlo nemmeno descrivere. Ai suoi occhi, l'americana era presto diventata insostituibile, stagliandosi nella sua vita come qualcosa di unico nel proprio genere ed estremamente prezioso. Quella era la persona per lui, e ad un certo punto era diventato talmente evidente che tutto il resto era automaticamente scomparso. Anche in quel momento, tutto scomparì sullo sfondo non appena le labbra di Mia lo avvolsero, facendo correre un brivido di intenso piacere lungo la sua spina dorsale. Contatti dolci e caldi, che al tempo stesso sapevano essere insistenti secondo il desiderio di lui. Era difficile distinguere il limite tra il piacere fisico che provava lui e quello psicologico che provava lei nel donarglielo, ma quella commistione estatica di sensazioni era quanto di più eccitante il giovane Yagami avesse mai provato. Sentire il proprio corpo e quello altrui così intrinsecamente fusi era una bomba di piacere a cui non si sarebbe mai del tutto abituato e che di certo non sarebbe mai stato in grado di descrivere a parole, provando piuttosto una certa forma di tristezza nei confronti di chi non avrebbe mai avuto l'occasione di sperimentare una simile vicinanza. Prima di Mia, aveva sempre vissuto quell'atto in un certo senso in maniera esterna, traendo piacere dalle sensazioni che provocava nel proprio corpo e dall'immagine che i suoi occhi riuscivano a cogliere. Tutto ciò ovviamente continuava ad esserci, ma ormai per lui non poteva più essere scisso da ciò che sentiva nel cuore di Mia e dal modo totalizzante in cui percepiva quelle attenzioni. Si abbandonò quindi ai suoi tocchi senza guidarla, se non per quelle volte in cui mosso dai brividi di piacere, il suo bacino le andava istintivamente incontro mentre dalle sue labbra trapelavano gemiti e parole sconnesse. Condurre i giochi, per Raiden, non era mai stato qualcosa di necessario. Gli piaceva farlo, gli piaceva da matti guidare il corpo di Mia sul proprio, ma gli piaceva altrettanto anche lasciarle il timone, dandole modo di esprimersi a suo piacimento. Forse perché in primo luogo sapeva quanto deliziosa fosse la consapevolezza di essere gli unici artefici del piacere altrui. I told you.. so fucking hot. I want to make you cum so bad. You can't even imagine.. Un gemito sonoro evase dalle labbra di Raiden proprio mentre si mordeva con foga quello inferiore, gettando il capo all'indietro e stringendo il bordo del tavolino da caffè in una presa ferrea che gli fece schiarire le nocche - come se stesse cercando un appoggio pur trovandosi già steso sul pavimento. Non importava. In piedi, seduto o sdraiato che fosse, Mia riusciva a fargli girare la testa come se si trovasse a bordo di una giostra troppo veloce. E non si vergognava affatto di lasciarglielo vedere - tutt'altro! Semmai era fiero di mostrarglielo. Quando le mani di Mia si spostarono lungo il suo addome, fu come se ciascun muscolo e terminazione nervosa si tendesse sotto il suo tocco per andar sempre più incontro a quegli stimoli, ubriacandosi del piacere che gli donavano. Baby I'm so close. Oh God, please, keep going. Mormorò quelle parole sconnesse con la voce arrochita dal desiderio, alternando la necessità di chiudere gli occhi a quella di puntare lo sguardo su di lei e bersi ogni istante fino all'ultima goccia. Il climax che ne derivò fu inevitabile, e presto le mani del ragazzo non riuscirono a trattenersi dal ricercare la presa tra i capelli di Mia, andandole incontro col bacino fin quando non raggiunse l'apice del piacere tra gemiti che non si impegnò nemmeno a nascondere. Fu talmente intenso che quando iniziò a scemare, Raiden percepì con precisione quanto i suoi muscoli fossero tutti tesi verso di lei. E pian piano, mentre le sensazioni si facevano più placide, il battito potente del suo cuore diventò più palese. Fuck! Esalò prima di sbottare in una risata di pura estasi, lasciando la presa tanto sui capelli di Mia quanto sul tavolino per passarsi entrambe le mani sul volto e tra i capelli imperlati di sudore. Mentre il suo corpo cominciava pian piano a rilassarsi e il respiro a farsi più stabile, il giovane Yagami le fece cenno di sdraiarsi accanto a lui. « Voglio rimanere un attimo così. » Sussurrò dolce al suo orecchio non appena lei fu abbastanza vicina, stringendola al proprio fianco in un abbraccio mentre le stampava qualche bacio tenero tra i capelli, sul viso e sulle labbra. Non aveva fretta di procedere.
    Non stavano correndo i cento metri. Gli piaceva averla così tra le sue braccia, baciarla, carezzare il suo corpo con dolcezza. Gli piacevano da morire sentire il seno di lei premuto contro il proprio petto, e i loro battiti cardiaci rimbombare l'uno nell'altro. In quei momenti non si dicevano nulla - non ce n'era bisogno - ma erano comunque più vicini che mai. « Te lo ricordi che mi sei piaciuta fin dal primo momento, vero? » Le chiese a un certo punto, con tono soffice, posando le labbra in un piccolo bacio sull'incavo del collo di Mia. Dopo un breve istante vi soffiò una breve risata, carezzandole piano il fianco. « Cioè.. hai capito in che senso. » Glielo aveva detto diverse volte, senza troppa vergogna, di come lui avesse vissuto la loro frequentazione. Non l'aveva mai guardata con sguardo innocente: aveva semplicemente aspettato l'occasione giusta per provarci con lei in maniera più evidente. Dopo aver pronunciato quelle parole, rimase per un istante in silenzio, facendo schizzare lo sguardo in quello di lei con un'occhiata eloquente. Si umettò piano le labbra, facendosi più vicino a lei fino a premere contro il suo corpo. « Eri molto bella quella sera. » disse soffice, con le labbra incurvate in un sorriso leggero mentre i suoi occhi scendevano a seguire le carezze che le sue dita tracciavano lungo il profilo del corpo di lei. Quando arrivò al suo ginocchio, sospirò appena, tornando pian piano su fino a disegnare le curve del suo seno. Fece sgusciare la mano tra di loro, saggiando ancora una volta la consistenza morbida della pelle di Mia e facendo roteare piano il polpastrello del pollice sulla sua punta sensibile. I wanted to touch you so badly. Il suo tono si fece ancora più basso mentre continuava ad osservare quel gioco lento delle proprie dita sulla pelle di lei. Un altro silenzio. Era come se stesse ripercorrendo nella propria testa tutti quei momenti, rendendola di tanto in tanto partecipe dei propri pensieri. Si chinò dunque a raggiungere il suo seno con le labbra, lasciando tanti piccoli baci lenti su quelle morbide rotondità che sembrava quasi venerare. It's like somehow I knew - I rumori dolci di quei baci spezzati dai respiri e dai flebili soffi sulla pelle di Mia si inframezzarono al discorso, diventandone parte integrante. - even without actually knowing it - Altri baci, altri sospiri appena udibili. - that your body would fit so perfectly in my arms.. in my hands.. in my mouth.. or wrapped around me. Ogni punto di quell'elenco veniva scandito da un bacio mentre il suo braccio andava ad avvilupparsi intorno alla vita di Mia, attraendola a sé senza impeto, ma con un tenero bisogno di averla più vicina - di sentire ogni suo battito cardiaco e respiro. Pian piano il suo ginocchio si fece spazio tra le gambe di Mia, intimandola a schiuderle appena per lasciargli raggiungere la sua intimità e metterla a contatto con la propria coscia. Con la mano scivolata sul suo fianco la guidò piano in quel movimento, ricercando la frizione tra le loro pelli per stimolare l'eccitazione di lei mentre le sue labbra tracciavano una scia di baci intenta a raggiungere l'incavo del collo di Mia. Lì vi si posarono, succhiando con delicatezza quel punto in cui il suo battito cardiaco risuonava più potentemente, irradiando calore. It was so frustrating. There was always something or someone cutting my way to you. Sospirò di nuovo, sentendo con maggior intensità dentro di sé quanto il solo ricordo adesso lo indispettisse oltremisura. Come se nella sua attuale percezione, tutti quei ritardi fossero stati degli ostacoli che qualcuno gli aveva deliberatamente posto di fronte col solo scopo di infastidirlo. I just needed the right moment, you know? But there was always some stupid dude trying to hit on you, or your friends needing hell-knows-what, or your fucking curfew.. Ridacchiò scuotendo leggermente il capo prima di scoccarle finalmente uno sguardo, sorridendole in silenzio mentre continuava a muoverla in quel ritmo lento. I didn't want to be one of those dudes.. trying to drag you into some dirty alley to screw you quickly. Fece una pausa, posandole un bacio all'angolo delle labbra e un altro sulla mascella. I wanted to fuck you nice and slow. Un altro bacio, questa volta sul lobo. Lentamente fece pressione con la coscia contro l'intimità di Mia, intimandola a schiudere di più le gambe e sdraiarsi sulla schiena. Un movimento lento e cadenzato che gli diede modo di ruotare assieme a lei, posizionandosi tra le sue gambe mentre allungava una mano verso il divano per prendere un altro cuscino e posizionarlo sotto il sedere di lei in modo da rialzarle il bacino. Da quella posizione soprelevata, guardandola meglio in volto con un sorriso a imperlargli le labbra, era chiaro quanto davvero la trovasse bellissima. Pian piano si chinò di più su di lei, aggiustandosi al suo corpo per raggiungere le sue labbra in un bacio tanto paziente quanto pieno di tutto quell'amore e quella passione che provava nei suoi confronti. La mano che viaggiava lungo il busto di lei trovò presto la propria meta sulla sua intimità nel momento in cui la lingua trapelò tra le sue labbra, intrecciandosi a quella di lei. La toccava con pazienza, soffermandosi sul suo punto esterno più sensibile nella maniera più gentile, preparandola prima di sgusciare lentamente con il medio dentro di lei. A quel contatto, un lungo sospiro di piacere si infranse dalle labbra di Raiden su quelle di Mia. See? Just like this. Proferì in un soffio caldo, stampando altri piccoli baci sul viso di lei. Continuò per un po', in silenzio, tra baci e respiri pesanti, prima di far sgusciare le dita fuori da lei e raggiungere la propria intimità. Ne percorse la lunghezza un paio di volte, allineandola poi all'entrata di lei solo per continuare quel gioco scivolando piano tra le sue labbra più e più volte. La sensazione accese ogni sua terminazione nervosa, portandolo ad emettere un gemito sommesso contro le labbra di Mia. Do you like it when I take you slowly? When I come inside of you and then keep going? Le labbra e il naso di Raiden sfioravano quelle di lei, carezzandole il volto con il soffio gentile di quelle domande mentre i suoi occhi ricercavano una risposta in quelli di Mia. Con una mano fece presa sull'incavo del suo ginocchio, agganciandoselo al busto mentre con un lento affondo entrava nell'intimità di lei. La posizione leggermente rialzata del bacino di Mia, studiata appositamente per permettergli di andare più in profondità, si rivelò più che congeniale, portandolo a gemere piano in quel movimento. Do you want me to do it again? To fill you up just right? Le pose quella domanda come se stesse chiedendo a un bambino quale gusto di gelato preferisse nella propria coppetta - con tono delicato, lo sguardo gentile e un sorriso candido a incurvargli le labbra. Gliela pose mentre il suo bacino impostava quel movimento lento già preannunciato, allontanandosi da lei fin quasi ad uscirne e andandole di nuovo incontro in un ritmo così preciso da essere quasi ipnotico.

     
    .
  10.     +1    
     
    .
    Avatar

    the devil inside;

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,486
    Reputation
    +1,228

    Status
    Anonymes!
    C'è il vortice e poi il silenzio. Ogni qual volta riuscisse a condurre Raiden verso l'estasi di quel piacere dirompente, Mia si sentiva più che mai orgogliosa di e stessa, provando la netta soddisfazione derivante dall'idea di avergli dato abbastanza da portarlo a stare così bene. Che stesse bene, lo sapeva. Era inevitabile raccontarselo. La loro comunione raccontava del loro piacere molto più di quanto qualunque parola sarebbe stata in grado di fare; non a caso, man mano che il moro stava cavalcando quell'onda intensa, Mia sentiva aumentare considerevolmente anche il proprio piacere, tanto da desiderare quell'andargli incontro con ancora più foga, non mollando la presa sui propri movimenti, neanche quando ai propri si aggiunsero quelli di lui. L'immagine estatica del volto di lui colto dalla più alta forma di piacere era così bella ai suoi occhi. Era involontariamente bellissimo, come bellissimo era quando dormiva. A tratti era difficile descrivere quanto le piacesse, e quanto lo trovasse ancora più bello proprio quando non se ne accorgeva. Era così innamorata, così colma di ammirazione nei confronti della sua metà, da non sapere neanche come metterlo in parole. Avrebbe potuto dire per tutta la vita quanto Raiden le piacesse, ma quelle manifestazioni non sarebbero comunque state neanche lontanamente adatte alla portata del sentimento che le esplodeva nel petto. Fuck! Un piccolo sorriso si dipinse sul volto di lei, mentre scivolava via da quella presa, passandosi il dorso della mano sulle labbra cercando di rimettersi in senso col fiato ancora corto. Tentò di ripulirsi al meglio, passandosi diverse volte le mani tra i capelli, per liberarsi di qualche nodo, dandogli il tempo di riprendersi. Gli accarezzò con dolcezza le cosce per un po', rimanendo là, tra le sue gambe, osservandolo con un'espressione dolce, colma di affetto. La fine di quei momenti - gli intermezzi - non avevano assolutamente nulla di malizioso tra loro; tutt'al più erano dolci, intrisi della consapevolezza che anche quello era un prendersi cura l'una dell'altro, rispettare i propri desideri, esplorarli, ampliarli. Si stese infine al suo fianco, posando la tempia sulla sua spalla, beandosi di quel semplice calore che il corpo di lui emanava. « Voglio rimanere un attimo così. » Era bello stare così, semplicemente in silenzio, a scambiarsi teneri baci e carezze. « Per tutto il tempo che vuoi. » Mia allacciò un braccio attorno al torso di lui, prendendo ad accarezzargli il braccio opposto con pacatezza. E quindi non disse niente. Non sentiva il bisogno di farlo. Piuttosto ricercava le sue labbra, spostando poi le dita ad accarezzargli dolcemente i capelli umidicci, sistemandoglieli sulla fronte. « Te lo ricordi che mi sei piaciuta fin dal primo momento, vero? » Annuisce divertita. « Anche tu mi piacevi. » C'era qualcosa tra loro. Non avrebbe saputo cosa, perché ai tempi, Mia non ci pensava consapevolmente. Le piaceva stare in sua compagnia, ridere e prenderlo in giro. Le attenzioni di Raiden non erano state mai sgradevoli e indesiderate. Non so perché ci ho messo così tanto per arrivarci. Forse in realtà non ci pensavo perché non pensavo avessi voglia di uscire con quelle di Hogwarts. In fondo il College era così pieno di stimoli, e tu, di certo, non avevi poi così tanti problemi a tornare con qualcuna in stanza. I tuoi amici lo dicevano sempre "cosa gli farai tu alle donne, Raiden!" Ecco immagino che mi sono fatta l'idea che io per te ero tipo una di quelle cosine carine che non si prendono mai troppo sul serio. Io ne ero certa! Non ci ho neanche lontanamente pensato. E infatti, già ai tempi, Mia, il suo ruolo l'aveva assunto senza problemi, facendo domande e chiedendogli consigli, per lo più su questioni superficiali. Aveva però tanta voglia di stare in sua compagnia. Non sapeva perché, né si faceva poi molte domande. Erano amici. Si trovavano bene. Ma forse, era Mia l'unica a non essersi accorta, l'unica a connotare quella loro vicinanza come amicizia. Avrebbe dovuto capirlo. Le battute degli altri non erano mai solo battute, vero? Tu volevo quanto meno fare ciò che abbiamo effettivamente fatto la prima volta. E gli altri lo sapevano. Se ne erano accorti tutti. Tranne me. « Cioè.. hai capito in che senso. Eri molto bella quella sera. » L'aveva capito. Tardi, ma l'ho capito. Ed era frustrante, rendersi conto di aver comunque sprecato del tempo per semplice stupidità e un'evidente dose di ingenuità. Le carezze di Raiden, fattesi più insistenti, la portano a mordicchiarsi il labbro inferiore, esalando del leggeri gemiti il cui soffio bollente s'infrange contro il volto di lui. I wanted to touch you so badly. It's like somehow I knew even without actually knowing it that your body would fit so perfectly in my arms.. in my hands.. in my mouth.. or wrapped around me. Inarca la schiena, inebriata da quei leggeri tocchi e baci che ci concentrano attorno ai suoi punti più sensibili, mentre porta le dita a intrecciarsi tra i suoi capelli. L'istinto di avvicinare il bacino a quello di lui è immediato, scossa da un improvviso desiderio che le ribolle pian piano nelle vene. Trovato il contatto con la coscia di lui schiuse le labbra, Mia, colta dalla necessità di ricercare quel contatto mentre le dita della mano libera ricercavano senza vergogna alcuna il contatto con la sensibilità di lui, stimolandone le terminazioni con movimenti lenti e leggeri. Voleva sentirlo nuovamente pronto, unirsi a lui in quel contatto ultimo che li faceva sempre sentire così vicini da sembrare quasi inglobati l'uno nell'interiorità dell'altro. It was so frustrating. There was always something or someone cutting my way to you. I just needed the right moment, you know? But there was always some stupid dude trying to hit on you, or your friends needing hell-knows-what, or your fucking curfew.. Se solo avesse aperto gli occhi, se solo si fosse concessa di vedere oltre quella pattina superficiale che condividevano insieme in quei momenti spensierati, si sarebbe resa conto della portata di quel desiderio. Al pari di chiunque altri, aveva sempre desiderato essere voluta in quella maniera, fondersi a qualcun altro in maniera così totalizzante. Non invasiva, ma non per questo meno irrimediabile. Raiden era sempre stato lì, ma lei era distratta, altrove, con la testa tra le nuvole. Forse non era neanche pronta a darsi nella maniera in cui è effettivamente avvenuto. Le ci è voluto tempo per arrivarci, per volerlo, per sentirlo, per capire cosa comportasse stare così dentro una relazione. E quindi ricercò ulteriormente il contatto con la coscia di lui, muovendosi con un ritmo più cadenzato e impaziente, esercitando su di lui la stessa urgenza. I didn't have a clue. I was convinced you weren't attracted by me.. Parole spezzate, che gli rivolse con un'espressione leggermente mortificata. So fucking stupid.. and blind.. Il tempo non lavava via l'onta di quella vergogna. La rabbia che portava con sé le troppe occasioni che avevano sprecato. I didn't want to be one of those dudes.. trying to drag you into some dirty alley to screw you quickly. I wanted to fuck you nice and slow. E lì, lo lasciò farsi spazio tra le sue gambe, ridacchiando appena nel gettare lo sguardo negli occhi di lui mentre le sistemava un cuscino sotto il divano. Nice and slow.. I may have just found the ultimate romantic. Un tono scherzoso il suo, che tuttavia nascondeva una verità innegabile. Mia e Raiden tiravano il meglio l'una dall'altro. Presi singolarmente non erano né particolarmente appiccicosi, né spudoratamente romantici; insieme, tuttavia, erano vergognosamente smielati e soprattutto innamorati, così tanto da non riuscire a stare lontani. Si tenevano quelle cose principalmente per loro, e mai tutto ciò aveva effetti sul mondo esterno, ma era evidente che insieme fossero due persone inclini ad abbandonarsi a una forma di romanticismo estremamente intima e totalizzante. I like it. You being.. just.. you. Una dichiarazione che andava ben oltre il semplice piacere. Mia lo adorava, così tanto che la sola idea di averlo quasi perso, la mandava in cortocircuito. Prima di conoscerlo, era semplice. Adesso, tuttavia, si sarebbe sentita persa, come se avesse perso un braccio o le fosse stato fatto il peggior torto mai esistito. Intrecciò quindi le abbraccia al suo collo non appena le fu abbastanza vicino da potersi aggrappare a lui, gettandosi in quel bacio con tutta se stessa, inarcando la schiena ulteriormente ad ogni tocco di lui. Il contatto con l'intimità di lei, la portò a cercare un contatto simile su Raiden, percorrendo con una certa impazienza la lunghezza di lui, lasciandosi inebriare da quelle piacevoli risposte, soffiando sulle sue labbra esalando suoni estasiati, non appena i loro movimenti si intensificarono. See? Just like this. Intrecciò le dita ai suoi capelli, godendosi quelle sensazioni; stimoli che provenivano tanto da lei quanto da lui, in un connubio totalizzante, di cui non riusciva a fare a meno. Do you like it when I take you slowly? When I come inside of you and then keep going? Ad ogni tocco delle loro intimità, Mia riusciva a percepire la netta sensazione di quella trepidante attesa. Annuì, rivolgendogli un'espressione che sembrava esprimere una muta preghiera, che tuttavia non esplicitò. Lo amava; amava quel gioco, quel tono dolce con cui ricalcava i gesti che più davano piacere ad entrambi. Ed era vero; le piaceva da morire. Raiden era paziente, dolce, ma tutto ciò le donava solo un'aria più sicura, più solida. La sua indulgenza e posatezza erano per Mia alcuni dei tratti che più trovata più belli in lui. Poi c'era la temerarietà, quel andare piano senza mai fermarsi, che si intravvedeva anche nella loro dimensione più intima. Un attesa costante e calcolata, che tendeva le sue terminazioni nervose al limite.
    Nel esatto momento in cui si fusero, Mia si morse il labbro, percependo vividamente il piacere di lui tanto quanto il proprio. È improprio parlare di piacere individuale in quegli istanti. Tra loro, l'unione, quel momento d'incontro, è una comunione condivisa, in cui non c'è un dare e un avere. È una sensazione compartecipativa in cui ciascuno mette il proprio per creare quelle sensazioni uniche in grado di percuotere nella medesima maniera le interiorità di entrambi. Solleva appena il bacino per andargli incontro, mentre si aggrappa alle sue spalle per tenerselo vicino. Vuole respirare la sua stessa aria, avere le sue labbra a portata, poterlo guardare proprio così, da vicino, ammirandone la naturale bellezza. You feel so fucking good.. Un sussurro acuto, gentile, dolce, che si infrange contro il viso di lui, mentre lascia una scia di baci dalla tempia al mento, adattandosi al suo lento movimento, senza tuttavia nascondere l'impazienza che nutre il suo sfrenato desiderio. Do you want me to do it again? To fill you up just right? Sgranò appena gli occhi, ricercando il suo sguardo con insistenza, annuendo con un'espressione inebriata dalle piacevoli scosse di piacere che continuava ad avvertire. Yes, please! Una risposta che esalò con una patina di disarmante candore, circondandogli il viso con entrambe le mani. Lo osservava con muta ammirazione, lasciandosi scappare leggeri gemiti di goduria mentre stringeva le sue guance con insistenza, quasi come se in quella maniera potesse immortalare il suo viso per sempre. Mia amava il suo viso, quelle microespressioni sul suo volto che lasciavano trapelare molto più delle parole. Parlava poco, ma ciò non rendeva Raiden impenetrabile. Bastava prestare attenzione, esercitare pazienza, essere a propria volta temerari. Io voglio essere più paziente. Voglio essere più attenta. Voglio renderti così dannatamente felice. Andò alla ricerca del suo bacio con più foga, ricercando la sua lingua, esplorandolo con maggiore pathos, andandogli incontro con sempre più desiderio. Voleva inglobarlo, renderlo suo tanto quanto lei si sentiva sua. I'm so in love with you, baby. You're gonna drive me crazy. Sussurri e carezze, che la portarono a spostare le dita prima tra i suoi capelli, poi lungo la sua schiena e sul suo petto, lasciandosi travolgere da quelle sensazioni inebrianti, soffiando in maniera sempre più cadenzata. Man mano che impostavano un ritmo andando l'uno incontro all'altra, Mia si ritrovò a sentire l'emergenza di stringerlo di più, di avere sempre di più. E ad un certo punto strinse i denti, sentendosi stuzzicare proprio nel punto più sensibile, mentre un gemito più sonoro riecheggiava nella quiete del salotto. Di scatto portò nuovamente entrambi i palmi sulle guance di lui. I love.. everything.. about you. Tra respiri spezzati da gemiti sempre più persistenti, ricerca il suo sguardo con sempre più insistenza. Fuck! Every inch of you. Your taste. Your breath on my skin.. your voice.. God your voice turns me on like nothing else. When you talk to me like that I want you to fuck me so bad. Strofinò il naso contro il suo inarcando ulteriormente la schiena per andargli incontro spostando di colpo una mano sulla sua natica incalzandolo ad aumentare il ritmo. Why are we so fucking stupid, huh? Una domanda che esala prima di una risata colma di estasi. We are so fucking good together. There's not a thing I don't like about us. Since the beginning. Gli spostò una ciocca di capelli dal viso mentre esercitava una maggiore pressione sulla sua natica. We’ve been good since the first time. I couldn’t think of anyone. I didn’t want anyone. You were like a break record in my mind. I just wanted you inside me again.. just - like -that. Fuking me.. nice.. and - fuck! - slow.. Chiuse gli occhi, mordendosi il labbro, compressa in un tumulto sempre più evidente. Right there.. baby. Comunicare i propri desideri non era semplice per Mia, specie in quei momenti. Eppure, ogni qual volta esplicitasse esattamente cosa Raiden stesse facendo in maniera giusta e quando toccava le corde giuste, era estremamente piacevole ed eccitante. Non a caso annuì con più convinzione osservandolo con un'espressione che volgeva verso l'emergenza e una muta preghiera. Keep going. Please, don't stop. Cercava disperatamente di provare quel brivido fino in fondo, arrivarci, consapevole del fatto che quel piacere non le apparteneva interamente, e che, volente o nolente, non solo Raiden ne avrebbe tratto un piacere psicologico, ma anche fisico. Contrarsi attorno a lui, divenne inevitabile dopo un po', mentre stringeva la carne di lui con più insistenza. Ma tentò comunque di ritardarne gli effetti il più possibile, restando in quel limbo cosmico che la faceva impazzire. I'm.. I'm.. so.. Le frasi divennero man mano più sconnesse, mentre sentiva distintamente quel climax arrivare. Sensazioni che tentò di intensificare ulteriormente, raggiungendo la propria sensibilità esterna, aggrappandosi altrettanto al suo braccio mentre affondava il volto nell'incavo sul collo. Quanto di più famigliare conoscesse, che aveva imparato ad amare, era lì. L'odore della sua pelle, il suo respiro, la sua voce, i suoi gemiti che si mischiavano a quelli lei. La sensazione totalizzante dei loro corpi completamente fusi. Ad un certo punto la pressione fu tale che lasciarsi andare fu inevitabile. L'ondata di piacere la travolse, permettendo a quel momento di liberazione di manifestarsi senza remore, gettandosi sulle sue labbra con famelico desiderio, mentre si lasciava ricadere, riversa sul pavimento senza tuttavia sentire il bisogno di lasciarlo scivolare via. Non ne aveva mai abbastanza, e famelica, lo dimostrava gettando tutta la tensione di quel climax in quel bacio umido, atto a lasciarli senza fiato. Se le fosse stato permesso di sparire dentro di lui, di fondervisi anche solo per un po', Mia lo avrebbe fatto, tanto sentiva di amarlo di voler stare con lui. Dopo diverso tempo in quella posizione, un sorriso spensierato la portò a dar sfogo a una risata di pura gioia, mentre si passava le mani tra i capelli umidicci, osservandolo con una certa fierezza.
    3f024cb4eb91ca09527ba6aa6881c5b2
    I want to be on top! Gli disse di scatto alzandosi appena per fare una leggera pressione sulle sue spalle, portandolo a ribaltare la situazione. Si posizionò sopra di lui, agganciando le braccia al suo collo, per poi oosservarlo con un'espressione divertita e al contempo famelica, mentre strofinava il naso contro quello di lui. I want you to come inside me and fuck me until everything stays there. Until you'll have enough of me. Asserisce di scatto mentre scivola sopra di lui, avvolgendolo completamente, cercando si muoversi da quella posizione in un moto circolare, atto a stuzzicare entrambi in maniera diversa, gemendo appena sulle sue labbra. Da quella posizione, Mia aveva completamente la situazione nelle proprie mani. Doveva ammetterlo: il passaggio di testimone non le dispiaceva, e metterci a sua volta la stessa carica ricevuta era una sensazione che la elettrizzava oltre misura. C'era impegni e dedizione in quegli atti, e c'era un'enorme voglia di fare sempre di più. If you're gonna ruin my favorite rug, it must be worth it. Solo allora prese a muoversi, con un ritmo ben più incalzante rispetto a quello usato da Raiden inizialmente. And you're worth that and much, much more. Prese a muoversi più velocemente, lasciando scorrere le mani lungo il suo petto, sulla sua schiena, tra i suoi capelli, conducendo a propria volta quei movimenti a modo proprio, alla ricerca del piacere di lui tanto quanto del proprio, ricercando costantemente il suo sguardo, respirando la sua aria, lasciandosi completamente inebriare da quell'atmosfera carica di piacere, ma anche di promesse che si erano fatti costantemente durante la serata. Promesse, quelle, che era certa non sarebbero cadute nel nulla. Mia voleva tutto. Le buone e le cattive; le brutte e le belle. Voleva tutto il pacchetto, e intendeva prenderselo per intero, senza remora alcuna. Give me everything.. please. Teach me everything. Cosa quel tutto significasse di preciso, in quali circostanze e quando sarebbe arrivato, non le era dato sapere. Ma io lo voglio lo stesso, perché voglio te. E ti voglio per sempre.




    Edited by « american beauty » - 12/12/2021, 02:55
     
    .
  11.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    Quel suo modo di fare, quella pazienza con cui Raiden impostava spesso la sua dinamica intima con Mia, non era una coincidenza. Fin dalla loro prima notte insieme quell'elemento c'era sempre stato. Era tutto partito con un bacio, con il modo in cui all'interno di quell'ascensore fermo, il giovane Yagami aveva fatto precipitare il silenzio nell'ambiente, conducendo lentamente le mani di Mia e le proprie in carezze leggere sulla pelle di entrambi. All'epoca non poteva certo dire che si trattasse di un sentimentalismo, e forse anche adesso il sentimento era solo una delle tante componenti in ballo. Ma la necessità nasceva da tutt'altro, e per quanto bizzarra potesse sembrare la sua radice, il punto di arrivo non era né stupido né tanto meno scontato. Il giovane Yagami era stato forzato in giovane età a controllare la propria parte più impulsiva senza cedere alla foga di un istinto; questo insegnamento, ovviamente, gli era stato impartito in tutt'altro campo, ma in lui aveva attecchito a sufficienza da diventare una componente quasi essenziale del suo modo di agire. Una volta uscito da Iwo Jima, lui e i suoi compagni si erano ritrovati a briglia sciolta all'interno di un mondo che gli offriva tutto ciò che potessero desiderare, e prevedibilmente vi si erano fiondati sopra come avvoltoi. Ciò che gli era stato precluso per quasi due anni, adesso era semplice da ottenere. Una donna, ad esempio, poteva essere comprata per qualche ora - il suo corpo e il suo consenso, anche quelli potevano essere presi sborsando qualche galeone. Ma pure chi non faceva del sesso un mestiere era altrettanto facile da ottenere: con la forza, con la coercizione o, per i più fortunati, con il fascino. Quel momento, quello spaccato di vita così fugace e così altamente inosservato, era stato in realtà per Raiden la cifra di ciascuno di loro. Forse perché appunto, lui sembrava aver assimilato da Iwo Jima molto più di tanti altri e molto più in profondità. Aveva imparato, ad esempio, che proprio nei momenti di fragilità si vede la vera essenza delle persone. E quello lo era stato, sebbene tutti tendessero a pensare il contrario. Quale fragilità doveva mai avere un manipolo di soldati che aveva appena vinto una guerra e si trovava tutto il mondo ai propri piedi? Ma noi, fragili lo eravamo eccome. Perché per quanto volessimo dirci il contrario, eravamo stati usati e continuavamo ad esserlo. Nessuno di noi sapeva davvero cosa stesse facendo o perché, ma ci consolava l'idea di farlo per un fantomatico paese di cui non sapevamo nulla. Se ci fossimo fatti delle domande, saremmo crollati. E non potevamo, non dopo tutto ciò che ci avevano fatto e che avevamo fatto a nostra volta. Forse ci terrorizzava anche l'idea di essere davvero liberi, di non avere nessuno che ci dicesse cosa fare e come pensare. D'altronde, a pensare per conto nostro, nessuno ci aveva abituati. Ma l'uomo non può vivere in cattività, e se non può avere la propria libertà da una parte, se la prenderà da un'altra. Questo i nostri superiori lo sapevano, e volevano che fosse così.. perché faceva comodo. Era un sistema di controllo talmente sottile e collaudato da risultare inespugnabile. Loro schiacciavano noi così che noi potessimo schiacciare gli altri per esercitare la nostra libertà e mantenere al contempo il potere costituito. E quelli che noi schiacciavamo, probabilmente avrebbero schiacciato chi si trovava sotto di loro. Molte di quelle implicazioni, Raiden le aveva comprese solo in seguito, ma qualcosa lo aveva afferrato fin da subito: per alcune persone, la misura della propria libertà era quanto potere potessero esercitare sul prossimo, e a discapito del prossimo. All'epoca aveva guardato a quell'atteggiamento come ad una disposizione dei singoli - una loro debolezza morale -, e solo in seguito avrebbe capito quanto di sistematico ci fosse in quel fattore. Tuttavia di una cosa era certo: lui non voleva essere così, e non lo era. Non aveva in sé quella fragilità che lo portava a far forza sul prossimo per sentirsi più potente e dunque più libero; forse perché per lui la libertà era qualcosa di diverso, qualcosa che non poteva esistere se non in maniera condivisa. E questo, insieme a tante altre cose, si era andato automaticamente a riflettere nel rapporto che ciascuno di loro aveva col sesso opposto. Dove molti vedevano il sesso come un metodo per esercitare il proprio controllo, Raiden invece vi vedeva uno spazio di condivisione che potesse davvero rendere libero chi vi stava all'interno. Se qualcuno gli avesse chiesto di chiudere gli occhi e descrivere le sensazioni che associava al concetto di libertà, Raiden avrebbe risposto: la pace, il silenzio, e la calma. La libertà era quel momento in cui si lasciava da parte la foga di ottenere qualcosa, pensando soltanto a vivere appieno il proprio presente - fosse stato anche solo della durata di un attimo. Libertà era non sentire il bisogno di riempire i silenzi, lasciandosi indietro ogni costrizione o preconcetto. E in quei silenzi, in quella calma, si era tanto liberi di ascoltare se stessi quanto di lasciarsi ascoltare. Raiden trovava piacere nel fare esattamente questo. C'era qualcosa di estremamente eccitante in quei tocchi, che proprio in virtù della loro delicatezza sembravano isolarsi e farsi più intensi, rendendo coscienti di ogni cellula del proprio corpo e di quello altrui. La forma più alta di libertà è potersi mostrare a qualcuno senza paura, e venir accettati. Lui non aveva mai sentito il bisogno di affermare il proprio potere o la propria forza su Mia per sentirsi più libero - o forse soltanto più uomo, qualunque cosa ciò significasse -, perché dentro di sé credeva che quel potere non valesse la pena di essere detenuto, né avesse senso di esistere in quello spazio. Però aveva sentito il bisogno di connettersi a lei, di avvicinarla e farsi desiderare da lei. Non era proprio quello il bello? Farsi volere da qualcuno? Io di foga ne ho vista tanta - pure troppa. Di quello straniamento che si prova quando tutto succede troppo velocemente e vuoi solo rincorrere un obiettivo, ne so meglio di chiunque altro. Ma la bellezza, quella vera, sta nel prendersi il tempo di apprezzare ogni istante - di percepire ogni respiro, ogni tocco, ogni bacio, ogni parola. Per lui non c'era nulla di più eccitante di quell'ipersensibilità totalizzante - di quel sentire in maniera così profonda e precisa il proprio corpo e quello altrui. Forse perché così era anche più semplice discernere tra i mille stimoli e capire cosa piacesse all'altro, aumentando di conseguenza il piacere e l'eccitazione di entrambi in maniera esponenziale. Yes, please! I'm so in love with you, baby. You're gonna drive me crazy. Sentirsi amato e desiderato da lei aveva puntualmente in Raiden un effetto come magico: lo accendeva e lo appacificava al contempo, creando una commistione così deliziosa che poteva quasi essere definita una droga. Andò dunque incontro al bacio di Mia con passione, aumentando sempre più le spinte del proprio bacino nell'impostare un ritmo crescente tra le loro intimità. I love.. everything.. about you. Fuck! Every inch of you. Your taste. Your breath on my skin.. your voice.. God your voice turns me on like nothing else. When you talk to me like that I want you to fuck me so bad. Amava quella sensazione: il calore tanto fisico quanto emotivo che provava nell'essere accettato dal corpo di lei, percependo quelle contrazioni intorno alla propria sensibilità che sembravano volerlo stringere e trattenere in quel caldo abbraccio. I love you, baby. I love you so much. Proferì quelle parole come un soffio sulle sue labbra, rincorrendo i baci che si scambiavano e il ritmo pulsante dei loro corpi che chiedevano disperatamente di fondersi l'uno nell'altro. Why are we so fucking stupid, huh? We are so fucking good together. There's not a thing I don't like about us. Since the beginning. We’ve been good since the first time. I couldn’t think of anyone. I didn’t want anyone. You were like a break record in my mind. I just wanted you inside me again.. just - like -that. Fuking me.. nice.. and - fuck! - slow.. Gli occhi di Mia si chiusero, portando un sorriso di pura estasi sulle labbra di Raiden, che prese a dare a quel ritmo lento e incalzante delle spinte più profonde, beandosi del rumore che ciascuno di quegli affondi provocava. Right there.. baby. Sorrise ancora, sentendo l'eccitazione montargli in petto tramite il cuore che gli correva a duemila. Here? Like this? La incalzò, con la voce bassa spezzata dal piacere, mentre continuava ad andarle incontro - scivolando lentamente col bacino lontano dal suo solo per poi affondarvi ogni volta con più insistenza finché quel gioco non lo portò naturalmente a ricercare un ritmo più sostenuto. Keep going. Please, don't stop. Gemiti spezzati e incontrollati cominciarono ad abbandonare le labbra di lui mentre i loro corpi si avvicinavano sempre più al climax di quel piacere, ricercandolo disperatamente. E quando lo ottennero, fu totalizzante. Scosso dalla potenza di quelle sensazioni, Raiden si tuffò con le labbra su quelle di Mia, baciandole, mordendole e succhiandole senza alcuna cognizione mentre il suo bacino si premeva quanto più poteva contro quello di lei, cercando il contatto più profondo che potesse ottenere nel torpore del piacere che si dispiegava. Pian piano che le sensazioni scivolavano dalle loro membra, quel bacio si fece più calmo, più tranquillo, inframezzato dai loro respiri pesanti e da qualche piccola risata liberatoria. Rimasero stretti l'uno all'altra, incapaci di abbandonare quel contatto così dolce e al contempo così passionale. Fuck, you feel so good! Esalò Raiden in un lamento quasi frustrato, mentre muoveva piano la propria intimità dentro di lei per sentire il piacere di quel contatto fattosi ancora più umido. I want to be on top! Ridacchiò, passandosi le mani tra i capelli imperlati di sudore mentre ruotava sulla schiena per darle modo di sedersi a cavalcioni su di lui. Senza remore né vergogna, perlustrò con lo sguardo l'intero corpo di Mia, umettandosi le labbra nel gettare infine gli occhi in quelli di lei. Quante volte le aveva detto che era bella? Già soltanto quella sera ne aveva perso il conto. Però era vero, e ogni volta che glielo aveva detto, lo aveva fatto perché se lo sentiva come un imperativo dritto dal cuore. I want you to come inside me and fuck me until everything stays there. Until you'll have enough of me. Mordendosi il labbro inferiore in un sorriso malizioso, Raiden andò a raggiungere con una mano la natica di Mia, stringendo la pelle tra le dita per guidarla in quel movimento su di lui. Oh baby.. I'll never have enough of you! Disse quelle parole come se le stesse correggendo un'uscita un po' sciocca - con tono serio ma bonario, prima di mollare un colpo sonoro col palmo sul gluteo di lei. La mano libera raggiunse presto la schiena della ragazza, spingendola verso di sé per dargli modo di prendere un suo seno tra le labbra e l'altro nel palmo della mano. Mh.. you don't know how much I love knowing that you're going around so full of my cum. It's a good thing I have lesson so early in the morning, otherwise I'd be tempted to fuck you before it, and I'd spend the whole two hours thinking of your panties getting wet with my cum while it slowly drips down of you. In tutta onestà.. non c'era menzogna in quelle parole. Probabilmente erano un po' esagerate, ma il concetto di fondo era vero. Ridacchiò, prendendo delicatamente tra i denti la punta del seno di Mia e tirandola appena mentre disegnava cerchi col pollice sull'altra. Le sue iridi guizzarono maliziosamente in quelle di lei. And I know you well enough to be sure that you wouldn't let me miss a second of it. Subito dopo aver proferito quelle parole, passò la lingua intorno alla sensibilità di lei, inglobandola poi con le labbra per continuare quel gioco con più insistenza. Ne era certo: se un'eventualità del genere si fosse verificata, il contatto lycan avrebbe reso per lui estremamente difficile concentrarsi a lezione - e Mia, dalla sua, era il tipo a cui su questa linea piaceva giocare parecchio. If you're gonna ruin my favorite rug, it must be worth it. And you're worth that and much, much more. Give me everything.. please. Teach me everything. In quel ritmo sempre più incalzate scandito dai gemiti di entrambi, Raiden le lasciò la strada libera per toccare ogni centimetro del proprio corpo, facendo a sua volta altrettanto. Everything? If I wanted to keep fucking you again and again, until I am satisfied, would you let me? Sollevò lo sguardo in quello di lei mentre le sue labbra si stringevano con più foga intorno al suo seno, stuzzicandolo con la lingua e i denti mentre l'altra mano vagava sempre più in basso, cercando la sensibilità di lei per fare altrettanto con le dita. Ogni movimento sembrava teso a dare quanto più piacere potesse all'altro, mischiando le sensazioni di entrambi in un mix talmente intenso da non lasciar loro la possibilità di distinguere cosa appartenesse a chi. Mentre lui la toccava, le lasciava al contempo la libertà di impostare il ritmo di quei movimenti sempre più frenetici. Even if you cum so much that you can’t even do it anymore? Mugolò languido con le labbra ancora piene del suo seno, intensificando i tocchi sui punti più sensibili del corpo di lei. Il bacino le andava incontro istintivamente, cercando sempre di più quel contatto profondo e i rumori ormai palesi delle loro intimità che si incontravano. Più giocava con lei e più la sua stesse mente entrava in uno stato di annebbiamento quasi ubriaco. So fucking wet.. Mormorò sulla pelle di Mia, stringendo la presa delle dita rimaste aggrappate al suo gluteo. Such a good girl - riding my cock so well. Keep going, baby. La incalzò con voce roca dal desiderio, rendendo i propri tocchi sempre più veloci e intensi mentre Mia faceva altrettanto col ritmo. Velocemente, ogni loro parola o movimento si fece più sconnesso, più impreciso - impregnato dal bisogno di sentirsi nella più totalizzante delle maniere, fino a far scomparire tutto ciò che gli stava intorno. Il crescendo inevitabile arrivò con forza dirompente, strappando dalla bocca di Raiden gemiti che non si curò di nascondere o attenuare in alcun modo. Tutti i suoi arti erano tesi ad andarle incontro, a fondersi con lei quanto più possibile, e se ne rese conto solo quando la sensazione cominciò lentamente a scemare e i loro movimenti a farsi più lenti fino a cessare. Abbandonò lentamente il capo contro il cuscino, facendo cadere le braccia lungo il corpo di Mia per tenerla docilmente in un abbraccio leggero senza tuttavia voler abbandonare quella posizione. La strinse senza dire nulla, dandosi il tempo di riprendere fiato e lasciarle qualche bacio tenero tra i capelli. I really cannot get enough of you. Soffiò senza fiato al suo orecchio, dopo un po', questa volta con tono più dolce, come ad implicare che il
    significato di quelle parole non fosse di natura esclusivamente sessuale. « Rimaniamo qui stanotte. » continuò sulla scia di quei baci, carezzandole piano la schiena con la punta delle dita. « Metteremo qualche ciocco di legna in più nel fuoco e ci prenderemo un paio di coperte pesanti.. ma sto bene qui. » E forse, quel qui, era solo apparentemente un luogo fisico. Forse in realtà era molto di più, e Raiden nemmeno se ne accorgeva. Ma perché dovevano andarsene? Perché dovevano abbandonare il tepore del camino? Certo, un letto sarebbe stato più comodo, ma quel soffice tappeto non era poi così terribile. « Voglio rimanere qua con te.. a parlare, a coccolarci, a fare l'amore.. finché non sorge il sole. Ce lo guarderemo insieme. » Forse in veranda con un caffè, o forse ci addormenteremo prima, ma non importa.
    Alla fine non si erano addormentati. Si erano procurati qualche coperta pesante ed erano rimasti lì sul tappeto del salotto. Per lo più avevano parlato e riso - un po' di tutto quanto, lasciandosi trascinare da qualunque via prendesse la loro chiacchierata senza porsi un punto preciso d'arrivo. Ogni tanto una carezza o un bacio di troppo li portava a fare l'amore di nuovo, lasciandoli alla fine ad accoccolarsi l'uno all'altra. Forse avevano pure chiuso gli occhi un paio di volte, ma non avevano mai veramente preso sonno. E quando il cinguettio degli uccellini all'esterno segnalò l'arrivo imminente dell'alba, Raiden si alzò, lasciandole la propria felpa e infilandosi i pantaloni della tuta per dirigersi in cucina e preparare un paio di caffè. Alla fine ci andarono davvero in veranda. Raiden si era avvolto il piumone intorno alle spalle, inglobandovi all'interno anche Mia in un'abbraccio tenero mentre se ne stavano lì a bere caffè e guardare il sorgere del sole tra le montagne. Forse in virtù di tutto ciò che avevano passato quella sera, quell'alba aveva il sapore di qualcosa di nuovo - come se il sole stesse spuntando a brillare non solo su un nuovo giorno, ma su un nuovo capitolo del loro rapporto, uno che nessuno di loro due poteva prevedere, ma che comunque a Raiden non faceva paura. Non sapeva cosa avrebbe portato con sé o come le rivelazioni di quella sera avrebbero cambiato la loro dinamica, ma sapeva di non aver nulla da temere insieme a Mia. Appoggiò il mento sulla spalla di lei, strofinando leggermente la punta del naso contro il suo profilo. « Io non cambierei nulla di come è andata tra di noi. » Disse, spezzando il silenzio con quella riflessione che forse poteva suonare un po' estemporanea, ma che nel filo di pensieri di Raiden aveva il suo senso. « Sono davvero felice, Mia. Tu mi rendi davvero felice. » E se tutti i momenti difficili erano in qualche modo necessari per arrivare fin qui, a me va bene. Rifarei tutto d'accapo. Non mi pento di nulla, delle cose che mi hanno portato a te, e ad avere tutto questo.

     
    .
25 replies since 12/11/2021, 23:24   356 views
  Share  
.