Pygmy Puff

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    Dopo l'ennesima festa di Natale - o meglio, dopo l'ennesima festa in generale - andata completamente a rotoli, la timida Camila era caduta in uno stato di profondo sconforto. Possibile che non ne andasse mai una per il verso giusto? Le pareva quasi di esser diventata uno dei personaggi de una serie di sfortunati eventi, solo... Nella vita reale. Anche in questo istante, pur trovandosi ad uno spettacolo per il quale ha acquistato i biglietti secoli fa, ritiene di non potersi sentire tranquilla sino in fondo, perché al minimo sospiro di sollievo potrebbe corrispondere la peggiore delle disgrazie. Sono diventata troppo pessimista, oppure è realismo allo stato puro? - forse più la seconda che la prima. Sorride appena, seduta nel proprio posticino comodo in terza fila, al susseguirsi delle varie band che - chi per la prima volta, chi ormai veterano - suonano i loro inediti del cuore. Crede quasi di essersi innamorata del quarto frontman, un ragazzo all'apparenza timido come lei ma, sul palco, con l'anima di un leone, quando infine scorge una presenza a lei familiare. Ha già visto quel tipo al Rifugio di Hogsmeade per Creature Fantastiche - lì dove ha adottato la puffola Pimkie da regalare a Daphne -, e poi l'ha incontrato nuovamente al Secret Santa organizzato da Veronica Rigby. Non le è stato presentato direttamente, ma crede di ricordare il suo nome. Chung - o comunque qualcosa di simile. Sembra una persona gentile e alla mano. Ha anche una bella voce. Cami, alla fine dello spettacolo, vorrebbe alzarsi e andarlo a salutare - questo solo se fosse una ragazza spigliata e senza freni inibitori. Dato che, al contrario, ne ha sin troppi, non muove un dito, limitandosi a raggiungere il fondo della sala senza dare nell'occhio - come sempre - e fuggendo dietro le tende rosse vellutate che separano il palco dal dietro le quinte. Lì lavora un'amica - si occupa di luci e scenografie - che le ha procurato i biglietti. Si chiama Cornelia ed è incredibilmente dolce con la Davis, motivo per cui la Tassorosso si reca a ringraziarla senza ulteriore indugio. «Ciao, scricciolo!!! Piaciuto lo spettacolo?», Cami fa su e giù con la testa, commentando: «Tantissimissimo! Non ti ho ancora ringraziata per i biglietti, Lia, che...», piccola pausa, dovuta al fatto che le pare di scorgere una presenza alle spalle dell'amica. «Che ne dici se - se andiamo insieme a berequalcosativa???», pronuncia le ultime parole della frase in fretta e furia, improvvisamente a disagio nel momento in cui sbuca fuori, proprio lì dove si trova lei - non dovrebbe trovarsi nei camerini dove le star si cambiano e cenano a fine spettacolo??? - il ragazzo che poc'anzi ha riconosciuto. «Bellezza, scusami, ho un sacco da fare qui. Devo smontare praticamente tutto e gli altri tecnici sono dei pesaculo incapaci, se sto qua ad aspettarli si fa Natale dell'anno prossimo.», Lia rotea gli occhi impaziente.
    Cami si affretta ad alzare le mani, dicendo: «Ma va - nonono, stai tranquilla! Tranquillissima! Giuro! Non ti preoccupare assolutamente, lo capisco, io...», ho un sacco di cose da fare? No, bugia. Oddio, che patetica che sono, non ho davvero nulla da fare e ho due paia di occhi puntati addosso in questo momento. Quel tipo penserà che sono pazza e Lia non mi inviterà mai più a nessuno spettacolo perché dai, chi se ne frega di mantenere l'amicizia di una persona che non riesce neanche a dirti di stare tranquilla e che non fa niente se non accetti il suo invito? «Dai chicca, ci vediamo presto. Buona serata! Un bacione anche a Cabi.», no, un attimo, e tu Caleb come lo conosci? E soprattutto perché lo chiami Cabi? Quello... E' il soprannome che gli ho dato io... Presa alla sprovvista dall'apparente legame tra Lia e il suo gemello - Caleb Davis - la piccola Cami rimane paralizzata al centro della stanza. Quasi dimentica che, a pochi passi da lei... «Oh ciaoscusaminon...», non - cosa, di preciso??? Oddio, Cami, riprenditi. Fa' un bel respiro. Pensa. Parla come se fossi un'adulta di venti anni suonati - cosa che, appunto, sei. O meglio, che dovresti essere. «Ti ricordi di me, vero? Ci siamo visti al Rifugio e-e-e al Secret... Santa, sì, ecco, allafestadiNata-le.», sembra che tu ti stia per affogare, Cami, perdinci, datti una calmata. Inspira. Espira. Calma. Un, due, tre: calma! Oddio, non funziona. Un, due, tre: calmissima... Niente, non funziona. Oddio, basta, che vergogna. Tra l'altro sei completamente rincretinita: certo che si ricorda di te, ti ha pure regalato una Puffola!!!. «Sai, la mia Puffola... Cioè, quella che mi hai regalato. Sta-sta benissimo. Quella rosa che avevo io... Cioè, non era la mia... Quello che voglio dire, insomma, è che... Uhm - ecco, Pimkie l'ho adottata per regalarla a Daphne Baker... La conoscerai sicuramente, è una bravissima giocatrice di Quidditch. Eccezionale, sì!», sorride e le brillano gli occhi quando lo dice. Parlare di altre persone, paradossalmente, sembra restituirle la calma tanto agognata. «Mentre un paio di giorni fa ne ho adottata un'altra ancora... Si chiama Polly ed è gialla come il sole... Con alcune sfumature arancionine che sembrano delle fiammelle...», no vabbè, ho veramente utilizzato l'aggettivo "arancionine". «Uhm, comunque complimentissimi - cioè, sei stato... Bravoacantare, sì.», come ci si sotterra in poche semplici mosse? «Da dove... Da dove prendi ispirazione per scrivere i tuoi testi - cioè... Li scrivi tu, vero? Uhm...», oddio, se non li scrive lui che figura hai fatto, Cami? Ma da dove ti viene in mente di fare domande del genere! Questo compito lascialo ai giornalisti, per Morganissima... «Frequentiilclubditeatropercaso? Noperchésochemoltiartistiesibitisiquestaseralofrequentano, sì.», non avrà capito una ceppa di quello che hai detto, ma vabbè, Cami, complimentoni per lo speaking.


    Edited by daydreaming - 27/1/2022, 22:15
     
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    Natale non era propriamente una festività che i Coreani avevano a cuore, anzi, piuttosto era vista come un primo San Valentino, in cui tutti si affrettavano a trovare un compagno per passare le vacanze assieme. Persino sua madre aveva prenotato due posti alla spa per passare una piacevole e rilassante giornata insieme a suo marito, mentre Léon aveva invitato Chung a casa di Valerie Harmon, una mezza pazzoide che il ragazzo aveva avuto il non piacere di incontrare alla festa al bowling. Quindi, giusto per non rimanere a casa completamente da solo a deprimersi, perché i suoi due coinquilini erano tornati dalle rispettive famiglie per festeggiare il Natale, Sun accettò la proposta del fratello, convinto che, al suo ritorno, avesse tempo per preparare il mini spettacolo per la serata al teatro di Hogsmeade, che si sarebbe svolta qualche giorno dopo.
    La sua previsione non fu molto lontana dalla realtà, solo che quelle ventiquattro ore in meno a Chung sembravano un’eternità. Infatti, la sua ansia da prestazione continuava a crescere, tanto da fargli passare un intero pomeriggio a parlare con la direttrice della sceneggiatura per accertarsi che tutto fosse a posto.
    Per questo spettacolo Sun aveva deciso di interpretare la canzone di Daechwita di Agust D, aggiungendo qualche barra nel mezzo per rendere il testo personale. Il tutto doveva essere ambientato nella vecchia Corea del Sud, dove Chung interpreta il re maligno che cerca di uccidere lo schiavo, che in realtà poi si scoprirà essere lui stesso ma da giovane.
    Sun pensava che un richiamo alle sue origini sarebbe stato perfetto per la serata, soprattutto per la canzone che sicuramente avrebbe fatto crollare tutto il palco a suon di “Daechwita”, l’unico problema era che prima di entrare sul palco si sentiva così agitato da poter cominciare ad urlare e finire la voce in un secondo. Però si doveva accontentare solo di sudare come un cammello e stritolare il microfono finché non sentiva il suo nome.
    eAsT6od
    Appena presa posizione, comunque non lasciò spazio a nessuno, perché se c’era una cosa che davvero sapeva fare, era quella di dominare il palco. Sicché con il suo solito sorriso malizioso, interpretò il personaggio fino all’ultimo secondo, come se August D avesse appena preso il controllo del suo corpo e lo stesse pilotando.
    “I’m a king, I’m a boss“
    è la frase che fece esplodere la platea in un sonoro giro di applausi, mentre lui flexava il suo bicipite sinistro e ballonzolava a suon di musica.
    Per non parlare del finale, che fu così epico, con tanto di sangue finto e macchina del fuoco, che Chung non poté trattenersi dal fare un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all’altro lato, per poi correre dietro le scene, dando il cinque a tutti i partecipanti del suo riquadro.
    “WOOOOOH! è stato una figata pazzescaaaaa!”
    Il ragazzo si prese la testa tra le mani, sconvolto dalla quantità di adrenalina che aveva in corpo in quel momento. Si sentiva indistruttibile, tanto da dover andare a ringraziare lo staff, ma soprattutto Cornelia, che era stata ad ascoltarlo per un’intera giornata, senza battere ciglio, molto probabilmente risultando anche un pazzo sclerato.
    “Cornelia! Scusa, hai visto Cornelia? No? Buon lavoro comunque, fantastico.”
    Alla fine la trovò ma, visto che stava parlando con una persona, aspettò saltando su sé stesso per non perdere neanche un minimo delle energie, anche se in quel momento sembrava esplodere. Essere sul palco era ancora meglio che andare in palestra, neanche potevano essere paragonabili.
    Poi si concentrò un momento, fermando il primo ragazzo dello staff che stava portando delle birre nei camerini, per poi prenderne una chiedendola gentilmente, anche se con tutta quell'energia di sicuro l 'ultima cosa che avrebbe potuto dire era no. Tra l’altro, mentre stappava la lattina, Chung si soffermò anche sulla ragazza con cui stava parlando Cornelia, e gli parve di riconoscerla, ma ne fu davvero convinto solo quando riuscì ad avvicinarsi un po’ di più e quasi non gli andò di traverso la birra. Camila, la ragazza che aveva trovato al Serraglio Stregato, in realtà le ricordava molto una sua conoscenza, tanto da fargli provare quell’impulso di doverla proteggere, nonostante fosse lui il primo che doveva provare a non farfugliare mentre parlava.
    Sicché, dopo un po’ di tosse e qualche colpo allo sterno per riprendersi, Chung riuscì a fermare Cornelia prima che se ne andasse, per dirle quanto le fosse riconoscente.
    “Sei stata davvero una grande stasera con tutta quella scenografia, grazie e grazie ancora, è stato una figata, soprattutto grazie a te.”
    Però lei, nonostante sembrasse altrettanto entusiasta, era palese che fosse scocciata dai suoi colleghi che non volevano darle neanche una mano per smontare un paio di luci e rimettere a posto la sceneggiatura. Chung le avrebbe dato anche una mano, se solo fosse stato a conoscenza di dove mettere tutti gli articoli, ma purtroppo sarebbe risultato soltanto un peso, e probabilmente avrebbe fatto meglio semplicemente ad andare a farsi una doccia veloce, per poi filarsela ed uscire di lì il più velocemente possibile, così che potessero finire. Però non voleva andare a casa, non ancora, come avrebbe fatto a sfogare tutto il suo buon umore leggendo un paio di fumetti o guardando un paio di film, su, non era possibile.
    Poi la voce della Davis, che a quanto sembrava era rimasta nella stanza, lo riportò alla realtà e gli fece venire in mente un’idea.
    «Ti ricordi di me, vero? Ci siamo visti al Rifugio e-e-e al Secret... Santa, sì, ecco, allafestadiNata-le.»
    “Certo che mi ricordo, Camila, giusto?”
    Commentò Chung, decisamente con un tono più rilassato del solito, mentre continuava a bere dei sorsi di birra, come se nulla fosse, come se in realtà non stesse parlando con una ragazza in carne ed ossa. Ehi ma ci sei o ci fai, la vedi?. Però la Davis per lui era proprio come vedersi allo specchio, tanto che quel suo modo di parlare, che sottolineava il suo imbarazzo, lo faceva sentire a suo agio, come se lui potesse perfettamente capire i suoi problemi e per questo non si sentisse sotto pressione. Probabilmente gli avrebbe fatto più effetto se Camila fosse stata una ragazza sicura di sé, lì Chung di sicuro avrebbe evitato la conversazione per non risultare stupido o “strano”.
    “Beh no, non conosco Daphne, in realtà…”
    Sun non sapeva minimamente di chi Camila stesse parlando, va bene che aveva molti amici tra i giocatori di quidditch ma la maggior parte delle volte non gli capitava mai di parlare con le ragazze, sicché si trovava un po’ a corto di informazioni, forse l’aveva vista una volta o due?
    “Ma la tua puffola come sta? Io ancora non sono riuscito a dare la mia con tutto il trambusto che è successo, anzi, forse è rimasta traumatizzata non lo so, dovrei comprarne un’altra forse?”
    Sinceramente Chung non sapeva cosa fare, la puffola aveva subito così tanti traumi quella sera che probabilmente non sarebbe più uscita da casa neanche per prendere una boccata d'aria. La cosa di cui era sicuro è che non avrebbe mai più portato degli animali con lui a delle feste perché se mister Spike fosse venuto, probabilmente alla fine della serata sarebbe finito arrosto o peggio. Neanche voleva pensarci.
    «Uhm, comunque complimentissimi - cioè, sei stato... Bravoacantare, sì.»
    “I-io? Ah, sì? Davvero? Ti è piaciuto?”
    Imbaraaaazzzoooooo. Va bene che Chung era al settimo cielo per aver fatto un grande spettacolo ma ogni volta che gli facevano dei complimenti finiva sempre così: guance rosse e occhi luccicanti. Per lui non poteva esistere complimento più bello, tanto che restava sempre scioccato quando le persone si facevano avanti per dirglielo. Infatti, anche in quell’occasione, si puntò il dito contro, per essere sicuro che la ragazza stesse parlando di lui, per poi gonfiare il petto orgoglioso, quando gli chiese come faceva a scrivere tutte quelle canzoni.
    “Allora, per quanto riguarda stasera, ho aggiunto solo alcune strofe, delle barre si dice in gergo, alla canzone originale…ma di solito scrivo tutto io, sì. Poi, se vuoi, un giorno te ne faccio sentire altre, tanto le ho sempre con me…”
    Chung si fermò perché prese coscienza di cosa aveva appena detto. Cioè lui aveva appena invitato una ragazza a sentire le sue canzoni? Bevi. Prese un sorso.
    Nel mentre un gruppo di ragazzi gli passò accanto stropicciandogli i capelli per poi saltargli addosso, facendogli tutti i complimenti possibili ed immaginabili e lui non potè far altro che ridere e sorridere ai suoi amici, che tutto erano fuorché come lui, decisamente invadenti.
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    “Ragazzi, ei, ei, con calma, ah, i capelli”
    “Aaaaah, il nostro ragazzo sta crescendo, diventerà una rock star con i fiocchi, vero Fred?” Commentò uno dei suoi amici, mentre il ragazzo, di cui era stata richiamata l’attenzione, si avvicinò a lui per mettergli un braccio intorno alle spalle e far finta di piangere, come una mamma fiera del suo fanciullo.
    “Sei così bravo, come faremo senza di te.”
    “Ma che dici, son sempre qui…”
    Commentò perplesso Chung, mentre ripensava ai suoi compagni di ballo che incontrava per lo meno una volta tutte le settimane, per poi guardare Camila, mimando uno “scusa” con le labbra. Prima o poi avrebbero finito di metterlo in imbarazzo, almeno così sperava.
    “Comunque, stavamo pensando, che ne dici se andiamo tutti a fare, che so, una bevuta, o una partita a bowling… per festeggiare la serata? Oh, oh, già, ho sentito di una festa in una discoteca di Londra, perché non andiamo?”
    Ash, maledetto Ash e le sue idee, come gli veniva in mente di andare a fare una partita a Bowling dopo quello che era successo prima di Natale, che era matto?
    Tanto che Chung, stava per prendere parola, pronto a dirgli che secondo lui non sarebbe stata una buona idea muoversi dentro il Toyland, ma Fred lo guardò dritto negli occhi, con uno sguardo che non avrebbe dimenticato tanto facilmente: o vieni o ti ci porto di peso.
    “Ok. Facciamo decidere a Camila. Se lei non viene, io non vengo.”
    Scaricabarile, bravo Sun, molto maturo. Però non era quella l’unica motivazione, perché poco prima, nonostante il ragazzo stesse cercando di farsi gli affari suoi, aveva sentito che Camila era stata bellamente scaricata da Cornelia. Quindi, da buon amico quale non ancora era, voleva integrarla in qualche modo nei suoi piani, così che potessero scambiare anche qualche parola e perché no DIVERTIRSI SEEEH, perché divertirsi dopo uno show del genere era fondamentale. LE BASI.

     
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    “Certo che mi ricordo, Camila, giusto?”, le guance della Tassorosso virano verso un colore molto simile a quello delle fragole. O meglio, direttamente delle ciliege mature: color vinaccia. Dopo aver annuito in risposta, Cami inizia a parlare della prima cosa che le passa per la testa in associazione a Chung: le Puffole Pigmee del Rifugio di Hogsmeade. “Ma la tua puffola come sta? Io ancora non sono riuscito a dare la mia con tutto il trambusto che è successo, anzi, forse è rimasta traumatizzata non lo so, dovrei comprarne un’altra forse?”, prende un bel respiro profondo, Camila, nel tentativo di calmare il proprio tono di voce sempre affrettato, quasi come se avesse fretta di riuscire a concludere le frasi nel minor tempo possibile, prima di rispondere: «Se... Se hai bisogno di una mano, so chi potrebbe aiutarti. Da cosa... Da cosa deduci sia rimasta traumatizzata? Non... Non saltella più?», domanda, ripassando mentalmente tutte le abitudini di Reddie e Pimkie. Di solito saltellano di qua e di là, mangiucchiano briciole di pane e dormono un'ora sì e un'ora no. «C'è un ragazzo al college, si chiama Leonard Lynch, frequenta Magizoologia. E' molto bravo con le Creature, saprà darti sicuramente qualche consiglio.», commenta, per poi aggiungere: «Oppure c'è Lilac Scamander, una...», un'altra giocatrice, come Daphne Baker. Sembra che gli sto facendo la lista della spesa della Lega di Quidditch, e in tutto questo magari non lo segue neanche! Magari non gli piace lo sport! Per Morgana, lo starò annoiando tantissimo. Forse dovrei inventarmi qualcosa, qualche scusa, liberarlo della mia presenza così che possa andare a casa a riposarsi - sicuro vorrà farlo, dopo uno spettacolo si è sempre un po' stanchi., «- giocatrice di Quidditch. So che anche lei si interessa molto alle Creature. Secondo me puoi trovarla proprio al Rifugio, ha.. L'altro giorno faceva pubblicità..», deglutisce, provando a tagliare corto sull'argomento, nel profondissimo timore che Chung non sia interessato a ciò che ha da dire - in fondo le ha fatto solo una rapida domanda, magari gli è passata per la testa in mezzo secondo, senza neanche rifletterci più di tanto; Camila invece ha tirato giù in risposta un poema che il trattato di Storia della Magia, a confronto, si legge in due righe. «Comunque, piuttosto che comprarla, ti consiglierei di adottarla. Al Rifugio ce ne sono tantissime abbandonate.. Poverine. Hanno soltanto bisogno di..», di un po' di affetto, coccole, amore e tranquillità, però se utilizzassi questi termini sembrerei una dodicenne che ancora crede alle favole - Perdinci, Camila, taglia corto! «- qualcuno.», tossicchia, volgendo lo sguardo alle spalle di Chung per non doverlo fronteggiare dritto nei suoi profondissimi occhi. La conversazione vira dunque verso lo spettacolo appena concluso, e la Tassorosso non si risparmia nel fare complimenti al cantante. E' stato davvero bravo, se li merita tutti. “Allora, per quanto riguarda stasera, ho aggiunto solo alcune strofe, delle barre si dice in gergo, alla canzone originale…ma di solito scrivo tutto io, sì. Poi, se vuoi, un giorno te ne faccio sentire altre, tanto le ho sempre con me…” , un giorno... Cosa?! Mi ha appena detto che mi farà sentire delle canzoni, o me lo sono sognato? No, un attimo, calma. Ma cosa intendeva, di preciso? Che me le farà sentire in anticipo, prima di metterle in scena sul palco? Pensa che io possa dargli qualche parere? Oppure è soltanto una persona gentile cui piace condividere i propri interessi? Oddio, oddio, non ci capisco niente. «Sarei - uhm... Oh. Io... Sì mi piacerebbemoltissimodavvero.», si mordicchia il labbro inferiore, per poi dissimulare la propria sorpresa con una domanda: «Dove.. Dove trovi ispirazione per scrivere le nuove barre? E sulla base di cosa decidi di inserirle in una canzone piuttosto che in un'altra? Scus - cioè, scusamisesonodomandestupide.», porta le mani avanti, sottintendendo che, qualora fossero effettivamente delle domande inutili, non sarà in alcun modo vincolato a rispondere. “Aaaaah, il nostro ragazzo sta crescendo, diventerà una rock star con i fiocchi, vero Fred?”, la loro conversazione impacciata viene interrotta da un gruppo di ragazzi. Le guance di Camila non potrebbero essere più in fiamme di così. “Sei così bravo, come faremo senza di te.” “Ma che dici, son sempre qui…” “Comunque, stavamo pensando, che ne dici se andiamo tutti a fare, che so, una bevuta, o una partita a bowling… per festeggiare la serata? Oh, oh, già, ho sentito di una festa in una discoteca di Londra, perché non andiamo?”, assiste passivamente al loro scambio, facendo qualche timido passo indietro. Con un po' di fortuna, Cami riuscirà a raggiungere la porta del dietro le quinte senza dare nell'occhio - sarà come se non fosse mai stata lì, come se non fosse mai esistita. “Ok. Facciamo decidere a Camila. Se lei non viene, io non vengo.”, rimane impietrita da quel colpo di scena assolutamente non previsto. Si ridesta come da un sogno, la giovane Davis, guardando dritto negli occhi Chung - per la prima volta nel corso dell'intera chiacchierata. Sta... Sta parlando di me...? Non è che c'è qualche altra Camila qui dentro? No - oddio, sta davvero parlando di me. Oddio, mi stanno guardando tutti. Devo rispondere qualcosa. Ma... Cosa? Per Morgana, non al Toyland, dopo l'ultima volta... Preferirei evitare eventuali altre risse. Vabbè che le risse possono scoppiare ovunque, se proprio dobbiamo dirla tutta. Oddio, cosa dico? Non posso mica convincerli a prendere un caffè da Starbucks: qui sono tutti sul "piede di guerra". Discoteca o bevuta - discoteca o bevuta. Cosa scelgo? «Io... Ehm.. Grazie per l'invito. Per me.. Cioè, secondo me... Sì, potremmo andare, ecco..», gli occhi di tutti i presenti sono puntati su di lei. « Quindi? », domanda quello che ha tutta l'aria di essere Fred. « Tranquilla, principessa, non ti mangiamo mica. Allora, vieni o no? », mi-ha-chiamata-principessa? - non si sa quale assurda forza d'animo la guidi, ma Camila riesce a non svenire. «Credocheunabevutapossaandarbene.», dice d'un fiato, per poi essere letteralmente trascinata da Fred verso l'uscita. La prende a braccetto e inizia a farle una sorta di terzo grado: « Allooooora, sei Camila, giusto? Quanti anni hai? Da dove vieni? Frequenti il college? Voi due - », indica Chung, « - come vi conoscete? Perché non ci ha mai parlato di te? Sembri simpatica. Quando parli. », e via di grasse risate, con il chiaro sottinteso che, non parlando quasi mai... Quindi vuol dire che non sono simpatica? Oppure che, quando parlo - e ogni tanto lo faccio, dai, sono mezza costretta! - lo sono, e che quindi dovrei parlare di più proprio perché riesco a dire delle... frasi simpatiche? Oddio, ma perché devo prendere alla lettera tutto quello che mi dicono?! - scrolla la testa, Camila, per poi rispondere con un laconico: «Urca. Non mi basterebbe la serata intera per spiegarti tutto per filo e per segno.. Facciamo che rispondo solo all'ultima domanda: cisiamoconosciuti a-al Rifugio. E poi c'è stato il Secret Santa e..» « Allora, bella gente, siamo arrivati. Sto posto è una figata pazzesca, chiedo di farci preparare un tavolo. Oh, a proposito, io sono Hannah.», l'unica altra ragazza presente nel gruppo si presenta a Camila, prima di entrare nel suddetto locale. « Ed è una gran figa. », commenta un altro dei ragazzi, una volta al riparo dalle orecchie di Hannah. « Secondo me stasera me la dà. » « Ma sei scemo Chris? Hannah è cotta di Chung. », Cami cerca di annullarsi mentre ascolta quei discorsi, finge quasi di essere in apnea. Uno, due, tre... Inizia a contare mentalmente. Quanto tempo riesco a resistere senza respirare? - e alla fine niente, è costretta a dare aria ai polmoni, per non svenire. « Avanti, stronzi, entrate! Ho bloccato un tavolo per dodici. Oh - cazzo, un attimo. », rientra subito, dice qualcosa al cameriere, e poi fa di nuovo cenno agli altri di entrare. « Cento per cento che si era scordata della nuova. », dice un tipo, riferendosi a Cami.« Ma stai zitto, coglione. Piuttosto, caccia fuori i venti Galeoni che mi devi. Ed evita di dare aria alla bocca per sparare cazzate. Andiamo, dai. », Hannah prende a braccetto Chung e si dirige verso l'interno del locale, sistemandosi... Al centro del tavolo. « Uhhhh, c'è qualcuno che ha manie di protagonismo, qui. », Hannah rivolge una linguaccia a Fred. « Daje, regà. Primo giro offro io. Giochiamo a "non ho mai"? », coro di applausi in risposta al tizio - Cami capta di sfuggita il suo nome: Ash.
    « Meno male che c'è Ash. Comunque io voto sì. E comincio io! » « Figuriamoci. », Fred rotea gli occhi. Poco dopo, un cameriere porta al tavolo due bottiglie di vodka liscia, una di rum e una di tequila, svariate patatine, salatini e noccioline. « Vediamo. Uhm... Ci sono. », arriccia le labbra, Hannah, in un'espressione assolutamente soddisfatta. « Non ho mai tradito. », la sua affermazione è seguita da cori di non ci credo e di ma dai. Ad ogni modo, non beve quasi nessuno, tranne un tipo di nome Kyle. « Lo sapevo che eri uno stronzo, Ky! » - il gioco continua così per svariati turni, finché non arriva quello di Camila. « Vai tranquilla, devi solo dire una cosa che non hai mai fatto. Chi non l'ha fatta non beve, chi l'ha fatta beve. », la Tassorosso, che già inizia a sentirsi leggermente intontita per l'effetto dell'alcol, borbotta qualcosa tipo okay, ce la posso fare. Alla fine dice: «Io... Non l'ho mai fatto.», tutti la guardano... Leggermente sconvolti. E bevono. No, vabbè. Ho appena rivelato di essere vergine, una cosa estremamente personale, ad una platea di sconosciuti? - tuttavia, è plausibile l'abbia fatto davvero. Cami non è abituata a bere, già un semplice sorso di vodka la manda su di giri. Per tutte le Puffole Pigmee, che situazione!



    Edited by daydreaming - 16/2/2022, 20:23
     
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    Ormai le puffole erano diventate il suo pane quotidiano, tirava fuori l’argomento ogni volta che c’era un momento di silenzio ma non perché Chung ne fosse particolarmente attratto, bensì per riuscire a capire se fosse il caso di regalare quella che già aveva o se tenerla ed occuparsene lui. Inoltre, per come era fatto, Chung sapeva che se avesse pensato di riportarla al rifugio, gli sarebbe salito un senso di colpa allucinante, che neanche sarebbe riuscito a dormire. Com’era che dicevano Lilo e Stitch? Ohana significa famiglia e famiglia significa che nessuno viene dimenticato o abbandonato. Per cui, ormai che l’aveva presa, non l’avrebbe riportata indietro per nessun motivo, neanche se avesse smesso di saltare per il resto della vita.
    Comunque, in quel momento, mentre anche Camila stava cercando di risolvere il problema della puffola, Chung venne distratto dalle parole più tenere che avesse mai sentito: Non... Non saltella più?. Sun sentì una forte fitta al petto, come se una freccia avesse appena trapassato il suo cuore, se fosse stato un ragazzo normale, probabilmente le avrebbe strizzato le guanciotte, come i bambini facevano con gli orsetti di peluche. Però, in quel contesto, Chung si schiarì la voce, per cancellare il sorrisetto da ebete che aveva stampato in viso, per poi provare a risponderle.
    “In realtà, diciamo che non interagisce molto, di solito è sempre Spike, il mio…” non ridere, ti prego “maialino domestico, che la cerca e non sembra molto felice, devo essere sincero.”
    “Cioè non proprio mio, è tipo comune a me ed i miei coinquilini, una specie di mascotte del gruppo.”
    Si corresse per non sembrare troppo strambo, anche se ormai Chung sembrava aver perso tutte le speranze, era un caso perso.
    Infatti, quando Cami parlò di un altra giocatrice di quidditch, la testa di Chung si fece sempre più vuota, come se in quel momento al posto dei nomi delle sue conoscenze ci fosse una voragine. Però, l’idea di andare da Leonard Lynch non gli sembrava malvagia, anzi probabilmente avrebbe di sicuro seguito il suo consiglio.
    “Ecco, andare da questo Leonard non è per niente male come idea, non è che avresti il suo numero per caso?”
    Chiese Chung seriamente interessato, mentre gli venne anche un’altra brillante idea. Visto che lei è una ragazza…ed ad Hogwarts ci sono molte ragazze…potrebbe anche essere amica del suo secret santa e magari potrebbe avere il suo contatto. Chung, sei un maledetto fenomeno, come hai fatto a non pensarci prima.
    “Ah! Una cosa, non è che per caso conosci Ember Trambley? Perché so solo che è la sorella di Zip ma non ho così tanta confidenza da andargli a chiedere il numero.”
    Silenzio..ancora silenzio…
    “Cioè non è come pensi, io intendevo…che, beh, è il mio secret santa e le dovrei dare la puffola, appena si riprende.”
    Chung sventolò le mani davanti a sé per negare che tra lui ed Ember ci fosse qualcosa e per evitare di imbarazzarsi ancora di più, se possibile. Ormai era fin troppo ovvio che per lui le ragazze e le relazioni sentimentali erano una specie di tabù, una cosa di cui non voleva mai parlare e da cui scappava ogni volta che aveva occasione.
    Infatti, sempre per rimanere sullo stesso filone, quando Camila gli rispose che le sarebbe andato bene venire a casa sua a sentire dei suoi pezzi, nella sua testa cominciò a rimbombare la frase ” Ma cosa ti dice il cervello, cretino?”, che, se vogliamo riportarlo con una similitudine, è la stessa cosa che succedeva alla scritta “dvd” quando il televisore andava in standby.
    “Ah! bene bene!”
    Gli sembrava l’unica risposta plausibile, anche se probabilmente non si sarebbe rifatto più risentire per il troppo imbarazzo .Però almeno il maghetto aveva provato a fare un passo avanti nel diventare un essere umano, visto che il suo era davvero un invito spontaneo, senza secondi fini, che mai si sarebbe sognato di fare ad una ragazza.

    Poi arrivò la banda di matti e per qualche momento Chung si scordò di star parlando con Cami, anche se di certo non l’avrebbe fatta andare via così facilmente, soprattutto dopo aver sentito la conversazione tra lei e Cornelia. Per questo Sun cercò un modo per incastrarla, così che potesse uscire insieme a loro e passare una bella serata, anche perché non aveva mai visto nessuno migliore di Ash e Fred per organizzare una…? bevuta!
    “E bevuta sia!”
    Affermò Chung, per poi pestare il piede ad Ash per averla chiamata “principessa”, cosa che ai suoi orecchi era sembrata più una battuta per rimorchiare che un reale complimento.
    “Ahi! Ma che ti prende oh! che ho detto?”
    Sun non rispose ma si limitò a rifilargli per qualche secondo uno sguardo gelido, cosa che accadeva davvero raramente e solo quando al centro della discussione c’erano delle ragazze. Infatti, se c’era una cosa che Chung non sopportava e gli faceva venire il nervoso, era il comportamento da adolescente nel pieno degli ormoni. Che senso avevano le battutine da simpaticone ed i vari fischi del caso? Perché i ragazzi dovevano abbassarsi così tanto di livello, quando potevano provare altri mille metodi di approccio?. Gli dava un fastidio che neanche riusciva a descrivere, forse perché l'educazione che gli avevano impartito in Corea era del tutto differente, tanto da ritenere di doversi fidanzare prima di scambiarsi qualche bacio in pubblico.
    “Ragazzi, io vado un attimo a sistemarmi, voi avviatevi, vi raggiungo direttamente lì.”
    Però il suo avviso probabilmente non era stato sentito da nessuno, visto che Fred aveva già preso Camila sotto braccio, trascinandola fuori dal backstage. Chung sorrise nel vedere i due ragazzi così premurosi nei confronti dell’amica, anche se era preoccupato che nel tratto di strada che li distanziava dal bar la potessero mettere in imbarazzo o addirittura traumatizzarla. Ormai da quei due si sarebbe aspettato di tutto, però si fidava a sufficienza.
    Quindi, una volta finito di rinfrescarsi e dopo essersi cambiato per non sembrare un personaggio di un film storico Coreano, Chung si smaterializzò di fronte al locale della zona di cui i suoi amici gli avevano messaggiato su whatsapp, per poi prendere subito il fianco di Camila nella speranza che non si fosse sentita troppo a disagio.
    “Ei, tutto bene, vero? Non ti hanno detto cose strane?”
    Chiese alla ragazza scherzando un po', anche perché alla fine era stato via soltanto per dieci minuti. Però dalla scorsa esperienza al Santa, ormai Sun non riusciva davvero a dare niente per scontato.
    Poi arrivò il resto della banda.
    “Eiiii ragazzi! Buonasssera.”
    I greetings erano fondamentali, anche se in questo caso non completamente necessari, visto che neanche dieci minuti prima erano a ballare insieme sul palco.
    “Lei è Camila, una mia amica che ho incontrato a teatro prima, su tutti insieme, ciao Camila..”
    Sun non era mai stato al cento per cento convinto di come si facesse a presentare le persone, anzi la situazione lo imbarazzava praticamente sempre, per questo puntò all’introduzione da alcolisti anonimi, almeno gli sembrava un po' simpatica.
    Certo non tanto quanto Hannah, da cui Sun cercava sempre di stare il più lontano possibile, proprio perché, come avevano detto i ragazzi, era completamente cotta di lui. Peccato che lui non la ricambiava neanche per sbaglio, ma non perché non fosse simpatica o non avessero interessi in comune, Hannah era semplicemente troppo estroversa, tanto che non capiva quando era troppo invadente e lo metteva disagio. Inoltre, Chung, nonostante fosse un pezzo di pane e si facesse fare di tutto, non gli piaceva per niente essere comandato a bacchetta, cosa che invece Hannah non riusciva a smettere di fare. Ok, mettiti al centro dell’attenzione, fai come vuoi, ma non trascinarmi con te.
    Quindi, quando lo prese sotto braccio, trasportandolo al centro del tavolo, come se non avesse capacità motorie, Chung roteò gli occhi al cielo e cercò il prima possibile di far scivolare via il braccio con nonchalance, ma Hannah lo strinse a sé con più forza, mettendolo ancora più a disagio.
    Accidenti ad ogni cosa.
    “Hannah, vuoi da bere? Vado a…”
    Maledetto Fred. Non poteva aspettare qualche altro secondo? Neanche il tempo di finire la frase.
    “No, macché, non ti preoccupare, pensa a tutto Fred, vero?”
    A quella affermazione, perché non era affatto una domanda, l’amico si girò stranito e fece segno di non avere più nessun altro centesimo in tasca.
    “Non so cosa ti aspetti, ma ancora la villa non ce l’ho. Però stasera è stata davvero una gran serata. Spettacolo perfetto, soprattutto grazie a noi… coff coff"
    Il ragazzo tossicchiò, fissando i suoi occhi in quelli nocciola di Chung, che ancora avevano il segno della matita sotto il bordo delle palpebre, per far capire che in realtà la vera star in quel bar era lui, l’unico che aveva avuto il coraggio di interpretare un personaggio storico ma sotto chiave rapper. Praticamente l’Eminem del secolo scorso.
    “Ah, smettila, sei noioso quando fai così, avete fatto tutto voi davvero. Siete molto più bravi”
    E Chung lo pensava davvero, perché una delle sue incredibili doti, oltre che lodare gli altri, era non riuscire a vedere la propria bravura sul palco. Inoltre, anche se fosse riuscito a dire che era davvero venuta fuori una performance perfetta, non sarebbe mai stato in grado di attribuire a sé stesso la sua riuscita , perché era davvero troppo umile.
    “Ei, Cami, siediti qui!”
    Chung indicò all’amica la sedia accanto alla sua per cercare di farla sentire più a suo agio all’interno del gruppo, perché altrimenti sapeva sarebbe andata nel pallone, anche se il ragazzo non poteva dire che non sarebbe successo lo stesso a lui, visto come gli rimaneva avvinghiata Hannah al braccio.
    Poi, appena partì il gioco ed arrivarono le bottiglie, Chung si mise a fare i vari cocktail del caso, anche se i non alcolici molto probabilmente sarebbero finiti prima del previsto, visto i braccini da t-rex che aveva avuto il barista quella sera.
    Qualche volta bevve, altre no ed in alcuni momenti lanciò un’occhiata alle due ragazze, per essere certo che entrambe fossero ancora vigili visto che era già uscito altre volte con Hannah e sapeva che non riusciva a sostenere l'alcool molto bene. Però, d'altra parte era anche una fortuna, perché piano piano si cominciò a scordare della presenza di Camila, tanto da virare la sua attenzione su Chris, che di sicuro era molto più interessato a lei del povero Chung, che fu solo felice di poter cominciare a muoversi come voleva. Inoltre, questa pausa gli diede l’opportunità di provare a parlare un po' con Cami, anche se non ne ebbe il tempo perché fu il suo turno al gioco in quel preciso momento.
    Dire che tutta l'attenzione era puntata su di lei, era dire poco. Ovviamente tutti si aspettavano una frase ad effetto per la quale non avrebbero potuto bere, come aver fatto paragliding o surf nelle acque del Portogallo, ma Chung sapeva, almeno per quanto era riuscito a capire dalla ragazza, che sarebbe soltanto stato un momento imbarazzante, come lo sarebbe stato anche per lui d'altronde. Però, nonostante fosse preparato ad una frase strana, sicuramente non si sarebbe mai aspettato che riguardasse la sua verginità. Come poteva riparare ad una cosa del genere? Come poteva salvarla dall'imbarazzo questa volta?. La cosa certa era che neanche lui avrebbe dovuto bere, ma dopo tutte le cazzate che aveva sparato ai suoi amici, di certo non avrebbe potuto lasciare il bicchiere vuoto. Quindi Chung si girò verso Chris e con un sorrisetto sarcastico si fece crescere il naso in una maniera smisurata, come succedeva a Pinocchio quando diceva una bugia.
    kai-laughing
    "Qui qualcuno sta mentendo eh, Chris.."
    Quest'unico commento quasi non fece strozzare Kyle e Fred con il sorso di drink appena preso, scatenando anche le risate dell'intero gruppo.
    In ogni caso, Chung si sentì una vera merda perché poteva anche risparmiarsi di mettere in in mezzo il povero Chris, ma si sarebbe sentito più in colpa se i ragazzi avessero continuato a fissare Camilla mettendola a disagio, soprattutto perché era stato lui che l'aveva mezza costretta a partecipare a quella serata.
    "Chris non si dicono le bugie."
    Commentò Ash ridendo sotto i baffi, mentre anche altri si unirono a commentare la battuta.
    "Eddai, ragazzi sapete che non è vero, son stato con quella ragazza a luglio.."
    Si difese Chris facendo partire un "seeeeh" generale, come se stesse continuando a dire sciocchezze.
    Anche Sun in un altro momento si sarebbe unito al coro ma per quella volta tirò solo un sospiro di sollievo, senza agiungere altro, si sentiva solo un fottutissimo genio.
    "Cami, fumi per caso?"
    Chung chiese in modo diretto, giusto per sapere se potessero avere una scusa per uscire un attimo dal bar a prendere un po’ d’aria. Non era certo della situazione di Cami, ma di sicuro lui aveva bisogno di una pausa, visto che comunque rimaneva una persona introversa, nonostante cercasse di fare il ragazzo figo e pieno di amici della situazione.



    Edited by Zkdlìn - 10/3/2022, 20:32
     
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3 replies since 27/1/2022, 21:59   97 views
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