Non volano farfalle, non sto più nella pelle

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    « Io, sinceramente, non so più come dirtelo che stai andando a prenderti un palo in faccia, Émile. » Il biondino sbuffò, esaminando per l'ultima volta il proprio riflesso sullo specchio del bagno. Era contento, quel pomeriggio, perché i baffetti scuri iniziavano a notarsi di più, insieme a qualche pelo solitario sulle guance, e aveva deciso che nemmeno la negatività di Otis gli avrebbe guastato l'umore. « Ma cosa ne vuoi sapere tu, che stai ancora a pensare a Katzu. Non hai nemmeno visto quello che ci scriviamo, io e Veronica. » « Ma il punto è proprio questo, che li ho visti i messaggi, me li hai fatti leggere tu. E non vi scrivete proprio niente. Avrete parlato due volte in croce in questo mese e tu ti sei convinto di averla conquistata. Credimi se ti dico che stai andando a fare una figuraccia. E poi Ronnie la conosco, io. » Emi sbuffò, mentre si infilava in tasca cellulare e bacchetta, e si avviò verso la porta della camera senza rispondergli. In cuor suo sapeva che le probabilità che Otis avesse ragione erano numerose, ma al momento non voleva pensarci. Forse per motivo della sua immaginazione sfrenata, o forse perché si avvicinava San Valentino, ma gli piaceva l'idea di crogiolarsi in quella strana fantasia, di poter essere anche lontanamente nell'interesse di una come Veronica Rigby. E faceva di tutto per ritardare il momento della verità: forse anche per questa ragione si era ritrovato a rimandare più volte, in quel mese, l'appuntamento con la ragazza.
    Ma quel pomeriggio era finalmente arrivato: aveva sistemato i ricci, indossato il maglioncino azzurro da figlio di papà, e aveva proposto all'amica d'incontrarsi davanti all'entrata dei Tre Manici di Scopa alle sette in punto. Un orario non troppo impegnativo, che non avrebbe inciso su eventuali altri impegni del sabato sera, ma che non sembrasse nemmeno una merendina delle cinque tra compagni di scuola. Ai suoi occhi, tutto era calcolato.
    Indugiò un istante sulla soglia di Mielandia, incerto se entrare o meno. Era da sempre convinto che portare un sacchetto di caramelle da dividere a una ragazza non poteva che essere un gesto più che gradito, ma all'improvviso non ne era più tanto sicuro. E se a Ronnie non fossero piaciute? E se fossero un segnale d'evidente immaturità? Dopo tutto, si sa, le caramelle sono una cosa da bambini.Rimase così, fermo con un piede sul gradino d'ingresso del negozio, per svariati istanti. Un po' detestava quel senso d'incertezza che ormai sembrava impossessarsi di lui sempre più spesso, e che lo portava ad interrogarsi sulle questioni più banali.
    Alla fine optò per presentarsi a mani vuote: avrebbe pagato il conto di entrambi, che gli sembrava una cosa molto galante e adulta da fare. Lui e Ronnie giunsero all'entrata del locale quasi in contemporanea. Mentre si avvicinava, la vide incedere dalla parte opposta della strada, e un sorriso immediatamente gli incurvò le labbra. Mentre la seguiva con lo sguardo, salutandola con la mano, si ritrovò a pensare a quanto fosse strana quella situazione, e a quanto inaspettate fossero le sensazioni che la sua vista gli provocava. A Veronica lui, semplicemente, non aveva mai fatto molto caso: erano sempre stati amici, quasi fraterni, ma mai c'era stato qualcosa che facesse pensare ad altro. E poi lei aveva scombussolato tutto, baciandolo alla festa di Natale; che fosse stato voluto, oppure un semplice escamotage per togliersi di mezzo il vischio, non gli importava più. Ormai il danno era fatto, ed il giovane Tassorosso, in piena tempesta ormonale, non era più in grado di guardarla con gli stessi occhi.
    « Ronnie! » La salutò con un abbraccio affettuoso, lasciandosi inebriare dal suo profumo. « Mi sei mancata » si ritrovò ad aggiungere, sentendosi subito una specie di pappamolle nel dirlo. No, non è questa la strada giusta, Emi. « Voglio dire, mi sono mancati un po' tutti... Ma tu in particolare. » Insomma. « Mhm, entriamo? » Le tenne aperta la porta e, una volta dentro, si fece notare dalla proprietaria. Aveva prenotato per l'occasione il tavolo più in disparte della sala, in un angolino tranquillo sotto la scala di legno: il tavolo più amato dalle coppie, che di solito facevano a gara per ottenerlo per scambiarsi effusioni in un contesto semi-privato. Le tenne la sedia affinché si accomodasse, per poi sistemarsi di fronte a lei. « Hai visto, hanno messo già le decorazioni per San Valentino! » fece notare ad alta voce, accennando all'enorme centrotavola a forma di cuore che li divideva. « Sai già con chi passarlo? Intendo... Il tuo San Valentino. » Si grattò la guancia, visibilmente in imbarazzo. « Cioè, forse non sono affari miei, ma una come te non può mica passarlo da sola. No? » Si strinse nelle spalle, avvertendo le guance avvampare. Procediamo benissimo, Emi. Palo in faccia fra tre, due, uno...
     
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    « No tu non hai capito, a me non importa niente dell'infestazione di Pixie. Lo vedi questo? » L'indice di Ronnie picchiettò energicamente sulla lavagnetta dove erano riportati i turni di lavoro di ogni dipendente del Toyland. « Questo dice che alle sei e mezzo il mio turno è finito. Ecco. Sono già le sette meno dieci. E dato che questo tempo in più nessuno me lo paga, i Pixie non sono una mia responsabilità. » « Ma io come faccio qua? I magizoologi ci metteranno un'eternità ad arrivare. » Sbuffò, la mora, roteando gli occhi mentre si liberava velocemente della giacchetta data ad ogni dipendente e si scioglieva i capelli dalla coda alta che teneva sempre in orario di lavoro. « Senti, io ho fatto uscire i clienti. Tu adesso chiudi le porte e resti chiuso qua nell'ufficietto fin quando i magizoologi non arrivano. Molto semplice, Frank: non devi fare un cazzo. » Che è un po' il tuo forte. « Ma Ronnie.. » « Ciaooo! » A quel punto, preparatasi ad affrontare la bufera di Pixies che la divideva dalle porte della sala giochi, la giovane Rigby si castò intorno una bolla magica protettiva, aprendo di scatto la porticina e richiudendosela altrettanto velocemente alle spalle. Via via via! Veloce come un fulmine, con le braccia a schermarsi il viso più per riflesso che per necessità, la Grifondoro tirò dritto verso l'uscita, fendendo come una spada quel turbinio d'ali e vocine stridule che infestava la sala giochi e guadagnando finalmente l'uscita. Una volta fuori si concesse un profondo respiro, facendo sparire la bolla e incamminandosi con più tranquillità verso I Tre Manici. Ci mancavano solo i Pixies, oggi. Voglio proprio sapere chi è il deficiente che ci ha fatto questo tiro. Insomma, un pomeriggio di lavoro decisamente lungo e stancante, quello da cui Veronica stava uscendo; uno che veniva reso piuttosto evidente dall'imprecisione del suo trucco leggero sul punto di cedere e i capelli lasciati senza una vera e propria regola se non quella data dal passarci frettolosamente le dita nel disfare la cosa. Vabbè, tanto mi devo vedere con Emi. Cazzo gliene frega a lui se sono un po' come Julia Roberts in Pretty Woman prima di infiocchettarsi coi soldi di Richard Geere? E infatti non si fece troppe paranoie, andandogli incontro con un grosso sorriso stampato in faccia. Da quanto non lo rivedeva? Un anno? Più? Gli sembrava passata un'eternità, forse perché l'ultimo anno di Hogwarts nella sua percezione era stato lunghissimo e al contempo era volato via troppo velocemente, catapultandola in un'ambiente nuovo pur trovandosi nello stesso spazio. « Ronnie! » Lo abbracciò stretto. Uno di quei suoi nati abbracci affettuosi che riservava agli amici più cari. Con Emi il rapporto non era sempre stato dei più confidenziali, ma dopo avergli fatto da finta fidanzata ci si era affezionata. « Mi sei mancata. Voglio dire, mi sono mancati un po' tutti... Ma tu in particolare. » Rise di gusto, dandogli una leggera pacca sul braccio. « Ovvio che ti sono mancata. Dove le ritrovi simpatiche come me? » Si strinse nelle spalle, stirando un sorriso più sincero. « Mi sei mancato anche tu, comunque. Specialmente al diploma. Sarebbe stata una festa più bella con te ed Otis. » Quella mancanza, Ronnie l'aveva sentita. Specialmente quella del suo migliore amico, che essendo blindato in Giappone non aveva potuto assistere a quel momento così importante della sua vita. « Mhm, entriamo? » Annuì convinta, lasciandosi alle spalle un po' dell'amarezza di quei ricordi per seguire Emi dentro al locale. Ciò che non si aspettava, però, fu che lui gli aprisse la porta e gli scansasse persino la sedia. Quei gesti - a cui non era assolutamente abituata - la stupirono, portandola a rivolgergli uno sguardo un po' interrogativo e un po' felicemente sorpreso, senza tuttavia commentarli. Eh si vede che è stato in Francia. Il bon-ton lo hanno inventato lì mica per nulla. L'educazione loro è proprio tutta un'altra cosa, mica come i cafoni che ci stanno qui. « Grazie. » disse soltanto, con tono un po' stupito, mentre prendeva posto a sedere. « Hai visto, hanno messo già le decorazioni per San Valentino! » Rise, adocchiando il centrotavola. « Sempre sottilissimi. Mamma mia, te lo sbattono proprio in faccia che essere single in questo periodo è da sfigati. » Ma Veronica, una sfigata non ci si sentiva. Di certo non perché le mancasse un ragazze con cui uscire a cena fuori il quattordici Febbraio. « Sai già con chi passarlo?
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    Intendo... Il tuo San Valentino. Cioè, forse non sono affari miei, ma una come te non può mica passarlo da sola. No? »
    Scoppiò a ridere e alzò gli occhi dal menu, puntandoli in quelli di Emi come ad interrogarlo divertita riguardo se fosse serio o meno. « Una come me? Mi stai mica dando della facile? » Una domanda retorica che gli pose più a mo' di presa in giro che altro, mettendosi nuovamente a ridere subito dopo. Gli passò quindi il menu, dal quale avrebbe ordinato comunque il solito, incrociando le braccia sul tavolo e scuotendo leggermente il capo. « No, nessun Valentino per me quest'anno.. come l'anno scorso.. e quello prima. » Alzò gli occhi al cielo, sorridendo. « Penso che convincerò Nessie a fare qualcosa tra ragazze. Tipo andare a ballare. O anche rimanere a casa ad alcolizzarci davanti a qualche commedia idiota. » Si strinse nelle spalle con semplicità, come a sottolineare che non avesse davvero importanza per lei. « Mi sa che ho pure perso il treno con Zip Tremblay. Lo sai che mi ha baciata a Natale? Bo, forse era solo per il vischio - che ne so? Però poi mi ha chiesto di andare a trovarlo al Suspiria. Io non ci sono andata, perché insomma.. comunque avrebbe dovuto scrivermi lui se gli interessavo, no? » Disse quelle parole mentre giocava distrattamente col centro tavola, cercando di posizionarlo più precisamente possibile. « Vabbè, alla fine non è che ci avessi messo la testa. Ma un flirtarello così mi avrebbe tenuto compagnia in sessione. » Fece velocemente spallucce, passando oltre con naturalezza. Veronica non era il tipo da ossessionarsi sulle piccole cose. Anzi, in mancanza di stimoli perdeva interesse con la stessa velocità con cui lo acquisiva. E pure quando li aveva, trovava sempre qualcosa che non le andasse bene: una scusa sufficiente buona a darle l'alibi per scappare. Dopo la fine della storia con Axel, questo meccanismo subconscio sembrava essersi eretto da sé per proteggerla da ulteriori delusioni. « Te invece? Hai qualcuno in Francia o stai usando il fascino esotico del grande ritorno per fare conquiste? » Fece una pausa, sciabolando allusiva le sopracciglia mentre alzava un braccio per attirare l'attenzione di un cameriere. « O magari entrambe le cose, vecchio volpone? » Ridacchiò, lasciando quindi la propria ordinazione di un boccale di Burrobirra in attesa che Emi facesse lo stesso e gettasse luce su quelle sue curiosità.

     
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    « Mamma mia, te lo sbattono proprio in faccia che essere single in questo periodo è da sfigati. » Émile drizzò le orecchie. Quella era senza dubbio un'informazione interessante: non che volesse illudersi di avere più chance in questo modo, ma di certo prima non aveva la certezza dello status sentimentale di Veronica. Era un piccolo pezzo del puzzle in più. « Una come me? Mi stai mica dando della facile? » Sotto lo sguardo indagatore della mora, Emi si ritrovò ad arrossire leggermente. Alzò gli occhi al cielo e tentò di coprire quell'imbarazzo con uno sbuffo esasperato. « Ma no dai, hai capito che voglio dire... Sei una bellissima ragazza... Sei intelligente e anche tanto simpatica. Ma lo sai già da te. Avrai la fila di ragazzi che ti vengono dietro. » Si strinse nelle spalle, con naturalezza. Quello lo pensava sinceramente, e c'era poco da ricamarci sopra. Il suo debole per Veronica era cosa recente, nato da un bacio innocente ed inaspettato; ed era anche probabile che, come tanti altri suoi innamoramenti flash avuti negli anni, si esaurisse allo stesso modo in cui era nato, in maniera rapida e indolore. Ciò che era certo, però, era che nessuno cambio di cuore avrebbe mai potuto togliere sincerità da quelle parole: erano cose che pensava da tempo, e di cui sarebbe stato convinto anche in futuro, a prescindere dai sentimenti nei suoi riguardi. « No, nessun Valentino per me quest'anno.. come l'anno scorso.. e quello prima. » Emi aggrottò la fronte, poco convinto. Nessuno nessuno? « Penso che convincerò Nessie a fare qualcosa tra ragazze. Tipo andare a ballare. O anche rimanere a casa ad alcolizzarci davanti a qualche commedia idiota. » Ah, già, Nessie. Ogni tanto si dimenticava che Ronnie e Nessie adesso condividevano una casa, ma per qualche ragione il mondo continuava a ricordarglielo. Non capiva ancora il perché, ma la cosa lo metteva un po' a disagio. « Però così mi sembra quasi un modo per evitare questa festa. Io di certo non mi impegnerò per passarlo con Otis a giocare a carte. Non so ancora con chi, ma di certo il mio San Valentino starò con una ragazza. Questo è poco ma sicuro. » Puntò lo sguardo negli occhi scuri di lei, in uno sprazzo di determinazione. L'idea su chi invitare ce l'aveva pure, lui, se non fosse che si sentiva un po' fifone anche solo a provare ad accennare la cosa. Per un attimo si ritrovò ad accarezzare l'idea di farlo: tagliare la testa al toro e confessare a Veronica, a cuore aperto, le cose che aveva cominciato a sentire a partire da quella sera del Secret Santa. Non sarebbe stata una cosa da lui, era più una mossa da Otis: lui si era sempre trovato meglio ad accennare le cose, lasciar intendere, gettare il sasso e nascondere la mano. E chi gli garantiva che alla fine non fosse proprio la strategia del suo migliore amico quella vincente? Dopo tutto, lui poteva già vantare di una (seppur fallita) relazione duratura con una studentessa d'oltreoceano, lui... a stento aveva dato qualche bacetto in giro. « Mi sa che ho pure perso il treno con Zip Tremblay. Lo sai che mi ha baciata a Natale? Bo, forse era solo per il vischio - che ne so? Però poi mi ha chiesto di andare a trovarlo al Suspiria. Io non ci sono andata, perché insomma.. comunque avrebbe dovuto scrivermi lui se gli interessavo, no? Vabbè, alla fine non è che ci avessi messo la testa. Ma un flirtarello così mi avrebbe tenuto compagnia in sessione. » Le parole di Veronica furono in grado di riportarlo alla realtà. Ah. Si era baciata con Trambley, e le era piaciuto così tanto da farci pure un pensierino. Lui l'aveva invitata ad andarlo a trovare. Si chiese se non fosse proprio lì, dove aveva sbagliato: forse anche lui avrebbe dovuto palesare meglio le proprie intenzioni, dopo quel loro breve bacio sotto il vischio. Ma come avrebbe potuto saperlo? In quel momento era così frastornato, colto alla sprovvista dalle labbra di Veronica, e di certo non aveva la mente chiara per mettersi a flirtare con disinvoltura! Come diavolo aveva fatto, Trambley? Provò immediatamente una punta di fastidio, di gelosia, quasi, e di qualcos'altro di non ben identificabile: fu proprio un misto di sensazioni non propriamente nobili che lo portò a fare una cosa, per riflesso, non propriamente etica: « Capito, capito... Eh ma sai, Trambley ha la ragazza mi sa. » Fece spallucce con una certa disinvoltura. Non sapeva bene da dove era cominciato, questo suo vizio terribile di mentire tanto spudoratamente, inventandosi dettagli e scenari tanto particolareggiati, per il solo gusto di farlo - oppure, in casi come questi, per un tornaconto personale. « Si chiama tipo... Alice... O Ashley, qualcosa del genere. Me l'ha detto mio cugino Judah che sai che è amico con lui. Si vedono anche da un bel po' mi sa. Quindi forse è per questo che non ti ha scritto. » Le rivolse un sorriso tirato, apparentemente dispiaciuto. « Però ehi, non vuol mica dire che non troverai qualcuno di interessante. Ci sono un sacco di ragazzi a Hogsmeade. Magari
    potresti essere attratta da quello che meno ti aspetteresti. »
    Entrambe le sopracciglia saettarono verso l'alto, mentre Émile incrociava le braccia sul tavolo, un sorrisetto beffardo che aleggiava sul viso. In quel momento, sentiva di star palesando ogni cosa di fronte a lei, ma difficilmente Veronica avrebbe colto ciò che tentava di dire. « Te invece? Hai qualcuno in Francia o stai usando il fascino esotico del grande ritorno per fare conquiste? » Furono interrotti dall'arrivo del cameriere, che Émile liquidò con particolare velocità, perché il discorso cominciava a farsi interessante. Veronica che indagava su di me? « O magari entrambe le cose, vecchio volpone? » Rise, scuotendo rapidamente la testa. « No, al momento nessuno. Sono stato con una ragazza per un periodo a Beauxbatons, ma non è andata a finire molto bene. Lei era un po' stronza. » Fece spallucce, rabbrividendo per un istante. Quella con Pauline era stata veramente una storia terribile. « Per cui no, al momento sono single. Ma diciamo che da qualche tempo potrei avere qualcuno per la testa. » La guardò negli occhi. Una lunga occhiata eloquente, accompagnata da un sorriso tenero, che sperava potesse trasmetterle tutte le sue speranze, e tutto il suo voler essere trasparente. Alla fine, si disse, era meglio così. Come lo strappo di un cerotto. Eddai Veronica, più chiaro di così! « Insomma, tu hai capito che intendo, Ronnie... No?» No Emi... Probabilmente no.
     
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    « Però così mi sembra quasi un modo per evitare questa festa. Io di certo non mi impegnerò per passarlo con Otis a giocare a carte. Non so ancora con chi, ma di certo il mio San Valentino starò con una ragazza. Questo è poco ma sicuro. » Sul momento, le parole di Emi non la stranirono più di tanto. Anzi, le sembrarono perfettamente in linea con ciò che sapeva di lui. Non so ancora con chi, ma di certo il mio San Valentino starò con una ragazza. Annuì, puntando gli occhi in quelli di lui come a volergli comunicare quanto comprensibile fosse la sua scelta. Perché il modo in cui lei interpretò la frase fu ben diverso dal suo reale significato. Devi trovare una tipa, una qualsiasi, per mantenere la copertura. Intimamente Ronnie continuava a credere che Otis non avrebbe mai buttato via l'amicizia con Emi per via della sua sessualità, ma allo stesso tempo sapeva quando fosse il momento di farsi gli affari propri, e non voleva spingere l'amico ad un coming out per il quale evidentemente non era ancora pronto. Io credo che non sia nemmeno Otis, il vero problema. Penso piuttosto che sia tutto il resto: il giudizio della famiglia, dei compagni.. di tutti. E a volte non basta avere il sostegno delle persone che per te contano davvero. Ma arriverà il giorno in cui basterà. Tutte considerazioni che Veronica faceva nella sua testa, beatamente ignara della realtà dei fatti. Decise quindi di cambiare discorso, rispondendo alla sua precedente domanda e coinvolgendolo in quel piccolo drammino insignificante che si era consumato quasi esclusivamente nella sua testa. « Capito, capito... Eh ma sai, Trambley ha la ragazza mi sa. » Presa in contropiede da quella rivelazione, Veronica drizzò leggermente le spalle, sollevando lo sguardo sul viso di Emi con una nota di stupore negli occhi. « Ah. Ha la ragazza? » Tutti uguali gli uomini. Tutti uguali, cazzo! Io giuro che passo al team patata. Non ne posso più. « Mica lo sapevo. » Fece una pausa, scrollando leggermente le spalle. « Non che mi importi, eh. Non c'è stato mica nulla. Però.. chi è? » Altra pausa, durante la quale sentì la necessità di spiegarsi. « Cioè, per solidarietà femminile credo che dovrei comunque parlare con lei. Insomma: se ha fatto così con me, chissà con quante altre l'avrà fatto! Bo.. se avessi un ragazzo, io vorrei saperle queste cose. » Per tagliargli il cazzo. « Si chiama tipo... Alice... O Ashley, qualcosa del genere. Me l'ha detto mio cugino Judah che sai che è amico con lui. Si vedono anche da un bel po' mi sa. Quindi forse è per questo che non ti ha scritto. » Annuì meccanicamente, stringendo appena le labbra e accavallando le gambe nella direzione opposta più per coprire il latente nervosismo che per una vera necessità di trovare una posizione più comoda. Comunque questa poi la devo dire a Mia e Nessie perché io davvero shock. Ma ti pare? Cioè ok il vischio tanto tanto - anche se ci potevi mettere un po' meno ardore, Trambley. Però il senso di invitarmi al Suspiria? Porco. Come tutti. « Però ehi, non vuol mica dire che non troverai qualcuno di interessante. Ci sono un sacco di ragazzi a Hogsmeade. Magari potresti essere attratta da quello che meno ti aspetteresti. » Ridacchiò, sentendo almeno in parte il suo umore alleggerirsi da quelle parole. Scosse lievemente il capo, stendendo un sorriso in direzione dell'amico. « Davvero Emi, non preoccuparti. Cioè, è più una questione di principio che altro - lo sai come sono fatta. » Alzò veloce gli occhi al soffitto, sottolineando quel suo lato della personalità che la portava a prendere troppo a cuore delle questioni per il semplice fatto che esistessero. « Però serio.. non ci avevo messo la testa. Sì è carino, e l'avance mi ha fatto piacere - anche se adesso riconsidero un po' tutto eh - però non è che mi sono messa a scrivere Veronica Trambley sul diario. » Rise abbastanza sonoramente al solo immaginarsi la scena - qualcosa così tanto fuori dalla sua personalità che solo un filtro d'amore dei Tiri Vispi avrebbe potuto mai creare. E infatti, per riderci ancora un po' sopra, si ravviò vistosamente i capelli con una mano, in un gesto tanto plateale quanto ironico che sottolineò con un sopracciglio alzato in aria di superiorità. « Tsk, il ragazzo che mi rincoglionisce non l'hanno ancora inventato. » Scioltasi in una breve risata, si ricompose un po' per chiedere ad Emi quali invece fossero le situazioni in ballo per lui. Insomma: in quell'anno passato a Beauxbatons avrà pure trovato qualcuno di interessante. Poi si dice che i ragazzi francesi siano un sacco carini. Ma non so se è una di quelle cose a cazzo super stereotipate oppure. « No, al momento nessuno. Sono stato con
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    una ragazza per un periodo a Beauxbatons, ma non è andata a finire molto bene. Lei era un po' stronza. »
    Aggrottò appena la fronte, un po' confusa e un po' divertita dalla cosa. « Per cui no, al momento sono single. Ma diciamo che da qualche tempo potrei avere qualcuno per la testa. » Il giovane Carrow sembrava volerle comunicare qualcosa di lampante con lo sguardo, ma ciò non fece altro che confondere ulteriormente Veronica. « Insomma, tu hai capito che intendo, Ronnie... No? » Rimase in silenzio per qualche istante, fissando l'amico negli occhi con sguardo vacuo, intenta a seguire un ragionamento che pareva sfuggirle. Si sentiva come se le mancasse un pezzo: un'informazione importante che forse aveva già e si era solo dimenticata, o che le era completamente passata sotto al naso senza che se ne accorgesse. Avendo tentato invano di ricucire i pezzi, scosse quindi il capo, spalancando lo sguardo confuso. « No aspetta, non ti seguo. Cioè.. riavvolgi un attimo. » Fece una pausa, appoggiando la schiena contro la sedia e mettendo i palmi aperti di fronte a sé come ad intimarlo a rallentare su tutta la situazione. « Questa tipa di Beauxbatons. Insomma.. ti ci sei messo insieme tipo come stavamo insieme io e te? Spiegami un attimo. In che senso ha fatto la stronza? Voleva forzarti la mano per uscire allo scoperto? » Non capisco la necessità. Stavi lontano da tutti. Perché trovarti una ragazza di copertura? E poi ti sei fidato così facilmente? Cioè, cazzo, non ti fidi di Otis ma ti fidi di gente a caso che non hai mai visto prima? Sospirò, puntando lo sguardo in quello del Tassorosso per ottenerne delle risposte più chiare. « Emi, scusa ma a questo punto te lo devo chiedere e voglio che tu mi risponda molto sinceramente. » Fece una pausa. « È Otis? È lui che ti piace? È questo il motivo per cui hai fatto tutto quanto? Non tanto perché non ti fidassi di lui, ma perché sapevi che in ogni caso avrebbe cambiato la vostra amicizia per forza di cose?! » A quel punto le sembrava la spiegazione più plausibile, sebbene continuassero a sfuggirle tante cose. Ma di roba insensata ne facciamo a bizzeffe, e io non pretendo certamente di sapere cosa accade nella tua testa. Veronica sapeva della ragazza con cui Otis si era messo insieme in Giappone, e forse la cosa aveva spinto lo stesso Emi a trovarsene una solo per non sentirsi tagliato fuori o da meno. O magari per farlo ingelosire. Chissà. Di stronzate simili anche io ne ho fatte - non giudico mica! Inclinò il capo di lato, rivolgendogli un'occhiata più gentile. « Lo sai che non glielo direi. Non mi permetterei mai. »

     
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3 replies since 9/2/2022, 15:15   92 views
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