Si stava avvicinando la luna piena e Nirvana si ritrovava per l’ennesima volta con neanche una scorta di pozione antilupo, che avrebbe potuto salvarla dal trasformarsi la prossima settimana. Tra l’altro il professore di pozioni era stato chiaro
“Quest’anno devi provare a fartele da te” ed a Nirvana stava anche bene in realtà, perché la materia le piaceva abbastanza e sembrava portata, peccato fosse pigra e procrastinatrice, altrimenti, di sicuro, la buona volontà del professore, che sembrava volerla spronare a fare di più, sarebbe andata a buon fine.
Quindi il problema era abbastanza evidente, o lasciava perdere e tra qualche giorno cominciava a cacciare le sue coinquiline, oppure Van doveva fiondarsi immediatamente in aula pozioni a cercare una soluzione, anche detto: guardare tra le scorte del professore ed infine, se non avesse trovato niente, provare a fare la pozione.
In tutto questo c’era un problema che non riguardava il rubare o il farsi beccare da qualche carica scolastica, ma le serviva uno stramaledetto alibi. Che avrebbe detto alle persone che passavano di lì e che l’avrebbero vista con un calderone in mano?
“Ah, no, non vi preoccupate, sto ripassando per la lezione”, chi ci avrebbe creduto? Nirvana Bennett che si impegnava…era più probabile l’esistenza di Babbo Natale.
Quindi, mentre scendeva quei tremila gradini che la portavano ai sotterranei del castello, cominciò a pensare che forse sarebbe stato meglio portarsi dietro Nathan, così che potesse farle da palo fuori dall’aula ed avvertirla in caso di emergenza. Infatti il ragazzo era l’unico all’interno del castello di cui Nirvana si fidava abbastanza da portarlo con sé a cercare una cosa così importante come la pozione antilupo, anche se, in tutta onestà, avrebbe potuto anche chiedere ad uno della sua banda, visto che non avrebbe dovuto minimamente varcare la soglia ma solo fare da guardia. Il punto era che i nuovi membri proprio non le andavano giù ed i vecchi erano cambiati così tanto che quasi non li riconosceva. Per cui Van avrebbe fatto da sola perché di sicuro meglio soli che mal accompagnati e non voleva rischiare di dover rivelare a metà scuola la sua situazione solo perché un cazzone si stava distraendo ad inseguire delle ragazze o terrorizzare dei primini.
Quindi, appena arrivata, Nirvana si guardò bene intorno ed entrò nell’aula, per poi chiudere dietro di sé la porta così da non attirare sguardi indesiderati. Non c’era nessuno.
“uuuh, ok”La corva tirò un sospiro di sollievo, come se si fosse tolta un peso dal petto, e proseguì a camminare nella stanza con grandi falcate verso la porticina che si trovava sul muro più lontano, nella quale di solito ci trovava tutte le scorte antilupo che le servivano.
Ma perché devo fare tutte queste cose, non sarebbe più semplice mangiare qualcuno?. Il pensiero la sfiorò, quando, aprendo lo sportellino, non trovò le boccettine necessarie a superare la settimana e che di sicuro avrebbe dovuto preparare da zero tutta da sola, a meno che non esistesse un altro lupo mannaro nel castello…di sicuro avrebbe potuto mettere un annuncio.
Un colpo di vento aprì la porta e Nirvana sentì delle imprecazioni venire da fuori della stanza e che avrebbe ricambiato molto volentieri, visto che non voleva minimamente essere vista lì in quel momento. Quindi si buttò letteralmente a terra, mentre un ragazzo che conosceva cominciò a spostare banchi e sedie.
“Cazzo Emile, ma proprio adesso?” sussurrò la strega cercando di non farsi sentire, mentre un essere le balzava accanto, molto confuso, e la sorpassava come se nulla fosse.
“Nirvana!”Oh, che gioia… la ragazza si tirò in piedi e, sbuffando, sistemò i vestiti, come se fosse appena cascata a terra o stesse cercando qualcosa. D’altronde non poteva far altro, dopo quel contatto visivo Van si doveva arrendere, anche se l’idea di comprare il mantello dell’invisibilità cominciò a prendere spazio nella sua mente.
“Ei, ciao”Commentò Nirvana quasi con tono scocciato, per poi incrociare le braccia mentre ascoltava il ragazzo senza dargli troppa attenzione, fino a quando non sentì la parola magica “favore”.
Lui avrebbe dovuto un favore a lei. La questione stava cominciando ad essere particolarmente interessante.
“Se ti trovo il rospo strano, mi aiuterai in pozioni?”Prendere o lasciare. Però con lei non era mai un lasciar vero e proprio, come per dire “va bene, amici come prima”, assolutamente no. Se Emìle non avesse accettato, la probabilità che Nirvana cominciasse a correre con il ranocchio in mano, che tra l’altro riusciva a vedere nell’angolo dell’occhio, saliva al 100% e non l’avrebbe di certo lasciato andar via per niente.
Quindi la corva si avvicinò al ragazzo e gli allungò la mano, come per suggellare un patto, che per lei era molto più significativo di un voto infrangibile.