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8.00 am - Atrio del Ministero
Nell'atrio indaffarato, tra maghi e streghe che corrono al lavoro e altri che si presentano al Ministero per le proprie commissioni, le normali occupazioni vengono improvvisamente turbate dall'arrivo in gran carriera di Samuel Scamander polisuccato nelle vesti di Beatrice Morgenstern. È lì per vedere una persona in particolare, che trova presto, diretta verso il solito ufficio: Percival Watson, che come ogni giovedì mattina sta andando a svolgere il proprio tirocinio. Sa di dover reggere il gioco. Come lui, altri giovani tirocinanti sono in procinto di raggiungere i propri uffici, trovandosi ad assistere inconsapevoli al diversivo che si dispiega di fronte a tutti. Amunet Carrow, Maeve Cousland e Cygnus Holland si trovano nei pressi della scena. Presente sul luogo è anche Ninfadora Weasley, già al corrente di quanto stia accadendo. Facendosi assegnare dalla Gazzetta al team che seguirà le vicende di un processo per contraffazione e commercio di bacchette magiche non registrate, ha avuto modo di trovarsi in loco per prestare sostegno ai ribelli e cercare il più possibile di far concentrare la stampa su quel diversivo.
8.00 am (circa) - QGA
Albus Potter, Margaret Reid e Lola Delgado hanno già firmato la propria presenza al Quartier Generale Auror, dove si trovano mentre ha luogo il diversivo nell'atrio. Pur non assistendo direttamente, sono consapevoli di quanto stia accadendo, essendo già al corrente del piano. Quando la notizia della presenza di Beatrice Morgenstern al Ministero giunge veloce all'ufficio, il Corpo Auror viene mobilitato quasi al completo per arginare l'eventuale minaccia e ripristinare l'ordine. Albus Potter è notoriamente affiliato ad Inverness, mentre Margaret e Lola sono lycan entrambe censite. Inaffidabili e scomodi ai fini degli Auror, viene chiesto loro (e a chi come loro) di rimanere all'interno del QGA, strettamente supervisionati da una squadra di otto Auror fedeli a Collins. Lo avevano già preventivato. Devono trovare il modo di uscire dal QGA e raggiungere l'Atrio per supportare Samuel.SPOILER (clicca per visualizzare)Repetita iuvant (recap veloce e coinciso delle poche e semplici regole. Per la versione estesa, rileggere qui.)
- Il primo giro si concluderà il 15 Marzo alle ore 12.
- Si possono fare più post d'interazione, sia con gli altri pg sia con l'ambiente (ma non con png propri o con png altrui), durante lo stesso giro. E' anzi una cosa auspicabile e incentivata.
- Non si può fare più di un post d'azione a giro. L'azione non può essere autoconclusiva poiché l'esito sarà nelle mani del master.
- I post non devono superare le quindici righe. Se volete usare gif, vi preghiamo di usare gif icons.
- No powerplay e metaplay.
- Siate chiari nelle descrizioni delle azioni dei vostri pg affinché sia facile per il master capire il quadro generale.
- Allo stesso modo, lasciatevi coinvolgere dalla quest, dal gioco degli altri pg, dagli eventuali imprevisti e lasciatevi guidare dalla fantasia.
- Ribadiamo, in ultimo, che ogni azione avrà la sua naturale conseguenza e il destino del singolo pg, come della quest, è incerto!
oh my lola! DaGrey's psychomachia expecto patronum. scamander¸ metamorphism' blue velvet ~Zireael Heart of Darkness
Edited by {LAST HORCRUX} - 10/3/2022, 13:38. -
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- Atrio del MinisteroSamuel è scoppiato a ridere quando Tris gli ha proposto il piano pensando fosse uno scherzo. Cioè va bene, sono stato grandioso nei panni di un prete, ma da qui ad impersonare l'alfa suprema di tutti i lycan ne passa. Socchiude appena gli occhi, in quegli attimi di concentrazione pre show. Prima che lo spettacolo abbia inizio. Perché è una sceneggiata quella che ha tutte le intenzioni di mettere in atto. Un diversivo che non sfoci in niente di offensivo, non prima dell'arrivo di Albus e gli altri perlomeno. Mento alto, portamento fiero, sguardo freddo. Sono queste le componenti che l'accompagnano in quella camminata lungo l'atrio del Ministero. Avverte gli sguardi su di sé ma decide di non incontrarne nessuno, dritto alla meta così come farebbe la vera Tris. La tentazione di sorridere a Percy, sornione, è tanta ma si trattiene mordendosi il labbro inferiore. « Tu. » Gli punta contro l'indice, affinché non ci siano fraintendimenti. « Tu, lurido bastardo. » Sibila a denti stretti. Gli arriva sotto il viso e lo fissa con una smorfia accigliata. « Questa è tua. » Gli sbatte contro il petto la foto dei suoi figli neonati. « Devi essertela persa per strada, insieme all'essere una persona vagamente rispettabile e alle tue responsabilità. » Scuote la testa, sorridendo amaramente ed è solo allora che abbraccia l'intero atrio con gli occhi glaciali. E' allora che alza la voce. « Lo sa il signor Crane chi ha alle sue dipendenze? Di che merda di uomo sia Percival Watson, Lancaster o come ti fai chiamare ora? » Si rivolge allora ad un ragazzo scelto a caso lì vicino. « Tu lo sai con chi è che lavori tutti i giorni? » Gli domanda con un sorrisetto per poi tornare a Percy dandogli una manata sulla spalla. « Eh Percival? Glielo raccontiamo ai tuoi colleghi chi sei veramente, che dici? No? Lo faccio io? Sicuro? »
SPOILER (clicca per visualizzare)Il ragazzo scelto a caso a cui si rivolge è Cygnus.. -
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Di problemi nel mantenere la faccia da poker, Percy non ne aveva mai avuti. Non poteva tuttavia non trovare intimamente divertente la scena messa in atto da Sam nei panni di Tris, specialmente quando andò a sbattergli sul petto la foto dei loro gemelli appena nati. Molto teatrale. Da accordi, mantenne la propria espressione completamente priva di ogni emozione, fatta eccezione per lo sguardo leggermente scocciato sottolineato da un sopracciglio inarcato. « Se hai finito di fare la pazza puoi anche tornare alla tua progenie. Dubito che berciare in un atrio ministeriale possa guadagnargli un padre. » Inclinò il capo di lato, stirando un sorrisino di scherno. « Con un branco intero a disposizione, poi, dovresti avere l'imbarazzo della scelta, Beatrice. » Fece una pausa, sbuffando una risata sotto i baffi. « Sappiamo entrambi come sono andate le cose - come gira tra voi lycan. » Nel dirlo, affondò la mano nella tasca del mantello, mettendo mano alla bacchetta mentre con la coda dell'occhio ricerca tra la folla i volti degli addetti alla sicurezza. Un'occhiata tanto svelta quanto eloquente. Rimuovetela da qui. Una che forse non fu nemmeno necessaria, dato che dai camini cominciarono a comparire diversi Auror, diretti in gran carriera verso Beatrice. « Che sta succedendo qui? Quali sono i tuoi affari al Ministero, Morgenstern? » Fu svelto a intervenire, tenendo gli occhi puntati in quelli di lei con aria di sfida. « Se la conosco bene, non solo è armata fino ai denti.. ma ha pure compagnia. » Fece una pausa, affiancandosi agli Auror. Estrasse la bacchetta, pronto a castare qualora necessario, in posizione di difesa. « Cosa vuoi davvero, Beatrice? Gli Strumenti Mortali? È così, vero? Questa bella scenetta era solo un diversivo. » Perdonatemi ragazzi, qualcosa glielo devo offrire. Spero ve la caverete.. -
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Quartier Generale Auror
Con tre quarti del Corpo Auror impegnato altrove, era chiaro che quelli rimasti fossero lì solo per supervisionare chi era poco gradito. Lo avevano preventivato: era ovvio. Albus lanciò un'occhiata veloce a Lola e Margaret - una di intesa, per suggerire loro di intrattenere in qualche modo gli Auror. Poi di colpo si alzò con un fascicolo sotto braccio, sbuffando e muovendosi verso la finestra, che aprì con un colpo secco. Poggiò il file sul davanzale con movenze scocciate mentre si accendeva una sigaretta. « No ma fai come se fossi a casa tua, Potter. » « Siamo quattro gatti e non abbiamo un cazzo da fare, Rupert. » Laconico, non alzò gli occhi dal fascicolo aperto. Un noioso caso che gli avevano assegnato da rivedere. Ma come per ogni file, c'era sempre un breve rapporto del capo auror. Ed era quello che ad Albus interessava. Visualizzò bene ogni parola, ogni sbavatura, ogni inceppamento della penna, ogni tratto di giuntura tra una lettera e un'altra. Ne copiò alcuni tratti di prova, prendendo qualche tiro di sigaretta. Una volta sicuro, gettò la cicca e girò le pagine sui fogli intonsi di pergamena, stendendo con attenzione una lettera in cui assegnava un compito a ciascun Auror ancora presente al QGA. Qualcuno all'ufficio misteri, altri al wizengamot, altri ancora al centro di smaterializzazione, e poi alcuni ai camini dell'atrio. Auror fedeli al QGA erano mischiati a quelli fedeli ad Inverness per rendere l'ordine plausibile. Ma la squadra principale si sarebbe trovata comunque intorno all'atrio. Appose infine la firma di Collins. Non essendo falsata dalla magia, tecnicamente non avrebbero dovuto trovarci nulla di strano. Diede alla pergamena la forma di aeroplanino (tipica delle comunicazione interne al Ministero) e si guardò veloce alle spalle prima di muovere svelto il polso che teneva la bacchetta e incantare la comunicazione. Chiuse quindi di scatto la finestra, obbligando così il foglio a fare un giro più lungo ed entrare dalla porta di ingresso. Nell'attesa, tornò alla propria scrivania, stravaccandosi sulla sedia con uno sbuffo nel fingersi impegnato a consultare il file.. -
.Si ritrova ad annuire, con un sorriso freddo alle parole di lui. Pensa come una donna, Sam. Sii una donna ferita e incazzata. « Giusto, è così che funziona, no? » Posa lo sguardo su un gruppetto di ragazze lì vicino, riconoscendo il volto di Amunet. Vi si sofferma per qualche istante. « Uno decide di abbandonarti, di punto in bianco, con due figli non ancora nati e quando provi a chiedere spiegazioni, nell'unico modo che evidentemente funziona per avere la sua attenzione, la pazza chi è? La donna. » Continua a muovere il capo in segno di assenso mentre ricerca l'approvazione delle esponenti del gentil sesso nei paraggi. Cazzo datemi un minimo di mano, dove sta la tanto decantata solidarietà femminile? « Magari ora sono anche in pre ciclo no? Un po' tanto comoda questa storiella. » Avverte l'arrivo di figure con la coda dell'occhio e comincia a scandagliare l'atrio alla ricerca di qualche volto ribelle. Dory. La fissa per qualche istante prima di rimanere sempre più sconcertato dal rapido susseguirsi degli eventi. Ma porca troia, bro, fai sul serio? La faccia di bronzo viene attraversata da un'increspatura generale che si combina ad una sgranata di occhi. Dissimula comunque il tutto con una risatina, guardando oltre la spalla di lui per incontrare lo sguardo dell'auror. « E' così che lavorate al Ministero ora? Pronti ad attaccare in..-» fa un rapido conto «- sette una donna sola che non ha fatto altro che parlare al padre dei suoi figli? » Faccia da schiaffi attivata mentre decide di giocare d'azzardo nel non allungare la mano verso la bacchetta. Non ancora. Rimane invece fermo, lasciando scivolare gli occhi sui visi di quei gentlemen. « Non trattarmi da pazza, Percival. Perché dovrebbero interessarmi gli Strumenti Mortali? Sono al sicuro, come d'accordi, dove nessuno può metterci le mani sopra per far tornare la Loggia. La stessa contro cui noi lycan abbiamo combattuto in prima linea per proteggere l'intera umanità. Senza distinzioni. » Un sorriso di circostanza rivolto all'intero Atrio mentre vede sbucare dai camini altre figure, in lontananza. Merda, merdissima, da qua esco orizzontale. La mano si posa con nonchalance sopra la tasca dove c'è la bacchetta. « E lo sapete bene. Inverness ha accolto molti dei presenti quando ne avevano più bisogno. ».
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Atrio del Ministero 
Quel giorno non avrebbe dovuto trovarsi lì. O, più precisamente, non avrebbe voluto svegliarsi di gran carriera, per recarsi di prima mattina al tirocinio che le vedeva ormai impegnata almeno una volta a settimana. Perfino da assonnata e stanca, dopo una nottata passata al gala di beneficienza organizzato dagli Hamilton, Maeve riuscì ad arrivare in perfetto orario e nella sua impeccabile tenuta in tailleur. Era intenta a mostrare il proprio tesserino all'ingresso, per poi dirigersi verso l'ascensore che l'avrebbe portata agli uffici dove era stata assegnata, quando una figura fin troppo conosciuta le sfrecciò davanti. Al principio non le prestò molta attenzione, giungendo di fianco ad Amunet alla quale rivolse un sorriso gentile, soffermandosi con lei in attesa mentre trafficava con la borsa. Arricciò il naso, infastidita dall'odore di caffè e qualcosa di bruciacchiato che le diede la nausea. « Buongiorno, compagna di disagio mattutino. Sarò onesta, stamattina non ho proprio voglia di stare a sentire Branson... » Ebbe a malapena il tempo di salutare la moretta, prima che la Morgenstern tirasse su una vera e propria sceneggiata nell'atrio. Scostandosi, appena il necessario per scrutare l'intera vicenda con finta noncuranza, non fu difficile capire cosa stesse accadendo. Percival... sei veramente uno stronzo. Certo, per andare avanti in questo mondo bisogna esserlo e sotto questo punto di vista hai la mia più completa stima, perché siamo simili sotto molti aspetti. Ma tu, anche nel privato, sei proprio incommentabile. Me l'hai anche spacciato come insegnamento: in certe situazioni bisogna abbandonare il "caso" e lavarsene le mani. Lo stai facendo anche coi tuoi bambini? La rossa avrebbe dovuto mantenersi inter partes, com'era da prassi in ogni azione legale; così come non era affar suo, quello di intromettersi. E non era neanche intenzionata a farlo. Nessuno, parve infatti volersi schierare con la Morgenstern, che vittima della situazione si ritrovò presto accerchiata. Maeve sospirò, non appena venne raggiunta da un'occhiata della lycan, quasi alla ricerca di supporto. Non fu per pura bontà d'animo però, né per solidarietà femminile, che si sporse in avanti - pur senza avvicinarsi al gruppo. Beatrice uguale Inverness, già. « Qui c'è un Tribunale, Signori. Le maniere della signorina Morgenstern possono anche essere grossolane, ma la legge specie fra queste mura dovrebbe essere uguale per tutti. » Esordì tentando di sovrastare alcune delle voci degli Auror, mantenendosi perfettamente composta e posata, senza smuoversi dal suo posto. Incrociò le braccia, stringendo contro il petto dei fascicoli. « Beatrice, se lo vuoi puoi promuovere un'azione giudiziaria tramite i nostri uffici ed hai tutto il diritto di intraprendere una causa di accertamento della paternità naturale. » Si rivolse dapprima verso Tris, per poi voltare il viso in direzione di Percival con un'espressione imperscrutabile - semmai l'avesse calcolata. « Non serve ricordarti l'articolo 277 del Codice Civile, Watson: qualora il presunto padre naturale rifiuti la paternità, la madre può promuovere un'azione davanti al Tribunale per ottenere una sentenza dichiarativa della filiazione, che produce gli stessi effetti del riconoscimento. » Me l'hai insegnato e suggerito proprio tu, Percival: decidi da che parte stare... Ma ricordati che la verità, come la storia, la scrivono i vincenti. Non si stava di certo schierando in pubblico, Maeve, ignara della verità celata dietro quella storia; ma, suo malgrado, si unì al diversivo del tutto inconsapevolmente.
Edited by ~Zireael - 12/3/2022, 04:00. -
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Atrio del MinisteroQuando Albus l'aveva messa in guardia rispetto agli eventi di quella mattina, Mun non si sarebbe mai immaginata una scena del genere. Attorno alla figura di Beatrice confluiscono sempre più persone, tant'è che per la mora risulta inevitabile tirare fuori il cellulare e mandare velocemente un messaggio ad Albus seguendo con la coda dell'occhio gli ultimi sviluppi messi in campo dall'intervento di Maeve. Sei già in ufficio? Stamattina l'atrio mi fa venire un po' di ansia. Un messaggio inequivocabile, mentre gli Auror che confluiscono attorno alla figura della Morgenstern si moltiplicano. Ciò che le appare davvero fuori posto, tuttavia, più della presenza stessa di Tris, è la scenata che decide di mettere su. Completamente decontestualizzata alla luce degli eventi che ha osservato nel corso del tempo. Si fa quindi spazio nella folla, posando le dita gelide sul braccio della giovane lycan. « Oh eccoti! » Volge lo sguardo verso la squadra Auror, prima di gettare un'occhiata eloquente alla giovane Cousland lì presente. « Si può sapere cosa succede qui? » Pausa. « Nonostante la sua irruenza, la signorina Morgenstern è qui sotto mio personale consiglio. Con leggero ritardo è intezionata a registrarsi presso l'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Non è forse ciò che è stato chiesto a tutti? Pagherà la multa per il ritardo con cui sta ottemperando ai suoi doveri di libera cittadina. » Getta uno sguardo piccato in direzione di Percival prima di stringere ulteriormente il braccio della lycan. Che cosa stai facendo Morgestern? « Se abbiamo finito col processo alle intenzioni, chiederei gentilmente a tutti di abbassare le bacchette e farsi da parte. A meno che il signor Watson non vuole spiegarci per quale ragione sta considerando certe illazioni. » Si innumidisce appena le labbra e sorride con aria viperina. « Sono un po' confusa al riguardo. Il comunicato stampa dell'Ufficio Misteri ci ha assicurato che gli Strumenti Mortali sono inattivi. Da anni. »
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.L'atrio del ministero londinese si apriva per una delle prime volte davanti ai suoi occhi. Da quando si erano trasferiti in Inghilterr, Cygnus era stato in quel luogo solo un paio di volte prima di quella. E quel giorno non sarebbe stato certo il suo ricordo più felice tra quelle mura, non solo per ciò di cui sarebbe stato testimone -e probabilmente anche protagonista- seppure non volendolo, ma anche perché il turno della notte precedente era finito con la sua persona nella camera di uno squallido mothel di quart'ordine in compagnia di un cliente particolarmente attraente. Aveva pagato la notte di divertimento con un cerchio alla testa che fino all'ultimo gli aveva fatto pensare di non presentarsi al tirocinio. Però era li, col suo zaino in cui era contenuta gelosamente la maschera del suo alter ego e quelle poche cose che teneva sempre con se. Stava trascinando quasi i piedi, con l'andatura che molti avrebbero attribuito molto probabilmente ad un morto vivente, quando una discussione nelle vicinanze si accese tutto d'un colpo e lui si ritrovò invischiato in una situazione che avrebbe molto volentieri evitato. Una donna si rivolse nella sua direzione parlando di un suo fantomatico collega. Il ragazzo si guardò attorno, per accertarsi che fosse davvero lui il soggetto preso in causa, e stava per rispondere quando dall'altra parte fu un giovane a prendere la parola. Da li la situazione degenerò, la luce verde dei camini che ardevano gli colpì l'angolo dell'occhio frastornandolo leggermente e facendolo arretrare quando vide che gli addetti alla sicurezza si stavano avvicinando con le bacchette sguainate. La mano andò meccanicamente al fodero in pelle che teneva sempre alla cintola, la mano si chiuse attorno all'impugnatura lignea del catalizzatore pronta a scattare per pararsi le chiappe nel caso in cui il tutto fosse degenerato. Vide due ragazze prendere la parola in diesa della stessa persona che l'aveva chiamato in causa poco prima. Rimase quindi sull'attenti -per quanto una persona coi postumi di una sbornia mischiata ad una mancata overdose di Erballegra potesse esserlo- con la bacchetta estratta ma il braccio abbandonato lungo il corpo. Nel caso in cui qualche incantesimo si fosse diretto nella sua direzione non avrebbe certo tardato ad alzare l'atro nel tentativo di evocare un Protego Maxima per creare una bolla in cui proteggersi mentre nella sua mente un solo pensiero continua va a tormentarlo Ma per quale motivo non sono tornato al campus a dormire? totalmente ignaro del fatto che la situazione non fosse certamente messa meglio.
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8.00 am (circa) - QGA
Quando la maggior parte del corpo auror lasciò il QGA, Margaret capì che il piano stava cominciando. Infatti, nella stanza rimasero in pochi e tra l’altro supervisionati da otto delle persone più fedeli a Collins. Ora, fosse stato per Maggie, li avrebbero già schiantati tutti e otto per poi imbavagliarli e legarli ad una sedia, ma in questo caso sarebbe stato meglio procedere per gradi.
Quindi la lycan rimase ferma alla sua scrivania e continuò il suo solito lavoro, che consisteva solamente nel firmare scartoffie e controllare che i casi di collins fossero stati chiusi in modo corretto. Nel mentre avrebbe pensato ad un piano efficiente per poter uscire di lì e raggiungere gli altri nell'atrio. Ma come avrebbero potuto fare?.
Maggie alzò la testa, per circa qualche secondo, e per fortuna in quel momento incrociò gli occhi di Albus e capì che di sicuro stava per succedere qualcosa. Infatti, quando il ragazzo si alzò ed andò alla finestra, le sembrò ovvio che avesse in mente un piano, ma stava decisamente attirando troppo l’attenzione. Quindi, per dargli man forte, visto che erano in otto a puntare gli occhi su di lui, Maggie decise di far cascare “per sbaglio” un intero fascicolo di fogli a terra, per creare una specie di diversivo alla fattura che avrebbe lanciato su uno degli auror di Collins presenti.
“Gambemolli.” sussurrò la lycan con bacchetta alla mano, che subito avrebbe riposto all’interno del porta bacchetta legato alla caviglia per non destare sospetti, nella speranza che James, l’auror, potesse cadere a terra ed attirare l’attenzione del suo gruppo, tanto da farli correre ad aiutarlo. Margaret ovviamente avrebbe reagito con un’espressione scioccata. “Oddio!” sarebbe potuta andare bene.. -
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8.00 am (circa) - QGA « Delgado, puoi startene un po' seduta? » Il commento paternalistico di Doherty le venne rivolto qualche istante dopo che Albus Potter si era avvicinato alla finestra. Lola si trattene dal roteare gli occhi al cielo, mordendosi l'interno della guancia. Cos'é, una gara a chi è più palo in culo? « Scusa » Si stampo' un sorriso innocente sul viso. « é che sono alla seconda tazza di caffé - terza, se contiamo quella che ho bevuto a casa. » Sollevò la tazza ancora fumante davanti al viso dell'Auror, la cui espressione perplessa si increspo' leggermente. Por Dios, Doherty. Non dirmi che sei uno di quelli che rischia l'infarto al pensiero che le donne hanno bisogni fisici. Per quanto assurdo, quel pensiero l'aiutò a tranquillizzarsi leggermente; in verità era nervosa - così tanto da non riuscire a concentrarsi sulle scartoffie sparse sulla scrivania, le cui parole le si mischiavano davanti agli occhi in grovigli incomprensibili. « Cioè, tra un po' dovrò assolutamente andare in bagno, altrimenti rischio di farmela addosso. E poi sforzare la vescica non fa bene alla salute, sai? In spagnolo abbiamo un detto: Quién bien caga y bien mea, no necesita que el médico le vea. » E tu hai proprio la faccia di una persona affetta da occlusione intestinale. Portò nuovamente la tazza di caffè alle labbra, ben attenta ai movimenti dei compagni e, come Margaret fece cadere i fascicoli, si affrettò a dirigersi in quella direzione, apparentemente intenzionata a raccoglierli. Nel voltarsi, urtò accidentalmente - o così parve - contro uno degli Auror, rovesciando caffé bollente dappertutto. « Que pendeja soy! » Abbandonò la tazza sulla prima scrivania, avvicinandosi all'Auror. « Ah! Aspetta, ti aiuto a togliere la giacca. Non ti sei ustionato, vero? » E, con la sua migliore espressione servizievole, allungò una mano in direzione della giacca dell'uomo, nella cui tasca sinistra lo aveva visto riporre la bacchetta - nel caso, intenzionata a sistemarla nella sedia libera in prossimità di Albus.
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Atrio del Ministero. Ninfadora Weasley camminava qualche passo indietro rispetto al team della Gazzetta alla quale era riuscita a farsi assegnare. Quella mattina, prima di recarsi al Ministero, aveva preso in considerazione la possibilità di prendere uno di quegli antidepressivi che le aveva segnato la terapeuta. Stava per farlo, ma aveva rimesso giù il barattolino ancora chiuso. Aveva bisogno di rimanere lucida, orientata. I suoi nervi dovevano rimanere a fior di pelle, pronti a scattare al momento necessario. Quella adrenalina era una lama a doppio taglio: se da una parte poteva darle la spinta necessaria per uscirne illesa, dall’altra temeva che l’avrebbe potuta immobilizzare e farla diventare solo un intralcio. Nel petto, il cuore sembrava sul punto di esplodere. Tu-tum, tu-tum, tu-tum. Quel rumore diventava sempre più invadente. Lo sentiva in modo chiaro e preciso. Forse anche gli altri lo avrebbero sentito. Veronica Smith camminava davanti a lei con passo scuro, stringendo al petto una cartellina. Stava ricontrollando dei documenti scambiando qualche parola con Johnatan, l’ultimo tirocinante della Gazzetta. Dory era certa che avrebbero sentito quel rumore. Forse adesso. No, adesso. Si sarebbero voltati e l’avrebbero scoperta. Respira. Respira. Forse non stava respirando. Sobbalzò più di quanto si aspettasse quando qualcuno gridò. Riconobbe la voce di Beatrice Morgensten prima ancora di voltarsi per assistere alla scena. «Cosa sta succedendo? Hanno scambiato questo posto per uno show televisivo di pessimo successo?» La voce irritata di Veronica la costrinse a voltarsi verso di lei. Esibì un’espressione confusa, scuotendo appena la testa. «Non ne ho idea.» Attorno a lei e a Percival Watson si stava radunando un piccolo gruppo di persone. Dory ebbe l’impressione che il momento si stesse avvicinando. Mancava sempre meno. «Andiamo, Weasley. Non c’è niente da vedere. Ci penserà la sicurezza..» borbottò Veronica, piuttosto irritata, scuotendo appena la testa per poi ricominciare verso gli ascensori, seguita a breve distanza da Johnatan. Aveva bisogno di una scusa per restare. Respira. Respira. «Si. Mi sono ricordata di aver lasciato una cosa importante... Voi andate, io vi raggiungo subito.» Guardò la collega, esibendo un sorriso imbarazzato, cercando di sembrare agitata. Lei la guardò per qualche secondo, un sopracciglio alzato. Poi si strinse nelle spalle. «Fai in fretta.» Dory annuì. Si voltò camminando lentamente, senza perdere di vista la scena, confondendosi tra i curiosi che si erano fermati a guardare.
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Quartier Generale Auror
I diversivi messi in atto da Lola e Maggie vanno in porto, riuscendo con successo a distrarre gli Auror presenti da ciò che Albus sta facendo. Gli ordini da lui redatti con la falsa firma di Collins (il quale attualmente si trova nell'ufficio del Ministro Crane) arrivano al QGA dopo pochi minuti, sfrecciando dalla porta d'ingresso e raggiungendo l'Auror in carica della sede. Dopo un veloce controllo di routine per accertarsi che nessuna magia abbia compromesso il messaggio, la squadra segue gli ordini scritti, lasciandoli procedere verso l'Atrio del Ministero. Mentre i presenti si preparano ad uscire, l'Auror che Lola aveva urtato in precedenza prende velocemente la giacca dalla sedia. Nel farlo, tuttavia, non si rende conto del distintivo speciale che cade ai piedi della stessa Lola. Il distintivo è riconoscibile a tutti gli Auror per il suo vistoso bordo rosso, indice della squadra dei fedelissimi a Collins, a cui basta mostrarlo per aver libero accesso senza domande a qualunque zona del Ministero (e non).
Atrio del Ministero
Alle illazioni di Percival gli animi nell'Atrio cominciano a farsi più preoccupati e agli Auror non rimane che tentare di sedare la questione sul nascere, prima che possa sfuggire di mano. « Fatti gli affari tuoi, ragazzina! » dice uno di loro, scansando bruscamente Maeve per raggiungere Beatrice (Samuel) e Amunet assieme ai propri colleghi. « Meglio tardi che mai, no? » Il tono trabocca del sarcasmo di chi non crede a una parola di quanto detto, e gli occhi saettano eloquenti tra le due. « Avanti, allora, signorine. Io e i miei colleghi vi scorteremo all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. » È in quel momento che un dipendente ministeriale urta Cygnus nel proprio tragitto verso l'ufficio. L'impatto dato dall'andatura veloce fa involontariamente scivolare lo zaino del ragazzo, da cui si riversa in terra il contenuto. Contemporaneamente, l'urto - misto al post sbornia del ragazzo - lo porta a perdere il possesso della bacchetta che scivola tra i piedi degli Auror che circondano la figura di Beatrice Morgenstern. « Mi perdoni. Mi perdoni. » dice questo tutto imbarazzato, mentre si china per aiutarlo a raccogliere il contenuto. È lì che adocchia la maschera del ragazzo. Sulle prime non dice nulla, porgendogliela con un sorriso tirato. Congedatosi, però, si avvicina ad uno degli auror per comunicargli la cosa - sospetta, date le circostanze. Chi mai si porterebbe dietro una simile maschera al Ministero? « Ehy tu! Sì proprio tu! » dice l'Auror, rivolto a Cygnus, avvicinandosi assieme ad una collega. « Jennifer, controlla il suo zaino. » Si rivolge poi al ragazzo. « Chi sei? Allarga le braccia. » I due, insospettiti, cominciano dunque a perquisirlo. La maschera viene passata tra gli altri Auror. « Potenziale sospetto. Avvertite le squadre. Controllate bene ogni ingresso e ogni mago o strega. Tu - » torna quindi di nuovo a Cygnus. « - tu non vai da nessuna parte. Sei sotto custodia degli Auror. » È in quel momento che Albus, Lola e Maggie arrivano nell'atrio. La perquisizione degli Auror non risparmia nessuno. A chiunque viene chiesto il badge ministeriale o il permesso di visitatore. Anche a Dory viene chiesto il permesso e di conseguenza viene perquisita. I suoi responsabili hanno ormai preso la via degli ascensori lasciandola da sola nell'atrio. Dopo aver letto il suo nome, l'Auror la osserva con un'espressione sospettosa. « Dov'è la sua responsabile signorina? Non può trovarsi qui da sola. Lei non è una tirocinante del Ministero della Magia quindi non può vagare per i corridoi a suo piacimento. Ci sono delle regole qui. La stampa non può ficcare il naso ovunque senza autorizzazione. Lei ha un'autorizzazione per trovarsi qui da sola? Risponda! »SPOILER (clicca per visualizzare)- Il secondo giro si concluderà il 20 Marzo alle ore 20.
- Se usate incantesimi particolari vi chiediamo di linkarci sotto spoiler il sito da cui avete preso la descrizione dello stesso.
- Si possono fare più post d'interazione, sia con gli altri pg sia con l'ambiente (ma non con png propri o con png altrui), durante lo stesso giro. Ricordiamo però che per fare ciò, deve essere sempre tenuta a mente la regola della plausibilità (quanto per esempio sia possibile che, sotto attacco, una conversazione possa durare per più di uno scambio veloce, per esempio). Ovviamente vanno tenuti in considerazione anche i pg che non sono ancora stati postati, considerando il possibile gioco che potrebbero darvi anche i loro interventi e quanto, in un contesto di svariati post, potrebbe essere per loro difficoltoso inserirsi.
- L'azione non può essere autoconclusiva poiché l'esito sarà nelle mani del master.
- Vi preghiamo di leggere attentamente tutti i post precedenti alla vostra risposta, così da poter amalgamare al meglio il vostro gioco a quello altrui, tenendo però presenti gli elementi che, seppur scritti da altri, hanno influenzato l'ambiente in cui anche il vostro pg si ritrova.. -
.« Dov'è la sua responsabile signorina? [...] La stampa non può ficcare il naso ovunque senza autorizzazione. Lei ha un'autorizzazione per trovarsi qui da sola? Risponda! » Cazzo! Durante la perquisizione, Ninfadora aveva provato a comportarsi nel modo più naturale possibile. Fin da quando era bambina si era mostrata fin troppo incapace nel dire bugie, ma stavolta non si trattava di accusare il gatto per aver rotto il vaso di porcellana preferito di nonna Molly, ma in ballo c’era qualcosa di ben più grande. Doveva mantenere la concentrazione. Addirittura assunse un atteggiamento scocciato quando l’Auror le controllò il permesso per poi rovesciarle addosso quelle parole. Incrociò le braccia al petto, alzando il mento come se stesse provando a sovrastare l’uomo che le stava davanti, ben più alto di lei. «Se proprio vuole saperlo, la mia responsabile è entrata adesso in ascensore, avviandosi verso il luogo dove si svolgerà il processo sulla contraffazione e commercio di alcune bacchette non registrate.» risponde con tono scocciato, ritrovando quel disgusto che aveva provato verso i suoi veri responsabili durante il tirocino. Veronica era solo una collega, ma l’Auror davanti non avrebbe dovuto saperlo. Stava bluffando. «E, sempre se vuole saperlo, mi ha chiesto di andarle a prendere un caffè.» la sua espressione è sdegnata. «Non troppo alto, non troppo basso, con una spruzzata di cannella, ma che quella spruzzata non sia troppa né troppo poca, con mezza bustina di zucchero, zucchero di canna, sia chiaro perché quello raffinato fa ingrassare, e non dimentichiamoci di farlo arrivare ben caldo, altrimenti andrà rifatto.» recita quelle parole che le ripeteva sempre una sua superiore e che lei ormai aveva imparato a memoria per poi farle il verso quando era da sola. «Ora, se cortesemente può lasciarmi andare, andrei a prenderlo. Mi perderò già l’inizio del processo, ma ci terrei veramente a godermi almeno la fine.» Lo impalò con lo sguardo, cercando di essere incredibilmente sicura di sé. Alla fine non era questa la parte difficile: le bastava tirar fuori quell’insopportabile aria da so-tutto-io.
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Lola gli aveva servito la bacchetta dell'Auror su un piatto d'argento, e ovviamente Albus fu svelto a cogliere l'occasione per sfilarla dalla giacca incustodita. « Grazie per avermi coperto. Ottimo lavoro, ragazze. » disse, rivolto alle compagne, una volta soli e diretti a grandi passi verso l'Atrio. Quando l'ascensore che li avrebbe portati lì si chiuse di fronte a loro, Albus tirò un sospiro. « Ok.. ci sta qualche lycan nell'Atrio? Abbiamo un'idea di quale sia la situazione? Giusto per capire se entrare a bacchette sguainate o tentare un approccio più soft. » Ovviamente Sam e Dory non erano stati lasciati del tutto scoperti. Albus sapeva ci fosse qualcun altro mischiato ai Ministeriali, qualcuno che potesse coprirgli le spalle in caso la situazione fosse sfuggita di mano prima del loro arrivo. Le due lycan, con il loro contatto, erano le uniche a poterlo sapere. Quando le porte dell'ascensore si aprirono, immettendoli in un corridoio limitrofo al loro obiettivo, Albus si arrestò per un istante, riflettendo su una possibilità che non aveva considerato. « Voi andate avanti, vi raggiungo tra poco. Se possibile, cercate di temporeggiare. » Detto ciò fece dietrofront, infilandosi in un bagno di servizio. « Colloportus. » castò veloce sulla porta prima di posizionarsi di fronte allo specchio dell'angusto abitacolo. Prese un profondo respiro, fissandosi intensamente sulla superficie riflettente e focalizzando bene nella propria mente le fattezze dell'Auror di cui possedeva la bacchetta. Dai Albus, concentrati. Ci puoi riuscire. Non deve nemmeno durare troppo a lungo. Il tempo di portare Sam via dall'Atrio. Richiamò a sé ogni briciolo di concentrazione che aveva per canalizzare la metamorfomagia con l'obiettivo di assumere le sembianze del collega. Lo conosceva, forse non al punto di poterlo replicare alla perfezione in ogni particolarità, ma abbastanza da avere un'idea piuttosto precisa del suo aspetto e dei suoi principali segni di riconoscimento. Tipo il naso storto e la cicatrice sul ponte.. -
.Intenta ad osservare il distintivo dei fedelissimi di Collins con aria incredula, Lola annuì con qualche secondo di ritardo alle parole di Albus. Di questo passo, il nostro piano potrebbe anche funzionare. Dobbiamo solo mantenere il diversivo per un po', guadagnare tempo. « Posso provare a stabilire un contatto, Moore dovrebbe essere lì. » Incontrò lo sguardo di Margaret, alla ricerca di una conferma, e si concentrò sul compagno. Moore? Com'è la situazione? La risposta arrivò quasi immediatamente. Il diversivo sta funzionando. La presenza di Beatrice al Ministero li preoccupa, vogliono spostarla all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Lola annuì tra sé e sé, sovrappensiero. Per ora non sono stati scagliati incantesimi, ma la tensione è palpabile. Non mi sorprenderei se chiamassero rinforzi. Quindi non male malissimo, per il momento. « Per il momento non sono ancora stati lanciati incantesimi. Vogliono spostare Scamander all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Non abbiamo molto tempo. » Tamburellò nervosamente con le dita sul distintivo, fissando i compagni. Proposte? L'ascensore si aprì e Albus si separò da loro, sparendo in una stanza adiacente. E rimasero in due. « Hai qualche idea? » Domandò a Margaret, gettando occhiate attorno a sé per assicurarsi che nessuno le vedesse. « Il distintivo potrebbe darci un vantaggio, ma non so se basterà. E gli Auror sono nervosi, dobbiamo guadagnare tempo senza farli andare nel panico. » Più semplice a dirsi che a farsi. « Non so se è credibile, ma... potremmo spacciarci per collaboratori di Collins e tentare di contenere la situazione, in attesa di Albus. » Sgranò gli occhi, colta da un lampo di genio. « Aspetta, forse ho un'idea. » Puntò la bacchetta sul distintivo, speranzosa. « Geminio. » Se avesse funzionato, due distintivi avrebbero evitato parecchie domande. O almeno così sperava.
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