{CHAPTER ELEVEN 2.0} Winds of Spring {TENUTA}

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    Una esplosione fa tremare lo spalto dove Johnny si stave dirigendo verso le scale. Il tutto andò in rovina quando la palizzata iniziò a crollare trascinando con se il grifondoro. Sono morto sono morto sono morto. Ma qualcuno riuscì a farlo atterrare da quell’altezza tramite un incantesimo. L’atterraggio rimase brusco e la situazione non era sicuramente delle migliori. Tossisce una volta rialzato da terra.
    « Ho appena fatto un volo da lì sopra » Indica con la mano lo spalto crollato: « Qualche genio ha fatto scoppiare la palizzata. » Si controlla le tasche dei pantaloni passando per la fondina, ma niente la bacchetta non c’era più. Siamo fottuti? Siamo fottuti. « E’ un suicidio correre verso l’uscita. » Asserisce il grifondoro cercando di notare qualcosa in mezzo a quel polverone. Ma rimanere lì in mezzo non era l’idea migliore.
    Una figura volava bassa verso di loro; senza pensarci due volte una volta a portata cerca di caricare un pugno per cercare di farlo cadere dalla scopa: Se mancavano i mezzi magici bisognava ricorrere alla forza bruta.
     
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    Gli incantesimi di Olympia vanno a segno. Il ghiaccio che ricopre il terreno imprigiona le gambe di tre Auror, impedendogli di avanzare. Gli altri due, salvi per un pelo, scivolano sulla lastra, perdendo possesso delle proprie bacchette. Uno di questi due viene colpito dal Confudus di Isabel e messo fuori gioco, mentre all'altro arriva l'Expulso sempre della stessa. L'impatto violento dell'incantesimo lo sbalza velocemente contro un albero, trafitto all'addome da un grosso ramo spezzato a cui rimane impalato esanime. Assistendo alla scena, uno degli Auror ancora intrappolati nel ghiaccio riesce a castare un potente Ardemonio in un tentativo disperato di impedire l'avanzata ribelle. Le fiamme assumono la forma di una gigantesca idra, espandendosi e bruciando senza via di scampo diversi Ribelli intenti a coprire le spalle di Olympia, Sol e i loro compagni.
    Dall'alto, la fionda di Lilac finisce il lavoro: dei tre Auror ancora nel ghiaccio, uno viene trapassato dalla pietra alla tempia e ucciso. Un secondo viene preso alla spalla destra mentre sta per castare un incantesimo, e il colpo gli fa perdere il possesso della bacchetta. Il terzo, lo stesso che ha castato l'Ardemonio, Lily lo colpisce alla schiena, facendolo sbilanciare in avanti e battere di faccia. Nella caduta, tuttavia, l'Auror perde controllo dell'incantesimo, e il fuoco magico inarrestabile continua la propria avanzata, diretto verso il campo da Quidditch. Salt, l'asticello di Lily, riuscito a salvarsi per un pelo, sbraccia dalla cima di un albero con in mano la bacchetta della sua padrona. La piccola creatura cerca di farsi notare disperatamente per essere salvata dalle fiamme che iniziano a lambire la base dell'albero sul quale si è arrampicato.

    OFF// Lily può scegliere se raggiungere il Campo da Quidditch seguendo l'Ardemonio oppure combattere ai cancelli

    Vi ricordiamo che il Protego è un incantesimo istantaneo. Lo scudo che viene generato non dura nel tempo, ma si dissolve pochi istanti dopo essere stato castato. Si tratta quindi di una difesa immediata.


    Campo da Quidditch

    Il pugno di Jonathan si infrange contro il petto dell'uomo che sfreccia nella loro direzione a cavallo di una scopa, disarcionandolo. Tuttavia, nell'impatto ad alta velocità, Johnny si rompe il polso e si sloga la spalla. « AAAH! Ah cazzo la schiena! » Ted Lupin, colpito dal pugno di Jonathan, si rotola tra la sabbia e i detriti, alzandosi faticosamente in piedi. « MA SEI DEFICIENTE?! Che cazzo dai pugni alla gente sulle scope? Ti potevo portare via un braccio, coglione! » È in quel momento che, cercando la propria bacchetta per richiamare il manico di scopa, mette a fuoco i due amici Juniper e Oliver. « E voi come ci siete finiti qui? Non avete visto cosa sta succedendo?! » No, ovviamente no. « Là fuori c'è il macello raga! Siamo entrati con Byron Cooper; anche James, Olympia e Rudy stanno combattendo per prendere il castello. » spiega loro concitatamente. Nel frattempo arriva la sua scopa, su cui rimonta, rivolgendo loro alcune ultime parole. « Le chiacchiere stanno a zero: o cercate di scappare, o prendete una posizione. La situazione è critica. Ormai.. o sè tonto o tiri i sassi. » Così, con questa massima, Ted Lupin sfreccia via per raggiungere gli altri compagni. La sabbia ormai assestata libera completamente la visuale dei presenti, che vedono arrivare dalla tenuta l'Ardemonio diretto verso il campo.

    Scadenza: 26 marzo ore 14.

     
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    Se i suoi tiri con la fionda vanno a segno, Lilac questo non lo vede. Il suo unico pensiero, adesso, è Salt. Gli occhi verdi sono puntati sulla schiena dell'Auror verso cui l'ha lanciato. Non lo vede. Sta iniziando a tremare, la Scamander, certa che il peggio sia infine arrivato. Poi, un movimento impercettibile alla base di un albero. Il piccoletto che si sbraccia per essere visto, e le fiamme di una maledizione che stanno per lambirlo. «SALT!», urla forsennatamente, lanciandosi in una corsa disperata verso di lui. Mai come ora la velocità sulla scopa è stata indispensabile, ed è su questa che Lilac punta, le lacrime della disperazione agli occhi, per recuperare l'Asticello e la bacchetta che lui, il suo piccolo eroe, sventola tra le mani. Quando lo stringe tra le dita quasi non ci può credere. Una virata vertiginosa e riprende quota, al sicuro dalle fiamme che riducono in cenere tutto ciò che incontrano. Percepisce il calore sulla propria pelle, il dolore lancinante di una bruciatura. Il fuoco che si mescola all'infezione della ferita infertale dal rag'nak. Non sa se è stata colpita davvero o è solo l'effetto della temperatura incredibilmente elevata - sa soltanto che vorrebbe svenire lì, Lilac, dimenticare tutto il resto. Ma non può mollare. Non dipende solo da lei. C'è in gioco la vita di altri. C'è in gioco la vita della squadra di terra, che sperimenta in quell'esatto istante la stessa minaccia di Salt. E' allora che urla ai Ribelli in volo di caricare sulle scope chiunque trovino sul proprio percorso. Certo, questo non impedirà all'Ardemonio di proseguire oltre, ma potrebbe mettere al sicuro chi, correndo, alle fiamme di certo non potrebbe sfuggire. «Olympia! Sol!», vede le due compagne in corsa. «AGGRAPPATEVI!», se una cosa è certa, è che in tre sulla scopa andranno lente. Ma più veloci che correndo. In fondo, i Battitori più muscolosi pesano due volte me.
     
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    A tutte le parole che l'Auror gli rivolge, Peter avrebbe la smania di rispondere con multipli vaffanculo, ma non fa in tempo perché - neanche fossero prigionieri - viene loro letteralmente imposto di indirizzarsi, dalla Sala Trofei, verso le Cucine, attraverso un passaggio segreto. E' in quel momento che Peter ficca la mano in tasca, lì dove il calore cocente minacciava di bucare i jeans e, chi lo sa, forse anche la pelle. Un Galeone... Comunicante? Non c'è altra spiegazione, dato che vi legge sopra un messaggio. E mentre si rende conto di essere stato, in modo enigmatico, avvertito da Olympia, è proprio il nome di lei che lo ridesta dalle riflessioni. « Comunque sapete chi ho visto là fuori? I fratelli Potter! » «Cosa?», è una frazione di secondo quella che fa collegare al Grifondoro l'immagine dell'Ardemonio là fuori e quella dei fratelli Potter là fuori. E il fatto che il Frate Grasso non abbia visto Albus... Peter avverte una fitta. Corre. Semplicemente, corre. Corre verso la tenuta. Nessuno fa caso a lui. Non da subito, almeno - probabilmente sembra soltanto un ragazzo che cerca un riparo, un rifugio sicuro. Quando è fuori, però, c'è il finimondo ad accoglierlo. Ai cancelli di Hogwarts, da un lato duelli a più riprese, dall'altro le fiamme. Lo sguardo del Grifondoro guizza tra i volti della battaglia. Cerca i fratelli Potter. Non li vede. No, no, no. Non è possibile. Sono qui da qualche parte. Sono a combattere. E' solo che c'è troppo casino, non li vedo perché... C'è... Troppo casino. Schiva la scintilla di un incantesimo, scivola su un fianco. Indietreggia, sentendosi sopraffare dal timore - e dall'agghiacciante pericolo che questo si trasformi in consapevolezza - di aver perso tutto. Va a sbattere contro qualcosa. Si gira. Un Thestral. O meglio, una frotta di Thestral. Per sua sfortuna, Peter può vederli. Devono essere scappati dalle stalle accanto al campo da Quidditch, cercando di sfuggire all'Ardemonio... L'unica cosa che gli viene in mente è salire sul dorso di uno di loro, pregando di avere una visuale migliore dall'alto e di riuscire, finalmente, a scorgere i volti di quella che considera una famiglia.
     
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    Rimane senza fiato quando vede le persone cadere davanti ai suoi occhi come mosche. Distoglie lo sguardo, con l'intento di continuare la corsa verso il campo da Quidditch ma in un attimo, tutto ciò che vede è fuoco. E' la prima volta che si ritrova faccia a faccia con l'Ardemonio e sa altrettanto bene che non può nulla contro una tale magia oscura ma ci prova lo stesso. Passa da ogni incanto elementale a tutti i vari protego che conosce mentre continuano a correre. Si aggrappa con tutta se stessa alla convinzione di potercela fare mentre il fumo comincia ad offuscarle la vista così come il fuoco ad accerchiarli. Prende a tossire mentre tenta un Testabolla a proteggere naso e bocca. « Le Creature..Sonorus! » Prova a castarsi all'altezza della gola per lanciare un avvertimento ad ampio raggio, affinché i Centauri e tutto il popolo della Foresta possano mettersi in salvo. « Dobbiamo contattare Eliphas altrimenti andrà a fuoco tutto! » Dice concitatamente a Stephen. E' quando lo sente urlare di dolore, è troppo tardi per lui, ormai completamente fagocitato dalle fiamme. Sgrana gli occhi, la rossa, in un attimo di trance che le mozza il respiro. « No, no, no » come un'automa prende a scagliargli contro ogni tipo di incanto per tentare di salvarlo in extremis. Viene inondata dalle sue ultime emozioni, non accorgendosi nemmeno del momento in cui le lacrime prendono a rigarle le guance. Si stringe in un abbraccio, come se così potesse tenere a bada le sensazioni che si mescolano dentro di lei. « Andiamo, muoviti! » Si sente trascinare via, da una stretta salda al braccio, in una corsa forsennata. « Abbiamo bisogno di aiuto.. brucerà tutto. » farfuglia con uno sguardo assente. « Aspetta, aspetta, lasciami! » Urla allora verso la ragazza che l'ha trascinata fino a quel momento. « Expecto Patronum. » La volpe artica non appare. Ci prova e ci riprova ma non riesce a richiamare a sé alcun pensiero positivo. Quando Lily la chiama dal cielo lei spalanca gli occhi e scuote la testa. « In tre saremmo troppo lente. Bisogna arrivare al campo quanto prima. » Non sappiamo chi troveremo tra le macerie, se c'è ancora qualcuno vivo da mettere in salvo dal fuoco. Allunga una mano verso Mel, pronta a salire sulla sua scopa. « Sol, ci servono gli warlock. » Le lancia un'occhiata ed è in quel momento di distrazione che una lingua di fuoco le si fa troppo vicina. Ne avverte il calore all'altezza della caviglia mentre urla. « Parti, ti prego parti » riesce giusto a dire, aggrappandosi alla sua schiena mentre ricerca una delle sue pozioni, per provare a lenire il dolore che sente al piede sperando di non svenire prima.

     
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    « In che senso James, Olympia e Rudy stanno combattendo per prendere il castello?! » E, soprattutto, perché io lo scopro solo ora? Nella confusione generale, il suo tono di voce risultò quasi isterico. In un altro contesto, June forse non avrebbe faticato a fare due più due, associando i Ribelli agli impliciti avvertimenti ricevuti da Mun qualche tempo prima. « Ted, che cazzo... TED! » Ma il ragazzo aveva già preso il volo. In preda all'ansia, June si voltò verso i compagni. « Il Castello. Se stanno prendendo il Castello dobbiamo dirigerci lì! Qui siamo troppo scoperti, e ad Hogwarts... » Ad Hogwarts ci sono i miei fratelli, mio cugino. La paura aumentò, non tanto per sé stessa, quanto per le persone a lei care. « Dobbiamo darci una mossa. » Decretò, notando le fiamme in rapido avvicinamento. « Olly, la tua scopa funziona? Hai ancora la bacchetta? Io l'ho persa in caduta. » Domandò, rovistando nel marsupio appeso alla scopa ed estraendo la fiala di pozione corroborante, miracolosamente intatta. La mise in mano a Johnny. « Bevila. Dovrai volare con me e mantenere la presa con un solo braccio non sarà semplice. » Se non altro, ti darà più forza. Estrasse anche la fascia elastica, avvicinandosi rapidamente al Grifondoro, e passandogliela intorno alla spalla chiaramente slogata, in una fasciatura di fortuna. « Pronti? » Domandò, quando tutti si furono sistemati sui manici, gettando una rapida occhiata alle fiamme sempre più vicine. « Ci ritroviamo al Castello, non fermiamoci fino ad allora. » Senza bacchetta non c'è molto che possiamo fare. Si sollevò da terra con una spinta, cercando di assestare una buona velocità, considerato il peso di due persone sulla stessa scopa - fortunatamente professionistica. Stava per virare verso l'alto, quando un luccichio a pochi metri di distanza, sul terreno, attirò la sua attenzione. Una bacchetta. Esitò per un istante, conscia che poteva essere pericoloso. « Cavendish, sto per fare una una cosa potenzialmente mortale - diciamo pericolosa, sì. Qualunque cosa succeda, non mollare la presa. » Lo esortò, facendo un rapido gesto a Oliver con la mano destra, sperando lo intendesse. Prosegui. Arriviamo subito. Virò quindi verso il basso, cercando di avvicinarsi all'erba in maniera non troppo brusca, nel tentativo di afferrare la bacchetta. « Non ti muovere o ci schiantiamo di faccia! » Avvertì Johnny, mentre tendeva la mano in avanti, nella speranza di recuperare la bacchetta e rialzarsi verso l'alto.
     
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    Il combattimento, in base a quanto detto da Ted si estendeva a tutto il castello e ciò poteva solamente significare che Daphne era in pericolo. Oliver venne pervaso da un senso di urgenza, dal bisogno spasmodico di trovare la sorella; tanto che quasi non sentì le parole di June. « Ho perso la mia bacchetta nella caduta . » Si issò in volo sulla scopa e si lasciò andare ad un grugnito, il punto in cui erano atterrati era un ammasso di legno e polvere; sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio. « Ci vediamo al catello! » Si spinse in avanti con la scopa, restare troppo vicini li rendeva un bersaglio fin troppo facile da colpire. Fortunatamente la scopa non aveva subito danni, così come la sua mazza da battitore assicurata al suo fianco. Fu costretto a fare un paio di virate improvviso per evitare di incrociare la traiettoria di uno schiantesimo. Si guardò intorno, alla ricerca di un oggetto a lui fin troppo famigliare; il bolide che con June stava utilizzando durante l'allenamento. Salì verso l'alto e quando la palla volò nella sua direzione non poté fare a meno di stringere la mano intorno alla mazza. Un colpo netto e preciso scagliò il bolide di fronte a lui; nella speranza che lo aiutasse a liberare la strada. Non perse troppo tempo ad esaminare l'esito del suo tiro e riprese la sua volata verso il castello. Quando venne affiancato da un auror non poté fare a meno di sentirsi allo scoperto senza la sua bacchetta. « Scendi da quella scopa, non peggiorare la tua situazione ragazzo! » Nonostante la bacchetta puntata verso di lui, Oliver non rallentò; doveva allontanarsi da quel campo e raggiungere la sorella. « Ultimo avv... » La mazza di Oliver fendette l'aria con velocità, un colpo dal basso indirizzato al polso dell'auror; polso della mano con cui reggeva la bacchetta. Un colpo pensato per disarmare l'avversario e impadronirsi della sua bacchetta.
     
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    «HIJO DE PUTA! » fu questa, la delicatissima reazione della Delgado di fronte all'apparizione dell'idra di fuoco castata da un Auror il quale aveva deciso di dar prova della propria fibra morale esattamente in quel contesto. Facendo uso di Magia Oscura, nientemeno. Tentare di sfuggire alle fiamme fu un riflesso incondizionato. Si era spostata, sì, ma era cerea in viso e tremava leggermente. Dovette mandare giù un conato nel momento in cui alle narici le giunse l'odore inequivocabile di carne bruciata e si rese conto che ad emanarlo non fossero altro che i suoi compagni. « OLYMPIA! SPOSTATI! » Le urlò senza nemmeno pensarci, con tutta l'aria che aveva nei polmoni ed una voce che non riconobbe nemmeno come propria, tanto si sentiva la testa svuotata. Sollevò il braccio, rigida, puntandosi la bacchetta addosso nel tentativo di castare un Testabolla. Sempre di riflesso si mosse insieme agli altri nel tentativo di evitare le lingue di fuoco, e fu soltanto la voce di Lilac a riscuoterla momentaneamente da quello stato. « È Ardemonio, cazzo! Ardemonio! » E il sottotesto era: a quel figlio di puttana fregava niente di uccidere tutti. Montò dietro la Scamander, le orecchie che fischiavano, recependo in ritardo quanto aveva invece detto la rossa. Gli Warlock. Era già in sella, quando tentò di mettersi in contatto con Pervinca attraverso il legame. « Ardemonio alla Tenuta. Si sta espandendo. » Telegrafica come non mai. « Avverti chi di dovere. » Quindi, sempre senza quasi realmente recepire nulla al di fuori della necessità di sopravvivere, urlò alla Scamander: « Devi alzarti di più se riesci, Lils! Ce li abbiamo attaccati al culo! » E, come a confermarlo, si trovò a doversi voltare per castare uno Stupeficium, nel tentativo di liberarsi di un Auror fattosi troppo vicino al gruppetto per i suoi gusti.
     
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    La sua idea dettata dall’istinto va in porto però si sloga la spalla e si rompe il polso. Insomma per vedere il bicchiere mezzo pieno: aveva disarcionato una persona, ma aveva praticamente perso l’utilità del braccio destro. Il dolore per la concussione gli fa quasi venire da vomitare, ma si trattiene.
    Viene a sapere che c’è una battaglia fuori dal campo di quidditch per prendere il castello di Hogwarts; ecco il perché di tutto quel casino: Dovevo rimanere a letto anziché godermi questa fantastica giornata. Pensa senza dirlo effettivamente. Si ritrova in silenzio ad ascoltare quello che la Rosier e Baker avevano da dire. Prende la pozione e la tira giù come fosse acqua sperando che il dolore si alleviasse, ma doveva andare al san mungo per prendersi le cure adeguate. Aveva dato per certo la sua bacchetta persa in mezzo alle macerie ed il tempo per recuperarla non c’era più.
    « Che culo, posso dire in giro che la Rosier mi ha fatto da infermiera. » Sdrammatizza lì mentre sale sulla scopa insieme a June.
    « Dopo un volo dagli spalti ed una spalla lussata completiamolo questo giro di mortalità oggi. » Per non dimenticare la battaglia e quelle fiamme gigantesche che vengono incontro. Si aggrappa a June con il braccio buono stringendosi attendendo che la giocatrice di Quidditch facesse quella manovra pericolosa.
     
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    June, a cavallo della propria scopa con Jonathan, riesce nella sua manovra pericolosa e prende possesso della bacchetta che ha individuato dall'alto. Questa, tuttavia, appartiene ad un Auror che l'ha persa durante gli scontri ed il combattimento. Tale bacchetta, non appena utilizzata da un proprietario diverso dal proprio, ritorcerà qualsiasi incantesimo contro chi lo casta. Oliver, tornato in volo, non è abbastanza svelto nel tentativo di colpire l'Auror. Questo si difende castando un Ventus che, sbalzandolo lontano, gli fa perdere il controllo della scopa e lo fa finire nella traiettoria dello stesso bolide da lui lanciato poco prima - che lo colpisce in pieno. Cade presso le rive del Lago Nero, dove a causa dell'impatto col terreno si rompe un braccio e riporta lievi escoriazioni.
    Nel mentre, dopo l'abbandono della posizione di Pius Bauldry, la maggior parte dei presenti nella Tenuta si accorge del fatto che gli Auror stanno battendo in ritirata. Contemporaneamente, un gruppo di warlock accorre sul posto dopo la chiamata dei coinvolti nell'incendio e si occupa di sedare l'Ardemonio, che tuttavia ha distrutto quasi completamente il campo di Quidditch e bruciato una parte della Tenuta. « TUTTI VERSO IL LAGO NERO! » È l'ordine che viene propagato a tutto il contingente ribelle. I Ribelli, richiamati a una veloce adunata verso il Lago Nero, si dirigeranno poi tutti insieme all'interno del Castello. Fra le loro fila, giunge la notizia che dalla Sala Grande gli elfi hanno scacciato tutti gli Auror, i quali sono battuti anch'essi in ritirata. Peter, nonostante l'impresa rischiosa, riesce a salire in sella al Thestral e una volta in volo riesce ad individuare dall'alto Lilac, Olympia e Isabel. Può ricongiungersi a loro.

    Scadenza: venerdì 1 aprile 2022, ore 18.

     
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    E' una corsa contro il tempo, quella. Lilac si piega in avanti ed è costretta a chiudere gli occhi per il vento che le sferza il viso, tanto spreme la scopa alla massima velocità. Sol le chiede di prendere quota e la bionda, automaticamente, vira verso l'alto, allontanandosi il più possibile dalle fiamme. Quando i warlock estinguono la Maledizione Oscura dell'Ardemonio, non restano che le ceneri dei sogni della Scamander. La tenuta, da sempre dimora delle Creature Magiche cui lei è tanto legata, ormai irriconoscibile. Il Campo da Quidditch che non esiste più. Quasi non percepisce i propri piedi che poggiano terra sulla riva del Lago Nero, dove è stato dato l'ordine ai Ribelli di radunarsi. Quasi non percepisce le proprie gambe che la trascinano sino al gelo delle sue acque, dove si lancia in una corsa forsennata, con l'obiettivo di lenire il calore che ha percepito attaccato addosso, sulla propria pelle. Apre gli occhi. Cerca di calmare il respiro. Sarà dura guarire l'ennesima ferita di guerra. Come quella infertale dal rag'nak. Fortunatamente, le proprie condizioni non sono tanto drastiche da impedirle di proseguire. «Sei ferita?», domanda a Sol, accennando alle fiamme dell'Ardemonio o a chissà quale altro possibile problema. Fa un cenno alle proprie spalle, indicando le acque del Lago. «Aiuta.», blando sintomatico, ma pur sempre meglio di niente. E' allora che vede Oliver Baker. Il Capitano dei Cannoni. La sua squadra. Sembra una vita fa. Sembra una vita che non ha mai vissuto. «Olly!», caccia un urlo a metà, avvicinandosi alla sagoma del Battitore. Ha un braccio chiaramente fratturato, data la posizione. Combatte l'impulso di domandargli come sia accaduto, Lilac, poiché riesce a immaginarlo, purtroppo. Gli stringe la mano - quella del braccio sano -, sperando che la presenza di un'amica possa aiutarlo a non crogiolarsi nel dolore. Casta un Epismendo, certa che non sarà abbastanza, trattandosi di una ferita presumibilmente più grave. Nell'attesa di un Guaritore, tuttavia, è quanto di meglio riesca ad immaginare. «Umana Scamander.», si volta di scatto, la bionda. Riconosce subito la voce del Centauro Melchiorre, probabilmente in fuga come tutti loro dai residui delle fiamme. Vedete? Vedete cosa ci hanno fatto? Hanno bruciato tutto. Con una Maledizione Oscura.. Sa che Melchiorre fosse uno dei pochi a parteggiare per la fazione ribelle. Si augura soltanto che, adesso, dopo quanto accaduto, i Centauri possano rivalutare la propria posizione. Volevamo soltanto smetterla di sottostare passivamente. Volevamo soltanto far rinascere Hogwarts, la nostra casa, dai soprusi del progetto Minerva. Loro, invece, l'hanno bruciata. «Per combattere le serpeggianti Fiamme dell'Oscurità è necessario un rituale di purificazione runico. », stupita dalla risposta enigmatica del Centauro, Lilac si limita ad osservarlo. Lui indica con lo sguardo la ferita da Ardemonio. Non le sta dicendo che la aiuterà, ma non le sta neanche negando quell'aiuto. Ha soltanto constatato un dato di fatto.
     
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    Tra tutti gli incanti che potessero venirgli in mente, la sua scelta è stato l'Ardemonio. Non riusciva proprio a cacciarselo dalla testa quel pensiero, il cui specchio erano uno sguardo duro e la mascella serrata. Non osava nemmeno immaginare cosa sarebbe accaduto, se non avessero avuto modo di contattare qualcuno che quelle fiamme sapeva gestirle. Spegnerle. Era così presa dall'immagine del fuoco e da ciò che questo aveva portato con sé, da tutta la distruzione da esso causata, che l'aver toccato effettivamente terra nei pressi del Lago Nero parve passare momentaneamente in secondo piano. Non sapeva se sperare che l'essere responsabile di quel disastro fosse morto perché, se si soffermava a riflettere, si rendeva conto che a conti fatti la morte fosse un destino troppo dolce. Ancora una volta, fu la voce della compagna a riscuoterla da quei pensieri pregni d'odio. « Non credo. Mi è andata piuttosto bene. » Esaminò rapidamente Lilac, come alla ricerca di ferite immediatamente visibili. « Tu come sei messa? » Quando il focus della Scamander si spostò sul ragazzo, spostò lo sguardo su di lui, muovendo i pochi passi necessari a poterne valutare lo stato senza per questo invaderne lo spazio, considerato che ad aiutarlo ci stava già pensando Lilac. Aveva un braccio evidentemente fuori posto. « Ferite aperte? » Chiese, facendo passare uno sguardo inquisitore dal Baker alla bionda. Lo spostò rapida, quello sguardo, in direzione degli altri Ribelli che avevano cominciato ad arrivare sul luogo designato. « Se qualcuno ne ha bisogno » disse a voce più alta, estraendo la boccetta dal suo marsupio « ho dell'essenza di dittamo. » Quindi la sua attenzione andò su alcuni dei compagni feriti che avevano cominciato a muoversi nella sua direzione dopo quell'annuncio, lasciando la Scamander alla conversazione col Centauro. Lei, dal canto suo, teneva ansiosamente lo sguardo fisso sulle figure in arrivo. In quanti siamo rimasti? Quanti ne abbiamo persi?


    Edited by peccadillo! - 30/3/2022, 23:42
     
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    In un altro contesto, la battuta di Cavendish l'avrebbe fatta ridere e, probabilmente, June gli avrebbe risposto a tono con un certo divertimento. In quel momento, pero', l'unica cosa a cui riusciva a pensare era il resto della sua famiglia, gli amici, e l'implacabile sensazione di terrore di non sapere se fossero al sicuro, sani e salvi. Recuperata la bacchetta, atterrò il piu' delicatamente possibile in prossimità dell'entrata del chiostro, parzialmente danneggiata da diverse esplosioni, in un punto non troppo scoperto. Intorno a loro, nei pressi dell'entrata, diverse persone correvano qua e là, chi dandosi alla fuga, chi all'inseguimento. « Come ti senti? » Domandò, girandosi verso Cavendish ed approfittando del riparo offerto dalle mura. Non aveva una bella cera, ma la fasciatura sembrava resistere. « Se vuoi ho un po' d'acqua. » Gli offrì la borraccia, già aperta, prima di accigliarsi. « Olly? Lo vedi da qualche parte? » Si guardò attorno, senza riuscire a scorgere l'amico. Durante il volo si era concentrata a tal punto sulla manovra per recuperare la bacchetta da perderlo di vista. Spero stia bene. Deve stare bene. Con il cuore che le batteva all'impazzata, si sporse appena per gettare un'occhiata verso l'entrata. « I-io devo andare dentro. Devo assicurarmi che i miei fratelli e mio cugino stiano bene. » Era chiaramente combattuta; per quanto fosse preoccupata per la sua famiglia, l'assenza di Oliver la innervosiva e, al contempo, non voleva lasciare solo Cavendish in quelle condizioni - indifeso e ferito - né costringerlo a seguirla all'interno. « Se non vuoi restare qui, puoi venire con me. Ad ogni modo, ti lascio la scopa. » Come arma di difesa - o di fuga. E, detto ciò, voltò l'angolo, diretta verso l'interno del Castello con la bacchetta saldamente stretta in mano.

     
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    Non sa come, ma riesce a mettersi a cavallo del Thestral in fuga dalle fiamme. E non sa altrettanto come - forse l'aver ripetuto alla Creatura "devo trovarli, aiutami!" più volte deve averla sensibilizzata - riesce a indirizzarlo proprio al di là dell'Ardemonio, dove chi sulle scope chi, meno fortunato, a corsa sul terreno arso dall'Oscurità, cerca di mettersi in salvo. La vede. Il rosso dei capelli si mescola al rosso delle fiamme. Urla il suo nome ma, chiamarla, non basta a raggiungerla. Sprona il Thestral allo spasimo, si volta alle proprie spalle solo per notare un gruppo di maghi in grado - altrettanto inspiegabilmente - di spegnere l'incantesimo di una Maledizione. Comunque non ha tempo di interrogarsi in merito, Peter. Insegue Olympia e la ragazza che guida la scopa sino alle rive del Lago Nero. Quando toccano terra, si precipita a soccorrerla. Ha gli occhi lucidi ed il solito sguardo fiero. «Cazzo.», si riserva di commentare, perché la situazione, in effetti, è critica. «Abbiamo bisogno di un Guaritore!!», esclama, cercando di far accorrere qualcuno. Lui non è affatto la persona più indicata, né tanto meno potrebbe servire a qualcosa il Bezoar che ha al seguito. No, c'è bisogno di un Guaritore, adesso. Il sottinteso dello sguardo del Grifondoro è chiarissimo: non ti impedirò di scatenare una guerra o tutto quello che vuoi, se è di questo che si tratta - si riferisce, invero, alle frasi enigmatiche che la Potter gli ha lanciato nel corso del tempo, nonché all'avviso che gli ha mandato tramite il Galeone comunicante: tutto questo è per forza partito da lei, o non si spiega come mai sapesse in anticipo cosa sarebbe accaduto - anzi, chiamami e combatterò con te. Però, di soffrire... Quello te lo devo impedire. E se dobbiamo volare via a cercare un Guaritore lo faremo!!! Tu... Tu non mi puoi lasciare. Tu non puoi... Non devi soffrire cazzo. Il presente di Peter si mescola al passato. Visualizza distintamente Karma su un letto di ospedale. Chiude gli occhi scacciando quell'immagine. Evoca un Reinnerva per cercare di infonderle forza. Spera abbia effetto, quanto meno come sintomatico. Nel frattempo, si dedica all'unica cosa che sa fare bene... «Comunque, Lympy... Te lo giuro, non ho fatto Peterate.», glielo sussurra mentre la stringe a sé - delicatamente, perché teme persino che abbia difficoltà a respirare, non sapendo quanto fumo abbia inalato da quando le fiamme sono state spente. «Nel senso, a meno che far casino insieme agli Elfi Domestici non venga considerata una Peterata. Dici di sì?», ridacchia, cercando di spezzare l'atmosfera tragica. Cercando di distrarla, di farla focalizzare solo sulla propria voce e non sul dolore.
     
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    Sul momento la pozione antidolorifica sembra fare effetto nello zittire il cocente dolore che ha sentito risalirle il piede destro. Ad occhi chiusi, ben ancorata alla schiena di Melanie, leggermente stordita, sente quasi il bisogno di riposare un po', di scivolare in quel torpore che l'avvolge completamente. Sente rumori, sente persone parlare, urlare comandi ma è un qualcosa che le arriva come da un'altra dimensione. O forse sono io da un'altra parte. « Siamo quasi arrivate. Olympia? Ci sei ancora? » No, sono ancora qui. Guerra, fuoco, morte. Mel cerca un contatto verbale, portando una mano sopra quelle della rossa per stringergliele e richiamare la sua attenzione. Allunga la schiena all'indietro, la Potter, convinta di star parlando ma non esce una sola parola dalla sua bocca. Si schiarisce la voce e alla fine fa uscire un semplice « Mh mh » mentre avverte una pacifica sensazione di fresco sul viso data dallo spostamento d'aria nell'atterrare sulle sponde del Lago. « Okay, eccoci. Ce la fai a scendere? » Si guarda intorno, un po' titubante, alla ricerca di chissà quale appiglio esterno mentre poggia i piedi a terra. « Credo di sì. » Gracchia fuori tossicchiando, la gamba sinistra usata come perno mentre scende dalla scopa. Beh dai, pensavo peggio. Lancia un'occhiata a Melanie, accorgendosi del taglio che ha al braccio. L'adrenalina a palla, mischiata all'antidolorifico che camuffa il dolore dell'arsura, le procura un insensato moto di invincibilità che la porta a muovere i passi verso di lei, per aiutarla, ma la gamba destra cede all'istante facendola cadere a terra. E' allora che si permette di guardare in basso per notare la chiazza nera che le decora la zampa del pantalone strappato. Della scarpa e del calzino rimangono alcuni brandelli appiccicati alla pelle. Se non faccio qualcosa subito lo perdo. Con una paura crescente, recupera con movimenti stanchi e meccanici l'ampolla curativa che ha con sé. Ne beve un paio di sorsi, gli occhi verdi puntati verso il piede, sperando in un parziale e tempestivo rinsaldamento dei tessuti. Ma in cuor suo lo sa che non può avere effetto su una ferita da Ardemonio. « Ehi contrabbandiere! » Scuote la testa in risposta all'apprensione di Peter. « E' meno grave di quanto possa sembrare. » Sussurra abbozzando un sorriso mentre lui le racconta il macello che ha messo su in Sala Grande. « Non so quanto ancora durerà l'effetto dell'antidolorifico » comincia a dire mentre ne ricerca la mano sentendo le palpebre sempre più pesanti. « Forse dormo un po', okay? Solo un pochino.. »

     
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