{CHAPTER ELEVEN 2.0} Winds of Spring {CAMPUS}

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    Ore 8.00 a.m - nei pressi di Starbucks


    L’aria di prima mattina è frizzantina nel campus. Sembra quasi presagire che qualcosa stia per accadere. Tuesday Mortimer e Zelda Kane sono in ritardo per le loro lezioni ma si affrettano in strada perché hanno deciso di fare un veloce pit stop da Starbucks. Lo stesso in cui si trovano Daphne Baker e Artemis Ayres a finire di mangiare prima di incamminarsi alla volta del castello. Sono in strada anche Sunday Mortimer e Caèl Cousland, indaffarati e pronti alle loro lezioni quando da dietro l’angolo cominciano a sentirsi delle urla, sotto sonorus, accompagnate da cori e tamburi. Non è difficile capire che si tratta di un corteo di manifestanti, dati i tanti cartelloni portati a mano, il cui scopo è protestare per il divario retributivo di genere, rafforzato dalle ultime scandalose inchieste, portate avanti del Gruppo Peverell, riguardanti i diversi salari di alcuni membri del Wizengamot presi in esame. È un nutrito gruppo di persone quello che travolge l’intera strada che passa di fronte ai locali di Starbucks tanto da riempirla tutta, sembrando quasi un fiume in piena, dalla forza inarrestabile e travolgente. A colpo d’occhio non è di certo chiaro che al suo interno vi siano dei vecchi volti noti della Ribellione, mescolati tra le fila. Ciò che però appare subito cristallino è che, non appena i primi Auror di ronda, incuriositi dal baccano arrivano sul posto, il corteo illegale non si lascia sopprimere, innescando in pochi attimi una guerriglia urbana. Volente o nolente, chiunque si ritrovi nei paraggi viene coinvolto. Incanti di tutti i colori volano ovunque, andando a frantumare parti di strade, edifici, facendo saltare diverse vetrine tra cui quella di Starbucks. E solo chi è all’interno dell’operazione sa che quello non è altro che un altro dei diversivi dei Ribelli, atto ad allontanare quanti più Auror possibili dalla tenuta del castello.

    Repetita iuvant (recap veloce e coinciso delle poche e semplici regole. Per la versione estesa, rileggere qui.)

    - Il primo giro si concluderà il 15 Marzo alle ore 12.
    - Si possono fare più post d'interazione, sia con gli altri pg sia con l'ambiente (ma non con png propri o con png altrui), durante lo stesso giro. E' anzi una cosa auspicabile e incentivata.
    - Non si può fare più di un post d'azione a giro. L'azione non può essere autoconclusiva poiché l'esito sarà nelle mani del master.
    - I post non devono superare le quindici righe. Se volete usare gif, vi preghiamo di usare gif icons.
    - No powerplay e metaplay.
    - Siate chiari nelle descrizioni delle azioni dei vostri pg affinché sia facile per il master capire il quadro generale.
    - Allo stesso modo, lasciatevi coinvolgere dalla quest, dal gioco degli altri pg, dagli eventuali imprevisti e lasciatevi guidare dalla fantasia.
    - Ribadiamo, in ultimo, che ogni azione avrà la sua naturale conseguenza e il destino del singolo pg, come della quest, è incerto!


    indesiderabile n.1 peppermint. la danse macabre nir•va•na mistyca WeepingWillow†
     
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    « Oh, suono di tamburi, siamo per caso dentro Jumanji? » Domanda divertita a Tux mentre sbadiglia, con la faccia di chi è stato appena buttato giù dal letto. Svoltano l'angolo e si ritrovano in mezzo ad un corteo che sfila urlando ai quattro venti tanto da riuscire a risvegliare l'anima della Kane. « Quanto c'hanno ragione. SIAMO UGUALI! » Agita il pugno in aria unendosi ai manifestanti. « Lo sai quanto prende in meno al mese mia madre rispetto al suo collega? Venti galeoni. E perché, ti chiederai tu - chieditelo, per favore -, quando entrambi svolgono le stessi mansioni? Non si sa, forse peRCHÉ È UN MONDO FATTO COL CAZZO. » Letteralmente. E' ancora infervorata mentre fa cenno al moro di avviarsi verso la porta di Starbucks. Ma non fanno in tempo ad arrivarci perché una scintilla rossa colpisce un secchione della spazzatura lì vicino che ha tutta l'intenzione di recidere loro le teste. « Oh merda. » Fa giusto in tempo ad abbassarsi, con un braccio a proteggersi il volto e l'altra mano che strattona l'amico verso il basso. Incredula fissa la guerriglia che si apre davanti a loro. « Dobbiamo toglierci dAHHHH! » La vetrina di un negozio si rompe in un boato. Il primo istinto della bionda è quello di guardarsi intorno. « Là. » Comincia a correre verso il punto ma viene quasi travolta da una persona schiantata. « Nope, okay. » Cambia allora traiettoria, con la giacca di Tux ben stretta tra le dita per trascinarselo dietro. Si infila infine in un vicolo cieco. « Non so che sta succedendo là fuori ma o torniamo lì e proviamo ad uscirne o rimaniamo qui e speriamo finisca presto. » Nella sua testa ha già deciso mentre riprende fiato. « Quindi proposte per uscire vivi da quel macello? Che sia meglio della mia in cui ci mettiamo a fabbricare uno scudo magico alla Cap America. » Anche se in effetti, il coperchio di quel secchione laggiù..
     
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    Soppesa con sguardo distaccato la manifestazione che si svolge di prima mattina all'interno del campus. Legge di sfuggita qualche cartellone e annuisce silenziosamente. E meno male che il progetto Minerva era un "movimento anti-casta". Qua mi sembra che gira e rigira il potere sia sempre accerchiato nelle mani di pochi. Vedi salari dei membri del Wizengamot. Se non si sono trasformati loro, in una "nuova casta", non so davvero chi altri... Ipocrisia. Questo il principale pensiero che aleggia nella mente di Caél Cousland. Finché non viene sostituito da un altro pensiero ben più impellente: spirito di autoconservazione. La manifestazione si trasforma infatti in una guerriglia, senza che nessuno ne abbia compreso il motivo, nonché in assenza di una potenziale goccia a far traboccare un altrettanto ipotetico vaso. Cosa stia succedendo, non è dato saperlo. Non è neanche chiaro se si tratti di una repressione della libertà di pensiero dei manifestanti, oppure al contrario della frustrazione degli stessi tramutatasi in violenza. Sta di fatto che Caél corre con la mano alla bacchetta e lancia uno Schiantesimo in direzione di una sagoma che gli si avvicina pericolosamente - non che lo stia attaccando, semplicemente rischia di travolgerlo. Indietreggia, Caél, nell'obiettivo di trovarsi con le spalle coperte - meglio se protette da un'eventuale struttura. Un muro, la porta di un locale, letteralmente qualsiasi cosa. Nella mischia, va a sbattere contro una ragazza che non conosce in prima persona, ma che ricorda di aver visto in giro per le aule a lezione (Sunday). Si rivolge subito a lei - con un tono di voce piuttosto alto per sovrastare il trambusto -, in attesa di raccogliere quante più informazioni possibili sulla vicenda: «Hai visto - HAI VISTO COSA -», non fa in tempo a finire la frase, perché un fiotto di luce minaccia di colpirlo. Di colpirli entrambi. «Protego
     
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    Tamburella sulla tracolla a ritmo dei tambura. Si ritrova in mezzo ad una manifestazione di protesta quella mattina. Una protesta accompagnata non solo dal ritmo dei tamburi, ma da urla e cori di disappunto nei confronti del divario retributivo di genere che nell’ultimo periodo erano state portate avanti dalle inchieste del gruppo Peverell. Fa spallucce mentre continua a tamburellare sulla tracolla muovendosi in mezzo al corteo cercando di avviarsi verso il lato più estremo e non in mezzo alla folla. Sono in orario per la lezione, ma se mi fermo qui perderò sicuramente troppo tempo. Pensa continuando ad osservarsi attorno. L’attenzione viene totalmente catturata quando all’arrivo degli Auror che presenziavano nei pressi del college iniziarono a partire fiotti colorati da tutte le parti. Un sorriso sghembo si forma sul volto della Mortimer nel vedere tutto quel trambusto mise mano alla bacchetta consapevole di dover evitare di farsi colpire, ma quando un pezzo di muro andò in frantumi poco più avanti a dove si trovava, Sunny indietreggiò e qualcuno le arrivò addosso sbattendo contro di lei: «Hai visto - HAI VISTO COSA -» Il ragazzo (Caél) urlò per farsi sentire. « Cossa ho vissst- » Si interruppe subito nel vedere il ragazzo recitare l'incanto protego davanti a lui. Si ritrova a spalancare gli occhi nel vedere arrivare verso la sua direzione invece un altro fiotto colorato: « Protego »
     
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    Sta consumando un muffin ai mirtilli in tutta tranquillità, Artemis Ayres, alternandolo ad alcuni sorsi di cappuccino. Questo prima che la vetrina di Starbucks vada letteralmente in frantumi. Le scivola la tazza tra le dita e ne rovescia l'intero contenuto addosso ad una ragazza accanto a lei, al bancone. Daphne Baker - la riconosce subito perché, andiamo, è una famosa giocatrice di Quidditch. La sua faccia è praticamente su tutti i giornali un mese sì e l'altro pure. «Cosa diavolo sta succedendo?», esclama la bionda, gli occhi azzurro ghiaccio che virano istantaneamente in un nero pece, complice una piccola perdita di controllo sulla sua abilità da Metamorfomagus. «Per Morgana, sul retro!», incita la Corvonero, convinta che, ad esser preso di mira, inspiegabilmente, sia proprio il locale di Starbucks. Pertanto, prefiggendosi come obiettivo principale quello di fuggire da lì, attraversa di corsa le cucine e spalanca almeno tre porte in fretta e furia, prima di ritrovarsi su un'uscita laterale, che dà su un vicolo cieco. Scorge due ragazzi lì nei pressi. A occhio e croce, in viso, hanno entrambi un'espressione confusa. «Ehi! Voi! Cosa... Avete visto qualcosa? Io ero dentro Starbucks, c'era la musica alta, non... Voglio dire, pensavo fosse una manifestazione normale.», l'ho visto, il corteo, però di certo non mi aspettavo di ritrovarmi in un casino del genere. «Dobbiamo..», nel senso, sempre che vogliate uscirne vivi anche voi, «- fare qualcosa.», ma un vicolo cieco non ci porterà da nessuna parte. Guarda a destra, guarda a sinistra. Nulla che possa tornarle utile. Poi ha un'idea. Al cento per cento non funzionerà come vorrebbe, ma può esser già qualcosa. «Okay. Ci sono. Ho un mantello.», lo tira fuori dalla borsa. «Possiamo castare degli incantesimi di Disillusione.», tutti insieme. Più magia, più probabile effetto, no? «Funzionano meglio sulle stoffe.»
     
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    Raccoglie da terra il coperchio, soppesandoselo tra le mani. Sono davvero in grado di incantarlo? Non ha il tempo di chiedere conferma all'amico che nel loro campo visivo entrano due figure, facendole cadere dalle dita il coperchio con un tonfo sonoro. La mano di Zelda, felina, ha già impugnato la bacchetta spostandosi di qualche passo davanti a Tux a mo' di scudo. Per poi riconoscere una delle due. OMG ma è Daffy Baker. Quanto sarebbe sbagliato chiederle un autografo proprio ora? « Sembrava una manifestazione come tante, sì..finché non lo è stata più. » Commenta lanciando un'occhiata verso la strada da dove arrivano i rumori di battaglia. Okay, nuovo piano. Ci salviamo il culo e poi le chiedo un autografo. La bionda appena conosciuta ha un'idea, tira fuori un mantello che gli occhi ambrati della Kane fissano per qualche istante. « Okay, ma una volta nascosti che si fa? » Chiede senza aggiungere che lei gli incanti di disillusione non l'ha mai padroneggiati davvero bene quindi sarebbe un mezzo rischio affidarsi anche alla sua magia. Comunque la sua idea la porta a ficcare una mano nel suo zainetto, armeggiando tra il suo contenuto. « Tiriamo fuori tutto ciò che abbiamo per capire se c'è qualcosa che potrebbe tornarci utile. » Lei dalla sua non ha chissà quanto. Okay le patatine non sono d'aiuto ma questa.. « Potremmo lanciare la Buiopesto per disorientare e fare disperdere un po' la folla. » Pensa, passandosi una biglia piena di polvere da una mano all'altra. « Non appena usciamo la lanciamo a destra e poi corriamo dall'altra parte. » Anche se l'effetto comunque non persisterebbe per troppo tempo. Si incammina allora verso l'uscita con aria circospetta, per valutare la situazione, la bacchetta sulla destra, la biglia ben stretta sulla sinistra. E' in quel momento che un povero cristo viene schiantato planando proprio nella sua direzione. « Aresto momentum! » Urla per arrestare il suo volo ma, nella foga del momento, le scivola via la biglia dalla mano sprigionando l'oscurità, che si diffonde in pochi istanti tanto nel vicolo quanto sopra una parte della battaglia.
     
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    « Non lo so, sono le otto di mattina cazzo, mi ricordo a malapena come mi chiamo! » Sbotta Tuesday, mentre si affaccia quel tanto che basta per dare un'occhiata fuori da quel loro nascondiglio improvvisato. « Se aspettassimo qui? Non credo ce l'abbiano con noi, in fondo, non dovrebbero sgravare se restiamo nascosti e non rompiamo le palle a nessuno » Che Tuesday non sia mai stato un cuor di leone e tenda sempre a scegliere l'opzione più facile, d'altra parte, non è certo una novità per l'amica. Per non contare poi il fatto che sarebbe parecchio debilitato a correre. Per la fuga di prima, infatti, la sua gamba sta già pulsando di dolore. Tenta di non darlo a vedere, buttando quanto più peso possibile sul bastone che lo sorregge. Ma non ha tempo per aggiungere altro, che l'amica gli si è già parata davanti, repentina, quando alcuni passi nell'ombra preannunciano una possibile minaccia. Per fortuna però, l'arrivo di due ragazze, non si rivela come tale. « Io faccio schifo con gli incantesimi di Disillusione - e che cazzo, sono troppo poco ubriaco per questo - ma possiamo provarci. [..] Delle patatine Zelda, serio? Puntiamo sul colesterolo come arma? » La prende in giro inizialmente, frugando nel proprio, di zaino. « Se usassi la Buiopesto dovremmo comunque castare un lumos per muoverci. Saremmo punto e da ca- » Ma non termina la frase, perchè quando un uomo viene scaraventato contro di loro, Tuesday si rispecchia per pochi istanti nei suoi occhi. E lo capisce, subito: è morto. « Merda » Ha il tempo di dire, prima che l'oscurità cali su di loro. Ed è allora che percepisce un tocco gelido sul collo, e quella sensazione, Tuesday la conosce bene. La mano della morte. Si sente soffocare d'improvviso, e forse è solo frutto della sua immaginazione, o forse è davvero il fantasma di quell'uomo. Nel buio e nel caos totale, non potrebbe dirlo con certezza. Fatto sta che -nel panico- perde la testa, cominciando a castare più e più incantesimi ovunque gli sembri di percepire il minimo movimento. « Incendio! » Uno tra questi.
     
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    Quando la vetrina di Starbucks esplose in mille frammenti, Daphne Baker per poco non si strozzò con il cappuccino. Si voltò di scatto, la mano già corsa ad impugnare la bacchetta, ma ciò che passò prepotentemente in primo piano fu qualcosa che bruciava sulla sua gamba. Scattò in piedi, saltellando sul posto, battendo la mano lì dove credeva ci fosse una fiamma. Fu solo dopo aver messo a fuoco la scena che si rese conto che non c’era niente che stava bruciando, ma che -probabilmente per lo spavento- la ragazza che stava consumando la colazione accanto a lei le aveva rovesciato addosso il contenuto della tazza. Ma poco importava perché la sua attenzione, come quella di tutti i presenti, era stata ormai completamente catturata da ciò che si stava svolgendo all’esterno. Aveva tutta l’aria di essere una manifestazione degenerata. Doveva uscire da lì, ma la porta d’ingresso non era un’opzione. Corse verso le cucine per poi spalancare quella porticina che l’avrebbe portata sul retro del locale. L’aveva usata una volta al sesto anno per scappare da Finn Scott che voleva darle un pugno per aver paragonato il suo stile sulla scopa a quello di una papera. Appena spalanca la porta si ritrova davanti la bionda che le ha tirato addosso la bevanda calda ed altri due ragazzi. Una è la Kane. L’aveva vista giocare nella squadra dei Grifondoro ed aveva pensato che fosse davvero in gamba. Ascolta il piano della bionda che brandisce un mantello. Sente a malapena le parole perché fuori dal vicolo dove sono sembra essere scoppiato il finimondo. «Anche se riuscissimo a nasconderci sotto un mantello andremmo comunque a sbattere contro le persone. E non è detto che così facendo avremmo meno possibilità di essere colpiti..» Ma era comunque una buona idea.. Non voleva smontare l’entusiasmo. Procedettero verso l’uscita del vicolo e fu allora che un uomo fu scaraventato verso di loro. Daphne trattenne il respiro. Era morto. Prima che se ne rendesse conto il ragazzo che era con loro cominciò a dare di matto. «Expelliarmus!» la bacchetta del ragazzo saltò via dalla sua mano. L’afferrò da terra per poi avvicinarsi velocemente a lui, fino ad arrivargli ad un soffio dal naso. «Rilassa i nervi, giovanotto, non abbiamo bisogno di attirare l’attenzione.» Lo inchiodò con lo sguardo per alcuni secondi e poi gli restituì la bacchetta, rimettendogliela in mano. Inspirò rumorosamente e poi cominciò a guardarsi attorno. C’era una scala di ferro che portava sul tetto di Starbucks. «Forse dall’alto riusciremo ad avere una visione migliore delle cose..» Si infilò la bacchetta tra i denti e cominciò a salire.


     
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    Corteo manifestante

    Gli incanti di Caèl e Sunday sortiscono l'effetto desiderato, creando uno scudo che li tiene al sicuro dal fuoco incrociato nel quale si ritrovano. Lo schiantesimo di Caèl, inoltre, va a segno mettendo fuori gioco proprio il manifestante che stava per andargli addosso. Un piccolo gruppo di Auror in borghese riconoscono il volto del ragazzo schiantato, noto infatti per aver fatto parte della Ribellione e scambiano Caèl e Sunday per anti-ribelli. « Voi due, forza, con me! » Li intima uno di loro, spingendo entrambi verso il retrobottega di un emporio dalle vetrine completamente saltate, lì dove altri Auror hanno già portato al riparo civili spaventati e traumatizzati dall'accaduto. « Ce ne sono altri lì in mezzo. Dobbiamo trovarli. » Sentenzia l'uomo, prima che un'altra, di vedetta, prenda ad urlare. « Cazzo, la Buiopesto. » Un altro impreca mentre si lancia nuovamente verso l'esterno. « Ci serve quanto più aiuto possibile. » L'uomo si rivolge nuovamente ai due ragazzi, chiedendo la loro partecipazione alla missione di salvataggio. « Trovate altri civili e portateli qui mentre alcuni di noi si occuperanno di organizzare dei passaggi sicuri e veloci per il San Mungo. » Comunica loro prima di mettere mano alla propria cintola estraendovi un Deluminatore di ultima generazione, targato Moon che mette in mano a Sunday. « Vi servirà lì in mezzo, con la Buiopesto. »


    Vicolo cieco

    L'Aresto Momentum di Zelda riesce a frenare la corsa del povero malcapitato, debilitato sì ma non morto, prima che l'intera zona venga gettata nell'oscurità più totale. Nel frattempo un Dismundo, proveniente dalla battaglia, colpisce in pieno Tuesday, portandolo ad avere visioni di morti, mostri e facendogli perdere irrimediabilmente la concentrazione, tanto da cominciare a sparare incantesimi a destra e manca. Daphne prova a togliergli la bacchetta con un Expelliarmus ma, essendo completamente al buio, l'incanto non va a buon fine così come, per lo stesso motivo, la scalata dell'edificio di Starbucks. Infatti, dopo un primo appiglio incerto, la ragazza cade a terra, venendo colpita immediatamente dopo da uno degli Incendio di Tuesday, che la prende a collo e orecchio destro.

    N.B. Nelle aree colpite dalla Buiopesto, come da nome, è impossibile vedere qualcosa. Né la luce degli incantesimi in generale né i veri e propri incanti illuminatori (Lumos, Incendio etc) sono visibili.

    - Il secondo giro si concluderà il 20 Marzo alle ore 20.
    - Se usate incantesimi particolari vi chiediamo di linkarci sotto spoiler il sito da cui avete preso la descrizione dello stesso.
    - Si possono fare più post d'interazione, sia con gli altri pg sia con l'ambiente (ma non con png propri o con png altrui), durante lo stesso giro. Ricordiamo però che per fare ciò, deve essere sempre tenuta a mente la regola della plausibilità (quanto per esempio sia possibile che, sotto attacco, una conversazione possa durare per più di uno scambio veloce, per esempio). Ovviamente vanno tenuti in considerazione anche i pg che non sono ancora stati postati, considerando il possibile gioco che potrebbero darvi anche i loro interventi e quanto, in un contesto di svariati post, potrebbe essere per loro difficoltoso inserirsi.
    - L'azione non può essere autoconclusiva poiché l'esito sarà nelle mani del master.
    - Vi preghiamo di leggere attentamente tutti i post precedenti alla vostra risposta, così da poter amalgamare al meglio il vostro gioco a quello altrui, tenendo però presenti gli elementi che, seppur scritti da altri, hanno influenzato l'ambiente in cui anche il vostro pg si ritrova.

     
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    Succede tutto nel giro di un battito di ciglia, tanto che Zelda non riesce a connettere per qualche secondo. Si risveglia soltanto quando sente Tuesday cominciare a castare incanti. « Tux, Tux, fermati. » Lo implora mentre si guarda intorno disorientata nel buio più totale, muovendo in avanti le mani, tastando il nulla. « Non fare incantesimi, senza volerlo potresti colpirci tut- » continua con il tono di voce che si incrina non appena sente dei rumori strani, di trambusto, provenire da dietro le sue spalle. « Daphne? » Domanda subito, in apprensione, cercando di ricordarsi come si chiama l'altra ragazza. « Bionda? Non so il tuo nome, io sono Zelda. Che succede? » Prova a riportare le mani in avanti, guidata dalla voce spaventata dell'amico, ed è allora che tocca quello che poi capisce essere il braccio di Tuesday. La mano sinistra corre alla ricerca di quelle di lui, cercando di fargli abbassare la bacchetta. « Tux, ehi, sono io, ci sono io. » Comincia a dire in totale paranoia, mentre sente gli occhi bruciarle per la frustrazione. « Io..scusate, non volevo, mi è scivolata.. » è totalmente sconnessa mentre tenta di fermare Tuesday come meglio può, pensando che sia uno dei suoi attacchi. « Hai..hai preso qualcosa stamattina? » Glielo sussurra, per non farsi sentire dalle altre, con voce rotta mentre lo abbraccia forte, pensando quasi che più lo stringe prima si sistemerà tutto. « Aiutami a capire come aiutarti, ti prego. »
     
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    Se non altro, la Buiopesto della bionda che ha appena conosciuto va a sostituire l'idea di Artemis del mantello disilluso, in termini di... Tecnica per non farsi vedere. Peccato che le scivoli dalle mani al momento sbagliato, facendo piombare improvvisamente il gruppo nella più totale oscurità. «Zelda. Io sono Artemis. Daphne è accanto a -» Quello che accade dopo, succede troppo in fretta per poterlo registrare ordinatamente. Percepisce un calore estremo, la Ayres, a pochi centimetri dal proprio viso. Esattamente dove si trova quello della Cacciatrice di Quidditch. «Daphne! Cosa sta succedendo? Daphne!», le urla. Merda. Non sa se la ragazza sia vittima di un incantesimo o cos'altro, motivo per cui Artemis non si azzarda ancora a scagliare una contro-fattura. Nel frattempo, l'amico di Zelda inizia ad evocare incantesimi a più non posso, senza motivo alcuno. Forse è stato Confuso. O un Confundus o un attacco psicotico. «ZELDA! Scagliagli un Protego totalum addosso. Creagli una barriera intorno! Io non vi vedo, ho paura di colpire te!», forse riusciremo a sedare la sua raffica di incantesimi, finché non capiremo cosa gli stia accadendo. «DAPHNE! Daphne, parlami!», urla alla ragazza, prima di evocare un: «Finite incantatem!» su di lei. Se quel calore è scatenato dalla magia, Artemis si augura che in questo modo possa arrestarsi. E' in quell'esatto istante che vede una luce. L'unica luce nel buio più totale. Un puntino luminoso a poca distanza da loro. «Aspettatemi qui.», bisbiglia, per poi piegarsi sulle ginocchia. Inizia a strisciare in direzione della luce. Che siano amici, nemici o chissà che altro, Artemis questo non può saperlo. Sa solo che le serve quella luce. E' allora che prende la mira con estrema precisione, come fa con il proprio arco. Respira. Quando, spostando via via la propria bacchetta per trovare la posizione giusta, va a coprire il flebile puntino bianco, oscurandolo completamente, sa che è giunto il momento perfetto. «Relascio! - Accio!»
     
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    «Signore.», chiede Caél, in tono assolutamente rispettoso. Ti sono utile. Ti servo. Sarò cordiale per farti credere che io ti serva ancor più di quanto tu stesso abbia immaginato. «Cos'è successo? Perché la manifestazione è degenerata a tal punto?» « Non sappiamo perché si sia arrivati alla violenza. », corruga la fronte, il Serpeverde, chiedendo ulteriori delucidazioni. «Mi pare di capire che comunque le ostilità riguardassero i salari delle massime autorità del Wizengamot.» « Sì. », quella conferma accende la mente di Cay. Quindi è una manifestazione anti-governo, in fondo. Ed io devo aver fatto qualcosa che mi abbia classificato come filogovernativo, o non si spiega perché mi stiano riservando un trattamento di favore. «Sono pronto a collaborare.», col cazzo. Ma il suo sguardo calmo e controllato non tradisce alcuna emozione. E' vigile anche ad eventuali attacchi mentali da parte di Auror un po' meno propensi a fidarsi ciecamente di uno sconosciuto. Anche se, voglio dire... Poi tanto sconosciuto non dovrei essere. Nell'esatto istante in cui il tipo di prima annuncia che alcuni di loro si occuperanno di organizzare trasporti sicuri in direzione San Mungo, ecco che una lampadina si accende nel subconscio di Caél. I feriti li mandate là, chiaro, ma voi... Voi resterete qui a combattere i manifestanti. I manifestanti che sono anti-governo... Mi piacerebbe approfondire la questione. Però voi rappresentate un impiccio. Perché non... Perché non accompagnate i feriti? - è allora che ha un'idea, Caél. I Deluminatori. Proteus - casta un incantesimo non verbale, con l'obiettivo di collegare i Deluminatori di cui gli Auror nel retrobottega sono in possesso - e lo sono tutti, per forza, lo stanno attualmente tenendo in mano allo scopo di fronteggiare la Buiopesto, una volta fuori - con una destinazione il più lontana possibile dal campus. Facciamo che si attiverà come Passaporta tra una decina di minuti, quando avrete ormai messo al sicuro i feriti. A quel punto, trasporterà anche voi nei dintorni del San Mungo - ammesso che l'incanto riesca. «Andiamo a cercare altri civili. Fai strada. Io ti seguo.», si rivolge dunque alla compagna di "squadra". Il nostro dovrebbe essere l'unico Deluminatore che funzioni per l'uso preposto, qui dentro. O almeno spero.
     
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    Allunga la mano verso l’alto cercando di afferrare il gradino successivo che l’avrebbe fatta salire ancora un po’. E’ in quel momento, però, che le dita perdono la presa, forse a causa dell’oscurità e del fatto che Daphne fosse più concentrata sull’ascolto di ciò che stava accadendo piuttosto che su ciò che stava facendo. Fu così che la giovane Baker si ritrovò con il sedere sull’asfalto, la faccia contorta in un’espressione più di fastidio che di dolore. La Cacciatrice delle Harpie non era famosa per la sua pazienza e tutta quella situazione la stava disturbando non poco. Se in altre occasioni contare fino a dieci si dimostrava una soluzione utile, in quel caso non serviva proprio a niente. Erano praticamente in mezzo ad una battaglia e ciò che le premeva di più era tener cara la pelle. Prova ad alzarsi, ma è in quel momento che viene colpita. Fuoco. Fu un dolore crescente, che partiva attenuato ed aumentava sempre di più, sempre di più. Daphne ricadde a terra, scivolando all’indietro come se cercasse di allontanarsi da qualcosa, mentre con le mani colpiva la zona dove percepiva il fuoco, come se stesse provando a spegnerlo. Incontrò il muro alle sue spalle e ci si schiacciò contro, mentre il panico si univa al dolore e le labbra si fecero scappare un paio di grida sommesse. Stringeva i denti, mentre continuava a colpirsi il collo e l’orecchio. «DAPHNE! Daphne, parlami!» Qualcuno la stava chiamando, ma la sua mente non riusciva a collegare gli eventi. Avrebbe voluto dire che era lì, che era stata colpita da qualcosa, ma non riusciva a parlare. «Finite incantatem!» Fu come se qualcuno avesse spento le fiamme per poi spalmarle sopra un unguento. Le sembrò di ricominciare a respirare. Faceva ancora male, tremendamente male, ma stava meglio. Aveva il respiro accelerato. «Sto bene... Grazie..» mormorò a denti stretti girando lo sguardo verso la direzione dove doveva trovarsi la ragazza che poco prima si era presentata come Artemis. Cerca di alzarsi. Inciampa. Ci riprova con le dita che si aggrappano alla parete. Alza lo sguardo. Non vede niente. Sente solo le voci e un gran trambusto.

     
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    Rimane ad osservare le azioni del suo compagno di disavventure che parla con gli auror, mentre lei si era limitata ad un ringraziamento per averli portati lontani da quel fuoco incrociato. Si ritrova però un deluminatore in mano ricevuto da uno dei due auror. « Ssì, anche io sssono pronta a collaborare. » Risponde senza guardare gli interlocutori: i suoi occhi azzurri fissano il deluminatore tra le mani. Lo rigira tra di esse badando a non far scattare il meccanismo: « Avesssimo pure una mano della gloria sssarebbe anche più facile. » Cita subito uno degli oggetti venduti da Magie Sinister. Una volta sorpassata la vetrata rotta e raggiunta la polvere Sunday accende il deluminatore, mentre nell’altra mano tiene la bacchetta: « E’ sstata una rissposta di rito, non frega niente aiutare i civili. » La mia preoccupazione va più per i miei familiari. Per scoprire se qualcuno avesse visto qualche membro della sua famiglia bisognava solo fare una cosa. Si addentra un po’ di più all’interno della polvere, sperando che il ragazzo la seguisse e, una volta vista una persona a terra si avvicina; Grazie alla luce del deluminatore nota che la gamba della persona è schiacciata dalle macerie. Spegne il deluminatore e va a toccare la tempia della persona ferita: Legilimens. Cerca di entrare nella testa della persona; voleva calmarla e osservarne i ricordi più recenti per scoprire se l’uomo avesse visto qualche suo familiare.
     
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    Nonostante percepisca voci tutte attorno a sè, Tuesday non riesce a decifrarle. Un'eco lontana cerca di attirare la sua attenzione. E' familiare, e questo lo riesce a comprendere, ma ciò nonostante, non è capace di aggrapparvisi per uscir fuori da quell'inferno. Perchè è questo ciò che gli sembra quel mondo altro dove è precipitato. Spiriti e mostri gli aleggiano attorno. Bisbigliano, urlano, gli soffiano sul collo. Tenta di difendersi, con la bacchetta che scaglia incantesimi su incantesimi, nel disperato tentativo metter fine a quella macabra sfilata. Pare quasi, pensa, di esser calato in uno dei suoi peggiori incubi, ma questa volta è tutto così fottutamente reale. Come reale è quel tocco che, all'improvviso, gli sfiora la mano. Si ritrae d'istinto, Tuesday, ringhiando un « Mollami! ». Nella sua testa, infatti, è di chissà quale demonio che si tratta. Ed è pronto a puntargli la bacchetta contro, quando però una strana sensazione lo conduce ad esitare. Quel contatto, infatti, sembra non aver nulla di offensivo. Di sovrannaturale. E' caldo, anzi, vivo, e terribilmente familiare. « Tux, ehi, sono io, ci sono io. » Una voce in mezzo alle tenebre. Zelda. La Grifondoro gli sussurra dell'altro, ma la strada per raggiungerla, dentro i meandri più bui della sua testa, è ancora lunga. « I demoni.. » Borbotta, sguardo vitreo in mezzo alla notte « Ci sono i demoni. Sono tornati, sono di nuovo qui.. - nella mia testa.. » Non ricorda nemmeno, di non aver mai rivelato quel particolare avvenimento del suo passato all'amica. « Dobbiamo andare via. Non voglio che prendano anche te » Una supplica la sua, mentre il respiro gli manca pericolosamente nel polmoni. E' affannato infatti, la voce rotta. Poggia la fronte contro la sua spalla, quando si sente stringere. « Aiutami a capire come aiutarti, ti prego. » « Non puoi aiutarmi.. Dobbiamo andare via..- Ripete, stringendola forte - Non di nuovo. Dobbiamo andare via. Non di nuovo. Dobbiamo andare via - una cantilena la sua, nella paranoia più totale - no no no no » Stringe ancora più forte.
     
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