{CHAPTER ELEVEN 2.0} Winds of Spring {SALA GRANDE}

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    8.00 am - Sala Grande

    La mattina del 10 marzo, come da consuetudine prima dell'inizio delle lezioni degli studenti di Hogwarts e del college, è prevista la colazione. Un piccolo intoppo tuttavia scombussola la routine. Alena, Jessie, Nirvana, Nathan e Carrie, i primi ad arrivare, una volta seduti ai tavoli delle rispettive casate, saranno tra i primi a notare che la colazione non è stata servita e che invece la sala grande è tappezzata da diversi cartigli di protesta in difesa dei diritti degli elfi domestici. Durante la notte hanno deciso di non lavorare più e ora sfilano sotto gli occhi di Nessie, Ronnie e Peter che come tanti altri collegiali, avendo le lezioni di prima mattina, hanno scelto di fare colazione in Sala Grande. « SIAMO STANCHI DI DIVIDERE IL NOSTRO LAVORO CON I MAGONO CHE RICHIEDONO UNA PAGA PER I LORO SERVIZI! NOI NON VOGLIAMO ESSERE PAGATI! IL POPOLO DEGLI ELFI E' STATO TROPPO A LUNGO OFFESO DAL PROGETTO MINERVA! TUTTA LA COMMUNITA' DEGLI ELFI DA OGGI SCIOPERA! » Una delle piccole creature, ingrugnito e di malumore, colpisce Peter sullo stinco prima di alzare il cartiglio sopra la testolina con un'espressione fiera. Continua poi la sfilata verso il tavolo degli insegnati sul quale diversi elfi incatenati stanno marciando sul posto, mettendo su una sceneggiata di primo ordine. Eren, seduto in disparte, attende un suo cliente di magisprudenza, per vendergli alcune pozioni psicotrope. Uno degli elfi lì vicino, alla vista di un gruppetto di studenti divertiti dall'accaduto, scocca di colpo le dita facendo comparire in faccia e sugli arti dei malcapitati enormi pustole doloranti. Miles e i suoi - vittime dell'elfo, prendono a urlare. « Un medimago! Qualcuno chiami un medimago! MALEDETTI!! SONO PERICOLOSI!! » Fortunatamente anche Betty Branwell è lì presente in compagnia della nipote Carrie. Pervinca le ha chiesto di tenere d'occhio sia Carrie che Otis. Dell'altro fratello Branwell, tuttavia, non c'è traccia, né le due hanno idea di dove potrebbe essersi cacciato. Alcuni Auror, attirati dal baccano generale, irrompono nella sala grande, ma gli elfi, tutto fuorché intimiditi continuano a protestare, iniziando a lanciare incantesimi tanto contro gli Auror, quanto contro studenti che potrebbero sembrare ostili. I presenti si trovano di conseguenza in mezzo a una vera e propria guerriglia.

    -- NB. Piccolo recap sugli elfi domestici.

    Repetita iuvant (recap veloce e coinciso delle poche e semplici regole. Per la versione estesa, rileggere qui.)

    - Il primo giro si concluderà il 15 Marzo alle ore 12.
    - Si possono fare più post d'interazione, sia con gli altri pg sia con l'ambiente (ma non con png propri o con png altrui), durante lo stesso giro. E' anzi una cosa auspicabile e incentivata.
    - Non si può fare più di un post d'azione a giro. L'azione non può essere autoconclusiva poiché l'esito sarà nelle mani del master.
    - I post non devono superare le quindici righe. Se volete usare gif, vi preghiamo di usare gif icons.
    - No powerplay e metaplay.
    - Siate chiari nelle descrizioni delle azioni dei vostri pg affinché sia facile per il master capire il quadro generale.
    - Allo stesso modo, lasciatevi coinvolgere dalla quest, dal gioco degli altri pg, dagli eventuali imprevisti e lasciatevi guidare dalla fantasia.
    - Ribadiamo, in ultimo, che ogni azione avrà la sua naturale conseguenza e il destino del singolo pg, come della quest, è incerto!


    wonderstruck‚ violin girl. peterpan peter pan syndrome Nirvana^ pinball wizard undercover Ðeicide diabolik! enchanted.

     
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    «Me cojoni.», esclama Peter, impressionato dal gesto di protesta degli Elfi Domestici. «No, cioè, Frà... Non fraintendermi -», dice Piti rivolto ad una delle creaturine: «- siamo più o meno siamo dalla stessa parte, però insomma -», protestate perché non volete essere pagati? Cioè io capisco tutto, ma... «- cioè spiegami, è perché va contro le vostre tradizion..AAAAH?!», voleva fare una semplice domanda, Peter, che di certo non ha la sensibilità adatta per comprendere il modo di pensare di Creature-Che-Non-Vogliono-Essere-Pagate, né tanto meno basi solide in Storia della Magia, ma viene colpito allo stinco da una di esse. «Eh sì però io non c'entro niente eh.», borbotta, rivolgendo un'occhiataccia all'Elfo. «Comunque, dato che sono simpatico e gentile, ti posso suggerire una persona con cui potresti parlare per far valere il tuo diritto di... non essere pagato?, si chiama... Oh, ma... Mi stai ascoltando?!», evidentemente no, perché la sfilata verso il tavolo dei professori riprende. «La roba delle catene molto d'impatto, comunque, da riproporre al club di teatro.», si accorge soltanto dopo di aver parlato ad alta voce, Peter, il solito Grifondoro che tra pensiero e parola non ha filtri d'alcun tipo. Nessie e Ronnie, essendo vicino a lui, avranno probabilmente sentito tutto. Battuta sulla recitazione compresa. «Io comunque non ho capito se il problema è che non vogliono i Magonò a lavorare insieme a loro, o se non vogliono i Galeoni. Però su una cosa c'hanno ragione. Sti Minervini sono dei pesaculo..», fa spallucce, Peter, che ormai sul profondo disagio che il Progetto Minerva ha scatenato in lui, ha imparato a scherzarci sopra. Questo prima di voltarsi in direzione dell'ingresso della Sala Grande, dal quale proviene un assurdo frastuono. Auror.

     
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    Se qualcuno glielo avesse chiesto, Nessie non avrebbe mai potuto immaginare che, invece di sorseggiare un bel the' bollente, per colazione le sarebbero state servite malumori e protese. « Ma non c'è modo di andargli incontro? » Si ritrovò a domandare, stupida, spostando i grandi occhi nocciola dalla fila degli elfi al viso di Veronica, stropicciandosi nervosamente la manica all'altezza del polsino. « [...] Però su una cosa c'hanno ragione. Sti Minervini sono dei pesaculo. » Sgranò gli occhi, voltandosi di scatto verso Peter con espressione sorpresa, forse più per la parolaccia che per il pensiero espresso dal Grifondoro. « Oh, beh, forse è meglio non... » fomentarli. Ma quella parola le morì sulle labbra, nel momento in cui le urla di Miles vengono coperte da un'incantesimo che fece saltare il braccio a una statua poco distante, preannunciando l'arrivo degli Auror. Nessie sobbalzò sul posto, stringendo spasmodicamente la borsa a tracolla. « C-che succede?! » Domandò, allarmata, a nessuno in particolare. « P-perché stanno lanciando incantesimi? Si tratta di una protesta di elfi domestici, per Merlino! » Non fa in tempo a finire la frase che l'ennesimo incantesimo, un fascio di luce azzurrognola, venne scagliato proprio nella loro direzione, costringendola a spingere Ronnie di lato per evitarlo.
     
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    « Eccallà! Adesso mi tocca scucire i soldi a quei ladri di Starbucks. » Perché anche dopo il diploma, Veronica alla colazione gratuita di Hogwarts non aveva mai rinunciato. Roteò gli occhi, sbuffando pesantemente prima di mostrare il proprio broncio contrariato a Nessie. Tirò fuori il proprio thermos di caffè, prendendone un sorso cauto - bruciava ancora - mentre con la coda dell'occhio intercetta Peter Paciock lì accanto. Finì di bere, riponendo il contenitore nella borsa. « Ma mi sa entrambe le cose, sai?! Però bo, se vogliono lavorare gratis io credo che abbiano l'imbarazzo della scelta. Dove lavoro io li assumerebbero sicuro. » Toyland di merda. Fece a malapena in tempo a finire la frase che una mano la sbalzò di lato. Nel tentativo di Nessie di scansarla dalla traiettoria di un incantesimo, Ronnie cadde rovinosamente a terra. Mise le braccia avanti per riflesso, atterrando coi gomiti sul pavimento di pietra che inevitabilmente le sbucciò la pelle scoperta dalle maniche arrotolate del golf. « AHIA CAZZOOOOO! » Fu in quel momento che intravide il fratello poco distante, accorgendosi al contempo degli incantesimi che iniziavano a volare da tutte le parti. Con gli occhi sbarrati e il cuore a mille, fece segno a Jessie, Peter e Nessie di seguirla mentre gattonava velocemente per trovare riparo sotto la tavolata Grifondoro. « Aiutatemi a ribaltare la panca. » Disse, facendo presa su uno dei bordi per metterci la propria spinta con l'intenzione di creare una barriera tra sé e la guerriglia. « JESSIE, VIENI AL RIPARO, PER DIO! VUOI FARTI AMMAZZARE? » Urlò, mentre sporgeva fuori un braccio per tirare quello del fratello.


     
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    «A terraaaaaaaa! -», urla Peter, non rendendosi conto che: «- ah no, scherzavo. Ci sei già.», battuta del cazzo confezionata in tempo record dal signor Paciock in riferimento alla caduta di Ronnie sul pavimento. D'altro canto, da lui non ci si potrebbe aspettare altro che questo: risate e salotto pure quando gli Auror minacciano di invadere la Sala Grande, rispondendo ad Elfi Domestici palesemente sclerati. Tira Nessie con sé. «Giùùùù! Raggiungiamo Veronica!», esclama, facendo cenno con la testa in direzione della Grifondoro. Ha capito il suo piano. La aiuta, mettendoci tutta la forza che ha in corpo. «QUIIII! QUI DIETRO!», urla ad alcuni ragazzi poco distanti, tra i quali Ronnie individua suo fratello. Parla dunque tra sé e sé, Peter, non essendosi ancora voltato ad osservare chi l'abbia seguito, troppo concentrato sulla battaglia in corso: «Okay raga allora. Abbiamo...», finora solo due Grifondoro, ma porcaccia di quella Morgana, scherziamo?! Vabbè. E' dunque costretto a mettere da parte il proprio orgoglio da Casata, Peter Paciock, almeno per il momento. «Delle bacchette.», beh, sì. «Caccabombe? Nessuno? No dai regà, qualche Caccabomba per forza ce la dovete avere, seriamente dai. Non scherziamo con le cose serissime. Caccabombe o qualcosa di simile. Per forza, dai... Dobbiamo creare un diversivo. Mo' quelli fanno fuori tutti gli Elfi altrimenti!»

     
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    Alena non aveva perso tempo a tirare fuori penna e taccuino: aveva prima cercato Otis con lo sguardo tra le panche della sala grande, ma, non individuandolo subito, si era risolta a prendere l'iniziativa da sé. « E dimmi, Gengy, da dove nasce questo desiderio di ritornare alla condizione di schiavitù elfica? » Annotava tutto velocemente, traducendo nella propria grafia ordinata grugniti e mugugni della creatura che brandiva nella sua direzione una pesante catena di ferro. Sembra una scena di una serie tv babbana!, pensò entusiasta la Corvonero, già in trepidante attesa del momento in cui avrebbe potuto riferire tutto al suo Caporedattore; e in fondo quella distrazione era proprio ciò di cui aveva bisogno quella mattina, che fino a quel momento aveva trascorso a guardare di sottecchi, dall'altro capo della sala, Eren: il ragazzo ignorava i suoi messaggi ormai da giorni, e lei si era finalmente decisa a riservargli lo stesso trattamento. Le cose, però, presero presto una piega più inaspettata e violenta del previsto: quella che si prospettava come un'avvincente mattinata di protesta elfica con cui riempire le conversazioni per il resto della settimana, si trasformò in un attimo, con l'arrivo degli Auror, in qualcosa di ben più serio. « Ma perché li colpite?! Stanno solo protestando pacificamen- » La sua domanda timorosa e pacifica fu accolta con un infastidito « Levati dal cazzo, mocciosa! » La mora non fece in tempo a replicare, perché un'esplosione alle sue spalle le fece perdere l'equilibro, e finì con la faccia per terra. Avendo subito imparato la lezione, si defilò in fretta, gattonando fino ad un angolo della sala, dove stavano al riparo alcuni ragazzi del College. « Nessie! » corse subito accanto all'amica, il terrore negli occhi più che evidente. « U-un diversivo? » balbettò, incerta, alle parole di Peter Paciock. Non le sembrava una buona idea prendere parte in maniera così diretta al conflitto. Proprio per niente. « Noi dobbiamo chiamare qualcuno! Dov'è il Preside Bauldry?! Lui li farà smettere sicuramente. È una pazzia questa! »
     
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    «Beh, sì, un diversivo. L'alternativa è stare qui ad aspettare di farci schiantare da qualcuno.», sbotta Peter scocciato. Poi si rende conto che in effetti avrebbe potuto anche essere un po' meno duro. Però, come già detto, non conosce filtri tra pensiero e parola. Osserva la ragazza lì vicino, si rende conto che è spaventata. Come tutti. Come lui, in fondo, perché una situazione del genere è del tutto surreale. Non si è letteralmente mai vista. «Chiamare Bauldry sarebbe inutile. E poi sa già tutto, fidati, gli Auror cento per cento che li ha mandati lui. Voglio dire, è il capo qui dentro... Dubito gli sfugga qualcosa. Di certo non una protesta in Sala Grande. Quindi sì... Il suo obiettivo di certo è farli smettere. Gli Elfi, però.», gli sfugge un gemito perché un calice volante - chiaramente vuoto, dato che gli Elfi hanno protestato e le tavolate non erano affatto imbandite - lo colpisce alla caviglia. Stinco, caviglia, non lo so: vogliamo continuare? «Ragazzi, non c'è tempo, la barricata altri cinque minuti non li regge. Abbiamo bisogno di qualcosa da far esplodere, o comunque che faccia un frastuono assurdo. Poi scappiamo di là, verso l'ingresso. E poi...», gli viene una mezza idea. Anche se, quant'è certo che gli Auror li ha chiamati Bauldry, ugualmente certo è che non funzionerà. «- li chiudiamo dentro. Sì, cazzo, li chiudiamo dentro. Andiamo di Bombarda, per far casino, mentre raggiungiamo l'ingresso. Poi piazziamo qualcosa di pesante davanti e sigilliamo. Tanto gli Elfi si possono smaterializzare fuori, no? Quando vedranno che gli Auror sono bloccati dentro non avranno più motivo di rimanere qui. Penso che la vera protesta sia contro il Preside o robe del genere», però un attimo... gli Elfi possono smaterializzarsi ad Hogwarts, vero? Sì, sì che possono... Giusto?

     
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    Fece appena in tempo a spingere Ronnie lontano dalla traiettoria dell'incantesimo che Peter la afferrò per il braccio, trascinandola sotto al tavolo dove la coinquilina aveva trovato rifugio assieme a Jessie. Nel panico, li aiutò a sistemare la panca per proteggersi dagli incantesimi, seguendo con occhi sgranati i fasci di luce scagliati qua e là. « Alena! » Si gettò al collo dell'amica, stringendola a sé e facendole spazio al suo fianco. « Tranquilla, andrà tutto bene. » Le mormorò, accarezzandole il dorso della mano, sebbene l'espressione sul suo viso fosse in netto contrasto con quelle parole. « C-caccabombe?! » Sbottò, sconcertata, scuotendo il capo alla proposta di Paciock. « Alena ha ragione. Probabilmente finiremmo solamente per peggiorare le cose, se lanciamo delle caccabombe o degli incantesimi, ne seguiranno degli altri e qualcuno potrebbe davvero farsi male! » Scosse il capo con decisione, mordicchiandosi il labbro inferiore. « E poi... se usciamo da qui e chiudiamo le porte dietro di noi, quelli che restano chiusi dentro come fanno ad uscire? Non so, magari qualcuno è ferito e ha bisogno di una pozione! » Sarebbe proprio come nelle celle. « Dobbiamo trovare un altro modo per uscire. » Sentenziò, testarda, scuotendo il capo con decisione. « Altre ide... aaaaaah! » Urlò, quando un incantesimo si schianto' contro la panca, spingendola a rannicchiarsi più in basso, con le mani a coprire le orecchie e gli occhi serrati.
     
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    “Strano..davvero strano”
    Nirvana, appena preso posto vicino a Nathan al tavolo dei corvonero, aggrottò la fronte perplessa. Mai in tre anni a questa parte aveva visto la sala grande senza qualcosa sul tavolo da mangiare, di solito almeno la frutta, così per sport, gli elfi la lasciavano, ma quella mattina sembrava diversa, tanto da farle guardare Nath in cerca di qualche spiegazione. Inoltre, visto che di solito la strega a colazione non riusciva minimamente ad aprire gli occhi per quanto era stanca, Nirvana si stropicciò le palpebre e diede uno sguardo veloce alla sala per capire cosa stava succedendo. “Ma che cazz..?” fu il commento della corva, mentre diversi elfi domestici cominciarono a sfilare per tutta la sala con cartelloni ed uno slogan alquanto bizzarro. “Ma te hai capito cos’hanno detto?” Chiese a bassa voce Nirvana a Nathan, mentre nella sua testa provava a decifrare quello che aveva appena sentito. Non vogliono essere pagati? E vogliono fare loro tutto il lavoro?. Il mondo gira proprio al contrario. Ma poi iniziò il caos. Infatti, Nirvana rimase un attimo di sasso quando un elfo lanciò una fattura verso un gruppo di ragazzi, anche se in realtà le provocò solo una grossa risata, che di sicuro le avrebbe portato non pochi problemi. “No vabbé, che sfigati.”.
    Appena dopo il commento, Van si rese conto che magari non era la cosa migliore ridere smodatamente, visto che due ragazzi ci avevano appena rimesso la pelle, letteralmente, guardate che puss. Quindi smise immediatamente di ridere e guardò l’entrata in scena di quelli che teoricamente avrebbero dovuto sedare la rivolta: gli auror. Però non stava andando proprio come previsto. “Ok, non si mette troppo bene” Commentò a bassa voce Van in direzione di Nathan adottando la tecnica della statua: se non ti muovi non ti vedono.
     
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    « Stanno protestando per I loro diritti Van. » Protestare per i propri diritti era giusto fino a quando il tutto non sfociava in violenza, cosa che succede qualche secondo dopo aver risposto alla sua migliore amica. Due ragazzi caddero a terra colpiti da una fattura degli elfi. « Abbassati Van » Strattonò l’amica abbassandosi sotto il tavolo. « Dobbiamo raggiungere l’uscita e rimanerne illesi » La situazione si scaldò subito dopo quando gli auror entrarono dentro la sala grande ed iniziò una guerriglia senza esclusioni di colpi: « Raggiungiamo gli altri ragazzi e vediamo di escogitare un piano di fuga. » Disse sempre rivolgendosi verso la migliore amica mentre con gli occhi cercava lo sguardo di Carrie verso il tavolo dei tassorosso.
    « Bombarda? Vuoi far crollare la Sala Grande con noi dentro? Con persone ferite? Non mi sembri un tipo sveglio... » Fu la prima cosa che sentì da un ragazzo più grande (Peter) quando gattonò sotto il tavolo fino a raggiungere il gruppo poco più avanti a loro: « Abbiamo le magie per creare diversivi. Prima che questo tavolo vada in frantumi cerchiamo di stabilire una strategia. » « Però l'idea di far saltare tutto è allettante. »
     
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    Peter si costringe a trattenere una risata perché no, non è decisamente il contesto adatto. «Far saltare la Sala Grande.. con un Bombarda? Sono esplosioni piccole e controllate. Servono solo a far casino.», cioè, è proprio la definizione. Non per cosa, ma cosa diavolo vi fanno studiare a Hogwarts, sotto la guardia di Bauldry? L’ho capito che è anche il mio Preside, ma almeno io lo dico apertamente quanto sia fesso. «Per quello che intendi tu c’è il Bombarda Maxima..», anche se dubito fortemente che farebbe così tanto danno, in un castello come questo. Per Morgana, non è mica fatto di cartapesta! Ha ospitato la grande battaglia contro il Signore Oscuro e ci scandalizziamo per due Bombarda? «Chiaramente non possiamo lasciarci indietro gli altri. C’è qualche studente sul lato opposto della Sala. Mi sembra di aver visto Betty da qualche parte. Li dobbiamo portare via prima di filarcela - e provare a chiudere quelli », si riferisce agli Auror, «- dentro. Ma qualcuno deve far da scudo. Con il diversivo di cui parlavamo.», che di certo non può comprendere giochi di prestigio o me che mi metto a suonare stile Guitar Hero, dato che l’unica cosa che ho nello zaino è la chitarra. «Chi non se la sente di.. esporsi, direi che correre via possa essere un’ottima soluzione.», evitiamo di essere intralciati. «Posso contare su qualcuno che faccia da scudo insieme a me, mentre gli altri raggiungono i compagni?», sempre che non vogliate filarvela e basta. Non vi giudicherebbe nessuno. «Quando sono con voi, scagliate un Periculum come segnale e scappiamo tutti.», è in quell’istante che la tasca di Peter inizia a surriscaldarsi, quasi avesse dentro un macigno incandescente. Strabuzza gli occhi.
     
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    Qualcosa proprio non le quadrava. « Non può essere stato il Preside a fare tutto questo. » Disorientata, si guardava intorno con frenesia, seguendo con gli occhi quel folle scontro tra Auror e creature. « Se fosse stato lui ci starebbe mettendo tutti in pericolo. Non... non è possibile! » E poi ci fu un altro botto fragoroso, tanto da far tremare il tavolo e far cacciare un urlo acuto ad Alena. Immobilizzata dalla paura, affondò il viso nella spalla di Agnès, cingendole la vita con le braccia e stringendosi di più a lei. Gli occhi serrati e la mascella digrignata, sussultava ad ogni nuovo scoppio con una puntualità svizzera. Alena non aveva mai vissuto prima d'ora scene del genere, e fu stranita dalla freddezza dei ragazzi più grandi. Tante volte si era chiesta che cosa potesse aver significato attraversare il Lockdown, e quei pochi minuti le diedero una risposta.
    Peter Paciock, in particolare, sembrava avere un piano più strutturato degli altri. Le pareva assai rischioso, ma a quel punto non si sentiva in grado di emettere giudizi. Forse aveva ragione lui, era il caso di darsi una mossa e fare qualcosa, prima di rimanerci secchi assieme agli elfi. « Siamo sicuri che gli elfi vorranno smaterializzarsi poi, una volta lasciati soli con loro? » domandò, timorosa, intrecciando le dita con quelle di Nessie e stringendole forte la mano. Gli elfi, si sa, erano una razza assai orgogliosa, e aveva difficoltà ad immaginarseli a fuggire codardamente da una battaglia, specie dopo una rivolta. « Ho paura che li lasceremmo al macello, così... »
     
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    "mamma mia quanto siamo acidi questa mattina, ti manca proprio la colazione eh" commentò Van sentendosi attaccata dalle parole di Nathan, per poi continuare a guardare la sfilata degli elfi domestici, che arrivarono fino al tavolo dei professori.
    Però, appena partì la vera rivolta all'arrivo degli auror, per fortuna Nath ebbe più sangue freddo del suo, tanto che Van venne trascinata sotto il tavolo con una strattonata, a cui non si oppose neanche. Insomma, stava iniziando una maledetta guerra là fuori, di sicuro restare con le teste allo scoperto e fare la statua non era la migliore delle idee. Quindi Van seguì a gattoni Nath, anche se l'idea di raggiungere un altro gruppo proprio non le piaceva, chissà chi avrebbero incontrato, magari qualcuno che il suo gruppo aveva preso di mira...ma sì perché no. "Dobbiamo proprio? Non mi piace stare con gli altri lo sai, raggiungiamo Jeremy, di sicuro sarà da qualche parte."
    Affermò Van ricordando a Nath che c'era la possibilità di essere coperti da un gruppo di energumeni, che di sicuro erano già andati a cercare Jeremy, il capo della loro gang, per proteggerlo. Però forse era troppo tardi, perché dopo pochissimo i due erano già davanti agli altri ragazzi. Che palle.
    "Ma se invece di un bombarda...mandassimo questi?"
    Propose Van prima che Nath continuasse a litigare con Peter, mostrando a tutti cosa aveva nelle tasche praticamente ogni giorno che usciva di stanza: un detonatore abbindolante. Probabilmente, se le avessero chiesto perché aveva con sé, la mattina alle otto, un oggetto del genere, la corva non avrebbe risposto, ma non potevano negare che sarebbe stato un bel diversivo.
    "Lo tiriamo in mezzo e praticamente fa tutto il lavoro, scoppiettano, fumando e noi dobbiamo solo stare attenti a tenerci il più bassi possibile ed uscire, vi torna? Di sicuro anche gli altri studenti che non son qui approfitteranno della situazione, a mio parere, e così siamo tutti contenti."
     
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    Bombarda o Bombarda Maxima non faceva differenza per quanto riguardava Nath: generare delle esplosioni con persone ferite ed una guerriglia nel mezzo sicuramente non era la soluzione migliore.
    Non serviva controbattere; non era il momento: « Creare un diversivo… » Ripete tra se e se Nath. Infila la mano nella tracolla trovando un pacco di gelatine tutti gusti +1 che aveva portato con se quella mattina: « Bella idea Van. » Pure le pozioncine che aveva portato con sé l’altra corvonero non erano una cattiva idea: « Sentite a me va bene quello che dice lui » Indicò Peter proponendosi come una delle persone per creare il diversivo: « Abbiamo le pozioni e… » Sospira mostrando il sacco di gelatine: « … Queste che con un waddiwasi dovrebbero diventare fastidiose. Servirebbe una terza persona che utilizzi un Avis. Dobbiamo creare più caos possibile per riuscire a confonderci nella mischia. Dare man forte ai feriti ed assicurare la via per gli altri studenti … Che dite? » Con lo sguardo osserva tutti i presenti dietro quel tavolo in attesa di una risposta.
     
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    Mentre lo scontro si fa mano a mano più acceso, un elfo si materializza sopra la tavolata Grifondoro, alzando in alto il braccino ossuto culminante nella mano chiusa a pugno. La sua vocina acuta rimbomba tra le mura di pietra, sovrastando il fragore di incantesimi. « IL PROGETTO MINERVA SI STA FACENDO BEFFE DI NOI, DELLA NOSTRA CULTURA, DELLA NOSTRA TRADIZIONE! LE RADICI MAGICHE A CUI DICE DI TENERE NON SONO ALTRO CHE UNA MENZOGNA! I SUOI METODI SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI VOI, INSEGNANTI E STUDENTI! UNITEVI ALLA LOTTA, UNITEVI AGLI ELFI! » Le parole della creatura attirano subito l'attenzione di diversi Auror, che tentano di colpirlo con diversi incantesimi per frenare il suo discorso. Incantesimi che l'abile elfo riesce a schivare. Tutti tranne uno. « AVIFORS! » La giovane Auror colpisce strategicamente la tavolata, che al contatto col fascio di luce blu si disfa in uno stormo di uccelli. L'elfo cade rovinosamente a terra, e i ragazzi nascosti sotto al tavolo perdono di colpo la copertura, ritrovandosi circondati dallo stormo - tra ali che sbattono violentemente e becchi che attaccano senza distinguo, colpendo chiunque trovino sul posto.



    Edited by psychomachia - 13/3/2022, 00:18
     
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