{CHAPTER ELEVEN 2.0} Winds of Spring {SALA GRANDE}

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    « Otis ha deciso per lo sciopero della fame oggi? » Betty aveva programmato una colazione con i suoi nipoti, Carrie e Otis; ma de ragazzo non c'era nemmeno l'ombra. « Vorrà dire che mangeremo un muffin anche per... » Betty smise di parlare quando. al posto delle tavole imbandite, si ritrovò faccia a faccia con i lunghi tavoli vuoti. Si allungò verso uno studente, cercando di capire cosa fosse successo. « Gli elfi stanno protestando, con parecchia veemenza a quanto pare. » Gli elfi inneggiavano contro il progetto Minerva a tutti polmoni; seminando agitazione tra gli studenti. « Un medimago! Qualcuno chiami un medimago! MALEDETTI!! SONO PERICOLOSI!! » Lei non era certamente un medimago a tutti gli effetti, ma in quel caso non poteva rimanere in disparte di fronte ad una richiesta di aiuto. « Carrie dammi una mano! » Non voleva perdere di vista la nipote, soprattutto quando sua sorella si era raccomandata di non perderli d'occhio. Si inginocchiò vicino agli studenti che avevano richiesto il suo aiuto ed esaminò le pustole che ricoprivano i loro volti. « Quegli esseri spregevoli!! La pagherete cara! » Erano chiaramente pustole nate un incantesimo di natura elfica. Frugò velocemente nella sua borsa, alla ricerca di qualcosa di utile. « In infermeria hanno l'impasto perfetto. » La sua ricerca venne interrotta dai bruschi modi di un auror che interrogò il ragazzo su chi li avesse colpiti. « Arrestate quegli elfi! » Il volto di Betty scattò di fronte all'asprezza degli ordini di quello che sembrava a tutti gli effetti un auror. Con l'aiuto della nipote cercò di trascinare gli studenti nell'angolo, nascosti nella rientranza di una colonna. Cercò con lo sguardo un volto, un punto di riferimento, ma tutto divenne ancora più caotico quando uno stormo di uccelli scaturì dal nulla attaccando studenti ed elfi indistintamente. Mentre cercava una via d'uscita sentì gemere un gruppetto di elfi alle sue spalle, sotto il tiro delle bacchette di due auror. Puntò la bacchetta verso di loro senza pensarci troppo. « Deste Congluti! » E si voltò verso le creature facendo loro segno di allontanarsi. « Via di qua! » Urlò, cercando di tirarsi dietro la nipote.
     
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    Scattò in piedi dal proprio posto al tavolo Serpeverde non appena il primo fascio di luce attraversò la Sala Grande. « JACK! » Gli occhi puntati sulla tavolata Grifondoro dove il fratellino si era recato per fare colazione assieme ad altri compagni del secondo anno. « GIÙ CAZZO! GIÙ! » Gekko fece come gli era stato detto, cercando riparo in attesa dell'arrivo del maggiore. Eren scavalcò il tavolo dei verde argento tenendosi il più possibilmente basso, volgendo lo sguardo verso l'uscita, dove un ingombro di studenti, elfi e Auror si accavallavano nell'intento di confluire all'interno e all'esterno della sala in una bolgia che non lasciava ben sperare. Il passaggio era bloccato. Uno dei tavoli della fila dei rosso oro venne rovesciato proprio mentre era intento a scavalcare agilmente quello dei Corvonero. Fece del proprio meglio per evitare un fascio di luce color rubino, mentre riprendeva contatto con il pavimento, sporgendosi quanto necessario oltre la barricata appena formata per incontrare lo sguardo di alcuni collegiali e studenti tra cui diversi conoscenti. Individuato il fratello rannicchiato qualche metro più avanti assieme ad altri studenti del suo stesso anno, lo indicò ai più grandi presenti nel gruppo. « Potete dar loro una mano? Torno a riprenderli. » Assicuratosi che il fratello stesse un po' più al riparo, avanzò verso il tavolo degli insegnanti da ranicchiato. Impedire agli incantesimi di volare anche solo per un po' era la migliore possibilità che aveva per far uscire di lì il piccolo Ackerman illeso. La scossa sismica di un Dominusterra poteva fare al caso suo. Sguainò quindi la bacchetta toccando il pavimento per aumentare la forza dell'incantesimo, ben attento a tenere il tavolo Grifondoro per quanto possibile fuori dal raggio del suo incantesimo e sospirò concentrandosi. Proprio allora, la copertura del gruppo saltò e ad Eren non rimase che attenersi al piano nella speranza di poter destabilizzare almeno temporaneamente parte degli Auror. « Dominusterra! »




    Edited by ddaeng! - 13/3/2022, 18:29
     
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    « Otis ha deciso per lo sciopero della fame oggi? » Carrie fece scivolare lo sguardo ceruleo sull’ambiente circostante, ma non trovò nessuna traccia del fratello. Arricciò le labbra in un’espressione crucciata. Sembrava che lei ed Otis riuscissero a passare sempre meno tempo insieme. « Vorrà dire che mangeremo un muffin anche per... » I suoi piedi si arrestarono di colpo, così come avevano fatto le parole di zia Betty e, per poco, Mr. Bacon non le scivolò via dalle braccine ossute. Non c’era nessun muffin ad aspettarle. Nessun muffin e nient’altro, a dirla tutta: le tavolate delle Case erano tutte sgombere. Poi udì la voce di uno studente: gli Elfi Domestici stavano scioperando, ma ciò che si presentò davanti ai loro occhi era tutto men che uno sciopero di natura pacifica. Cosa stava succedendo? Perché gli Auror si trovavano lì? La Tassorosso era irrigidita. Non riusciva a smettere di guardare. Solo allora si rese conto dei visi noti che si trovavano in mezzo a quel macello. C’era anche Nathan. « Carrie dammi una mano! » La voce della zia fu come un campanello capace di riportarla alla realtà. In un solo gesto infilò Mr. Bacon nella borsa, avvicinandosi a zia Betty che stava esaminando il viso pieno di pustole di uno studente. « Arrestate quegli elfi! » Cosa? «A-Arrestarli? Si stanno solo difendendo da voi esordì Carrie a voce più alta di quanto si aspettasse. Lo sguardo che le lanciò l’Auror per poco non la lasciò pietrificata. Tutto accadde velocemente. Fu come guardare la scena di un film: stavano accadendo troppe cose attorno a lei. Non riusciva a focalizzare tutto quanto. Sembrò destarsi solo nel momento in cui un fascio di luce rossa le sfiorò il viso. Cacciò fuori la bacchetta, pronunciando un Protego che creò uno scudo davanti a lei e zia Betty intenta a difendere due Elfi da un paio di Auror. Lo sguardo della Tassorosso correva da una parte all’altra della stanza. Cosa stava accadendo?

     
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    Rimane nascosto dietro la tavolata laddove la sorella l'ha tirato via, senza riuscire effettivamente a consigliare qualcosa di utile al resto dei suoi compagni. E' infatti piuttosto spaventato, il Tassorosso, e non riesce proprio a dare un senso a quanto stia accadendo. « R-Ronnie tu cosa consigli di fare? » Domanda alla sorella, la preoccupazione ben visibile sul suo visino paffuto. « Ha ragione lei - Si riferisce ad Alena - Non possiamo scappare e chiudere gli elfi qui, con gli auror. Potrebbero far loro la qualunque.. » Borbotta. Sin dal primo anno, aiutato dalla posizione della propria sala comune, Jessie ha sempre nutrito un certo affetto verso quelle creaturine. E sino ad ora, è sempre stato reciproco. « N-Non possiamo abbandonarli.. - Esita - Invece di scappare dovremmo.. -Sì dovremmo.. - Proteggerli. Ma non termina la frase, il piccolo Tasso, che d'improvviso, il corpicino di un elfo salito su di una delle tavolate per protestare contro quell'attacco, cade poco distante da loro in un tonfo secco. Sobbalza, ma non ha il tempo di fare altro, che d'improvviso, uno stormo di uccelli si abbatte su tutti loro. « Cacchio cacchio cacchio! » Urla, tentando di ripararsi gli occhi da tutti quei becchi e quegli artigli affilati. « Stupeficium! » Casta, la bacchetta rivolta verso l'alto contro quello stormo impazzito. Ed è allora che nota l'elfo di prima, accasciato per terra, sotto un gran numero di uccelli che sembrano essersi accaniti contro di lui. Si guarda attorno per qualche istante, sperando in un aiuto, ma alla fine decide di avanzare. Dovremmo proteggerli. « Via viaaaaaaaa! » Urla allora, bacchetta in tasca e zaino alla mano, usato come arma per scacciare quello stormo malefico. Se dovesse lanciare qualche incantesimo, potrebbe colpire anche quella povera creaturina riversa a terra. « Ti aiuto io! » Annuncia dunque, buttando lo zaino per terra e sollevando l'elfo sulle spalle alla meno peggio. Il suo intento, cercare qualche professore che possa aiutarlo a riprendersi con un incantesimo curativo. « Mettilo giù » E' un auror, ad intralciare il suo percorso, e lui ha entrambe le mani occupate. Oh oh. « Ma che mannaggiaaldemonio vi siete bevuti stamattina?! » « Non metterti in mezzo, ragazzo. » Fantastico. Morirò senza nemmeno aver fatto colazione.
     
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    Sala Grande

    L’incantesimo di Betty viene deviato dai due Auror che lo fanno rimbalzare su Peter e Nathan, i quali, distratti dalle beccate degli uccelli che continuano ad attaccarli costantemente, non riescono a intercettare l'arrivo dell'incantesimo. Vengono quindi congiunti attraverso il Deste Congluti per la schiena, rimanendo incollati l'uno all'altro. Il Protego di Carrie riesce a difendere lei e Betty da uno schiantesimo; sotto lo scudo finisce anche uno degli elfi che Betty tenta di scorrere. L'altro, tuttavia, resta fuori dal raggio dell'incantesimo protettivo della giovane Branwell, prendendosi in pieno petto lo schiantesimo. L'elfo rimasto al riparo si arrabbia con le due ragazze, ma la sua furia si scaglia contro colei che ha castato l'incantesimo protettivo. « TUUUUUU! FALSA!! FATE SEMPRE COSÌ VOI UMANI! PENSATE SOLO A VOI STESSI!! » Furibondo, schianta a sua volta Carrie, che finisce per urtare Jessie al centro della sala, mentre sta cercando di salvare un altro elfo. Entrambi cadono a terra; nella caduta Carrie si sloga un polso e Jessie batte la testa contro il pavimento restando parecchio destabilizzato e disorientato. Lo zaino di Carrie si apre, e ne fuoriesce il contenuto, compreso Mr Bacon, che viene colpito da un Reducto e polverizzato. Nel frattempo Nirvana è ancora in mezzo allo stormo nei pressi di Peter e Nathan; alcuni uccelli si sono accaniti in maniera particolare contro di lei. Il Dominusterra di Eren attecchisce e fa perdere l’equilibrio ai partecipanti allo scontro che si danno battaglia in quell’area. Ciò dà tempo ad alcuni Auror ai lati della sala di avvicinarsi a Ronnie, Nessie, Alena, ai ragazzini ed altri studenti indirizzandoli verso l'uscita e portandoli lontani dallo scontro diretto. La calca di persone non permette a nessuna delle ragazze di recuperare gli altri compagni di avventure e così sono costrette a lasciare la sala grande assieme agli studenti del secondo anno travolte dalla calca di ragazzi intenti a seguire la via di fuga.

    Salone d'ingresso

    Il gruppo raccolto dagli Auror verso l'uscita spinge anche Eren fuori dalla Sala Grande. Anche lui è impossibilitato a navigare controcorrente ed è costretto a dirigersi verso l'uscita. Lasciando libero il passaggio agli evacuati, gli Auror bloccano l’entrata per non far confluire altre persone all'interno della sala. Tentano di evacuare un po' alla volta gli studenti rimasti ancora all'interno, ma il conflitto con gli elfi rende l'operazione più complessa di quanto potrebbe apparire. « Dirigetevi verso i piani alti e portate in salvo i più piccoli. Evacueremo noi i vostri amici. » Asserisce uno degli Auror più giovani rivolgendosi ai collegiali. « Non vi consiglio di uscire all'esterno. La situazione non è certo migliore là fuori. » Non a caso, poco dopo, una lunga scia di fuoco si palesa sul prato del castello sotto gli occhi increduli dei presenti che vedono diverse figure prendere fuoco nell'intento di dirigersi verso l'entrata principale del castello. « Restate al chiuso mi raccomando! » Detto ciò, l'Auror corse in direzione dei compagni bisognosi di aiuto.

    OFF// Ronnie, Nessie, Alena ed Eren possono decidere se dirigersi verso la tenuta, verso i piani alti oppure tornare in Sala Grande. Per questo turno continueranno a postare in questa role.

    - Il secondo giro si concluderà il 20 Marzo alle ore 20.
    - Se usate incantesimi particolari vi chiediamo di linkarci sotto spoiler il sito da cui avete preso la descrizione dello stesso.
    - Si possono fare più post d'interazione, sia con gli altri pg sia con l'ambiente (ma non con png propri o con png altrui), durante lo stesso giro. Ricordiamo però che per fare ciò, deve essere sempre tenuta a mente la regola della plausibilità (quanto per esempio sia possibile che, sotto attacco, una conversazione possa durare per più di uno scambio veloce, per esempio). Ovviamente vanno tenuti in considerazione anche i pg che non sono ancora stati postati, considerando il possibile gioco che potrebbero darvi anche i loro interventi e quanto, in un contesto di svariati post, potrebbe essere per loro difficoltoso inserirsi.
    - L'azione non può essere autoconclusiva poiché l'esito sarà nelle mani del master.
    - Vi preghiamo di leggere attentamente tutti i post precedenti alla vostra risposta, così da poter amalgamare al meglio il vostro gioco a quello altrui, tenendo però presenti gli elementi che, seppur scritti da altri, hanno influenzato l'ambiente in cui anche il vostro pg si ritrova.

     
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    « Ferula. » provò a castare tra i denti, puntandosi la bacchetta alle braccia ferite dalla caduta e dalle beccate dello stormo. Istintivamente si era parata così il viso, ritrovandosi il maglione sbrindellato e la pelle piena di graffi più o meno profondi. « Venite qua, fatemi vedere come siete messi. » disse ai ragazzini accanto a sé, portati assieme a lei fuori dalla Sala Grande. « Nessie, Alena.. datemi una mano a fasciargli le ferite. » Cercò di aiutare i più piccoli con altri Ferula, sperando di fare del suo meglio. Ascoltò quindi le parole degli Auror, aggrottando appena la fronte. « Perché? Cosa sta accadendo fuori? » Non fece in tempo a chiederlo che vide alcune figure in procinto di avvicinarsi al castello, venir inghiottite dalle fiamme. Sgranò gli occhi, facendo un passo indietro e guardandosi attorno alla ricerca di Jessie. Non c'è. « Mio fratello è ancora dentro! Dovete aiutarlo, vi prego, portatelo fuori. Si chiama Jessie, è di Tassorosso, magrolino, capelli castani. » « Signorina, stiamo facendo il possibile per mettere tutti al sicuro, ma per farci lavorare dovete allontanarvi. » Facile a dirsi. Cazzo, non c'è il tuo di fratello, là dentro! Si passò le mani tremanti dal panico tra i capelli, guardandosi intorno a scatti mentre tentava di controllare la frustrazione e la paura. « No, rientro a prenderlo. Fatemi entrare. » Cercò di raggiungere l'entrata, ma un Auror la bloccò. « Signorina, deve collaborare, la prego. Abbiamo la situazione sotto controllo. » « NON MI PARE CHE SIA SOTTO CONTROLLO! COSA CAZZO STA SUCCEDENDO? PERCHÈ NON CI DITE NULLA? » Fu in quel momento che dalla tromba delle scale poco distante, alcune urla attirarono la sua attenzione, portandola a voltarsi per vedere due uomini precipitare nel vuoto. « E ci dite PURE di portare questi ragazzini ai piani alti? GUARDI! COME, ESATTAMENTE, CI STATE TENENDO AL SICURO? FUORI LA GENTE BRUCIA, IN SALA GRANDE C'È IL CHAOS, SOPRA.. DIO SOLO SA COSA! »


     
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    La beffa del destino è che, quando Nathan propone di evocare un Avis, quella specifica fattura viene scagliata da un Auror lì vicino sull'allegra combriccola. E questo è solo l'inizio, ragà. «Attentiiii!», inizia a sbracciare, Peter, cercando di deviare il becco degli uccellacci dalla superficie del proprio corpo - chiaramente invano. Inizia a sanguinare copiosamente ed è a quel punto che evoca un Epismendo su se stesso e sugli altri del gruppo, sperando di riuscire nell'intento. La situazione degenera con la rapidità dei millisecondi di un cronometro: una scossa sismica sembra coinvolgere - fortunatamente - l'altro lato della Sala Grande, mentre il corpo di Nathan... Beh, il corpo di Nathan gli si attacca alla schiena. «Ma cosa cazzo..», sbotta. In tutto questo, la tasca destra dei pantaloni continua a ribollirgli di un calore inaudito. Ma non ha tempo di pensare a questo, non adesso, dovendosi destreggiare tra la vita e... La nuova vita da gemello siamese. «Finite incantatem!», lo casta su se stesso - anzi, per la precisione sulla propria schiena, dove si trova Nathan - e implora vada a buon fine, solo solo perché muoversi, col peso di un altro essere umano attaccato alle spalle, non è mica tanto semplice. Figurarsi camminare. O ancora correre. Come se non bastasse, Rigby Junior è nei guai. « Non metterti in mezzo, ragazzo. », basta sentire giusto quelle parole, a Peter, per decidere impulsivamente - ma mica poi tanto, dato che avrebbe voluto farlo sin da quando ha lasciato esplodere una pioggia di fuochi d'artificio al QGA - di schiantare l'Auror. «Stupeficium!!!», subito dopo, senza neanche soffermarsi a guardare l'esito della propria azione, casta un «Petrificus Totalus!» in direzione di altri Auror in pericoloso avvicinamento all'ormai defunto tavolo Grifondoro. «Van!», la chiama - non conoscendo il suo nome, ripete soltanto l'appellativo che ha pronunciato Nathan prima che la guerra li colpisse in pieno petto - «Il detonatore! Usaloooo»
     
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    Nirvana rimase di stucco quando il tavolo si trasformò in uno stormo di uccelli intento ad attaccare qualsiasi persona nei paraggi, ancora di più quando dimostrarono un particolare accanimento nei suoi confronti.
    "Nathan, maledizione, porti sfiga!"
    Urlò la corva con tutto il fiato che aveva in corpo, corrugando la fronte arrabbiata, mentre sventolava le gambe per cercare di mandare via qualche bestiola, anche se nel frattempo le stavano procurando graffi e pinzi sulle braccia. Van provò a proteggersi il volto per paura che lo stormo potesse attaccarle gli occhi o farle qualche cicatrice sul volto. Una le bastava ed avanzava. Però, allo stesso tempo, doveva pensare ad un piano per riuscire a prendere in mano la situazione, non poteva aspettare ancora. Probabilmente, se non avesse scagliato un incantesimo, avrebbe trovato il modo di prendere quei piccioni uno ad uno a suon di zainate.
    "Ventus!"
    Affermò Nirvana coprendosi con un solo braccio il volto, mentre l'unica mano disponibile andò a prendere la bacchetta, che fu puntata in direzione dello stormo, nella speranza che i piccioni potessero volare via. Nel caso ci fosse riuscita, Van avrebbe ripreso un attimo il controllo della situazione, per poi individuare il suo bersaglio. Dire che era incazzata era veramente poco, il sangue le ribolliva nelle vene ed era così immersa nei suoi pensieri, che neanche sentì la richiesta di Peter. Infatti, Van, appena trovata la ragazza che aveva lanciato l'incantesimo sul tavolo, anche se era ancora intenta a combattere gli elfi, le sì scagliò contro con tutta la sua rabbia.
    "Incarceramus! Porca troia."
    Affermò Van puntando la bacchetta contro la donna. In quel momento l'unica cosa che riusciva a pensare era ritrovarsi faccia a faccia con l'auror che le aveva provocato tutte quelle ferite sulle braccia, perché non erano stati i piccioni, era stata lei e non le importava quanto fosse forte o se ci fossero altri mille problemi, voleva soltanto metterla al tappeto e nella sua testolina era convinta di poterci riuscire.
     
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    Vide lo scudo protettivo vibrare quando uno schiantesimo gli si infrange contro. Carrie strinse la presa sulla bacchetta, come se avesse paura che potesse saltarle via. Non si era resa conto che uno degli Elfi era rimasto allo scoperto dal suo Reparo. « TUUUUUU! FALSA!! FATE SEMPRE COSÌ VOI UMANI! PENSATE SOLO A VOI STESSI!! » Si volta verso di lui, gli occhi spalancati in due enormi fessure cerulee. Non si è resa conto, non ha capito il perché di quella furia cieca. E’ ancora confusa quando qualcosa la colpisce, scaraventandola via. Il suo corpo si irrigidisce, come se involontariamente volesse prepararsi all’impatto che arriva imminente. Casca a terra, ma nel farlo il braccio sinistro rimane schiacciato in una strana posizione dal peso della ragazza. Una scarica elettrica si irradia dal polso, attraversa il braccio e le si conficca in testa. E’ ancora sdraiata a terra quando si rende conto che qualcosa non va. Ma è allora che nota un volto familiare. Riconosce il ragazzo sdraiato accanto a lei. «Jessie!». Gli si avvicina scivolando sul pavimento, trascinandosi con il braccio buono, provando a non muovere l’altro polso. Ogni centimetro che si avvicina è una scarica di dolore. «Jessie.. Ti prego.. Dobbiamo andarcene..» la voce le esce come una preghiera. Gli posa una mano al centro del petto, provando a scuoterlo appena. Non sta bene Glielo legge in faccia. La Tassorosso la vista offuscata dalle lacrime. Teme di alzare lo sguardo quel tanto che basta per vedere qualcuno puntargli la bacchetta contro. Ma è allora che lo vede. La sua borsa aperta, il contenuto sparpagliato sul pavimento e Mr. Bacon con il solito sorriso rassicurante che guarda verso di lei. Cerca di muoversi verso di lui, continuando a strisciare. Allunga una mano. Sta quasi per sfiorarlo quando il peluche esplode in una nuvola di polvere. Carrie non si muove. E’ una statua di ghiaccio. Percepisce solo un dolore insopportabile all’altezza del petto. Le viene da vomitare. Gli occhi sono spalancati, la mano ancora protesa verso il punto in cui c’era il suo coniglietto, la bocca aperta come se fosse sul punto di dire qualcosa. Le manca l’aria, le gira la testa. Ciò che le uscì dalla bocca fu un grido mostruoso. Si portò una mano al petto, dove faceva più male, singhiozzando. Piangeva, come non aveva mai fatto prima. Si rannicchia su se stessa. Sente solo dolore. Ciò che accade intorno a lei è sparito.
     
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    Strinse i denti quanto vide il suo incantesimo deviato colpire Peter e il ragazzo vicino a lui. « Dannazione! » Troppo prevedibile per prendere gli auror in contro piede. Per sua fortuna il sortilegio scudo della nipote tenne entrambe al sicuro da uno schiantesimo; protezione che si estese ad uno degli elfi. « Ottima mossa nocc.. » Le sue parole vennero interrotte dall'elfo che si rivolse rabbioso contro Carrie. « TUUUUUU! FALSA!! FATE SEMPRE COSÌ VOI UMANI! PENSATE SOLO A VOI STESSI!! » uno schiantesimo colpì la ragazza in pieno petto, spingendola verso il centro della stanza contro un altro studente. Betty si lanciò verso la nipote spingendo da parte l'elfo ingrato. Scivolò sul pavimento fino a raggiungerla, Carrie urlava e piangeva talmente forte da farla rabbrividire. Era preoccupata che si fosse fatta male seriamente nell'impatto; le prese il volto tra le mani esaminandola. « Ehi piccolina...va tutto bene, sei stata bravissima. » Lo sguardo vacuo e disperato le stringeva la gola. Continuando a stringerle la mano si avvicinò all'altro studente rimasto ferito nell'impatto. Conosceva il tassorosso, frequentava i primi anni quando lei era caposcuola. Lasciò brevemente la mano di Carrie per controllare Jessie. « Tutto intero Jessie? Ti fa male qualcosa? » Ad un primo sguardo aveva preso una bella botta alla testa, molto probabilmente gli sarebbe uscito un bernoccolo mica male. Puntò la bacchetta verso la testa e mormorò. « Ferula. » Rimanere al centro della stanza non era la cosa migliore, mentre lo scontro continuava ad infuriare. Strinse la mano di Carrie, cercando di spingerla ad alzarsi, ma sembrava rinchiusa nel suo mondo. « Carrie, dobbiamo trovare Otis...dobbiamo andare a cercarlo. » Sperava che il nome del ragazzo la aiutasse a reagire, a combattere. « Non possiamo abbandonarlo... » Doveva proteggerli entrambi. Doveva farlo per Pervinca, che in quel momento non era lì, per sé stessa; altrimenti non sarebbe più stata in grado di guardarsi allo specchio se fosse successo loro qualcosa.
     
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    Ok, calma. E' come in discoteca. Solo tanta gente ammassata. Ma non lo era, e fu evidente dal pallore che lo colse, le goccioline di sudore e la necessità di appoggiarsi contro una parente nei pressi dell'entrata. Giunse in tempo per vedere corpi indistinti arrostiti e una Veronica infuriata con gli Auror. Si prese qualche istante per permettere al battito cardiaco di riprendere un ritmo più normale e, bevve un po' di acqua avvicinandosi poi al gruppo. Gekko gli andò incontro affiancandolo. Aveva un'espressione smarrita e un po' spaventata, al pari di altri ragazzini. Gli sembrò di essere tornato indietro nel tempo. Altri bambini allora, avevano gli stessi occhi persi. Anche Eren era solo un bambino smarrito ai tempi. « Mi sembra che abbiamo poca scelta, non ti pare? » Disse quindi osservando la mora mentre gli Auror abbandonavano il gruppo per dedicarsi a cose più importanti. « Gli altri verranno indirizzati nella stessa direzione. Tornare lì dentro significa buttarsi in mezzo a una guerriglia già caotica di suo. Fuori sta andando tutto a fuoco. Tu! » Indicò quindi Alena, osservando lo stemma sul suo mantello. « Hai la parola d'ordine di Tassorosso o Serpeverde? » Non contemplò le celle, né altri spazi nei sotterranei. Troppo labirintici, erano difficili da tenere d'occhio in caso di altri imprevisti. « Se non abbiamo alternative, li portiamo in biblioteca, o nella Sala Comune Corvonero. Lei - » Disse senza pronunciare il nome di Alena. « - può farci entrare. » Si strinse nelle spalle facendo cenno a Gekko e ad altri ragazzini di seguirlo. « Ma se preferite restare tra i piedi delle guardie e fare casino, sono cazzi vostri. Sarete sicuramente di grande aiuto. » Prese a dirigersi verso le scale mobili, fermandosi di colpo con un'espressione attonita. Le scale non erano più mobili. A ciò si aggiunse il trambusto da qualche parte più sopra. Si sporse appena oltre la balaustra tentando di capire da dove arrivasse quel bacano. Non certo della direzione in cui guardare, fece cenno alle ragazze di avvicinarsi e sporgersi a loro volta indicando loro i piani superiori intimandole a fare silenzio.

     
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    La voce di Ronnie la riportò bruscamente alla realtà e, dopo aver battuto rapidamente le palpebre, Nessie distolse finalmente lo sguardo dalle proprie mani, incredibilmente pallide e macchiate di sangue. Si guardò attorno, attonita, mentre il frastuono della Sala Grande si mischiava a ricordi più lontani, ma mai dimenticati. « Signorina... signorina, puoi aiutarmi? » Un ragazzino del primo anno le tirò delicatamente il bordo della maglietta, fissandola con gli occhi chiari colmi di lacrime. « S-sì. Sì. Ecco. » Scagliò un Ferula sulle sue braccia piene di graffi, dimentica delle proprie ferite. Gli studenti radunati fuori dalla Sala Grande erano tutti piu' o meno malconci, molti dei piu' piccoli spaventati e confusi. « Non è niente, andrà tutto bene. Sono solo dei graffi, sì. » Mormorava, ad ogni ragazzino che le si avvicinava, quasi tentasse di convincere anche sé stessa. Non è l'UpsideDown. Andrà tutto bene. Continuò a ripeterselo, mentre gli Auror li invitavano ad andare di sopra, seppur ogni fibra del suo corpo desiderasse fuggire il più lontano possibile e, come Ackerman fece per allontanarsi, prese a scuotere il capo, con movimenti nervosi. « Non possiamo tornare dentro, Ronnie. Qui i piccoli non sono al sicuro e se li lasciamo soli... » Non terminò nemmeno la frase, con un sospiro tremante. « Li portiamo di sopra e torniamo indietro a prendere Jessie, te lo prometto. » Non lasciamo lì dentro nessuno, non di nuovo. « Sulla strada della Sala Comune di Corvonero c'è la Torre di Astronomia. Mio zio saprà cosa fare. » Spostò lo sguardo su Alena. « Credi che la Torre riesca a ospitarli tutti? » E a tenerli al sicuro? Si avvicinò alle scale, sollevando lo sguardo verso l'alto, nella direzione indicata da Eren. « Sono... incantesimi? » Sussurrò, mentre la mano sinistra si stringeva a quella di Ronnie, un po' per farle forza ed un po' per cercarvi sicurezza.

     
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    Avviene tutto così in fretta, che Jessie non riesce nemmeno a rendersene conto. D'improvviso, infatti, si ritrova sbalzato per terra, colpito da non riesce a capire cosa. Ha sbattuto la testa contro il pavimento, e per qualche istante rimane fermo lì, gli occhi che vedono solo nero tutto attorno a sè. Non si rende conto di quanto tempo passa, prima che sia una voce a richiamarlo. Un volto che ha del familiare si proietta davanti ai suoi occhi, ma il Tasso non riesce a decifrarlo. Di fatti, la testa gli gira e gli viene da vomitare. Tutto ad un tratto, non ricorda nemmeno più dove si trova, nè cosa stesse facendo. Qualcuno lo sta scuotendo. « Dobbiamo andarcene.. » Si limita a ripetere, farfugliando. « Sì..Andiamo via.. - Dove andiamo? » E' confuso, mentre si mette a sedere. Strizza gli occhi. Occhi verdi, capelli chiari.. « Tony? » Borbotta, la testa che inizia a pulsare insistentemente. D'istinto, si poggia una mano tra i capelli « Ahio.. » Farfuglia « Mi viene da vomitare. Non voglio vomitare » Ma prima che possa dire altro, un lampo gli saetta accanto. Jessie sobbalza, quando sotto ai suoi occhi un peluche viene polverizzato. Gli sembra di conoscerlo. Ha un nome che ha a che fare con qualcosa da mangiare. Sì. Hamburger. Crossaint. Cerca di ricordare Jess. Cacchio che male... Un urlo giunge ovattato. Tony sta urlando. Tony si sarà fatta male. Tony! Ma anche se il suo cervello cammina, il Tasso non è capace di muoversi. « Tutto intero Jessie? Ti fa male qualcosa? » Un'altra voce, un altro volto. « Tony urla. Si è fatta male? Per favore la puoi aiutare? » Nonostante la confusione, è agitazione e panico che si palesano sul suo visino sconvolto. « Ferula. » D'improvviso, uno spiraglio. Riconosce qualche volto, le fitte che pulsano ancora, seppur con minore intensità. « Betty..Carrie.. » Borbotta « State bene? » Si guarda attorno: è il caos. « Mia sorella.. Non la vedo.. E Mr Bacon.. Credo sia andato polverizzato.. Io-i-io non so che ca-cavolo sta succedendo.. E mi fa male la testa, e-e-e.. » La vista si appanna per le lacrime. Non piangere, idiota. « D-dov'è Ronnie? RONNIE! » Panico.
     
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    Come se qualcuno gli avesse letto la mente, l’incanto proposto per distrarre elfi ed auror andò a colpire il gruppeto dietro al tavolo. Le baccate degli uccelli iniziarono a creargli delle piccolo ferite sul viso e sulle braccia strappando i vestiti. Nel mentre delle fitte alla testa iniziavano a farsi più prepotenti. Quella situazione lo stava spaventando, forse troppo. Venne colpito da un incanto che unì la sua schiena a quella di Peter; altri problemi. « Finite Incantat- » La recitazione dell’incanto venne interrotta da un’altra fitta fortissima alla testa, sentiva persino salirgli la nausea.
    « Non solo porti sfiga, ma sei inutile. » Lo sente parlare ed il dolore alla testa aumenta. Punta la bacchetta verso l’auror che Nirvana prese di mira: « Levicorpus » Seguito da un: « Farfallus Explodit ». Il mal di testa lo confondeva a tal punto che decise di agire d’impulso seguendo quello che stava facendo la sua migliore amica.
     
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    Si sentiva soffocare. Ed era certa che quella situazione non fosse dettata dall'ammasso di gente che le si era accalcato intorno poco prima, rischiando di schiacciarla; quella sensazione veniva da dentro, dal dover fasciare ferite non poco gravi di ragazzini in lacrime, dal vedere il suo stesso corpo, pieno di graffi e con qualche ferita qua e là, ridotto in questo modo proprio lì. Quella mattina si era svegliata pensando di fare colazione presto, raggiungere le Serre di Erbologia prima della lezione ed prendersi cura della propria piantagione personale di Puffagioli. Lanciò un grido d'orrore, che echeggiò nel salone d'ingresso, quando appena fuori le porte del castello vide un gruppo di persone prendere fiamme. Iniziò a tremare, senza rendersene conto. La testa le girava, le gambe sembravano stare per cedere. « Tu! Hai la parola d'ordine di Tassorosso o Serpeverde? » Fu solo quando udì la voce del ragazzo che sembrò stabilizzarsi. In quel marasma generale, si era quasi dimenticata che Eren era lì. Eren era lì. La sua freddezza, il suo sguardo deciso, riuscirono ad infonderle un po' di serenità. Non ne aveva ragione, e in parte era forse consapevole della propria irrazionalità, ma la sua sola presenza era in grado di farla sentire protetta. « Sì! Conosco la parola d'ordine di Tassorosso! » esclamò, con sicurezza, spostando lo sguardo da Eren agli altri presenti intorno a lei. Grazie a Dio Otis lascia la sua agenda incustodita quando va in bagno. « Sono... incantesimi? » Tentennò a raggiungere gli altri, per poi sporgersi oltre le scale e osservare ciò che stava avvenendo ai piani più alti. Sì... sono proprio incantesimi quelli. Erano chiaramente distinguibili, da lì, le luci fulminee di colpi di bacchetta che entravano in contrasto, come in una lezione di duelli. Solo che quella non era una lezione. « Ho paura... » confessò, a mezza voce, aggrappandosi al braccio del giovane Ackerman come fosse la sua sola ancora di salvezza. « Che cosa facciamo? Dove andiamo? »
     
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