Through the wire

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  1. indesiderabile n.1
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    E' davvero difficile aprire gli occhi. E' una sensazione simile a quella di un post sbronza, quando si è completamente fuori gioco e persino un'azione semplice come quella di sollevare le palpebre risulta un'impresa titanica. Alla fine, dopo aver preso un bel respiro profondo, ci riesce. Quando focalizza l'ambiente intorno a sé, improvvisamente ricomincia a sentire anche i suoni. Mi hanno drogato - comprende subito di esser stato sotto effetto di anestetici, qualcosa di molto potente. La cui potenza, tuttavia, inizia ad affievolirsi. Ne cerca la ragione. La riconosce in Coriolanus Cousland. E' seduto al fianco del suo letto. Sta stringendo tra le dita la flebo che veicola il farmaco sino all'accesso del suo polso. « Vedi, Caél. », gli occhi del giovane Cousland si dirigono lì dove il Vecchio vuole che osservi. Lì dove si trovano le sue dita subdole. Sì, riesco a distinguerlo distintamente - riflette, con tinte volutamente sarcastiche. « Basta poco. », due semplici parole che hanno l'odore del sangue. Non risponde, il Serpeverde, limitandosi a reggere quello sguardo inquisitorio con uno che, invece, risulta passivo. Distaccato. Lontano. « Davvero poco. », lo sottolinea in modo spiazzante, come se ogni verità del mondo fosse in suo potere, sotto la sua egemonia, la sua sovranità. La stringe tra le sue dita luciferine, allo stesso modo in cui impugna la flebo - interrompendo, per pochi istanti o per quanto tempo vorrà, il balsamo che rende migliore la vita di Caél, il suo primo nipote. [...] « Se sei pronto, facciamo una prova. », Caél annuisce. Melanie, la Guaritrice, è l'unica persona che gli vada a genio, lì dentro, benché solo in parte. Non apre bocca da giorni. Neanche con lei, a dirla tutta, se non il minimo indispensabile per non apparire irriconoscente. « Bene. », lei piega la testa di lato e gli rivolge un sorriso comprensivo. Ecco, già lì Cay percepisce che non riuscirà a sopportarla più di tanto - non finché indosserà quella maschera di affabilità e tenerezza. La preferisce quando si concentra sul proprio lavoro, come accenna appunto a fare l'istante successivo. Quando il suo sguardo si focalizza sulla mano destra di Caél e le labbra si piegano in un'espressione imperscrutabile. « Al solito. Apri e chiudi. », e Caél si prodiga a farlo, per quanto il movimento non gli riesca mai. Per cui sarebbe più corretto dire: si prodiga a tentarlo. « Non ti preoccupare. », Melanie abbozza un altro sorriso. Se avesse la piena funzionalità della mano, Cay glielo estirperebbe con le unghie. « Meglio continuare con le prove di sensibilità. », decide, indicandogli una poltroncina sulla quale distendersi. Adesso - Cay lo sa già - andrà a prendere degli spilli e dei cilindretti magici, coi quali inizierà a pungolare ogni millimetro di superficie della sua mano. « Avvertimi solo se non senti niente. », ed anche lì, Cay lo sa, quando si spingerà dal palmo della mano alla punta delle dita... Lì dovrà avvertirla. Ed è esattamente ciò che accade. « Va bene così, per oggi. Ci vediamo dopo la pausa pranzo, va bene? Ti accompagnerò da Simon. », laddove Simon è lo psicologo che Melanie ha insistito gli venisse affidato. Il signor Cousland non parla mai, non vorrei... Il disturbo post traumatico da stress può essere subdolo... In ogni caso meglio prevenire che curare, non credete? - questo un frammento della conversazione che Cay aveva udito al suo secondo giorno di ricovero. E quindi, riabilitazione del moncherino a parte, ha avuto il piacere di essere seguito per qualche seduta di inutili chiacchiere, nel corso delle quali si è chiuso in un ostinato silenzio, ben convinto a non aprir bocca, assolutamente menefreghista di fronte alle molteplici domande di Simon.
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    Chiuso in un silenzio inscalfibile finché, proprio quel pomeriggio, non si rende conto di un nuovo dettaglio che spicca nel solito panorama fatto di pareti color ocra e poltroncine confortevoli - perché, è risaputo, stare seduti comodi facilita la famosa chiacchiera. Ninfadora Weasley. Subito corre con la mente ad un contesto che gli pare ormai lontano. Lontanissimo. A quella piccola puntata sul lago di Braies, quando le ha chiesto - e altresì fatto - un favore che non avrebbe mai dovuto domandare. Aveva commesso un terribile errore di valutazione, il signor Cousland. Tuttavia, visto e considerato l'ardore che, bisogna ammetterlo, la Weasley possiede, a Caél riesce difficile conciliare l'immagine della ragazza ostinata che gli ha tenuto testa con quella della Grifondoro... Spaesata che individua di fronte a sé. Ma stavolta non sono nella condizione di poter parlare o giudicare. Ho un aspetto forse peggiore del suo. I loro sguardi si incontrano. Caél stringe le dita della mano sinistra. Quelle della mano destra emettono soltanto un guizzo. Una rapida vibrazione che gli fa tirare i punti di sutura, strappandogli una smorfia di dolore. «Riesci a reggerlo?», domanda a quel punto. Sono le prime tre parole che pronuncia dopo tre giorni di silenzio. Simon e Melanie ne saranno estremamente contenti. «Stare seduta a parlare diligentemente di quello che ti è successo?», qualunque cosa ti sia successa. Non ho idea del perché tu sia qui e dubito che me ne parlerai apertamente. «Oppure è una tua scelta?», voglio dire, nel mio caso non lo è proprio. Non mi sono opposto, ma non l'ho comunque scelto io. E tu?
     
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