Through the wire

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  1. expecto patronum.
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    Respira. Aveva l’impressione di essere schiacciata da qualcosa di enorme. Era lì, premuto sul suo petto e non sembrava intenzionato ad andarsene. Anche i suoi polmoni sembravano diversi. Si stavano rimpicciolendo, secondo dopo secondo, diminuendo la quantità d’aria che la giovane Ninfadora riusciva ad inspirare. Sbatté le palpebre cercando di mettere a fuoco quel paesaggio che, al momento, le appariva solo come una macchia indistinta di colori. Era come se qualcuno avesse rovesciato dell’acqua su di un dipinto fatto con gli acquarelli. Conosceva quella sensazione. Conosceva quel senso di oppressione perché ci aveva convissuto per anni, perché l’aveva accompagnata nel sonno e nella veglia, perché ogni tanto ritornava, così, come se non volesse farle dimenticare la sua esistenza, come per dirle che lei c’era. Percepì le dita irrigidirsi. Respira.. Respira, Dory, ti prego.. Forse aveva dimenticato come si facesse. Doveva concentrarsi su qualcosa. Doveva visualizzare qualcosa che la facesse sentire al sicuro, qualcosa di quotidiano, di familiare. Chiuse gli occhi, stringendoli forte. Con la mente passò in rassegna il viso dei suoi familiari, ma erano troppo veloci. Non riusciva a trattenerli. Allungava le mani ed afferrava il vuoto. Concentrati, concentrati, concentrati! Portò entrambe le mani all’altezza del petto, inspirando forte e concentrandosi sul rumore che faceva l’aria uscendo dalle sue labbra. Piano piano i volti rallentarono, dandole un quadro completo e meno offuscato della situazione. Così come era arrivato, stava passando. Si facevano vivi di tanto in tanto, come se volessero ricordarle che loro c’erano, che erano sempre lì con lei. Sente la porta della scala antincendio riaprirsi. Cosa non aveva capito di preciso quell’infermiere idiota? Voleva davvero essere messo nei guai con i suoi superiori? Dory si voltò di scatto, rigida come un soldatino di latta, le labbra ridotte ad una linea dura, pronte a farsi uscire la prima cattiveria che le fosse venuta in mente solo con lo scopo di allontanarlo di nuovo. «Se lo vuoi sapere, è scappato a gambe levate.» All’improvviso si ritrova a fissare una delle ultime persone che si aspettava di vedere. «Devi aver scagliato una gran bella fattura.» Le ci vogliono alcuni secondi per capire a cosa si stesse riferendo. Forse, pensò, aveva assistito alla fuga del giovane infermiere. Percepì il desiderio di giustificarsi, sia con Caél che con il povero ragazzo che aveva appena terrificato, dicendo che lei non era così. La Ninfadora Weasley che aveva mostrato al mondo negli ultimi anni non era quella reale, ma un surrogato, un prototipo creato a doc da lei stessa, una facciata che aveva deciso di mostrare pensando che così avrebbe sofferto meno. Ma non lo fece. Rimase in silenzio, sospirando, materializzando però nel volto quella che poteva sembrare un’espressione dispiaciuta. Guardò altrove mettendo a tacere una volta per tutte quella vocina che voleva discolparsi. «Ti va?» Si voltò quel tanto che bastava per vedere il giovane Cousland accendersi una sigaretta. Scosse la testa, incrociando le braccia al petto, nascondendo la maggior parte delle dita all’interno dei polsini. «No, grazie. Non fumo.» Ci aveva provato una volta, alla festa di compleanno di Lacey Danton. Aveva bevuto un po’ e Jennifer Carter l’aveva convinta a fare un paio di tiri. Si era ritrovata a tossire così tanto da pensare che un polmone le sarebbe uscito fuori da un momento all’altro. «Tu dov'eri, quando è successo?» Di nuovo quella sensazione. Una vertigine, un capogiro che la costringe a posare la mano sul corrimano in ferro della scala con un movimento fluido, cercando in tutti i modi di nascondere quella sensazione di stordimento che sembrava pervaderla. Ci pensa. Non lo sa, non se lo sa spiegare. «Logicamente non sei obbligata a rispondere. E' giusto per ammazzare il tempo, per capire un po' di più quello che sta succedendo. Io, come dicevo prima, ero al campus. Con me c'era una ragazza del corso di Erbologia e Pozionistica - Sunday Mortimer. Credo lavori da Magie Sinister.» Quando si era svegliata in ospedale non era stata avvertita subito di ciò che era successo. Era stato suo padre e dirglielo, prendendo il discorso con una cautela che Ninfadora non capiva. Le era stato detto anche di Olympia che era rimasta ferita, ma a quanto pareva adesso stava meglio. Avrebbe voluto scriverle, contattarla in qualsiasi modo, ma suo padre le aveva detto che ci avrebbe pensato lui a riferirle qualsiasi messaggio avesse per lei. Doveva riposarsi, questo le ripetevano continuamente i suoi genitori. Ninfadora non capiva. Si sentiva spossata, confusa e soffriva di ricorrenti emicranie, ma di sicuro non era stanca. Erano rare le ore in cui riusciva a prendere sonno, anche di notte. Poteva starsene lì tutto il tempo, a fissare il soffitto. Se si sforzava troppo di pensare il suo cuore cominciava a battere all’impazzata e il suo respiro a dimezzarsi. A quel punto doveva concentrarsi altrove. Di solito cominciava ad elencare ciò che vedeva intorno a lei. Un comodino, un vaso con dei fiori dentro. Una poltrona, una finestra con le tendine chiuse. Funzionava, ma non sapeva per quanto ancora lo avrebbe fatto. «Questo prima che si spargesse la Buiopesto.» Voltò lo sguardo quel tanto che bastava per guardarlo in faccia, cercando di decifrare la sua espressione. Qualsiasi cosa fosse stato non preannunciava niente di buono. Cosa sarebbe accaduto adesso? I superstiti si stavano leccando le ferite, ma quando sarebbe arrivato il pericolo vero e proprio? Il pensiero corse di nuovo alla sua famiglia. Comunque fosse andata, sarebbe voluta essere con loro. «Del resto ricordo ben poco, perché a un certo punto sono svenuto. Le ultime persone che ho visto prima di chiudere gli occhi sono state mia zia e due ragazze: Zelda Kane e... L'altra mi pare si chiami Artemis. Non la conosco, però, potrei sbagliarmi.»
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    Artemis?! I suoi occhi si spalancarono mentre il cuore le balzava in gola. Quante persone hanno un nome così singolare? «Hai detto.. Artemis?» la sua voce tremò appena nel pronunciare il nome della sua cara amica. «Bionda, longilinea, con gli occhi chiari…?» No.. Magari era un’altra “Artemis” «Sta bene?» chiese ancor prima che lui potesse risponderle. Oddio.. Oddio, oddio… Si accasciò al suolo, sedendosi su uno degli scalini, rannicchiando le ginocchia attorno alle quali avvolse le braccia. Non poteva pensare che le fosse accaduto qualcosa di male.. Prima Lympy, poi lei.. Era un dolore sincero quello che provava, profondo, che le si attorcigliava nello stomaco. Non poteva neanche pensare al fatto che tutte le persone a lei care fossero in pericolo.. Tutto ciò che desiderava era solo che fossero al sicuro. Avrebbe voluto chiuderli tutti in una stanza da riaprire solo a pericolo passato. E se non passerà? E se il pericolo imminente avrebbe cambiato per sempre il mondo che conosceva? Aveva il voltastomaco. Strinse gli occhi. Doveva esserci una via d’uscita.. Aveva il respiro superficiale che però andò piano piano a rallentare. L’aria fresca che le inondò i polmoni fu un inaspettato toccasana. Tu dov'eri, quando è successo? Poggiò il mento sulle ginocchia. Si accorse che si stava mordendo l’interno della guancia. «Io..» La sua voce si incrinò e la giovane fu costretta a schiarirsi la gola prima di poter continuare. Lo sguardo basso sulle scale di ferro, come se sperasse di trovare lì la risposta che cercava. «Io credo.. Immagino che mi trovassi già qui quando è successo, perché..» arricciò le labbra in una piccola smorfia «.. Perché la notizia di tutti gli attacchi mi è stata riportata da mio padre solo dopo che mi sono risvegliata..» Si strinse nelle spalle minute continuando a guardare giù. «Io..» si umettò le labbra, improvvisamente secche. «Io non.. Non ero al Ministero.. L’ultima cosa che ricordo è che mi trovavo nel mio ufficio..» Si, stavo scrivendo l’ennesimo stupido pezzo che mi era stato assegnato.. «Quella ragazza... Sarah.. Deve avermi per forza confusa con qualcun altro..» fu solo dopo quelle parole che si voltò verso Caél. «Tua.. Tua sorella sta bene?» Perchè si, magari io non c'ero, ma lei si..

     
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8 replies since 3/4/2022, 17:15   213 views
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