✦ Infermeria

Apre gli occhi a fatica, Rudy, mentre tutto attorno a sè inizia a vorticare. Angoli tremolanti di cose e persone prendono lentamente forma, minacciando di precipitargli addosso. Gli fa male la testa, e persino la luce sembra infastidirlo. Socchiude gli occhi, battendo le palpebre due o tre volte, mentre tenta di ricordare, infine si mette a sedere. E' stordito e confuso, il lupo, e quel dolore che percepisce pulsare all'altezza della nuca, non migliora di certo la situazione. « Signor Black, che piacere vederla di nuovo tra noi. Come si sente? » Una voce familiare lo induce ad alzare lo sguardo, rendendosi conto che persino quel minimo movimento, gli risulta faticoso. Si limita dunque ad annuire, perchè una risposta -ne è certo- non sarebbe capace di darla. « Si sente stordito, immagino. Non si preoccupi, è normale: l'aconito verrà presto smaltito.. Ma deve stare a riposo, mi raccomando » « Grazie » Si sente mormorare, un sorriso tirato a distendergli le labbra. La signora Peterson, la storicissima infermiera di Hogwarts, è sempre stata gentile con lui, sin dai tempi della scuola. E' felice di vederla ancora lì. - ...Viva. Ed è allora che, pian piano, sembra metabolizzare. L'attacco. Tris, Raiden, i ragazzi. Dove sono? - Si guarda attorno - Stanno bene? Tenta di individuarli tra le brandine occupate, mentre tutti gli ultimi ricordi sembrano riaffiorare. Gli auror - pensa, poggiandosi una mano sullo stomaco, laddove ricorda di esser stato colpito in pieno da un incantesimo - il fuoco - Si guarda la mano sinistra, leggermente ustionata - e poi.. Il buio - Si tocca la nuca, ottenendo una fitta dolorante come risposta. E l'aconito.. - deve esser stato quello, ad averlo indebolito così tanto. Cazzo. « Da quanto sono qui? » Dove sono tutti? « Non abbastanza, mi creda » Il sorriso disteso dell'infermiera sembra volerlo rassicurare, ma Rudy non ci fa nemmeno caso, mentre si guarda attorno, oramai più lucido. Ci sono feriti ovunque. Squarci, contusioni, ustioni, per la maggiore. Ed il lupo non se ne importerebbe più di tanto, perchè in fondo, era stato tutto preventivato. Se solo non fosse per.. Un odore familiare. No, no, no.. - Pensa, voltando lo sguardo, agitato - Ti prego, fa che non sia qui. Fa che non sia qui - Ma l'ex Grifondoro ha imparato ormai da tempo che le sue preghiere non sono state nè verranno mai ascoltate. Ed infatti la individua, pochi istanti dopo: Olympia. Stipata su di una brandina a poca distanza dalla sua, la rossa sembra avere una gamba completamente bendata. Ustioni si intravedono attraverso le garze. Si alza di scatto, Rudy, ed il suo corpo sembra voler collassare d'improvviso, costringendolo a tenersi dal primo appiglio possibile. Ci impiega qualche istante, prima di avanzare verso di lei, inginocchiandosi per terra: stare in piedi, infatti, gli risulta ancora complicato. « Cos'è successo? » E' la prima domanda che le pone « Quanto è grave? La signora Peterson è qui, da qualche parte... - » E' visibilmente agitato, mentre si guarda attorno, in cerca dell'anziana signora, che sembra essersi allontanata, per il momento. Un Rudolph Black così, non si è mai visto. Spaventato, insicuro, ansioso..Tremendamente fragile. Ad occhio esterno, stenterebbe a riconoscersi persino lui. Ma è così che vanno le cose, negli ultimi tempi. « Sono ustioni, quelle? Sono.. - Sono stato io? Con l'Incendio, intendo... - Scusa io non volevo.. - Non pensavo di.. Non volevo.. - Sì insomma n-non.. - » Respira Rudy, respira cazzo.

Urla lontane la risvegliano. Un dolore lancinante che le risale la gamba fino all'attaccatura con il corpo. Un altro urlo. Capisce finalmente di essere lei ad urlare mentre spalanca gli occhi e si ritrova davanti agli occhi figure che non riconosce, una di loro sta facendo qualcosa alla sua gamba. Stringe la mano a quello che pensa essere Peter. Che sta succedendo? E' il profilo di una runa rossa impressa sulla sua pelle l'ultima cosa che ricorda prima di svenire per il dolore. Da quel momento in poi si sveglia e si riaddormenta ad intermittenza. Devono essere le medicine. Ad un certo punto prova a spiegarsi, provando a muoversi nel letto, capendo che si trova in infermeria dall'odore di disinfettante nell'aria. La gamba destra le appare un blocco di marmo unico. Si agita, chiama qualcuno, quel qualcuno arriva, le sorride e le dice di stare calma, di riposarsi. Le dà qualcosa e lei scivola nuovamente tra le bracci di Morfeo. Quando si risveglia di colpo, non sa più che ore siano ma luce non filtra più dalla finestra a mosaico che ha di fronte. E' quasi notte. Ma è ancora il 10 Marzo? Sbatte gli occhi, intontita e rallentata dagli antidolorifici. Prova a tirarsi su, per potersi guardare meglio intorno e cercare qualcuno a cui chiedere quali sono stati gli esiti dell'attacco, com'è finita con l'Ardemonio, cosa le sia successo. Fa una fatica infinita nello scivolare di appena qualche centimetro all'indietro, sentendo piccole fitte, come aghi di puntura, lungo tutto il corpo. Digrigna i denti e ci riprova, sentendo quasi di trascinarsi dietro un peso morto. Guarda verso la gamba e rimane apatica nel vederla ricoperta di garze da cui si intravede la pelle scura al di sotto. L'arrivo di Rudy la distoglie da quello spettacolo. Strabuzza gli occhi e prova ad allungare una mano quando lo vede crollare a terra, come a volerlo aiutare a non cadere ma è fin troppo lenta nella reazione. Lui parla e lei riesce a concentrarsi soltanto sul suo respiro irregolare. E' in iperventilazione e non è la prima volta che lo vede così. Ma non mi ascolti mai, cocciuto di un Black. « Rudy.. » gracchia fuori dopo aver preso un gran respiro. « Rudy, ehi, guardami. » Si sbilancia verso di lui per provare a pizzicargli un braccio - nella sua percezione lo sta facendo al massimo delle sue forze. « Respira. Ispira. Espira. E trattieni. » Segue le sue stesse indicazioni per dargli l'esempio. « Non è stata colpa tua. E' stato l'Ardemonio evocato da un Auror. Tu non c'entri nulla. » Calmati, respira profondamente. Si lascia andare all'indietro, sprofondando tra i cuscini con un sospiro. « Io..non lo so, non ho ancora parlato con nessuno. Ma starò bene. » Devo. « Tu perché sei qui? Stai..bene? » Improvvisamente il cuore prende a batterle più forte nel guardarsi intorno. Dove sono.. « Gli altri? Tris? Cos'è successo? » Ci siamo riusciti?

Cerca di respirare a fondo, Rudy, seguendo l'esempio della ragazza. L'aria gli esplode nei polmoni, aiutandolo così a ragionare, dopo qualche secondo. « Non sono stato io.. » Mormora, lo sguardo vitreo fisso sulle ferite di lei. Non sono stato io, ripete mentalmente, come a volersi autoconvincere. E allora alza il capo, solo dopo qualche minuto. Solo dopo che un minimo di quella razionalità rimasta in lui sembra riaffacciarsi sul suo volto emaciato. Olympia è lì, sprofondata in mezzo a dei cuscini che sembrano avere un colorito migliore del suo. E si sente in colpa nel vederla così, Rudy, come sempre. Quella sua smania di volerla costantemente proteggere, in fondo, non è mai andata via. Nonostante il tempo. Nonostante..beh, tutto. Ma cerca di regolarsi, il lupo. Perchè lei non gli appartiene, e probabilmente mai l'ha fatto. E' capace di badare a sè stessa, Olympia, come ha dimostrato al mondo intero un milione di volte. Lui, oramai, non è altro se non un fantasma sbiadito nell'esistenza sempre più dirompente di lei. Sospira, serrando i pugni sino a farsi male con le sue stesse unghie conficcate nella carne. Ciò nonostante, non smette di farlo. « Sì, sto bene, grazie » Risponde, nonostante non stia bene per niente, anche questa volta « Gli auror erano pieni di aconito. Sembravano preparati al nostro attacco » Sì, ma come? Domande che, al momento, gli sembrano prive d'importanza. D'altra parte, conoscere la risposta, non cambierebbe lo stato attuale delle cose. « Gli altri.. - » Esita qualche momento. Gli altri, Rudy, non sa dove siano. Si guarda attorno per l'ennesima volta, come a volerli individuare, ma non intravede nessuno di loro. Ed a questo punto ricorda che tutto ciò che sa, è che deve esser svenuto durante lo scontro con gli auror. Inutile, pensa, sono stato inutile. Come sempre. Torna a guardarla, tentando di celare quanti più demoni stiano danzando nei suoi pensieri al momento. « Non lo so. Tutto ciò che ricordo è lo scontro con gli auror, poi devo esser svenuto.. » Inutile inutile inutile, sospira. « Ma..lo sentirei, se fossero.. - » Esita « caduti. » Una parola che pronuncia a fatica, quella. Perchè la morte, ormai, Rudy la conosce fin troppo bene. L'ha sentita sulla propria pelle, un centinaio di volte. Tutte assieme. « Credo che ce l'abbiamo fatta » Sospira, stanco « Abbiamo vinto » E allora perchè sto di merda comunque? Scuote la testa, visibilmente. « Hai bisogno di qualcosa? » Domanda poi, cercando di zittire tutto il resto « Posso aiutarti in qualche modo? »

« Non sei stato tu, no..» Fa eco alle parole di lui con un filo di voce, scuotendo la testa, uno sforzo che al momento appare essere sovrumano per lei. « Non è colpa tua. » La mano scivola tra le lenzuola per fermarsi sopra quella di lui. Gliela stringe un istante, abbozzando un sorriso docile sulle labbra violacee. Glielo ripete ancora una volta, scandendo bene le parole, con convinzione, prima di far tornare la mano al proprio posto, lungo il fianco. Ascolta il suo racconto, annuendo mentalmente. « Dopo la presa delle Highlands, è probabile che l'aconito sia stato inserito nello starter pack di ogni Auror dispiegato sul campo. » Commenta mentre i ragionamenti affiorano lentamente nel turbinio di nebbia che i medicinali e il sonno - quanti giorni sono passati? - le hanno fatto dono. Si concentra sulla sua voce, cercando di seguire il filo del discorso e rilassandosi quasi subito. « Lo sentiresti, è vero. » La sua voce assume una sfumatura conciliante, che possa aiutarlo a convincersi veramente che sia davvero andato tutto per il verso giusto. Lui che, d'altro canto, sembra essersi arreso sotto il peso di quell'attacco e di tutti i mesi passati schiacciato dai propri demoni irrisolti. « Ed è un bene, c'è da esserne felici. Siamo riusciti nell'impresa e siamo vivi. » Per me è già una ragione sufficiente per alzare la testa e gioirne. Anche perché da qui in poi, con ogni probabilità, sarà ancora più dura. « Un passo alla volta, andrà meglio. » Una promessa che fa a fior di labbra, sia a lui che a se stessa, mentre percepisce una fitta lungo la gamba ferita. Il che dovrebbe essere un bene no? E' una lastra di marmo ma perlomeno la sento. Scuote la testa in risposta alle sue domande. Anzi no. « Avrei un po' di sete in effetti » minimizza, con la gola secca e arsa da chissà quanto tempo. Nell'osservarlo poi, nota una sfumatura barcollante. « Ti senti ancora stordito? » Gli domanda di getto, immaginando che sicuramente gli sia stato già somministrata una pozione che l'aiuterà a depurare l'organismo dalle tossine nocive. « Ho lavorato ad un ricostituente proprio contro gli effetti dell'aconito » prende a dire, quasi sovrappensiero. Una pozione, quella, che le è saltata in testa proprio dopo aver assistito agli effetti di quell'erba sui lycan. « Si trova nella mia serra, se qualcuno potesse andare a prenderlo. Potrebbe tornarvi utile, penso.. » Un commento che lascia lì, ad aleggiare tra di loro.