Training wheels

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    the devil inside;

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    Era come se nel giro di pochi istanti avesse perso tutte le sue certezze. Quella intraprendenza conquistata con non pochi sforzi sembrava esser defluita via da lei in un batter d'occhio. Si sentiva in colpa e provava un senso di smarrimento del tutto nuovi. Le parole di Raiden non riuscirono a tranquillizzarla. D'altronde che cosa dovrebbe dire? Che ho fatto un casino? Lo conosco troppo bene; non vorrebbe mai farmi sentire uno schifo. Ma uno schifo, Mia si sentiva comunque, tant'è che abbassò lo sguardo tormentandosi le unghie anche quando Raiden provò un tiepido quanto timido avvicinamento. « Non hai rovinato nulla. Ti prego, non pensarlo. » Ma Mia lo pensava, e si sentiva talmente frustrata da non riuscire neanche a rispondere alle sue carezze. Ogni cosa le appariva innaturale, come se avesse rotto qualcosa di incredibilmente inestimabile e ora non sapeva da dove cominciare a rimetterlo insieme. A volte ogni cosa le sembrava irrisolvibile; forse aveva paura di farlo, di mettersi in gioco di risolvere le questioni che scombussolavano il suo vissuto. Bisogna esporsi, imparare a comunicare, parlare in maniera aperta. Finché tutto andava bene, essere sincera e aperta era estremamente facile per Mia. Alla prima difficoltà tuttavia, tendeva a cedere, per paura di esporre un lato di sé che all'altro non sarebbe piaciuto. Reprimeva molte cose; le sue paure, i suoi desideri, persino i suoi bisogni. Vivere in maniera neutra sembrava la cosa più semplice, forse anche la più semplice. Ma a volte non bastava; e lo avrebbe scoperto ben presto. Per un po' non disse nulla; rimase in silenzio, posando la guancia contro la sua spalla ascoltando in silenzio il suo battito cardiaco. Le piaceva tanto quel suono. Riusciva a tranquillizzarla. Le ricordava che entrambi erano ancora vivi e aveva ancora senso di provarci. Successe con lentezza. Un po' alla volta trovò il coraggio di guardarlo nuovamente negli occhi. Lo ricercava nella speranza di non vederci alcun tentennamento. Studiava la sua sfera emotiva con attenzione, ma anche con un po' di timore, come se volesse assicurarsi che le parole di lui fossero oneste. Raiden non mentiva; non a Mia. E lei lo sapeva. Eppure in quel momento non poteva fare a meno di dubitare di tutto quanto. Era come se avesse bisogno di tastare tutte le acque da capo. Forse perché a loro non era mai successo; forse perché in fondo, nonostante i tanti problemi che i due hanno avuto in passato, quella sfera era sempre andata bene. Sessualmente Mia e Raiden non avevano mai avuto problemi. Riuscivano sempre a trovare l'incastro giusto. Era sempre andato così sin dalla prima volta. Forse lo viveva talmente male proprio in virtù di questo. Nella loro dinamica, pur insicura, Mia si è sempre sentita come perfettamente aderente. Era fiera di se stessa ogni qual volta facesse qualcosa che a lui piaceva, era felice nel vederlo soddisfatto e appagato. Ora non riesco più a fare nemmeno questo. In cuor suo temeva che potesse accadere di nuovo; la possibilità di sentirsi di nuovo così la paralizzava. Non si sottrasse tuttavia ai movimenti di lui, studiando il suo viso con attenzione. Anche lui aveva paura, era in ansia. Nell'incertezza del momento Mia deglutì, sollevando la mano ad accarezzare appena l'avambraccio di lui. Un gesto, il suo, che voleva trasmettergli un muto accenno di consenso. Non sapeva esattamente come riprendere da dove avevano lasciato, né se a quel punto sarebbe stata la stessa cosa, ma l'idea di allontanarsi la terrorizzava più di quanto la spaventasse la possibilità di riavvicinarsi. Nuovamente nuda di fronte a lui sospirò. La leggera tensione e l'imbarazzo vennero via via spazzati dal bacio che si scambiarono. Pelle contro pelle, ritrovò un po' di fiducia, ricercando a sua volta la vicinanza tra i loro corpi. Non dimostrò impazienza questa volta, né urgenza nel distaccarsene. Aveva bisogno di riprendere confidenza. Voleva farlo. Pazientemente. Un po' alla volta. « Entriamo in vasca, dai. » Si lasciò avvolgere dalle braccia di lui continuando ad accarezzargli la pelle liscia. Non aveva molto da dire. Non riusciva a parlare. Tutto ciò che le appariva consono era restarsene lì, intenta a riguadagnarsi i propri spazi. I love you so very much, Mia. Poteva sentirlo. Lo sapeva. Sui sentimenti di Raiden non aveva mai avuto dubbio alcuno, non a caso, gettò appena la testa all'indietro strofinando la guancia contro la mascella di lui. I love you too. Nessun tentennamento nel lieve sussurro di lei. Roteò appena il busto per posare le dita sulla guancia di lui, ricercando un bacio leggero, sulla scia del quale si incollò contro il petto di lui portando le sue braccia a stringersi ancora di più attorno al proprio busto. Aveva bisogno di quella vicinanza, di quel affetto. Aveva bisogno di sentire che nulla fosse cambiato. che loro potevano ancora funzionare. « Non mi sentivo a disagio. Mi è piaciuto. Quello che stavamo facendo, intendo, mi piaceva un sacco. Non lo so.. forse il fatto che mi eccitasse mi ha fatto prendere un abbaio, ma mi sembrava di essere più vicino a te che mai. Però forse sono andato troppo spedito. » Mia chiuse gli occhi scuotendo la testa. Non sapeva esattamente come dirgli che non aveva fatto nulla di male, che non era stato troppo, né l'aveva messa in alcun modo a disagio. È andata come doveva andare. A me piaceva. Mi piaceva un sacco. Forse anche più di quanto fosse pronta ad ammettere. In amore e nell'intimità Mia si era sempre messa tanti paletti. L'essersi esposta così tanto con qualcuno l'aveva destabilizzata molto; ogni giorno imparava che stare con qualcuno significava mettersi in gioco, impegnarsi, a volte fare dei compromessi, trovare la giusta via di mezzo che lasciasse entrambi contenti. Con Raiden tutto ciò era sempre stato facile; saperlo felice, rendeva felice anche lei, e qualunque cosa la coppia decidesse, non aveva mai il sapore di qualcosa che solo uno dei due volesse. Lo abbiamo voluto entrambi. Non so però quanto tu lo volevi per te stesso, e quanto invece lo volevi solo perché lo volevo io. Decise di non dire nulla. Lo lasciò parlare. A quel punto aveva imparato che interromperlo era controproducente. Era giusto che lui condividesse con lei ciò che voleva. Mia decise di ascoltare, portandosi il bicchiere di vino alle labbra prima di perdersi nel colore dorato del liquido. « Mi sono fatto prendere la mano perché mi piaceva, ma stupidamente non ho pensato che forse tu avevi bisogno di un po' di tempo e che magari.. non so.. magari mi hai trovato strano. » Corrugò appena la fronte voltandosi nella sua direzione con un'espressione interrogativa. « Strano? » Stava cercando di capire cosa gli passava per la testa. Ma quella era davvero una cosa così lontana dalla sua comprensione che non poté fare a meno di incalzarlo a spiegarsi meglio. What I mean to say is that I was in a certain mood, I guess. Maybe I was even too much in the mood. Maybe I was a bit too rough. I don't know. I liked it. I wanted it. There's no way around it: I wanted to fuck you rough, Mia. Fu come se un treno ad alta velocità la stesse colpendo in pieno. Seppur tentasse di ascoltarlo, quelle parole scossero la sua attenzione. Un improvviso calore all'altezza del bassoventre sciolse parte della tensione, recuperando di colpo quel senso di torpore a lei tanto famigliare. Tentò di nascondere ogni reazione dietro un altro sorso di vino, mentre si massaggiava con fare vago il collo. But maybe it passed as cringy? I don't know. First I thought you were into it but then I couldn't tell. I mean.. don't get me wrong: I like the fact that you find me cute. It's sweet, and it really warms my heart. It's just that.. Lei annuì, sospirando. Era inopportuno. Adesso capiva. O almeno poteva intuire perché si fosse sentito così. ..I mean, being called cute when you're trying to have rough sex with someone kinda defeats the whole point, y'know?! Considerando il calore che si sentiva nelle guance, Mia si sentì sollevata di non poter essere vista. Sapeva che probabilmente Raiden poteva avvertire ogni sua sensazione. Nascondersi era inutile, ma poteva almeno illudersi. Così prese un altro sorso di vino e annuì in maniera più sonora senza tuttavia dire nulla. Aveva bisogno di un momento. Si facciamo anche più di un momento. Volutamente o meno, Raiden stava toccando le corde giuste, e tutto ciò non aiutava affatto a chiarirsi. But.. you know, I don't have to be like that if you don't like it. I can be sweet. You know I like it. I always like taking care of you. We don't have to be rough if that's not the vibe I give you or you're not feeling it. « Va bene così, amore. Davvero. Ci stiamo solo scoprendo - a volte ci vuole un po', ma non significa che sia sbagliato. » No. Col cazzo. Non va bene così. Non a caso l'evidente impeto si fece notare nel momento in cui si portò le ginocchia la petto roteando il busto nella sua direzione per poterlo guardare negli occhi. You think you were.. cringy? C'era una certa emergenza nel modo in cui glielo chiese. Non pensava che il problema potesse essere quello. O meglio, non pensava che Raiden potesse colpevolizzarsi di ciò. Sul serio? Sono proprio una bestia allora. Tentò di ricollegare i puntini, per avere un quadro della situazione. Quindi tu pensi che io penso che eri cringe.. quindi ecco perché ho detto che sei carino. La famiglia Yagami e i castelli di carte sono una cosa sola. « Raiden.. non è così, ok? Non è così. » Ribadì quel concetto ben due volte, sottolineandolo con convinzione, battendo appena il pugno contro il proprio ginocchi come se dovesse fare uno statement estremamente importante. I don't really know why I said you were cute. In that moment I was really just phisicaly distracted. Like.. you were touching me and I got greedy, but I was also so sensitive and yeah.. I like.. I panicked. « Era proprio una cosa logistica.. ti giuro! Non è neanche che non mi piacesse.. però volevo che piacesse di più a te.. sei letteralmente l'unica persona che non riesce a stare fermo per cinque secondi neanche quando uno tenta di concentrarsi su di te. » E Raiden ben sapeva quanto a Mia piacesse parlare di logistica in quelle faccende. Gli disse tutte quelle cose con una nota disperata ma anche divertita. Sapeva facesse parte del gioco e che in realtà sarebbe potuto essere anche piacevole. Tuttavia, in quel momento tutto ciò a cui Mia pensava era il fatto che non gli stesse dando abbastanza. Forse le questioni relegate alla doccia e al fatto che non avessero tentato di avere nessun tipo di contatto intimo in quel periodo le era entrato un po' troppo nella testa. Come se avesse potuto fare qualcosa, ma aveva deciso volutamente di non farlo. Raiden non l'avrebbe mai pressata; non lo aveva mai fatto, ma lei sentiva comunque di aver mancato una finestra di tempo in cui avrebbe potuto fare qualcosa. Sotto strati di frustrazione, in quei pensieri c'era una punta inalienabile di lussuria. La vedeva come un'occasione mancata; un punto da aggiungere alla lunghissima lista di cose che sembrava sopprimere nella sua testa. A volte sembrava completamente dissociata - scissa. Da una parte c'era la brava ragazza; la Mia inesperta che non si azzardava mai a superare i limiti. Dall'altra c'era questa specie di esserino malefico pronto a qualunque cosa senza limite alcuno se non quello della fantasia. « Non so perché mi sono comportata così. Voglio dire.. io penso davvero che tu sia carino in quei momenti - ma non nel senso che gli hai dato tu. Cioè.. non lo so.. non so come spiegartelo. Io.. credo stessi tentando di provocarti.. però mi è uscita malissimo. » Un grandissimo casino. Non biasimava Raiden per il modo in cui l'aveva presa. Alla luce di ciò che le aveva confessato tutta la situazione assumeva un senso molto differente.
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    Per un po' non disse niente. Lasciò che il silenzio si facesse spazio tra loro mentre pensava e ripensava alle parole di lui. Raiden era stato cristallino; la sua disarmante sincerità, unita al naturale senso di colpa che provava, la portò a mettersi in discussione. Tu sei sempre onesto con me. Mi dici sempre quello che pensi, quello che vuoi. E invece io non te lo dico mai. Ho sempre paura. Quella sera, tuttavia, il giovane Yagami si era aperto con lei al punto da vergognarsi di se stesso. Era una sensazione nuova - rare volte aveva avvertito nella sua sfera emotiva una simile emozione, e mai in quelle circostanze. Si era messo a nudo, in un modo in cui Mia non aveva mai fatto. E lei, di rimando, abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore mentre si passava una mano tra i capelli. Si sentiva in difficoltà; in maniera diversa rispetto al solito. Non era timidezza quella che scorreva nelle sue vene. Si trattava di qualcosa di diverso; non era l'imbarazzo da scolaretta, né quella leggera vergogna dettata dall'idea di confessargli una piccola cosa che le passava per la testa - quel tipo di emozioni la colpivano quando, in maniera centellinata, permetteva a Raiden di vedere un piccolo pezzetto di qualcosa che forse nemmeno lei voleva scoprire, oppure, non voleva ammettere. Quelle emozioni di lui, talmente nuove e diverse, la fecero sentire talmente tanto in colpa che non poté fare a meno di andare incontro alle proprie incertezze. Alle paure, all'ansia e alla resistenza relegata all'idea di aprirsi. Farlo per davvero. Di scatto posò entrambe le mani sui polsi di lui, portandolo a sciogliere l'abbraccio in cui la cullava. Non appena accadde si sentì di nuovo persa, come se si fosse distaccata dalla sua unica sicurezza. Però era necessario. Girò su se stessa nella vasca, restando comunque alla stessa distanza. Aveva bisogno di guardarlo negli occhi; ma soprattutto aveva bisogno che lui potesse vederla. Non solo guardarla. Vederla. Sospirò quindi e gettò lo sguardo scuro come la pece in quello di lui. You weren't cringy. I practically begged you to be like that.. at the point.. Al punto da iniziare a pensare che Raiden lo facesse solo per lei. Quello che le aveva appena confessato a sua volta rendeva tutte quelle costruzioni mentali completamente inutili e irrilevanti, ma ciò non significava che non c'erano state. Rimase ancora per un po' in silenzio, tempo in cui iniziò a giocherellare distrattamente con la mano di lui, roteando distrattamente la sua fede sul dito. Gli solleticava il palmo, gli tirava appena le dita - azioni stupide e completamente sconnesse. Look.. since we've met you've always been the nice guy. And I've been the shy girl - the good girl. And I like it about us. We fit perfectly. Dal modo in cui ne parlava però, c'era un ma.But.. I've tryed to ask you things like that since.. Da molto. ..uhm yeah. And I know you asked me what I want so many times, but it's not easy to speak up about these things when you actually have a boyfriend - a husband - who wants to treat you well. I was ashemed and I didn't know how to say it. It felt like I was asking you to be someone you're not. I mean.. I was like "what the hell is wrong with me.." Di tanto in tanto lo osservava con un'espressione timorosa, come se avesse paura che qualunque parola potesse in qualche maniera mortificarlo o farlo arrabbiare, o peggio ancora stranirlo. You met me as someone who speaks her mind.. and I am. But.. it's really easy to be like that when people never get to know you.. see your flaws.. Di scatto abbassò lo sguardo scoccando la lingua contro il palato mentre si passava la mano tra le ciocche color pastello. Per me era tutto semplice prima di conoscerti. Non dovevo mai espormi. Aveva vissuto nell'incoscienza e nella superficialità per molto tempo. Per diverso tempo ha pensato di poter portare tutto ciò nella relazione con Raiden. Ma non ha mai funzionato. Ogni qual volta lo facesse, le cose no andavano. Era proprio quando uno dei due non parlava che le cose iniziavano a complicarsi. I asked you to speak up.. but I was such a hypocrite. Si strinse nelle spalle colma di dispiacere e mortificazione mentre sollevava lo sguardo verso l'alto sospirando. Più si addentrava in quel discorso, più faceva fatica. Il soffio si faceva più pesante, la pressione nelle tempie più pressante. Because it's hard.. and it beats you so hard. It makes you feel small and.. yeah.. È più semplice lasciare che la gente indovini. Ma puntualmente finisci sempre così. Col culo per terra. I don't know why I'm being like this. Sometimes I feel trapped in the same old habits. And I'm so caged that often I can't even see how much I suck until is too late. Fece una leggera pausa tempo in cui tornò a guardarlo con un'espressione mortificata. Once I was so vocal about myself.. and then everything stopped. E Mia si è completamente chiusa. Non ha più parlato. Sembrava dicesse cose significanti ma a volte non uscivano. Avrebbe voluto parlargliene tante volte, avere il coraggio di dirgli cosa volesse e cosa pensasse, però avevo paura. E seppur di lui si fidasse ad occhi chiusi, da se stessa era comunque terrificata. E lo era anche ora. Frase dopo frase non poteva fare a meno di chiedersi se stesse dicendo qualcosa di sbagliato. Se stesse sbagliando a parlarne. Aveva paura di deluderlo, di farlo arrabbiare. Aveva paura di perderlo. Sempre. I was a happy child. And then I wasn't anymore.. and it seemed easier to just sink.. Un grosso groppo in gola la portò a fermarsi per un istante, ma non volle comunque arrestarsi, così, picchettò appena sul bordo della vasca, cercando di chiedergli con una certa emergenza di farla finire prima di dire qualunque cosa. Stava cercando di parlargliene in maniera tranquilla, seppur non lo fosse affatto. And then you happened. Lo aveva incontrato e tutto il suo mondo era stato messo in discussione. Something changed. It keeps happening all the time. I don't know I feel like.. like there something there that it's screaming and scratching.. it burns me inside. Like an instinct.. I try to keep everything calm.. I don't know if I want to it get out. But sometimes is there.. and it makes a mess all over the place because I can't control it. It's not always a bad thing.. but it scares me.. Lo osservò con uno sguardo eloquente. Tutto ciò che aveva a che fare con la sua natura poteva sembrare completamente decontestualizzato, ma non lo era. Mia non si sentiva intera; non riusciva ad accettare così tante cose di sé. I suoi desideri, i suoi istinti, la sua natura. Ogni cosa sembrava prendere controllo di sé piuttosto che il contrario. Le si ritorcevano contro con la stessa velocità con cui lei ne archiviava l'esistenza. Non si ascoltava. Non era gentile con se stessa. Non ci riusciva. Non pensava neanche di meritarselo.
    Anche quella volta tentò di archiviare la questione. Voleva parlargliene, ma in virtù di ciò che sentiva nel momento non certo come un problema generale. Sospirò e scosse la testa iniziando a concentrarsi su una piccola macchiolina presente sul bordo della vasca. Continuava a sfregare l'aria col dito, nonostante non ci fosse più nulla lì da eliminare. Aveva bisogno di tenersi impegnata. You weren't cringy. I think I fantasize about you pushing me against a wall and fucking me like nuts since we weren't even.. together.Abbassò lo sguardo stringendosi nelle spalle sempre più dilaniata dalla vergogna e dalla paura di farlo arrabbiare o deluderlo. Ognuna di quelle parole gravava pesante sul suo petto; brividi di eccitazione e desiderio scorrevano dolcemente lungo la sua spina dorsale. Non riusciva a controllarlo. Non il desiderio, non la voglia di averlo in maniera così totalizzante. But I thought maybe you had too much violence in your life to want rough stuff in your bed as well. I don't know.. I was afraid you would do it just because I asked you. And I still love cuddles and sweet things.. so much.. but not always. Sometimes.. I don't think about you as a sweet guy.. Fece una leggera pausa tornando sulla sua macchiolina inesistente. A quel punto non aveva più il coraggio di guardarlo negli occhi. Le guance paonazze svelavano poi il fatto che, sotto sotto, una forma di latente timidezza esisteva comunque. Non si sentiva in imbarazzo.. piuttosto in tensione, vulnerabile, alla mercé delle sue reazioni e dell'interpretazione che ne avrebbe tratto. I liked all we did. Durante la pausa che seguì, Mia tornò a guardarlo in faccia e lasciò che quelle parole si sedimentassero tra loro. Aveva bisogno che lui capisse come si sentisse. I'm sorry I made you feel weird about it. Maybe I toned it down because I was afraid you would see it as too much.. Tirò un lungo sospiro osservandolo seria come la morte; nelle pieghe di quello sguardo c'era una luce diversa. Il fuoco del desiderio. I wanted the same things.. sometimes I want many others.. a lot..




    Edited by « american beauty » - 6/8/2022, 00:51
     
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    dauntless

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    « Raiden.. non è così, ok? Non è così. » Mia ci tenne a ribadirlo con una certa veemenza, battendosi il pugno sul ginocchio in una maniera che portò inevitabilmente un sorriso sulle labbra del ragazzo. I don't really know why I said you were cute. In that moment I was really just phisically distracted. Like.. you were touching me and I got greedy, but I was also so sensitive and yeah.. I like.. I panicked. Appoggiò la schiena contro il bordo della vasca, allungandosi nuovamente verso il calice per prenderne un sorso senza nemmeno rendersi conto del fatto che la sua fronte si fosse aggrottata in un'aria pensierosa. Sapeva che qualcosa fosse cambiato nel momento in cui l'aveva letteralmente ribaltata su di sé, e di certo aveva percepito in lei quella distrazione, ma non si aspettava di averla deconcentrata così tanto. I'm.. I'm sorry I ate you out? Le parole uscirono dalle sue labbra piegate a mo' di domanda da un tono divertito. « Era proprio una cosa logistica.. ti giuro! Non è neanche che non mi piacesse.. però volevo che piacesse di più a te.. sei letteralmente l'unica persona che non riesce a stare fermo per cinque secondi neanche quando uno tenta di concentrarsi su di te. » Ridacchiò alle parole di lei, chinando il capo e portandosi una mano al petto come a mimare una certa solennità. « Prometto che non lo farò mai più. » Si sciolse in un'altra breve risata, scuotendo il capo tra sé e sé mentre si portava il bicchiere alle labbra. Si arrestò poco prima di bere, lanciandole uno sguardo malizioso con la coda dell'occhio. To be fair, though, it's really hard to stay away from your pussy. La punta della lingua evase la barriera delle labbra, inumidendole prime di congiungerle al vetro del bicchiere con una sciabolata di sopracciglia. E a dir la verità, non stava nemmeno scherzando più di tanto: per quanto quella sua azione fosse stata dettata dalla foga del momento, era vero che Raiden non riuscisse a tenersi a distanza - a maggior ragione dopo tutto quel tempo passato senza contatti intimi. « Non so perché mi sono comportata così. Voglio dire.. io penso davvero che tu sia carino in quei momenti - ma non nel senso che gli hai dato tu. Cioè.. non lo so.. non so come spiegartelo. Io.. credo stessi tentando di provocarti.. però mi è uscita malissimo. » Annuì soltanto, lasciando che il proprio sorriso si facesse più tenue a quelle parole. Non voleva mettere Mia nella posizione di doversi giustificare per qualcosa che semplicemente si era sentita di dire. Il fatto che in quel contesto avesse avuto un certo effetto su di lui - diverso da quello che probabilmente entrambi speravano - aveva ben poco a che fare con lei e molto di più con la percezione di lui. In quel momento si era fatto prendere dai dubbi. Non avrebbe voluto, non avrebbe voluto che i pensieri avessero la meglio su di lui in quel momento e infatti aveva cercato attivamente di metterli da parte. Ma si sa come va: più cerchi di non pensare a qualcosa e più lo sforzo di non pensarci ti porta automaticamente a pensarci di più. Alla fine le cose erano andate inevitabilmente in quella maniera, e Raiden si era sentito in colpa per averle provocato un dispiacere pressoché immotivato. Lasciò che il silenzio si distendesse tra loro, incerto su cosa dire o fare per farla sentire meglio. Aveva senso ribadirle ancora che non avesse nulla di cui farsi un cruccio? Sarebbe solo suonato strano e ripetitivo. Allo stesso tempo, poi, non voleva girare troppo intorno a quel punto col rischio di renderlo più complesso di quanto non fosse e, potenzialmente, dire qualcosa di inavvertitamente sbagliato. Così non fece nulla, limitandosi ad avanzare una mano sott'acqua per accarezzare la caviglia di lei con la punta delle dita. Alzò lo sguardo solo quando la sentì accomodarsi dall'altro capo, incrociando i suoi occhi nella sensazione che lei stesse per dirgli qualcos'altro. You weren't cringy. I practically begged you to be like that.. at the point.. Sospirò, annuendo piano. Sapeva che lei gli stesse dicendo la verità e, almeno un po', quelle parole lo fecero sentire meglio. Tutto voleva tranne che la loro intimità diventasse un fattore di imbarazzo o addirittura di distacco. Avevano sempre funzionato bene in quel senso - si capivano. Era istintivo: fin dalla loro prima volta, Raiden e Mia avevano trovato il perfetto connubio tra i rispettivi corpi, andando incontro ai desideri dell'altro in maniera quasi automatica. Certo, più volte il giovane Yagami le aveva chiesto di parlargli di più di cosa le piacesse o volesse provare, ma non lo aveva fatto sul sentore di essere in qualche maniera sconnesso da lei - piuttosto, invece, voleva conoscere meglio anche quelle cose che l'istinto non poteva captare. Forse, in primo luogo, voleva che lei stessa si sentisse a proprio agio con sé e, di rimando, con lui. A volte ci sono un sacco di cose che nemmeno sappiamo di volere. Stanno lì e non riusciamo a conoscerle perché non c'è mai stato niente o nessuno che ci abbia spronato a farlo - che ci abbia in qualche modo fatto guardare in quella direzione. Se Raiden quelle consapevolezze se le era andato attivamente a cercare, non per tutti però era lo stesso. Look.. since we've met you've always been the nice guy. And I've been the shy girl - the good girl. And I like it about us. We fit perfectly. But.. I've tryed to ask you things like that since.. uhm yeah. And I know you asked me what I want so many times, but it's not easy to speak up about these things when you actually have a boyfriend - a husband - who wants to treat you well. I was ashamed and I didn't know how to say it. It felt like I was asking you to be someone you're not. I mean.. I was like "what the hell is wrong with me.." Si coprì le labbra con un sorso di vino, frenandosi dall'interromperla. Le avrebbe voluto dire che proprio in virtù della loro relazione, lei avrebbe dovuto sentirsi a suo agio nel parlare con lui di certe cose. Non gli piaceva l'idea che Mia si fosse vergognata di sé e di ciò che desiderava esplorare nel loro rapporto, specialmente perché lui per primo era curioso e non ci vedeva assolutamente nulla di male in ciò che condividevano nella loro intimità. Alla fine dei conti, non erano fatti di nessuno se non loro. Chi dobbiamo impressionare? A chi dobbiamo rendere conto di cosa ci piace fare a letto? Ai nostri amici? Alla società intesa come ente astratto sopra di noi? A Dio? Raiden aveva scoperto quella dinamica con lei pian piano, un poco alla volta, inizialmente senza nemmeno razionalizzarla troppo. Era venuta fuori in maniera piuttosto naturale e quando lentamente il giapponese aveva cominciato a collegare i puntini, non se ne era vergognato. Semmai aveva paura che la cosa potesse non piacere a Mia - ma appunto, perché la riguardava direttamente, non per altro. Se non fosse stata sua moglie e la persona con cui condivideva quella spazio, del suo giudizio gli sarebbe interessato ben poco. E lui, nel proprio profondo, non si giudicava. You met me as someone who speaks her mind.. and I am. But.. it's really easy to be like that when people never get to know you.. see your flaws.. Sospirò, annuendo alle parole di Mia - parole che capiva probabilmente più di chiunque altro. È facile essere inattaccabili quando non dai modo a nessuno di vederti per ciò che sei veramente. I asked you to speak up.. but I was such a hypocrite. Because it's hard.. and it beats you so hard. It makes you feel small and.. yeah.. I don't know why I'm being like this. Sometimes I feel trapped in the same old habits. And I'm so caged that often I can't even see how much I suck until is too late. Once I was so vocal about myself.. and then everything stopped. Il viso di Raiden sembrò velarsi di un'espressione triste alla confessione di lei. Poggiò il bicchiere ormai vuoto sul bordo della vasca, intrecciando le dita a quelle di lei e carezzandole con gentilezza le nocche un po' raggrinzite per effetto dell'acqua. I was a happy child. And then I wasn't anymore.. and it seemed easier to just sink.. Le parole di lei riportarono a galla ricordi simili in lui. Un tempo, anche Raiden era stato un bambino felice - uno che sapeva comunicare perché le persone intorno a lui lo avevano guidato in maniera giusta, insegnandogli ad accettarsi e ad includere gli altri in ciò che provava. Poi, all'improvviso, tutto si era stoppato, e quella crescita emotiva era stata ricacciata con forza all'indietro, cancellando qualsiasi progresso fatto. Si era chiuso in una comfort zone in cui regnavano due mantra: se nessuno ti conosce, nessuno ha il potere di ferirti; se seppellisci il dolore, allora non può farti male. Da quando aveva conosciuto Mia, Raiden aveva iniziato a vedere le crepe in quel sistema, e i loro scontri lo avevano portato ad impegnarsi per migliorare. Eppure non poteva negare che una parte di lui trovasse ancora difficile scrollarsi di dosso quel sistema di protezione. And then you happened. Un piccolo sorriso si stese sulle labbra del ragazzo, che sollevò per un istante lo sguardo dalle loro dita intrecciata, ricercando in un moto d'affetto il viso di lei. Something changed. It keeps happening all the time. I don't know I feel like.. like there something there that it's screaming and scratching.. it burns me inside. Like an instinct.. I try to keep everything calm.. I don't know if I want to it get out. But sometimes is there.. and it makes a mess all over the place because I can't control it. It's not always a bad thing.. but it scares me.. Qualunque cosa Mia si fosse trovata a seppellire era lì, che chiedeva di uscire e di essere accolta. E lo stesso avveniva all'interno di Raiden - in maniera diversa, e proprio per questo compatibile. Quella sera, quando aveva sentito di connettersi a lei ad un livello più profondo, non si era sbagliato. Raiden e Mia si erano incastrati come i pezzi di un puzzle, trovandosi a combaciare tra loro angoli della loro personalità che non avevano mai esplorato prima di allora. Il giapponese non avrebbe potuto descriverlo in altro modo se non come giusto - come qualcosa che semplicemente era destinato ad essere in quella maniera. You weren't cringy. I think I fantasize about you pushing me against a wall and fucking me like nuts since we weren't even.. together. Questa volta le parole di lei lo presero in contropiede, facendogli sollevare istintivamente le sopracciglia mentre un timido calore cominciava a sprigionarsi dal suo addome, formicolando lungo la sua intimità. Percepiva il desiderio di lei con la stessa chiarezza con cui percepiva il proprio - impossibili da ignorare. But I thought maybe you had too much violence in your life to want rough stuff in your bed as well. I don't know.. I was afraid you would do it just because I asked you. And I still love cuddles and sweet things.. so much.. but not always. Sometimes.. I don't think about you as a sweet guy.. Lo sguardo scuro di Raiden saettò negli occhi di lei, piantandovisi come se stesse tentando di sviscerare ogni sua più minuscola espressione - inconsapevole dei denti che tormentavano il labbro inferiore mentre quelle immagini passavano veloci per la sua mente, capace di dargli immediatamente una forma non appena le parole abbandonavano le labbra di Mia. I liked all we did. I'm sorry I made you feel weird about it. Maybe I toned it down because I was afraid you would see it as too much.. I wanted the same things.. sometimes I want many others.. a lot.. Lo sguardo di Raiden rimase piantato su di lei in un silenzio scandito solo dal lento e leggero ticchettare delle dita sul bordo della vasca. « Cosa intendi con prima che stessimo insieme? » Le chiese dopo qualche istante, con tono serio, senza smettere di fissarla. « Prima che fossimo ufficiali oppure prima che andassimo a letto insieme? » Perché la loro storia era fatta di tre momenti: uno in cui avevano condiviso semplicemente la comitiva, un altro in cui avevano iniziato a condividere il letto, e poi un terzo in cui erano passati dall'essere fidanzati all'essere sposati nel giro di un paio di giorni. Ne avevano parlato più volte, e più volte avevano riso su quanto la loro presunta scopamicizia fosse nient'altro che una relazione non ufficializzata. Si erano comportati come due stupidi, nascondendosi dietro a un dito quando era piuttosto chiaro che avessero cominciato a sviluppare sentimenti l'uno per l'altra già dalla loro prima notte insieme. Tuttavia, in quella circostanza, per Raiden sembrava particolarmente importante dover distinguere quei momenti. Si passò la punta della lingua tra le labbra, inclinando il capo da un lato mentre continuava a guardarla fissa in
    viso. Cause I know I wanted to fuck you since your birthday party. Si strinse nelle spalle con leggerezza, mentre lo diceva, come se stesse ammettendo qualcosa di assolutamente triviale. Mentre la mano appoggiata al bordo della vasca scivolava sott'acqua, percorrendo la lunghezza della gamba di Mia, quella che stringeva le dita di Mia la tirò piano verso di sé - come un muto invito a farsi più vicina. La aiutò a sedersi a cavalcioni delle proprie gambe, mordendosi l'interno delle guance quando le loro intimità entrarono inevitabilmente a contatto tra loro. Un contatto che lo portò ad inarcare un sopracciglio, incurvando le labbra in un sorrisino malizioso come a commentare mutamente lo stato della propria eccitazione ormai evidente anche a lei. Le mani del moro andarono a posarsi sulle cosce di lei, risalendole con carezze pesanti fino a far presa sulle sue natiche, stringendole tra le dita e avvicinandola ancor più a sé in quel contatto. I remember that night very well. That short skirt of yours.. Aspirò l'aria tra i denti, scuotendo leggermente il capo mentre gli occhi vagavano sul corpo di Mia, seguiti da una mano che risalì il suo fianco fino a poggiarsi sul seno gonfio. Non strinse troppo forte - essendo ancora in fase d'allattamento non voleva farle male, ma non riuscì comunque a frenarsi dal toccarlo, stuzzicandole la punta con tocchi leggeri del pollice. You've always been such a tease. Sorrise sornione, avvicinando il viso al collo di lei per premere le labbra sul suo incavo, succhiandone il punto in cui riusciva a percepire più distintamente il suo battito cardiaco e il sangue che le pulsava nelle vene. Istintivamente, roteò il bacino sotto di lei, facendo scivolare piano la propria lunghezza contro l'intimità di Mia. I might sound a bit bad, but you know what I thought? Quella domanda sfiorò la pelle di lei in un soffio mentre le labbra di Raiden scendevano lungo il suo seno, saggiandone le rotondità morbide. I thought "Thank God she's turning seventeen - I don't have to feel bad about wanting to slide my hand under her panties and finger the shit out of her little cunt". Magari non lo aveva pensato proprio in quei termini precisi e scanditi, ma il pensiero c'era stato. Sapeva che la differenza d'età non fosse ampia e non costituisse chissà quale problema (d'altronde, non sarebbe stata nemmeno la sua prima volta in una situazione simile), ma sapeva anche che certe persone non avrebbero visto la cosa troppo di buon occhio. Fece roteare lentamente la lingua intorno alla punta del seno di Mia, distanziandosi poi di qualche centimetro per guardarla negli occhi con aria tanto famelica quanto maliziosa. Does this make me a predator? Am I disgusting for having such filthy thoughts about a potentially underage schoolgirl? Forse lo era. Forse Mia lo avrebbe un po' giudicato per quella linea di pensiero, ma Raiden non si sentì comunque di nasconderglielo. Già in precedenza le aveva rivelato di essere stato attratto da lei sin da subito, dunque quelle parole non sarebbero state comunque una doccia fredda: semplicemente, avrebbero messo la questione sotto una certa luce e prospettiva. But you were such a pretty schoolgirl. How could I not? Il suo tono prese una piega fintamente lamentosa, come se stesse cercando di giustificarsi di fronte ad un'accusa. Ridacchiò, poggiando le mani su entrambi i fianchi di lei e sollevandola appena, suggerendole con quei gesti di alzarsi in modo che potesse uscire dalla vasca da bagno. Quando entrambi furono fuori, Raiden si asciugò velocemente mentre lo scarico stappato faceva scendere il livello dell'acqua, lasciando solo alcuni petali fradici appiccicati al fondo bianco. Non appena ebbe finito di tamponarsi i capelli con l'asciugamano si fece più vicino a lei, tanto vicino da toglierle spazio vitale, facendola indietreggiare con le spalle al muro e le mani di Raiden che vagavano lungo ogni centimetro del suo corpo. God! If you had called me your daddy that night.. I don't think you would have make it till dawn. Ovviamente era uno scenario irrealistico, ma non per questo meno divertente da intrattenere. Anzi, il solo ricordo misto alla fantasia delle loro nuove consapevolezze faceva montare nel corpo di Raiden un'eccitazione senza precedenti. Le labbra tornarono al collo di lei, lasciando baci sempre più ruvidi e famelici lungo ogni centimetro di pelle scoperta. But I know: good girls don't put out on the first night. And I'm a gentleman. Dibattibile, date le circostanze. Premendosi contro il corpo di lei, le labbra risalirono verso l'orecchio di Mia, stuzzicandone il lobo con la punta della lingua prima di sussurrarle altre parole. Can I show you how I wanted things to go? Pian piano Raiden stava tornando sul tracciato, ricostruendo un pezzo alla volta la tensione che si era creata tra loro quando avevano varcato la soglia di casa. Nei suoi piani c'era tutto tranne il prendersela con calma e serenità, ma non aveva fretta di arrivare al punto - e si sa: come ci arrivi è forse la cosa più importante. Facendo presa sui fianchi di Mia, la sollevò facilmente da terra, aiutandola ad intrecciare le gambe intorno al proprio busto mentre la portava in braccio verso la camera. La fece cadere con poca grazia sul letto, strisciandole sopra a gattoni e facendosi così spazio tra le sue gambe mentre le labbra si premevano contro quelle di lei in un bacio affamato. Voleva sentire il suo sapore, voleva ogni centimetro di lei, ogni respiro, appropriandosi di tutto ciò di cui si era privato nelle ultime settimane. Le andò istintivamente incontro con il bacino, facendo scivolare la propria intimità lungo l'apertura di lei mentre con un gemito approfondiva la foga di quel bacio, ricercando l'intreccio della sua lingua. Prima ancora che Mia potesse abituarsi a quel movimento, le mani di Raiden la ribaltarono di colpo, facendola atterrare con lo stomaco sul materasso. Movimenti veloci, quelli del giapponese, che tirò il bacino della ragazza verso di sé, sollevandolo più vicino al proprio prima di passare una mano lungo la sua schiena per appiattirla di più contro il materasso. Le labbra ricercarono subito l'intimità di lei, scoprendola meglio con la pressione delle dita sulle sue natiche per dargli modo di passare la lingua su tutta la sua lunghezza. Un bacio, quello, non meno intenso di quello che le aveva dato poco prima, e tutto volto a concentrarsi sui suoi punti più sensibili fino pure a risalire tra i suoi glutei, muovendo circolarmente la lingua anche su quel punto inesplorato. Mugolò contrariato allo spasmo involontario di lei, che chiaramente non si aspettava che Raiden arrivasse fin lì. Uh-uh, no baby: ass up. Sottolineò quell'ordine con un paio di schiaffetti sulla sua natica, continuando ad esplorare con la lingua quello spazio senza tuttavia infrangere l'ultima barriera. Solo dopo un po' si distanziò, aiutandola a posizionarsi più vicina al bordo del letto su cui lui teneva un ginocchio poggiato. Un gemito sommesso fuoriuscì dalle labbra del ragazzo non appena la sua intimità rientrò in contatto con quella di lei, muovendosi piano a tracciarne tutta la lunghezza per raccoglierne gli umori su di sé. Fuck, you look so good. Mormorò quelle parole quasi tra sé e sé, incapace di distogliere lo sguardo dall'umido luccichio che cominciava a coprire la propria intimità tesa. Quando si ritenne sufficientemente soddisfatto dal risultato, cominciò a premersi piano contro di lei, entrando lentamente e solo con la punta. Nonostante la performance di prima, sapeva che Mia non fosse più abituata a quel tipo di contatto e non voleva rischiare di farle del male. Così, nonostante il montare dell'eccitazione e dell'urgenza nel proprio corpo, si impegnò ad andarci piano, dandole modo di abituarsi un po' alla volta a quell'intrusione. Continuò così fin quando le natiche di lei non incontrarono il suo bacino. Good girl. proferì a bassa voce, carezzandole il gluteo mentre si ritirava e le andava nuovamente incontro con movimenti lenti, dandole ancora modo di abituarsi alla sensazione. Such a good girl, taking me all in. All'ennesimo movimento, Raiden si distanziò fin quasi a scivolare fuori da lei, solo per affondare con una spinta precisa e veloce che risuonò in uno schiocco netto seguito da un gemito rauco. Mentre una mano rimaneva ben salda sul fianco di lei, l'altra salì lungo la schiena e fino alla nuca. Avvolgendo i lunghi capelli di lei attorno al proprio pugno chiuso, vi fece presa salda, tirando quanto bastava mentre continuava ad affondare con schiocchi netti e precisi sempre più ravvicinati. Un ritmo, quello, che si fece sempre più pressante e veloce, quasi violento come il colpo che risuonò secco sulla natica di lei seguito da quello che sembrava quasi un ringhio di piacere. Ad ogni stimolo sentiva le pareti di lei contrarsi intorno a lui, stringendolo come ad invitarlo ancor di più al loro interno - e a ciascuna di quelle contrazioni, Raiden si sentiva più vicino al proprio piacere. My little schoolgirl.. are you happy to please daddy with your pretty pussy? Più le rivolgeva quelle parole sporche, più i suoi movimenti si facevano veloci e pressanti, intensificando la stretta sui suoi capelli fino ad obbligarla a reclinare il capo all'indietro. Non sapeva se fosse più piacevole la sensazione o la vista, forse entrambe le cose. Capito il nesso tra il piacere di lei e il proprio, compresa la necessità di Mia di dargli piacere, non si trattenne dal rimarcare più volte quel punto, elogiandola e ponendo l'accento proprio su quello: su quanto lo facesse sentire bene. You're so good baby. I like it so much when you're on your best behaviour. Gli affondi si fecero sempre più forti e veloci, come se quei colpi avessero l'intrinseca intenzione di strapparle l'aria dai polmoni. Un crescendo, quello, che lo portò sempre più vicino al climax. Rincorse quel piacere con foga, raggiungendolo in un'ultima spinta secca che fece esplodere quella sensazione nel suo addome - tanto violenta ed intensa da appannargli la vista mentre i suoi movimenti si facevano pian piano più lenti. Il battito cardiaco gli rimbombava nelle orecchie, rincorrendo una stabilità ancora non trovata mentre le dita scioglievano la presa dai capelli di lei e Raiden si chinava per posare piccoli baci sulla sua spalla e lungo il collo. Rimase per qualche istante in silenzio, con la fronte appoggiata alla tempia di lei prima che le sue labbra scoprissero i denti in un sorriso presto mutato in una piccola e rauca risata. Too sore for a second round? You know how much I like to fuck my cum inside you. Dopo tutto quel tempo, non si sarebbe fermato nemmeno se fosse finito in ospedale.


     
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    « Cosa intendi con prima che stessimo insieme? Prima che fossimo ufficiali oppure prima che andassimo a letto insieme? » Che qualcosa fosse cambiato nell'aria le risultò lampante, ma a dirla tutta, considerata la portata dei discorsi che stavano facendo sarebbe rimasta delusa del contrario. Tanto i discorsi di Raiden quanto quelli di Mia stuzzicavano la fantasia, rimettendo in moto processi fisiologici a loro ben noti. La mora inclinò la testa di lato piuttosto intrigata dalla sua domanda. Sei davvero così curioso? Ha davvero importanza? A dirla tutta non avrebbe saputo dargli una risposta precisa in merito. Quando i due si erano incontrati la giovane Wallace aveva la testa altrove. Non si trattava solo di un'altra cotta che, a dirla tutta stava ormai diventando solo una scusa per concentrarsi su qualcosa di futile e irrilevante. Nella sua testa c'erano tante altre preoccupazioni. Da poco il suo destino era tornato a collidere con quello della Loggia Nera e ogni sua certezza era venuta meno nel giro di pochissimo. La stessa iniziativa di organizzare un'uscita per il compleanno sembrava un modo per tentare di vincere le paure che l'avevano annichilita. Buffo. Non era passato neanche un anno da quando ne ero uscita. Nemmeno un anno di pace! Neanche uno. Il destino ha un modo tutto suo di prendermi per il culo. Avrebbe scoperto che la pace non era un lusso che quelli come lei potevano permettersi. Ma quella sera e il periodo immediatamente successivo avevano comunque avuto il fascino di una vacanza dalla realtà. Era da tempo che aveva fatto carte false per conoscere quelli più grandi e uscirci assieme. Per Mia era una questione di status, di sentirsi stupidamente al di sopra dei suoi compagni che invece tendevano a guardare i collegiali con sospetto. Nonostante quello non fosse un gruppo di quarterback e cheerleader, non gli mancava nulla. Erano una comitiva variegata, multietnica, in cui ogni cosa sembrava fungere senza grossi sforzi. Ovviamente loro, le scolarette, erano per definizione il trofeo del gruppo. Se avesse dovuto dire come aveva iniziato a uscirci con loro non saprebbe dirlo. Tendeva a impegnarsi così tanto in quelle stupide questioni di status, al punto da arrovellarsi il cervello finché una volta raggiunto l'obiettivo si dimenticava anche quale fosse lo scopo di ciò che stava facendo. Era successo e basta e uscire con loro, seppur non una cosa da tutte le sere, era ormai un'abitudine. Ricordo che trascinavo le altre giù a Hogsmeade solo per "passare di là" e dire "ehi che coincidenza anche voi qui". Non lo era mai - una coincidenza. Mia voleva uscirci a tutti i costi. Perché? Non lo sapeva nemmeno lei. Forse perché in fondo, nonostante l'infantilità che dimostrava non voleva essere vista come una bambina. Voleva fare le cose che facevano loro, stare con loro, essere una di loro. I passatempi dei suoi compagni non la soddisfacevano e l'unica cosa che la contraddistingueva dalla massa - essere un lycan - era da lei rinnegata come questione al punto che persino le sue amiche se ne scordavano spesso e volentieri. Mia era semplicemente Mia, ma non voleva esserlo. Non voleva essere una it girl, ma non voleva neanche essere anonima. Stava ancora cercando la sua strada. La cerca ancora. Ma con un'ottica diversa. L'aggiunta di Raiden a quel gruppetto inizialmente non aveva destato un particolare interesse. Seppur fosse carne fresca e Mia lo avesse subito etichettato come un bel ragazzo, non ci aveva messo poi molto la testa. Eppure, man mano che le giornate iniziavano ad accorciarsi e le serate diventare più fresche, piano piano, volenti o nolenti, Mia e Raiden si erano avvicinati. Forse da parte sua era stato un naturale cercare i suoi simili - gli stessi simili che solitamente teneva a debita distanza per paura di domande indiscrete e preoccupazioni inneccessarie. Anche Raiden era un lycan - ma come lei, ai tempi se ne restava abbastanza ai margini. Nonostante Mia non conoscesse la sua storia o cosa lo aveva portato da quelle parti, era pur sempre l'unica persona nella comitiva che poteva riconoscere le sue peculiarità. A volte parlavano; restavano in disparte rispetto al resto del gruppo parlando senza dire nulla di significativo. Cercavano veramente un loro simile in mezzo a quel circolo di persone esterne al loro mondo, oppure cercavano semplicemente altro? C'erano volte in cui parlando, aveva l'impressione lui potesse vedere in lei qualcosa che le sfuggiva, come se riuscisse a capire qualcosa di cui nemmeno lei era consapevole. Poco male. Lo cercava per chiedergli consigli e si lamentava con lui di ogni cosa che non andasse nella sua noiosissima vita da studentessa. Lo cercava a prescindere, come se lui avesse la risposta ad ogni cosa e come se ogni suo suggerimento avesse il tocco della bacchetta magica. Senza rendersi conto lo aveva assunto a modello, voleva essere come lui; a Mia Raiden piaceva, solo che non sapeva dire in che modo. Alla luce di ciò, ha sempre pensato che lui la vedesse come una sorellina più piccola, un'amica molto cute, insomma. Una di quelle cosette piccine e un po' strampalate che ti fanno un sacco tenerezza. Un ruolo che non sembrava dispiacerle affatto, nonostante lei, dal mondo intero voleva essere presa sul serio. E poi qualcosa cambiava. C'erano momenti in cui a forza di parlare la tensione tra loro sembrava salire considerevolmente. Lui la guardava con occhi diversi, più famelici, maliziosi. Mia dal canto suo sdrammatizzava spaventata, convinta che lui tentasse di prenderla in giro e tutto si concludeva con l'incursione nella conversazione di un qualche loro amico che chiudeva definitivamente la questione. L'allora appena diciassettenne Wallace non voleva sbilanciarsi. L'idea di aver interpretato male ogni segnale la terrorizzava. Preferiva morire piuttosto che vivere travolta da quell'imbarazzo. A volte si guardavano e non si dicevano proprio niente. Riusciva a percepire quella leggera tensione dovuta al modo in cui la fissava. Eppure ha sempre preferito distogliere lo sguardo negandosi anche solo l'idea di pensare a lui in quei termini. [...]
    [...] Trovava divertente quel battibecco sullo strip club. Non sapeva quanto ci fosse di vero sulla questione, ma ormai era una legenda metropolitana divenuta una vera e propria battuta di spirito per ogni occasione. Secondo me fa il gradasso ma non è proprio così. Sicuro non ci è mai andato in uno strip club. Oppure si? A me non sembra un tipo da strip club. Dai, alla nostra età nessuno ha bisogno di uno strip club. È una cosa così.. boh? Strano? Insolita? Ma poi lui soprattutto rimedia sempre. Pure troppo. No - non sta a me giudicare. Ma poi secondo me pure questa storia che rimedia sempre.. dai non è vera. È un po' sfigatello. Andrà in bianco tre volte su quattro sicuro. Come Antonio che gonfia il petto come un gallo, ma poi sotto sotto alla fine rovina tutto e torna a casa a farsi le seghe. Si. Sicuro è così. Queste sono tutte storie che si inventano i ragazzi per sembrare più appetibili ma io non ci casco proprio. Venne interrotta di colpo da quei pensieri, costretta a sgranare appena gli occhi. Raiden le mandava sempre messaggi contrastanti. Era il ragazzo della porta accanto finché non iniziava a fissarti come se volesse risucchiarti l'anima. Ad un certo punto aveva iniziato a pensare che fosse semplicemente il suo modo di fare. Mia parlava e lui la fissava. C'erano alcune volte in cui non era nemmeno certa la stesse ascoltando, non a caso doveva fermarsi e accertarsene. E la stava ascoltando, tant'è che riusciva a ricapitolare per filo e per segno tutto ciò che gli raccontava. Ed era davvero irritante. Il modo in cui si incartava mentre tentava di spiegargli cose estremamente importanti, sottoposta a quegli sguardi, la innervosiva considerevolmente. Non è che mi dà fastidio. Se è fatto così, è fatto così. Però anche meno, Raiden! La gente potrebbe anche sentirsi messa in soggezione da questa roba. Ah! Sei proprio irritante cazzo. Una spina nel fianco! A volte si faceva domande davvero inutili sul conto del giapponese. Come faceva una persona a essere così gentile e pacata e poi fare così? Non sapeva spiegarselo, ed era certa che se anche lo avesse raccontato a qualcuno le avrebbero detto che se lo stava immaginando, o peggio ancora - pensando a Veronica - qualcuno avrebbe addirittura potuto insinuare che Mia potesse essere interessata. E non lo era. Non lo era affatto, e non lo era nemmeno Raiden. D'altronde, il giovane Yagami non aveva mai superato il limite, mai fatto qualcosa di sconveniente; il tutto aveva l'aria di una toccata e fuga che portava puntualmente Mia a pensare che Raiden fosse semplicemente fatto così ed era lei ad immaginarsi tutto. Eppure, quella sera non avrebbe potuto ignorare la questione nemmeno se si fosse impegnata. La stava osservando nonostante non stessero intrattenendo alcuna conversazione a tu per tu. Avrebbe voluto prenderlo da parte e chiedergli che problema avesse. La devi smettere. Mi metti a disagio. Non riesco a pensare a nulla. Mi deconcentri. E infatti a quel punto lei al battibecco sul sullo strip club quasi non ci pensava più, continuando a fare congetture su quanto Raiden rimorchiasse, quanto fosse vero il fatto che andasse negli strip club e mille altre cose che non avevano senso di esistere nella sua mente. Un leggero cenno sotto il tavolo la fece trasalire. Se anche avesse voluto avere dubbi sulla natura di quegli sguardi, non sarebbe riuscita a convincersi del fatto che Raiden si comportasse così per puro sport. Voleva parlarci. Chiedergli perché faceva così. Una risposta ce l'aveva, ma non voleva formularla. No. Non ci parlo. Minimo mi ride in faccia. Per quale ragione avesse così tanta paura di un rifiuto non lo sapeva. Forse perché avrebbe mortificato troppo il suo orgoglio. Non voleva sentirsi dire che era solo una sorellina più piccola, l'amica che fa tenerezza. E quindi non fece niente. [...] Quella notte si rigirò nel letto per diverso tempo senza riuscire a darsi pace. Poi verso mattina si era svegliata madida di sudore e più insoddisfatta che mai. L'aveva sognato, ma del Raiden gentile e disponibile, amichevole e sorridente c'era ben poco. L'aveva sognato esattamente in quelle sembianze che tutti gli altri sembravano non vedessero. In uniforme, famelico e grondante di desiderio, era rude e malizioso, a tratti quasi crudele nella maniera in cui le dava piacere e ricercava il proprio. Momenti e frasi specifiche continuavano a rimbombarle nella testa come se si trattasse di un film riprodotto in loop. Non riusciva a smettere di pensarci. Non riusciva a fare nulla se non pensare a quello. Nemmeno il momento in solitaria sotto la doccia le bastò. Sembrava insaziabile sulla scorta di nulla; nulla al di fuori di qualche sguardo. Voglio morire. Voglio seriamente morire. Siamo amici. Siamo molto amici. Si. Ma quel sogno le rimase impresso per diverso tempo; se l'era spiegato come una specie di mashup tra i migliori romanzetti che tanto amava leggere e quei segnali che da parte del ragazzo riceveva senza riuscire a interpretarli fino in fondo. Non era lui; era ciò che Mia voleva vedere in lui. Raiden era gentile ed estremamente educato, era proprio quello che si potrebbe definire un bravo ragazzo. Magari fa qualche battuta ogni tanto, ma scherza solo.. è evidente. Si. E poi non davvero dai non pare minimamente un conquistador. Ma a me non piacciono i consquistador. Va beh ma non è questo il punto; il punto è che era - solo - un - sogno - Mia! Ripeti dopo di me. Solo. Un. Sogno. Eppure, più tentava di convincersi di ciò, più non ci riusciva. Lo sguardo di un insaziabile Raiden che la guardava come se volesse spolparla, risucchiarle l'anima e ribaltarla come un calzino continuava a fare incursione nella sua mente.

    Cause I know I wanted to fuck you since your birthday party. I remember that night very well. That short skirt of yours.. You've always been such a tease. I might sound a bit bad, but you know what I thought? Man mano che riacquistavano vicinanza, fino al punto in cui le loro intimità si ritrovarono di nuovo a contatto, Mia prese a tormentarsi il labbro inferiore osservandolo dall'alto con un'espressione colma di desiderio. Constatato il grado dell'eccitazione di lui, sembrò quasi sciogliersi come un ghiacciolo al sole; d'altronde a quel punto pensava seriamente che la situazione non sarebbe andata oltre e che al massimo i piani erano rimandati alla prossima volta. Il massimo che poteva fare era tentare di rassicurarlo e cercare a sua volta le proprie rassicurazioni, così da non rendere imbarazzante quella sfera tanto importante per loro. Evidentemente mi sono sbagliata. E ciò sembrò renderla felicissima. Non cadevano mai in piedi, Mia e Raiden, ma tentavano sempre di creare i presupposti per atterrare sul morbido. Si rialzavano a vicenda, e ciò rendeva la mora talmente appagata e orgogliosa di stare insieme a lui da non riuscire neanche a trattenere quel senso di visibilio che provava. Intrecciò le braccia al suo suo collo, avvicinandosi quanto necessario per stringerlo al proprio petto lasciandogli teneri baci sulla fronte e tra i capelli. A Raiden piaceva molto ricordarle la storia del suo compleanno, e così, anche quella volta lui lo assecondò. Era divertente, ma anche estremamente eccitante. Ogni volta Raiden dipingeva quella situazione con dettagli ancora più piccanti che stuzzicavano ulteriormente la fantasia di lei. What did you thought? Chiese un po' divertita mentre si muoveva pigramente sopra di lui, beandosi dei suoi baci e delle sue carezze. I thought "Thank God she's turning seventeen - I don't have to feel bad about wanting to slide my hand under her panties and finger the shit out of her little cunt". Does this make me a predator? Am I disgusting for having such filthy thoughts about a potentially underage schoolgirl? But you were such a pretty schoolgirl. How could I not? Inebriata da quelle carezze e dai suoi tocchi famelici, Mia strinse i capelli di lui con più forza ricercando disperatamente le sue labbra, fino al punto in cui entrambi sembrarono sul punto di restare senza fiato. Yeah you really are disgusting. Also known as the most dangerous,predator of young girls - no.. not young girls schoolgirls. You have to excuse me, my lord. Gli disse quelle ultime parole con un finto accento british prima di ridacchiare. Sussurri che impresse contro la sua pelle con un filo di divertimento. A quel punto il desiderio di entrambi era tale da non poter essere ignorato, né Mia intendeva ritrarsi smossa dalle sue costanti insicurezze. Lo voleva. Lo voleva con tutta se stessa e infatti, poco dopo, abbandonata la vasca, più rilassata e con qualche rinnovata consapevolezza, Mia gettò uno sguardo in direzione di Raiden sorridendo appena. You could've asked me. I mean do something.. I invited you to play with me, am I right? I wanted to team up with the new guy. Fresh meat. What did you do, huh? Asserì di scatto, stuzzicando nuovamente la sua immaginazione su quel punto. Quella notte. Quel primo incontro che aveva dato il via a tutto. A dirla tutta, Mia ricorda quel momento come molto più rilassato e naturale. Erano stati davvero bene. Si era divertiti. Ma era comunque piacevole colorare la realtà dei fatti con qualche dettaglio più piccante. Now you'll never know. Sollevò un sopracciglio osservandolo con occhi colmi di malizia. I won't tell you. Scoprì i denti perlescenti, rivolgendogli un'espressione fintamente ingenua mentre si scioglieva i capelli. Lo osservava famelica mentre si tamponava via le goccioline d'acqua e residui schiumosi, inclinando di tanto in tanto la testa nel soffermarsi sulle forme scolpite di lui. Cazzo tu non sei umano. E per quanto quel tipo di fisicità fosse anche piuttosto comune tra i soldati e i lycan, ai suoi occhi la fisicità di Raiden era la cosa più perfetta e attraente su cui i suoi occhi potessero posarsi. Non ci mise molto prima di invadere i suoi spazi senza preavviso, obbligandola a tornare spalle al muro col soffio pesante e la necessità di toccare ogni centimetro del suo corpo. Un mugolio colmo di desiderio fuoriusci dalle sue labbra mentre esplorava il busto di lui scivolando lungo la schiena, fino a soffermarsi a stringere le sue natiche mordendosi il labbro, mentre lo spingeva ad avvicinarsi se possibile ancora di più. God! If you had called me your daddy that night.. I don't think you would have make it till dawn. But I know: good girls don't put out on the first night. And I'm a gentleman. Lei ridacchiò appena ricercando il suo sguardo. You'll never know. Ripeté stuzzicandolo ancora, quasi volesse mettere in moto proprio quella frustrazione dovuta al fatto che quell'occasione non l'avrebbero mai avuta. Se fossi stata più sveglia forse quella notte sarei tornata con te allo studentato. Eri proprio lì davanti ai miei occhi, e io avevo così tanto bisogno di te. Solo che non lo sapevo ancora. Quella frustrazione scorreva anche nelle sue vene. Ogni qual volta Raiden le ricordasse del modo in cui aveva attirato la sua attenzione, Mia sentiva distintamente un senso di insoddisfazione e delusione che la spingeva ad andargli incontro con ancora più foga. Can I show you how I wanted things to go? Indietreggiò appena con la testa per ricercare il suo sguardo. E allora annuì con convinzione, osservandolo con un'espressione che aveva tutta l'aria di una muta preghiera. Please! Ci volle poco prima di abbandonare il bagno finendo in camera da letto. Petto contro petto, stesi sul letto, Mia ricercò le sue labbra. Si staccò dal materasso quanto necessario per scendere lungo la sua mascella, lasciandogli baci umidi diretti lentamente sempre più in basso lungo il collo. Lì si soffermò esercitando una maggiore pressione mentre lasciava scorrere le unghie lungo la schiena di lui. Gemeva sempre più scompostamente ad ogni tocco delle loro intimità, sentendo sempre più il bisogno di inglobarlo, sentirlo dentro di sé. Ma non fu una posizione con cui poté fare l'abitudine perché di colpo si ritrovò a faccia in giù, le labbra di lui intente a farla impazzire. Inarcava la schiena stringendo le lenzuola sotto le dita torcendosi come un gattino alla ricerca di attenzioni e carezze, almeno finché il cuore non le si fermò nel petto, sgranando gli occhi. Uh-uh, no baby: ass up. Sensazioni del tutto nuove che accompagnate alla fermezza con cui la guidava a restare esattamente dove la volesse, creavano in lei un senso di tensione e aspettative mai viste prima. Quel punto di lei era rimasto off limits. L'ansia che quella potesse essere la volta in cui Raiden avrebbe deciso diversamente l'assalì fino a farle esplodere il cuore nel petto. Avrebbe potuto dire di no, avrebbe potuto dire che non è pronta, che la cosa le faceva paura, ma la verità è che era estremamente curiosa pur non sapendo incontro a cosa stesse andando. Si morse il labbro sapendo che la sola idea di lui intendo a reclamare qualcos'altro di lei, avrebbe aumentato ulteriormente il suo desiderio. Stava già succedendo; non riusciva a controllarsi, non riusciva a stare ferma e tutto ciò fu evidente quando le loro intimità entrarono nuovamente in contatto. Un po' alla volta quel lieve contatto superficiale venne sostituito dal loro ricongiungersi. Sentirlo nuovamente parte di sé la portò a esalare diversi mugolii di soddisfazione. I missed your cock so much. Fuck, it feels so good. Aveva sì bisogno di riabituarsi, ma era talmente pronta da riuscire a provare solo un dolce piacere che tuttavia non era sufficiente. Lo voleva tutto per sé. Voleva sentirlo. Non a caso, ad un certo punto fu lei stessa ad andargli incontro con lentezza, cercando di inglobarlo completamente. Such a good girl, taking me all in. My little schoolgirl.. are you happy to please daddy with your pretty pussy? You're so good baby. I like it so much when you're on your best behaviour. Di colpo il ritmo incalzante che assecondò per quanto possibile a sua volta, prese a costruire dentro di sé una tensione senza precedenie. Ad ogni scocco contro le sue natiche si sentiva sempre più piegata al volere di lui e la stretta sui capelli non faceva altro che rendere sempre più evidente il suo piacere. Voleva dargli tutto, lasciare che controllasse il suo desiderio tanto quanto lei controllava indirettamente il suo. Si contraeva attorno a lui e gli andava incontro con veemenza non riuscendo a fare a meno di gemere ed esalare mugolii colmi di quel desiderio che le esplodeva in petto fino a farla impazzire. C'era qualcosa nell'idea di soddisfarlo che la eccitava ed esaltava in un modo totalizzante. Sentiva un desiderio viscerale di compiacerlo, lasciargli il timone, permettergli di andarle incontro fino al punto del non ritorno. Please daddy, fill me up. I miss it so much. Ed era vero. Le mancava sentire i suoi muscoli contrarsi, stringersi attorno a lui di riflesso per aumentare l'intensità di quel piacere. I need you.. Continuò con una voce che aveva tutta l'aria di un lamento incrinato dal piacere. Sollevava il bacino nella sua direzione con ancora più foga, stringendo le lenzuola sempre di più, sentendo chiaramente come ad ogni affondo il suo punto più sensibile interno veniva a più riprese stuzzicato. Fuck it's so good! Please don't stop. La tensione costruitasi nel petto di entrambi si materializzò ben presto in un climax dai spasmi intensi che portò Mia ad incollare la fronte contro il materasso mentre lentamente la stretta contro i suoi capelli si allentava. Mia e Raiden non erano mai stati tranquilli, eppure, quella volta aveva avuto l'aria di qualcosa di completamente nuovo. Più rude, più grezzo e ancora più autentico del solito. Erano più insaziabili, instancabili, come se non ne avessero mai abbastanza. E non era abbastanza. Non per lei, e a giudicare dal modo in cui le andò incontro nemmeno per lui.
    Too sore for a second round? You know how much I like to fuck my cum inside you. Stremata ma non meno famelica, iniziò a roteare lentamente il bacino contro il suo, mentre girava la testa per poterlo guardare e ricercare il suo soffio. Le goccioline di sudore sulla fronte e tra i capelli gli donavano un aspetto meraviglioso. A letto Raiden era più bello che mai, come quando dormiva o al risveglio. Quei momenti, i più vulnerabili della sua esistenza, erano i momenti che più preferiva, non solo perché erano i più piacevoli ed intimi, ma anche e soprattutto perché erano destinati solo a lei; quelle immagini erano inevitabilmente destinate a rimanere a sua disposizione. L'idea di poter avere qualcosa di lui che nessun altro poteva vedere, rendeva quei momenti e il suo aspetto ancora più belli. C'era una forma di intrinseca possessività in quei pensieri, in quel volerlo vedere così. I will never say no to more daddy's cum. I feel so needy around you. I can't get enough.. Asserì un po' impaziente, spingendo il fondo schiena con uno scocco contro il suo bacino, percependo un senso di vertigini. La combinazione dei loro umori scandiva ogni movimento con rumori eloquenti che portava Mia a ricercare per quanto possibile un contatto visivo della loro unione. Quei pigri movimenti, le diedero il tempo di ritrarsi quanto necessario per voltarsi completamente. Aggrovigliò entrambe le gambe attorno al bacino di lui, non prima di averlo accolto con uno spasmo dentro di sé. Si morse il labbro inferiore, mentre lo osservava con un'espressione indecifrabile e annuì dandogli il via. Perse la cognizione del tempo. L'estasi, gli spasmi, quelle parole sporche che continuavano a rivolgersi, la portavano a volere sempre di più di lui. Non importava quanto fosse stanca, ne voleva ancora, come se non lo avesse mai avuto e dovesse recuperare chissà cosa. Perse la cognizione di tutto, ma non se ne pentì. Semmai, quando ormai i muscoli erano talmente intorpiditi da non riuscire neanche a muoversi, rimase per diverso tempo stretta al suo petto, non curandosi né delle condizioni pietose in cui versavano le loro lenzuola, né tanto meno del sudore o i loro reciproci umori. Per diverso tempo non disse nulla, lasciando solo qualche bacio sul petto di lui accarezzandogli i capelli. Poi ad un certo punto mentre osservava il soffitto, sorrise tra se e se.Since you are so caught in this memorie of my birthday, maybe we should recreate the circumstances.. Scoppiò a ridere accarezzandogli leggermente l'addome, strofinando il naso contro la pelle di lui. Era piacevole stare lì e parlare di cose random, senza ragione alcuna. Una cosa che però aveva lasciato in sospeso c'era, e quindi, decide di prendere la palla al balzo per parlargliene.
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    It was before we fucked. I think it started before.. Disse di scatto ridacchiando sotto voce. After your birthday I dreamed of you. You walked me back to the Common Room. There was no one there.. just us. You fucked me against the couch. Head forced against the seat. One hand behind my back. Si inumidì le labbra volgendo lo sguardo nella sua direzione mentre avvicinava le labbra al orecchio di lui stuzzicandolo con un'espressione divertita. The only reason I had one hand free is because you were asking me to touch my pussy. Poi, consapevole di quanto effettivamente fosse indolenzita e incapace di muoversi, tornò al proprio posto, ridendo appena mentre gli dava un buffetto sulla spalla. In my dreams you've always fucked me so hard. That first time you shut my mouth because I was screaming too loud. You didn't want anyone to hear us. And you did love spanking me.. like - a lot! Si morse ancora il labbro inferiore scuotendo la testa tra se e se. Trovava così stupida ora la reazione che aveva avuto ai tempi. Avrebbe dovuto semplicemente ascoltarsi, assecondare quei desideri e rischiarsela. Sarebbe stata comunque solo questione di tempo. You were wearing some kind of military uniform. Nothing like the one you've showed me. But you were so into fucking me that you never get the chance to even take it off. You just raised my skirt and took care of me without even bothering to take anything off - not to be mention that you actually started preparing me before - if you know what I mean. It started like a quicky and ended off like the best dream I ever had. Fece una leggera pausa, tempo in cui ascoltò i loro respiri pigri scoccando la lingua contro il palato. I woke up so needy.. Parole che disse con un'espressione lamentosa corrucciando appena la fronte. ..I was really frustrated. And angry. Because you stared at me all night and nothing.. and I couldn't even connect the nice-guy with that vision of mine. Yeah.. it took sometimes to shake it off. Sospirò profondamente tornando a osservarlo. It was before we fucked. But it happened many times after. When I asked you if you ever get yourself off by thinking of me, I was guilty as fuck. Si strinse nelle spalle scuotendo la testa. Per qualche ragione, confessare ora non le sembrava più così difficile. Forse perché iniziava a capire che in fondo, togliersi quei pesi dal cuore faceva solo che bene, e la faceva sentire solo più vicina a lui. But to be honest, it's all your fault. You can't constantly look at someone like that. You were torturing me! I couldn't even speak because I was always thinking about the reason you were doing - that.. Compì una leggera pausa tempo in cui si issò su un gomito per poterlo guardare meglio in faccia. La curiosità la stava rimangiando da dentro. Was it all on purpose? Or were we so blind and dumb even before we fucked? Posò il mento sulla spalla di lui mostrandogli un'espressione divertita. I know I was. I thought you were seeing me like.. you know.. the dumb little friend who does stupid things and has no brain. Le piaceva tanto comportarsi così. Ogni tanto sentiva ancora il bisogno di tornare a quella condizione, per proteggersi, per paura di sbagliare, perché forse era più semplice. Non a caso, soffiò di nuovo più pesante sul volto di lui deglutendo. I'm so sorry I'm causing you so much trouble sometimes. I'm trying.. I swear I do.. but.. sometimes it feels like I'm a lost cause. I hate to disappoint you.. and I'm sorry for tonight.. I mean.. I'm not sorry for the after - Asserì, mettendo le mani avanti, ridendo appena. - but I am sorry because I have upset you. Non riusciva a controllarsi. Non i suoi pensieri, né le sue emozioni. Sentiva il bisogno di fare un passo di qualità, crescere, comportarsi in maniera differente, essere sempre più responsabile e attenta, soprattutto ai bisogno del suo amato. A volte però ho proprio l'impressione di non avere la più pallida idea di cosa sto facendo. Ci provava, ma a volte aveva l'impressione che provarci non era sufficiente. I've learnt my lesson - for real!


     
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    Con l'adrenalina che ancora gli scorreva in circolo, l'intorpidimento dei muscoli sembrava quanto di più distante da lui. Raiden non si sentiva stanco, né sembrava avere alcuna intenzione di porre uno stop a quel loro ricongiungimento. L'aveva aspettata a lungo - forse non troppo, ma per la loro routine si trattava comunque di un'eternità - e in quel momento si sentiva più vicino a lei che mai, sotto ogni punto di vista. Per quanto la situazione precedente avesse messo un breve stop alla loro attività, sotto sotto il giovane Yagami si ritrovò a pensare che forse, pur nell'imbarazzo, fosse giusto così. Forse avevano bisogno di quel momento per capirsi, per andarsi incontro più liberamente, per farsi vedere senza filtri l'uno agli occhi dell'altra. Si lasciò avvolgere da Mia - dalle sue braccia e dalle sue gambe - muovendo il bacino verso il suo con un ritmo ben impostato mentre le labbra si premevano su quelle di lei per baciarla appassionatamente man mano che quei movimenti si facevano più veloci e decisi. Perdersi in quel bacio e in quei contatti fu solo naturale; ogni pensiero svanì automaticamente dalla sua mente, concentrata ormai soltanto su quello spazio che condividevano e che li rendeva una cosa sola. Gemiti e piccole frasi fuoriuscivano di tanto in tanto dalle loro labbra in quei brevi momenti di distacco, mischiando le loro indoli allo stesso modo dei loro corpi fin quando il picco di piacere non li portò a fondersi ulteriormente, ricercando la vicinanza reciproca come se fosse l'ultimo goccio d'acqua nel deserto. Sensazioni, quelle, che scemarono lentamente tra i respiri pesanti e l'intorpidimento sempre più chiaro degli arti. Since you are so caught in this memorie of my birthday, maybe we should recreate the circumstances.. Abbassò lo sguardo verso quello di lei, accoccolata sul proprio petto, e le stese un sorriso che pian piano si trasformò in una genuina risata di divertimento. You know I wouldn't be against it. Proferì quelle parole sottolineandole con un'espressione eloquente dettata dall'inarcamento di un sopracciglio. Di certo trovava la cosa stuzzicante: sarebbe stato qualcosa di diverso, sicuramente divertente. Stava per approfondire quella proposta quando la voce di Mia andò a batterlo sul tempo. It was before we fucked. I think it started before.. After your birthday I dreamed of you. You walked me back to the Common Room. There was no one there.. just us. You fucked me against the couch. Head forced against the seat. One hand behind my back. L'immagine sembrò nascere quasi automaticamente nella mente di Raiden, che si beveva ciascuna di quelle parole con estremo interesse, fissandola attentamente mentre le sue dita scorrevano lente lungo la schiena di lei. Si inumidì le labbra, intrattenendo forse con sin troppo coinvolgimento quella scena riprodotta fedelmente dalla sua immaginazione. The only reason I had one hand free is because you were asking me to touch my pussy. Un piccolo gemito, quasi un lamento, risalì dal petto del ragazzo, risultando poi in un piccolo sbuffo non appena lei riprese le distanze. Probabilmente anche lui aveva bisogno di qualche minuto per riprendersi, ma la sua testa sembrava dirgli tutto il contrario in quel momento. See? I was right: you've always been such a tease. Le diede un piccolo schiaffetto sulla natica, ridacchiando divertito prima di allungarsi in direzione del viso di lei per stamparle un piccolo bacio sulle labbra. In my dreams you've always fucked me so hard. That first time you shut my mouth because I was screaming too loud. You didn't want anyone to hear us. And you did love spanking me.. like - a lot! Ma nonostante tutto, Mia non sembrava in alcun modo intenzionata a frenarsi dal dipingere quello scenario nella maniera più accurata possibile. Anzi, semmai sembrava provare uno squisito divertimento nel fare tutto ciò che era in suo potere per accorciare il fisiologico tempo di recupero di Raiden. Il fatto è che tante cose sono fisiologiche, Mia. Non soltanto il tempo di recupero. Stuzzicarlo psicologicamente, ad esempio, era pur sempre un modo di innescare una di queste reazioni. Una realtà, quella, che sembrava rendersi man mano più evidente con le sensazioni che provenivano dal corpo di lui. You were wearing some kind of military uniform. Nothing like the one you've showed me. But you were so into fucking me that you never get the chance to even take it off. You just raised my skirt and took care of me without even bothering to take anything off - not to be mention that you actually started preparing me before - if you know what I mean. It started like a quicky and ended off like the best dream I ever had. In quella pausa, gli occhi di Raiden la fissarono famelici, aspettando la prossima parola, la prossima provocazione - qualunque cosa le passasse per la testa. I woke up so needy.. I was really frustrated. And angry. Because you stared at me all night and nothing.. and I couldn't even connect the nice-guy with that vision of mine. Yeah.. it took sometimes to shake it off. It was before we fucked. But it happened many times after. When I asked you if you ever get yourself off by thinking of me, I was guilty as fuck. Le labbra di Raiden scoprirono istintivamente i denti in un sorriso tra il malizioso e il compiaciuto. Non sapeva quanto di ciò che diceva Mia fosse vero e quanto invece fosse solo un modo per rendere la realtà più interessante, ponendola sotto certi termini. D'altronde anche Raiden lo faceva: non mentiva quando le parlava della sua immediata attrazione nei suoi confronti, ma ci metteva comunque un pizzico di qualcosa in più per renderla stuzzicante. Anche perché, si sa, a volte queste cose sono tanto semplici da risultare noiose. Non c'è nulla di interessante nel dire "eh sì, quando ti ho vista ho pensato che se ci fosse stata l'occasione te l'avrei buttato". No! Bisogna costruire una scena. E non c'era assolutamente nulla di male a farlo - anzi! A Raiden sembrava piacere molto quel modo di ritornare sul passato e rivedere certi eventi alla luce della loro attuale intimità. But to be honest, it's all your fault. You can't constantly look at someone like that. You were torturing me! I couldn't even speak because I was always thinking about the reason you were doing - that.. Was it all on purpose? Or were we so blind and dumb even before we fucked? I know I was. I thought you were seeing me like.. you know.. the dumb little friend who does stupid things and has no brain. Le rivolse un'occhiata a metà tra il divertito e il confuso, interrogandola riguardo il significato di quelle parole. How was I looking at you, baby? Quella domanda uscì dalle sue labbra sulla scia di una piccola risata. Non si era accorto di fare qualcosa di particolare; spesso la guardava, sì, e di certo era consapevole di provare attrazione nei suoi confronti, ma non si era mai spinto troppo attivamente nella sua direzione perché semplicemente non era il tipo che arrivava da zero a mille nel giro di un minuto ed ogni tentativo di gradualità era sempre morto in un modo o nell'altro. Senza troppi giri di parole, in realtà, doveva semplicemente arrivare il momento giusto per loro. I'm so sorry I'm causing you so much trouble sometimes. I'm trying.. I swear I do.. but.. sometimes it feels like I'm a lost cause. I hate to disappoint you.. and I'm sorry for tonight.. I mean.. I'm not sorry for the after - but I am sorry because I have upset you. I've learnt my lesson - for real! Le sorrise, stavolta più genuino, carezzandole la guancia in un gesto tenero prima di avvicinarsi per posarle un bacio sulle labbra. You didn't disappoint me. You never do, baby. And I swear that you're the loveliest troublemaker I've ever had the pleasure to meet. I wouldn't change that for anything else in the world. Ridacchiò, stampandole un secondo bacio, questa volta sulla punta del naso, mentre la stringeva un po' più a sé, coccolandola tra le proprie braccia. « Comunque io non ti ho mai vista come l'amichetta stupida. » Disse dopo qualche istante di silenzio, serio e corrucciato, mentre se la teneva abbracciata al proprio petto come una bambina. Fece una breve pausa. « Non ti ho mai vista come un'amica punto. » A quel punto si sciolse in una risata, segnalando l'ironia in quell'uscita che, tuttavia, non era molto distante dalla realtà. Raiden tendeva a dividere la sfera sociale in maniera abbastanza rigida: c'erano i conoscenti, gli amici, i migliori amici e poi gli interessi di altra natura. Era sempre stato piuttosto chiaro per lui, a quale sfera Mia appartenesse. Il punto è che se pure non ci fosse mai stato nulla di più tra di noi, io non sarei riuscito ad essere tuo amico. L'amicizia, per come la vedo io, non ha secondi fini: magari non condividi proprio tutto quanto con un amico, però dovresti averci un livello di confidenza piuttosto bilanciato che ti permette di condividerci a sufficienza senza puntare ad altro. Tahira e Delilah, ad esempio, sono mie amiche. Nemmeno nelle circostanze più propizie avrei tentato di avere rapporti con loro. Con te invece sì e dunque, per definizione, non avrei mai potuto essere davvero tuo amico. « E infatti ti devo dire che mi hai confuso molto. Cioè.. mi raccontavi un sacco di cose, Mia. Però allo stesso tempo rispondevi sempre alle provocazioni. » Sorrise al ricordo di quelle battutine che si lanciavano di tanto in tanto. Raiden l'aveva sempre un po' stuzzicata, e Mia di certo non si era mai tirata indietro, però quei battibecchi non erano mai stati sufficienti ad arrivare a chissà quale punto - almeno non fino alla serata all'Hound Dog. Si strinse nelle spalle con leggerezza. « Ma immagino che fosse solo questione di prenderti da sola. » Ridacchiò, pizzicandole il fianco prima di avvicinare il viso al suo per ricercare un altro bacio, questa volta rimanendoci più a lungo. Maybe we should also put your dream on the list of things to re-enact. What do you think? Glielo chiese in un soffio contro le sue labbra, prima di spingervisi ancora incontro, ricercando un contatto più intenso mentre le mani scivolavano lungo il suo corpo in carezze tanto gentile quanto smaniose. Allacciò un ginocchio di Mia al proprio busto, facendola più vicina a sé per ricercare ancora una volta la loro intimità durante una notte che sarebbe trascorsa tra chiacchiere, risate e tanto altro.
    Quella mattina se l'era presa più comoda.. per i suoi standard, quantomeno. Se il poco riposo non gli aveva permesso di alzarsi alle cinque di mattina come ogni giorno, era stata solo questione di un paio d'ore prima che il suo corpo sentisse il bisogno fisiologico di alzarsi e cominciare la giornata. Era sceso dal letto senza far rumore, lasciando Mia a sonnecchiare beatamente mentre lui, dal suo canto, si infilava il costume da bagno e usciva a farsi una breve corsa sul lungomare. Col caldo tropicale, la sabbia ci aveva messo ben poco ad asciugarsi, e ovunque si voltasse non sembrava esserci alcuna traccia visibile dell'acquazzone caduto durante la notte. Poco male, dato che ciò gli consentì di godersi il clima e la piena luce del cielo terso sopra di lui. Una volta tornato di fronte a casa, decise di fare un piccolo tuffo per rinfrescarsi e togliersi almeno un po' del sudore di dosso prima di rimettere piede dentro l'abitazione ancora silenziosa. « Sakura, mostrami le notizie del giorno. » La piccola palla luminescente appoggiata in un angolo sul ripiano della cucina brillò di una luce bluastra, proiettando sopra di sé alcuni ologrammi composti da scritte e immagini. Se c'era una cosa che gli mancava del Giappone era probabilmente la tecnologia. Messo il riso a bollire, si appoggiò con entrambi i gomiti sul ripiano, scorrendo le notizie mentre sgranocchiava un'alga essiccata. Le prime news - sempre le più rilevante, solitamente di stampo politico ed economico - non riportavano nulla di particolare: il Giappone stava cercando di implementare il proprio sistema educativo per avvicinarsi agli warlock in maniera similare a quella del suo principale alleato, mentre a livello internazionale si parlava di nuove strette sulle importazioni. Insomma - tutto nella norma. Arrivato in prossimità della fine del notiziario, però, sgranò leggermente gli occhi nel trovarsi di fronte ad una foto di lui e Mia risalente al giorno prima, intenti a passeggiare mano nella mano per il villaggio dell'isoletta. Il suo sguardo corse automaticamente alle righe dell'articolo. 'Il Tenente Yagami è tornato in Giappone in compagnia della compagna statunitense per quella che sembra essere una vacanza. Evidente, tuttavia, l'assenza del piccolo Yagami Haru (nato da appena un mese)'. Sulla scia di quelle parole, l'articolo proseguiva ad insinuare in maniera nemmeno troppo sottile quanto poco istinto materno dovesse avere Mia per lasciare il proprio bambino dopo così poco tempo dal parto. Cose che, tuttavia, non venivano invece dette su Raiden, sul quale invece si concentrava la gioia di riaverlo in patria e la speranza che vi tornasse a breve in maniera più permanente. « Sakura, elimina il notiziario del giorno. » « Ho eliminato il notiziario del giorno. Ti ricordo che per recuperarlo basterà chiedermi "recupera il notiziario del gio-" » « Sakura! Stop. » Lasciò il bancone piuttosto velocemente, cominciando a preparare il riso e mischiarlo a uovo e salsa di soia con un certo vigore. Non voleva farsi rovinare la vacanza da un articoletto spicciolo da ultima pagina, ma allo stesso tempo era palese che il trattamento rivolto a Mia da quel tipo di media giapponesi non gli piacesse affatto. Sapeva, però, di poter fare ben poco a riguardo. Qualunque cosa avessero detto o fatto non sarebbe servita a nulla se non ad alimentare altre chiacchiere, e l'unica cosa matura era fregarsene e vivere la propria vita senza badare al giudizio altrui. Però certo che non hanno proprio perso tempo a sferrare il colpo più basso. Utilizzare Haru per quel genere di articolo era quanto di più basso e disgustoso Raiden potesse concepire, ma allo stesso tempo.. poteva dirsi davvero stupito? Sospirò, scrollandosi di dosso quei pensieri mentre si ripeteva il mantra di non farsi rovinare l'umore da certe stupidaggini. Mise un po' di musica a basso volume in sottofondo e continuò a preparare la colazione. «
    tumblr_inline_pqmisq5q421rifr4k_1280
    Buongiorno principessa. »
    proferì con tono decisamente più pimpante quando sentì i passi di Mia avvicinarsi. Si voltò verso di lei, rivolgendole un grosso sorriso prima di avvicinarsi per avvolgere le braccia attorno alla sua vita e stamparle un bacio sulle labbra. « Ho preparato la colazione. Nulla di speciale, però ci stanno ancora i mochi che abbiamo comprato ieri. » Le lasciò una carezza sulla guancia, sistemandole i capelli dietro l'orecchio mentre si prendeva un istante di silenzio per guardarla con muta ammirazione. « Hai dormito bene? » Pausa. « Perché stavo pensando.. » Sospirò appena, alzando gli occhi al cielo come a mimare un'aria pensierosa mentre la faceva indietreggiare, issandola poi sul bancone della cucina e facendosi posto tra le sue gambe. « ..che ieri sera sono stato proprio un sacco bene e sarei terribilmente dispiaciuto se dovesse venir fuori che ti ho stancata troppo. » Le scoccò un'occhiata maliziosa, appoggiando entrambe le mani sulle sue cosce e stringendole leggermente sotto le dita. I mean.. I really want to take advantage of this vacation to spoil you a bit more than usual. Inclinò il capo di lato, passando lo sguardo lungo il suo corpo mentre si inumidiva le labbra. Riportò poi gli occhi al suo viso, sorridendole gentile. I thought about what we did. Like.. really thought about it. Nel cominciare a dire quelle parole, il suo tono si fece un po' più serio, perché in fin dei conti era vero: dopo l'iniziale momento di eccitazione, Raiden aveva avuto tempo per riguardare a quella serata con più lucidità, ripercorrendola nella propria mente. And it made me feel really good. Si strinse nelle spalle con leggerezza. Forse non c'era bisogno di dirlo - lei, d'altronde, poteva percepirlo già da sé - ma Raiden sentiva comunque giusto comunicarle ciò che sentiva. I like it when you call me daddy. It makes me feel.. mh.. good, I guess? Ciò che intendeva dire, ma per cui non aveva le parole precise, era che in quel momento si era sentito amato. Non che normalmente non ci si sentisse, ma si trattava di qualcosa di diverso, di un sentimento a cui non sapeva dare un nome e che gli riscaldava il cuore. And it really turns me on when we're having sex, but I was thinking about that time we went shopping.. and I thought that maybe it doesn't always have to be sexual. I mean.. I'd like that when we do things like those, when we're just being sweet and I spoil you. Not always, of course. But you know.. you get what I mean? La interrogò per un istante con lo sguardo, come ad accertarsi che lei lo stesse seguendo e che avesse capito cosa intendeva. Si avvicinò col viso, posando un piccolo bacio leggero tra l'incavo del suo collo e la sua spalla. I guess I just like to take care of my girl. And I'd love to do that today, if it's okay to you. Soffiò quelle parole sulla sua pelle, sollevando poi lo sguardo per ricercare il suo con un sorriso gentile. « Cosa ti piacerebbe fare oggi? »

     
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    « Sei pessimo.. » Quello di Mia fu un confuso farfugliare prima di allungare il braccio sulla metà del letto di Raiden attirando uno dei suoi cuscini a sé abbracciandolo. Era troppo stanca per protestare di fronte ai rituali mattutini del marito. Sapeva che il giovane Yagami non era in grado di restare a letto troppo a lungo la mattina. Lei, dal canto suo si era presa il suo tempo, riaddormentandosi abbracciata al cuscino che aveva il suo fresco odore. In dormiveglia aveva continuato a pensare alla sera prima, a tutto ciò che si erano detti e a quanto erano stati bene. Si sentiva estremamente rilassata e felice, tant'è che ogni qual volta ripensasse a momenti specifici, tornava a sorridere beatamente, ispirando profondamente. Non ricorda da quando non stavano così bene; non è certa che siano mai stati così felici. D'altronde, seppur Mia e Raiden si siano sempre trovati magnificamente insieme, le insidie lungo il loro percorso non erano state poche. In parte le difficoltà erano giunte dall'esterno, altre volte ancora erano stati loro stessi a complicarsi l'esistenza con paturnie e problemi che avrebbero forse potuto evitarsi se solo avessero saputo come comunicare e parlarsi. La sera precedente era stata speciale. Mia si era innamorata di Raiden ancora di più, quasi come se non l'avesse mai amato prima di allora, come se un fulmine a ciel sereno l'avesse colpita di punto in bianco, scardinando completamente tutte le sue convinzioni. Era stato proprio così; tutto ciò che pensava fosse giusto fare, i modi in cui pensava dovesse comportarsi erano stati sconvolti. La loro relazione aveva raggiunto un nuovo equilibrio in cui Mia si sentiva così tanto a proprio agio. Aveva voglia di parlare, di condividere con lui qualunque cosa le passasse per la mente, non solo attraverso il filtro del pudore, bensì senza alcuna remora. Confessarsi e lasciarsi andare era stato tanto liberatorio quanto catartico e ora, man mano che si stiracchiava nel letto girandosi da una parte all'altra cercando di riprendere confidenza con l'ambiente che la circondava, si sentiva estremamente in pace con se stessa. Che cosa stupida - nascondersi dalla persona con cui aveva scelto di vivere il resto della sua vita, il padre di suo figlio, l'amore della sua vita. Se non poteva parlare con lui allora con chi? A chi avrebbe confessato le sue fantasie, i suoi desideri, le sue curiosità e le sue necessità? Dobbiamo trascorre il resto della nostra vita insieme. E poi è così dolce. Così gentile. Così paziente. E poi.. E poi venne improvvisamente investita ancora una volta da tutti quei ricordi della notte prima, rigirandosi ancora una volta nel letto fino a seppellirsi la faccia nel morbido cuscino, cercando di togliersi di dosso quella necessità di saltargli di nuovo addosso, come un cucciolo affamato. Scese dal letto con estrema pigrizia recuperando una maglietta pulita dalla valigia e buttandosi di conseguenza in doccia. Vi passò più tempo del previsto continuando a lasciarsi pervadere da quella sensazione di benessere e relax. I muscoli ancora un po' indolenziti non le stavano dando fastidio, tanto meno ci riuscì la palese stanchezza che continuava ad appesantirle gli arti. Un po' più pimpante dopo la doccia, si mosse di buon grado verso la zona giorno della casetta, attirata dal buon odore di cibo e i rumori presenti in cucina. « Buongiorno principessa. » Il sorriso sul volto di lei si allargò considerevolmente mentre allarga le braccia per accoglierlo in un abbraccio che la portò ad affondare il volto nell'incavo del collo di lui godendosi quell'odore tutto suo. Mia sarebbe stata in grado riconoscerlo tra mille. Lo definiva scherzosamente odore di maschio, ma a dirla tutta, di ciò che molte altre ragazze avrebbero definito maschio aveva ben poco. Raiden profumava sempre di buono e di pulito; un misto di bucato e qualcosa che non avrebbe saputo definire con precisione. « Buongiorno! » Disse a sua volta mentre gli stampava più di un bacio sulle labbra ridacchiando appena. « Come siamo carini, stamattina! » Ora poteva dirlo che era carino, specialmente con quella vocina un po' infantile che la portò a lasciargli un leggero morso sulla guancia. « Ho preparato la colazione. Nulla di speciale, però ci stanno ancora i mochi che abbiamo comprato ieri. » Lo stomaco le brontolava già da parecchio. Complice la stanchezza, tuttavia, aveva deciso di ignorare quella sensazione continuando a dormire quanto più possibile. « Nulla di speciale, però che odorino! » A qual punto Mia si sarebbe scofanata qualunque cosa senza fare i capricci. Le piaceva, poi, quando era Raiden a prepararle la colazione. Era sempre divertente vedere come i due si scambiavano ai fornelli solo per proporre all'altro le proprie abitudini senza mai storcere il naso sulle proposte culinarie dell'altro. In verità, in quello, Raiden era un piuttosto limitato - e meno male, almeno una cosa in cui non è perfetto! Non a caso, a dirla tutta, ultimamente Mia si era dedicata a imparare un po' più di piatti provenienti dalla cucina orientale e nello specifico da quella giapponese. Non erano preparazioni semplici. I giapponesi, a differenza degli occidentali, e nello specifico gli americani, avevano una filosofia molto differente a tavola. Questo non rendeva sempre semplice regolarsi, ma Mia si impegnava sempre molto e chiedeva sempre feedback, solo per poi sedersi e osservare Raiden rivolto di spalle intento a lavare i piatti. Questa divisione dei ruoli è così meravigliosamente perfetta. Funzionava, e rendeva il cibo un rituale molto importante della casa; d'altronde con due mangioni come gli sposi Yagami non poteva essere altrimenti. « Sono un sacco affamata. Ogni cosa è gradita. » Tante cose. Perché si sa, quando Mia era effettivamente affamata non importava di cosa si trattasse purché ci fosse del cibo. « Hai dormito bene? Perché stavo pensando.. » Di fronte allo sguardo di Raiden assottigliò automaticamente il proprio, osservandolo con maggiore attenzione sorridendo. Ecco.. è esattamente questo lo sguardo di cui ti parlavo. « Stavi pensando.. allora devo preoccuparmi. Con questi occhioni, quando pensi, non c'è da stare tranquilli. » Scoppiò a ridere e gli coprì il viso con la propria mano, prima di stampargli un altro veloce bacio, facendogli cenno di continuare. Si ritrovò poco dopo sul bancone della cucina, accogliendolo tra le proprie gambe con un'espressione un po' più seria, ma non per questo meno sorniona. Era curiosa, Mia, ma d'altronde, sapeva Raiden amasse stuzzicare proprio quella sua curiosità anche con le cose più semplici. « ..dicevi.. stavi pensando.. » Questa volta glielo disse un po' più piano, inclinando appena la testa di lato, mentre avvicinava il volto al suo. « ..che ieri sera sono stato proprio un sacco bene e sarei terribilmente dispiaciuto se dovesse venir fuori che ti ho stancata troppo. » Gli occhi di Mia mutarono, mentre deglutiva appena intrecciando le braccia al collo di lui mentre annuiva. I mean.. I really want to take advantage of this vacation to spoil you a bit more than usual. Ispirò profondamente mordendosi appena il labbro inferiore mentre a sguardo basso, disegnava forme senza senso lungo il petto di lui. « Beh.. sai.. non sono così stanca. Ho dormito davvero bene. Possiamo fare quello che vuoi. Abbiamo tempo di riposare.. » E non mentiva. Mia era crollata come un sasso e non si era svegliata finché Raiden non aveva iniziato a rigirarsi nel letto. Avrebbe voluto dormire ancora di più, ma ciò non significava che il suo riposo era stato meno conciliante. Non voleva passare il tempo a poltrire. Anche lei a propria volta voleva sfruttare quella vacanza il più possibile. Temeva che una volta tornati alla realtà le troppe responsabilità avrebbero dato loro molto meno tempo di stare così. Era sempre bravi a ritagliarsi i propri spazi, ma lì, in Scozia, c'era pur sempre un territorio occupato che aveva bisogno di tutto il loro impegno. Non potevano permettersi di assentarsi di continuo solo perché volevano passare del tempo insieme nella stessa maniera in cui succedeva ora. I thought about what we did. Like.. really thought about it. Di scatto Mia si fece più seria sgranando gli occhi. Prima ancora che Raiden potesse parlare, la sua mente aveva già fatto trenta capriole per aria. And? Non saltò ad alcuna conclusione, ma la questione sembrò comunque rianimare il suo cuore di colpo. Era preoccupata. In fondo era una cosa nuova per entrambi e dopo un'attenta analisi, Raiden poteva decidere che quelle cose non facevano al caso suo. Non gliene aveva dato l'impressione, ne in quel momento percepì tensione o nervosismo da parte sua. Ti prego dimmi qualcosa di bello o mi sotterro. E lo avrebbe di certo fatto se fosse stato necessario. Annui tuttavia, lasciandolo parlare, senza ulteriori interruzioni. And it made me feel really good. I like it when you call me daddy. It makes me feel.. mh.. good, I guess? Schiuse le labbra, osservandolo con un'espressione un po' scioccata. Tutto qua? Nessuna bomba? Nessun però? No. Non c'era alcun però, né Raiden sembrava sforzarsi nel dirle quelle cose. Era sincero e diceva esattamente ciò che pensava. And it really turns me on when we're having sex, but I was thinking about that time we went shopping.. and I thought that maybe it doesn't always have to be sexual. I mean.. I'd like that when we do things like those, when we're just being sweet and I spoil you. Not always, of course. But you know.. you get what I mean? Ancora un po' scioccata da ciò che le stava confessando, annui con un espressione un po' intimorita, come se si aspettasse che le venisse detto comunque qualcosa che avrebbe frenato la situazione. I guess I just like to take care of my girl. And I'd love to do that today, if it's okay to you. « Cosa ti piacerebbe fare oggi? » Fu come se fosse rimasta in apnea per un tempo lunghissimo. Ispirò profondamente osservandolo con un'espressione che via via si stava rasserenando fino al punto in cui un nascente sorriso si fece spazio tra la preoccupazione. Gli scostò una ciocca di capelli dalla fronte osservandolo con un muto senso di gratitudine e ammirazione prima di stampargli un bacio sulle labbra ricercando ulteriormente la sua vicinanza. Approfondì di più quel contatto, premendosi contro di lui con più convinzione prima di staccarsi sorridendogli con uno spirito infantile. So.. you want to spoil me? Chiese mentre strofinava il naso contro il suo. ..be my daddy and take care of me? Non aveva bisogno di quelle rassicurazioni ma voleva comunque sentirselo dire mentre ricercava il suo sguardo scuro sorridendogli con una nota sorniona. Then.. right now, you know what I would like? C'era una certa dualità in quelle parole mentre stringeva le ginocchia attorno ai suoi fianchi posandogli delicati baci all'angolo della bocca, scendendo lungo mascella e poi sul collo. Indugiò un po' con labbra morbide e tocchi delicati sulla pelle di lui, soffiando con gentilezza fino a percepire la pelle d'oca di lui e le piacevoli sensazioni che gli provocava. Quella vicinanza non aiutava nessuno dei due. Poi, di colpo, lo morse scoppiando a ridere. Food! I'm starving! Asserì scoppiando a ridere mentre saltava giù dal bancone iniziando a prendere le posate e le ciotole necessarie per il riso. Scorrazzava per la cucina osservandolo con la coda dell'occhio, ben consapevole di aver un po' spinto la situazione. Era comunque divertente vederlo piegarsi sotto i suoi baci, per poi togliergli il giocattolino da sotto il naso. Riempì due ciotole abbondanti di riso e gliene allungò una come offerta di pace. « Ti va di mangiare in veranda? » Sul porticato che dava sulla spiaggia c'erano un paio di ampie poltroncine con in mezzo un bel tavolino su cui Mia dispose acqua e bicchiere e i tanto decantati mochi che non vedeva l'ora di assaggiare. A dirla tutta, al negozio asiatico tendevano a comprare spesso dolciumi di quel tipo, specie perché durante la giornata c'era sempre qualcuno che voleva sgranocchiare qualcosa. Tuttavia, quelli che riuscivano a recuperare a Hogsmeade, non avevano nulla in confronto a quelli comprati direttamente dalla fonte; comprati direttamente in un negozio locale, erano fatto al momento, e non potevano essere nemmeno lontanamente paragonati a quelli industriali, confezionati appositamente per durare un'eternità. Una volta sistemato tutto, Mia prese posto su una delle poltroncine iniziando a mangiare voracemente, come un vero cucciolo di dinosauro, riuscendo a fare fuori quasi tutto il riso in pochissimo tempo. « È buonissimo! Questa salsa di soia è proprio diversa. » Aveva capito già la prima volta che aveva visitato il Giappone quanto frustrante potesse essere per Raiden vivere in un paese così distante dalla sua tradizione. Trovare qualcosa di anche lontanamente autentico era difficile. La maggior parte delle cose orientali risentivano comunque del gusto occidentale, e dovevano quindi tenere conto delle abitudini del pubblico a cui le pietanze venivano proposte. Quella era stata la scusa che Mia aveva spesso trovato anche al Tokyo, ma ciò non aveva frenato Raiden dal dire che fossero semplicemente solo dei ladri. Una volta finita la ciotola di riso la mise da parte passando a un mochi mordendolo tutta soddisfatta, prima di buttare tutto giù col caffé. Solo in seguito, a stomaco pieno e con la fame placata, decise di dedicarsi completamente al tazzone di caffé osservandolo con più attenzione. « Coooomunque.. rispetto al discorso di prima.. » E dicendo ciò si nascose dietro a un lungo sorso di caffè, guardandolo con grandi occhi da cerbiatta. « Piace anche a me.. un po' tutto. Cioè non sapevo come sarebbe stato quando ci saremo arrivati.. se sarebbe successo.. però, mi piace. A me dà un senso di pace.. e di.. sicurezza? » Il suo tono si alzò in un interrogativo che sembrava porre più a se stessa che a Raiden. Abbassò lo sguardo mentre tentava di rifletterci sopra, deglutendo appena. Non era semplice parlarne in termini così semplici dopo la notte che avevano passato, non a caso si massaggiò il collo, scoccando la lingua contro i palato, tentando di mantenere il tutto su un territorio il più possibilmente neutro, seppur neutro non lo era davvero. Istintivamente il suo sguardo prese a osservare la figura di Raiden dalla testa ai piedi. La sua posizione rilassata con le gambe appena divaricate, le braccia appoggiate sui braccioli e lo sguardo issato su di sé. Sapeva la stesse ascoltando. Su quelle cose era sempre estremamente attento. Si inumidì le labbra prima di prendere iniziativa prima ancora di contare fino a dieci, facendo il giro del tavolo per sedersi sulla sua gamba.
    « Posso stare qua? » Chiese quindi, osservandolo con un'espressione ingenua, mentre gli gettava le braccia al collo, ricercando la sua vicinanza. Non era solo un modo per mostrargli affetto. Rifugiarsi nell'abbraccio di lui era un modo per nascondersi, forse per evitare il suo sguardo. I liked that time.. very much. I mean.. maybe I wasn't seeing everything clearly.. with the right prespective.. but I think.. Deglutì ancora una volta staccandosi per guardarlo negli occhi. Non era semplicissimo parlare di quelle cose senza l'ausilio dell'alcol e dei fiumi di lussuria. Sentiva come se si stesse mettendo a nudo senza alcun paracadute. In quel discorso non c'erano scuse, non c'erano maniere per sciogliersi. E Mia, quella piacevole tensione relegata a quella loro sfera riusciva a sentirla ancora di più in quel momento. I think you were.. you were my daddy already. Si stringe nelle spalle abbassando lo sguardo. Non sapeva come avrebbe preso quelle parole. Suonavano strane? Lo avrebbe fatto allontanare? Gli sarebbe piaciuto? Non lo sapeva. Poteva solo essere sincera dalla sua. In fondo era ciò che gli aveva promesso, e forse ciò di cui avevano bisogno. It felt really good.. it's nice when you want to spoil me. I feel so close to you.. I don't know, maybe it's stupid, but.. yeah. That's it. Temeva di mettergli troppa pressione addosso. Non voleva certo farlo sentire più responsabile delle sue emozioni più di quanto già non lo fosse. Forse non era propriamente giusto mostrarsi così vulnerabile ai suoi occhi, ma Mia sentiva di averne bisogno. A volte abbiamo semplicemente bisogno di essere così, immagino.. vulnerabile. Io mi fido di te. Mi fido tantissimo. Deglutì, Mia, e chiuse gli occhi mentre intrecciava le dita a quelle di lui. Sollevò lo sguardo nel suo, la mano libera ad accarezzargli prima la guancia, per poi iniziare a lasciargli dolci carezze sui capelli e sulla nuca. But I don't want you to feel weird about it - I'm so scared that one day you will wake up and think that I'm trying to make you some kind of susbstitute for.. others. Mia aveva bisogno di dirgliele quelle cose. Aveva bisogno di accertarsi che ciò che ora sentiva non sarebbe diventato strano col passare del tempo. I feel like the things between us are so different. I mean it's sexual, but sometimes it's not at all, but it still is.. Sospirò profondamente osservandolo con un'espressione un po' confusa e spaventata. Tutte quelle pulsione vivevano in lei anche mentre ne parlavano in apparente tranquillità. I don't know if it makes any sense but I want it too.. sometimes I just need you.. so.. so much. For no specific reason. I just want you.. like the other night.. like that time at the mall.. or the night after the graduation and.. like.. Le sue attenzioni, le sue carezze. Voleva sentire la sua voce, abbracciarlo, parlare anche senza dire nulla di significativo. C'erano volte in cui Mia si sentiva semplicemente dipendente dalla sua presenza al punto da essere disposta a restargli sempre incollata. Non si stancava, non si annoiava mai, non aveva bisogno dei suoi spazi. Se avesse potuto lo avrebbe soffocato con le su attenzioni e il suo affetto. Di scatto ispirò profondamente mordendosi il labbro inferiore. ..like the night after the occupation. Abbassò lo sguardo arrossendo violentemente. Che quella volta non fosse completamente tagliata da quella dinamica ormai era stato un certo qual modo appurato e dichiarato nell'esatto momento in cui Raiden le aveva regalato quella spazzola. Sul momento Mia aveva tentato di ignorare la questione, ma che quella notte ci fosse stato qualcosa di fuori dagli schemi lo sapeva anche troppo bene. Non aveva più guardato la sua spazzola con gli stessi occhi, un po' perché aveva guardato alla questione già sul momento con occhi ben più maliziosi di quanto la situazione si era infine dimostrata, e un po' perché paradossalmente, per quanto dolce, quel momento era risultato anche migliore di quanto si sarebbe aspettata. But I want to do things for you as well.. I mean.. I don't want you to think that I'm just taking and not giving anything back. Si stringe nelle spalle inumidendosi le labbra. Di quello, Mia era particolarmente preoccupata. You still like it when I take care of you right? Istintivamente prese a carezzargli i capelli con ancora più foga, sorridendogli appena. Sapeva quanto gli piacesse, quanto amava la gentilezza che Mia esercitava nei suoi confronti. I want to show you my gratitude.. take care of your needs and what you want, you know? Not only sexually.. Pausa. Would you tell me, if I'm not doing enough? Or.. if I do something wrong.. Lasciò che il silenzio si sedimentasse tra loro mentre tornava ad avvolgergli le braccia attorno al collo, nascondendo il volto nell'incavo del collo di lui. Forse aveva di nuovo bisogno di nascondersi, o forse aveva bisogno di una piccola pausa da quei discorsi. Forse nessuna delle due; forse aveva solo bisogno della sicurezza che le infondeva quell'abbraccio. « Forse oggi possiamo fare un altro tentativo? Di compere intendo. Magari la prenderò nella giusta prospettiva. Mi piacerebbe andare a vedere un po' di cose carine.. e poi sarebbe bello scegliere anche qualche ricordo per i nostri amici. » Non si torna dalle vacanze a mani vuote. « E poi io ho proprio bisogno di una scusa per andare a far ubriacare Veronica, Nessie e Alyssa per farle sfogare un po'.. forse anche per portarle a insultarmi. » Visto l'umore generale, non mi stupirei affatto. « Ti va? Hai detto che sull'isola principale ci sta ogni sorta di negozio.. magari ne troviamo pure qualcuno di più particolare.. chissà! »



     
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    « Ti ho fatto una sorpresa. » Il tono di Raiden era piuttosto titubante, velato da un accenno di timidezza e nervosismo mentre si rigirava tra le mani il piccolo pacchettino che teneva nascosto dietro la schiena. Con Yuki si sentiva perennemente in alto mare: era la sua prima fidanzata e quel tipo di rapporto era quanto di più inesplorato e diverso dal normale Raiden potesse concepire. Tre quarti delle volte non sapeva come comportarsi, se dire ciò che pensava, se tenerselo per sé, se darle un bacio o rimanere sulle proprie. Yuki gli piaceva davvero tanto: era carina, gentile, aveva tante cose intelligenti da dire ed era estremamente dolce. Agli occhi del quindicenne, la compagna era perfetta - una creatura meravigliosa che per qualche strana ragione aveva deciso di pescare proprio lui e dire "sì, voglio dare proprio a lui il mio primo bacio". Era cominciata così, ad una piccola festicciola di inizio anno, con uno stupido gioco di Pocky. Quando Yuki era stata decretata come sua opponente, Raiden si era già messo in testa di mollare a metà pocky per risparmiarsi dall'imbarazzo che avrebbe provato quando sarebbe stata lei a scansarsi per evitare un bacio (qualcosa che il giovane Yagami non metteva in dubbio e di cui, anzi, era immotivatamente certo). Tuttavia le cose erano andate diversamente e prima che il ragazzo potesse battere la ritirata, la compagna aveva dato un morso più grosso al pocky e le loro labbra si erano trovate incollate. Il modo in cui lei aveva ridacchiato gioiosa una volta allontanatasi, guardandolo da sotto le ciglia mentre un lieve rossore le colorava le guance, aveva portato il cuore del quindicenne a battere incontrollato. Ci era tuttavia voluto un bel convincimento da parte degli amici per fargli entrare in testa che quello non fosse un incidente e che Yuki avesse fatto tutto apposta, e solo a fine festa, quando lei era in procinto di andarsene via con le proprie compagne di stanza, Raiden aveva trovato il coraggio di rincorrerla per chiederle se le andasse di studiare insieme il pomeriggio seguente. Già - ci erano volute ore per studiarsi un invito che potesse mostrare il proprio interesse senza mostrarlo troppo e senza sembrare un maniaco. Il grosso sorriso di Yuki e il modo veloce in cui aveva annuito tutta convinta riuscì tuttavia a togliergli un macigno dal cuore. Da lì, pian piano, cominciarono a frequentarsi sempre di più finché, dopo alcune settimane, la loro non divenne ufficialmente una relazione. Yuki andava a tutte le sue partite di Quidditch, era sempre la prima ad arrivare sugli spalti, sempre la più vocale nel tifare per lui e sempre la più premurosa nel congratularlo o nel consolarlo a seconda dell'esito. Andava tutto a gonfie vele e questo, se possibile, metteva solo più paura addosso a Raiden, che temeva il giorno in cui avrebbe detto o fatto la cosa sbagliata, portando la ragazza a bidonarlo. Per come la vedeva lui, la cosa era inevitabile. Anche perché lei non è mai attenta. È così dolce e innocente - a me piace tantissimo. Però quando mi abbraccia forte o quando si siede sulle mie gambe o quando mi dà tutte quelle carezze tenere.. insomma.. cioè, è naturale che io mi senta in un certo modo. E prima o poi arriverà il giorno in cui lo capirà. Raiden si immaginava quel momento come la scena drammatica di un film: l'improvviso inorridirsi nell'espressione di Yuki seguito dal sonoro schiocco di una cinquina sulla propria guancia. E allora, nel tentativo di scongiurare il più possibile quel momento, il giovane Yagami si impegnava al massimo per essere il fidanzato perfetto - o almeno ciò che lui credeva fosse il fidanzato perfetto. Riempiva Yuki di attenzioni, si sforzava a notare ogni cambiamento nel suo aspetto e nel suo umore, le faceva domande sui suoi interessi e la riempiva di regali. Tentativi un po' immaturi e maldestri i suoi, che lei tuttavia sembrava apprezzare. E più Raiden andava avanti a farne, più dentro di sé sentiva uno strano senso di appagamento che all'epoca non riusciva bene a spiegarsi. Gli piaceva fare quelle cose, adorava vedere l'effetto che avevano su di lei e la felicità che riusciva a scatenare. Saperla felice, e in particolare saperla felice per causa propria, era quanto di più soddisfacente ci fosse. In quei momenti, Raiden si sentiva in pace, perché sotto sotto, senza saperlo, non credeva di meritare l'affetto di Yuki per ciò che era, ma era convinto di doverle continuamente dimostrare che non si era sbagliata a scegliere lui - di doverselo guadagnare per scongiurare il terrore di perderlo da un momento all'altro.
    « Cos'è? Cos'è? » Yuki si sollevò sulle punte dei piedi, cercando di sbirciare dietro la schiena del ragazzo. Era decisamente adorabile. Un sorriso tenue si disegnò sulle labbra di Raiden mentre si stringeva appena nelle spalle. « Nulla di che. Solo un pensiero. » Nonostante le avesse già fatto un regalo di Natale, tornare dalle vacanze a mani vuote era decisamente fuori discussione. Le mostrò dunque il pacchettino, porgendoglielo con entrambe le mani solo per vederselo togliere velocemente dal palmo come una ghianda messa sotto il naso di uno scoiattolo affamato. Non appena gli occhi della ragazza incontrarono il luccichio del piccolo ciondolo a forma di fiore di loto uno squittio acuto fuoriuscì dalle sue labbra. « Oddio Raiden, ma è bellissimo! Mi piace da morire. » Si strinse il pacchettino al petto, sollevando lo sguardo estasiato in quello di lui. « Grazie. » Il giovane Yagami le rivolse un sorriso a trentadue denti, sentendo la tensione sciogliersi pian piano dalle proprie spalle nel vedere l'espressione di genuina felicità sul volto della fidanzatina, che continuava a fissarlo come se fosse l'unico ragazzo sulla faccia della Terra. « Voglio indossarlo subito. » proferì poi, decisa, sbattendo piano le ciglia con un'allusività che Raiden non colse prima di voltarsi di schiena rispetto a lui e tirarsi su i capelli, scoprendo il collo. « Mi aiuti.. senpai? » Nel giro di qualche anno, quando Raiden si sarebbe trovato ad Iwo Jima senza presenza femminile intorno e con tempo a sufficienza per riflettere, il giovane sarebbe volentieri tornato indietro nel tempo per prendersi da solo a sprangate sulle gengive per non aver colto l'ovvio invito di Yuki. Lì sul momento, tuttavia, tutto ciò che Raiden provò furono vergogna e senso di colpa nei confronti dei pensieri che la ragazza gli aveva scatenato con quella che lui credeva fosse beata innocenza. Quel modo in cui lei lo aveva chiamato, però, fece inconsciamente breccia nel suo cuore, scaldandolo in maniera inedita. Non era solo il nominativo - quello gli veniva rivolto più volte - ma il tono e le circostanze che lo incorniciavano a farlo sentire così stranamente bene.

    So.. you want to spoil me? ..be my daddy and take care of me? Passati ormai diversi anni e con più esperienza sulle spalle, Raiden riusciva ora a capire molte delle ragioni alla base del proprio comportamento e di ciò che aveva sempre inconsciamente ricercato in una relazione. Volersi prendere cura di una ragazza, coccolarla e viziarla - quelle cose erano sempre state presenti in lui, che tuttavia le aveva lette o come circostanziali o come qualcosa di poco degno di nota. Erano invece importanti - più importanti di quanto credesse. L'idea di poter rendere felice la donna che amava, di vedere un sorriso sulle sue labbra e sapere di esserne l'artefice era quanto di più assuefacente ci fosse. Forse, sotto sotto, Raiden sentiva ancora di doversi mostrare degno dell'amore che gli veniva dato. D'altronde, in seguito alla perdita del padre, ne aveva ricevuto ben poco e qualunque cosa vagamente positiva aveva dovuto guadagnarsela con le unghie e con i denti, traviato dall'idea perversa di non essere mai abbastanza. Annuì dunque alle domande di Mia, strofinando di rimando il naso contro quello di lei mentre un piccolo sorriso gli increspava le labbra. Then.. right now, you know what I would like? Di certo, a giudicare dalle movenze di Mia, Raiden si sarebbe aspettato di tutto tranne che Food! I'm starving! Roteò gli occhi divertito, mischiando un piccolo sbuffo a una risata mentre assestava una pacca non troppo forte sulle natiche di Mia in procinto di raggiungere il cibo. See? Always a tease. Ridacchiò, scoccandole un occhiolino mentre la aiutava a portare la colazione in veranda. Nulla di paragonabile alle abbondanti colazioni tradizionali che serviva nonna Yagami, ma pur sempre qualcosa. « È buonissimo! Questa salsa di soia è proprio diversa. » « Te l'avevo detto - è proprio un'altra cosa. Cioè, alla fine sono le stesse cose che faccio quando siamo a casa però gli ingredienti - eh, è un'altra storia! » Piazzò una bella cucchiaiata di riso sull'alga, inghiottendola poi in un sol boccone. Gli erano mancati quei sapori; in Inghilterra si trovava quasi tutto, ma non c'era la stessa freschezza e autenticità dei prodotti locali. E soprattutto, almeno a detta sua, il piccante non era mai abbastanza piccante. « Coooomunque.. rispetto al discorso di prima.. » Gli occhi di Raiden si sollevarono velocemente dal piatto a quelli di Mia, scrutandola attenti. « Piace anche a me.. un po' tutto. Cioè non sapevo come sarebbe stato quando ci saremo arrivati.. se sarebbe successo.. però, mi piace. A me dà un senso di pace.. e di.. sicurezza? » Il giovane Yagami non sembrava provare imbarazzo di fronte a quel discorso - non adesso che avevano capito la propria dimensione, quanto meno. Le sorrise, genuino, sentendo un guizzo di appagamento nel riscontrare quei sentimenti nell'animo di lei. Per quanto eccitante potesse essere quella loro dinamica, per lui non si trattava esclusivamente di sesso; il suo bisogno era più profondo, e sapere di instillarle un senso di sicurezza era forse quanto di più appagante potesse concepire. A più riprese le aveva detto quanto desiderasse esattamente ciò: farla sentire al sicuro - amata e protetta. « Posso stare qua? » Al modo in cui Mia si inumidì le labbra, la lingua di Raiden sembrò rispondere automaticamente, facendo lo stesso mentre il suo sorriso si increspava su un'accento più malizioso al farle spazio sulle proprie gambe. Poggiò le posate sul tavolino, passando un braccio attorno alla vita di lei per assicurarla più stretta a sé mentre l'altra mano si posava delicatamente sul suo ginocchio. I liked that time.. very much. I mean.. maybe I wasn't seeing everything clearly.. with the right prespective.. but I think.. I think you were.. you were my daddy already. Quella volta - quella in cui erano andati a fare shopping - Raiden aveva avuto in parte la prova di ciò che forse subconsciamente già sapeva. Era stato un tentativo, un modo per capire se la sua intuizione fosse giusta, se fosse proprio quella la loro strada. E il tentativo si era rivelato più di quanto lui stesso si aspettasse. Era stato bene quel pomeriggio: passeggiare con lei tra i negozi e lasciarle scegliere ciò che più le piaceva lo aveva fatto sentire in pace con se stesso. C'era qualcosa di estremamente appagante nel dedicarsi completamente a lei e sentirsi capace di darle ciò che desiderava. It felt really good.. it's nice when you want to spoil me. I feel so close to you.. I don't know, maybe it's stupid, but.. yeah. That's it. Annuì, posando un piccolo bacio sulla tempia di Mia. It's not stupid. I feel the same way. I like to.. do things for you. Fare cose per lei, a volte anche più di quanto fosse effettivamente necessario. A Mia, d'altronde, non era mai importato di essere riempita di regali o cose del genere. Però fare qualcosa in più a volte fa la differenza. E io voglio fare la differenza. Voglio davvero farti capire quanto ci tengo a te e quanto tu sia speciale. Non voglio darti per scontata. Quindi sì, forse tutte quelle attenzioni non erano strettamente necessarie, ma lui si sentiva comunque di dargliele. Lasciò che le carezze di lei portassero nel suo cuore quel noto senso di pace e affetto, senza nasconderle nulla di ciò che provava a quei contatti così dolci e di cui aveva così tanto bisogno. But I don't want you to feel weird about it - I'm so scared that one day you will wake up and think that I'm trying to make you some kind of susbstitute for.. others. Aggrottò istintivamente la fronte. Non aveva mai visto la situazione sotto quella prospettiva - in primis perché non credeva che i loro bisogni fossero dovuti all'assenza fisica di chi era venuto a mancare, ma piuttosto ad altri vuoti. Che entrambi avessero bisogno di affetto era chiaro. Che entrambi volessero sentirsi amati e apprezzati lo era altrettanto. E forse la scomparsa prematura dei loro padri aveva avuto qualcosa a che fare con la nascita di quelle necessità, ma non era quello il nocciolo della situazione - non ai suoi occhi, quanto meno. I feel like the things between us are so different. I mean it's sexual, but sometimes it's not at all, but it still is.. I don't know if it makes any sense but I want it too.. sometimes I just need you.. so.. so much. For no specific reason. I just want you.. like the other night.. like that time at the mall.. or the night after the graduation and.. like.. like the night after the occupation. Sospirò, mordendosi il labbro inferiore come a frenarsi dall'abbracciarla troppo forte o baciarla troppo spudoratamente. Non avrebbe saputo descrivere l'intensità del sentimento che le parole di lei gli provocarono: era felicità, era amore, era appagamento ed era anche molto di più. Sentirsi non solo amato, ma addirittura qualcuno di cui lei sentiva bisogno, era quanto di più bello potesse esserci. Ed è diverso. È diverso quando qualcuno ha bisogno di te perché ti è in qualche maniera dipendente, e quando invece sente bisogno perché ti vuole e basta. Raiden, nella propria vita, non si era mai davvero sentito voluto o amato. Le persone volevano stargli intorno per motivi precisi, spesso relegati all'ottenimento di qualcosa. Nel restante dei casi, invece, veniva trattato come se la sua persona valesse poco o nulla, come se nessuna dimostrazione sarebbe mai stata sufficiente a meritargli quel riconoscimento che bramava - ad essere visto. Col tempo aveva imparato a fregarsene del giudizio altrui, ma quei bisogni non se ne erano andati - piuttosto, erano migrati più in profondità. Raiden voleva che Mia lo vedesse: che capisse quanto l'amava e quanto affetto aveva da donarle, voleva dimostrarle di meritarsi quelle premure così tenere che lei gli dedicava, dandogliene altrettante se non di più. Perché sapere che lei fosse felice con lui lo rendeva di rimando l'uomo più felice sulla faccia della Terra. But I want to do things for you as well.. I mean.. I don't want you to think that I'm just taking and not giving anything back. You still like it when I take care of you right? I want to show you my gratitude.. take care of your needs and what you want, you know? Not only sexually. Would you tell me, if I'm not doing enough? Or.. if I do something wrong.. Tirò un piccolo sospiro, stirando le labbra in un sorriso gentile mentre annuiva piano, appoggiando poi la guancia sul capo di lei nel cullarla piano al proprio petto. You already do more than enough for me, baby. I just.. I just like to make you smile and feel loved. Seeing you happy - with me - it's the best reward I could ever ask for. Fece una breve pausa, stampandole un bacio tra i capelli. But I still like it when you take care of me. When you are sweet with me. It feels really good. « Forse oggi possiamo fare un altro tentativo? Di compere intendo. Magari la prenderò nella giusta prospettiva. Mi piacerebbe andare a vedere un po' di cose carine.. e poi sarebbe bello scegliere anche qualche ricordo per i nostri amici. E poi io ho proprio bisogno di una scusa per andare a far ubriacare Veronica, Nessie e Alyssa per farle sfogare un po'.. forse anche per portarle a insultarmi. Ti va? Hai detto che sull'isola principale ci sta ogni sorta di negozio.. magari ne troviamo pure qualcuno di più particolare.. chissà! » Si voltò a guardarla, annuendo convinto. « Certo che mi va. Possiamo anche scegliere un bel regalo da riportare a coniglietto. » Sorrise, inclinando leggermente il capo di lato mentre il pensiero del piccolo portava una nota un po' dolceamara sulla sua espressione, legata anche al ricordo di ciò che aveva letto poco prima nelle notizie del giorno. « Mi manca. » Ammise con un lieve sospiro. « Mi manca davvero tanto il nostro piccolino. » Una parte di lui non vedeva l'ora di riabbracciarlo, tenendoselo stretto al petto mentre gli canticchiava una ninnananna e gli posava piccoli baci sulla testolina profumata. L'altra, tuttavia, sapeva di necessitare di quella pausa - non tanto da Haru, quanto da tutto il resto - per poter poi ritornare nella migliore delle sue forme. E poi ne abbiamo bisogno noi, come coppia. È vero che adesso siamo genitori, ma non siamo soltanto quello, e il nostro rapporto ha tanto bisogno di cure quanto ne ha bisogno il nostro fagottino. « Però adesso voglio dedicarmi completamente a te, ok? Sei tu la priorità. » disse, sciogliendosi in un sorriso più sereno mentre le carezzava una guancia, sporgendosi a posarle un bacio sulle labbra. Raiden aveva insistito più di tutti su quella vacanza, forse perché sapeva che ad averne bisogno era in primis Mia. Passare per gli stadi della gravidanza e del parto non era semplice, diventare mamma nemmeno, e l'ultima cosa che Raiden voleva era farla sentire messa da parte - incapsulata in un ruolo che la riduceva semplicemente a madre di suo figlio. « E vorrei davvero che anche tu ti sentissi la priorità. » Sospirò piano, appoggiando la fronte contro quella di lei mentre tuffava lo sguardo nel suo, come a volerle mutamente comunicare quanto intensamente intendesse quelle parole e il sentimento che le faceva nascere. I don't want to take anyone else's place. I don't even think that's such thing is possible in the first place. Le persone non sono sostituibili - non puoi semplicemente rimpiazzarle con qualcun altro e far finta che sia la stessa cosa. Ma pure se fosse stato possibile, Raiden non avrebbe voluto comunque farlo. I want to have my own special place in your heart. Gli angoli delle sue labbra si incurvarono istintivamente mentre le sue dita tracciavano delicate il profilo di lei, scostandole qualche ciocca ribelle di capelli per riportarla al proprio posto.
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    When you call me your daddy.. for me it's like saying that you love me. Lo confessò come se fosse un qualche peso che si portava sul petto e che sentiva il bisogno di comunicarle. But different - more intimate. I feel actually loved, and acknowledged and.. and deserving of all the happiness you've brought into my life. Pur nel tentare di spiegarle cosa provasse, gli sembrava di aver solo toccato la punta dell'iceberg. C'era così tanto dietro quelle parole, c'erano sentimenti così profondi e intensi di cui nemmeno lo stesso Raiden era completamente consapevole. C'erano strati su strati di bisogni e di mancanze, di dolcezza e di tristezza. Sospirò a fondo, premendo ancora la propria fronte contro quella di Mia, quasi si aspettasse di passarle per osmosi i propri pensieri alla stessa maniera delle proprie emozioni. It's like.. I love you so much, I have so much love and affection to give you and this is kinda the only way I know to really.. fully express it. Aggrottò leggermente le sopracciglia, come se ci stesse riflettendo estremamente a fondo. I-I don't think it's even a kink, maybe. I just feel like.. that's how I am? And it gets all weirdly mixed up because it's not really sexual but it also kinda is. I mean.. when you get so sweet with me it warms my heart but at the same time it makes me wanna fuck you so hard. Rise delle proprie stesse parole, aggrottando la fronte in un'aria confusa come a mostrarle quanto lui stesso trovasse la cosa un po' paradossale. Eppure aveva senso. Almeno per lui era così. Nel morire di quella risata, si ritrovò a mordicchiarsi il labbro inferiore, scuotendo leggermente il capo prima di far saettare gli occhi in quelli di Mia. You're really fucking sexy when you get all cute and sweet. Sciabolò le sopracciglia con aria maliziosa, passandosi lentamente la lingua sulle labbra prima di darle un piccolo colpetto sulla coscia, intimandola così all'improvviso ad alzarsi. « Va bene, dai. Vado a farmi la doccia e vestirmi. Preparati che tra una ventina di minuti andiamo. »
    [..] Avevano raggiunto l'isola principale tramite passaporta, atterrando in una viottola poco affollata al limitare del centro città. Rispetto all'isoletta che avevano scelto, questa era decisamente più trafficata e in pochi sembravano effettivamente curarsi della loro presenza, indaffarati com'erano nelle loro faccende quotidiane. « Allora.. io direi che possiamo farci un giro al centro commerciale e poi per pranzo mangiare al mercato del pesce sulla spiaggia. Che ne dici? Perché i ristoranti.. mh, sì, sono buoni, però il vero sapore del Giappone sta alle bancarelle di cucina al mercato. » Tutte quelle pietanze di cui le aveva parlato a più riprese venivano da quei luoghi che spesso i turisti ignoravano, optando per la comodità di un ristorante e pensando - forse un po' ingenuamente - che quelle bancarelle e quelle locande familiari fossero di scarsa qualità. In realtà è tutto l'opposto: più è bello il ristorante e più fa schifo il mangiare. Mano nella mano attraversarono quindi le strade del paese, mentre Raiden le indicava questa o quella bancarella, spiegandole alcune usanze e curiosità che nel tempo non aveva avuto modo di raccontarle; il tutto finché non arrivarono finalmente al centro commerciale, infilandosi nell'edificio pieno di negozi di ogni tipo. « A te la scelta: da cosa vuoi cominciare? Vestiti? Accessori? Souvenir? » Si voltò a guardarla, curioso, con un sorriso sereno in volto, mentre si avvicinava di un passo. Si fermò di fronte a lei, osservandola in silenzio per qualche istante prima di sistemarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Are you gonna choose something pretty to wear?

     
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    « Certo che mi va. Possiamo anche scegliere un bel regalo da riportare a coniglietto. » Stare lontana da Haru non le piaceva. Quando Raiden e Mia avevano parlato di quella vacanza, la giovane Yagami aveva persino considerato la possibilità di portare il piccolo con loro. Tuttavia, i suoi sogni erano stati ben presto infranti. Haru aveva bisogno di cure costanti. Per lui, trovarsi nelle Highlands, o a Osaka, o su un isola sperduta faceva ben poca differenza finché poteva mangiare e riposare in pace. Probabilmente l'aria di mare gli avrebbe fatto tanto bene, ma i suoi genitori avevano seriamente bisogno di una pausa, non solo dal loro ruolo di genitori, che non sembrava pesare a nessuno dei due, quanto piuttosto dalle follie che li circondavano. I parenti, le responsabilità, la tensione che si respirava nelle Highlands. Raiden aveva bisogno di una pausa dal lavoro, e Mia aveva bisogno di respirare e ricongiungersi con se stessa e la sua dolce metà prima di rimettersi in moto. « Un piccolo peluche da abbracciare prima di andare a dormire? » Mise su un broncio intenerito mentre gli accarezzava la guancia con dolcezza, sbattendo le ciglia un po' commossa all'idea di quell'immagine. Il loro piccolo fagottino era la cosa più tenera di sempre e a Mia suscitava sempre un senso di profondo affetto e dolcezza che in quel momento le provocò un misto di tristezza e mancanza. « Mi manca. Mi manca davvero tanto il nostro piccolino. » Già. Non a caso annuì, deglutendo. Aveva voglia di riempirlo di teneri bacini, tenerselo stretto al petto e farlo dormire con loro sul lettone solo per osservarlo mentre muoveva le bracine e le gambette in maniera un po' impacciata succhiandosi di tanto in tanto il pollice. Non l'aveva lasciato a cuor leggero. Semmai, ci aveva pensato e ripensato, specialmente al momento della partenza quando si era staccata da lui con non poche reticenze. Nonostante fosse entrato nella sua vita da poco tempo, il piccolo Haru sembrava ormai una specie di estensione naturale di sé. Sapeva stesse bene, altrimenti avrebbe sentito qualcosa. Ogni qual volta il bimbo aveva qualche disconforto, Mia sembrava avvertirlo in anticipo, quasi come se fosse il suo. Stare poi quasi costantemente a contatto, grazie anche al legame che li univa, portava la giovane Yagami a vivere quasi in simbiosi con il piccolo. Sulla questione, persino il pediatra li aveva avvertiti: il bimbo doveva imparare a vivere lontano dalla sfera emotivo dei genitori. Per quanto un legame molto stretto è auspicabile, esagerare può diventare problematico, creando una serie di scombussolamenti psicologici per tutta la famiglia. L'idea di prendersi una pausa e partire aveva a che fare anche con questo. Tutti loro dovevano imparare a vivere senza stare sempre a contatto, e una volta tornati a casa, con il probabile reinserimento a lavoro di Raiden, anche i due sposini avrebbero dovuto cominciare a distaccarsi. « Però adesso voglio dedicarmi completamente a te, ok? Sei tu la priorità. E vorrei davvero che anche tu ti sentissi la priorità. » Istintivamente Mia gli gettò nuovamente le braccia al collo. Per quanto sapesse che lei a sua volta doveva ricominciare a muoversi, non voleva ancora pensare al momento in cui lentamente quella bolla si sarebbe esaurita, portando entrambi a dedicarsi sempre di più alle loro singole responsabilità. Sarebbe stato un rientro progressivo, non di certo improvviso, ma Mia aveva comunque un po' paura di uscire nuovamente dal suo piccolo mondo. Dentro casa, assieme al loro piccolo fagottino, o lì - su un'isola deserta, lontani dalla realtà - le cose sembravano semplici e ogni problema appariva gestibile. Nella loro quotidianità nulla era altrettanto semplice. C'è sempre un attacco, un imprevisto o un'altra fottuta incursione della loggia da gestire. Sospirò osservandolo con un'espressione un po' preoccupata, pur tentando di restare serena. Non si sarebbe rovinata il presente con l'idea di un futuro ancora incerto. Ciò che non poteva controllare, non era una cosa che doveva riguardarla in quel momento. Gli stampò quindi un bacio all'angolo della bocca annuendo. « Lo siamo entrambi. Siamo noi la priorità, capito? » Posò le labbra su quelle di lui, strofinando poi il naso contro il suo, sorridendogli. Mia non era l'unica ad aver bisogno di una pausa; anche Raiden aveva passato un periodo non indifferente. Tolta la cura che aveva dovuto osservare negli ultimi mesi della sua gravidanza e durante il primo mese dopo il parto, il giovane aveva anche dovuto confrontarsi con diverse responsabilità, a partire dall'operazione che aveva portato all'occupazione di Hogwarts, e che l'aveva scombussolato non poco. Per quanto subito dopo i due erano riusciti a trovare il proprio equilibrio, era certa che anche lui avesse bisogno di una pausa, di un momento in cui riprendere contatto con se stesso e con ciò che per lui era più significativo. Quella vacanza era un momento di ricongiungimento per entrambi, un modo per ritrovare se stessi, raccontarsi da capo, conoscersi meglio, scoprire cose che forse in passato non hanno avuto né modo, né tempo di esplorare. I don't want to take anyone else's place. I don't even think that's such thing is possible in the first place. I want to have my own special place in your heart. Non a caso lo lasciò parlare, accarezzandogli con dolcezza i capelli e dandogli spazio di esprimere tutto ciò che pensava e sentiva. Era evidente ne avesse bisogno. Raiden non era mai stato così loquace, forse perché in fondo, su certe questioni nessuno dei due si è davvero dato la possibilità di esserlo. Le cose andavano a gonfie vele tra loro; era solo naturale pensare che non ci fosse poi molto da dire rispetto a ciò che provavano e ciò che si dimostravano a gesti ogni giorno. E invece c'è bisogno.. a quanto pare, non solo da parte mia. Quella era una preoccupazione che aveva parecchio frenato Mia. Raiden era parecchio trasparente su ciò che desiderava, ma forse il punto non era tanto raccontare ciò che si vuole, quando accedere insieme a qualcosa che prima nessuno dei due ha seriamente contemplato. You have it. You know you do.. how could you not?! Gli diede un leggero buffetto sulla guancia, ridacchiando appena. When you call me your daddy.. for me it's like saying that you love me. But different - more intimate. I feel actually loved, and acknowledged and.. and deserving of all the happiness you've brought into my life. It's like.. I love you so much, I have so much love and affection to give you and this is kinda the only way I know to really.. fully express it. I-I don't think it's even a kink, maybe. I just feel like.. that's how I am? And it gets all weirdly mixed up because it's not really sexual but it also kinda is. I mean.. when you get so sweet with me it warms my heart but at the same time it makes me wanna fuck you so hard. E lo ascoltò Mia, giocherellando distrattamente con le sue dita intrecciate alle proprie, mentre lo osservava, distogliendo di tanto in tanto lo sguardo dal volto di lui per concentrarsi su altri piccoli particolari. La sua mano intrecciata alla propria, il braccio di lui avvolto attorno ai suoi fianchi, i capelli che gli ricadevano teneramente sulla fronte. Poi tornava a ricercare le sue espressioni, le sue reazioni a ogni parola che esordiva. Non era mai stato così aperto riguardo ai suoi sentimenti, seppur Mia fosse perfettamente consapevole che ci fossero. Poteva percepire quanto fossero intensi, quanto le voleva bene e quanto per lui ciò che stavano costruendo era fondamentale. Poi scoppiò a ridere, arrossendo appena. You're really fucking sexy when you get all cute and sweet. « Va bene, dai. Vado a farmi la doccia e vestirmi. Preparati che tra una ventina di minuti andiamo. » « Dai però.. getti le bombe così e poi ce ne andiamo? » Alzò gli occhi al cielo osservandolo intento a dare seguito a quanto detto. « Va bene eh! Sappi che me lo ricorderò! »
    « Allora.. io direi che possiamo farci un giro al centro commerciale e poi per pranzo mangiare al mercato del pesce sulla spiaggia. Che ne dici? Perché i ristoranti.. mh, sì, sono buoni, però il vero sapore del Giappone sta alle bancarelle di cucina al mercato. » Era un ottimo piano, non trovò quindi motivo alcuno per sottrarvisi. Riusciva già a sentire l'odore del pesce fresco appena pescato. Quella era una peculiarità con cui Mia in primis era cresciuta e sapeva apprezzare. Nella Riserva di New Orleans il pesce era alla base dell'alimentazione. Gli anziani uscivano la mattina presto per inseguire le prime ore dell'alba e procacciare pesce a sufficienza per il mercato. Il Gumbo, la zuppa di pesce e le ostriche sono alla base della sua cucina - concezioni davvero diverse del cibo, rispetto a quelle del Giappone, con piatti molto più elaborati e ricchi di sapori. Tuttavia, proprio per via di quella diversità, Mia non vedeva l'ora di conoscere di più quei sapori - piccanti per carità, ma non per questo meno buoni e soprattutto particolari. Parlarono proprio di quello mentre si dirigevano verso il centro commerciale e Mia ascoltò in maniera appassionata tutto ciò che il marito le raccontava in merito. « A te la scelta: da cosa vuoi cominciare? Vestiti? Accessori? Souvenir? » Are you gonna choose something pretty to wear? Un sorriso sornione si dipinse sul suo volto, osservandolo con un'espressione furbetta. Do we have a special occasion? Chiese sollevando appena il mento per osservarlo con un'aria curiosa. Anche precedentemente quando avevano fatto shopping, Mia gli aveva chiesto qualcosa di simile. Questa volta però, la domanda aveva un intento differente. Non si trattava di non voler comprare per non abbandonarsi a inutili sprechi, quanto piuttosto portare entrambi a lavorare di fantasia. We'll see. Maybe.. but first.. « Cominciamo da lì! » Un negozio di giocattoli in cui i due si fermarono per diverso tempo tra il reparto neonati, soppesando diverse cosine carine da portare ad Haru. Alla fine Mia aveva scelto un ciuccino a forma di farfalla color menta, un sonaglietto nuovo e un peluche morbidissimo a forma di coniglio. Il suo colore leggermente grigio bluastro l'aveva terribilmente intenerita. Riusciva già a vedersi il piccolino trascinarselo in giro per la casa tutto sorridente e pieno di energie. Tutte quelle immagini erano state condivise con Raiden, tra risate e momenti di pura tenerezza. Che non vedessero l'ora di veder crescere il loro fagottino era evidente. Mia voleva vederlo ridere, gattonare in giro per casa coi gatti e il coniglio, giocando energicamente con Kei. Voleva che iniziasse a dire le prime parole, che pasticciasse coi colori e riempisse la loro casetta di tanta felicità. Avevano perso tempo anche tra i giocattoli per i più grandi fantasticando su tutte le cose che avrebbero potuto comprargli e tutti i giocattoli che Haru doveva assolutamente avere. Non vedeva l'ora, Mia, di poterlo portare in quei negozi multicolori per fargli scegliere ciò che più gli piaceva. Aveva così tanta voglia di viziarlo e riempirlo di affetto e attenzioni. Soddisfatta di quei piccoli acquisti fu il turno di qualche regalo per i loro amici all'interno di un negozio dall'aria molto universale. Lì trovarono diverse cianfrusaglie carine e di poco conto che avrebbero fatto al caso loro. Ma fu quando si ritrovarono nella sezione casalinghi che Mia scoppiò a ridere prendendo da uno scaffale un paio di bacchettine per i bimbi che si infilò sulle dita, facendole scoccare sotto il naso del giovane Yagami. Avevano un gattino rosa all'estremità, così come rosa con tanti gattini era la custodia di plastica da cui erano accompagnate. « Lo sai.. tutto sommato non sono così malvagie. Devo ammettere che hanno il loro perché, non trovi? » Le osservò divertita prima di sollevare lo sguardo in quello di lui. Non sapeva esattamente quale reazione si aspettasse da quell'improvviso cambio di rotta che alludeva chiaramente a una serie di codici e parole d'ordine con cui entrambi iniziavano a famigliarizzare sempre di più. D'altronde, quella storia delle bacchette l'aveva iniziata proprio lui; immaginava che l'avrebbe solo divertito. Can I have them, daddy? Please? Asserì di scatto inumidendosi le labbra con un sorriso sornione prima di ricongiungere nuovamente le bacchette tra di loro sotto il naso di lui. « Sono molto carine, non trovi? Guarda ce ne sono un paio adatte anche per te! » E dicendo ciò sollevò di fronte ai suoi occhi un paio di bacchette molto simili che avevano in cima un porcellino con un capellino sportivo, di fronte alla cui immagine Mia scoppiò a ridere. Tra risate e qualche altro articolo strambo, alla fine si diressero verso la cassa, dove pagarono tutto ciò che avevano scelto per poi chiedere, come nel primo negozio, che il tutto venisse mandato direttamente al bungalow. Un servizio che Mia trovò quanto mai utile, soprattutto alla luce del fatto che avevano scelto davvero parecchie cose per diversi dei loro amici e parenti. So.. have you thought about this special occasion or should I choose whatever I want? Chiese di scatto mentre iniziavano a muoversi lungo le corsie del centro commerciale. Because I may have something in mind, but I don't want to be.. uhm.. a brat? Si strinse nelle spalle mentre inclinava appena la testa di lato incollandosi al suo braccio. Ovviamente non c'era nulla di più falso. Che Mia amasse provocare Raiden era ormai appurato e il più delle volte lo trovava davvero divertente. Tranne quando le cose si mettevano male proprio per lei.
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    I want to buy something there.. but I may need help Gli indicò subito un grosso negozio di intimo, osservandolo con un'espressione sorniona, inumidendosi appena le labbra mentre gli accarezzava il braccio con dolcezza. Big girl things. I've never bought any. C'era una certa curiosità nell'idea di entrare in un vero e proprio negozio di intimo. Non che non l'avesse mai fatto. Non l'aveva fatto con un intento specifico, piuttosto, e la maggior parte dell'intimo che possedeva, non era di certo fatto di quei pregiati materiali adatti alle occasioni speciali che si vedevano esposti in vetrina. Sapeva che Raiden avesse una predisposizione per un certo tipo di intimo - che non è affatto questo; a te piacciono i gattini, non i piazzi.. però, chissà! Magari mi sbaglio. Era curiosa di scoprire se lì dentro c'era qualcosa che potesse stuzzicarlo. A discapito di ciò che pensava, i commessi non fecero minimamente caso al fatto che i due avessero deciso di varcare la soglia di un negozio di intimo femminile insieme. Altrove probabilmente la cosa sarebbe stata vista con un po' di malizia, ma da quelle parti sembrava non fare alcuna differenza. Prese quindi a camminare tra le file di capi esposti, guardandosi a destra e a sinistra un po' divertita. Erano tutti carini, ma non poteva dire che fossero propriamente da lei. Forse per una sera o roba così, ma Mia sarebbe sempre tornata al suo intimo monocolore, talmente basic da risultare quasi triste. Sometimes it's nice to wear some lace, don't you think? Dicendo ciò gli mostrò un completino decisamente trasparente stringendosi nelle spalle, mentre cercava di capire le sue sensazioni di fronte all'immagine propostagli. Trovava sempre interessate capire cosa Raiden trovava eccitante e cosa nello specifico stuzzicava maggiormente la sua fantasia. But maybe it doesn't have enough straps? Continuò a camminare, alla ricerca di qualcosa di completamente all'opposto. Good girl (x) or really bratty (x)? Infine, dopo un po' di ricerche sollevò di fronte ai suoi occhi due stampelle dallo stile completamente differente. Evidentemente si divertita molto, considerando che prendeva quella situazione con un atteggiamento molto differente rispetto all'ultima volta. I like them both, but I don't know.. what do you think? Sbatté le ciglia con un espressione estremamente docile e apparentemente innocente, quasi come se stessero scegliendo tra due marche differenti di cereali e Mia fosse sinceramente confusa dalla questione. Since I can't decide, can I have them both? I like them very much. Avanzò un passo nella sua direzione. Mia non era mai stata una tipa da pizzi e lingerie, ma l'idea di farsi comprare qualcosa da lui la elettrizzava oltremodo. Voleva qualcosa di fuori dagli schemi, qualcosa che la facesse sentire diversa, forse più grande, più in linea con il ruolo che stava iniziando ad assumere. Era diversa, si sentiva diversa, e seppur con Raiden non potesse fare a meno di rimanere ancorata alla piccola ragazzina sbarazzina che rischiava di non passare i MAGO di DCAO, ciò non significava che non poteva avere voglia di indossare qualcosa di più femminile. Can you buy them for me, daddy? Inclinò appena la testa di lato, sorridendogli mentre lasciava scorrere le dita dal polso di lui lungo l'avambraccio tinto d'inchiostro. I'd like to wear one of them for you.. tonight.. if you like them. Si inumidì le labbra osservandolo con estrema attenzione, compiendo un altro passo nella sua direzione. You can choose the one you like the most. Unless.. Si guardò istintivamente intorno, seppur fosse consapevole del fatto che nessuno faceva caso a loro. Era strano il fatto che fosse così normale; da quelle parti comprare intimo col proprio ragazzo, specie se giovani, sembrava una cosa normale. Forse perché avevano anche un aspetto palesemente turistico. ..unless you want something even spiecier.. like the undies and.. other things we saw in that shop back home. Do you remember? When we were together but not-really-together? Scoccò la lingua contro il palato e inclinò la testa di lato. Di certo era stata una serata molto interessante. Particolare. Diversa. Ed era stata anche quella durante la quale Mia e Raiden hanno deciso di non lasciarsi mai più. It took you some time to put to use that thingy you bought for me there.. I mean really put to use.. Di colpo rimise le stampelle al proprio posto e scoppiò a ridere alzando le mani a mo di arresa, seppur fosse evidente che stesse cercando di provocarlo. I get it! You weren't ready! Sospirò attaccandosi al braccio di lui, mordendogli appena la spalla prima di ridacchiare. « Dico così per dire, magari più tardi, potremmo vedere se troviamo un posto del genere.. giusto per capire. Ci hai riso un sacco sopra su quello di Hogsmeade dicendo che era molto basic. Sarei proprio curiosa di vedere la differenza - per curiosità scientifica, ovviamente. Niente di più. » Gli rivolse un'espressione angelica prima di tornare a ridere spintonandolo appena per farsi spazio sotto il braccio di lui, incollandosi al suo fianco. « Che poi.. secondo te lo scantinato di Hogsmeade è ancora aperto? Sarebbe una gran perdita per la fauna locale. Te lo dico! Era preziosissimo anche solo per curiosare e farsi due risate. » Lei e le sue amiche, un po' stupidamente, qualcosa ne sapevano. Forse avremmo dovuto essere più spudorate in merito. In fondo, non c'è niente di male, e provare un po' di tutto è solo salutare. Finché non esageri..



     
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    Le prime tappe furono abbastanza semplici e Raiden ebbe come l'impressione che Mia volesse togliersi il pensiero di quei regali da fare il prima possibile, così da potersi poi dedicare a se stessa e a lui in maniera completamente spensierata. Una scelta intelligente che il giovane Yagami assecondò, comprando qualche souvenir per gli amici e un paio di regali alla bimba di Jeff e Delilah. « Bisognerà pensare anche a cosa farle per il battesimo. » commentò ad un certo punto, un po' sovrappensiero, mentre gettava nel carrello un grosso peluche di Sailor Moon. I due amici erano stati ben chiari riguardo al volere la giovane coppia come padrino e madrina della piccola Wendy; inizialmente il battesimo si sarebbe dovuto tenere in estate, ma avevano deciso di rimandare la cerimonia a Settembre per dare modo a Mia di riprendersi dal parto e, più in generale, attendere che i due genitori uscissero da quel primo periodo caotico che erano i primi mesi di vita di un neonato. « Non saprei.. non sono mai andato ad un battesimo. Ci sono dei regali specifici? Qualche tradizione di cui non sono al corrente? » Se ne intendeva poco, Raiden, di quelle cose, ma di certo non aveva alcuna di intenzione di fare brutta figura di fronte agli amici e alle loro rispettive famiglie. « Lo sai.. tutto sommato non sono così malvagie. Devo ammettere che hanno il loro perché, non trovi? » Si voltò in direzione dell'americana, adocchiando le piccole bacchette per bambini che teneva in mano. Un piccolo sorriso divertito affiorò con naturalezza sulle sue labbra mentre gli occhi guizzavano nuovamente in quelli di lei. « Molto kawaii. » Can I have them, daddy? Please? Come se lei gli avesse chiesto la cosa più normale del mondo, Raiden annuì, sorridendole gentile prima di appoggiare il palmo sulla sua nuca e stamparle un tenero bacio sulla fronte. Of course you can, baby. « Sono molto carine, non trovi? Guarda ce ne sono un paio adatte anche per te! » Mentre la mano scivolava in una carezza sui suoi capelli, una risata divertita abbandonò le labbra del ragazzo nell'adocchiare il secondo paio di bacchette. « Mi stai dando del porco in maniera non troppo sottile? » Inarcò un sopracciglio, abbassando il mento per rivolgerle uno sguardo eloquente prima di passare oltre, mettendo un paio di bavaglini nel carrello e dirigendosi poi alla volta della cassa. So.. have you thought about this special occasion or should I choose whatever I want? Because I may have something in mind, but I don't want to be.. uhm.. a brat? Le scoccò un'occhiata di sbieco, come a volerla ironicamente interrogare riguardo il significato di quella precisazione. The point is you choosing whatever you want. Then I guess we'll have to see, right? Cosa Mia avesse in mente, d'altronde, Raiden non poteva saperlo, né tanto meno poteva sapere quale direzione avrebbe preso quella loro giornata di shopping. E per lui andava bene così: anche quello, in fin dei conti, era un modo per conoscersi più approfonditamente ed entrare più in contatto l'uno con l'altra. Gli piaceva fare quel genere di cose: accompagnarla per negozi, scegliere insieme a lei cosa comprare, farle qualche regalo - tutto ciò per lui non era né pesante né tanto meno noioso e dava sempre spazio a qualche opportunità di sorgere ed essere colta. I want to buy something there.. but I may need help. Ovvero un negozio di intimo. In Giappone si trovavano più o meno ad ogni angolo e offrivano una varietà piuttosto ampia di articoli per ogni occasione che l'immaginazione potesse concepire. Big girl things. I've never bought any. Annuì con un sorriso sulle labbra. Sounds good to me. Raiden non era mai stato un assiduo frequentatore di quei negozi, in primis perché non aveva mai avuto una relazione sufficientemente stabile da portarlo a fare quel genere di compere insieme ad una ragazza. Diciamo che di questi prodotti ho fruito un po' più come parte terza, ecco. Entrare in quell'ambiente, insomma, fu un'esperienza nuova e sotto certi aspetti interessante. Adocchiò un paio di ragazze intente a consultarsi tra loro riguardo un body di pizzo dall'aria decisamente scomoda, mentre dall'altro capo del negozio un uomo sulla mezza età passava con aria attenta tra la fila di stampelle che esponeva babydoll di ogni forma e colore. Mi ci gioco un coglione che è per l'amante. Non si sarebbe di certo stupito: il tasso di infedeltà coniugale nel paese era altissimo, e più volte aveva sentito colleghi parlare di regali simili alle rispettive amanti. Probabilmente anche lui avrebbe comprato qualcosa del genere a Mia se non fosse stato per il fatto che lei aveva chiaramente un altro stile. Però forse avrei dovuto. Così per provare. Arrivare un giorno a casa con una bella scatola e un qualche pezzo di lingerie interessante. Sorrise, pensando a quello scenario tra sé e sé mentre passava distrattamente la mano tra quelle stoffe sottili. Forse il motivo primario per cui non lo aveva fatto era che lui in primis non faceva troppo caso all'intimo che Mia indossava - con le dovute eccezioni del caso, chiaramente. Non che quelle cose non gli piacessero - semplicemente non gli dava grande importanza. Però mi piaceva molto quella camicetta da notte di seta che ti avevano preparato gli elfi della casa di Tokyo. Quella ti stava un sacco bene. Non era nulla di speciale, e forse non si poteva nemmeno definire propriamente lingerie, ma Raiden l'aveva trovata comunque carina. Non era qualcosa che Mia avrebbe messo tipicamente, ma indubbiamente le stava bene, e gli occhi del ragazzo non potevano far altro che apprezzare l'immagine. Sometimes it's nice to wear some lace, don't you think? Osservò la proposta di Mia con occhio clinico, inclinando il capo di lato e assottigliando leggermente le palpebre in un espressione pensierosa, quasi stesse ponderando una scelta decisiva per il destino dell'umanità. But maybe it doesn't have enough straps? Good girl or really bratty? Fissò intrigato i due completi, immaginandoseli sul corpo di lei prima di risollevare lo sguardo nei suoi occhi. Why do we have to choose when we can just have both? E infatti a quel suo responso fecero subito eco le parole di Mia. I like them both, but I don't know.. what do you think? Sospirò, avvicinandosi di un passo e ponendosi dietro la schiena di lei per appoggiare il mento sulla sua spalla, posandole le mani sui fianchi. « Mi piacciono molto entrambi. Ma se devo esprimere una preferenza.. quello azzurro. » Si voltò quanto bastava per scoccarle un'occhiata coronata da un piccolo sorriso malizioso. C'era davvero qualche dubbio riguardo la preferenza di Raiden? « Per intonarsi ai tuoi bellissimi occhi, ovviamente. » aggiunse ironico, stampandole subito dopo un piccolo bacio sulla guancia prima di distaccarsi di qualche passo per osservare altri capi appesi lì vicino. Since I can't decide, can I have them both? I like them very much. Can you buy them for me, daddy? I'd like to wear one of them for you.. tonight.. if you like them. You can choose the one you like the most. Unless.. unless you want something even spiecier.. like the undies and.. other things we saw in that shop back home. Do you remember? When we were together but not-really-together? Inclinò il capo di lato, passandosi la punta della lingua sul labbro inferiore mentre la fissava dritta negli occhi, seguendo ogni suo movimento e ogni sua parola. Of course I remember. Era stato divertente, vederla destreggiarsi tra quelle scaffalature piene di oggetti di ogni sorta. In quel momento gli era stato particolarmente chiaro quanto Mia fosse curiosa e al contempo inesperta - un mix che aveva trovato subito dolce ed eccitante. It took you some time to put to use that thingy you bought for me there.. I mean really put to use.. I get it! You weren't ready! Ridacchiò, passando le dita lungo la schiena di Mia mentre strofinava il naso tra i suoi capelli in movenze gentili - a tratti quasi innocenti. Mh.. right. Sospirò piano, vicino al suo orecchio, carezzandolo appena con le labbra. Funny though.. cause yesterday it seemed to me like you could barely take it. Distanziò il viso di qualche centimetro per guardarla negli occhi, sistemandole i capelli e prendendole il mento tra due dita mentre le rivolgeva un sorriso angelico. You were begging me on the verge of tears, baby.. I don't know if you are in the position to get cocky. Detto ciò le scoccò un occhiolino, carezzandole il mento col pollice prima di scostarsi e riprendere a scrutare i capi appesi alle stampelle. « Dico così per dire, magari più tardi, potremmo vedere se troviamo un posto del genere.. giusto per capire. Ci hai riso un sacco sopra su quello di Hogsmeade dicendo che era molto basic. Sarei proprio curiosa di vedere la differenza - per curiosità scientifica, ovviamente. Niente di più. » « Ovviamente. » sottolineò ironico, con un sorriso ancora sulle labbra. « Che poi.. secondo te lo scantinato di Hogsmeade è ancora aperto? Sarebbe una gran perdita per la fauna locale. Te lo dico! Era preziosissimo anche solo per curiosare e farsi due risate. » « Tsk, ma ti pare che ha chiuso? Certi business non conoscono crisi. »
    Nel dirlo, i suoi occhi non lasciarono mai l'attenzione da quelle stampelle che scorreva piuttosto velocemente, scartando subito le opzioni proposte per spostarsi poi su un altro espositore, dove i capi sembravano avere colori più tenui. Fu da lì che estrasse qualche stampella, ponendo poi le proprie scelte all'attenzione di Mia. « Che ne dici di questi? Secondo me sono molto carini. » Nel dirlo, sollevò sia il completino (x) sia le calze (x) al ginocchio abbinate, scrutando con sguardo malizioso l'espressione di Mia. Che Raiden avesse un certo debole per una visione della femminilità un po' tenera, questo non era di certo un mistero, né tanto meno lo aveva mai nascosto a Mia. Il giovane Yagami non aveva mai avuto un tipo ideale specifico: non aveva pretese di vestiario, di comportamento o quant'altro. Dentro di sé aveva sempre saputo di voler accanto una ragazza dolce, qualcuno che fosse capace di dimostrargli affetto e di accettare quello che lui voleva donarle a propria volta, ma non era così sciocco da abbinare certe cose ad una tipologia ben specifica e artefatta di ragazza. Gli piaceva il carattere di Mia, gli piaceva il modo in cui si vestiva e in cui si comportava - gli piaceva tutto di lei, a ben vedere, e avrebbe trovato oltremodo strano se lei avesse cambiato dal giorno alla notte il proprio stile. Però sarei un bugiardo se dicessi che non mi piace quando metti quei vestitini che sembrano tanto innocenti. Non ce l'avrebbe saputa vedere con indumenti di quel tipo su base quotidiana, e probabilmente lui per primo l'avrebbe presa in giro se lei avesse deciso di aggirarsi per casa in lingerie e camicette di seta ventiquattro ore su ventiquattro; certe cose, in fondo, sono belle proprio quando sono rare. I think you would look really pretty. I don't know how long I would let them stay on, though. Sorrise malizioso, porgendole le stampelle per darle modo di saggiare la stoffa e scegliere se aggiungere o meno quei capi alle spese. « Credo che dovremmo procedere in maniera graduale. » sentenziò una volta fuori dal negozio, dopo aver completato gli acquisti di intimo. « Cioè che prima di cercare un negozio stile scantinato di Hogsmeade, dovremmo prima trovare un outfit e gli accessori giusti. Sai.. per capire il mood. » Le labbra del ragazzo si incresparono in un sorriso mentre procedeva mano nella mano con Mia tra i corridoi del centro commerciale. Ogasawara era pur sempre un posto piuttosto piccolo che nulla aveva da spartire con la scelta ben più ampia offerta da Tokyo o altre città metropolitane, ma sembrava comunque fornita di tutto il necessario. Would you let me dress you up like a doll? Le chiese dunque, voltando appena il capo nella sua direzione per leggere la risposta sul viso di lei. Dopo qualche istante di silenzio, le indicò con un cenno un negozio di abiti dalle tinte pastello - un luogo che esprimeva pienamente una fascia abbastanza ampia della moda giapponese, in voga soprattutto tra le ragazze giovani. Più volte Raiden aveva spiegato a Mia quei dettagli della cultura giapponese: come le ragazze si vestivano, come si comportavano, quali regole seguivano nel rapportarsi ai ragazzi. Ciò che per molti era incomprensibile, per loro era la normalità. E tanta gente si fa idee molto estreme di come vadano qui le cose, quando in realtà non c'è nulla di assurdo. E infatti le commesse del negozio non sembrarono curarsi troppo di loro quando fecero il loro ingresso. Lo stesso valeva per le ragazze intente a fare shopping e provare gli abiti esposti. Quello stile di vestiario fatto di colori pastello e indumenti un po' striminziti era all'ordine del giorno; magari non era lo stile di tutti, ma comunque era molto diffuso. « Posso aiutarvi? » « No grazie, stiamo solo dando un'occhiata. » rispose educatamente alla giovane commessa, salutandola con un breve inchino prima di mettersi a scorrere tra le file di abiti esposti. Probabilmente un simile negozio in Inghilterra sarebbe risultato qualcosa di borderline sexy shop per lolite, ma lì.. lì era solo un negozio di vestiti come tanti altri. « Questa è carina. » disse ad un certo punto, porgendo a Mia una semplice gonna bianca plissettata (x), più lunga in vita che sulle cosce. Una delle grosse contraddizioni del Giappone sulla quale avevano riso più spesso insieme a Mia: una maglietta scollata era volgare, ma andare in giro con una gonna pressoché inguinale era normalissimo. E infatti, per rimanere in tema, estrasse un'altra stampella a cui era appesa una semplice maglietta (x) a maniche corte color rosa pastello con cucito il disegno di un coniglio. Un outfit che era quanto di più lontano ci fosse dal quotidiano stile di Mia, ma su cui Raiden sembrava volerla quasi mettere alla prova. We don't have to buy them if you don't like them, you know? La stuzzicò con quelle parole, avvicinandosi di un passo per posarle una carezza delicata sulla guancia. But would you at least try them on? Just for me. Just to see how pretty you look all dolled up. Si sporse in avanti per posarle un piccolo bacio sulle labbra, porgendole poi le stampelle raccolte. Unless you're not ready.. of course. Sospirò, stringendosi nelle spalle e scuotendo lievemente il capo come a sottintendere la difficoltà di quella situazione. You'd have to constantly make sure that I keep my hands to myself. So annoying, right?

     
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    Ogni tanto battibeccavano, scherzavano, si prendevano in giro. Era bello comportarsi così; come due ragazzi che non avevano una sola preoccupazione al mondo se non quella di dedicarsi a loro stessi e il cui più grande grattacapo era decidere il tipo di infuso da aggiungere al servizio da te da regalare a Gillian Wallace. Non si sentiva sull'orlo del precipizio lì, Mia. Non sentiva di avere una sola preoccupazione o responsabilità a cui pensare. Svuotare la testa era bellissimo. E per quanto sapesse che quel senso di compressione fisica e psicologica sarebbe tornato, in quel momento non voleva pensarci. A Inverness, col loro rientro, le cose sarebbero tornare alla normalità - sempre se di normalità si poteva parlare. E lì, tutti quei pensieri e tutte quelle questioni rimaste in sospeso sarebbero tornate a vorticarle vertiginosamente nella testa. Ogasawara appariva ora ai suoi occhi come un paradiso lontano da tutto in cui poteva chiudersi a riccio e aprirsi solo ed esclusivamente al dialogo con la sua dolce metà. Tra pizzi e seta, Mia e Raiden continuarono quindi il loro giro, punzecchiandosi a vicenda lasciandosi travolgere, passo dopo passo, da quel flusso di pensieri e fantasie che sembrava ispirare entrambi. « Che ne dici di questi? Secondo me sono molto carini. » Dal canto suo, Mia sollevò un sopracciglio inclinando la testa di lato, riflettendo attentamente sulla scelta di Raiden, mentre gettava di tanto in tanto occhiate sfuggenti sul volto di lui. Che fosse compiaciuto dall'immagine che tratteggiava nella sua testa era evidente, non a caso la giovane Yagami scosse la testa allungando una mano per tastare il tessuto del completino. Bianco, come bianche erano le calze, con i fiorellini rosa pastello. Che il marito impazzisse per un po' di candore, ormai non era più una novità. Trovò tuttavia divertente il fatto che tra tutti i capi nel negozio, il giovane Grifondoro avesse scelto proprio i capi dall'aspetto più infantile. Avevano a suo avviso un aspetto borderline. Nulla a che vedere con ciò che Mia indossava solitamente - d'altronde neanche ciò che lei aveva scelto si poteva ascrivere a un abbigliamento propriamente usuale. L'intimo di Mia era per lo più semplice. Spesso indossava reggiseni molto sportivi e culotte estremamente comode, al punto da chiedersi se non si impegnava troppo poco in merito. Era bello mettersi in ghingheri a volte, indossare qualcosa di fuori dagli schemi, anche solo per sorprendere il partner. Era bello anche solo indossare qualcosa perché a lui faceva piacere - e se, come in quel caso, non creava alcun disconforto, né un particolare disagio, non ci vedeva nulla di male nel esaudire il suo desidero. I think you would look really pretty. I don't know how long I would let them stay on, though. Rise, sollevando le stampelle per poter osservare meglio la proposta del giovane Yagami. Then we should definitely test your endurance to your own suggestions. Who am I to dodge it? Non a caso li appoggiò sul ripiano accanto alla cassa assieme a tutto il resto, lasciando che Raiden pagasse. Non si sottrasse nemmeno dall'idea di ringraziarlo diverse volte, incollandosi amorevolmente al suo braccio, strofinando di tanto in tanto la guancia contro la spalla di lui, facendogli letteralmente le fusa. « Credo che dovremmo procedere in maniera graduale. Cioè che prima di cercare un negozio stile scantinato di Hogsmeade, dovremmo prima trovare un outfit e gli accessori giusti. Sai.. per capire il mood. » Would you let me dress you up like a doll? Sgranò appena gli occhi osservandolo a tratti intimidita e a tratti oltremodo curiosa. Che quelle domande stuzzicassero la sua voglia di buttarsi nelle più disparate esperienze era evidente. Si tendeva come una corda di violino ogni qual volta Raiden osasse porsi in quella posizione di mentore, guidandola lungo un percorso che abbracciava senza battere ciglio. Deglutì quindi osservandolo senza proferire parole, attendendo piuttosto di capire cosa avesse in mente. Non ci volle molto per conoscere a grandi linee i pensieri che vorticavano nella testa del ragazzo. Un negozio indiscutibilmente appartenente al filone che lei quanto meno definiva kawai. Una parola che ormai adottava ogni qual volta volesse un po' ridere di alcune abitudini decisamente sopra le righe appartenenti alla cultura giapponese. Ci ridevano spesso, Raiden e Mia, sopra alle stramberie delle rispettive culture. Se da una parte c'era un'ossessione verso le cose cute e leggermente infantili, dall'altra c'era una discutibilissima fascinazione nei confronti delle armi, un ridicolo patriottismo ingiustificato e un certo debole nei confronti di un abbigliamento definito slutty. Culture colme di contraddizioni a cui Mia voleva tuttavia essere esposta ed esporre al contempo Raiden. Non c'era ragione alcuna per nascondere ciò che erano, e soprattutto le ragioni per cui desideravano certe cose. Nel caso di Mia, di certo, al pari di Raiden, le ragioni di quella timidezza mista a una mente paradossalmente disinibita erano molto profonde tanto quanto culturalmente rilevanti. You weren't kidding when you said "like a doll" commentò di rimando divertita non appena la commessa venne congedata. Prese a scorrere un po' confusa le file di stampelle non sapendo esattamente cosa scegliere. D'altronde, in realtà Raiden aveva proposto di pensarci lui, e in realtà Mia non sembrò particolarmente incline a rubargli il posto in quell'ardua scelta. Indossava parecchio le minigonne, e addirittura quella della sua divisa era stata opportunatamente accorciata affinché non la facesse sembrare quello che lei definiva una segretaria gattara. Tuttavia, quando si trattava di minigonne, Mia era piuttosto basic. Ne aveva diverse per i suoi sabati sera e tendeva ad alternarle ogni qual volta fosse necessario. Erano per lo più di colori scuri per poterle abbinare letteralmente a qualunque cosa, e comunque forse le mie sono un pochino meno mini. Questa roba a malapena mi copre il culo. D'altronde il limite della lunghezza era sempre stato abbastanza scientifico. Abbastanza corto da stuzzicare. Ma non corto al punto da diventare scomodo. Nessuno ha voglia di tirarsi la gonna tutta la sera. « Questa è carina. » Ecco con questa se ti cascano le chiave di casa è la fine. « E' un toppino vero? » Disse scherzando mentre se la appoggiava sul petto. No, non lo era e la risposta a quale sarebbe stato il pezzo sopra giunse abbastanza in fretta. La mora chiuse gli occhi scoppiando a ridere, mentre afferrava la stampella tornando a osservarlo con un'aria divertita. Da una parte era interessante testare i gusti e le fantasie di Raiden, dall'altra era eccitante osservare l'esaltazione negli occhi di lui nel prendersi quelle libertà e raccontarle cosa desiderava, o anche solo stuzzicava la sua mente. Non sarebbe mai stata il tipo che vestiva in quella maniera, ma era comunque intrigata dall'immagine che le stava proponendo. « Mi ci vedi con queste cose? Davvero? » Chiese osservandolo con un'espressione leggermente incredula. Non pensava che Raiden riuscisse a vederle addosso cose del genere. Secondo me sembrerò un sacco ridicola. Voglio dire.. sono un pochino infantili queste cose. Non c'è dubbio che addosso a una ragazza più bassina starebbero magnificamente. Ma su di lei? Non poteva proprio immaginarcisi. Seppur dall'aspetto molto angelico, Mia era sempre sembrata fisicamente più grande della sua età. L'altezza non l'ha mai aiutata a sembrare piccolina; i tratti del suo viso, hanno raggiunto connotati più adulti piuttosto in fretta, tant'è che ora Mia poteva raccontare con estrema facilitò di avere venticinque senza che nessuno avrebbe veramente dubitato della questione. Diversamente, si sarebbero profondamente stupiti se avesse per esempio tentato di dire che di anni ne aveva sedici. E forse nemmeno a sedici anni sembrava averne solo sedici. Invecchio più in fretta, che dire. Sospirò quindi, osservandolo un po' in bilico sulla questione. Non voleva mettersi in ridicolo; non voleva sembrare maldestra o inadatta a quel abbigliamento. We don't have to buy them if you don't like them, you know? But would you at least try them on? Just for me. Just to see how pretty you look all dolled up. Unless you're not ready.. of course. You'd have to constantly make sure that I keep my hands to myself. So annoying, right? Alzò gli occhi al cielo, Mia, scuotendo la testa mentre afferrava le stampelle ormai pronta a raccogliere quel guanto di sfida. A quel punto non si sarebbe sottratta nemmeno se Raiden in primis le avrebbe detto che non era necessario. Sollevò il top rosa pastello di fronte ai suoi occhi e sbuffò. Actually yeah! You're so annoying sometimes, you know? Inclinò la testa di lato e si guardò attorno alla ricerca dei camerini. Fine I will try them, but if you laugh I swear I will only wear oversized hoodies for the rest of my life! Dell'effetto che gli avrebbe fatto era abbastanza certa. D'altronde, una parte di Mia era certa che non sarebbe sembrata minimamente credibile con un'abbigliamento del genere. Ma chi voglio ingannare, dai. Io non sono kawai. Ma neanche lontanamente. Sospiro quindi rivolgendogli le spalle con naturalezza, prima farsi spazio attraverso le file di vestiti fino in fondo al negozio dove si infilò nel primo camerino utile appoggiando i due capi sulla seggiola presente all'interno. Uscì solo per qualche istante - il tempo per estrarre dalla piccola busta con gli acquisti del negozio di intimo, i capi che lui aveva scelto. Stiro un lieve sorriso e sbatté appena le ciglia. « Tanto vale fare le cose per bene no? » Scomparsa dietro alla tendina color rosa pastello, si chiuse all'interno iniziando a liberarsi dei suoi vestiti. « Non sbirciare per piacere! » E se la prese con comoda, Mia, gettando di tanto in tanto oltre la tenda uno ad uno i capi che aveva indosso. I pantaloncini, il top che indossava, un calzino, poi l'altro e infine l'intimo, ridendo di tanto in tanto con fare divertito. Poi iniziarono le proteste. « Ahi! Questa roba è strettissima! Come si fa a starci comoda! » E poi ancora. « Le ragazze giapponesi amano proprio complicarsi la vita. Ma poi quanto sono piccole, porca puttana! » Nulla di meno sexy di una ragazza che stava cercando di infilarsi a forza vestiti palesemente striminziti e la cui taglia corrispondeva a malapena alla sua. Alla fine l'opera fu completa. Sopra le calze, Mia indossò i comodo anfibi che aveva indosso anche prima e così si guardò allo specchio. In verità non era esattamente come se lo aspettava. Indosso a lei quei vestiti apparivano sì palesemente infantili e sopra le righe, ma non per questo non le piacevano. Le calzavano a pennello, tanto da farla sentire nuovamente attraente. Sembro un po' un cosplay, ma non in una maniera negativa. Semmai aveva un aspetto molto borderline - da una parte estremamente infantile, dall'altra femminile e attraente. Era uno strano connubio che non sapeva precisamente come definire, né descrivere con precisione come si sentisse. Di una cosa però era certa: Raiden riderà tantissimo. Gli occhi ora color miele, posarono su ogni dettaglio che componevano quell'immagine di sé così strana eppure in un certo qual modo gradevole. Era carina, estremamente carina, al punto che si ritrovò a fare una piroetta su stessa passandosi una mano tra i capelli. Si passò una mano tra i capelli per poi sfilare dal polso un laccio per i capelli col quale ti raccolse in una coda alta da cui liberò qualche ciuffetto porporino a incorniciarle il viso e alcuni sulla nuca. Sembra una di quelle fatine che le avevano tirato i capelli a Portland e con cui aveva rovinosamente litigato per aveva tentato di rubarle l'unico braccialetto che aveva indossato per impreziosire l'outfit di allora. Una fatina poco credibile aggiungere. Era comunque divertita dalla questione e quindi, a quel punto si schiarì la voce in maniera un po' troppo plateale, per attirare la sua attenzione. « Sei pronto? » Chiese quindi, attendendo una risposta. « Ti prego non ridere, ok? » Si stava un po' pentendo di aver colto quella provocazione con così tanta facilità? Forse un po'. Ma Mia doveva sempre dimostrare di non aver paura di niente, tanto meno di una maglietta col disegno di un coniglio che la riduceva alla stregua di una quattordicenne in piena crisi ormonale. Forse da qualche parte, nel suo armadio qualcosa del genere esisteva davvero. Non un topolino così corto e neanche così stretto sul busto, ma era quasi certa che una qualche magliettina altrettanto scema le era stata donata da qualche zia scema per il compleanno. Tipo per il compleanno di dieci anni fa, circa. Roteò gli occhi al cielo e sospirò profondamente. Tento di mostrarsi il più naturale possibile, seppure a quel punto non era più così sicura della sua bravata, né di quanto sarebbe stata pronta ad affrontare la reazione di Raiden. Al solo pensiero che potesse ridere e trovare tutto ciò ridicolo, arrossì violentemente. D'altronde ci sta. Magari immagini una cosa, e poi in realtà è tutt'altra poi quando la vedi effettivamente. Eppure aveva voglia di farsi vedere, perché nella probabilità in cui gli sarebbe piaciuta, Mia avrebbe letto negli occhi di lui non solo il desiderio, ma anche uno strano misto di orgoglio e tenerezza. Era proprio quello strano misto di emozioni a tratti quasi contrastanti a ricercare maggiormente, come se la lussuria, mista alla sua necessità di compiacerlo, che si traduceva il più delle volte in una serie di lodi da parte di lui, fossero per Mia un micidiale afrodisiaco.
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    A quel punto scostò la testa e ricercò immediatamente lo sguardo di lui con occhioni da cerbiatta - in gran parte incuriosita e un po' anche intimidita dalla sua reazione. Si sentiva le guance in fiamme e le gambe un po' molli, ma nonostante ciò ostentò un po' di sicurezza avanzando un passo verso il divanetto fuori dai camerini dove Raiden era stato parcheggiato in attesa che Mia eseguisse quel cambio di outfit. « Potere del cristallo di luna vieni a me! » Intonò inizialmente un po' per tentare di smorzare la tensione e un po' perché forse aveva bisogno di ridacchiare. « Mi sento un po' Sailor Moon. » You know they were actually calling her Bunny a lot in the States. Seems suitable. Asserì quindi accarezzando appena il disegno del coniglietto rosa sulla maglietta. So.. uhm.. what do you think? Do you like it? Chiese con una certa curiosità. A quel punto sembrava sperasse che gli piacesse, forse perché era evidentemente una sua fantasia ed era evidente Mia volesse esaudirla. You know.. I think you forgot something. There's something missing. Indicò quindi l'area del collo scoperto, sorridendogli appena mentre allungava la mano per ricercare la sua ricercando all'interno del negozio il reparto accessori. Non fu difficile, trovandosi proprio accanto ai camerini. Un tripudio di perline, fiocchetti, laccetti e merletti. Siamo ancora in un negozio di abbigliamento? Perché alcune cose erano davvero borderline. Passò lo sguardo su diversi collarini, catenine e bigiotteria finché le sue dita non si fermarono su uno in particolare. Alcuni di quegli accessori erano decisamente in your face al punto da chiedersi se fosse davvero normale vestirsi o indossare cose del genere. This one is really cute don't you think? (x) Non a caso fece suonare appena il piccolo campanello scoppiando a ridere. I want to try it! In fondo era solo per divertimento. Niente di più. Non dovevano neanche comprare nulla. Potevano semplicemente non farlo. Will you help me please? Si posizionò quindi davanti a uno specchio a figura intera rivolgendogli le spalle. Sollevò appena i capelli stretti nella coda portandola di lato e lo lasciò destreggiarsi con il collarino. Tighter, please! It has to fit properly. Lo osservò attraverso lo specchio sorridendo appena prima di inumidirsi appena le labbra. Glielo disse come se si trattasse della pretesa di una bambina viziata. Non si accorse nemmeno di quanto squillante fosse quella richiesta finché non arrossì scostando lo sguardo di lato divertita. « Quindi.. uhm.. hai più chiaro il mood? Dico.. ci sta? » Strimpellò appena il piccolo campanello al collo che, attaccato alla sua pelle quasi non suonava, prima di attaccare la schiena al petto scoperto di lui. The panties you choose are really comfy, you know? They're also really cute. I like them. Asserì di scatto in un sussurro mordendosi il labbro inferiore. If you like everything, I'd like to wear it for the day.. for you. Maybe you will feel more.. inspired by the mood.. if we find one of those special places. If you're inspired, I think I will feel very inspired as well. Just for scientific purposes, of course! You know I never think about those bad things. Ci pensò un attimo sollevando lo sguardo verso l'alto, passando nuovamente in rassegna il suo outfit. Well.. maybe everything except the socks. We can keep them for another occasion. It's too hot outside. And it's too hot in here as well.. don't you think? And about that maybe we can have an ice cream. The biggest cone they have with sparkling sweets on top and a lot of topping. The messier the better. Unless you think I'm spoiling my appetite.


     
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    « Mi ci vedi con queste cose? Davvero? » Si strinse nelle spalle, sorridendo angelico mentre si appoggiava con una spalla al muro adiacente. « È un problema? » la stuzzicò, gettandole un'occhiata da sotto le ciglia quasi a volerla sfidare sul punto. E forse, oltre alla curiosità, c'era davvero una componente di sfida nelle proposte di guardaroba che le aveva fatto. Dopo più di un anno insieme, Raiden conosceva benissimo lo stile di Mia: sapeva quali fossero i suoi outfit quotidiani e quali invece rispecchiassero il suo gusto nelle occasioni più particolari. Ma ci sono occasioni e occasioni. E il tipo di occasione che i due sposini avevano iniziato ad esplorare di recente era tanto avviluppato alla loro normalità quanto, paradossalmente, ne era distante. « Dicevi di voler provare nuove cose, no? » Sciabolò le sopracciglia in un secondo atto di sfida, porgendole le stampelle per darle la scelta se accettare o meno quel guanto che le aveva lanciato. In fin dei conti, non c'era altra strada se non quella di procedere a tentativi: uscire dalla propria comfort zone, provare qualcosa di nuovo e capire se la scarpa calza o meno. That's my good girl. Disse quindi, quando Mia arraffò velocemente le stampelle, scoccandole un occhiolino seguito da una risata divertita all'atteggiamento di lei. Actually yeah! You're so annoying sometimes, you know? Fine I will try them, but if you laugh I swear I will only wear oversized hoodies for the rest of my life! Abbassò il capo in un muto cenno d'assenso. Deal. Per quanto Mia potesse sentirsi insicura riguardo il modo in cui quei vestiti avrebbero potuto figurarle addosso, Raiden dubitava fortemente del fatto che la propria reazione più spontanea sarebbe stata quella di ridere. Chiaramente non riusciva ad immaginarsi quel tipo di outfit su di lei in uno scenario quotidiano o anche solo frequente, ma quello non era nemmeno ciò a cui puntava. Il giovane Yagami non trovava strano quel modo di vestire in sé - a cui era a tutti gli effetti piuttosto abituato -; trovava certamente carine le ragazze giapponesi che indossavano quei capi, ma nella stessa misura in cui poteva trovare carina una ragazza inglese con addosso un abitino estivo. Insomma, l'abitudine contestuale non lo portava a farci eccessivamente caso. Con Mia, però, la questione era diversa proprio perché per lei quegli abiti non facevano parte di un sistema di normalità. Per questo era curioso di vederglieli addosso: perché su di lei avrebbero naturalmente assunto un significato diverso. Cosa aspettarsi, tuttavia, non lo sapeva neanche lui. Certo, era sicuro che a livello visivo le sarebbe piaciuta - su questo non aveva dubbi - ma che funzionasse o meno non era poi così certo. I vestiti, d'altronde, sono un affare estremamente personale, e se Mia non si fosse trovata a proprio agio sarebbe sicuramente trasparso. Ma c'è solo un modo per saperlo, no? « Tanto vale fare le cose per bene no? » Sorrise divertito nel vederla impossessarsi della busta di intimo, mettendosi comodamente a sedere su uno dei divanetti nella zona d'attesa di fronte ai camerini. « Non sbirciare per piacere! » « Non mi rovinerei mai la sorpresa. » rispose divertito mentre estraeva il telefono dalla tasca dei pantaloni, impegnando il tempo dell'attesa per fare qualche ricerca su internet riguardo l'offerta di Ogasawara in quanto a sexy shop. Come immaginava, non ce ne stavano molti, e quelli che c'erano non erano di certo all'altezza di Tokyo o altre grande città. Ma sempre meglio di Hogsmeade. Questo è sicuro. Si mise a leggere alcune recensioni dei posti indicati, cercando di trovarne uno che avesse un'offerta sia ampia che di qualità e che non fosse eccessivamente settoriale. Riuscì alla fine a restringere il campo ad un negozio in particolare, non troppo lontano dal centro commerciale e che sembrava essere piuttosto quotato a giudicare dalle recensioni verificate, il tutto mentre ignorava le lamentele di Mia intenta a sgusciare dentro gli abiti proposti. « Sei pronto? » Solo allora distolse lo sguardo dal cellulare, annuendo convinto mentre lo riponeva in tasca. « Ti prego non ridere, ok? » Mentre si rimetteva in piedi, alzò gli occhi al cielo alle parole di lei, tirando un piccolo sbuffo. « Non rido, tranquilla. » Anche perché non vedo esattamente cosa dovrei trovarci da ridere. E infatti, quando Mia scostò la tenda e uscì allo scoperto, tutto provò Raiden tranne che la voglia di mettersi a ridere. Sulle prime non disse nulla, facendo scorrere lo sguardo lungo la figura di lei mentre pian piano le sue labbra si arricciavano in un'espressione compiaciuta che si rispecchiò presto nell'annerirsi del suo sguardo. « Potere del cristallo di luna
    vieni a me! Mi sento un po' Sailor Moon. »
    You know they were actually calling her Bunny a lot in the States. Seems suitable. Non rise nemmeno alla sdrammatizzazione di Mia, puntando piuttosto lo sguardo nel suo in un'occhiata che nemmeno provava a mascherare il proprio desiderio. Raiden aveva sempre trovato un lato particolarmente attraente nell'innocenza, forse perché sotto sotto era consapevole del fatto che a lui fosse stata tolta troppo presto. Gli piaceva ricercarla nel prossimo, prendersene cura, dedicarvisi e sentirla in questo modo più vicina a sé - più propria di quanto avrebbe mai potuto essere. Era forse il suo modo personale di affrontare nel piccolo quei traumi subiti e indelebili: accertarsi che quella bellezza non svanisse in chi gli stava accanto, impegnandosi perciò a nutrirla. So.. uhm.. what do you think? Do you like it? Avanzò una mano a stringere piano quella di lei. « Fai una giravolta. » le chiese con tono gentile, accompagnandola in quel movimento per godersi la visuale completa di lei - una visuale che, inevitabilmente, portò un sorriso sulle sue labbra. Un sorriso che non aveva nulla a che fare con lo scherno, ma che piuttosto mostrava tutta la genuinità della sua ammirazione. You look so very pretty. Pronunciò quelle parole nella più sincera delle maniere, senza tuttavia nascondere la sfumatura maliziosa che aleggiava nel suo tono tanto quanto nello sguardo che ricercava gli occhi di lei, affamati di ogni sua reazione. You know.. I think you forgot something. There's something missing. Sbuffò una risata dalle narici, annuendo prima di seguirla verso il reparto degli accessori - tutti in linea con lo stile generale del negozio. Molti erano proprio a tema Sailor Moon, mentre altri erano più semplici e altri ancora giocavano col pizzo in maniera piuttosto elaborata. This one is really cute don't you think? Non si stupì troppo della scelta di Mia: era semplice ma andava dritta al punto, e la forma stilizzata del gattino sembrava ormai essere diventata una tematica ricorrente tra loro. Yeah. And it's actually kinda practical too. This way I won't lose you. Ridacchiò, avvicinando l'indice alla collanina per far trillare il piccolo sonaglio. I want to try it! Will you help me please? Inclinò il capo di lato in un cenno d'assenso, posizionandosi alle sue spalle di fronte allo specchio per aiutarla ad allacciare il chocker in velluto. Le dita del giovane Yagami sfiorarono delicatamente il collo di lei mentre il suo sguardo guizzava per un istante allo specchio a ricercare quell'immagine con un sorriso. Tighter, please! It has to fit properly. Non se lo fece ripetere due volte, spostando la chiusura dell'aggancio di un anello più vicino al limite ultimo. Better now? le chiese piano, abbassandosi per proferire quella domanda al suo orecchio mentre lasciava scivolare le dita lungo il collo di lei fino a poggiarsi sulle sue spalle. Per qualche istante non disse nulla, appoggiando la guancia alla tempia di lei e osservando il loro riflesso allo specchio. Poi volse piano il viso nella sua direzione, posandole un bacio tenero sulla guancia mentre lasciava ricadere le mani lungo le sue braccia. I really do have the prettiest girl. « Quindi.. uhm.. hai più chiaro il mood? Dico.. ci sta? » Le labbra del giovane Yagami si arricciarono in un piccolo sorriso mentre uno sbuffo divertito dalle narici si infrangeva tra i capelli di lei nell'atto di darle un piccolo buffetto. « Mh.. sì, direi che adesso ho le idee abbastanza chiare. » Nel dirlo, avvolse il busto di Mia con le proprie braccia, incrociandole sul suo ventre per farla più vicina a sé e poggiare un paio di baci delicati sull'incavo del suo collo. Chiuse gli occhi nell'inspirare il suo odore, adesso mischiato alla profumazione delicata degli indumenti nuovi. If you like everything, I'd like to wear it for the day.. for you. Maybe you will feel more.. inspired by the mood.. if we find one of those special places. If you're inspired, I think I will feel very inspired as well. Just for scientific purposes, of course! You know I never think about those bad things. Nascose il proprio sorriso divertito dietro la spalla di lei, scoccandole tuttavia un'occhiata eloquente allo specchio. Of course you don't baby. L'ironia era piuttosto evidente nel suo tono di voce, intento ad assecondarla alla stessa maniera in cui lei aveva assecondato lui. Well.. maybe everything except the socks. We can keep them for another occasion. It's too hot outside. And it's too hot in here as well.. don't you think? And about that maybe we can have an ice cream. The biggest cone they have with sparkling sweets on top and a lot of topping. The messier the better. Unless you think I'm spoiling my appetite. Annuì, posandole un altro bacio - questa volta più veloce - sulla spalla prima di ritrarsi di un passo. « Un gelato ci sta. Direi che te lo sei meritata. Dai.. vai in camerino a toglierti le calze, paghiamo e ce ne andiamo. Ok? » Dalle parole di Raiden, la situazione sembrava essersi chiusa lì. Tutto molto lineare, tutto molto semplice: si entra, si sceglie, si compra e si esce. Nessuna deviazione, liscio come l'olio. Non diede alcun segno di discrepanza mentre l'accompagnava al corridoio dei camerini come aveva fatto la prima volta: le scostò la tenda in quello che forse doveva dare l'impressione di essere un gesto galante e le fece cenno d'entrare. Tuttavia, una volta passata Mia, Raiden si prese giusto il tempo di darsi un'occhiata intorno per accertarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi a far caso a lui prima di entrare a sua volta, tirandosi dietro la tenda. Just helping you out. disse velocemente, sollevando le mani come in segno di discolpa mentre scopriva i denti in un sorriso furbesco. Che Mia non avesse bisogno di aiuto per togliersi un paio di calze era piuttosto evidente quanto lo erano le intenzioni poco innocenti di Raiden. Inginocchiatosi di fronte a lei ma con lo sguardo ben puntato nei suoi occhi, il giapponese la aiutò a disfarsi innanzitutto degli anfibi, lasciandoli lì accanto, ben allineati l'uno all'altro. A quel punto le sue mani risalirono dalle caviglie di Mia fino alle cosce, percorrendo lentamente la lunghezza delle sue gambe fino a fermarsi al limite delle calze, stringendo piano la presa sulla pelle di lei mentre un sospiro abbandonava le sue labbra. Still.. it's kind of a pity to get rid of them, don't you think? They look really pretty on you, baby. Lentamente spostò la gamba di lei, sollevandola quanto bastava ad poggiare l'incavo del suo ginocchio sulla propria spalla. Con gli occhi ancora puntati in quelli di Mia, avvicinò lentamente il viso alla pelle scoperta del suo interno coscia, stampandovi un bacio delicato. Do you feel pretty? Glielo chiese quasi in un sussurro, mentre l'altra mano percorreva piano con la punta delle dita la lunghezza della gamba rimasta tesa. Cause you should. Posò un altro bacio sulla sua pelle morbida. And I want you to. Qualcosa che in realtà non era nuovo; a più riprese Raiden le aveva detto quanto la trovasse non solo attraente, ma bella. E a più riprese le aveva anche detto che era così che voleva lei si sentisse. Non le aveva mai nascosto la propria adorazione, il fatto che avesse occhi solo per lei e che la trovasse stupenda; in realtà non perdeva occasione di ricordarglielo, e non lo fece nemmeno questa volta. Lentamente si rialzò in piedi, attento a non farle perdere l'equilibrio con movimenti troppo bruschi. Movimenti studiati, quelli di Raiden, che non voleva attirare l'attenzione fuori dal camerino con rumori troppo sospetti. Riprese la propria statura lasciando una gamba tra quelle di lei, mentre il suo corpo la spingeva piano ad incontrare il muro con la schiena e le sue labbra tracciavano le linee del suo collo fino all'orecchio. Era eccitante, il gusto del proibito: ricercare quel contatto con lei con solo una misera tenda a dividerli dalla possibilità di essere scoperti. C'era qualcosa di estremamente inebriante in quello stare sulle spine, facendo attenzione ai propri movimenti e ai propri rumori per giocare sulla linea di quel rischio. E per quanto misurate potessero essere le movenze di Raiden, non erano per questo meno passionali. Lo furono ancor meno quando le sue labbra incontrarono quelle di lei in un bacio che portò le loro lingue a intrecciarsi morbosamente alla ricerca l'una dell'altra mentre le mani del ragazzo si intrufolavano affamate sotto la gonna di Mia. Carezze pesanti che risalirono le cosce scoperte di lei, stringendosi sui glutei mentre un mugolio di piacere veniva attutito dalle loro labbra congiunte. Si era un po' messo nel sacco da solo con quella scelta di vestirla, trovandosi nella posizione davvero difficile di non riuscire a staccarle le mani di dosso, ma di quella disperazione non poteva dirsi eccessivamente dispiaciuto. You're so pretty it's a torture. disse in una breve pausa tra un bacio e un altro, mentre si premeva sempre più contro di lei, spingendo la propria coscia a ricercare un contatto più diretto con l'intimità di lei mentre la presa delle mani la aiutava muovervisi sopra. Mani che, tuttavia, non sembravano capaci di rimanere troppo a lungo in punto solo, ma che piuttosto sembravano volersi appropriare di ogni centimetro di lei, specialmente dove la pelle rimaneva scoperta al tatto. Shh, be quiet or I'll have to leave you hangin'. sussurrò gentile al suo orecchio mentre continuava a muovere piano la gamba tra quelle di lei per stuzzicarla. You're such a good girl. You deserve a prize. continuò, spostando le labbra sul suo collo senza perdere il ritmo. Unless you want me to stop. One word and I'll stop. You know I'd do anything for my little one. Le sue labbra scoprirono i denti in un sorriso malizioso prima di chiudersi sull'incavo del suo collo, succhiandolo piano in attesa di qualunque fosse stata la risposta di lei.

     
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    « Fai una giravolta. » Sin dal primo momento in cui mise fuori dal quel camerino, Mia cominciò a realizzare quanto errate fossero le sue intuizioni in merito a quell'outfit e l'idea che si era fatta della scena che sarebbe seguita. Lo sguardo di Raiden era mutato. Della genuina gentilezza con cui le chiedeva di accontentarlo, indossando quei capi al puro scopo di soddisfare la curiosità di lui, non c'era più traccia. Non sapeva cosa potesse passargli per la mente, ma a giudicare dal tono di voce calmo e l'insolita tranquillità con cui si comportava, Mia poteva intuire che fosse tutto tranne che tranquillo. Erano quelli i momenti in cui si tendeva maggiormente come un arco di violino; quando riusciva a percepire il battito cardiaco di lui impazzire senza trovare un riscontro di ciò nei suoi gesti. Per Mia, paradossalmente erano quelli i momenti in cui si scioglieva come un ghiacciolo sotto il sole e sembrava soccombere al suo volere. Forse perché lei a differenza di Raiden non aveva quella forza di volontà. Non riusciva a controllarsi neanche facendo violenza psicologica su se stessa. Non riusciva a trattenersi dal provocarlo, stuzzicarlo, ricercare le sue attenzioni in qualunque momento. Il giovane Yagami, dal canto suo, esercitava il suo controllo con moderato controllo di sé; seppur non riuscisse a starle lontano, si poneva nei suoi confronti con maggiore pazienza, e proprio ciò scatenava nella giovane ex Serpeverde un senso di ulteriore mancanza di controllo. Era sempre alla ricerca di quegli atteggiamenti, di quel suo fare così tranquillo e paziente che paradossalmente le faceva ribollire il sangue nelle vene. Così, roteo su se stessa deglutendo appena; l'aria attorno a loro era cambiata, preannunciando un lento scivolare in quel territorio che la gettava in uno stato completamente differente. In quei momenti Mia era estremamente attenta e concentrata, quasi come se non volesse perdersi un solo dettaglio di ciò che accadeva. Si lasciava andare e spegnava il suo lato più razionale e giudicante, affidandosi completamente a lui, a loro, a quel loro amore e desiderio. Se è così forte, se è così bello, se è così piacevole, non può essere sbagliato. E in fondo Raiden aveva ragione; non dovevano rendere conto a nessuno di ciò che per loro significava amarsi, né della maniera in cui desideravano dare sfogo ai loro istinti più reconditi. « Che c'è? » Chiese di scatto tentando di spezzare quel silenzio innaturale in cui continuava a guardarla con quel lieve sorrisino malizioso. Che avesse risvegliato la sua attenzione in una maniera completamente nuova, lo percepì immediatamente. E forse trovò improvvisamente quell'outfit meno ridicolo proprio grazie a quella reazione. You look so very pretty. Istintivamente sbatté le palpebre un po' sorpresa dal suo tono di voce. Sembra che mi hai visto sull'altare il giorno del nostro matrimonio. Quel pensiero la divertì un po', ma riuscì anche ad ammorbidire la tensione tra loro, portandola a sciogliersi in un sorriso dalle tinte gentile. Per Mia però, mancava qualcosa, e non si sottrasse dal puntualizzare con una certa precisione cosa secondo lei andasse aggiunto a quel amplesso che tutto sommato continuava a sentire come innaturale su di sé, ma che sembrava comunque farla sentire bene alla luce del fatto che a lui piacesse. Tanto si impegnava a fare l'esatto contrario di quanto le venisse chiesto in così tante circostanze quanto sentiva di dover assecondarlo in quelle circostanze. A me piace tanto vederti così. Felice, spensierato. Mi piace sapere che con me hai voglia di prenderti una pausa, di dimenticare anche solo per un po' di tutto il resto. Quando stiamo così non mi serve nient'altro. E che nonostante tutte le sue remore, Mia fosse a sua volta a proprio agio fu evidente dal modo in cui strofinò la tempia contro la guancia di lui osservando poi la loro immagine allo specchio. Trovava quella coppia davvero carina; un connubio che in passato avrebbe invidiato al punto da trovarli inutilmente smielati e noiosi. Ma con Raiden, Mia non si annoiava mai, e lo avrebbe scoperto piuttosto presto che ogni momento di calma era solo un momento prima della tempesta. Così, conquistatasi il suo bel gioiello si voltò appena per stampargli un bacio sulle labbra. « Un gelato ci sta. Direi che te lo sei meritata. Dai.. vai in camerino a toglierti le calze, paghiamo e ce ne andiamo. Ok? » Mia annuì contenta ritirandosi verso il camerino con aria pimpante. « Ma che signore! Grazie! » Commentò piuttosto divertita quando le scostò la tenda per permetterle di entrare all'interno del camerino tinto di specchi e luci provenienti dall'alto. Trovava sempre quei posti una specie di realtà alternativa. Nella testa di Mia c'era un complotto in merito ai camerini di prova. Sono appositamente studiati per indurti in errore. Le cose nel camerino ti piacciono sempre di più rispetto a quando torni a casa. Non ebbe poi tanto tempo di elaborare quel pensiero poiché venne a stretto giro seguita all'interno dello spazio angusto dal moro che tirò immediatamente la tenda. What are you doing! Un'esclamazione sussurrata, che tuttavia la portò a sgranare gli occhi e inclinare la testa di lato. Trovarsi in quello spazio così piccolo da soli non era certo una buona idea. Non conoscendo Raiden, né tanto meno se stessa. Just helping you out. Non poté fare a meno di sorridere sull'orlo di un lieve senso di nervosismo che la portò a deglutire seppur divertita. Raiden.. Prima di poter aggiungere altro Raiden era già in ginocchio di fronte a lei obbligandola a chiudere gli occhi e massaggiarsi il collo. La scia di quel sorriso divertito continuava ad aleggiare sul volto di lei, ma al contempo c'era dell'altro. Un velato senso di lussuria, reso evidente dal sospiro pesante. ..we can't.. here, come on! Are you crazy? Ma lui non sembrava ascoltarla, liberandosi prima di un anfibio e poi dell'altro, portandola a mordersi il labbro inferiore tra una risata sommersa e un'altra. Still.. it's kind of a pity to get rid of them, don't you think? They look really pretty on you, baby. In quella posizione, con la gamba contro la spalla di lui e le mani a percorrere la sua pelle e labbra intente a toccarla, Mia sentì il bisogno di coprirsi il viso con entrambe le mani. Stiamo veramente facendo questa cosa qui? In pubblico? E allora perché non era veramente scandalizzata? Perché l'unica cosa di cui sembrava vergognarsi era di quanto avesse voglia di scoprire cosa si provasse. Il fascino del proibito, la sensazione di fare qualcosa che non si dovrebbe assolutamente fare, il brivido relegato all'idea che chiunque avrebbe potuto scostare quella tenda da un momento all'altro. Do you feel pretty? Cause you should. And I want you to. Non poté fare altro che abbassare lo sguardo nel suo. Le dita solleticarono la sua fronte scendendo ad accarezzargli la guancia prima di risalire a intrecciarsi con gentilezza tra i suoi capelli. Confusa, sollevata ma anche paradossalmente delusa, si bloccò non appena il ragazzo si rialzò. Sospirò profondamente chiudendo appena gli occhi, mentre cercava di ritrovare l'equilibrio posando le mani sulle sue spalle. Aveva pensato che sarebbe andato fino in fondo? Sul serio Mia, dai va beh, ma ti pare. È una cosa così stupida. A parte che vi scoprono tempo cinque secondi anche solo perché non riesci a tenerti un cecio in bocca, figuriamoci. Le scariche energetiche che vibravano nel suo corpo tuttavia non vennero meno specialmente quando incontrò il muro alle proprio spalle provando uno specifico senso di contenimento e pericolo, misto alla lussuria che sprigionò il bacio che si scambiarono. A quello seguono altri e altri ancora, che si mischiano alla sensazione inebriante di ogni suo tocco. A quelli Mia risponde quasi senza volere con altri altrettanto famelici. Intreccia le dita tra i capelli di lui mentre l'altra mano sbottona avidamente un altro bottone della camicia di lui per per farsi spazio al di sotto. Seppur volesse non riuscirebbe a fermarsi. Il desiderio di lui si mischia al proprio creando un misto miciadile di fronte al quale non riesce e non vuole resistere. Di tanto in tanto getta lo sguardo alle spalle di lui, priva a tendere l'orecchio al di là della tenda pastellata di velluto, ma non riesce a concentrarsi. You're so pretty it's a torture. Morde, Mia, e ricerca le labbra di lui tra dolcezza e avidità in un gioco che la porta a esalare un leggero mugolio non appena sente la coscia di lui tra le proprie gambe. La stretta sui capelli di lui si fa più ferrea mentre scava sotto l'indumento di lino stringendo ogni lembo di pelle che può sconficcano le unghie nella carne di lui come se volesse strappargliela di dosso. Lo sento quel piacere; quel fascino che le ha descritto con così tanto devoto amore. Lo ama fino al punto da volergli far male. C'è piacere in quel pizzicore doloroso e c'è dolore in quel desiderio scatenato con animalesca avidità. Costretta a piegarsi a quel piacere che non riesce e non vuole rifiutare, inclina la testa di lato per fargli spazio mentre lascia scorrere con pesantezza i polpastrelli sulla schiena di lui. La frizione sul suo punto più sensibile la porta a ricercarlo, a spostare le sue attenzioni altrove, sul cavallo dei suoi pantaloni, esercitando una pressione tale da sentire tutto il suo desiderio. E per poco non riesce a trattenere il gemito che soffoca contro la spalla di lui, provando un senso di panico. Shh, be quiet or I'll have to leave you hangin'. You're such a good girl. You deserve a prize. Unless you want me to stop. One word and I'll stop. You know I'd do anything for my little one. La probabilità che qualunque cosa stessero facendo potesse fermarsi parve gettarla nella confusione più dell'idea di essere scoperta. Le importava sì di non fare brutta figura, ma era proprio ciò che sembrava catalizzare maggiormente la fonte di quel piacere. Alla sua destra riflessa nello specchio la coscia di lui premuta tra le proprio gambe, il sorriso luciferino, l'intera figura riversa sulla propria. Tra i due quella avezza al rischio era sempre stata Mia. Raiden dal canto suo si era sempre mantenuto nella sua integrità incline a rompere le regole della moralità solo in camera da letto. Li, tra i due, un passo alla volta, si erano scoperti mostrando lati di sé che forse nemmeno conoscevano - è stato di certo così per Mia. Tra confessioni e dialoghi a cuore aperto, un passo alla volta la scoperta del loro piacere ha schiarito il turbine che scatenava i loro rispettivi blocchi. Tra le lenzuola, Mia e Raiden sono diventati vulnerabili, piccoli, crescendo al contempo insieme di giorno in giorno più impavidi. Quella situazione gettava sul ragazzo che amava una luce completamente differente. Raiden era il tipo che stava alle regole; giocava spesso su una linea di irriverente malizia, ma nulla di tutto ciò li aveva mai portati a fare qualcosa di veramente sconveniente. Beh.. quasi mai. C'erano state volte in cui quelle rappresaglie si erano già avvertite, ma l'ambiente protetto di un mucchio di lycan sballati, intenti a esplorare i propri istinti in un vero e proprio rave party, non era minimamente paragonabile al rischio di essere beccati in un camerino all'interno di un certo commerciale. Era come vederlo sotto una luce nuova; scoprire un pezzo di lui che non pensava minimamente esistesse. Quel fascino del pericolo e del rischio che Raiden non aveva mai dimostrato, la esaltava oltremodo, come se, pur sentendosi corrotta e trascinata in una situazione scomoda, l'avesse a propria volta senza nemmeno volerlo attirato in una trappola senza possibilità alcuna di resistere alla tentazione. Sensazioni del tutto nuovi che portarono il suo sospiro ad appesantirsi mentre ricercava il contatto con la sua coscia ulteriormente. Please don't stop. Ricercava il suo sguardo per comunicargli l'emergenza di dar voce a quel piacere improvviso, scaturito non tanto dagli effettivi contatti, quanto dalla situazione stessa. Soffiava contro il suo viso mentre ricercava il riparo della pelle di lui scoperta alla base del collo, dove vi affondo di colpo i denti cercando di attutire i propri mugolii. I movimenti del suo bacino fecero eco alle carezze sempre più pesanti che lasciava sul cavallo dei pantaloni di lui, quasi volesse donargli una qualche forma di sollievo e donarla di conseguenza anche a se stessa. Passi all'esterno e una serie di voci femminili la fecero sbiancare. « Secondo te questa o questa? » « Forse era più carina quella azzurra in vetrina. Te la porto? » Una via vai che continuò, mentre Mia osservava implorante Raiden, incapace di fermarsi. « Prendi anche il top violetto! Lo voglio provare con la gonna nera! » Di colpo lo sentì sempre più prossimo e convinta che non fosse capace di trattenersi, guidò il palmo di lui a posarsi sulle sue labbra, provando se possibile un senso di eccitazione ancora maggiore. « Awwwww, questo ti sta proprio bene Asami-san! » Lo sguardo annebbiato di desiderio si tinse istantaneamente di un cupo arcobaleno di colori mentre intensificava tanto i movimenti su di lui quanto quelli sopra la sua coscia. Non ci volle molto prima di chiudere gli occhi sospirando pesantemente, le gambe strette attorno a quella di lui. Sentì una potente scarica di piacere che la portò ad aggrapparsi al suo busto per mantenere l'equilibrio mentre le gambe le tremavano appena. Affannata eppure al contempo frustrata da un climax potente sì, ma non completamente soddisfacente in mancanza di un contatto diretto, adagiò la fronte contro la spalla di lui, spostandosi poi piano piano a lasciargli tenerci baci lungo il collo e lungo la mascella. « Aaaaah! Non hanno la mia misura di questo vestito. Che peccato! Volevo indossarlo all'appuntamento con Isoshi-san! » Lo sguardo allarmato ancora rivolto verso la tenda in velluto. Il chiacchiericcio di sottofondo continuò mentre Mia dal canto suo riportò gli occhi da cerbiatta in quelli di lui, quasi volesse leggervi qualcosa che non aveva mai percepito prima. Da una parte aveva voglia di rimproverarlo per quella sua brava, dall'altra, aveva voglia di soffermarsi là dentro all'infinito. Era evidente però che continuare lì dentro stava diventato più che rischioso una mossa davvero stupida. Così, si scostò di lato dandogli un leggero colpo sul braccio, attenta a non fare troppo rumore, prima di abbassarsi quanto necessario per togliersi prima una calza e poi l'altra. Si rese conto di quanto quella gonna fosse corta, soltanto quando, intenta a rialzarsi, si rese conto di avere tutto il fondo schiena scoperto. Corrugò quindi la fronte e scosse la testa, mentre strappava le etichette di tutti gli indumenti presi dal negozio mettendoglieli tra le mani. Aveva le guance paonazze e i capelli leggermente scompigliati, tant'è che decise di sciogliersi di nuovo prima di indossare gli anfibi in attesa che il coro di anatre lasciasse il corridoio dei camerini.
    Con le guance in fiamme e la palese sensazione di colpevolezza mista alla paura di essere ancora scoperta, Mia si aggrappò al braccio di Raiden, dirigendosi verso la cassa, dove tentò di sembrare il più naturale possibile, mostrando sin troppo interesse nei confronti di un espositore di calzini, che iniziò a rigirarsi tra le mani decidendo infine di allungare sul bancone un paio azzurrine, per mantenere la sua sceneggiata. « Prendiamo anche queste. » Solo quando la commessa le rigirò per passarle sul lettore della cassa, Mia si accorse che sul dorso avevano il disegno stilizzato delle zampette. Arrossì ulteriormente gettando uno sguardo con la coda dell'occhio a Raiden, prima di gettare prendere a osservare un po' impaziente l'uscita del negozio. A transazione conclusa e ormai fuori dal negozio, la ragazza provò un senso di improvviso sollievo. Era evidente non vedesse l'ora di uscire sin da quando avevano lasciato quel camerino angusto. Per un po' non disse nulla, intrecciando semplicemente le dita a quelle di lui senza dire assolutamente nulla. Di tanto in tanto tornava a guardarlo di sfuggita, e allora gli veniva da ridere, ma nonostante ciò non aveva voglia di parlargli, ma non aveva neanche voglia di non parlargli. Quel finto regime dell'offesa a cui lo stava sottoponendo era un puro capriccio che venne meno nel momento in cui, usciti dal centro commerciale, Mia intravide l'insegna del grosso chiosco di gelato che aveva ispirato quell'improvvisa voglia di dolce. Non si smentì quando fu il suo turno. Ordinò la cialda più grande all'interno della quale si fece mettere diversi gusti coloratissimi, la panna, due topping differenti e tre tipi differenti tipi di dolciumi. Un gelato talmente imbarazzante che non sarebbe stata in grado di finirlo nemmeno se si fosse impegnata e che pure richiese con grande convinzione e una spavalderia quasi infantile. « Posso avere più confetti colorati? Grazie! » E così con il suo bel gelato tra le mani, tornò a osservare Raiden con un sorriso fiero. « Li fanno proprio belli i gelati qua. Devo dire che adesso sono un po' meno arrabbiata con te. » Pausa. « SI. Ero arrabbiata con te, e non so se mi passerà, sai? Sei stato.. » Si fermò di colpo, ben consapevole che in realtà non voleva approfondire la questione. O meglio, voleva, ma non necessariamente in termini verbali. « ..va beh non importa, mi sta passando. » E così prese a mangiare il suo gelato, finché giunti in prossimità del porto non trovarono una panchina in una zona piuttosto tranquilla su cui concludere quello spuntino. A differenza di altre volte, Mia non ci pensò neanche su cosa dovesse fare. Attese che fosse lui il primo a sedersi, prima di prendere posto sulle sue gambe. Per un po' lo guardò inclinando appena la testa di lato.
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    You tricked me! Asserì di scatto in un lamento, gettando un veloce sguardo al gelato. Si stava sciogliendo in diversi punto, motivo per cui Mia percorse con le labbra uno ad uno i rivoli sul cono senza staccare gli occhi da lui. Uno in particolare le finì sul dorso della mano, e un'altro lo raccolse direttamente con l'indice portandoselo alle labbra. Not cool! Not cool at all, daddy! Ma nonostante ciò che diceva, Mia non riusciva a pensare a nient'altro, come se a una bestia affamata fossero state gettate solo le briciole. Di colpo si avventò sulle sue labbra prendendo le proprie con una certa avidità prima di morderlo con ben poca delicatezza. Poi sotto lo sguardo di lui avvolse le labbra attorno alla cialda succhiando il contenuto del gelato con gesti e suoni estremamente eloquenti. Non tentava neanche di nascondersi, di celare la lussuria e il desiderio che permeava le sue membra. I love you. Disse di scatto ridacchiando con una vocina piccola e dolce mandandogli un bacio a distanza prima di tornare a dedicarsi al suo gelato nella stessa maniera. Diede un morso alla cialda per poi osservarlo accarezzandogli appena la coscia. And you know, I want to know more about this Lieutenant Yagami - aka daddy -, who doesn't care about rules, or public decency, or even about consequences. Just - to - get - under - his wife's pretty useless skirt. Scandì quelle ultime parole con una nota di divertimento, picchettando dolcemente sulla punta del suo naso, arricciando a sua volta il proprio. So shameless! Si sentiva come se lo stesse conoscendo da capo. Come se fino a quel momento si fossero nascosti sotto un velo; sentiva di essersi innamorata solo di una parte del ragazzo per il quale aveva gettato alle ortiche ogni convinzione che avesse erroneamente maturato in precedenza. Ma oltre, c'era molto altro, e lei se ne stava innamorando ancora di più. You see, now I get it! You're not as cautious and patient as you say you are. Si strinse nelle spalle, con una nota trionfante. But.. that's kinda hot. Pausa. And now that I know your dirty little secret, who knows when I might decide to put on a show.. to pay you back. Pausa. Keep your eyes wide open, mister! I'm coming for you. Non a caso tornò a sfiorare il tronco della cialda con le labbra, raccogliendo un po' del gelato sciolto prima di porgerglielo alzandosi in piedi, lasciandosi svolazzare la gonnina dietro. It's too big. I can take another bite. I need to stay light. You know, in case something as big comes out later. After yesterday I got some catching up to do.. maybe. « Dai su, voglio vedere se riesco a convincerti a comprare più di un misero manga. Anche perché l'altra volta te l'ho chiesto in tutte le salse e tu eri lì no solo questo. Beh che dire! Eri molto timido.. » Una provocazione che non sentì di ritirare né di ritrattare. « Ma ehi! Ci sta! In fondo non c'è nulla di male vero? A essere un pochino timidoni.. come te.. »


     
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    Quando Mia gli chiese di continuare, Raiden non se lo fece ripetere certo due volte. Era divertente, quella situazione. Il brivido di adrenalina che gli percorreva il corpo all'idea di poter essere scoperto da un momento all'altro sembrava animarlo in maniera quasi paradossale. Andava incontro al contatto di lei con desiderio, spingendosi contro il suo palmo alla ricerca di un piacere che allo stesso tempo era ben deciso a negarsi. In fin dei conti, sebbene un colpo di bacchetta potesse porre rimedio a tutto, fare casino nei propri pantaloni all'interno di un luogo pubblico non era esattamente l'ideale. Eppure quell'idea di sentirsi in trappola, alla mercé di Mia tanto quanto lei lo era alla sua, sembrava solo elettrizzarlo di più. Un connubio di sensazioni eccitanti che gli rese particolarmente difficile trattenersi, specialmente nel momento in cui Mia raggiunse l'apice del proprio piacere strofinandosi contro la sua gamba alla stregua di un gattino in cerca di coccole. Come potesse essere così adorabile e al contempo così attraente, Raiden non sapeva spiegarselo - ma quel mix riusciva a mandarlo letteralmente fuori di testa, imponendogli di appellarsi all'ultimo barlume del proprio controllo per non seguirla a ruota. Col respiro pesante e lo sguardo di un animale pronto ad attaccare la propria preda da un momento all'altro, il giapponese si costrinse a fare un passo indietro, lasciando controvoglia la presa sul corpo di lei per passarsi una mano tra i capelli scompigliati mentre indietreggiava per appoggiarsi con la schiena al muro. Il suo sguardo percorse il corpo di Mia per intero, gustandosi quell'immagine come un affamato che osservava un lauto banchetto. Ma per quanto controllo potesse esercitare, nel momento in cui Mia si chinò per sfilarsi le calze, Raiden non riuscì a trattenersi dall'assestarle un bel colpo preciso sulle natiche, producendo un sonoro schiocco. You tease! Una piccola malefatta, quella, per cui non si scusò, limitandosi piuttosto a scoprire i denti in un sorriso tanto compiaciuto quanto malizioso prima di scoccarle un occhiolino e seguirla fuori dal camerino. Camminare in quelle condizioni non era esattamente la cosa più comoda, e il giovane Yagami dovette trovare il modo di aggiustarsi senza farsi notare troppo, coprendosi poi l'evidente bozzo un po' con la camicia e un po' con le buste contenenti gli altri acquisti. Fatto ciò si diresse a testa alta verso la cassa, come se nulla fosse, trattenendo a stento un sorriso nel constatare che Mia, al contrario, sembrava aver scritto in faccia di aver appena compiuto un furto all'interno del negozio. « Guarda che se sembri così colpevole finiranno per perquisirti. » Parole, quelle, che le rivolse tramite il contatto lycan, mentre dal suo canto era tutto intento a sorridere alla cassiera e porgerle il denaro necessario. Rivolse tuttavia all'americana uno sguardo divertito con la coda dell'occhio, approfittandosi del tempo necessario all'impiegata per mettere i soldi in cassa e restituirgli il resto. A quel punto, ringraziata la ragazza, si diressero verso l'uscita del negozio, continuando a passeggiare mano nella mano per i corridoi del centro commerciale che portavano diretti all'uscita. Mia non gli rivolse parola e Raiden, dal canto suo, fece altrettanto, piuttosto divertito dall'improvviso mutismo dell'americana. E quindi ho proprio trovato il barbatrucco per toglierti le parole. Tu pensa! Non sapeva bene a quale gioco stesse giocando Mia, o quale fosse il suo obiettivo, ma decise comunque di assecondarla, fidandosi di qualunque idea avesse in mente. Idea che, almeno in un primo momento, sembrò riassumersi al semplice programma stabilito di prendere un gelato ad uno dei colorati chioschi locali. Un gelato mastodontico, quello che Mia scelse, lasciando Raiden vagamente perplesso. « Sicura che poi hai spazio per il pranzo? Guarda che lo devi finire, eh. » la stuzzicò bonariamente, mentre dal canto suo si limitò ad ordinare un semplice bubble tea all'anguria per rinfrescarsi senza rovinarsi l'appetito. Il gelato gli piaceva, ma non era mai stato un grande amante dei dolci, a maggior ragione fuori pasto. « Li fanno proprio belli i gelati qua. Devo dire che adesso sono un po' meno arrabbiata con te. » Ridacchiò, inarcando le sopracciglia in un'espressione tra l'incredulo e il divertito. « Ah perché - eri arrabbiata con me? » « SI. Ero arrabbiata con te, e non so se mi passerà, sai? Sei stato.. » Abbassò il mento, fissandola da sotto le ciglia mentre un sorriso gli increspava le labbra; un muto invito a finire quella frase. « ..va beh non importa, mi sta passando. » « Beh però ho il diritto di sapere come ti ho fatta arrabbiare. Sai.. così starò attento a non rifarlo mai più. » Sorrise malizioso, scoccandole un bacio sulla tempia mentre le avvolgeva un braccio intorno alle spalle, dirigendosi assieme a lei verso un'area più isolata dove si trovavano alcune panchine. Rimase piacevolmente sorpreso quando Mia prese posto a sedere sulle sue gambe di propria spontanea volontà. Le fece posto, aiutandola a trovare la posizione più comoda e cingendole i fianchi con un braccio per assicurarla più vicina al proprio busto. You tricked me! Con le labbra chiuse intorno alla cannuccia, sgranò gli occhi in un'espressione di finta confusione e sorpresa, come se non avesse la più pallida idea di ciò a cui Mia stesse facendo riferimento. Not cool! Not cool at all, daddy! Avrebbe probabilmente detto qualcosa se solo lei non lo avesse battuto sul tempo, avventandosi come un animaletto famelico sulle sue labbra al punto da farlo sorridere compiaciuto contro quel contatto improvviso. Un sorriso, il suo, che si fece solo più luciferino quando seguì con lo sguardo i movimenti di lei sul cono gelato. Hungry, I see. Commentò malizioso, prima di prendere un sorso della propria bevanda, inclinando leggermente il capo di lato per continuare ad osservarla con la propria piena attenzione. I love you. Un sorriso più gentile si stese sulle labbra del ragazzo, che si sporse nella direzione di lei quanto bastava a darle un buffetto tenero tra i capelli. I love you too, baby. Raiden e Mia non erano il tipo di coppia che si confessava il proprio amore in continuazione, anzi, erano poche le volte in cui pronunciavano quelle precise parole. Non avevano bisogno di ripeterlo a ruota - lo sapevano e basta, e forse era proprio quella sporadicità a rendere più belli i momenti in cui sceglievano di dirselo apertamente. D'altronde, anche se già lo sai, il piacere di sentirtelo dire è tutta un'altra cosa. And you know, I want to know more about this Lieutenant Yagami - aka daddy -, who doesn't care about rules, or public decency, or even about consequences. Just - to - get - under - his wife's pretty useless skirt. So shameless! La faccia da poker di Raiden non sembrò vacillare nemmeno in quel momento, quando prese un altro sorso di bubble tea come se nulla fosse. Il fatto che Mia fosse stata presa un po' in contropiede dai suoi recenti exploit non era totalmente ingiustificato; Raiden, nei suoi confronti, non si era mai spinto troppo al di là di certi limiti. Nonostante più volte avessero pattinato su zone liminali, il giovane Yagami aveva sempre mantenuto un certo contegno - in primis per capire cosa a lei piacesse, fin dove potesse arrivare e cosa invece potesse non interessarle. In virtù della relazione che avevano, aveva sempre adottato una certa forma di cautela e attenzione nei confronti di lei, sondando il terreno a piccoli passi. Cose, quelle, che in passato non aveva sentito il bisogno di fare. C'erano tante cose di Raiden che Mia non sapeva - cose che non necessariamente erano chissà quanto scabrose, ma che il giapponese aveva comunque scelto di tenersi per sé perché non vedeva quale giovamento potesse portare il parlarne. Aveva senso ricapitolarle le proprie passate avventure? A parer suo, no. Non erano cose di cui si vergognava, ma nemmeno che desiderava sviscerare con sua moglie. E poi.. cosa le sarebbe mai cambiato a conoscerle? Tuttavia, alla luce di quei buchi nelle conoscenze di Mia, non c'era molto da stupirsi se l'americana vedesse certi suoi atteggiamenti come qualcosa di nuovo.. pur se di nuovo non c'era nulla, in realtà. Baby steps, sweetie, baby steps. Sorrise, accarezzandole leggero il fianco. You see, now I get it! You're not as cautious and patient as you say you are. But.. that's kinda hot. And now that I know your dirty little secret, who knows when I might decide to put on a show.. to pay you back. Keep your eyes wide open, mister! I'm coming for you. La leggerezza con cui Mia pronunciò quelle parole lo portò a soffocare una piccola risata, rivolgendole poi uno sguardo eloquente. Didn't you come for me already, baby? Or is this your way of asking me for some more? Le scoccò un occhiolino divertito, risucchiando sonoramente dalla cannuccia mentre col palmo le assestava un piccolo colpetto sul fianco. It's too big. I can take another bite. I need to stay light. You know, in case something as big comes out later. After yesterday I got some catching up to do.. maybe. Scosse il capo, facendo scoccare un paio di volte la lingua contro il palato a produrre un suono di diniego. « Eh no, ti ho avvisata: l'hai voluto e adesso lo finisci. » « Dai su, voglio vedere se riesco a convincerti a comprare più di un misero manga. Anche perché l'altra volta te l'ho chiesto in tutte le salse e tu eri lì no solo questo. Beh che dire! Eri molto timido.. Ma ehi! Ci sta! In fondo non c'è nulla di male vero? A essere un pochino timidoni.. come te.. » Sulle prime non si alzò dalla panchina. Piuttosto, vi si appoggiò meglio con la schiena, stendendo un braccio lungo il bordo dello schienale mentre prendeva un sorso dalla bevanda, sollevando lo sguardo in un punto imprecisato come se stesse riflettendo su un ricordo. « Mh.. io me la
    ricordo un po' diversa la storia, sai? Cioè, mi è un po' sfuggita questa cosa di te che mi chiedi le cose in tutte le salse. »
    Mia era particolarmente divertente in quelle situazioni, e all'epoca lo era ancora di più, in virtù del fatto che avessero molta meno confidenza rispetto ad adesso. L'americana aveva l'adorabile vizio di dire le cose senza dirle veramente, ingarbugliandosi in comunicazioni contorte in cui sperava di ottenere il risultato voluto senza esporsi troppo. Ma ormai dovresti sapere che con me non funziona quella tattica. « A dirla tutta sembravi pure un po' spaventata da certi oggetti. » Scoprì i denti tra cui teneva incastrata la cannuccia, sciabolando le sopracciglia con fare divertito al ricordo dello sguardo di Mia messa di fronte all'area del bondage. A quel punto, preso l'ultimo sorso, si alzò dalla panchina e gettò il bicchiere vuoto nel cestino più prossimo. You know, initially I thought you were all talk and no trousers, but now I think I have figured you out. Avvicinatosi alla schiena di Mia, si sporse oltre la sua spalla per rivolgerle qualche parola a bassa voce all'orecchio. You're so afraid to admit how much of a little slut you really are that you have to hide behind daddy's back to get what you want. But I guess that now is my turn to have a taste of what lurks in your mind, don't you think? Fece una pausa, sorridendo mentre le posava un bacio tenero sulla tempia. Unless you wanna prove me right, of course. Detto ciò, le diede un pizzicotto sul fianco, affondando poi le mani nelle tasche dei pantaloni mentre la sorpassava per imboccare la strada che li avrebbe portati al negozio scelto in precedenza. « Puoi finire il tuo gelato nel tragitto. » Per dirglielo, si fermò in mezzo alla strada, voltandosi quanto bastava a rivolgerle uno sguardo eloquente prima di farle cenno di seguirlo.
    [..] Il negozio era abbastanza grande e sembrava non avere quasi nulla a che fare con l'ambiente scabroso dello scantinato di Hogsmeade. Nonostante le luci fossero più soffuse rispetto agli altri negozi, lo spazio era organizzato in una maniera tale da dare l'impressione di trovarsi in un ambiente completamente normale. All'entrata, una commessa rivolse loro un semplice cenno di saluto col capo, lasciandoli vagare come più preferivano tra le varie sezioni ampiamente fornite. C'era un po' di tutto e sebbene la scelta fosse un po' più limitata rispetto ai mastodontici sexy shops di Tokyo, ogni gusto e preferenza aveva la sua buona fetta di offerta. Tra i giocattoli più comuni si poteva trovare davvero di tutto ogni forma, colore e funzionalità. Poi vi erano quelli più di nicchia, dalle fattezze ambigue che portavano a chiedersi quale utilità potessero mai avere oltre a quella di semplice soprammobile. La sezione manga, ovviamente, era molto più fornita rispetto ad Hogsmeade, ma questa volta la evitò. Quella dedicata agli indumenti, poi, sembrava un vero e proprio negozio a sé stante. Anche la clientela non sembrò far troppo caso a loro o tentare di nascondersi: ognuno si faceva gli affari propri senza troppi pensieri e senza prestare attenzione al prossimo. C'era tutta una sezione dedicata all'age play, verso la quale Raiden si diresse con una certa sicurezza, trattenendo a stento un sorriso che nascose da Mia per il puro gusto di vedere la sua genuina reazione. Osservò gli articoli esposti in silenzio, prendendo di tanto in tanto alcuni dagli scaffali per osservarli e poi rimetterli a posto - anche cose che mai in vita sua avrebbe comprato. Oh! They also have full kits for beginners. You interested, baby? Le pose quella domanda con tono di genuina curiosità e un pizzico di malizia nello sguardo che le rivolse quando le mostrò uno dei kit (x) esposti. Or maybe you're more into the kitten set. You really like kittens, after all. Le indicò un kit simile, in cui era compreso un cerchietto con delle orecchie pelose da gatto e una butt plug a cui era attaccata una soffice coda rosa. Si avvicinò dunque di qualche passo, poggiandole una mano sulla spalla in un tocco delicato che si trasformò in una carezza lenta su e giù per la sua schiena, fino a posarsi piano sulle sue natiche, dove le diede un paio di piccoli colpetti di incoraggiamento. Come on, don't be shy. I'll buy you whatever you like. Sussurrò al suo orecchio, mostrandole poi un sorriso dai tratti gentili mentre premeva piano il palmo sul suo fondoschiena per invitarla ad avvicinarsi di più agli scaffali. « Non che dobbiamo per forza comprare qualcosa, eh. Però sai.. ci hai tenuto così tanto a tornare che mi viene da pensare ci sia qualcosa di preciso che vuoi. » Si strinse nelle spalle, sollevando appena lo sguardo mentre indietreggiava di un passo, toccando distrattamente qualche stoffa di lingerie appesa. It's fine if you don't wanna tell me though. Baby steps, right?

     
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    Per un motivo che razionalmente non sapeva spiegarsi completamente, la mente di Mia era rimasta bloccata in quel camerino. Forse perché tutto ciò che era avvenuto dietro quella tenda non se lo aspettava minimamemte da Raiden, e perché doveva ancora ricollegare tutta quella miriade di novità alla sua persona. Le piaceva, le piaceva così tanto che non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, né stargli lontana. Aveva costantemente voglia di toccarlo, baciarlo, provocarlo, scatenare in lui altre reazioni ancora, quasi come se, trovata quella chiave di volta non volesse più tornare indietro, ma avesse bisogno di scoprirlo sempre di più. Non riusciva a comprendere quali condizioni si fossero verificate affinché i due giungessero a quel punto, cosa fosse successo nello specifico al punto da portarli ad aprirsi così tanto; in quel momento Mia aveva davvero l'impressione di potergli dire tutto, molto più di prima, come se fino a quel momento, un velo di pudore e di paura ci fosse stato comunque. Erano vissuti per molto tempo col freno a mano, Mia e Raiden, forse perché in fondo, avevano davvero bisogno di conoscersi. Si amavano sì, tantissimo, forse più di quanto fosse saggio amare qualcun altro al di fuori di se stessi, ma la loro conoscenza prima di gettarsi di testa all'interno di un matrimonio e di una vita insieme, era stato comunque troppo poco. Proprio quella mancanza dei tempi fisiologici, aveva più volte gettato luci e ombre sulla loro vita. Tendevano a sorprendersi con facilità, ma anche a rabbuiarsi di fronte agli spigoli della personalità di uno, che non necessariamente combaciavano con quelli dell'altra. Ci avevano lavorato e continuavano a lavorarci, costantemente, col timore di sbagliare, ma anche con la gran voglia di curarsi l'uno dell'altro. Quegli ultimi giorni - forse addirittura complessivamente le ultime settimane - erano stati un sconvolgimento piuttosto profondo, non tanto perché quelle dinamiche fossero estranee alla loro vita di copia, quanto piuttosto perché né Mia, né Raiden provavano più a scansarle e scansare di conseguenza i loro desideri più reconditi. Alzatasi dalla panchina quindi, Mia indietreggiò di qualche passo, osservando il marito con un'espressione pensierosa e al contempo intrigata. La domanda che gli aveva posto la sera prima, ronzava nella testa di lei ancora più vorticosamente di prima. Chi sei tu e cosa ne hai fatto del mio Raiden? Il giovane Yagami non si era mai nascosto, non aveva mai battuto ciglio di fronte a nessuno dei desideri di Mia, semmai aveva dimostrato una personalità disinvolta ed estremamente proattiva a letto. Era però sempre stato dolce e premuroso, cauto; un amante gentile che sapeva prestare attenzione e pazienza nei confronti dell'amata. Non si sono mai annoiati, Mia e Raiden. Col tempo hanno scoperto cosa all'altro piace, come muoversi, cosa dire, dove toccare, come farlo. Eppure in quell'ultimo periodo qualcosa era cambiato; forse avevano tolto il freno a quella loro compatibilità, forse lo stesso Raiden, spinto dalla sempre maggiore disinvoltura di Mia, stava finalmente scoprendosi, senza remore, né paura alcuna. Quella di prima, era stata solo una scappatella nel camerino di un ridicolo negozio tinto di colori pastelli, eppure, per una ragione che ancora doveva capire, per Mia non lo era affatto. Era un lasciapassare, un biglietto di sola andata verso un territorio inesplorato che sentiva il bisogno di conoscere e abbracciare. Aveva bisogno di sapere, e quella curiosità era tale da smembrare ogni senso di dubbio e senso del pudore. « Mh.. io me la ricordo un po' diversa la storia, sai? Cioè, mi è un po' sfuggita questa cosa di te che mi chiedi le cose in tutte le salse. A dirla tutta sembravi pure un po' spaventata da certi oggetti. » « Ehhhh che esagerazione! Spaventata mi sembra una parola un po' forte. » La verità è che Raiden aveva ragione. Non lo conosceva poi tanto ai tempi. Erano usciti per un periodo - per ridere. Sparivano da sotto il naso dei loro amici per stare da soli, per poi finire puntualmente nella stanza di lui a fare l'amore. Aveva ancora molte remore nei confronti di lui. Convinta che fosse andato al letto con Gabriela la sera dopo essere stato con lei, continuava a viversi quella loro cosa per quello che era - una breve avventura in mezzo alla quale, doveva accettare la possibilità che il giovane Yagami potesse avere voglia di vedere anche altre persone. Non le andava giù, ma non aveva nemmeno voglia di calpestare il suo amor proprio affrontando quel discorso in maniera aperta. E se le avesse detto che voleva vedere altre? Se lo stesse già facendo? Lei non aveva alcun diritto di proibirglielo, né poteva chiedergli di smettere, ma avrebbe voluto, e il solo pensiero che quelle mani potessero toccare un'altra la mandava in bestia. Non lo ammetteva, ma c'erano volte in cui provava una profonda gelosia nei confronti di lui. Lo voleva tutto per se, voleva solo le sue attenzioni, le sue carezze. Voleva ridere e passare tutto il tempo che poteva insieme. C'erano volte in cui Raiden era un pensiero fisso e in quella sua mente fulminea si immaginava di tutto. Anche scenari che non avrebbe mai davvero provato né pensava potessero piacerle. Forse avrebbe dovuto fare altrettanto - vedere altre persone. Ma la verità è che non riusciva a reggere nemmeno la tortura di uscire con qualcun altro per un caffè, figuriamoci andarci a letto. You know, initially I thought you were all talk and no trousers, but now I think I have figured you out. You're so afraid to admit how much of a little slut you really are that you have to hide behind daddy's back to get what you want. But I guess that now is my turn to have a taste of what lurks in your mind, don't you think? Unless you wanna prove me right, of course. « Puoi finire il tuo gelato nel tragitto. » Assottigliò lo sguardo a quel punto Mia, osservandolo con un'espressione ulteriormente intrigata. Era consapevole del fatto che la stava provocando e le stava gettando contemporaneamente un guanto di sfida, ma dopo il modo in cui l'aveva sorpresa precedentemente, la giovane intendeva comunque pareggiare i conti. Ci avrebbe quanto meno provato a non farsi sorprendere con così poca facilità. D'altronde se il gioco diventa troppo facile è noioso, no? E forse hai bisogno di qualche livello di difficoltà in più anche tu. Si strinse quindi nelle spalle e sospirò, percorrendo la figura di lui dalla testa ai piedi. I'll take it as a compliment, Lieutenant. However I do have something to say about all this.. Avanzò di qualche passo mordendo sonoramente il suo cono posizionandosi fronte a lui sollevando il mento con un sorriso trionfante. I - am not afraid - of anything. E dicendo ciò avanzò di qualche altro passo rispetto a lui lasciandolo godere della visione della gonnella che aveva scelto. Not anymore.
    [...] La prima cosa che Mia notò con sua grande sorpresa era che il negozio in questione non tentava di nascondere le proprie fattezze in alcun modo. Affacciato su una piazzetta piuttosto tranquilla, aveva tutta l'aria di un ambiente qualunque in cui scegliere qualunque cosa si desiderasse senza incontrare il biasimo di nessuno. Non ci fu anima alcuna tra gli scaffali che fece caso a loro, né la commessa sembrò fare più di tanto caso a loro. Mentre a Hogsmeade per sgattaiolare dentro lo scantinato dei desideri bisognava guardarsi alle spalle prima di intraprendere la discesa degli scalini che portavano nel seminterrato buio e umido, lì tutto era in bella vista, attentamente ordinato e catalogato quasi come se si trattasse di un qualunque negozio di elettrodomestici in cui bisognava scegliere il nuovo frigo da comprare. Guardandosi attorno con una certa curiosità, seguì il moro in un reparto dai colori non dissimili a quelli del negozio da cui erano da poco usciti. Prese quindi a scorrere con lo sguardo i tanti articoli messi a disposizione, corrugando di tanto in tanto lo guardo con un che di sorpreso e al contempo confuso. Certi articoli superavano di gran lunga anche la sua immaginazione, e seppur avesse la vaga idea del fatto che certe cose esistessero, non avrebbe mai immaginato di vederle così alla luce del sole all'interno di un negozio. Cioè la gente viene qua e compra.. i pannolini? Ma sul serio la gente scopa coi pannolini? Mica li usa pure. La sola idea di trovarsi in un reparto dalle tinte così borderline riuscì a farla arrossire e sudare freddo. Ti prego fa che questa cosa non gli piaccia sul serio, altrimenti sono rovinata. Non a caso prese a osservare con grande cautela gli articoli che Raiden analizzava, facendo finta con aria vaga di guardare a sua volta questa e quell'altra cosa, tentando di dimostrarsi il più indifferente possibile. Si irrigidì appena nel vederlo prendere tra le mani la confezione di un ciuccio piuttosto vistoso, osservandolo un po' perplessa, sperando di leggere sia nella sua sfera emotiva che sul volto di lui un reale disinteresse nei confronti di quegli articoli. Oh! They also have full kits for beginners. You interested, baby? Allungò il naso per osservare quelle scatole rosa pastello arricciando appena il naso. Or maybe you're more into the kitten set. You really like kittens, after all. Ridacchiò appena osservandolo con un'espressione un po' perplessa poco prima di sentire la sua vicinanza e i conseguenti tocchi lungo la schiena che si soffermarono infine sul suo fondoschiena. Deglutì appena inumidendosi le labbra. Come on, don't be shy. I'll buy you whatever you like. « Non che dobbiamo per forza comprare qualcosa, eh. Però sai.. ci hai tenuto così tanto a tornare che mi viene da pensare ci sia qualcosa di preciso che vuoi. » It's fine if you don't wanna tell me though. Baby steps, right? Istintivamente alzò gli occhi al cielo, osservandolo con un'espressione fintamente indispettita, come se si sentisse seriamente sottovalutata in quella circostanza. In realtà era ben consapevole del fatto che Raiden tentasse ancora una volta di provocarla, non a caso sentì quel suo incalzarla come una sfida da dover cogliere. In verità non si sentiva più come la prima volta in cui erano entrati in un negozio di quel tipo, forse perché nonostante avesse la certezza di essersi persa qualche pezzo per strada, conosceva sufficientemente Raiden e si fidava di lui al punto da non avere alcun dubbio sul fatto che non l'avrebbe giudicata. Una parte di sé sapeva che l'intuizione del ragazzo non era del tutto errata. Mia tentava di dar voce ai suoi desideri in maniera estremamente bislacca, nella speranza che lui potesse leggere e interpretare quel suo confuso sbracciare trovando l'esatto incastro di ciò che piaceva a entrambi. Ma non funzionava così e nascondersi dietro a un dito non avrebbe giovato a nessuno dei due. In verità, aveva poi scoperto, che il semplice parlarne poteva avere una connotazione piuttosto funzionale al gioco, non a caso tirò un sospiro profondo e avanzò di un passo iniziando a sfiorare diverse confezioni passandosi tra le mani i più disparati oggetti, alcuni dei quali piuttosto ridicoli a parer suo. Now you want to handcuff me? Gli chiese quindi di scatto inclinando appena la testa di lato, mentre afferrava la confezione del kit che le aveva indicato precedentemente per studiare con più attenzione il contenuto. Oh I'm sorry - they're furry handcuffs, not just any handcuffs! Rope - leash? And furry wand.. Elencò tutti quegli oggetti sulle dita di una mano sollevando lo sguardo sul volto di lui decisamente divertita. What should we do with a furry wand? A tickling competition? Rimise quindi la confezione al proprio posto, continuando a guardare di qua e di là qualche articolo, gettando di tanto in tanto uno sguardo ai troppi articoli che a parer suo non c'entravano nulla lì dentro. Libri da colorare, peluche e borsette davvero infantili. Si rese conto che molti di quelli articoli sembravano usciti fuori direttamente da un negozio per infanti e nel giungere di fronte alla parte più apertamente borderline della sezione ageplay, tornò a guardare il marito con un'espressione meno scherzosa. Aren't these things a little.. intense? L'immagine di una giovane ragazza adulta con un pannolino sotto la gonna e il ciuccio la lasciò interdetta. Do men really like these things? Like.. for real? I mean.. not that I'm judging but.. Dopo un mese di pannolini veri, quelle cose le apparivano quasi scabrose. Dovette infatti distogliere lo sguardo e passare oltre. Nella sua attuale condizioni la sua mente rifiutava di vederle come qualcosa di sessuale anche al di là della sua personale sfera sessuale. C'erano anche cose più strane da che ignorò, pratiche che poteva intuire cose fossero e che a dirla tutta sortivano su di lei l'effetto contrario. Forse perché, ancora, seppur nel deep web era possibile farsene una vaga idea di cosa fossero, per Mia apparivano come una fonte di dolorosa umiliazione. Ma immagino che sia proprio questo il punto. Assieme a quelle però il suo sguardo si posò anche su oggetti e capi di vestiario che la fecero divertire. Pizzi estremamente vistosi, lingerie dal gusto vittoriano che le ricordavano le bambole di porcellana di sua zia Ingrid - la zittella gattara - e body che avevano tutto l'aspetto di essere usciti direttamente dal cassettone di Haru. Non si soffermò di fronte a nessuno di questi oggetti. In fondo, Mia non voleva essere vista apertamente come una bambina, né voleva alimentare una fantasia in cui lei stessa si sentiva stretta; le piaceva quella via di mezzo, in cui poteva essere sì viziata, ma non per questo meno padrona di sé. Proseguendo, tuttavia, qualcosa attirò effettivamente la sua attenzione nella sezione dei giocattoli più classici tra i tanti plug esposti. Ne prese uno piccolo tra le mani rigirandoselo tra le dita con vivido interesse mentre cercava di individuare le esatte sensazioni nell'indole di lui. All'estremità aveva incastonato una simil pietra color rosa pallido che la fece sorridere mentre sollevava lo sguardo nel suo. Ricordi della sera prima tornarono a stuzzicare la sua indole fino al punto in cui si innumidì appena le labbra deglutendo. Il curioso sorriso sornione che imperlò il suo volto si mischiò a un dolce boccheggiare mentre le ombre di sensazioni provate insieme ricorrevano ancora, portandola a rabbrividire appena.
    It's cute, don't you think? Lo lasciò cadere sul palmo di lui mentre ne prendeva un altro dallo scaffale più o meno della stessa grandezza, questa volta con una pietra di colore azzurrina. Ce ne erano per tutti i gusti; di ogni grandezza e forma, alcuni decisamente fuori dalla portata delle fantasia di Mia. You always say you like how tight I am. Maybe you like me even tighter. Sbatté le ciglia osservando le sue reazioni con estrema attenzione e un velo di sincera ingenua curiosità, evitando di specificare volutamente se quel piccolo oggetto dovesse aggiungersi alla loro routine, oppure se in alternativa facesse da passaggio intermedio per altro. Do you think I would look pretty wearing it? Would you like this for me? Se lo avvicinò innocentemente al viso rivolgendogli un piccolo sorriso prima di ridacchiare. I think it suits me. Si strinse nelle spalle passando allo scaffale accanto dove invece palline di diverse dimensioni giacevano esposte. Anche quelle erano fredde e anche su quelle, Mia aveva avuto modo di leggere diverse storie intriganti. Look you can engrave these ones! Asserì indicandogli la piccola targhetta vuota alla fine del filo sbrilluccicante. Something like: "to my little one - with love, daddy". Scoppiò a ridere facendogli la linguaccia prima di sottrarne un paio senza nemmeno chiedergli se le volesse o meno. Sarebbero state interessati per qualche serata fuori un po' noiosetta. You should choose something yourself you know? I mean.. Si voltò di scattò fermandosi in mezzo al corridoio su cui si trovavano mordendosi il labbro. Maybe there's something I don't consider or maybe.. you have something in mind.. Nel dire quelle parole si avvicinò a lui abbastanza da rubargli un bacio veloce, premendosi contro di lui con un po' troppa insistenza prima di scappare via, indietreggiando divertita. Passarono attraverso una tenda in un nuovo ambiente, oggetti non dissimili ma con un mood decisamente differente si dispiegarono sotto i loro occhi portando Mia a provare un senso di inadeguatezza rispetto a tante di quelle rappresentazioni. Se nel reparto ageplay quegli stessi oggetti avevano un'aria carina e rassicurante, nel BDSM molte di quegli stessi oggetti avevano un'aria decisamente più seria e cupa. In verità i due ambienti non erano propriamente separati, non a caso alcuni degli articoli carini di prima facevano capolino anche tra quegli scaffali. Rispetto a ciò che aveva visto a Hogsmeade, molti degli articoli qui contenuti erano decisamente lontani da ogni sua immaginazione. If someone tries to fuck me with that thing on I would bite off his cock. Not in a cute way. It's fucking scary. Incrociò infatti le braccia al petto inclinando la testa di lato un po' scandalizzata nell'osservare il manichino vestito completamente in latex con la maschera di una specie di animale indosso. Per un po' il gatto sembrò averle morso la lingua mentre studiava con grande curiosità ma anche una certa inquietudine certe immagini che le venivano proposte. Tentava al contempo di tendere l'orecchio alle reazioni di Raiden, quasi volesse accertarsi che nulla in quegli amplessi stuzzicava davvero la sua fantasia. Solo quando giunsero in una zona più franca tra altri giocattoli, videocassette, riviste e manga sembrò rilassarsi di più. In fondo, notò un piccolo corridoio illuminato da luci neon sopra le cui porte c'erano una serie di led che riuscì a leggere grazie al contatto lycan. Occupato. Sollevò un sopracciglio volgendo lo sguardo verso Raiden, ma non disse niente. Il giovane giapponese le aveva più volte raccontato che da quelle parti i modi per incontrarsi e fruire di sesso erano infiniti. Tra altri oggetti e cassette dal contenuto estremamente esplicito, a volte anche molto discutibile, si ritrovò infine ad armeggiare con altri giocattoli dalla forma indiscutibilmente fallica. Si rigirò tra le mani uno strap on, rivolgendogli un sorriso estremamente malizioso, cercando di studiare la sua espressione di fronte al suo interesse nei confronti di quell'oggetto. Le interessava davvero o tentava solo di fargliela pagare per tutte le volte in cui l'aveva presa alla sprovvista? Di colpo avanzò nella sua direzione continuando a rigirarsi l'oggetto scelto tra le mani. You know why I asked you the first time to come with me in that store? I mean yeah - I was curious and I'm still curious about some little things in here too.. like that cute little one. E dicendo ciò gli segnalò proprio il plug che aveva precedentemente scelto. But the thing is.. I don't think we need much from this place. No handcuffs or ropes.. I like your hands around my wrists, your weight on top of me. If I need a lesson it should be you who gives it to me. I like to feel you.. your hands.. your body.. Abbassò lo sguardo sospirando profondamente mentre osservava il giocattolo che continuava a rigirarsi tra le mani. I think I like being in here with you because sometimes is just hot to immagine what else we could do to each other. I don't know if I would like it - if we would like it.. and to be honest it's not the way I see you. But twisting you in my mind, fantasizing about.. whatever.. turns me on so much. Abbandonò quel oggetto per passare oltre, in una zona che presentava una serie di guinzagli fatti completamente di catene argentante. Ne tirò una appesa a uno dei chiodi più alti sciabolando le sopracciglia con un'espressione eloquente. Le tornò in mente il momento in cui l'aveva ingannata facendole credere che intendeva usare uno di quegli oggetti su di lei. I like this one. I think it would suit you. One day.. Disse di scatto mordendosi il labbro inferiore. ..when I will be older and wiser.. if I'll be raised properly you know? Someone has a big responsability in here. Lasciò che quella pausa stabilisse un lungo silenzio tra loro che non tentò di riempire in alcun modo. Solo ad un certo punto si avvicinò a lui portando le sue mani a posarsi sui proprio fianchi facendosi più vicina. And anyway coming in here with you it's fune and gives me some new ideas too. Like.. did you saw all that latex? Really too much, don't you think? Si avvicinò al mento di lui strofinando piano il nasino contro la sua pelle per poi posargli teneri bacini lungo il collo fino all'altezza dell'orecchio. They look kind of fake. But they did remind me of something more authentic we do have back home. You know what I mean? Le loro tenute da cacciatori avevano qualcosa che ricordava vagamente quei costumi. Non erano di latex ma funzionalmente avevano qualche aspetto in comune con quelle rivisitazioni in chiave sessuale. I'm just saying that if you ever feel like not getting in the shower when you come back home from work, you could torture me and make me cry all night and I would be perfectly happy. Maybe not really ok.. but.. Gli mordicchiò l'orecchio con una pressione eccessiva. ..after all, who am I to question daddy's methods to take care and raise his little one, right? Pausa. I could even be a brat, put on your favorite skirt and come see you after work. Just because I know you wouldn't do certain things while on duty, not even with your little slut, right? Daddy's too serious about some things. Di colpo si staccò stringendosi nelle spalle, ma non si allontanò, guardandosi piuttosto attorno divertita mentre gli lasciava una serie di leggere carezze sul cavallo dei pantaloni, posandogli dolci baci sulla guancia e sulla punta del naso. I love it so much when you get hard in the least appropriate places. Not so serious after all. Non si fermò ma non intensificò neanche le sue attenzioni. Si mantenne piuttosto su una zona franca ridacchiando sommessamente nello studiare le sue attenzioni. Are you really that serious daddy? Or are you hiding in plain sight? Di colpo si staccò indietreggiando di qualche passo osservandolo con un'espressione soddisfatta ridendo di gusto. « Quindi me le compri quelle cose, o vuoi vedere altro? Io volevo proprio quello. Ci sono anche andata a colpo abbastanza sicuro. Speravo volessi comprarmelo tu già da un po', però non lo hai fatto, anche se ogni tanto torni.. da quelle parti. » Pausa. « Però.. magari ci sono altre cose che vuoi.. raccontarmi. Non so. In queste ultime settimane mi sembri particolarmente ispirato. »



     
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    Raiden era sempre stato un tipo curioso di natura. Non gli piaceva scartare ipotesi a prescindere e da bambino non era quello che sceglieva per partito preso che tutto il cibo di colore verde non fosse di suo gradimento. Il pregiudizio sembrava un file quasi inesistente nella sua indole elastica, capace di adattarsi ad ogni situazione e curiosa di scoprire nuove cose. Lui, per sua natura, aveva bisogno di provare qualcosa prima di decidere se questa facesse o meno al caso suo. Col tempo quel suo atteggiamento era sfociato ovviamente anche nella sfera sessuale. Il tempo ad Iwo Jima lo aveva portato a riflettere molto su di sé e sul modo in cui aveva vissuto la propria adolescenza: sempre sul sicuro, sempre navigando a vista, senza mai prende un rischio se non quelli necessari a sfidare il patrigno per puro spirito di ripicca. Essere costretto su quell'isola, senza diritto di parola e trattato alla stregua di un pezzo di carne privo di identità, gli aveva fatto riconsiderare molto più seriamente il vero significato di libertà. Aveva passato interminabili notti a ricordare quei momenti in cui era stato libero senza rendersene conto; momenti semplici: un'uscita con gli amici, una festicciola clandestina in dormitorio, le noiose estati afose passate a sbuffare e chiedersi con Misa cosa avrebbero mai potuto fare per ammazzare il tempo, i pomeriggi piovigginosi chiusi in biblioteca a studiare. Sdraiato sulla stretta e dura brandina del campo militare, Raiden aveva rimpianto ciascuno di quei momenti, sentendosi stupidamente ingrato per non averli apprezzati a sufficienza quando ne aveva l'opportunità. Tra quelle riflessioni, aveva capito anche di aver perso una marea di opportunità per colpa della propria stessa ingenuità e paura di rischiare. « No te lo dico perché lo so - Yua proprio ti sbavava dietro. » « Ma dai, non dire cazzate! » « TE LO GIURO! Guarda, te lo giuro sulle mie palle - che cascassero prima che riesca a uscire da quest'isola di merda. A casa ho la camera attaccata a quella di mia sorella, no? E se ti dovessi ripetere le cose che ho sentito ai loro pigiama party.. te lo dico, Raiden, le femmine sono peggio di noi quando stanno tra loro. » « Sì ma io voglio che adesso le ripeti - queste cose dell'altro mondo. Cioè non ci puoi lasciare mica così. » E Yoshi le aveva ripetute - eccome se le aveva ripetute. Per filo e per segno. Probabilmente erano un po' romanzate, perché in fin dei conti tutti loro avevano bisogno di fantasticare su quelle ragazze di cui non vedevano nemmeno l'ombra da mesi - di rammendare un po' il loro ego sbrindellato, sentendosi desiderati da qualcuno e immaginando un mondo pieno di possibilità fuori da quei confini aspri. Tuttavia, se anche solo la base di quei racconti fosse stata vera, Raiden aveva davvero passato anni interi coi prosciutti sugli occhi. Una volta tornato nel mondo civile, dunque, si era impegnato a non commettere gli stessi errori e a cogliere ogni occasione che la ritrovata libertà gli metteva di fronte. Aveva così scoperto che in fin dei conti era proprio vero che il mondo fosse pieno di possibilità. Non se ne era fatta mancare nemmeno una, tuffandosi di testa nella vita con le nuove consapevolezze che aveva. Nelle notti passate a Tokyo aveva scoperto un mondo che fino a quel momento gli era stato estraneo, e ne era rimasto incuriosito. Aveva voluto scoprirlo, anche quando lo intimoriva o gli provocava rifiuto: aveva comunque voluto provare, ad ogni costo, pur di scoprire quella realtà che si era stupidamente negato negli anni della spensieratezza. E con la stessa curiosità con cui aveva voluto scoprire se stesso, aveva anche voluto scoprire gli altri. « Mh.. posso chiederti una cosa? Forse è un po' da sfigati. » Aveva abbassato lo sguardo sulle proprie scarpe, coronate dai pantaloni della divisa scesi fino alle caviglie. « Caro, le ho sentite tutte. Non giudico. E comunque non riusciresti a stupirmi nemmeno se ti impegnassi. » La prostituta aveva ridacchiato, appoggiando la tempia sul ginocchio scoperto di lui mentre con le lunghe unghie laccate di rosso tracciava piccoli cerchi sull'altro. Aveva visto uomini a sufficienza da conoscere ogni più piccola perversione. Raiden non era una tipologia nuova per lei, che di giovani soldati appena usciti dall'addestramento ne vedeva ogni anno. Sapeva come trattarli. « Mi piacerebbe imparare. Insegnami cosa ti piace - cosa piace a voi donne. » Come toccarvi. Come farvi sentire le stesse cose che sento io. Come essere desiderato.. davvero. Lei aveva sorriso e, come promesso, non lo aveva giudicato né era rimasta stupita dalla sua richiesta. In quel tempo per cui lui l'aveva pagata, lo aveva guidato; e Raiden, dal suo canto, ne aveva seguito le istruzioni con curiosa e vigile attenzione, lasciando che la donna gli mostrasse tutto ciò che non sapeva. Col tempo aveva imparato a camminare con le proprie gambe, a tastare le acque da solo e intuire più accuratamente le predisposizioni delle proprie partner. Consumando sempre più di quel mondo, aveva scoperto che fosse come andare in bicicletta: una volta presa confidenza, bastava solo tenere le mani ben salde sul manubrio e potevi andare da qualunque parte. Di quel percorso non si era mai pentito; per quanto lento e inizialmente goffo, l'aveva sentito come giusto, e gli aveva dato modo di scoprire la propria sessualità e impadronirsene, piuttosto che esserne in cieca balia.
    Now you want to handcuff me? Le rivolse uno sguardo fintamente confuso, come se quelle parole lo avessero gettato nel dubbio. Didn't you say you wanted to know more about Lieutenant Yagami? Lo disse come se il nesso fosse ovvio: polizia e manette. Chiaramente non era stato quello lo scopo della sua proposta provocatoria, ma Raiden trovava sempre divertente prenderla un po' in giro. Oh I'm sorry - they're furry handcuffs, not just any handcuffs! Rope - leash? And furry wand.. What should we do with a furry wand? A tickling competition? Il fatto che il solletico fosse stato il primo pensiero - per quanto ironico - di Mia lo fece sorridere. Scosse il capo, divertito, continuando a far scorrere lo sguardo tra gli oggetti esposti. In realtà Raiden non era mai stato un grande amante dei troppi orpelli; li aveva provati per curiosità, solo per poi dare sostanza alla propria convinzione che spesso fossero solo d'intralcio. Capiva il motivo per cui a certe persone piacessero, ma lui era molto più semplice nei propri gusti, e sebbene gli piacesse utilizzare qualche sex toy o accessorio, non andava mai per le cose troppo complesse. Come gli aveva detto tempo addietro quella prostituta: gli strumenti migliori sono quelli che Dio ci ha dato - il nostro corpo, la nostra mente e la nostra voce. L'atteggiamento giusto, il tocco giusto e la parola giusta fanno più di mille giocattoli. Magari non era così per tutti, ma nella maggior parte dei casi era vero. Aren't these things a little.. intense? Do men really like these things? Like.. for real? I mean.. not that I'm judging but.. Gettò uno sguardo ai pannolini. La sola idea di vederli addosso a Mia sembrava uccidere ogni forma di libido. Si strinse quindi nelle spalle. It's not something that men - in general - like. But there's people - men and women - who are into this. It's weirdly specific and kinda odd if you ask me, but I guess it's their business. Aveva visto quel tipo di persone in certi club fetish di Tokyo e non poteva di certo dire che la cosa lo affascinasse. L'idea di comportarsi come un infante o, al contrario, di trattare come tale la propria partner, non aveva alcun appeal per lui - anzi, provava una certa repulsione nei confronti della cosa. Ecco, quello ad esempio è il genere di roba che non ho bisogno di provare per sapere che non fa per me. Anche perché, molto banalmente, nemmeno dieci pillole di viagra sarebbero riuscite a farglielo alzare in quelle condizioni. Passati oltre, la seguì dunque verso altre sezioni del negozio, osservandola curioso in ogni suo movimento e in ogni oggetto che sceglieva di osservare. Lo incuriosiva sapere cosa potesse stuzzicare Mia, cosa fosse interessata a provare e cosa invece fosse off limits. It's cute, don't you think? Abbassò lo sguardo sul plug scelto dall'americana, rigirandoselo tra le dita prima di scoccarle uno sguardo incorniciato da un sorriso malizioso. You always say you like how tight I am. Maybe you like me even tighter. Do you think I would look pretty wearing it? Would you like this for me? I think it suits me. Si passò la lingua sul labbro inferiore, mordicchiandolo appena mentre le immagini che quell'oggetto evocava eccitavano la sua mente. I know something that would look even better there - but I think this is kinda pretty too. Allungò la mano verso uno dei cestini fluttuanti vicino agli scaffali, facendovi cadere il plug, che da quel momento in poi li avrebbe seguiti nel carrellino per tutto il negozio. Look you can engrave these ones! Something like: "to my little one - with love, daddy". Ridacchiò senza commentare, seguendola poi verso altri scaffali. You should choose something yourself you know? I mean.. Maybe there's something I don't consider or maybe.. you have something in mind.. « Non ti preoccupare per me. Vado a colpo sicuro: ho già la lista della spesa in testa. » Questa volta fu lui a rubarle un bacio, sciabolando le sopracciglia mentre si allontanava di qualche passo per precederla tra i corridoi traboccanti di oggetti e indumenti di ogni tipo. Passarono la sezione BDSM abbastanza velocemente: se era vero che i negozi giapponesi erano molto forniti a riguardo, era altrettanto vero che nessuno dei due, tra Raiden e Mia, aveva mai veramente mostrato interesse per quella pratica - almeno non ai livelli da farci shopping. Quando tuttavia vide la ragazza mettere mano ad uno strap on, allungò velocemente il passo per raggiungerla, scuotendo veemente il capo. Uh-uh, what you doing? What's that? Una reazione che sembrava suggerire qualcosa di specifico, specialmente data la serietà con cui la interpretò - solo per poi allungare una mano verso lo scaffale e prenderne uno più grosso.. ridicolmente grosso. I'm no pussy. Get that tiny ass dildo off my sight. Si schiaffò l'enorme oggetto fallico sul palmo della mano, poggiandoselo poi sulla spalla come se fosse un fucile d'assalto. Mama didn't raise no bitch. Sollevò il mento con aria arrogante, scoprendo poi i denti in un sorriso sornione. La sola idea di Mia che si allacciava uno strap on sembrava divertirlo oltremodo. Non era tanto l'evidenza che i gusti di Raiden fossero diversi a rendere la cosa ironica, quanto il fatto che fosse ancor più evidente che i gusti della stessa Mia lo fossero. La sola idea di quell'enorme fallo che sbucava da sotto la gonnellina bianca di Mia lo portò a soffocare una risata per quanto risultava comica. E sebbene una parte di lui fosse tentata di arrivarle alle spalle e rendere quell'immagine realtà per il gusto di una risata, si trattenne dal rovinare troppo il momento. Still.. you should buy me dinner first. Proferì quelle parole sullo scocco di un occhiolino, chinandosi in avanti per stamparle un bacio sulle guance prima di rimettere sullo scaffale quella sottospecie di manganello di gomma. You know why I asked you the first time to come with me in that store? I mean yeah - I was curious and I'm still curious about some little things in here too.. like that cute little one. But the thing is.. I don't think we need much from this place. No handcuffs or ropes.. I like your hands around my wrists, your weight on top of me. If I need a lesson it should be you who gives it to me. I like to feel you.. your hands.. your body.. I think I like being in here with you because sometimes is just hot to immagine what else we could do to each other. I don't know if I would like it - if we would like it.. and to be honest it's not the way I see you. But twisting you in my mind, fantasizing about.. whatever.. turns me on so much. La osservò in silenzio per alcuni istanti, lo sguardo fisso sul volto di lei mentre immagazzinava ciascuna delle sue parole. Parole che sembrarono formicolargli sotto la pelle, creando immagini e accendendo desideri che avrebbe voluto realizzare in quel preciso momento, anche a dispetto del luogo in cui si trovavano. Le dita del ragazzo si allungarono verso l'orlo della gonnellina, tirandolo appena, percorrendolo con la punta del polpastrello. Avrebbe voluto fare molto di più - ma lì, tra gli scaffali e la clientela che passava di tanto in tanto, sapeva non fosse possibile. I think the only thing I really need is to get you alone. And I will. Soon. Disse dopo qualche istante di silenzio, sollevando lo sguardo in quello di lei come a volerla inchiodare per alcuni interminabili secondi lì sul posto. Poi, come se nulla fosse, lasciò la presa sulla stoffa, proseguendo oltre nel negozio, verso lo stand che esponeva tutta una serie di catene e guinzagli. I like this one. I think it would suit you. One day.. when I will be older and wiser.. if I'll be raised properly you know? Someone has a big responsability in here. Lui, dal canto suo, prese un altro oggetto. Una catena sottile le cui estremità culminavano in due piccole mollette. Scelse quelle che sembravano meno strette, occhieggiando malizioso prima a Mia e poi al suo seno, lasciando poi la catenella nel cestino degli acquisti. We could try that in a few months. Al momento, essendo Mia ancora in fase di allattamento, non era decisamente il caso. And anyway coming in here with you it's fun and gives me some new ideas too. Like.. did you saw all that latex? Really too much, don't you think? They look kind of fake. But they did remind me of something more authentic we do have back home. You know what I mean? Sorrise, le labbra a contatto con la pelle del collo di lei mentre le mani si posavano istintivamente sui suoi fianchi, attirandola a premersi contro di lui. I'm just saying that if you ever feel like not getting in the shower when you come back home from work, you could torture me and make me cry all night and I would be perfectly happy. Maybe not really ok.. but.. after all, who am I to question daddy's methods to take care and raise his little one, right? I could even be a brat, put on your favorite skirt and come see you after work. Just because I know you wouldn't do certain things while on duty, not even with your little slut, right? Daddy's too serious about some things. Una breve risata sbuffò dalle narici del ragazzo, che cercò riparo nell'incavo del collo di lei, su cui posò un piccolo morso. La serietà di Raiden era un concetto piuttosto labile - o quanto meno lo era stato, in tempi un po' più lontani. Da allora si era calmato di più e si era dato diversi limiti, ma l'indole del giovane soldato di stanza a Mahoutokoro che non sapeva resistere al fascino della gonnella e di un certo atteggiamento civettuolo era ancora lì, sopita ma non svanita. Si spinse col bacino a ricercare il contatto di lei, come in una tacita risposta a quelle domande provocatorie . I love it so much when you get hard in the least appropriate places. Not so serious after all. Are you really that serious daddy? Or are you hiding in plain sight? A Raiden piaceva farsi provocare - provava un gusto indicibile in quel gioco di piacere e frustrazione che si rincorrevano l'un l'altra per tendere la situazione fino all'estremo. Lo accendeva a dismisura, smuovendo in lui gli istinti più animaleschi. I guess you'll have to find out yourself. Sussurrò al suo orecchio, mordicchiandolo appena prima che lei riprendesse le distanze, lasciandolo stretto nei pantaloni e affamato come un animale a digiuno da troppi giorni. « Quindi me le compri quelle cose, o vuoi vedere altro? Io volevo proprio quello. Ci sono anche andata a colpo abbastanza sicuro. Speravo volessi comprarmelo tu già da un po', però non lo hai fatto, anche se ogni tanto torni.. da quelle parti. Però.. magari ci sono altre cose che vuoi.. raccontarmi. Non so. In queste ultime settimane mi sembri particolarmente ispirato. » Sorrise, sfiorandole il fianco e la schiena nel passarle accanto per avvicinarsi allo stand che esponeva altri toys. Fece scorrere il dito sugli scaffali fino a trovare quello di suo gradimento: un cock ring semplice, di colore nero, che depositò nel carrellino prima di passare oltre. « Quindi hai ripensato a quella discussione che abbiamo avuto quando ho ottenuto la cattedra di Strategia? » Glielo chiese come se nulla fosse, lasciando vagare lo sguardo tra le scaffalature, come se fosse alla ricerca di qualcosa di specifico. « Adesso hai capito cosa intendevo? » Si fermò, scoccandole un'occhiata eloquente incorniciata da un sorrisino sornione. « Ti ci è voluto un po', principessa. » Sorrise tra sé e sé, sollevando le sopracciglia mentre inclinava leggermente il capo prima di voltarsi di nuovo e proseguire verso un angolo più vicino alla cassa, dove erano esposte le cose più basilari. Osservò attentamente l'ampia scelta di lubrificanti, scegliendone uno in gel senza particolari odori, che diceva essere adatto a pelli sensibili; ne lesse bene la composizione, accertandosi che fosse effettivamente un prodotto di buona qualità prima di metterlo nel carrello. Judging from your choices, I suppose we'll need that. Riportare in auge il discorso avuto all'indomani della sua nomina non era stata una scelta casuale. In quel momento, Raiden aveva provato a tastare le acque con Mia, a capire se una dinamica diversa dal solito potesse stuzzicarla e se ci fosse terreno fertile per giocare un po' più di testa all'interno del loro rapporto. Non ci era andato con aspettative o pretese - semplicemente, aveva voluto provare con lei qualcosa che sapeva lo eccitasse. Tuttavia, la situazione era andata in maniera un po' diversa, e tra incomprensioni e complicazioni di trama, il giovane Yagami aveva lasciato perdere. Aveva provato un senso di tenerezza nei confronti di Mia e del modo in cui aveva gestito quella situazione; l'americana, per quanto sbarazzina e provocatrice, si era dimostrata forse più innocente di quanto avrebbe creduto. La cosa non lo aveva lasciato in balia del disappunto, anzi, lo aveva intenerito a dismisura, portandolo a cambiare rotta in favore di un andamento più lento e calmo. Forse Mia era semplicemente nuova a certe dinamiche, o forse non ne era ancora certa al punto di provarle; qualunque fosse la ragione, Raiden aveva compreso di dover essere paziente con lei e aiutarla a capire insieme cosa le piacesse e cosa funzionasse su di loro. Col cestino che gli fluttuava alle spalle, seguendolo per tutto il negozio, scansò un paio di tende blu elettrico, immettendosi nella aprte del negozio in cui erano esposti capi di vestiario e costumi di ogni tipo e per ogni esigenza. Molti di quei vestiti richiamavano a personaggi di manga e anime, tanti altri a tipologie diverse di animali o professioni.
    Ovviamente c'era una sezione tutta dedicata alle uniformi scolastiche, un'altra al BDSM e poi tante altre più specifiche e di ridotte dimensioni. A differenza dello scantinato di Hogsmeade, qui l'abbigliamento da scolaretta non sembrava un'imitazione ridicolmente striminzita dell'originale, ma si andava più per una rappresentazione fedele - con gonne un pochino più accorciate, ovviamente. Non aveva intenzione di comprare quei vestiti, ma si avvicinò comunque per saggiarne la stoffa, facendo scorrere le dita tra le pieghe della gonna. Al tatto era decisamente diversa rispetto all'originale, più leggera e di qualità più bassa - ma d'altronde lo scopo non richiedeva niente di più che la componente visiva. Now you know what I mean when I say that I like good girls? Spostò lentamente lo sguardo dal capo d'abbigliamento, come se fosse uno sforzo, non guardarlo, per incrociare gli occhi di lei. I would have loved to see you sitting in the first row, with that beautiful skirt of yours, taking notes and striving to be the first of the class. A quel punto, Mia avrebbe dovuto capire da sé che quegli scenari non avevano necessariamente bisogno di essere plausibili o di corrispondere perfettamente alle loro indoli. Il gioco stava in quello: essere se stessi, ma un po' diversi. Esattamente come aveva detto lei, era eccitante fantasticare, immaginare una realtà distorta in cui poter giocare e tirare fuori le loro parti più istintuali. Inclinò il capo di lato, fissandola in viso come se stesse cercando di scavarle dentro. But maybe you didn't want to be my favourite. Maybe, I guess, you didn't really need my praise. Si strinse nelle spalle, come ad ostentare una certa nochalance a riguardo, facendo scorrere un'ultima volta le dita sulla stoffa di quella finta divisa prima di passare oltre, osservando gli abbigliamenti maschili fino a giungere a quelli più specifici. Uno nel particolare lo portò ad aggrottare la fronte, sbuffando dalle narici una muta risata divertita nel vedere la riproduzione un po' troppo fedele della propria tenuta di famiglia; il cartellino in caratteri giapponesi citava esplicitamente il suo nome. È il prezzo della gloria, immagino: prima o poi diventi un costume in un sexy shop. Dalla liberazione di un paese all'occupazione di orifizi il passo è breve. L'idea che qualcuno potesse vederlo come una personalità da interpretare in un gioco sessuale era quanto mai divertente, ma conoscendo il proprio paese, non lo stupì nemmeno troppo, portandolo semplicemente a scuotere il capo tra sé e sé e passare oltre. It's fine, you know - not needing praise or approval. I mean.. wearing good girl's clothes doesn't mean you are looking to be treated like one. Fece una breve pausa. You're a big girl, right? That's what big girls do: trying to defy their daddy cause they feel like they can do it all on their own. And I mean.. if that's what you feel, I'll just have to deal with it accordingly. Continuò, mentre il suo sguardo distratto scorreva le ultime file di stoffe prima di completare il cerchio e tornare vicino a lei, piantandoglisi di fronte con aria serena. You don't really need daddy to tell you that you're special or that you are his good little girl anymore, I guess. Quelle sue provocazioni sembravano una diretta risposta alle continue frustrazioni a cui Mia l'aveva sottoposto dal momento in cui avevano messo piede fuori da quel camerino. A detta di Raiden, che gli insegnamenti di quella donna più adulta li aveva capiti e interiorizzati, per elargire una punizione non era necessario munirsi di frusta o chissà cosa. Si fece avanti di un passo, facendosi pericolosamente vicino a Mia, solo per tracciare con le dita il profilo del suo collo, prendendo la piccola campanella appesa al choker tra pollice e indice, roteandola appena. It's not like you're getting all wet and desperate just at the sound of it, right? Sorrise, sollevando le iridi scure dal gioiellino agli occhi di lei, prima di farlo tintinnare con un colpo dell'indice. A quel punto fece un passo all'indietro, come se nulla fosse. « Io comunque ho finito. Ho preso quello che volevo, quindi se non hai altro da aggiungere direi che possiamo pagare e andare a pranzo. » Fece una pausa. « Sempre se hai fame, dopo quel gelato che ti sei presa. »

     
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    Uh-uh, what you doing? What's that? I'm no pussy. Get that tiny ass dildo off my sight. Il modo in cui Raiden si gettò sulla spalla l'enorme fallo di gomma la fece ridere di colpo portandola a spintonarlo appena mentre scuoteva la testa in visibilio. Avrebbe voluto fargli una foto, solo per il gusto di ricordare quel momento e tornare a riviverlo insieme, per ammazzarsi dalle risate esattamente come in quel momento. Tanto rideva che per poco non arrivò alle lacrime. Era stata una stupidaggine sin dal principio, ma di certo non si sarebbe aspettata una simile reazione da parte sua. Oh, so you think you can take it, huh? Inclinò la testa di lato portandosi entrambe le mani sotto gli occhi per tentare di frenare quella risata di puro visibilio. Mama didn't raise no bitch. Così fu il momento di rimettere apposto quegli aggeggi, sospirando profondamente mentre lo osservava ancora divertita un po' dall'intera situazione. Ma allora non c'è proprio nulla che ti scandalizzi, eh? Certo, che quello non fosse un turn on di nessuno dei due era abbastanza evidente, ma poteva già immaginare la reazione di qualcun altro al suo posto. Ed era ciò che amava maggiormente di Raiden: non c'erano cose di quel tipo che potessero seriamente portare Mia a provare vergogna o reali blocchi nei confronti della sfera sessuale. Sembrava così libero, così privo di costrizioni. A tratti lo invidiava per il modo in cui riusciva a dire ciò che pensava e ammettere ciò che voleva, scansando al contempo tutte quelle sfere che non lo interessavano, senza tuttavia relegarle a un regime della vergogna. Non c'era nulla di cui non potesse parlare con lui, non a caso, proprio quel rapporto di confidenza rendeva il loro rapporto così bello. Still.. you should buy me dinner first. Annuì scuotendo la testa. Who do you think you're talking with! I'll treat you like a princess - princess! Tuttavia, nonostante la scia di quel momento esilarante che avrebbero sicuramente riportato in auge altre volte solo per farsi una sana risata, ci volle ben poco prima di ristabilire una certa serietà all'interno del discorso. Dildo o non dildo, le parole che Mia gli rivolse erano la cosa più sincera che potesse dirgli in merito. Quei posti non le piacevano necessariamente per le cose che potenzialmente potevano comprare, così come forse non le piaceva fare shopping; tante cose in linea generale non erano poi questo granché, né avevano una grande attrattiva per Mia, eppure tra loro creavano un certo mood che trovava estremamente elettrizzante al punto da voler andare incontro a quelle sensazioni come una tossicodipendente. Lì, tra quegli scaffali pieni di oggetti anche di dubbia utilità, o decisamente fuori dalla loro portata, Mia e Raiden potevano fantasticare anche su cose differenti, cose che in un modo o nell'altro stuzzicavano la sua parte più istintiva fino al punto in cui sentiva un bisogno viscerale di saltargli addosso e mangiarselo dalla testa ai piedi. I think the only thing I really need is to get you alone. And I will. Soon. Una promessa. Un desiderio a cui Raiden diede voce e che Mia sentì come un'emergenza incontro alla quale desiderava andare il prima possibile. Deglutì, sgranando appena gli occhi. Sentiva l'impazienza dell'attesa montarle nel petto e di conseguenza lo fissava come un animaletto famelico. [...] « Quindi hai ripensato a quella discussione che abbiamo avuto quando ho ottenuto la cattedra di Strategia? Adesso hai capito cosa intendevo? Ti ci è voluto un po', principessa. » Ricordava bene quella discussione, Mia. Lì sul momento aveva incassato il colpo tentando di non pensarci troppo a quanto rovinosamente si era concluso quel gioco. Forse non era sintonizzati sulla stessa frequenza, oppure semplicemente si conoscevano troppo poco. D'altronde ai tempi Mia e Raiden erano insieme solo da tre mesi, passati per lo più a sgattaiolare nella stanza di lui per tentare di viversi nella migliore maniera possibile la loro vita da neosposini. C'erano volte in cui, durante quei mesi si transizione, Mia temeva ancora che Raiden avrebbe manifestato il desiderio di tornare in Giappone da solo. Conosceva solo in parte la concezione che il giovane Yagami aveva del matrimonio e una parte di sé pensava erroneamente che proprio in virtù del modo in cui aveva ricercato quell'impegno così serio, l'avrebbe trattata come una moglie tutta casa e chiesa. Lo aveva giudicato male, sulla base di un pregiudizio che tutt'ora la faceva sentire in colpa. Si era fatta idee strane e aveva preferito tacere e sperare che nulla di ciò che le frullava nella testa si sarebbe verificato, piuttosto che parlare apertamente con lui. Ne era follemente innamorata, al punto che aveva paura di farlo allontanare in qualunque modo. Il terrore di vederselo scivolare tra le dita, l'aveva portata a comportarsi per diverso tempo con cautela, quasi avesse paura che da un momento all'altro Raiden avrebbe cambiato idea ammettendo di aver fatto il più grande errore della sua vita. D'altronde tu avevi i tuoi piani. Avevi le tue idee, i tuoi obiettivi. Ed io ero entrata nella tua vita così di colpo scombussolando un po' tutto fregandomene del fatto che magari tu non volevi questo. Forse non volevi vivere in Inghilterra, restare al college tra i ragazzini. Magari volevi fare l'adulto, fare le cose come gli adulti. Un concetto già quello, che era mutato molto nel corso del tempo passato insieme. Perché in fondo, Mia e Raiden, adulti responsabili lo erano per davvero. Ciò, tuttavia, non significava che dovessero essere noiosi. A dirla tutta, in ogni caso, a essere degli neosposini non ci sono mai riusciti più di tanto, e in verità, il loro primo anno insieme, dopo un matrimonio lampo e la consapevolezza di non voler nessun altro al proprio fianco, era stato una vera e propria corsa sulle montagne russe, tra crisi di stato e crisi di natura personale. Non si erano mai davvero fermati, né avevano avuto effettivamente il tempo di comprendere cosa stessero facendo o in quale direzione stessero andando. Di certo, non è stato così per Mia, che è passata nel giro di un paio di mesi dall'essere una studentessa con un diavolo per capello e innumerevoli crisi esistenziali, all'essere una moglie, futura madre, e ribelle con un diavolo per capello e altrettante crisi esistenziali. Quella vacanza, per lei, era la prima volta che si fermava effettivamente a pensare a se stessa e al suo rapporto senza interferenza alcuna, il primo momento in cui aveva modo di pensare a se stessa senza sentirsi frenata o definita dalle convenzioni sociali. E ce ne erano state; c'era stata la paura del giudizio dei suoi coetanei, il sentirsi estraniata rispetto a loro a causa della sua nuova condizione di giovane ragazza sposata rimasta incinta a pochi mesi dall'inizio del primo anno di college. Seppur felice di ciò che stava costruendo con Raiden, non sono stati pochi i momenti in cui ha provato un senso di nostalgia verso qualcosa che non aveva mai avuto: la possibilità di viversi una storia normale, senza l'incursione di logge, crisi di stato e massacri; una potenziale vita da collegiale, ancora nel pieno della sua adolescenza; una vita ancora priva di responsabilità. Aveva tentato di ritardare il ritmo a cui stava andando la sua vita, Mia, anche a discapito del rapporto con Raiden, ma non si è resa conto del fatto che cercando di fermare la ruota, non ha fatto altro che fermare se stessa. Lo aveva fatto per molto tempo, in sin troppe maniere. Non ci aveva pensato, non lo aveva fatto perché non le piaceva la sua vita, o perché ne fosse in qualche maniera insoddisfatta. E' solo che.. cercavo i modi sbagliati per restare bambina, e modi altrettanto sbagliati per crescere. E ti ho ferito. E non riesco a perdonarmelo. Mi ero promessa che ti avrei reso felice, che tu con me non avresti sofferto. E invece sono stata una vera stronza. Tra quei pensieri, grondanti di sensi di colpa, lo seguì nel negozio un po' pensierosa, facendo meno caso a cosa stesse effettivamente scegliendo e molto di più all'atteggiamento di lui. Sembrava molto più concentrato sulla sua sessione di compere rispetto al pretendere una risposta da lei. La voleva? Non lo sapeva. E a dirla tutta Mia non sapeva nemmeno cosa risponderle. Non voleva ammettere che quella volta ci era rimasta in un certo qual modo male, al punto da sentirsi in dovere di confessargli qualche notte dopo, durante la festa del diploma, che voleva scoprire nuove cose e provarle davvero tutte con lui. Non era stato sufficiente per convincerlo del fatto che non avesse remore e a quel punto si era vergognata così tanto di tutte quelle pulsioni che non sapeva come esprimere da lasciarsi in balia degli eventi. In verità, si era ripromessa che avrebbe passato l'estate - quei pochi mesi che sembravano dividerli dall'inizio delle loro nuove rispettive attività - ad andare sempre di più incontro a quelle timide confessioni che gli aveva fatto fuori dal negozio asiatico di Hogsmeade. Le cose però non sono andate proprio come immaginavamo. E lentamente altre cose si erano poste lungo il loro cammino ritardando sempre il momento in cui ci sarebbero stati solo loro - loro e nessun altro. « Ma io in realtà.. quella volta.. mi ero solo un po' confusa.. » Si era confusa per davvero. Forse perché in realtà il loro rapporto si era sempre giocato su note piuttosto morbide. Seppur il pathos e la foga li portasse a un senso di completa alienazione nei loro momenti di intimità, non avevano mai percorso strade simili prima di allora. « Pensavo brava ragazza significasse brava ragazza e basta. » Ma a dirla tutta, ripetere quelle parole seppur con un tono neutro e con le consapevolezze che ora aveva, suonò comunque stupido. Lo osservò armeggiare con diversi altri articoli, continuando quel giro di shopping nella più tranquilla delle maniere, mentre lei dal canto suo lo seguiva un po' disperata, ricercando con una certa emergenza una qualunque reazione da parte sua. « Ehi! Mi parli per favore? » Una reazione che non ricevette effettivamente. Sembrava tranquillo, quasi come se nulla avesse in alcun modo alterato il suo umore. Studiava articolari e ne soppesava la qualità portandola a stare dietro alle sue aggiunte solo in parte, almeno finché non lesse su una delle confezioni la parola lubrificante. Judging from your choices, I suppose we'll need that. Una nota di colore che in mezzo a quel discorso c'entrava ben poco e che proprio per la sua specificità la portò ad arrossire violentemente. L'idea delle cose che gli frullavano nella testa, mentre cercava a tutti i costi di metterla nella condizione di giustificare se stessa, la relegava automaticamente a una condizione in cui sembrava grondare di frustrazione. E così scosse la testa mentre lo seguiva come un micino disperato nella sezione dei costumi stando al suo passo mentre studiava il volto di lui, così come le sue movenze con una certa insistenza e incredulità. Comunque sono qua eh. Sticazzi dei costumi! Adesso non mi parli più? Eddai! « Guarda che nemmeno tu sei stato molto chiaro! Cioè.. dai! » Sollevò lo sguardo sulla divisa da scolaretta che continuava a osservare quasi come se gli avesse rilevato il senso stesso dell'esistenza, scuotendo appena la testa. Ed è sul punto di dirgli che in fondo non importa, quando è proprio Raiden a spezzare il silenzio di quel momento di profonda contemplazione. Now you know what I mean when I say that I like good girls? I would have loved to see you sitting in the first row, with that beautiful skirt of yours, taking notes and striving to be the first of the class. Sbatté appena le palpebre mordendosi istintivamente il labbro inferiore mentre abbassa lo sguardo leggermente mortificata. Le stava proponendo un'immagine ben specifica che sapeva a quel punto poteva realizzarsi solo nella loro mente. Era meno eccitante? No. Ma a quel punto, forse era leggermente troppo lontana dalle loro attuali vite. L'idea di essersi persa la possibilità di saggiare quella fantasia la portò infatti a provare un senso di immane frustrazione, come se si fosse persa una grossa possibilità di cui ora poteva effettivamente godere solo attraverso uno sforzo d'immaginazione. Ce l'aveva lì, sotto il suo naso, il professor Yagami, e lei aveva semplicemente scelto di chiudere la porta a quella possibilità solo perché si era vergognata troppo di riaprire il discorso. But maybe you didn't want to be my favourite. Maybe, I guess, you didn't really need my praise. In tutta risposta Mia corrugò la fronte soffiando pesantemente. La stava provocando. Lo sapeva. Eppure, nonostante non volesse reagire, stava comunque funzionando. Dovete mordersi la lingua per non dire niente. A quel punto però sembrava davvero dispiaciuta - no, piuttosto frustrata, al punto da sentirsi un po' innervosita da quel suo continuo punzecchiarla. Uh-uh! Not true! You know it's not true! Come on! E avrebbe anche dato sfogo alla sua lingua biforcuta se solo un'immagine piuttosto famigliare non avesse attirato la sua attenzione. Non avrebbe mai potuto non riconoscere quell'uniforme. Quando l'aveva recuperata nel sacro santuario della famiglia Yagami, ne era rimasta completamente catturata. Tra i cacciatori quelle cose fanno sempre colpo, e su Mia, nello specifico, aveva fatto ancora più colpo quando l'aveva vista indosso a Raiden. Ai tempi tuttavia, erano in un periodo piuttosto strano. Non lontani, ma nemmeno propriamente vicini. Scosse la testa, cercando di togliersi dalla testa l'immagine del ragazzo con indosso quegli stessi indumenti per non distrarsi troppo dal verso fulcro di quella questione. Si ma in che senso scusate! Adesso mezzo Giappone sta fantasticando sul scoparsi mio marito? We, allora stiamo calmi! Calmissimi! Quell'idea sembrò farle andare il sangue al cervello, tant'è che si sentì pizzicare nuovamente le guance. Raiden però, dal canto suo, sembrava ancora una volta più concentrato su altro, seppur dedicasse parecchie attenzioni a quella divisa. It's fine, you know - not needing praise or approval. I mean.. wearing good girl's clothes doesn't mean you are looking to be treated like one. You're a big girl, right? That's what big girls do: trying to defy their daddy cause they feel like they can do it all on their own. And I mean.. if that's what you feel, I'll just have to deal with it accordingly. Sembrò piuttosto confusa da quel discorso, almeno finché lui non gli si parò davanti. You don't really need daddy to tell you that you're special or that you are his good little girl anymore, I guess. Sussultò chiudendo gli occhi nel sentire la sua pelle a contatto con la propria; un contatto talmente lieve e logorante che la portò a chiudere gli occhi e mordersi il labbro inferiore. It's not like you're getting all wet and desperate just at the sound of it, right? Il leggero tintinnio del chocker la fece sussultare sul posto seguito a stretto giro da un formicolio che le attraversò piacevolmente la schiena. Un lieve calore all'altezza del basso ventre la gettò in uno stato di palese torpore, dal quale si destò con un po' di ritardo. « Io comunque ho finito. Ho preso quello che volevo, quindi se non hai altro da aggiungere direi che possiamo pagare e andare a pranzo. Sempre se hai fame, dopo quel gelato che ti sei presa. » Per qualche istante Mia non disse niente, osservandolo un po' contrariata quasi come se ce l'avesse davvero con lui. What do you mean with "dealing with it accordingly"? Non era così, ma quella situazione l'aveva comunque punta sul vivo. You are not fair at all! Così, senza dire nient'altro gli diede le spalle tornando in mezzo alla sezione dei costumi per sottrarre dalle stampelle una delle divise targate Raiden Yagami col desiderio di bruciare tutte le altre, fermandosi poi lungo il tragitto di fronte a uno scaffale in particolare che attirò la sua attenzione. Non si sarebbe mai fatta tentare da un abbigliamento simile. Tuttavia, in quel momento le trovo adatte, e quasi senza neanche pensarci, afferrò il paio di scarpe esposte, che si dava il caso fossero della sua misura, sfilando da uno dei costumi lungo il tragitto, un fiocco color rosa pallido che strinse nel pugno prima di infilarselo all'interno del reggiseno guardandosi attentamente attorno. Un atto di ribellione che portò a compimento con una certa convinzione senza alcun tentennamento, quasi come se sperasse venisse colta in flagrante. In verità si trattava di un dettaglio talmente insignificante che probabilmente nemmeno la futura acquirente di quel costume di chissà quale cartone animato se ne sarebbe accorta. Così, fatto il misfatto, schiaffò con una certa convinzione la confezione della divisa e le scarpe nel carrello fluttuante, per poi rivolgergli un sorriso un po' dispettoso sollevando con fierezza il mento nel gettare lo sguardo nel suo. Now I'm done. Stava facendo carte false per attirare la sua attenzione, ma a dirla tutta la questione sembrava solo elettrizzarla ulteriormente, come se quegli sforzi accendessero ulteriormente la sua voglia di torcersi e fargli le fuse finchè lui non avrebbe ceduto. « Hai detto che andiamo al mercato, quindi andiamo al mercato. In fondo io non ho molta fame, però a casa non abbiamo molto e tu mi sembri parecchio affamato.. » Si strinse quindi nelle spalle e sospirò portandosi i capelli violacei su una spalla mentre lo affiancava rivolgendogli uno sguardo angelico. « A lei, Tenente! » Concluse per poi seguirlo verso la cassa. Anche qui, la commessa non sembrò fare molto caso a loro se non quando, presa la divisa tra le mani, sollevò lo sguardo sul volto di Raiden, portando Mia a stirare un sorriso un po' forzato. La giovane rimase per un attimo confusa dalla questione - forse perché li aveva riconosciuti -, portando Mia a provare il picco dell'imbarazzo della giornata. Li aveva riconosciuti? O meglio - aveva riconosciuto Raiden? Nella sua mente iniziò a elencare tutte le ragioni per cui proprio loro avrebbero dovuto comprare quella divisa. Souvenir? Ricordo? Per riderci sopra? O forse semplicemente per lo scopo che aveva portato la stessa Mia a buttarla nel carrello. « Non voglio importunarla, Tenente, ma posso chiederle un autografo? È per mia sorella. È una sua grande fan. Si chiama Nomi. Sasaki Nomi, signore. » Minimo sei tu Nomi. Ci metto la mano sul fuoco. Il leggero rossore nelle guance della ragazza fecero ribollire il sangue nelle vene di Mia, portandola a corrugare appena la fronte. Non disse tuttavia nulla, limitandosi piuttosto a sorridere e volgere lo sguardo verso l'esterno del negozio mordendosi l'interno nelle guance. [...] Di nuovo in strada, Mia non commentò assolutamente l'episodio accaduto in negozio, seppur avesse un fiume di parole da dire in merito, decidendo piuttosto di fermarsi in mezzo alla piazzetta in cui si trovavano sollevando la busta in cui la commessa aveva risposto le scarpette che aveva scelto. « Vorrei cambiarmi. Fa troppo caldo per gli anfibi. Ti va di darmi una mano? Per favore.. sai la gonna e tutto.. » Gli stirò un sorriso gentile, mentre strizzava appena la sua mano facendogli cenno di accompagnarla verso la fontana al centro, appoggiandovisi contro per poi alzare un piede nella sua direzione. Non si perse neanche un istante di quel rituale, lasciandolo armeggiare con i lacci in silenzio, inumidendosi di tanto in tanto le labbra. « Ti piacciono? Ho pensato si intonassero meglio con il toppino che tanto ti piaceva. » Ed effettivamente era proprio così. In altri momenti le avrebbe trovate parecchio ridicole. Era certa che chiunque l'avesse vista con indosso quell'outfit avrebbe pensato che aveva battuto la testa - e anche di brutto. In quel momento, tuttavia, le trovò adatte - carine. Non erano certo il modello più arzigogolato presente tra gli scaffali del negozio, e proprio per questo erano un ottimo compromesso tra ciò che lei poteva trovare ancora socialmente accettabile e ciò che meglio si abbinava a quell'outfit. Avevano qualcosa di vagamente fanciullesco, come quelle scarpette che sua madre aveva tentato di farle indossare la domenica in chiesa finché, diventata sufficientemente grande le aveva sostituite con un paio di converse che risvegliavano tutt'ora il disappunto della donna. Lo osservò con estrema attenzione Mia, inclinando di tanto in tanto la testa di lato con un senso di intrinseca elettricità ed eccitazione. Non voleva perdersi un solo istante di quei suoi gesti, della cura con cui si destreggiava nel sostituirle le scarpe e armeggiare con la chiusura delle nuove. Ne approfittò nel mentre per raccogliersi i capelli in una coda alta, sistemandosela il meglio che potesse, sorridendo di tanto in tanto nel guardarlo con così tanta curiosità e partecipazione. « Ho pensato potessero piacerti. » Concluse infine, mentre girava il piede per guardare meglio l'effetto che facevano sulla sua caviglia. Effettivamente, una volta alzatasi, si ritrovò a pensare che non fossero così male; e poi un po' di tacco fa sempre un po' di culo, si sa.. Erano veramente comode, e il tacchetto era sufficientemente stabile da non fargliele sembrare una tortura. « Grazie! Io le trovo molto carine » Gli stampò un bacio sulla guancia, solleticandogli appena la mascella con leggerezza prima di allontanarsi di un passo sfilandosi il fiocco dall'interno del reggiseno, legandoselo attorno alla coda con un bel fiocco doppio per ridurne l'eccessiva lunghezza. A quel punto non disse molto lungo il tragitto che li divideva dalla spiaggia. Ogni tanto si fermava per chiedergli qualcosa, o per indicargli questa e quell'altra cosa, tentando di attirare costantemente la sua attenzione anche per le cose più stupide. Stringeva la sua mano con entrambe le proprie, restando ben incollata al suo braccio, facendo letteralmente di tutto per evitare il tornare sul discorso che avevano cominciato all'interno del negozio. Non che la questione avesse smesso di ronzarle nella testa, semmai sembrava ribollirle nelle vene, portandola a pensarci e ripensarci. Giunti quindi al mercato del pesce giù nel piccolo porto, gli lasciò campo libero sulla scelta del pranzo. « Scegli tu. Sei tu l'esperto. Però io non mangio tantissimo. Sono un po' piena. » Non gli avrebbe comunque negato la possibilità di un lauto pranzo. E in fondo, Mia in primis aveva voglia di assaggiare più cose tipiche. Decise che avrebbe pizzicato direttamente dai piatti da lui scelti, così da non doversi attenere a un'unica pietanza che probabilmente l'avrebbe riempita eccessivamente. Durante quel tragitto, in cui si lasciò ispirare dalla frenesia del mercato all'ora di punta, non furono poche le volte in cui decise di precederlo nella camminata, calcolando un paio di passi in avanti, in modo tale da dargli modo di ammirare per bene la gonnella che sembrava aver acceso così tanto il suo desiderio - a giudicare da alcuni sguardi indiscreti poi, non era certo il suo, l'unico. Qui una gonnella è proprio il paradiso dei maialandia a quanto pare. Ed effettivamente l'attenzione che ora si sentiva di tanto in tanto addosso era molto maggiore rispetto al giorno prima. Non ci fece troppo caso, né si sentì molto disturbata dalla questione. Semmai un po' sperava che anche Raiden se ne accorgesse.
    Con la spesa fatta, adiacente al mercato folto di gente, trovarono una piccola area ristoro piuttosto deserta con un paio di tavolini ombreggianti disposti su un piccolo pontile che si affacciava direttamente sul mare. Senza indugio alcuno, Mia si precipitò verso uno dei tavolini più lontani, aspettando che lui si sedesse per poi prendere posto accanto a lui sulla panca. Incuriosita dai profumi, prese quindi a scoperchiare le varie pietanze per poi impugnare un paio di bacchette lasciandosi ispirare dalle varie scelte di Raiden dandoci dentro. E così, in silenzio, senza dire poi molto, assaggiò un po' di tutto, annuendo di tanto in tanto tra se e se soddisfatta dai sapori che stava provando. Poi, infine, dopo aver preso un altro pezzo di verdura ben fritto nella pastella, poggiò le bacchette su una delle confezioni di carta, portandosi alle labbra il tè verde ghiacciato che aveva scelto come bevanda di accompagnamento.
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    « Cooomunque, a proposito di prima. Guarda che non è stato molto carino.. il modo.. Cioè dai.. è il modo.. non si fa così. Mi hai proprio indispettita. Sei stato un po' cattivello con me! Mi sono sentita.. » Lasciò la frase a metà gettando lo sguardo all'orizzonte mentre appoggiava i gomiti sul tavolo accavallando le gambe. Il problema era che non l'aveva veramente mortificata, semmai aveva portato il suo livello di desiderio a raggiungere un picco imbarazzante. Non riusciva a pensare ad altro. Voleva solo tornare a casa e stare con lui, ma al contempo non voleva dargli completamente soddisfazione, non dopo il modo in cui l'aveva ignorata. « Ho capito cosa intendevi, però non c'era bisogno di comportarsi così. Mi hai proprio ignorata! » Con un tono lamentoso, corrugò la fronte sentendosi le guance diventare paonazze. Non le piaceva l'idea di ammettere che le aveva dato così tanto fastidio. Seppur non avesse mai fatto mistero del fatto che stesse ricercando costantemente le attenzioni di lui, l'idea di lamentarsi della loro assenza la metteva in un certo qual modo in imbarazzo. Non ci aveva pensato più di tanto prima di rinfacciargli quella questione - e ora che lo aveva fatto, si sentiva un po' ridicola nel averla sottolineata in quella maniera. L'aveva fatta molto arrabbiare e ora sentiva un bisogno viscerale di comportarsi da viziata e fare i dispetti. It's so unfair of you! Abbassò lo sguardo tamburellando le dita sul tavolo mentre un mezzo sorriso colmo di tutta la tensione e frustrazione, si palesò sul suo viso sotto forma di fastidio. Sometimes you're so frustrating! And cruel! Dal modo in cui lo disse, aspirato e pesante, il desiderio di lei sarebbe stato palese anche senza il bisogno del contatto lycan. And then I'm the tease! Per un po' non disse niente. Osservandolo solo con la coda dell'occhio, allungò la mano sul tavolo per sfiorare il dorso della sua soltanto col mignolo. Di colpo sospirò e si fece più vicina. I got confused. I don't know.. I thought you liked really good girls. Like for real. I don't.. at some point I don't even know what we were talking about. But I really thought you wanted.. a good girl. Glielo disse rimarcando quelle parole come se volesse comunicargli l'esatto senso della questione che lei aveva inteso. Una brava ragazza nell'accezione di Mia era una specie di santarellina. I was afraid you would think less of me if.. Si morse il labbro inferiore ricercando il suo sguardo, con un'espressione mortificata. Ed era evidente fosse così dalla fatica che ci aveva messo poi per dirgli cosa volesse ogni qual volta fosse Raiden a chiederglielo. And I know you never gave me any reason.. really! But I don't know.. I think I was afraid you would think some things were too.. intense. Di colpo sollevò una mano per carezzargli la tempia, intrecciando le dita tra i suoi capelli. Sometimes I look at you and I see you like a small cub I need to protect from everything. Un istinto quello di amore e affetto che la portava a essere così dolce e premurosa nei suoi confronti. I thought you needed this more.. Non che nella testa di Mia ci fossero mai stati desideri di violenza o pratiche eccessive. Eppure, aveva comunque paura che Raiden avrebbe reputato tutto ciò come troppo.. brusco. Di colpo si innumidì le labbra mordendo con violenza quello inferiore. But most of the times.. I just want to push you further again and again. And I can stop thinking about the times you give me a glimpse of what's on your mind - because it seems not so calm and peaceful, and I just want to know all about that.. Sometimes I can't stop wanting us to tear each other apart like there's no tomorrow. Si strinse nelle spalle scuotendo la testa con veemenza mentre resta nuovamente in silenzio per un po'. Infine si volta nuovamente verso le pietanze per poi indicarli uno dei piatti di carta che avevano di fronte. Can I have some of that? Gli rivolse uno sguardo eloquente con un sorriso piuttosto eloquente, mentre aspettava che fosse Raiden a passarle quel pezzo di fritto con le proprie bacchette. Masticò lentamente mentre posata la mano sulla coscia di lui, iniziò ad accarezzargliela con lentezza. « C'è una cosa nello specifico a cui stavo pensando prima.. » Fece una piccola pausa tempo in cui finì di masticare. « Io in realtà non ho mai smesso di voler essere la prima della classe. Specie perché adesso non ci sta più una classe. Dirai tu, così è vincere facile Mia. Ciò che intendo però è che voglio lasciarmi in fretta alle spalle la gavetta. Lavorerò duramente eh! Non voglio scorciatoie - lo so che ci sono le gerarchie e tutto -, però.. voglio essere più.. come te. » Poteva sembrare un discorso scollegato, ma in verità, dal modo in cui lo guardava non lo era affatto. C'era tanta verità in quelle parole, ma anche un pizzico di finzione. C'era tutto il suo desiderio di emergere, ma anche tutta la voglia di imporsi alla sua attenzione nel modo giusto. I still want to be your favourite. That's why I asked you to.. to train me. Di colpo deglutì, sospirando profondamente. You're wrong. I can't do it all on my own. I need you so very much.. and I want you to be.. proud of me.. A quel punto guardando il tavolo da cui avevano ravanato un po' tutto, si stiracchiò appena. You're wrong and I.. I want to prove myself. E infatti si avvicinò di più a lui lasciando scorrere la mano lungo la sua coscia più in alto. Please, can we go back home? Unless you prefer to see me wagging around all day just to get your attention.. with all those boys who seem to be really interested in my skirt. Stirò un ennesimo sorriso stampandogli un veloce bacio sulle labbra.



     
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