Training wheels

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    What do you mean with "dealing with it accordingly"? Si strinse nelle spalle, stendendo un mezzo sorriso placido. You are not fair at all! « Significa quello che ho detto: che mi comporterò di conseguenza. Nessuna dietrologia. » Le parole scivolarono dalle sue labbra con semplicità, come se stessero parlando di cosa ordinare al ristorante in modo da provare più pietanze possibili senza riempirsi eccessivamente. Si morse l'interno delle guance, trattenendo un sorriso più divertito quando Mia si diresse di gran carriera verso uno degli espositori, arraffando una delle divise col nome di lui piazzato sopra. Riusciva a percepire piuttosto chiaramente le reazioni nella sua sfera emotiva a riguardo della cosa, e se da una parte le capiva, dall'altra le provava un po' buffe - come buffa trovava l'idea di essere diventato un costume all'interno di un sexy shop. Non riusciva a immaginare troppo precisamente come una simile fantasia potesse essere attuata, e un po' lo incuriosiva sapere come il suo personaggio venisse interpretato in certi contesti. Ai suoi occhi era una cosa piuttosto bislacca, specialmente perché in sé non vedeva nulla di così peculiare da fornire materiale per un roleplay sessuale. Qual è lo scenario? Come mi vede di preciso questa gente? Come si comportano quando vestono i miei panni? Perché in fin dei conti, per lui quella era una semplice divisa - qualcosa che poteva avere il proprio fascino su una scala generica, ma che non riusciva davvero a comprendere quando ridotta ad una specifica persona. Cioè capisco giocare all'Auror che ti becca in flagrante. Ma giocare tipo all'Auror specifico Ronald Weasley è un po' strano. Come lo fai? Tuttavia lui non era nessuno per giudicare, né poteva dire con certezza come quelle fantasie potessero concretizzarsi nella dimensione di chi le aveva. Per non farsi troppe domande di cui forse nemmeno voleva conoscere le risposte, dunque, decise di accantonare quei pensieri, osservando a braccia conserte i movimenti di Mia nella stanza. Sollevò un sopracciglio quando la vide trafugare un fiocco da uno dei costumi appesi, fissandola con un cipiglio divertito, come a chiederle mutamente se stesse facendo sul serio. Per un semplice fiocco, Mia? Qualcosa che avrebbero tranquillamente potuto comprare a pochi spicci nella merceria dirimpetto. Now I'm done. Sospirò, alzando ironicamente gli occhi al cielo e scuotendo il capo tra sé e sé. « Hai detto che andiamo al mercato, quindi andiamo al mercato. In fondo io non ho molta fame, però a casa non abbiamo molto e tu mi sembri parecchio affamato.. A lei, Tenente! » Le scoccò un'occhiata incorniciata da un sopracciglio alzato, che poteva significare tutto e nulla, prima di far schioccare la lingua contro il palato e scostare le tende che li dividevano dal resto del negozio, raggiungendo la cassa a colpo sicuro. Lì, a lasciarlo piuttosto interdetto, ci pensò la commessa stessa e la sua richiesta di un autografo a nome della sorella. Sorrise alla ragazza, annuendo e facendosi dare una penna per scarabocchiare una brevissima dedica siglata dalla propria firma - il tutto senza mostrare quanto bizzarra e poco professionale ritenesse una simile richiesta. In fin dei conti, si trovavano pur sempre in un sexy shop: un luogo in cui i commessi hanno il dovere di essere discreti, mettendo i clienti a proprio agio e garantendone l'anonimato. Se già di per sé trovava assurdo chiedere autografi a tipi come lui, in quelle circostanze la cosa prendeva una piega anche irrispettosa. Scelse tuttavia di tenere quei pensieri per sé e non provocare alla ragazza ulteriore imbarazzo, visto che, a giudicare dalle guance paonazze e lo sguardo evasivo, doveva già provarne a sufficienza senza che ci si mettesse pure lui. E comunque poteva andare peggio: poteva chiedermi una foto. Le allungò il foglio di carta con un sorriso, salutandola poi con un breve inchino prima di uscire dal negozio con la busta scura piena di acquisti.
    [..] « Vorrei cambiarmi. Fa troppo caldo per gli anfibi. Ti va di darmi una mano? Per favore.. sai la gonna e tutto.. » « Certamente. » La accompagnò a sedersi sul bordo della fontana al centro della piazza, chinandosi sulle ginocchia di fronte a lei mentre estraeva dalla busta il paio di scarpe che Mia aveva scelto di acquistare. Scelta piuttosto peculiare, ma decisamente intonata all'outfit. Sorrise tra sé e sé, slacciandole gli anfibi e riponendoli nella scatola nuova mentre una alla volta le infilava le scarpette rosa, prestando particolare cura a quel rituale. « Ti piacciono? Ho pensato si intonassero meglio con il toppino che tanto ti piaceva. Ho pensato potessero piacerti. » Infilatele entrambe le scarpe, fece scorrere le dita di una mano lungo il polpaccio di lei, fino a posarsi sull'incavo, mentre le altre si stringevano delicatamente attorno alla caviglia opposta. Guardò l'opera con un che di soddisfatto, inumidendosi le labbra prima di sollevare lo sguardo nelle iridi di lei. « Mi piacciono molto. Sono il tocco finale perfetto. » Fece una pausa, sorridendo mentre le indicava il seno con un cenno del mento. « Insieme al fiocco, ovviamente. » Concluse stampandole un piccolo bacio sul ginocchio, picchiettando poi il palmo sul suo incavo come a farle cenno di alzarsi mentre anche lui si rimetteva in piedi. « Grazie! Io le trovo molto carine. » Sorrise, poggiandole la mano sulla schiena mentre lei le scoccava un veloce bacio sulla guancia prima di precederlo nella strada che si dipanava in direzione del porto. Un tragitto che Raiden passò per lo più alle sue spalle, con il doppio intento di godersi la visuale della gonna di lei e di occludere la medesima al resto dei passanti. Non era tanto l'outfit in sé a richiamare quegli sguardi - d'altronde, lì la gente era abituata a quel tipo di vestiario - quanto il fatto che ad indossarlo fosse una ragazza occidentale, che probabilmente avrebbe attirato attenzioni su di sé anche se avesse avuto addosso un poncho lungo fino ai piedi.
    Al mercato i ristoranti non erano esattamente tali. Per lo più si trattava di grossi banchi di pesce che offrivano dei tavoli a sedere o, nella migliore delle ipotesi, uno spazio al chiuso. Raiden, tuttavia, ne cercò uno all'aperto, abbastanza vicino al porto da affacciare quasi direttamente sul mare. Il pesce era freschissimo e la signora del banco li trattò con molta gentilezza, portandogli diversi antipastini mentre la giovane coppia sceglieva cosa mangiare dal ridotto menù scritto in pennarello su un cartellone appeso alla tenda della bancarella. « Porto una copertina? » chiese l'anziana con un sorriso gentile, rivolgendosi a Raiden ma facendo un cenno in direzione di Mia - che probabilmente diede per scontato non parlare la lingua. Anche con quaranta gradi all'ombra e l'abitudine a vedere ragazze in gonne cortissime, nei ristoranti veniva sempre offerta alle donne una coperta per coprirsi le gambe da sedute. « Non c'è bisogno, grazie. Ma del sakè sarebbe l'ideale. » La signora annuì, sorridendo sdentata mentre si congedava con un inchino per preparare il cibo e le bevande. Raiden aveva optato per qualche fritto, un po' di sashimi e una generosa scodella di noodles in zuppa di mare. Per quella si fece portare una seconda ciotolina più piccola, chiedendo che la salsa piccante gli venisse data a parte. La signora, comprendendo la situazione, esaudì la sua richiesta con una risata, porgendo la scodellina vuota di fronte a Mia e la salsa piccante accanto al piatto di Raiden. « Prendi prima tu. Aggiungo la salsa su quello che rimane. » Fece una breve pausa, anticipando un possibile commento da parte di Mia. « Se vuoi provarla, mettine poca prima. » Sapeva quanto i sapori di quei paesi potessero essere forti per chi non era abituato. Aveva visto Antonio quasi soffocare su un piatto di Shin Ramen, solo per sentirsi dire la mattina dopo che aveva bruciato altrettanto nella via d'uscita, e non gliene faceva una colpa - semmai, lo aveva solo preso bonariamente in giro. Tuttavia, a lui piaceva, e tendeva a ritenere insapore più o meno qualunque cosa non avesse un po' di spezia. Con la fame che aveva, comunque, non si fece troppi scrupoli ad ordinare anche altre pietanze, gustandole con una certa gioia nel ritrovare i sapori a cui era abituato e che tanto gli erano mancati. « Cooomunque, a proposito di prima. Guarda che non è stato molto carino.. il modo.. Cioè dai.. è il modo.. non si fa così. Mi hai proprio indispettita. Sei stato un po' cattivello con me! Mi sono sentita.. » Sollevò lo sguardo dal sashimi a lei, inarcando un sopracciglio mentre teneva il pezzo di salmone a mezz'aria, in attesa di qualunque cosa Mia stesse per dirgli. « Ho capito cosa intendevi, però non c'era bisogno di comportarsi così. Mi hai proprio ignorata! » « Amore, non ti ho ignorata. Stavo solo guardando in negozio. » le disse con tono dolce, portandosi poi la bacchetta alle labbra per inglobare il pezzo di pesce in un sol boccone, masticandolo con cura. E dal suo punto di vista era vero: non l'aveva ignorata, si era semplicemente preso il proprio tempo per guardarsi intorno. Che male c'era? Tuttavia non poteva di certo dirsi contrariato dalla ricerca di attenzioni di lei. It's so unfair of you! Sometimes you're so frustrating! And cruel! And then I'm the tease! Arricciò le labbra in un'espressione vagamente divertita, poggiando le bacchette accanto al piatto mentre per prendere un sorso tranquillo di sakè. I got confused. I don't know.. I thought you liked really good girls. Like for real. I don't.. at some point I don't even know what we were talking about. But I really thought you wanted.. a good girl. Lasciando la mano sul tavolo, a disposizione delle sue carezze, il giovane Yagami appoggiò la schiena contro la sedia, stendendo più comodamente le gambe di fronte a sé mentre lo sguardo rimaneva fisso negli occhi di lei. I do like really good girls, though. Precisò con una nota ironica nel tono di voce, come a sottolineare quanto onnicomprensiva fosse in realtà quella definizione. Chiaramente c'erano due modi di intendere il termine brava ragazza, e quello che utilizzava nei confronti di Mia era spesso connotato in maniera molto più maliziosa; tuttavia questo non significava che lei non fosse veramente una brava ragazza o che a Raiden non piacessero quelle ragazze che rispecchiavano un'accezione più naturale del termine. Why would I like a bad girl? Pure nel senso meno sessualizzato del termine, Raiden non aveva mai avuto una gran passione per quel tipo di ragazza, in primis perché non riusciva a vederci un futuro insieme, e in secondo luogo perché non aveva pazienza per trattare con chi provava uno stupido piacere nel creare casino nelle vite altrui tanto quanto nella propria. I was afraid you would think less of me if.. And I know you never gave me any reason.. really! But I don't know.. I think I was afraid you would think some things were too.. intense. Aggrottò la fronte, a metà tra il confuso e il genuinamente divertito. Non era del tutto certo di quale idea Mia si fosse fatta di lui nei primi mesi della loro relazione. Raiden era per sua natura gentile e paziente, e sapeva traslare quelle sue caratteristiche anche nell'intimità. Ma si può essere gentili e pazienti in tante maniere, Mia. Non capiva come per lei una cosa avesse escluso l'altra, ma ormai l'importante era che avessero fatto chiarezza sulla questione: il passato era nel passato, e forse loro avevano semplicemente bisogno di un po' di tempo per comprendersi e comunicare ciò che volevano. Sometimes I look at you and I see you like a small cub I need to protect from everything. Sbuffò una breve risata dalle narici, arricciando leggermente il naso come ad intensificare quell'espressione divertita e confusa. From what? Una visione piuttosto buffa, agli occhi di Raiden, quella di essere guardato come qualcuno da proteggere. Prima di conoscere Mia, il giovane Yagami ne aveva passate di cotte e di crude, uscendone per lo più indenne e - fortunatamente - come un essere umano piuttosto funzionale, privo di drammatiche devianze. Non per sopravvalutarmi, ma direi che ormai il mondo posso affrontarlo. Non da solo, chiaramente. Gli piaceva l'idea di poter contare su qualcuno, di sapere che ci fosse una persona genuinamente interessata a lui e con il desiderio di prendersene cura - in fin dei conti, era proprio questo che aveva sempre cercato. Da lì al ricercare protezione, tuttavia, un po' ce ne correva. I thought you needed this more.. But most of the times.. I just want to push you further again and again. And I can't stop thinking about the times you give me a glimpse of what's on your mind - because it seems not so calm and peaceful, and I just want to know all about that.. Sometimes I can't stop wanting us to tear each other apart like there's no tomorrow. Mia aveva ragione: la mente di Raiden non era calma e pacifica come invece il suo atteggiamento dava a vedere. Ad un occhio esterno, sarebbe apparso come se il giovane Yagami fosse inamovibile, completamente neutro di fronte agli stimoli che gli venivano posti davanti. La realtà era ben diversa: Raiden era semplicemente molto bravo a controllare le proprie reazioni, e sceglieva in base alla convenienza se trattenerle oppure lasciarle a briglia sciolta. Nel rapporto di intimità con Mia, quel trattenersi non aveva nulla a che vedere con una forma di paura, ma era piuttosto funzionale a guidare le situazioni verso il punto che si prestabiliva. E infatti, anche in quel frangente, Raiden non si scompose: rimase a guardarla in viso, ascoltando attentamente ogni sua parola mentre accarezzava il dorso della sua mano con la punta delle dita. Can I have some of that? Inclinò il capo in un cenno di assenso, sorridendole gentile prima di prendere un pezzo di frittura con le bacchette e avvicinarlo alle labbra di lei per imboccarla. Un'azione, quella, dopo la quale mise silenziosamente mano al tovagliolo, tamponandole con delicatezza gli angoli della bocca. « C'è una cosa nello specifico a cui stavo pensando prima.. Io in realtà non ho mai smesso di voler essere la prima della classe. Specie perché adesso non ci sta più una classe. Dirai tu, così è vincere facile Mia. Ciò che intendo però è che voglio lasciarmi in fretta alle spalle la gavetta. Lavorerò duramente eh! Non voglio scorciatoie - lo so che ci sono le gerarchie e tutto -, però.. voglio essere più.. come te. » I still want to be your favourite. That's why I asked you to.. to train me. Non poteva nascondere quanto quelle parole gli facessero piacere a livello viscerale, tanto da portarlo a stenderle un sorriso, poggiando la mano su quella di lei che lo stava carezzando. You're wrong. I can't do it all on my own. I need you so very much.. and I want you to be.. proud of me.. You're wrong and I.. I want to prove myself. Please, can we go back home? Unless you prefer to see me wagging around all day just to get your attention.. with all those boys who seem to be really interested in my skirt. Non appena le labbra di Mia toccarono le sue, e in risposta a quelle ultime parole pronunciate, Raiden fece presa sulla sedia di lei, tirandola bruscamente a sé. Un movimento rapido, accentuato dal mordo che diede al labbro inferiore di lei un attimo prima di staccarsi e rivolgerle uno sguardo scuro da sotto le ciglia. Don't play with my jealousy. Un monito che sottolineò sollevando l'indice di fronte al suo viso. Rimase a guardarla in quel modo per un istante in più, abbassando poi la mano in una carezza lungo la schiena di lei. « Intanto pensa a mangiare qualcos'altro. Non puoi stare con solo un gelato e un paio di fritti nello stomaco. » Nel dirlo, riprese le bacchette a sua volta, portandosi alle labbra un pezzo di calamaro piccante che si fermò a mezza via, di fronte a un sorriso sornione appena accennato. « Hai bisogno di energie. Sai.. non vorrei ti cedessero le gambe. » Finito di mangiare, Raiden aveva proposto di prendere il giro lungo e farsi una passeggiata sulla costa per arrivare alla passaporta che li avrebbe riportati sull'isolotto in cui alloggiavano. Le mostrò altre tipicità del luogo, fermandosi quando un gattino sdraiato al sole si rotolò a scoprire la pancia in un languido stiracchio. Non avendo con sé le pozioni antistaminiche, decise di rimanere a distanza, dando tuttavia l'opportunità a Mia di fargli qualche grattino e carezzina prima che il micio decidesse di cambiare mira, virando verso un banco del mercato per farsi dare un po' di cibo. A quel punto ripresero il percorso, tornando al vicolo di partenza per farsi trasportare verso casa.
    « Mentre vado a cambiarmi ci pensi tu a cominciare a dividere i pezzi? » Una domanda che le pose con tranquillità, una volta richiusa la porta alle spalle. Si era avvicinato al tavolino del salotto, lì dove era stata abbandonata la scatola di lego scelta da Mia alla pesca della sera precedente. Guardandola dritta in viso, picchiettò l'indice sul coperchio di cartone. « Non iniziare a costruirla senza di me, però. » Le scoccò un occhiolino, dirigendosi poi verso la camera da letto insieme alla busta dei nuovi acquisti. Entrare in quella finta divisa fu un'esperienza paradossale per il giovane Yagami, abituato alla comodità di indumenti fatti con lo scopo ben preciso di agevolare ogni movimento. Quella blanda imitazione prettamente visiva, tuttavia, non aveva che l'apparenza della tenuta che conosceva. Il tessuto era di bassa qualità e le cinture non erano di quel cuoio saldo che ti avrebbe tenuto appeso anche alla parete di una montagna. Non che ce ne fosse bisogno, dato lo scopo con cui era prodotta, ma il paragone veniva naturale. In compenso, la divisa-costume che ora indossava sembrava essere stata studiata appositamente per incentivare la componente visiva: pur essendo della sua taglia, era chiaramente fatta per essere un po' stretta e accentuare ogni linea di muscolatura. Si guardò allo specchio, un po' scettico, voltandosi da un lato e da un altro per accertarsi che fosse tutto a posto. Alla praticità si contrapponeva l'evidenza anche un po' eccessiva dei suoi glutei, che gli fece scappare una risata. « Giustamente se non puoi combattere, puoi almeno distrarre. » Parole che disse tra sé e sé, scuotendo piano il capo mentre recuperava un elastico per legare parte dei capelli in una crocchietta - probabilmente la parte più comoda del suo outfit. A quel punto, completata l'opera, tornò come se nulla fosse nel salone, lanciando uno sguardo a Mia e al suo operato. « I panni giusti per la missione. » disse ironico, riferendosi a quelle lego decisamente infantili i cui pezzi erano sparsi sul tavolino. Non si pose tuttavia dall'altro capo. Piuttosto prese posto a sedere alle spalle di Mia, sul divano, divaricando le gambe ai lati del corpo di lei. « Avanti, comincia pure. » la incalzò, accarezzandole piano la schiena come ad intimarla a dare inizio alla costruzione di quella casetta. Per un po' non disse nulla, limitandosi a lasciarle gentili carezze sulla nuca e indicarle di tanto in tanto il pezzo che poteva servirle per il giusto incastro. I think I know what misled you. Disse ad un certo punto, pronunciando quelle parole con tono pacato. It's a common mistake, actually, to see tenderness as peacefulness. L'abbinamento era naturale: il vigore era violenza, impeto, aggressività, erano le virtù della lotta che si associavano a una presunta indole maschile. E se in parte era vero, in parte era anche falso. Bastava guardare al mondo animale, però, e si sarebbe scoperto che in realtà la storia era diversa: i predatori più pericolosi non erano necessariamente i più aggressivi, né tanto meno quelli più impetuosi. E tu dovresti saperlo, Mia. Tu, come me, hai studiato veramente l'arte del combattimento. Sai che le tecniche sono in buona parte modellate sui naturali predatori. Non siamo come quei bifolchi che sferrano pugni a caso su un ring per far scorrere il sangue. Il combattimento, quello vero, quello che loro conoscevano, era quanto di più lontano ci fosse dalla cieca e becera forza bruta. But see, the thing is that gentleness allows me to get wherever I want - places where violence could never. Nel dirlo, la mano di Raiden si spostò più in basso lungo la schiena di lei, infilandosi sotto l'orlo della maglietta per raggiungere il reggiseno. Ne solleticò l'orlo, prendendolo poi tra pollice ed indice per far saltare i gancetti che lo tenevano chiuso. Si chinò in avanti, posando un bacio leggerissimo sul collo di lei e facendo poi risalire le labbra fino all'orecchio in un contatto che sfiorava a malapena la sua pelle. Il tutto mentre le mani facevano il giro del busto di Mia, poggiandosi a coppa sui suoi seni. And once you're in my hands.. then I can do whatever the fuck I want. Quel sussurro si infranse sull'orecchio di lei, trasportato da un sorriso luciferino. Stuzzicava la punta del suo seno con movimenti circolari e pazienti del pollice, tirandola delicatamente mentre l'altra mano scivolava lungo lo stomaco di lei fin verso la parte superiore della sua coscia. That's why I like good girls so much. They are deadly. Le dita di Raiden si spostarono sotto l'orlo della gonna di Mia, scostando il suo intimo quanto bastava a carezzare le sua sensibilità scoperta. Such a sweet pussy can make you forget who you are. Era un delizioso bilanciamento di potere: Raiden sapeva di avere tanto controllo su di lei quanto Mia ne aveva su di lui. E gli piaceva - gli piaceva da morire essere in balia del suo tocco, dei suoi baci, del suo piacere. Consapevole di essere disposto a fare qualunque cosa lei gli avesse chiesto, provava un senso di vertigine all'idea di concederle quel potere e di averne altrettanto. Daddies go crazy for a good girl. That's why they fuck them the hardest. Sottolineò quelle parole con un pizzicotto sulla punta del suo seno, ritraendo poi le mani per posarle sulle sue spalle, invitandola a voltarsi completamente verso di lui. La fissava negli occhi con un sorriso gentile e al contempo pieno di traboccante desiderio, come se fosse pronto a saltarle addosso da un momento all'altro e si stesse semplicemente trattenendo. Fece scivolare una mano lungo il braccio destro di lei, chiudendo le dita intorno al suo polso per condurlo sul proprio cavallo dei pantaloni mentre la mano libera si posava sulla guancia a carezzarla allusivamente. You said you wanted to prove yourself, baby. And I'm ready to give you all the praise you need. Premette la mano su quella di lei, facendola stringere di più intorno alla sua intimità irrigidita. Put that mouth to good use - would you, princess? D'altronde, l'aveva chiesto di lei, di scoprire di più del Tenente Yagami - e Raiden non intendeva di certo lasciarla col dubbio.

     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    the devil inside;

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,486
    Reputation
    +1,228

    Status
    Anonymes!
    Fu come se una scarica elettrica l'avesse colpita violentemente e all'improvviso. Alla scottante sensazione sul labbro inferiore si aggiunse lo sguardo cupo di lui. Sembrava fosse sul punto di ribaltarle le interiora. Raiden non l'aveva mai guardata in quella maniera, né si era scagliato contro di lei con altrettanta veemenza. Il fatto che avesse scelto la sedia come principale vittima di quel momento, non la lasciò comunque tranquilla, portandola a sgranare appena gli occhi trattenendo il respiro. Don't play with my jealousy. In circostanze differenti avrebbe trovato quei modo maneschi fuori luogo, persino degni di biasimo, eppure in quel momento le provocarono scosse sistematiche lungo la spina dorsale al punto di boccheggiare per poi deglutire. Il piacere avvolgente proveniente dal bassoventre scaldava in maniera crescente ogni sua terminazione nervosa. Il monito che si trasformò in carezza, altro non fece che sconcertarla ulteriormente, rovistando il suo equilibrio mentale. Si strinse automaticamente nelle spalle roteando la testa come se tentasse di scrollarsi di dosso un po' di quella tensione accumulata in un secondo solo. « Intanto pensa a mangiare qualcos'altro. Non puoi stare con solo un gelato e un paio di fritti nello stomaco. Hai bisogno di energie. Sai.. non vorrei ti cedessero le gambe. » In risposta a quelle parole Mia lo osservò con ancora più insistenza e un'espressione interrogativa. Non aveva bisogno di una risposta o una spiegazione in merito, eppure avrebbe voluto domandare. Cosa, nemmeno lei sapeva. Voleva semplicemente dire qualcosa pur di non restare zitta, eppure, per quanto schiudesse le labbra e soffiasse pesantemente grondante di frustrazione, tutto ciò che riuscì a fare fu afferrare le bacchette nervosamente, iniziando a mangiare verace, in risposta alla frustrazione e la tensione che provava. Continuava a pensare alle parole che si erano detti, la sera precedente, al dannato camerino. Si massaggiava il collo proprio in prossimità del punto in cui la bocca di lui aveva esercitato una maggiore pressione. Anche solo l'idea di trovarsi lì, seduta pacatamente accanto al giovane Yagami, sembrava mandarla letteralmente in bestia, scardinando la sua concentrazione e autocontrollo. Avrebbe dovuto attingere a tutta la sua - poca - pazienza, poiché il rientro a casa non era poi tanto prossimo. Non fu una passeggiata sgradevole, semmai, distese un po' l'aria riportandoli a uno stato d'animo più tranquillo, riuscendo addirittura a distogliere Mia da quei pensieri ossessivi. Visitarono qualche posto qua e là lungo il tragitto verso la passaporta, lasciandosi rapire dai piccoli dettagli dell'isola. Un gattino a cui Mia dedicò tutte le sue tenere attenzioni, una bancarella di artigianato di fronte alla quale si fermò con grande interesse e curiosità e un piccolo negozio di papiri in cui un maestro calligrafo scribacchiava vecchi poemi e leggende giapponesi. Tutte quelle cose riuscirono a catturarla e affascinarla, lasciandosi trasportare dalle tipicità del luogo, finemente accompagnate dalle dettagliate spiegazioni di Raiden, il cui amore per la sua cultura traspariva anche dal modo in cui narrava quelle tradizioni. Ma anche così, una volta rimesso piede dentro casa, l'aria era talmente irrespirabile che se anche avesse voluto, Mia non sarebbe riuscita a restare calma. Vigile e attenta ad ogni suo movimento, si liberò delle buste che erano state consegnate magicamente sul portico del bungalow, come richiesto dalla giovane coppia, premurandosi di controllare sommariamente il contenuto dei vari acquisti senza tuttavia tirarli fuori dalle buste o pensare di organizzarli. Tutto ciò per cui aveva occhi era Raiden e a lui dedicata ogni sua attenzione. « Mentre vado a cambiarmi ci pensi tu a cominciare a dividere i pezzi? » Inizialmente non comprese a cosa si riferisse, almeno finché il ragazzo non picchettò contro la scatola del lego che aveva scelto come regalo la sera prima. Era un bel passatempo, e - aveva pensato - si sarebbero divertiti un sacco a costruirlo insieme. Certo, per Mia era una cosa per ridere - se lo immaginava come uno di quei loro momenti in cui fanno l'ennesima scemenza un po' stupidotta, per occupare il tempo, mentre parlano di questo e quell'altro, mangiando schifezze e ridendo un po' di tutto, specialmente di loro stessi a giudicare dalle ridicole sembianze di quella costruzione.
    c9837b961b2c40db17f9ccbb1160c019dc2d8917
    « Sul serio? Vuoi costruire.. - tu vuoi costruire la casa coniglio? » Era un po' incredula. Non voleva crederci che dopo tutto ciò che si erano detti avrebbero passato il pomeriggio e la sera a costruire la casa coniglio. « Non iniziare a costruirla senza di me, però. » « Figurati se ti privo di questo piacere. » Commentò ironicamente sbuffando. Ma non appena scomparve in camera, Mia non poté fare a meno di allungare il collo per accertarsi di aver visto bene: si era portato la busta con lui. Provò a tendere l'orecchio nella stanza accanto per quanto possibile mentre scoperchiava il gioco, prendendo tra le mani le istruzioni un po' svogliata. Vuole spazientirmi, sicuro. Si diverte un sacco a vedermi scocciata quando non ottengo ciò che voglio, ma io stavolta non ci casco. E infatti decise di prendere quel compito con molta serietà aprendo i vari pacchetti di pezzi e ordinandoli diligentemente sul tavolo, prima di sprofondare nel divano con il libretto delle istruzioni tra le mani, ripassando mentalmente i vari passaggi da seguire. Così facendo avrebbero finito più in fretta e poi voglio proprio vedere quale altra scusa ti inventi.
    Rise appena quando il ragazzo torno in salotto, nascondendosi dietro quello stupido libretto, per poi riemergere col nasino da sopra il bordo, studiando con grande attenzione la figura di lui. A Raiden stava bene proprio tutto, persino quella stupida imitazione della sua divisa. Oddio che poi tanto stupida non è.. Era molto fedele, seppur Mia riuscisse a notare le differenze sostanziali con la sua versione originale. « I panni giusti per la missione. » « Costruire la casa coniglio è un lavoro importantissimo. Ha bisogno di una certa ritualità. » Disse continuando a soffermarsi sul corpo di lui inumidendosi le labbra. Accidenti, come cazzo fai a rendere così attraente persino un costumino? Perché in fondo quella poteva anche essere solo una pallida replica della vera divisa di Raiden, ma il portamento era sempre il suo, e quella divisa gli calzava proprio a pennello. In alcune zone anche meglio dell'originale. Rimase un po' interdetta quando si rese conto che non avrebbe preso posto di fronte a sé per costruire insieme il lego. Si schiarì appena la voce, cercando una posizione più comoda, tra le braccia di lui, ispirando profondamente nel voltare la testa verso il viso di lui. « Avanti, comincia pure. » Per qualche istante indugiò, incerta su cosa dovesse fare, ma alla fine, decise di lasciarsi guidare, senza protestare troppo. In fondo, non stavano correndo da nessuna parte, e per quanto volesse costruire quello stupido gioco assieme a lui più in fretta possibile nella solita atmosfera che contraddistingueva quelle sciocchezze tra loro, lo seguì senza fare i capricci. D'altronde fa ridere sta cosa che ti metti a costruire i lego vestito così. Appoggiò il libretto delle istruzioni sulla coscia di lui e cominciò così a seguire alla lettera i primi passaggi. Ogni tanto gli chiedeva aiuto, teneramente frustrata dalla mancanza di un pezzo o un altro; a volte invece, ben più consapevole di cosa stessero facendo, lo incalzava a dirle se secondo lui era il giusto incastro, e così ad un certo punto ci prese effettivamente gusto, seppur fosse comunque parecchio cauta nei suoi movimenti, facendo sempre attenzione a quelli di lui, quasi come si aspettasse la fine della calma prima della tempesta da un momento all'altro. E poi vi fu solo il silenzio per un po', mentre Mia osservava il primo pezzo della casetta quasi pronto, tentando di capire quale fosse il prossimo passaggio. I think I know what misled you. It's a common mistake, actually, to see tenderness as peacefulness. But see, the thing is that gentleness allows me to get wherever I want - places where violence could never. Di colpo volse lo sguardo verso di lui, sentendo un lungo brivido lungo la schiena, esattamente nei punti in cui i suoi polpastrelli la accarezzavano sotto la maglietta. And once you're in my hands.. then I can do whatever the fuck I want. Se fosse stata una ghiacciolo, si sarebbe sciolta tutta d'un colpo, Mia, tanto si sentì avvolta dall'improvviso desiderio rimasto latente per tutto quel tempo. Si morse il labbro inferiore nel sentire il soffio di lui contro la pelle e gli andò incontrò con il bacino con sicurezza, ricercando un contatto più diretto con il suo busto. That's why I like good girls so much. They are deadly. Such a sweet pussy can make you forget who you are. Daddies go crazy for a good girl. That's why they fuck them the hardest. Non appena le dita di lui scomparvero sotto la sua gonna la costruzione le scivolò dalle mani infrangendosi contro il pavimento, mentre un breve mugolio fuoriusciva dalle sue labbra. Divaricò ulteriormente le gambe per fargli spazi, ma non ci fu bisogno perché poco dopo venne invitata a voltarsi, finendo a cavalcioni sopra una delle sue gambe. Aveva così tanto bisogno di essere toccata, di sentirlo; lo voleva così tanto che avrebbe fatto qualunque cosa le chiedesse. Si morse il labbro nel sentire la sua eccitazione, nel rendersi conto di quanto anche lui la desiderasse. You said you wanted to prove yourself, baby. And I'm ready to give you all the praise you need. Put that mouth to good use - would you, princess? Istintivamente premette il palmo contro l'intimità di lui ancora di più, mentre si mordeva il labbro annuendo lentamente. Un'espressione angelica, con grandi occhi da cerbiatta che esprimevano una muta preghiera; il desiderio che pervadeva d'altronde il corpo di lei era evidente, tant'è che ad un certo punto non riuscì a resistere ulteriormente e si gettò sulle sue labbra con famelico desiderio, in netta contrapposizione con l'espressione remissiva che gli aveva rivolto fino a quel momento. Muoveva il palmo lungo il suo rigonfiamento mentre esplorava la bocca di lui con veemenza, gemendo sommessamente sulla sue labbra a causa del leggero sfregamento che creava muovendosi sulla sua coscia. Movimenti quelli che la riportarono automaticamente nel camerino di prima. L'aveva travolta con una tale precisione e velocità da portarla a ricercare l'apice del piacere con impazienza e smanioso desiderio, rimanendo comunque in parte insoddisfatta e famelica, a causa di un mancato contatto diretto. Se possibile, quel veloce climax, l'aveva lasciata ancora più a bocca asciutta, come quando si assaggia qualcosa di buono e saziante, ma che si vorrebbe mangiare all'infinito, fino al punto di star male. I will make you proud, daddy.. I swear. Aveva così tanto bisogno di sentirselo dire che non sarebbe riuscita a nasconderlo nemmeno se si sarebbe fatta violenza psicologica. Strinse appena la sua intimità attraverso la stoffa dei pantaloni, prima di lasciar scorrere la mano sul busto di lui gettandosi nuovamente sulle sue labbra con ancora più foga, aggrappandosi ai suoi indumenti fino al punto in cui, raggiunto il colletto della maglia che portava sotto le fibbie in similpelle tirò con forza portando le cuciture a cedere, scoprendogli sempre di più il petto. Avrebbe potuto strappargliela di dosso se avesse voluto, ma non era quello il suo intento. Un leggero mugolio fuoriuscì dalle sue labbra mentre scendeva con baci umidi lungo il suo collo, mordendo con una certa insistenza un punto nello specifico, succhiandone il rigonfiamento fino al punto in cui la pelle non vi rimase rossa e scottante. Ridacchiò appena continuando a scendere, velocemente, ma non per questo in maniera meno precisa, fino dove gli indumenti glielo permettevano. Poi di colpo si staccò raddrizzando le spalle, rimettendosi in piedi brevemente, giusto per il tempo necessario che le serviva ad appoggiare prima un ginocchio e poi l'altro a terra. Si fece spazio tra le sue gambe, sollevando lo sguardo nel suo, lasciando scorrere i palmi lungo le sue cosce finché non arrivò all'altezza del bottone che liberò senza perdere il contatto visivo con lui. Lasciò scorrere la zip verso il basso e ancora una volta non distolse sguardo, mentre abbassava i pantaloni quando necessario a farsi spazio al di sotto. A contatto più diretto con la sua intimità, Mia studiò le espressioni di lui tocco dopo tocco, finché non la liberò anche dall'intimo, senza tuttavia aiutarlo a liberarsi di quegli indumenti. Lo voleva proprio così. Grezzo, nelle sue sembianze più ruvide. Si avvicinò lentamente, tenendo gli occhi ben saldi nei suoi, posando un leggero bacio sulla sua lunghezza prima strofinarci la guancia e il nasino attorno al punto più sensibile. I will do my best. But if it's not enough, you tell me, ok? I don't like when you're not happy with me. Parlava contro la sua intimità mentre gli lasciava una scia di baci che arrivò fin sulla punta dove lasciò appena guizzare la lingua, raccogliendo gli umori di lui con un verso di pura goduria che la portò a ridere appena con un senso di beatiduine. I'm so lucky. Asserì di scatto, lasciando le dita scorrere lungo la sua lunghezza. You know why, daddy? Sbatté le palpebre un paio di volte, osservandolo con un dolce sorriso sulle labbra. Un piccolo gattino famelico che osservava un predatore più grande con la convinzione di essere abbastanza veloce da sfuggire qualora fosse necessario, vigile di fronte al pericolo, ma non per questo meno curioso di studiarlo con attenzione. For every boy or man who craves to see what's under my skirt, I will only crave more and only daddy's cock. Ne inglobò la punta con più convinzione, stuzzicandone la sensibilità con la lingua, continuando a osservarlo come un gattino in cerca di attenzioni dal suo padrone. Ai movimenti della mano si alternavano quelli circolari delle labbra, che presero a scendere sempre di più. Come una scolaretta che sbracciava per essere la prima della classe, la preferita, si dedicava a lui, gemendo contro la sua intimità sempre di più mentre lasciava scorrere la mano libera sotto la sua maglietta sul petto, lasciando una scia di leggeri graffietti sulla pelle di lui. Quando a forza di scendere e risalire, giunse fino al punto massimo in cui le era possibile, si fermò aprendo le labbra quanto necessario per permettere alla sua salivazione di stuzzicare ulteriormente la carne al di sotto. Poi risalì di colpo tossicchiando appena. See? There's no need to be jealous. You're the only one who gets to cum in my throat. No other boy ever did. Pausa, mentre lo avvolgeva nuovamente lasciandolo colpire contro l'interno di una guancia e poi dell'altra rilasciando versi colmi di vibrazioni contro la sua sensibilità. Will you? Chiese di colpo. Will you give me your cum? Lo inglobò ancora una volta, scendendo e risalendo con più vigore, alternando a un ritmo più incalzante, momenti più lenti e pigri, tempo in cui ridacchiava all'idea di farlo impazzire, ritardando quel momento di pura estasi che sperava di donargli. Lo faceva con un'aria spavalda e un po' dispettosa ma non per questo meno appassionata. Ne aveva bisogno Mia, e non faceva nulla per nasconderglielo. I missed this so much. You don't get how good your cock is.Voleva il suo piacere più di ogni altra cosa. Candies are overrated. But this? Daddy's cock is better than any sweet. And I will keep wagging around for it. Quegli occhi da cerbiatta si godevano ogni sua reazione, almeno finché, tornata nuovamente a inglobarlo completamente, non dovette rinunciare alla sua visione e concentrarsi su quei movimenti che ormai aveva imparato a controllare per innescare in lui proprio quel tipo di piacere che la mandava in visibilio. Strinse una mano contro la coscia di lui e si lasciò andare, andandogli incontro sempre di più, mentre massaggiava l'area appena sotto, tastandone la consistenza, abbassandone e sollevandone la massa, in un gioco atto ad aumentare la durata del suo piacere e ritardare un climax che voleva fosse intenso. Ad un certo punto si fermò di colpo proprio quando lo sentì più prossimo, e ancora su di lui tossicchiò appena ridacchiando appena, mentre incontrava il suo sguardo. Voleva provocarlo? Forse. Ma voleva anche avere il più possibile, quasi come se, non ne avesse mai a sufficienza di quelle sensazioni condivise che accrescevano altrettanto il suo desiderio.


     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    Che quella divisa fosse solo il mero calco di bassa qualità dell'originale divenne presto sempre più evidente. Era scomoda. Il rigonfiamento già sin troppo evidente sul cavallo dei pantaloni lo rendeva anche estremamente stretto, portando il giovane Yagami ad emettere un piccolo gemito a metà tra il piacere e il fastidio. Fece scorrere una mano lungo il fianco di Mia, stringendo la carne della sua natica tra le dita in una presa decisa che l'accompagnava nei movimenti sulla sua coscia. I will make you proud, daddy.. I swear. Con la nuca appoggiata sulla spalliera del divano, il moro scoprì i denti in un sorriso pregno di tutta la malizia e l'eccitazione accumulate durante la mattinata. That's my good girl. Parole, quelle, che raschiarono contro la sua gola in un tono basso reso rauco dall'anticipazione e che gli vennero strappate via subito dopo da un bacio a cui si abbandonò con foga, mordendo le sue labbra e stringendo tra le dita qualunque centimetro di pelle a sua disposizione. Voleva sentirla vicina, forse più che mai prima di allora voleva sentirla propria - come se quei loro gesti potessero suggellare un'appartenenza profonda e indissolubile, quasi morbosa. Raiden, morboso, non lo era mai stato. Aveva sempre creduto in un'idea bilanciata di rapporto, e sebbene la fedeltà fosse per lui il requisito più importante e imprescindibile, ciò non si traduceva nel quotidiano in un'eccessiva presenza o possessività. A ben vedere, il loro rapporto di coppia era molto salutare da questo punto di vista, e non sarebbero stati quei sentimenti turbolenti a metterlo a repentaglio. Tuttavia, quei sentimenti c'erano. Almeno lì, in quello spazio, in quel momento, Raiden voleva sentirla propria in una maniera totalizzante, come se desiderasse riempire ogni suo singolo pensiero ed esserne l'unico oggetto. Alla stregua di un cobra con gli occhi puntati sulla propria preda, il giapponese non distolse nemmeno per un istante lo sguardo da quello di Mia, seguendo ogni suo movimento, ogni sua carezza e ogni sua più piccola espressione. Liberarsi dalla stretta degli indumenti sulla propria intimità non fece altro che aumentare quell'intrinseco e sordido piacere di vederla lì, in ginocchio di fronte a sé, intenta a dargli ogni briciola delle proprie attenzioni. Il modo in cui lei lo toccava raccontava una storia piena di elementi deliziosamente contrastanti: innocenza, lussuria, devozione e foga, pazienza e insaziabilità. Ogni tocco riecheggiava nel corpo di lui in un piacere che andava oltre il semplice contatto fisico e gli stimoli immediati. C'era qualcosa di nuovo - qualcosa che, a ben vedere, era stato lì sin dall'inizio, ma che solo adesso sembrava venire più onestamente allo scoperto. I will do my best. But if it's not enough, you tell me, ok? I don't like when you're not happy with me. Inclinò il capo di lato, di poco, guardandola con la gentilezza e la flebile ironia con cui si guarderebbe un bambino che, proprio in virtù del suo essere bambino, dice qualcosa di tanto ingenuo quanto tenero. Non disse nulla, limitandosi a lasciarle una carezza sulla guancia che presto si mosse a far presa dapprima leggera tra i capelli di lei, accompagnandola più vicina alla propria intimità come in un muto invito, senza perdersi nemmeno un istante di quella visione. A spezzare il silenzio fu un gemito breve al primo contatto con la lingua di lei. I'm so lucky. You know why, daddy? Si morse il labbro inferiore, trattenendosi con tutte le forze dall'imporsi. L'eccitazione montante non la rendeva facile, e che Mia ne fosse consapevole era chiaro come la luce del sole. Lo faceva apposta, esattamente come faceva lui con lei: lo stuzzicava, portando il suo desiderio a crescere in maniera esponenziale solo per lasciarlo in sospeso e riprenderlo a proprio gradimento. Questo Raiden lo sapeva, ed era un gioco che lo inebriava, portandolo a volerne sempre di più, ma che allo stesso tempo sembrava scatenare un sentimento quasi rabbioso in quel corpo che ricercava solo la propria egoistica soddisfazione. Tell me. disse quindi, con una gentilezza a denti un po' stretti, come a combattere quel mix di eccitazione e incoerente fastidio. For every boy or man who craves to see what's under my skirt, I will only crave more and only daddy's cock. Il movimento di lei arrivò in fretta, togliendogli le parole di bocca in un gemito sommesso mentre l'eco di quelle parole lo portava a stringere ancor di più la presa tra i capelli di lei. As you should. fu quanto riuscì a dire tra le ondate di quel piacere che gli strisciava sempre più intenso sotto la pelle. See? There's no need to be jealous. You're the only one who gets to cum in my throat. No other boy ever did. Se quelle parole fossero vere o meno, Raiden non poteva saperlo, né gli importava di saperlo. E quel dubbio non minò in alcun modo il piacere che provò nel sentirle; perché non era il dato in sé ad essere importante, ma il fatto che Mia avesse deciso di dirlo. Se pure fosse stata una bugia, l'intenzione che tuttavia quelle parole celavano era chiara. E Raiden non nascose in alcun modo la propria soddisfazione, abbandonando la testa contro lo schienale e sollevando il bacino per andare incontro ai movimenti di lei. Such a good girl. You're so sweet when you get so eager. My pretty little slut. Era assuefatto, e non si vergognava di dimostrarlo. Non aveva alcuna remora nel farle vedere quanto adorasse quelle attenzioni, quanto piacevole fosse il desiderio che lei aveva del suo corpo e delle sue lodi. Andava incontro ad ogni suo movimento, alla ricerca di un piacere che sentiva sempre più prossimo e vertiginoso. Will you? Will you give me your cum? Un altro gemito sfuggì dalle sue labbra, questa volta più sonoro. Everything for my little one. Fuck you're so good baby. You make daddy feel so fucking good. Parole che si facevano sempre più sconnesse, seguendo il passo dei suoi movimenti e del montare di quel piacere che lo faceva tendere quasi dolorosamente tra le labbra di lei. I missed this so much. You don't get how good your cock is. Candies are overrated. But this? Daddy's cock is better than any sweet. And I will keep wagging around for it. La presa tra i capelli di lei si fece più intensa, abbandonandosi al piacere dei suoi movimenti, in balia di un'estasi pronta a raggiungere il suo apice. Apice che, tuttavia, Mia stroncò prontamente, fermandosi per scoccargli uno sguardo luciferino da sotto le ciglia. Una sfida, quella, a cui Raiden non si sottrasse. Tired already? chiese con tono rauco dal fiato che gli mancava e il sangue che gli pompava nelle vene facendo battere il suo cuore all'impazzata. Okay, guess I'll suit myself then. Detto fatto. Non si concesse nemmeno un istante di esitazione. Travolto com'era da quel mix di eccitazione cieca e frustrazione, si alzò di scatto in piedi, ruotando il polso in un movimento brusco per avvolgere i capelli di Mia intorno al pugno che li stringeva. Una mossa, quella, che fece reclinare ulteriormente il capo di lei, esponendola completamente a Raiden e ai movimenti sempre più pressanti del suo bacino. Gli occhi rimanevano puntati sul suo volto, godendosi ogni istante di quell'immagine su cui il moro riversava tutto il proprio desiderio e la propria foga di averla. Le andava incontro stabilendo un ritmo tanto rapido quanto preciso, che pur nella propria fame di raggiungere un climax si concedeva comunque la gentilezza di lasciarle qualche carezza sul volto, raccogliendo le lacrime che si annidavano all'angolo dei suoi occhi in reazione fisiologica a quelle spinte profonde. E nel farlo la riempiva di lodi, spesso sconnesse, spesso ripetitive - quasi antitetiche rispetto alla foga di quel ritmo impostato che lo portò velocemente al desiderato apice. Reclinò il capo all'indietro, lasciandosi andare ad un gemito sonoro mentre affondava fino al limite ultimo tra le labbra di lei, dandole tutto ciò che aveva in sé di quell'intenso e sconvolgente piacere. Rimase immobile per qualche istante prima di riaprire lentamente gli occhi, cercando di riprendere il ritmo del proprio respiro mentre abbassava lo sguardo su quello di lei, beandosi di un altro istante di quell'immagine prima di scivolare fuori dalle sue labbra. Si lasciò ricadere pesantemente sul divano, tirando su l'elastico dell'intimo a coprirsi, senza tuttavia curarsi di completare l'opera riallacciandosi i pantaloni. Non disse nulla, non sul momento, limitandosi ancora col fiatone a picchiettare il palmo sulla propria coscia per farle segno di prendervi posto. Aspettò che lei lo facesse, aiutandola a trovare una posizione più comoda. E quando fu abbastanza vicina, allungò una mano verso il suo viso, raccogliendo col dorso
    dell'indice le macchie di mascara leggermente colato. You're kinda pretty when you cry. Le parole uscirono dalle sue labbra con tono serio, piegato da una nota appena percettibile di malizia che si rispecchiava nello sguardo fermo sugli occhi di Mia. Come più volte le aveva detto, di norma a Raiden non piaceva farla piangere. Ma quelle, in fin dei conti, non erano lacrime di tristezza o dolore - solo una reazione naturale e involontaria alla pressione sulla gola. E fu proprio sulla gola che le dita della sua mano scesero lentamente, disegnandone la linea con la punta dell'indice. Si fermarono per un istante, in cui un piccolo sorriso comparve sulle labbra di Raiden mentre il suo sguardo guizzava silenzioso negli occhi di lei. Un solo istante, dopo di che continuò la propria discesa, tracciando con pazienza le curve del suo corpo. I still don't like the fact that other men look at you in a certain way, though. Come poteva biasimarli? Mia era una bellissima ragazza - e non perché lì in Giappone avesse un fascino esotico, ma in generale. Non era la sua atipicità nel luogo in cui si trovavano, o il fatto che fosse vestita in una certa maniera a renderla attraente. Sicuramente quelle cose rendevano le attenzioni nei suoi confronti più evidenti, ma a ben vedere Raiden aveva colto più volte - anche in situazioni non sospette - altri ragazzi intenti a lanciarle occhiate. Un po' lo infastidiva. Anche quando Mia non se ne rendeva conto, e pur nella consapevolezza che gli fosse fedele, Raiden non poteva fare a meno di provare una punta di viscerale fastidio all'idea che qualcun altro avesse messo gli occhi su di lei. E dunque marcava il territorio, anche in maniera sottile, ma lo faceva puntualmente, perché era la via più veloce per riportare quegli sguardi al proprio posto. But I get the feeling that you kinda like to toy with my annoyance. Le dita scesero a carezzare la stoffa della gonna, arrivando lentamente alle cosce nude. Si fermò lì, appoggiandovi il palmo mentre il suo sguardo tornava agli occhi di lei, fissandola come se volesse bucarle il volto. It makes you feel good, right? The fact that I'm jealous makes you feel really good. Non era veramente una domanda. Poteva percepire lo stato d'animo di lei ed ogni sua reazione. Non sapeva cosa pensasse, ma sapeva bene cosa provasse, ed era una latente soddisfazione. A Mia non interessava dello sguardo altrui, ma della reazione di Raiden ad esso. E il moro aveva tutta l'intenzione di assecondarla. In un movimento più veloce la spostò a cavalcioni su di sé, assicurandosela bene al busto prima di alzarsi in piedi in uno slancio e tirare dritto verso la camera da letto, dove la lasciò atterrare con la schiena sul materasso, ribaltandola subito dopo. Preso uno dei cuscini, lo infilò sotto il ventre di Mia, sistemandolo in modo tale da sollevarle il bacino ed esporre le natiche alla propria vista. Look at you. I can't really blame them. disse con tono basso mentre le sue mani risalivano dalle cosce fino ai glutei, stringendoli appena prima che una delle due si abbattesse in uno schiocco sulla carne morbida, facendolo mugolare di soddisfazione. Si chinò su di lei, posandole un piccolo bacio sulla spalla prima di lasciarne una scia lungo tutta la sua schiena, mentre le dita si agganciavano all'orlo dell'intimo per farlo scivolare giù fino a metà coscia, senza disfarsene del tutto ma solo quanto bastava a scoprirla. Le labbra del ragazzo si premettero sul suo interno coscia, mordendo e succhiando la pelle dove era più morbida. Voleva lasciarle un segno, uno visibile, uno che rendesse chiaro a tutti che lei gli appartenesse. You didn't want to say it that night. Riprese, pronunciando quelle parole con tono basso, a contatto con la sua pelle in baci che si avvicinavano sempre più alla sua intimità. Do you remember? That night in Tokyo. After the party. C'era stato un momento in cui Raiden le aveva chiesto esplicitamente di ripetere quelle parole che lei gli aveva rivolto prima - forse con leggerezza. Di dirgli che fosse sua. E lei non lo aveva fatto. Per una serie di motivi, quelle parole erano morte lì, ma lui non se ne era dimenticato. It's fine. I actually don't care. Un primo bacio sull'orlo di un piccolo sorriso si posò sull'intimità di lei, lasciando poi guizzare fuori la lingua per tracciarne la lunghezza ed unirvisi in un contatto più profondo. You can say what you want. It doesn't matter because at the end of the day you still are mine. You're so mine you don't even realize it. Una piccola risata vibrò sul punto più sensibile di lei, seguita dall'ennesimo schiocco sulla natica. You're more and more each day. Am I right, baby? Quella domanda arrivò insieme a un lento movimento circolare del pollice sul suo punto più sensibile, accompagnato dall'entrata del medio nella sua intimità. Daddy treats you right, mh? He knows how to please his little girl. Un mugolio di piacere si infranse contro la coscia di lei, a cui Raiden andava incontro in baci tanto famelici quanto devoti, stringendo con la mano libera la carne della sua natica a darsi spazio per aumentare il tenore di quelle carezze sulla sua intimità. Those other guys could never. They don't deserve such a sweet girl. They don't know you need someone to take good care of you. They couldn't handle it. Pian piano i baci risalirono verso i suoi glutei, toccando quel punto ancora inesplorato su cui il moro fece roteare la lingua un paio di volte prima di scostarsi, abbandonando la presa su di lei per allungarsi verso la busta degli acquisti. Per prima cosa estrasse la bottiglietta di lubrificante, facendone cadere una quantità abbastanza generosa sulla parte interessata; qualche altra goccia, poi, la destinò al plug. Slowly, okay? Disse con tono gentile, poggiando un piccolo bacio sul suo fianco prima di spargere il liquido, stuzzicando quella parte intima di lei con la punta del giocattolo per prepararla lentamente prima di fare pressione, facendola scivolare pian piano al suo interno. Non sapeva se quella fosse la prima volta di Mia, ma aveva tutte le ragioni per credere che lo fosse senza bisogno di chiederlo. Voleva darle il tempo di abituarsi alla sensazione, preparandola affinché fosse pronta e quell'esperienza non si traducesse in qualcosa di doloroso fatto solo ad uso e consumo di lui. E infatti, una volta piazzato il plug al suo posto, le mani di Raiden si spostarono sui fianchi di Mia, aiutandola a voltarsi nuovamente sulla schiena per farsi spazio tra le sue gambe. Lo sguardo del ragazzo guizzò negli occhi di Mia mentre un primo bacio si posava sulla sua intimità, leggero, scrutando ogni sua espressione allo sgusciare del proprio indice e medio dentro di lei. I primi movimenti furono lenti, assecondati dal contatto circolare della lingua sulla sua sensibilità esterna. Un crescendo che tuttavia si fece sempre più rapido, portandolo a incurvare le dita per ricercare quel punto più profondo e sensibile di lei mentre la mano libera premeva contemporaneamente sul suo bassoventre, rendendo quel contatto ancora più intenso. Come on, be a good girl for daddy and touch your pretty nipples. I wanna see you. I wanna see what a needy little slut you are. And make sure to keep those pretty eyes on me. Sentiva la stretta delle pareti di lei intorno alle proprie dita, sentiva il montare di quel piacere nelle sue terminazioni nervose e lo inseguiva con foga, determinato a non darle alcuno spazio per attenuare quelle sensazioni.

     
    .
  4.     +1    
     
    .
    Avatar

    the devil inside;

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,486
    Reputation
    +1,228

    Status
    Anonymes!
    È mai tardi per ammettere di aver commesso un errore? Di certo quella vacanza stava dimostrando a Mia di aver commesso un errore di valutazione non indifferente. L'arte di fare l'amore, di fondersi col proprio partner non passa attraverso i non detti, né attraverso una comunicazione lacunosa dei propri desideri e delle proprie aspirazioni. Ed era bello. Era bello conoscerlo, vederlo; guardare Raiden abbandonarsi alle sue più recondite pulsioni scatenava in lei, affiancata alla lussuria e al desiderio che provava nei suoi confronti, un profondo senso di gioia e felicità. Si sentiva come una bambina che scopriva per la prima volta il mondo, e che nel farlo, provava emozioni talmente forti da farle esplodere il cuore nel petto. Anche in quei momenti, per quanto impulsivi, per quanto incontrollabili, continuava ad amarlo - lo amava ancora di più, lo voleva se possibile anche più di quanto non lo avesse già fatto prima. Ne era completamente dipendente, al punto che non riusciva a vedere la sua vita con nessun altro al di fuori di lui. Come potrei mai? Non era nemmeno in grado di immaginarsi senza quello che ormai riusciva a individuare senza remora alcuna come il suo uomo - una definizione che per molto tempo non aveva nemmeno attivamente contemplato attivamente nella sua testa, quasi come se avesse bannato quel senso di appartenenza come qualcosa di negativo. Eppure lo era, e Mia lo sentiva come tale, in una maniera talmente viscerale che sentiva il bisogno di reclamarlo e farsi reclamare quasi come se senza la vita non avesse senso di esistere. E lo voleva; voleva a maggior ragione quella parte di sé che Raiden tendeva a nascondere. Era orgogliosa di aver fatta emergere, di aver trovato il coraggio di scoprirla senza remore, né pregiudizi. Ne apprezzava la sincerità, la genuina verità di cui si tingeva innesorabilmente. In fondo non è facile abbandonarsi, per nessuno, scoprirsi lasciando fuoriuscire tutte le emozioni che si hanno dentro - non lo era nemmeno per Raiden, nonostante la sua disinvoltura. Ad ogni lode e complimento che riceveva, veniva corrosa da un desiderio crescente, andandogli incontro con veemenza, quasi come se volesse ringraziarlo e al contempo chiedergliene ancora. Non ne aveva mai abbastanza, né di ciò che stavano facendo, né tanto meno del mondo in cui lui vi si approcciava. Sempre nuovo, sempre sorprendete. Tired already? Okay, guess I'll suit myself then. Nonostante la veemenza con cui le andò incontro, Mia provò un senso di appagamento completamente inedito, al punto da cercare la posizione migliore per rilassarsi e assecondare il suo ritmo senza sottrarsi neanche per un istante. La foga di Raiden non suscitava la sensazione più confortevole immaginabile, eppure, venne travolta da quelle ondate di piacere di lui incapace di smettere o negargli quel piacere. Lo voleva, voleva farlo impazzire fino al punto in cui non sarebbe più stato in grado di contenersi. Era tutta un'altra cosa sapere cosa l'altro provasse, quale effetto gli facesse, e proprio per questo non riusciva a smettere, né poteva farne a meno. Le ondate di calore che scorrevano lungo la schiena e nel bassoventre di lui riecheggiavano con altrettanta forza in lei, al punto da assecondare quei suoi movimenti con diversi mugolii colmi di piacere, atti ad aumentare il suo piacere. Ad ogni parola sconnessa, provava un senso di appartenenza, di orgoglio; sentire di poter fare così tanto, lasciarlo fare a tratti senza neanche battere ciglio - se non quando le lacrime appannavano la sua vista - le faceva provare un sordido piacere di fronte al quale sapeva il suo desiderio stesse solo crescendo. Quando l'apice di quel vortice giunse, Mia chiuse gli occhi sostenendo quelle ultime spinte stringendo le dita contro i suoi glutei, trattenendosi così dal sottrarsi dal contatto con l'intimità di lui. E rimase immobile, in attesa che i muscoli di lui si rilassassero, restando lì a guardarlo, col bruciare negli occhi e nella gola, passandosi scompostamente il dorso della mano sulle labbra, tentando di recuperare un po' di compostezza. In verità quell'apice di lui l'aveva talmente tanto colpita che ora sentiva i muscoli altrettanto indolenziti, provando un senso di stanchezza appagante, al punto da sospirare con una punta di estasiante felicità. Si morse il labbro inferiore; nel guardarlo così, talmente prosciugato da gettarsi a tutto peso sul divano senza la solita compostezza che lo contraddistingueva, lo trovò più bello che mai. E sorrise. Sorrise schiarendosi appena la voce, cercando di scacciare il pizzicore che si sentiva in fondo alla bocca.
    Si rimise in piedi solo al suo diretto invito, prendendo posto sulla coscia di lui, ricercando subito il suo sguardo con occhi colmi di curiosità e attesa. Cosa si stesse aspettando non lo sapeva neppure lei; oppure lo sapeva, ed era intimamente impaziente e curiosa di scoprire quale sarebbe stata il prossimo passo. Lo seguiva. Ciecamente. Senza sentirsi minimamente in soggezione di fronte a tutto ciò. Con una mano gli carezzava il fianco, con l'altra si appoggiava al petto scoperto di lui, provando l'irrefrenabile desiderio di strappargli ogni cosa di dosso. Perché nonostante quel momento di pace, non avevano neanche cominciato - di questo era certa. I still don't like the fact that other men look at you in a certain way, though. But I get the feeling that you kinda like to toy with my annoyance. Seguì con lo sguardo la traiettoria del suo indice provando un senso di vertigine. Era mai possibile sentirsi così? Persi. Come se tutto il mondo scomparisse non appena le mani di lui tornavano a stuzzicare le sue terminazioni nervose tanto quanto la sua immaginazione. Maybe I'm just seeking for my payback. You know.. for all those pretty girls who want to fuck you. Istintivamente si morse il labbro inferiore osservandolo da sotto le ciglia con uno sguardo angelico. Le piaceva giocare con quel pizzico di gelosia che imperniava le occasioni pubbliche? Probabilmente sì. Non avrebbe mai fatto nulla che potesse seriamente ferirlo o mortificarlo, ma ciò non significava che le dispiaceva veder guizzare quell'istinto cieco che lo portava a marcare il territorio. It makes you feel good, right? The fact that I'm jealous makes you feel really good. I denti si aggrapparono al gonfiore delle labbra con ancora più decisione mentre gettava lo sguardo in quello di lui in un muta preghiera che si trasformò ben presto in un sorriso. I'm pretty sure you can handle it. Una provocazione che asserì con un tono trionfante e che non rimase molto a lungo senza seguito. Ritrovatasi a cavalcioni sulle sue gambe non ci volle molto prima di sentirsi sollevare e portare verso la camera da letto. Non poté fare a meno di ridacchiare appena, mentre si avventava sul lodo di lui giocherellando con la scia di orecchini mentre soffiava pesante contro la sua pelle. You can, right? Handle it. Otherwise I'd be very disappointed. Poche parole che presto vennero meno sotto il peso di un mugolio che esalò non appena atterrò sul materasso, seguito da un leggero lamento dovuto all'improvviso cambio di prospettiva che ne conseguì. Look at you. I can't really blame them. A schiena inarcata voltò il capo per rivolgergli uno sguardo languido, mordendosi insistentemente il labbro prima che uno scocco improvviso la portasse a trasalire esalando uno suono acuto. Le labbra di lui premute sull'interno coscia la portarono a spingere il bacino più all'indietro, quasi come se volesse invitarlo mutamente a spingersi oltre. It doesn't matter. They don't fucking matter. Asserì di scatto ricercando gli occhi scuri di lui. Quei pozzi la facevano impazzire, così imperscrutabili, eppure pronti a raccontarle ogni cosa che gli attraversava la mente. I don't fucking care about them. Parole soffuse che esalò allungando la mano a ricercare quella di lui stretta sulla propria carne. Seppur non volesse la sua gentilezza, Mia gli regalava comunque la propria, accarezzandogli le nocche con delicatezza mentre chiudeva gli occhi riuscendo già ad assaporare il momento esatto in cui sarebbe risalito sul suo punto più sensibile. You didn't want to say it that night. Do you remember? That night in Tokyo. After the party. It's fine. I actually don't care. La notte a Tokyo. Ritornarci con la mente in quel momento, proprio prima che le labbra di lui venissero a contatto con la propria intimità, la portò a inarcare la schiena ulteriormente prima di adagiarsi contro il materasso. I wasn't.. Asserì istintivamente con un tono leggermente frustrato senza tuttavia mancare di rivolgergli un sorriso colmo di sfida tra un lamento e un'altro mentre si concentrava su quelle dolci attenzioni che le dedicava. Non era. Sua. Ai tempi, seppur si amassero tanto, Mia e Raiden si trastullavano attorno a una serie infinita di incomprensioni e non detti. Lei voleva sapere; voleva sapere tutto di lui, ma al contempo non era in grado di raccontargli così tante cose di se stessa, né sapeva trovare un canale comunicativo giusto con lui. Non pensava potesse dirgli tutto, né aveva il coraggio di farlo. Continuava a chiedergli di farla completamente sua, voleva abbandonarsi a tutte quelle pulsioni, al desiderio che la portava inesorabilmente a vorticargli perennemente attorno, ma non sapeva come raccontargli esattamente ciò che voleva. Voleva esattamente questo: essere completamente sua, senza remore. Voleva fidarsi di lui al punto da non temere di affidargli qualunque cosa. You can say what you want. It doesn't matter because at the end of the day you still are mine. You're so mine you don't even realize it. You're more and more each day. Am I right, baby? Man mano che approfondiva le sue attenzioni, segmentate dal contatto del palmo di lui contro la natica, i pensieri di Mia divennero man mano più sconnessi. Provò ad annuire, a dire la qualunque, ma nulla aveva senso di fronte alla sua totale incapacità di resistergli. Mia era completamente sua, in una maniera viscerale che non le avrebbe permesso di vedere qualcun altro neanche se si fosse sforzata a farlo. Daddy treats you right, mh? He knows how to please his little girl. Those other guys could never. They don't deserve such a sweet girl. They don't know you need someone to take good care of you. They couldn't handle it. Gli occhi di lei tornarono a osservarlo man mano che risaliva lungo la sua intimità finché le sue labbra non stuzzicarono l'area sopra, portandola a mordersi il labbro. Il distacco che ne seguì le apparve come un'attesa interminabile. Sapeva cosa sarebbe successo, o almeno poteva immaginarlo, e quindi di conseguenza il suo cuore prese a battere all'impazzata. Provava un senso di nervosismo intrinseco di fronte al quale nulla poteva se non appoggiare la guancia contro il materasso soffiando regolarmente. La prima sensazione fu la freschezza del liquido; per distrarsi da pensieri che l'avrebbero costretta a un inutile nervosismo, si concentrò sul viso di lui assorto da quell'operazione a cui sembrava dedicare particolare cura. Mia, dal canto suo non sapeva cosa pensare. Sapeva fosse curiosa, sapeva lui lo volesse, e sapeva anche che a quel punto, postasi l'idea in testa non avrebbe dormito sogni tranquilli finché non avesse provato. Succedeva sempre così; una cosa non esisteva finché non si convinceva di esserne attratta, di volerla provare. E allora, per quanto non sapesse se avrebbe fatto al caso suo o meno, non c'era verso per tornare indietro. Slowly, okay? Inarcò quindi la schiena spingendo il fondo schiena nella sua direzione mentre si mordeva il labbro, osservandolo con l'espressione di un agnellino al macello. Al primo accenno di pressione fu istintivo ritrarsi; un'esitazione che tuttavia non durò molto andando di conseguenza incontro al giocattolo per lasciargli intendere che non aveva ripensamenti. Fu una sensazione completamente nuova; una pressione che inizialmente le provocò un certo fastidio seguito da un leggero dolore che tuttavia sembrò cessare di colpo non appena il giocattolo venne piazzato al suo posto. Era strano, nuovo. Non sapeva cosa aspettarsi nello specifico, l'attesa si fece tuttavia insostenibile nel momento in cui tornò a guardarlo da una prospettiva frontale. Si issò sui gomiti per meglio guardarlo e si inumidì insistentemente le labbra.
    Non appena Raiden tornò a dedicarlesi completamente fu piuttosto evidente la differenza sin dal primo affondo. It's tighter.. osservò di colpo con una punta di sincera ingenuità. Gliel'aveva detto scherzando in negozio, ma era davvero diverso. D'altronde era evidente sarebbe andata così, ma Mia, prima ancora di proporre l'aggiunta di quel elemento in più nella loro intimità, non ci aveva creduto più di tanto. In verità era sempre stata piuttosto scettica in merito a certe pratiche, ma ora, man mano che si stava abituando alla nuova conformazione di quel gioco, le sembrava decisamente differente da quello che immaginava. E infatti, non appena il ritmo prese a farsi più incalzante, Mia non poté fare a meno di abbandonarsi sul materasso provando un senso di completa perdizione. Feels good. Really good.. Sembrava genuinamente sorpresa da quelle sensazioni. La pressione contro il suo bassoventre non fece altro che aumentare la completa follia in cui la gettava. Please don't stop, daddy. Una preghiera di fronte alla quale si ritrovò ad agganciarsi al braccio di lui conficcando le unghie contro la sua pelle. Come on, be a good girl for daddy and touch your pretty nipples. I wanna see you. I wanna see what a needy little slut you are. And make sure to keep those pretty eyes on me. Tanto era presa nella situazione che eseguì senza pensarci stringendo i propri seni mentre si contorceva sotto le attenzioni di lui. Non le ci volle molto prima di iniziare a sentirsi all'angolo, come se subisse una pressione tale da più lati senza riuscire a controllarsi o a dominare quel senso di profondo piacere che provava. Il suo punto più sensibile vibrava, stuzzicato ancora e ancora con un ritmo insostenibile che la portò ben presto a sgranare gli occhi quasi impanicata. Una simile pressione non l'aveva mai colpita, né si era mai sentita così poco padrona di sé stessa. Daddy.. asserì senza neanche rendersi conto di cosa gli stesse dicendo, di come lo stesse chiamando o dell'urgenza con cui lo cercava. Come una bambina alla ricerca del proprio punto fermo, Mia lo reclamava senza riuscire a dire assolutamente nulla, se non quel appellativo con lo stesso senso di panico che si ha quando si è piccoli e ci si perde in un posto nuovo sena alcun punto di riferimento. Poteva solo concentrarsi sugli occhi di lui, fidarsi e abbandonarsi a tutto quanto. Please don't stop. Ancora e ancora, mentre i mugolii acuti si trasformavano velocemente in veri e propri gemiti incontrollabili, crollando inesorabilmente in preda a un apice senza precedenti in cui muscoli interni ed esterni sembrarono contorcersi al volere di lui fino al punto in cui il piacere esplose sotto forma di umori improvvisi di fronte ai quali Mia non riuscì comunque a frenarsi o controllare le sue reazioni. Tremava come una foglia, forse più della sera precedente, talmente esausta da non riuscire neanche a muoversi. Qualche spasmo continuò a percuoterla anche quando quel senso di vertigine sembrò quietarsi, e per un po' non disse assolutamente nulla limitandosi solo a spostarsi poco più in là non appena ebbe la forza per farlo. You thought you did something wrong. Asserì di scatto dopo un po', lasciando scorrere lo sguardo sul soffitto bianco ripensando a quella notte. Un anno era passato, eppure Mia si sentiva una persona completamente differente. That night in Tokyo you thought you did something wrong.. Specificò issandosi sui gomiti per meglio osservarlo, percorrendo il busto di lui con occhi colmi di desiderio, mentre spingeva coi piedi contro il petto di lui. Batté il palmo sul materasso accanto a sé invitandolo a sedersi per poi tornare a cavalcioni sopra di lui, non prima di essersi liberata completamente del proprio intimo. E così facendo incrociò le braccia al suo collo rimanendo lì seduta per un po', soffiando sopra il suo viso mentre lo riempiva di baci lungo la guancia, fino alla tempia, e poi giù lungo il collo dove si soffermò non curante del segno che gli avrebbe lasciato - anzi, desiderando marchiarlo a propria volta con bramosia. Infine, tornò a risalire verso l'orecchio dove strinse il lobo di lui con una certa pressione.
    tumblr_nu2lllg7Pd1rwbssqo4_250
    Oddly specific you tought about that, huh? Because you know.. that night I told you I like it when you take it out on me. Do you understand - now - what I meant? Because you didn't back then. You tought I was doing you a favour because I love you so much. You didn't believe me when I tryed to explain you that you're fucking hot when you take what's yours. When you claim it. Quella notte era stata intensa; molte emozioni erano emerse tutte insieme. Nessuno dei due poteva essere biasimato per il modo in cui era andata. Tutto era estremamente fresco. Il loro matrimonio. Il massacro. Il conseguente periodo di allontanamento. La guerra in Giappone. It took you a while, daddy.. Mia e Raiden non avevano mai davvero parlato fino a quel momento e tutto ciò che ne era venuto fuori era stato l'inizio di una lunga conoscenza che non si erano mai permessi prima. Ricalcare le sue stesse parole nel rimettere in gioco il ricordo di quella notte la portò a sorridere. I tryed to ask you so many times to do whatever the fuck you wanted out of me. You thought I was kidding.. Fece un breve pausa, tempo in cui lasciò scorrere una mano lungo il petto parzialmente scoperto di lui, fermando il palmo a coppa sopra il suo intimo al di sotto dei pantaloni. La lingua stuzzicò ancora il suo orecchio mentre un mugolio colmo di soddisfazione fuoriusciva dalle labbra di lei. But I wasn't. I wasn't at all. Lentamente scostò l'elastico dei suoi boxer quanto bastasse per liberarlo da quella costruzione, provando un senso di pura goduria nel rendersi conto del modo in cui le sue terminazioni nervose si tendevano ad ogni suo tocco. See? It's not that hard to take what's yours. Si morse il labbro inferiore provando un senso di pura soddisfazione nel constatare la sua eccitazione, nel sentirlo così pronto. Since I met you all I wanted was to be the best little slut you could ever taste. Di colpo tornò a osservarlo mentre si sollevava sufficientemente da poter stuzzicare la punta della sua intimità con la propria intimità. Un leggero lamento si infranse contro il volto di lui mentre si muoveva a sfiorarlo appena senza mai approfondire troppo quel contatto. Provava a ritardare ogni piccola reazione di entrambi; se avesse potuto, Mia avrebbe fermato il tempo per permettere ad entrambi di non dover fare nient'altro se non quello. Stare insieme, conoscersi, vivere in quella continua veemenza dettata unicamente dai loro istinti. I can't stand being second to anyone. Non si spinse oltre nemmeno allora, restando piuttosto su quei tocchi leggeri, controproducenti per lei in primis. Ad ogni piccolo tocco tremava impaziente, desiderosa di sentirlo e farlo suo. Am I, daddy? Because if I am.. I might know a way to change your mind. Non a caso solo in quel momento scese lentamente a inglobarlo con particolare cautela. Era indiscutibilmente diverso da altre volte. Provava un senso di compressione differente; l'aggiunta di quel giocattolo rendeva tutto decisamente diversa. Il leggero dolore non sembrò frenarla da continuare. Non scostò gli occhi da lui neanche per un istante mentre lo inglobava piano piano sempre di più tremando appena tra le sue braccia. Semmai, proprio la presenza di quell'incalzante pizzicore faceva intorpidire ulteriormente le sue ossa. Tight enough for you? Man mano che impostava un ritmo pigro e contenuto, intrecciò le braccia al suo collo incollando la fronte contro la sua. Maybe.. you want something even tighter. Un leggero mugolio si infranse contro il viso di lui mentre prendeva più confidenza viaggiando su quella linea di piacere e lieve dolore in una danza che sembrava farla impazzire. The moment you go for it I'm yours. Completely. Si muoveva sopra di lui con occhi colmi di bramosia. That's the only thing you didn't fucked up out of me. You fucked my mouth, my pussy, my brain.. Si lasciò andare fino in fondo restando lì ad avvolgerlo, mentre sollevava lo sguardo in quello di lui. Deglutì appena sbattendo le palpebre con il cuore pronto a esploderle nel petto. But you should claim what's yours you know? Otherwise.. is it really yours at all? Mia gli aveva promesso che avrebbe fatto la brava, ma ciò non significava che avrebbe smesso di provocarlo. E così fece. Di scatto ruotò su se stessa cercando la posizione migliore per muoversi sopra di lui a un ritmo più sostenuto, permettendogli così di avere una visuale diretta del gioiello che le aveva comprato. Voleva che lo vedesse, che se ne beasse, voleva esporsi a lui come mai prima. E così prese ad andargli incontro con sempre più foga centellinando ogni movimento in modo tale da ritardare il più possibile una conclusione troppo affrettata. Gli andò incontro sempre di più e con sempre più confidenza, posando le mani sulle cosce di lui per impedirgli di assecondare troppo i movimenti di lei. Voleva che restassero pigri, non particolarmente sostenuti; non a sufficienza da poter effettivamente portare troppo lontano nessuno dei due. Poi di colpo il nulla. Tra frasi sconclusionate e gemiti sempre più evidenti, Mia si arrestò di colpo volgendo lo sguardo verso di lui. Daddy, I can't. I can't take it anymore.. it's too much Istintivamente si morse il labbro inferiore portandosi una mano sul petto sotto il ridicolo toppino rosa che le aveva comprato. Che non fosse vero era evidente non solo dal innocente sguardo colmo di desiderio che gli rivolse oltre la spalla, ma anche dalla crescente eccitazione che le montava in petto assieme a un grondante senso di curiosità che sembrò imporsi tra loro. Have I been good enough for tonight? Di rimando lo inglobò ulteriormente in maniera netta, con uno scocco che la portò a stringere i pugni. Poi un altro, per poi fermarsi ancora, chiudendo appena gli occhi. I tryed my best.. don't you think?



     
    .
  5.     +1    
     
    .
    Avatar

    dauntless

    Group
    Ricercati
    Posts
    915
    Reputation
    +1,126

    Status
    Anonymes!

    Ciò che Raiden aveva notato sin dalla prima volta in cui lui e Mia erano entrati in intimità, era quanto diversa fosse la loro dinamica rispetto a qualunque altra precedente. Pur essendo di fatto quasi due estranei e pur trovandosi in situazioni personali tanto delicate quanto complesse, era stato immediatamente chiaro che qualcosa nel loro modo di trovarsi fosse speciale. Inizialmente Raiden aveva creduto che si trattasse soltanto della variabile invadente creata dal legame lycan, ma col tempo era diventato sempre più evidente che ci fosse molto di più. Lui e Mia funzionavano; non c'era una spiegazione a questo se non a livello puramente istintivo. Nei confronti di lei, il giovane Yagami provava un tipo di eccitazione e di desiderio che non riusciva a paragonare ad alcuna esperienza pregressa. Aveva condiviso il letto con molte belle ragazze, alcune bellissime, altre estremamente abili in ambito sessuale - eppure non era la stessa cosa. Per quanto eccitanti fossero state quelle esperienze, non poteva comunque dire di aver mai provato un bisogno così totalizzante e a tratti ferale come quello che Mia gli scatenava. Cosa significasse tutto ciò o perché avvenisse - queste erano domande che non si era veramente posto, convinto che certe cose succedono e basta e non devono necessariamente avere una spiegazione. Per un po' aveva creduto che quella fame si sarebbe pian piano consumata, che una volta ottenuto ciò che desiderava avrebbe lentamente iniziato a distrarsi e volere altro (in fin dei conti quella storia era iniziata come qualcosa di occasionale e senza pretese, quindi era già preventivato qualcosa del genere). Eppure non era accaduto. Più la conosceva, più la vedeva nella sua intimità, e più ne voleva, ancora e ancora; tanto che a distanza di più di un anno, con una vita impostata insieme e un bambino appena nato, tutto ciò non sembrava affatto in procinto di venir meno - semmai tutto il contrario. Anche in quel momento, mentre ricercava il suo piacere con fame spasmodica, Raiden non ne aveva abbastanza. I suoi occhi rimanevano puntati sul viso di lei, scuri, bevendosi ogni sua espressione e ogni suo gemito come a nutrirsene. E ogni più piccola reazione di lei sembrava fare proprio ciò - nutrirlo, senza tuttavia trovare sazietà. Daddy.. Please don't stop. E di certo non ne aveva intenzione. Piuttosto le andò incontro con più foga, a ritmo sostenuto, fin quando il piacere di Mia non montò in un apice che riverberò lungo tutto il corpo del ragazzo. Un gemito intenso si infranse contro l'intimità di lei prima di ritrovarsi costretto a scostarsene come di riflesso, in risposta allo stimolo fattosi troppo intenso nel corpo di lei. Non si allontanò, però, di fronte al fluire improvviso degli umori di Mia - non se ne sottrasse per preservare i vestiti o la propria pelle. Voleva sentirla su di sé, voleva essere ricoperto da quel piacere che riverberava orgogliosamente nel suo corpo. That's very good, baby. Le parole appena sussurrate vibrarono contro la pelle dell'interno coscia di Mia, su cui Raiden lasciò diversi baci pieni di adulazione mentre una mano le carezzava il fianco come a volerla calmare da quei tremori. Risalì pian piano più su con le labbra, raccogliendo gli umori di lei ovunque potesse. You taste so sweet. Era un'immagine così eccitante e al contempo così tenera che sembrava spezzarlo da dentro per tutto il turbinio di sensazioni che gli provocava. In quei momenti Mia sembrava estremamente fragile - un animaletto bisognoso di cure e delicatezze che Raiden era pronto a dargli senza alcuna riserva. Adorava vederla così: avere la consapevolezza e la prova tangibile di quanto lei si fidasse di lui, al punto da lasciarsi andare completamente al suo tocco e ai suoi baci. You thought you did something wrong. That night in Tokyo you thought you did something wrong.. Sollevò lo sguardo negli occhi dell'americana, alzando appena la testa mentre le sue dita disegnavano delicati cerchi sulle ginocchia di lei. All'invito di lei a sedersi sul materasso, Raiden rispose con un sorriso, alzandosi in piedi per prendere posto al suo fianco. La aiutò a sistemarsi a cavalcioni su di sé, umettandosi le labbra mentre le dita facevano presa sui suoi fianchi per portarla più vicina. Ad ogni bacio, Raiden si abbandonava ad occhi chiusi, lasciandole spazio per esplorare la propria pelle e sentire il calore del suo respiro bruciargli nelle vene. Oddly specific you tought about that, huh? Because you know.. that night I told you I like it when you take it out on me. Do you understand - now - what I meant? Because you didn't back then. You tought I was doing you a favour because I love you so much. You didn't believe me when I tried to explain you that you're fucking hot when you take what's yours. When you claim it. Era vero, Raiden aveva pensato che Mia non fosse del tutto convinta di quelle parole. Aveva creduto che la sua richiesta fosse un atto di carità più che un desiderio, e che fosse un modo come un altro per farlo sfogare. L'idea, inutile dirlo, non lo aveva lusingato troppo. Qualunque cosa facessero nella loro intimità, Raiden voleva che fosse un desiderio di entrambi, qualcosa che tutti e due potevano gustare fino in fondo e non una concessione. But I don't want to take it out on you. Lasciò quella frase come in sospeso, dandosi qualche istante prima di completarla sull'orlo di un sorriso sornione. Unless I have a good reason, of course. Ma forse quella notte a Tokyo era andata oltre la loro difficoltà a comunicarsi; forse, semplicemente, non era il momento né lo scenario adatto a scoprire quei lati intimi che avevano solo bisogno di tempo, fiducia e tranquillità per sbocciare. It took you a while, daddy.. I tried to ask you so many times to do whatever the fuck you wanted out of me. You thought I was kidding.. But I wasn't. I wasn't at all. Lasciò che le mani di lei si facessero strada lungo il suo corpo, sollevando il mento per sostenere con gli occhi colmi di desiderio lo sguardo di lei. See? It's not that hard to take what's yours. Since I met you all I wanted was to be the best little slut you could ever taste. Un mugolio di eccitazione risalì lungo la gola del moro, portandolo a sollevare il bacino quanto poteva per andare incontro all'intimità di lei. Un contatto così leggerlo da fargli girare la testa. Mia gli faceva quell'effetto: lo faceva sentire ubriaco già dal primo sorso. Un alcolico troppo forte per essere bevuto con tale leggerezza, ma di cui era completamente intossicato. Riusciva a percepire l'impazienza di lei al pari della propria, ed ogni istante che passava era una dolce tortura che non vedeva l'ora di terminare e a cui al tempo stesso non voleva porre fine. I can't stand being second to anyone. Am I, daddy? Because if I am.. I might know a way to change your mind. Non appena Mia scese su di lui, le labbra del ragazzo si schiusero in un gemito strozzato, portandolo a buttare per un secondo la testa all'indietro mentre quell'abbraccio umido lo avvolgeva lentamente. You're not. You've never been. You're my number one, baby. Parole quelle, che per quanto ansimanti erano comunque vere. Le mani del ragazzo si spostarono a far presa sui glutei di Mia, stringendoli con forza sotto le dita mentre i denti affondavano nel labbro inferiore ad ogni contatto. L'aggiunta del giocattolo rendeva il tutto ancor più eccitante, stringendo l'intimità di lei intorno alla propria fino a creargli un senso di vertiginosa ebbrezza a quegli stimoli così intensi. Tight enough for you? Maybe.. you want something even tighter. The moment you go for it I'm yours. Completely. That's the only thing you didn't fucked up out of me. You fucked my mouth, my pussy, my brain.. But you should claim what's yours you know? Otherwise.. is it really yours at all? Le parole di lei non facevano altro che alimentare la sua eccitazione, rendendolo ogni istante più disperato di averla - di fare esattamente ciò che lei aveva detto: prendere ciò che gli spettava e basta. Quel bisogno sembrava ribollirgli dalle viscere, quasi violento, istigato dalle continue provocazioni della ragazza. Quando ruotò, impostando un ritmo più intenso, le mani di Raiden si spostarono di conseguenza: una a far presa sul fianco di lei, l'altra sotto l'orlo della gonna per sgusciare verso il suo punto più sensibile e accarezzarlo in movimenti circolari. It's so hard when your pussy feels so fucking good. Parole che mugolò lamentosamente contro la spalla di lei, spostando le labbra in baci scomposti fin verso l'incavo del suo collo. Mh.. so fucking good. Un riverbero che sembrava seguire gli strascichi di quell'ubriachezza febbricitante. Non riusciva a farne a meno. La pelle di lei, il suo odore, il modo in cui lo avvolgeva completamente dentro di sé - tutto quanto lo portava a voler annegare nel piacere che gli dava. E poi, di colpo, Mia si fermò. Daddy, I can't. I can't take it anymore.. it's too much. Have I been good enough for tonight? I tried my best.. don't you think? Si morse il labbro con forza, sull'onda della frustrazione che quella provocazione gli faceva montare in petto. Mia giocava col fuoco nel momento più delicato, quello in cui forse non era troppo saggio stuzzicare Raiden. So I
    4d6eac93a24b42696bc85ebea3b95a526de3b602
    was right after all, mh? You didn't really mean what you said.
    Le dita del giapponese affondarono un'ultima volta nel fianco di lei prima di lasciare la presa, sgusciando al di fuori della sua intimità. Le dita del ragazzo si spostarono sul mento di lei, voltandolo velocemente nella propria direzione per far sì che lo sguardo scuro affondasse dritto negli occhi di lei. Lying straight to my face.. such a waste of that pretty mouth of yours. Il pollice strisciò pesante sulle labbra di lei, premendovisi con forza per oltrepassarne la barriera solo per poi proseguire oltre, tornando a stringere il suo mento tra le dita. Good girls don't lie to their daddy. Fece una pausa, annuendo tra sé e sé. You'll learn that. Nel finire la frase, le dita scesero piano lungo la gola di Mia, accompagnate da baci impazienti che sembravano comunque volersi prendere il loro tempo mentre una mano scendeva lungo la schiena di lei. Arrivato ai suoi glutei, fece attenzione ad estrarre il giocattolo in maniera delicata, dandole modo di capire cosa stesse facendo e aggiustarsi di conseguenza. In quel momento, qualunque movimento brusco avrebbe trasformato l'eccitazione in dolore e imbarazzo - e questa era l'ultima cosa che Raiden voleva. You'll learn more than that actually. Soffiò contro la sua pelle, scostandole i capelli quanto bastava a farsi spazio con le labbra accanto al suo orecchio, mentre le dita rimanevano premute come in attesa sulla sua gola. La mano libera si spostò dall'intimità di lei alla propria, accarezzandone la lunghezza un paio di volte prima di avvicinarsi piano ai glutei. For once, you'll learn not to be a little brat when I have your ass on full display for me. Nel pronunciare quelle parole con serietà quasi minacciosa al suo orecchio, la punta si spinse di più verso la sua apertura, senza tuttavia andare oltre - un semplice monito, un assaggio. God knows if you need a little lesson, mh? Scoprì leggermente i denti in un piccolo sorriso mentre le dita si stringevano un po' di più ai lati del suo collo, sulla carotide - un posizionamento ben preciso e graduale. I'll make sure you remember it well, tomorrow. Everytime you move. Everytime you think about lying, or testing me.. you'll be reminded. Le labbra si spinsero di più a far pressione contro l'orecchio di lei, disegnandone il contorno con la punta della lingua. And I. Will. Know. Everything. Every single time. Mentre scandiva quelle parole, la sua intimità cominciò a premere di più verso di lei, facendosi lentamente strada oltre quella soglia fino ad ora mai esplorata. Fu attento a prendersi tempo, senza lasciarsi prendere la mano dall'eccitazione e affrettare quel percorso. Ogni millimetro veniva conquistato con pazienza e lentezza, dando modo a Mia di adattarsi pian piano a quella nuova sensazione. Le dita di Raiden si spostarono sull'intimità di lei, massaggiandola in piccoli cerchi. That's good baby, you're doing so good. Parole di incoraggiamento che la accompagnarono mentre affondava piano fino in fondo. Tra gli umori di lei ancora raccolti intono a sé, il lubrificante e la stretta di quell'intimità, Raiden dovette appellarsi a tutto il proprio autocontrollo per non essere troppo brusco. Le diede un istante di pausa, rimanendo fermo in attesa che Mia si abituasse alla sensazione prima di iniziare a muovere lentamente il bacino sotto di lei, lasciando che un gemito si scontrasse col suo orecchio. My tight little princess. You feel so good. Mugolò quelle parole sull'onda dell'intenso piacere che quella stretta gli provocava, roteando il bacino ad un ritmo lento ma preciso. Let me see how well you take me. disse dopo un po', facendo presa sui fianchi di lei per guidarla a poggiare le ginocchia sul materasso mentre lui, dal canto suo, si rimetteva in piedi. Un movimento che fece con attenzione, per evitarle di causarle dolore nel cambiare posizione. Una volta aggiustati, le spinse i fianchi più vicino a sé, divaricandole un poco più le gambe mentre premeva il palmo sulla schiena per arcuarla. Vederla così esposta di fronte a sé gli strappò un gemito roco, accompagnato dall'affondo delle dite nei glutei di lei. Non era solo la novità a rendere il tutto così eccitante, ma l'intera situazione: gli umori di lei ancora appiccicosi sulle loro pelli, i vestiti ancora addosso ma ormai scomposti a mostrare tutto ciò che avrebbero dovuto nascondere, la stoffa della gonna sollevata a scoprire le loro intimità unite. Tutto sembrava eccitarlo a dismisura, tendendolo come una corda di violino in quegli affondi lenti e gentili. Mano a mano che acquistava ritmo, anche le ginocchia di Raiden si appoggiarono una alla volta sul materasso, dandogli modo di piegarsi completamente su di lei, come a voler imprimere il proprio corpo sul suo fino a fonderli, senza lasciarle alcuno spazio tra sé e il materasso. Nessuna via di scampo tra la propria intimità e le dita che ricercavano la sua, disegnando cerchi sempre più veloci. Voleva farle sentire il peso del proprio corpo, i propri respiri, l'odore della propria pelle, appropriandosi di ogni suo senso e sensazione mentre la mano libera si stringeva intorno ai polsi di lei, bloccandoli sopra la testa. Una vicinanza così oppressiva da farli girare la testa ad ogni respiro e gemito, fin quando il piacere non montò con prepotenza, riverberando in ogni suo arto per scoppiare in un apice sonoro. Un climax lungo, da cui si ritrasse quanto bastava a far colare una parte dei suoi umori tra le gambe di lei in uno spettacolo che non aveva intenzione di farsi sfuggire. Appoggiò la fronte sulla spalla di Mia, stampandovi un piccolo bacio mentre riprendeva fiato e allentava piano la presa sui suoi polsi, spostando le dita dall'intimità di lei in una gentile carezza sul suo fianco. Sgusciando piano fuori da lei, si diede il tempo di ammirarne il corpo, sorridendo soddisfatto alla scena creata. La mano di Raiden si spostò subito sul gluteo scoperto di lei, accarezzandolo piano mentre le stampava piccoli baci ovunque trovasse un centimetro di pelle esposta. You look so pretty. I think some got on your skirt. A quel punto non c'era da stupirsi - tutta l'area intorno al letto aveva la parvenza di una scena del crimine. Mentre si lasciava cadere sul letto accanto a lei, stringendola a sé, le dita percorsero l'intero profilo del suo corpo, tracciandone le linee con devozione assoluta. Are you okay? Did I hurt you? Glielo chiese dopo alcuni istanti, scostandole una ciocca di capelli dal viso per guardarla meglio negli occhi, puntandovi i propri a volersi accertare che quell'esperienza non le avesse causato più dolore che altro. Le dita scivolarono lungo il suo fianco, facendo presa sulla coscia per agganciarla al proprio busto e farsi più vicino a lei, ricercando il contatto con ogni centimetro del suo corpo mentre le labbra si posavano sull'incavo del suo collo. Le guidò una mano sotto la camicia sbottonata, premendosela al petto in un bisogno spasmodico si sentirla vicina, di appropriarsi delle sue carezze e del suo amore fino alla fine - dal morbido abbraccio delle sue cosce alla gentile pressione delle dita. Un abbraccio che fece ancora più stretto, cingendole la vita per stringerla a sé il più possibile. I shit you not, if it wasn't for Haru I'd never leave this place. Ridacchiò, dandole un piccolo morso sulla spalla.

     
    .
  6.     +1    
     
    .
    Avatar

    the devil inside;

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,486
    Reputation
    +1,228

    Status
    Anonymes!
    La dualità di Raiden ha sempre avuto un potere particolare su Mia. All'aria mite e gentile, all'infinita dolcezza con cui si prendeva cura di lei, il moro contrapponeva un atteggiamento fermo e a tratti manesco modo di fare che la giovane Yagami amava stuzzicare per conto di entrambi. Non parlavano apertamente delle ragioni per cui certe cose facessero così tanta presa su entrambi, forse perché in fondo nemmeno loro erano in grado di comprendere quale ragione avessero un tale effetto su di loro, ma era evidente che entrambi ricercassero quella dinamica. Mia sapeva di averne bisogno, tanto quanto ne aveva bisogno lui e quando riusciva a scaturire in lui l'effetto desiderato si sentiva felice, come se gli appartenesse in tutto e per tutto. Così nella lenta rimozione del giocattolo accompagnata dalle sue parole di monito, la mora deglutì osservandolo da oltre la spalla in una muta espressione di preghiera. Non era certo se voleva che non si fermasse, oppure se in alternativa gli stesse chiedendo di essere blando; in verità in quel momento non sapeva cosa aspettarsi o come sentirsi, ma riponeva comunque tutta se stessa tra le sue mani, senza remore. Si era preparata a quel momento? Probabilmente no. Non sapeva cosa si provasse, né quale sensazioni fossero giuste nel momento. Si fidava però di Raiden e sapeva che qualunque cosa sarebbe successo sarebbe stata in grado di fermarsi semmai avesse sentito di bisogno di farlo. For once, you'll learn not to be a little brat when I have your ass on full display for me. God knows if you need a little lesson, mh? I'll make sure you remember it well, tomorrow. Everytime you move. Everytime you think about lying, or testing me.. you'll be reminded. And I. Will. Know. Everything. Every single time. Si morse il labbro inferiore aggrappandosi al fianco di lui mentre faceva del suo meglio per rilassarsi e accoglierlo esalando leggeri lamenti incurvando appena la schiena sorpresa dalle nuove sensazioni. Di certe cose non era mai stata certa, semmai, aveva più volte espresso il suo pensiero in merito. Pratiche atte a soddisfare unicamente il desiderio maschile e una certa intrinseca perversione degli stessi. Questo aveva pensato e lo aveva espresso con parecchia convinzione durante i lunghi aperitivi con le sue amiche. A ben guardare, tuttavia, incontro a quelle esigenze e desideri, ora, Mia voleva andarci di spontanea volontà, forse perché le premature parole di lei non consideravano il sordido piacere che si poteva provare nel soddisfare l'altro, nello stuzzicarlo e acconsentire a curiosità che non appartenevano neanche più solo ed esclusivamente a Raiden ma a entrambi. Erano sensazioni nuove e intense; una linea sottile tra piacere e dolore che si rivelò nettamente sotto i suoi occhi non appena lui accompagnò quella lenta discesa con movimenti gentili contro il suo punto più sensibile. Gli umori di entrambi misti al sudore e all'aria chiusa, il calore dei loro corpi, il caldo abbraccio in cui erano stretti, superavano di gran lungo lo sconforto e la timidezza con cui affrontava quella prova. Lo voleva in ogni modo possibile, e tutto ciò risultò evidente dal modo in cui ricercava la stretta ferrea contro il suo fianco accompagnando quel momento con la pressione del proprio bacino. That's good baby, you're doing so good. Il calore che si sprigionò nel bassoventre di lei fu del tutto inedito, come se quelle lodi avessero un peso maggiore di quelle precedenti. Non mentiva, Mia, quando diceva di voler essere la migliore, di dargli letteralmente qualunque cosa avesse da offrire. Nel modo in cui si abbandonava tra le sue braccia era lampante quanto bramasse le lodi di lui, renderlo orgoglioso e felice di starle accanto. Non sentiva di doversi porre limiti, anche quando aveva troppa paura di ammetterlo, anche quando non era certa di poter affrontare qualcosa. Con ogni fibra del suo corpo sembrava volergli dire io con te posso tutto, ed era proprio così. La fiducia che le infondeva e il modo in cui non deludeva mai le sue aspettative, valorizzando la fede che in lui riponeva, la riempiva di gioia. I want to make you feel good.. Fu l'unico sussurro che gli rivolse gettando lo sguardo oltre la propria spalla mentre assecondava quel lento affondo con devoto impegno. Una conferma che avrebbe ricevuto ben presto - non che ne avesse veramente bisogno. My tight little princess. You feel so good. Let me see how well you take me. Il cambio di prospettiva fu gentile ma comunque sorprendete; non a caso trovatasi a faccia in giù contro il materasso, Mia non poté fare a meno di volgere lo sguardo nella sua direzione deglutendo. Be good with me, ok? Una richiesta di cui lui non aveva bisogno, ma che Mia si sentì comunque di formulare a voce alta, con un tono gentile e innocente, mordendosi il labbro mentre ad ogni suo movimento sentiva il bisogno di affondare le unghie contro il materasso. Stretta tra il corpo di lui e le lenzuola, sotto il ritmo delle sue spinte e i movimenti incalzanti delle sue dita, non poté fare a meno di sentirsi portata sempre più vicina all'apice. Alimentato dalle scariche elettriche che dal corpo di lui confluivano in quello di lei, si abbandonò completamente a quel misto di emozioni e sensazioni contrastanti, soffiando contro il materasso, finché il momento ultimo non giunse, costringendola a contorcere i polsi nella sua stretta provando un senso di soddisfacimento differente che la portò a contorcersi contro il petto di lui mordendosi il labbro fino a sentire l'inconfondibile sapore di ruggine sulla punta della lingua. Non si accorse neanche di avere gli occhi lucidi, scombussolata da quella marea di sensazioni di cui si era scoperta schiava. Liberata dalla ferrea stretta sui polsi raggiunse i suoi capelli, carezzandoli con dolcezza, dando tempo a entrambi di riprendere fiato, di riassestarsi e riprendere famigliarità con il mondo che li circondava. You look so pretty. I think some got on your skirt. Soffiò appena scoppiando a ridere mentre affondava il volto contro il materasso scuotendo la testa. Yeah? Some got on my skirt? You don't say! Asserì con fare sarcastico mentre si stiracchiava appena tentando di scrollarsi di dosso il torpore. Aveva i muscoli indolenziti e di certo avrebbe avuto bisogno di un po' di tempo prima di far sparire completamente la sensazione di fastidio che provava. Nulla che poteva disturbarla particolarmente. Non appena ebbe modo si voltò su un fianco osservandola con un sorriso sognante, scostandogli qualche ciocca dalla fronte sudaticcia. Le piaceva così tanto in quei momenti, stanco eppure così appagato. La faceva sentire come se avesse fatto qualcosa di estremamente giusto. Are you okay? Did I hurt you? Lei scosse la testa ricercando la sua vicinanza per appropriarsi delle sue labbra alla prima occasione utile, percorrendo il petto di lui con carezze colme di bramosia. I shit you not, if it wasn't for Haru I'd never leave this place. Istintivamente, compiaciuta di quelle parole gli getto le braccia al collo ricercando le sue labbra lasciandogli una lunga scia di baci dalla quale non si fermò finché non si ritenne soddisfatta. E infine si accoccolò di più al suo petto affondando il volto contro il petto di lui restando così per un po', ascoltando il battito ritmato del cuore di lui e il suo respiro. You can't hurt me. Not like that. Asserì di scatto sollevando lo sguardo a ricercare il suo. La sicurezza con cui gli sussurrò quelle parole sorprese anche lei. In fondo dire che una persona non fosse in grado di farti del male era un'affermazione davvero coraggiosa - a tratti addirittura stupida. I mean, you are a lot to take, but there's pain and pain. Si strinse nelle spalle corrugando appena la fronte mentre raggiungeva il proprio fondo schiena con una mano manifestando una leggera smorfia.
    fa20c2a80d19ba965a5def83b95a15e182b6c7e7
    If that's what does to you, I think I can live with it. Una nota decisamente divertita comparve tra le pieghe di quel discorso. The only lesson I take from these days is I need to loosen up and enjoy it all more. And I'll remeber it - I’ll definitely remember it tomorrow. Gli diede un leggero buffetto sulla guancia prima di strofinare il naso contro quello di lui, osservandolo con devozione e una muto senso di ammirazione - emozioni di fronte alle quali nulla poteva fare. Mia era completamente e inesorabilmente innamorata del suo Raiden. « Nemmeno io vorrei andare.. mai. » Un filo di amarezza in quelle parole c'era. Ma immagino che deve andare così. « Non lo so.. a volte ho l'impressione che per tutti quanti le cose belle devono durare poco, altrimenti non sono altrettanto belle. » Non sono d'accordo. Io non credo che riuscirei a stancarmi mai di questo. Di noi. Così. « In questo momento casa è l'unico posto in cui non vorrei proprio essere. » E tecnicamente non ci sono ma alla fine torno sempre là. Non è nemmeno casa mia per davvero, ma immagino che lo è diventata. Che mi piaccia o meno. Sospirò. « A volte vorrei solo convincermi del fatto che prima o poi potremmo davvero prenderci una pausa. Tipo che buttiamo i cellulari in un tombino e per un anno viaggiamo e basta. Ovunque. » Lo osserva con un sorriso rassegnato per poi scuotere la testa. La verità però è che non ne siamo capaci. Tu non sei capace. E non credo di esserlo nemmeno io. Vorrei, ma non ci riesco. Non davvero. « Tanto vale godersela.. » E lo avrebbero fatto. Ancora e ancora e ancora, finché la stanchezza non li travolse completamente, tra chiacchiere, risate, ipotesi realistiche e irrealistiche. Lo avrebbero fatto ancora per le giornate a venire, fino alla conclusione di quella breve pausa che li avrebbe scaraventati nuovamente nel fresco asciutto delle Highlands con nuove responsabilità da affrontare e le solite incertezze senza tempo, scandite tuttavia da un'ulteriore comunione di intenti e un amore ancora una volta rinnovato da promesse a cui Mia non intendeva venire meglio. Io ci proverò. Farò del mio meglio per non deluderti. Per non deludere entrambi.



     
    .
35 replies since 11/7/2022, 21:34   440 views
  Share  
.