Lost in Translation

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    Quando gli avevano detto che qualcuno chiedeva di lui sul retro del ristorante, Eren aveva trovato la questione piuttosto strana, in primis perché non c'era nessuno da cui nascondersi, considerato che ormai il Tokyo lavorava a ritmo rallentato, facendo per lo più consegne a domicilio, e poi, in secondo luogo perché chiunque chiedesse di lui in quella maniera, si aspettava qualcosa di estremamente specifico. Che il giovane Ackerman fosse fuori dal giro lo si sapeva ormai da mesi, ma qualcuno ci provava ancora. C'era chi credeva che la sua fosse solo una strategia per depistare i lycan. Se in giro si diceva che nessuno spacciava, lui avrebbe potuto continuare con i suoi affari in completa tranquillità. Per un po' ci aveva persino pensato. Aveva venduto parte delle poche scorte rimaste nello scantinato del ristornate, per poi arrendersi all'idea che quel business non era sostenibile. Non aveva più fornitori, e con i suoi tutori fuori dai giochi, a Eren restava ben poco da fare se non cercare fortuna in maniera diversa. Mantenere il Tokyo in piedi era stato un ottimo modo per restare a galla, ma anche quella era un'attività che sapeva avrebbe dovuto far fruttare in maniera più consistente. Allo stato attuale, una volta investiti i soldi nelle scadentissime materie prime reperibili attraverso una serie di contatti davvero pessimi, e pagati gli impiegati, ad Eren restava a malapena il necessario per vivere. Aveva pensato di mettere la casa in vendita e tornare a vivere sopra il Tokyo nell'appartamento che i suoi tutori condividevano in precedenza. Ma a dirla tutta, da quel luogo, da quella vita, avrebbe voluto distaccarsene. Viveva ormai in uno stato nuovo, tra persone differenti; forse era tempo di plasmare la sua vita a modo suo, invece di seguire ancora i piani che altri avevano tracciato per lui in passato. Doveva solo superare l'estate; doveva uscire da quel periodo di transizione. Non tutti però tra coloro che avevano deciso di restare a Hogsmeade la pensavano alla stessa maniera. Rimase piuttosto sorpreso a incontrare lo sguardo verde acqua di Maggie Gilles. Era una sua collega, studentessa del corso di giornalismo. Aveva avuto modo di lavorare con lei a una ricerca per il corso di Storia della Magia - inutile dire che lei aveva fatto la maggior parte del lavoro. Ottima studentessa, era proprio una di quelle ragazze tutta d'un pezzo. Non certo il tipo di persona che Eren si sarebbe aspettato di vedere sul retro del Tokyo. « Maggie.. » La salutò con un cenno del capo prima di appoggiare una spalla al muro accendendosi una sigaretta. « Ciao.. speravo di trovarti qua. » Aveva la fronte sudaticcia ed era pallida come un foglio di carta. Per quanto l'estate stesse mietendo vittime anche da quelle parti, un colpo di calore di quella portata era difficile da vedere in terre scozzesi. Eren sollevò un sopracciglio osservando la ragazza con fare circospetto, pur mantenendo la sua parvenza di indifferenza. « Va tutto bene? » Una semplice domanda di circostanza. Nessuno stava veramente bene in quel periodo. La situazione era a dir poco complessa e farsene una ragione su quanto accaduto era complicato. Tutto ciò che si poteva fare era remare avanti. Trovare ragioni per continuare e fare una scelta. Quella, Eren l'aveva fatta con cognizione di causa, seppur non poco scettico dalla mancanza di sicurezze a cui stava andando incontro. Occhi aperti e testa china. Questo il massimo che poteva fare. « In realtà no. Senti.. » E nel dire ciò si avvicinò appena a lui con un'occhi leggermente flirtanti, quasi fosse sicura che in quel modo la sua richiesta sarebbe stata assecondata. Maggie non aveva mai mostrato un vero interesse nei suoi confronti, né Eren ci aveva mai provato. Nessuna ragione specifica. Semplicemente in quel periodo aveva la testa altrove. Era carina, ma non abbastanza da convincermi a fare cose che non voglio con un paio di occhi dolci. « ..mi chiedevo se avessi qualcosa.. sai quelle cose tue. Quelle che vendi nel campus. » Il moro scoccò la lingua contro il palato scuotendo la testa leggermente deluso. Adesso mandano te? Qualcuno ci provava ancora. Dicevano di aver bisogno di distrazioni. Avevano bisogno di dormire. In molti dicevano di non riuscirci più. « Spiacente. Sono fuori dal giro. » Maggie avanzò di un altro passo. « Andiamo.. lo sanno tutti che non è così. Guarda che pago bene. » E quello, in un altro momento sarebbe stata la parola d'ordine per un materialista come Eren. « Ho detto che non ho niente. » Ed era sincero. Le sue scorte si erano esaurite. Se all'inizio riusciva ancora a passare qualcosa sotto banco, ormai quella strada si era chiusa diverso tempo addietro. Doveva tanti soldi ai legittimi proprietari dell'ultimo lotto, ma loro qui non possono entrare. E finché lui era dentro e loro fuori, tutto andava bene. « Non è vero! Howard ha detto che lo scorso mese gli hai venduto un sacco di roba. » Tutta la roba che avevo. Gli servivano soldi e quel drogatello del Corso Auror pagava benissimo. « Andiamo Eren. Ne ho bisogno. Ti prego! Cosa devo fare per convincerti? Vuoi altro oltre ai soldi? Posso darti quello che vuoi. Ti prego.. ne ho bisogno. » Gli strattonava il braccio disperatamente, portandolo a sgranare appena gli occhi. Non aveva mai visto una persona così determinata ad avere della merce che in ogni caso scarseggiava. Le dita del ragazzo si strinsero attorno al polso di lei bruscamente osservandola con un'espressione seria come la morte. Presa con ben poca gentilezza per il braccio la condusse velocemente oltre i cancelli sul retro del Tokyo mentre gli ribadiva il concetto. « Ho detto che non ho niente. No è no. Smettila di insistere. Non vendo più nulla. » Le chiuse il piccolo cancelletto in faccia dopo averla spintonata appena fuori dal recinto del ristorante. Lei si incollò alle grate con un'espressione terrorizzata iniziando a piagnucolare. « Eren ti prego! Ti scongiuro! Ho bisogno di aiuto! Non riesco a - a - dormire.. sto male. CAZZO VUOI CAPIRE CHE STO MALE? Faccio bruttissimi incubi. Mi cercano.. io non voglio che mi trovino. Per favore, aiutami. » Rivolto di spalle rispetto alla giovane, Eren sentì un brivido attraversagli la spina dorsale. Che c'entra col trauma dell'occupazione. Più di una persona gli aveva parlato di incubi. E Maggie sembrava pronta a qualunque cosa pur di scacciargli. Non so nemmeno se quella roba funzionerebbe. Fidati, è meglio così. « Vai a casa Maggie, è tardi. » E non importa quanto la ragazza avrebbe continuato a urlargli contro. Eren remò dritto verso la porta che dava sul retro del ristorante, chiudendosela rumorosamente alle spalle. Ignorò il brutto presentimento di quell'incontro e, dopo aver salutato il poco personale del Tokyo, chiuse baracca e burattini tornando a casa. Quella notte non riuscì a chiudere occhio. Pochi giorni dopo, la prima cosa che vide al suo risveglio era la notizia della scomparsa di Maggie Gilles. La ragazza non tornava a casa da diversi giorni. Precisamente dalla notte in cui si era fatta vedere al Tokyo.
    Cazzo! Sapeva che avrebbe dovuto notificare quanto accaduto al Tokyo. Qualcuno poteva averla vista e avrebbe potuto ricollegarla a lui. Non poteva tuttavia lasciare che la sua sorte venisse decisa da indagini di persone la cui competenza non conosceva fino in fondo. I lycan erano creature sospettose, e le facce di coloro che indagavano sull'accaduto semplicemente non gli piacevano. Così decise di indagare sulla questione a sua volta, quanto meno per assicurarsi che non sarebbe stata ricollegata direttamente a lui. D'altronde che cosa poteva aspettarsi qualora fosse andato dai lycan dicendo loro che potrebbe essere stato l'ultima persona ad aver visto Maggie? Eren aveva pur sempre un certo tipo di nomea; in molti avrebbero messo la mano sul fuoco rispetto al fatto che non era una brava persona. E non lo era. Ma da qui a far sparire una ragazza? Potrebbero pensare a un delitto passionale. Abbiamo lavorato insieme e poi? Mi sono innamorato e lei mi ha rifiutato. Una questione economica; Maggie è pur sempre ricca e il Tokyo sta andando avanti a quattro zampe. Insomma. Aveva più di una motivazione per essere paranoico. Così, decise di non dire niente, in attesa di poter capire in quale direzione stava volgendo la questione. Avrebbe potuto parlare coi lycan della questione dei sogni. Quella confessione non lo aveva lasciato affatto tranquillo. Poteva trattarsi semplicemente della mente di una ragazza che stava soffrendo; stress e sconvolgimenti profondi portano molto in fretta a turbe mentali. Eppure, quel mi cercano gli aveva quasi messo paura. Maggie era sempre stata una tipa molto equilibrata. Quanto in fretta può una persona con tutte le rotelle apposto perderle tutte? Aveva passato tutta la mattina al castello; non c'era posto migliore per mettersi al corrente con le dicerie se non tra quelle mura. Con Hogwarts aperta in misura permanente, non erano pochi quelli che sceglievano il castello per passare un po' di tempo con gli amici. Pochi avevano voglia di studiare o dedicarsi ad attività serie. Ad agosto quelli della sua età giocano a scacchi e Gobbiglie, si tuffano nel lago e si godono il sole. Qualcuno però che a tutte quelle futili attività non dava molto peso evidentemente c'era. La chioma della giovane Rigby fluttuava sotto il venticello leggero del pomeriggio. China su un libro nel grande gazebo, era pressoché l'unica ad aver scelto quel luogo come meta di studio - se non si contava un piccolo gruppo di amici seduto in cerchio a osservare una partita di scacchi tra il Frate Grasso e un ragazzo che probabilmente era ancora in età scolastica, nessuno disturbava la sua quiete, almeno finché non fu Eren Ackerman a gettare la sua tracolla sul tavolo sedendosi di fronte a lei.
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    « Posso? » Un po' tardi per quella domanda, ma in fondo Eren non era mica un cafone.. quell'unica volta su dieci in cui si svegliava bene. Rimase per un po' a osservarla senza dire molto. Non si erano parlati. Non subito dopo l'occupazione, e neanche a situazione ormai definita. A dirla tutta dopo quell'episodio e il conseguente trovarsi in infermeria insieme per quasi ventiquattro ore, i due sono tornati a prima. Lui aveva semplicemente deciso di fare finta di niente e lei.. beh non so che scusa avevi tu, ma immagino siano cazzi tuoi. « Non è un po' troppo presto per cominciare a studiare? » La curiosità abbandonò le sue labbra prima che potesse frenarsi. Dal suo punto di vista però era una domanda abbastanza naturale. Quelli della sua età si godevano l'estate. Cercavano distrazioni, anche in quelle circostanze. Aveva visto le matricole: tentavano costantemente di fare casino. Le serate estive a Hogsmeade erano quell'anno più vive che mai. I giovani si radunavano per bere e stare insieme. Spesso venivano organizzate vere e proprie cenette in piazza o capeggi nei boschi circostanti. Di giorno si lavorava, di sera si provava a dimenticare. Lo stesso Eren, in quei futili passatemi era stato coinvolto più di una volta. Le persone vanno avanti. Volenti o nolenti tenteranno sempre di sopravvivere e mantenere per quanto possibile la loro sanità mentale. Si innumidì e le labbra sospirando. Non era sua intenzione metterla sulla difensiva. Non la cercava, eppure quando l'aveva vista aveva capito che lei potesse quanto meno dargli risposte ad alcuni dubbi che aveva. In fondo, prima dell'occupazione si occupavano della stessa cosa. Non sapeva se lo facesse ancora. Uscito dal mercato, non si era interessato poi molto a chi lo avesse prelevato. La richiesta si è comunque dimezzata se non peggio. Anche i tossici hanno lasciato Hogsmeade. E per buona ragione. « Vado dritto al punto. Non voglio rubarti troppo tempo. » Annui quindi tra se e se e gettò lo sguardo in quello di lei estremamente serio. « Devo farti una domanda e vorrei che tu mi rispondessi sinceramente. » Andiamo Veronica, sono un po' nella merda qui. Tamburellò le dita sul tavolo in legno prima di continuare. « Non so se sei ancora nel giro - » E dicendo ciò la osservò con uno sguardo eloquente. C'era un solo giro che potesse contare nelle conversazioni tra i due. Quel giro. « - e capisco perfettamente se non vuoi dirmelo. Però, vorrei chiederti in tutta onestà se hai ricevuto molte richieste ultimamente. » Inclinò la testa di lato studiando attentamente ogni sua reazione. Non sapeva se Veronica avesse un'ottima poker face o meno, ma di certo lui non si sarebbe lasciato sfuggire nessuna reazione visibile. « Magari da clienti non abituali? Magari persone che ti hanno parlato di.. motivazioni differenti rispetto al solito? » Ogni giovane vuole sballarsi. Divertirsi. Qualcuno vuole dimenticare. Qualcun altro vuole solo spegnere tutto. Difficilmente si va da uno spaccino perché si fanno sogni strani. « Insomma.. hai percepito qualcosa di diverso in generale? Nella richiesta intendo.. »





    Edited by « american beauty » - 6/8/2022, 23:11
     
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