{Assegnazione cariche}

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    ASSEGNAZIONE CARICHE


    IL DIRETTIVO

    -- Costituisce l'organo supremo che prende le decisioni nello Stato Libero delle Highlands. Al suo cospetto vengono sottoposte le decisioni più importanti e qui si discutono le questioni generali di ordine nazionale. Ne fanno parte:

    - Comandante del Corpo di Sicurezza, Beatrice Morgenstern - Capitano Guarnigione, Harry Potter - Capitano Brigata Aerea, Angelina Johnson - Capitano Intelligence, Barbara Herodale - Capitano Corpo di Ricerca, Raiden Yagami
    - Preside di Hogwarts, Byron Cooper - Capo degli Archivi, da assegnare
    - Primario Sanatorium, da assegnare - Capo Redattore Gruppo Peverell, Albus Potter
    - Capo della Thunder Valley, da assegnare - Capo dei Negozianti, George Weasley
    - Responsabili di ogni insediamento, Sebastian Matthews (Inverness)


    Corpo di Sicurezza

    -- Ciascuna squadra è composta da un Capitano che risponde della squadra su tutto il territorio, diversi Ufficiali, maghi e guerrieri scelti, divisi in squadre territoriali o settoriali e Reclute, novizi che lavorano sempre sotto la sorveglianza e la responsabilità degli Ufficiali. I Capitani, assieme al Comandante possono decidere di assemblare squadre diverse in base alle necessità.

    ×Comandante del Corpo di Sicurezza: Beatrice Morgenstern

    -- Guarnigione: schierato all'interno dei territori delle Highlands e sui confini, pattuglia gli insediamenti e si occupa della sicurezza e dell'ordine pubblico. Hanno una conoscenza capillare del territorio e sanno muoversi tanto nelle zone abitate quanto in quelle deserte con estrema facilità. Gli Ufficiali sono per lo più lycan cresciuti a Inverness, abili conoscitori dei territori in cui sono cresciuti.
    Capitano: Harry James Potter
    ×Ufficiali: Ronald Weasley
    ×Reclute: Zelda Kane - Mia Yagami - Ava Davis

    -- Brigata Aerea: detta anche lo Stormo, è formata da maghi estremamente abili in volo. Hanno una grande padronanza delle tecniche e strategie di volo e sono in grado di combattere sulla scopa. Il loro compito è quello di sorvegliare i territori dall'alto. Cavalcano scope o Thestral a seconda delle necessità.
    ×Capitano: Angelina Johnson
    ×Ufficiali: Lilac Scamander - Samuel Scamander -
    ×Reclute:

    -- Intelligence: si occupano della sicurezza informatica sorvegliando tramite Exodus - l'intelligenza magica disegnata dai fuochi fatui come mezzo di comunicazione coi lycan - le brecce nel sistema di difesa magica, le attività informatiche associate alle telecomunicazioni esterne e interne, così come le attività rilevate dai fuochi fatui. Si ricorda qui che i fuochi fatui sono la principale fonte di rilevazione delle attività della Loggia Nera ovunque nel mondo. Trattandosi di una forma di magia bianca molto avanza, i fuochi fatui sono in grado di rilevare e a volte addirittura anticipare le forti attività di magia nera legate alla Loggia o alle creature oscure.
    ×Capitano: Barbare Herondale
    ×Ufficiali:
    ×Reclute:

    -- Corpo di Ricerca: l'A-Team del Corpo di sicurezza, raccoglie guerrieri scelti, maghi con grandissima capacità doti investigative. Si occupano di casi particolarmente complessi e controversi che monopolizzerebbero l'ordinaria amministrazione degli altri corpi di sicurezza. Per questa ragione, raccoglie ufficiali appartenenza mista. Solo reclute con importantissime doti vengono scelte per entrare nel Corpo di Ricerca.
    ×Capitano: Raiden Yagami
    ×Ufficiali:
    ×Reclute:



    Corpo Educativo e di Addestramento

    -- Si occupa del ramo educativo e di formazione. Oltre a tutti i professori, vi appartengono i bibliotecari e gli archivisti, gli allenatori e tutte quelle figure impegnate a formare i ragazzi prima di essere assegnati a una squadra specifica e ad aiutarli ad esplorare le loro inclinazioni e passioni.
    ×Preside di Hogwarts e responsabile corpo di Addestramento: Byron Cooper
    ×Custode castello: da assegnare
    ×Insegnanti: Pervinca Branwell (Divinazione) - Malia Stone (Volo) - Olympia Potter (Pozioni) -
    ×Allenatori:
    ×Capo Archivisti & Bibliotecari: da assegnare
    ×Archivisti/Bibliotecari/Curatori museali: Eliphas Luhng (Biblioteca di Hogwarts e Inverness)
    ×Ricercatori:
    ×Tirocinanti: Murphy MacMillan (Curatori degli Archivi di Inverness) - Isabel Delgado (Biblioteca di Inverness)


    Corpo Diplomatico

    -- Ramo politico ed economico del paese. Ne presiede l'attività il Capo della Corte di Giustizia assieme ai responsabili di insediamento e il responsabile Banca delle Highlands. Si occupano degli aspetti amministrativi, civili e giuridici, sorvegliando sui diritti e i principi fondamentali del nuovo stato. Le decisioni più importanti vengono comunque sollevate in sede di direttive, ma, al pari del funzionamento dei vari rami di un Ministero della Magia, il Corpo Diplomatico si occupa delle singole questioni più o meno rilevanti di ordine amministrativo.

    ×Capo Corte di Giustizia e responsabile corpo diplomatico: Hermione Jean Granger
    ×Giudici: (popolari ed eletti tra i membri delle singole comunità)
    ×Avvocati: Amunet Carrow
    ×Ambasciatori:
    ×Responsabile insediamento: (per ciascun insediamento del Credo) Sebastian Matthews (Inverness)
    ×Responsabile Banca delle Highlands: da assegnare
    ×Uffici della Cancelleria dello Stato:
    ×Reclute: Maeve Cousland (Cancelleria)

    Corpo dei Guaritori

    -- Il Sanatorium ha sede a Inverness, ed è il più grande ospedale dei maghi nelle Highlands. Attualmente una nuova sede è stata costruita nei pressi di Hogsmeade. I Medimaghi del Sanatorium sanno essere anche itineranti, stanziando piccoli centri di guarigione nei nuovi centri abitati nelle Highlands, spostandosi di volta in volta a seconda delle necessità.
    ×Primario Sanatorium: da assegnare
    ×Guaritori:
    ×Psicologi:
    ×Psichiatri: Adam Lindstörm
    ×Specializzandi: Camila Davis


    Gruppo Peverell

    -- La fonte ufficiale di informazione nelle Highlands. Oltre a essere un giornale di primo ordine, il Gruppo Peverell è specializzato in dirette radiofoniche, e ha espanso il suo predominio anche in campo audiovisivo. Le trasmissioni clandestine del gruppo editoriale, giungono a volte fino a Londra.
    ×Capo Redattore: Albus Potter
    ×Reporter:
    ×Giornalisti:
    ×Fotografi: Luxanna Scamander
    ×Tirocinanti: Otis Branwell (eccezionalmente e solo negli weekend) - Luxanna Scamander

    Thunder Valley - Stazione Ingegneristica

    -- La quadra ha molte prerogative. Si occupa per lo più delle infrastrutture interne alle Highlands, ma anche a dare supporto all'Intelligence nel mantenimento delle difese. Si deve a loro la costruzione dei nuovi insediamenti nelle terre della Highlands ma anche anche la totale assenza di babbani nella maggior parte dei territori. Sono inoltre preposti allo studio di nuove invenzioni per facilitare la vita dei maghi e anche per implementare le risorse belliche e di difesa di Inverness.
    ×Capo Stazione: da assegnare
    ×Ingegneri: Caél Cousland
    ×Costruttori:
    ×Artigiani:
    ×Armaioli:
    ×Apprendisti: Eren Ackerman (Costruttori) - Peter Paciock (Costruttori)

    Unione dei negozianti e liberi professionisti

    -- Lavorano al fianco della maggior parte delle squadre, reperendo materie prime, oggetti e prodotti raffinati per uso personale e finalità pubbliche. Il loro contributo è fondamentale.
    ×Capo unione dei negozianti: George Weasley
    ×Negozianti: Renton Blake Cooper (Proprietaria Tre Manici/Suspiria) - Alexandra Cooper (Tre Manici di Scopa) - Artemis Ayres (Grande Emporio del Caldroun Mall)
    ×Divinatori:
    ×Pozionisti: Veronica Rigby (apprendista presso Zaccariah Lumacorno - Pozionista) - Tonya Trambley (apprendista presso Neville Paciock - Erbologo)
    ×Alchimisti:
    ×Cacciatori di creature:








    8.00 am - Piazza della Liberazione

    Da giorni non si parlava d'altro. Sin da quando i lycan si erano insediati nelle Highlands, chiunque abbia deciso di rimanere tra le fila dei Ribelli, ha fatto qualunque cosa gli venisse chiesto. Tutti sono stati messi alla prova, e nessuno è stato risparmiato da alcun tipo di lavoro. A rotazione, la maggior parte dei più giovani (e non solo) si è girato qualunque tipo di mansione, in vista di un'assegnazione definitiva e di un contributo più cospicuo all'interno della comunità di cui volevano essere membri. La notizia di un'assegnazione definitiva per tutti è nell'aria da diverse settimane, e le voci sulla pubblicazione delle liste di organizzazione del nuovo stato stanno suscitando parecchio fermento. Quando il giorno prima una comunicazione del Gruppo Peverell era circolata lungo le strade di ogni insediamento nelle Highlands, nessuno ha più avuto alcun dubbio. Alle ore 8 in punto del giorno seguente, le liste degli impieghi definitivi sarebbero state rese note all'attenzione di tutti. Tra la marea di persone accorse nella piazza, un ragazzone dagli occhi ambrati si fa spazio tra le persone, con una serie di pergamene. Ne mette in mostra diverse, prima di iniziare a urlare a gran voce. "L'assegnazione delle cariche si è fatta! Ogni cittadino si presenti nella sede della propria gilda alle 9 in punto. Ripeto, l'assegnazione delle cariche si è fatta, per ordine del Direttivo dello Stato Libero delle Highlands."


    Non ci sono grandi direttive da darvi. L'assegnazione delle cariche avviene on game dopo un periodo in cui tutti i personaggi hanno fatto un po' di tutto per sostenere lo stato nascente. Siete liberi di reagire, ruolarvela e interagire come meglio pensate già da qui sotto, se ne avete voglia.
    Ci teniamo a precisare che queste sono le assegnazioni attuali, ma avanzamenti e/o cambi di carriera sono sempre possibili purché ruolati, giustificati e portati avanti on game.
    Le cariche importanti "da assegnare" non sono davvero vacanti. Semplicemente rifletteremo su chi potrà ricoprire determinate cariche man mano che il gioco andrà avanti.
    Nei giorni a venire ogni pg verrà inserito nel gruppo di riferimento e la lista lavori verrà modificata di conseguenza.




    Edited by scamander¸ - 9/12/2022, 10:08
     
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    Tutto sommato, deve ammettere Caél, è andata meglio del previsto. Da membro della famiglia Cousland, nome di certo non particolarmente amato in un mondo come quello di Inverness - anche se, bisogna ammetterlo, forse in generale in qualunque tipologia di mondo -, il Serpeverde si sarebbe aspettato un'accoglienza decisamente poco calorosa, per non dire visibilmente ostile, una volta ottenuto l'accesso allo Stato Libero delle Highlands. Di fatto non è accaduto - non che gli siano stati attribuiti chissà quali onori, ma ad ogni modo neanche porte sbattute in faccia. E così è stato più semplice del previsto, non essendogli rivolte occhiate di sbieco e non essendo messa in discussione ogni propria parola, inserirsi a poco a poco nella nuova realtà, nella nuova ideologia, nella nuova routine. Forse è stato un bene che tutti, lui compreso, fossero impegnati a ricostruire. Perché in tal modo non si è guardato eccessivamente chi stesse costruendo, ma come lo stesse facendo. Questo ha permesso a Cay di ergere intorno a sé una nuova piccola rete di interazioni e di trovarsi ad una conveniente distanza di sicurezza dal resto della famiglia. Nonostante le lettere minatorie, nonostante la consapevolezza che minacce ben più significative sarebbero presto giunte ad avvolgere sia lui che Maeve. Non si rassegnerà mai. Questa una certezza. Il Vecchio capostipite Cousland non conosce limiti, né politici né puramente umani che siano. La barriera ora esistente tra lo Stato di Inverness e il nemico inglese non sarà invalicabile per sempre - e questo Coriolanus lo sa bene. «Alla fine è un inizio.», commenta Caél alla sorella, scorgendo rapidamente il nome di lei nella lista delle cariche. Ne vien fuori una frase criptica ma allo stesso tempo esplicativa: ogni fine coincide con un inizio. E, in fondo, il percorso di Maeve non la sta portando così lontana da dove ha sempre immaginato di correre: scalare le vette del diritto, della politica e della Magisprudenza. «Ed è solo questione di tempo.», le rivolge un occhiolino, curvando l'angolo della bocca in un sorriso accennato che, se da un lato può risultare incredibilmente fastidioso - quasi da volerlo prendere a schiaffi -, dall'altro, in base a chi rivolto, è assolutamente sincero. Come in questo preciso caso. Solo questione di tempo prima che si accorgano di quanto vali. Per il resto, Caél non manca di individuare un altro nome, sulla lista, ed è come reazione riflessa che inizia a guardarsi intorno. Sa perfettamente si trovi lì. Come lui. Come tutti. «Quanto a me, beh, lo dicono tutti che gli ingegneri trovano lavoro appena laureati. Se non prima.», ridacchia, chiaramente ironico sul fatto che lui, un lavoro, ce l'avesse già, indipendentemente dalla declinazione ingegneristica dei propri studi. Ma questa è un'altra storia. E praticamente quasi un'altra epoca.

    Interagito con Maeve

     
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    Sin da quando Inverness aveva presso possesso delle Highlands, Beatrice non aveva avuto un attimo di tempo per fermarsi. Il più delle volte restava a lavorare fino a notte fonda, al punto da non riuscire a godersi fino in fondo i profondi cambiamenti che erano avvenuti nella sua vita. Quasi non riusciva a percepire il passare del tempo, né tanto meno la velocità con cui le cose stavano cambiando. Poi, quella mattina, mentre revisionava le carte delle assegnazioni, prima di mandarli per la pubblicazione presso tutte le roccaforti del Credo, qualcosa di improvviso quanto sorprendente era accaduto. In piedi, erta di fronte a lei, con grandi occhioni color indaco, c'era niente meno che Lizzie. « Ovviamente è caduta e si è messa a piangere. Però poi ci ha riprovato.. » In questo, Elizabeth somigliava molto al padre. Pur essendo così piccola, era imbarazzante quanto fosse temeraria. Sebastian, dal canto suo, ben più pigro e rilassato era più lento su tutto, ma non per questo si dava per vinto. Ora raccontava alla migliore amica l'accaduto, un po' pensierosa. Un velo di tristezza si era sollevato nel racconto nell'ultima parte, specialmente perché sapeva ci fosse qualcuno che più di tutti si meritava di poter assistere a quei momenti. Di Percy si parlava sempre troppo poco; le persone evitavano il suo nome, e per buona ragione. Quella era la versione che avevano deciso di comune accordo, quella ciò di cui avevano bisogno, e che, probabilmente avrebbe tenuto più al sicuro anche lui a Londra. Adesso però questa versione mi sta davvero stretta. Mi dà davvero fastidio. Inutile dire che avrebbe preferito facesse ritorno. « Una di queste sere dovresti venire. Vanno a dormire piuttosto presto quindi possiamo stappare tranquillamente una bottiglia. » Mi farebbe piacere. E poi, ultimamente, si vedevano davvero poco. Era evidente Tris avesse bisogno di riprendere un po' di contatto con la realtà. Qualcosa che appartenesse alla sua vita precedente. Nel trambusto generale in seguito all'annuncio della pubblicazione delle liste, Tris rimase in disparte, ma intimò comunque l'amica ad avvicinarsi per constatare da sé dove era stata ripartita. « Vai. Poi mi dici cosa ne pensi. » Non era certa che avrebbe gradito la sua nuova posizione, ma in fondo, tutti erano chiamati a svolgere una posizione in cui potessero rendersi davvero utili. E poi.. se proprio vuoi essere spostata, puoi sempre rubare le caramelle a quelle del primo anno. Ancora intenta a osservare la migliore amica si spostò un po' nella folla ricercando una figura specifica di fronte alla quale si fermò di colpo, inclinando la testa di lato. Lo spilungone, aveva tutta l'aria di essere altrove, ma ciò non sembrò di certo scoraggiarla, soprattutto alla luce del fatto che nessun warlock sembrava propriamente sullo stesso pianeta degli altri comuni mortali. Come biasimarlo però. Nessuno è propriamente in sé ora come ora. Lo osservò per qualche istante prima di stirare un piccolo sorriso facendo un ulteriore passo in avanti. « Congratulazioni per il posto in biblioteca. Spero sia di tuo gradimento. » Aveva studiato così tanto quelle liste che ormai le conosceva a memoria, specie per quanto riguardava le persone che conosceva più o meno bene. Eliphas di certo non era una personalità nuova, ed era in fondo il primo ad essersi conquistato la sua fiducia, spingendola a richiedere un accordo con gli warlock prima dell'occupazione di Hogwarts. « Voglio farti una domanda - e ti prego di non bollarla come insolita o ridicola.. » Beh, forse un po' insolita. Pur conoscendo in maniera capillare il funzionamento delle terre di cui si era presa la responsabilità, doveva ammettere, Tris, che aveva parecchio perso il contatto con le cose più semplici. Tanto conosceva i meccanismi dell'ingranaggio, quanto non aveva la più pallida idea di come porvisi. « Vai ancora a quel rifugio.. voglio dire so che esiste ancora. Ci sono diversi responsabili sulle liste.. » Però io non ci sono mai andata e non so assolutamente nulla. « Se una persona cercasse.. un cane - diciamo.. come funziona? Ci sono dei controlli? Si va, lo si prende, lo si porta a casa? » Si stringe nelle spalle e si inumidisce le labbra, abbassando per qualche istante lo sguardo, tentando di misurare le proprie parole, per non dare un'idea sbagliata. La verità è che Tris aveva bisogno di compagnia, ed era certa che la presenza di un cane avrebbe fatto bene anche ai bambini. « Vorrei portarne uno a casa. Di grossa taglia preferibilmente.. che non abbia problemi con la presenza di bambini piccoli.. » Pausa. « Non un bonaccione però. Almeno non con le persone non di casa. » Voglio un cane di guardia sì. Un bestione che sbrani chiunque abbia cattive intenzioni. Fatemi causa. Sono paranoica. Una sua versione canile insomma. « La mia casa è molto grande.. e ultimamente è abbastanza vuota. Con due bambini, due occhi in più mi farebbero comodo. » Lo osservò con un'espressione eloquente, prima di schiudere nuovamente le labbra. « Potresti aiutarmi in merito? Se non ti sto chiedendo troppo, ovviamente. Arei bisogno di una guida in queste cose. Non ho mai avuto un cane. »
    Interagito con Malia ed Eliphas.



     
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    L'assegnazione delle cariche non aveva creato granché anticipazione nel giovane Potter, che sapeva già dove sarebbe andato a finire.. ovvero esattamente dove era stato fino a quel momento. Il Gruppo Peverell era come un figlio per lui: una creazione che lo rispecchiava dall'inizio alla fine e che era infusa in maniera inequivocabile del suo spirito. Il carattere di Albus, le sue peculiarità, i suoi punti di forza, la sua voce: tutto ciò era evidente e inconfondibile nella natura del gruppo editoriale su cui aveva riversato tutti i propri sforzi. Sapeva bene che Tris non lo avrebbe assegnato a nessun altro luogo, in primis perché non aveva un granché senso farlo. Chi avrebbe preso le redini al suo posto? Tuttavia, nonostante da parte propria non ci fosse il gusto della sorpresa, il giovane Potter si era comunque presentato in piazza, curioso di vedere coi propri occhi dove fossero finiti i propri amici e familiari; senza contare che anche quello faceva parte del suo lavoro: i programmi di approfondimento e l'editoriale del giorno sarebbero sicuramente stati improntati sulle assegnazioni definitive. « Non c'è bisogno che te lo dica ma concentriamoci sulle cariche principali. Nel programma della sera direi di parlare principalmente degli incarichi di natura politica, ma nel pomeriggio vorrei dedicare un settore ad Hogwarts. » Genevieve, l'assistente che lo seguiva da vicino, annuì veloce, appuntando tutto sul blocco note. « Chiedi anche agli analisti di condurre un sondaggio tra gli studenti in mattinata. Vorrei capire i loro sentimenti riguardo i cambiamenti nell'organico, l'integrazione a pieno regime degli warlock e.. beh, un po' tutto quanto. Se hanno qualcosa da dire di interessante lo segnassero e in base a quello vediamo quali ospiti invitare. » « Tutto chiaro. » Le stirò un sorriso, annuendo prima di avvicinarsi alla pergamena più popolare della giornata. I suoi occhi scorsero velocemente tra le righe, ricercando i nomi a lui più vicini e ritrovandosi a sorridere tra sé e sé più di una volta. Finalmente papà ha avuto un po' di giustizia. Con tutti gli alti e bassi che c'erano stati nel rapporto tra Albus ed Harry, una cosa il figlio non aveva mai avuto cuore di negare: che il padre meritasse il posto di Capo Auror più di chiunque altro. Negli anni aveva visto quella carica assegnata ai nomi più disparati, gente che sicuramente aveva le proprie competenze, ma che non poteva di certo vantare i meriti di Harry Potter. Non la vedo come lui su così tante cose, ma se c'è qualcuno adatto a quel posto è proprio lui. Così, col sorriso ancora sulle labbra, fece spazio ad altri, ritirandosi verso un angolo della piazza con gli occhi alla ricerca delle figure familiari a cui intendeva fare le proprie congratulazioni. Le individuò vicine, probabilmente intente a scambiarsi tutti gli omaggi del caso. Faceva strano immaginarsi
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    Olympia e Malia (la seconda specialmente) dall'altro lato della cattedra: loro che con lui avevano condiviso i banchi di scuola, i piccoli drammi, le turbe adolescenziali e le macumbe verso il professore stronzo di turno. « Allora, come ci si sente ad essere le nuove carogne? » Si avvicinò loro con un sorriso, chiosando quelle parole con un tono affettuosamente ironico. « Vi prego, fatemi assistere ad una vostra lezione. Ne ho spiritualmente bisogno. Giuro che mi faccio piccolo: mi metto in un angolino e sto zitto. » Fece una breve pausa, realizzando solo in quel momento quanto appena detto. « Vabbè.. come ho sempre fatto insomma. » Albus non era di certo noto come lo studente più partecipativo; ai tempi della scuola era già tanto se si presentava a lezione. Detto ciò, comunque, si sciolse in un sorriso, avvicinandosi per avvolgere le braccia intorno alle spalle delle due e strizzarle leggermente in un abbraccio. « Congratulazioni, davvero. Avete una responsabilità un sacco grossa, ma so che farete un ottimo lavoro. » Si voltò verso Malia. « Da te mi aspetto di essere tenuto aggiornato su tutti i gossip più cringe, sappilo. » Ridacchiò, assestandole una leggera pacca sulla spalla prima di distanziarsi. « E.. non so, stavo pensando che stasera sarebbe carino festeggiare. » Fece una pausa, spostando lo sguardo in direzione della sorella. « Papà specialmente. Credo che gli farebbe piacere. » Guardò nuovamente Malia. « Chiaramente sei inclusa. Sei di famiglia. »

    Interagito con Olympia e Malia




     
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    « No vabbè, tu Neville Paciock, io... » l'ondata di emozione bambinesca è talmente tanta da non saperla nemmeno esprimere a parole così sghignazza come una groupie sotto il palco del suo idolo. « Il fottutissimo Harry Potter », il cazzo di Prescelto, porco mondo, me la faccio addosso per l'eccitazione. Sprigiona anche l'ultima delle sfumature del suo animo da Golden Retriever nel momento in cui accenna un movimento di bacino, con tanto di maracas immaginarie tra le mani e i denti affondati nel labbro inferiore. « Anche Weasley ha il suo perché » si affretta a dire, sentendosi in colpa per non averlo ancora menzionato. « Cioè pure lui ha fatto un sacco di grandi cose, no? » aggiunge, guardandosi intorno e sorridendo a questo e quell'altro sconosciuto come il giorno in cui ha scoperto di essere effettivamente riuscita a diplomarsi. E come allora, non si sa come, ora si ritrova ad essere una recluta del corpo di pattuglia dello Stato di Inverness. Soprattutto se si considera la sempre onnipresente inadeguatezza che sempre l'accompagna ogni volta che pensa a se stessa come un Auror. Percentuale di riuscita in una simile impresa: prossima allo zero, quasi quanto il cercare di non sembrare un t-rex dopo aver passato più di mezz'ora sui tacchi. Questo aggiunto alle alte motivazioni che l'hanno spinta a scegliere il Corso Auror come facoltà di studi. Ma cerca di non pensarci per una volta, dopo tutti quei mesi passati a sentirsi una banderuola senza forma, dovendo ringraziare il vento che l'ha sospinta di qua e di là nell'impresa titanica di arrancare alla ricerca del suo posto nel mondo. Che l'abbia trovato non è certa ma di sicuro è un inizio e alquanto stimolante sotto il comando di Harry cazzutissimo Potter. « E poi Paciock..non ha tipo sfiorato per un soffio l'essere il Prescelto? » Non sa molto altro gossip del nuovo tutor di Tony, a parte il suo essere un genio nell'Erbologia, ma cerca comunque di dimostrare tutto il suo entusiasmo per il traguardo della sua migliore amica. « Sarà proprio una figata. Pensi che Potter mi farebbe un autografo se glielo chiedo? Oddio, forse sembrerei una disperata, meglio di no. Che dici? » Prosegue con la sua euforia prima di intercettare la sua spesso partner in crime nei mesi passati. « Mia! » Ne richiama l'attenzione prima di trascinarsi dietro Tony a forza, attraverso il fornito gruppetto che si è radunato intorno alle pergamene. « Il dream team colpisce ancora. » Scherza sciabolando le sopracciglia. In fondo, nei mesi precedenti, hanno sfiorato disastri, e spesso e volentieri vi si sono schiantate contro prepotentemente, ma insieme sono riuscite bene o male a cooperare per venirne fuori illese. O quasi. « Tu conosci T-» sta per presentarle la sua miglior amica quando la coda dell'occhio capta la capigliatura della Davis. « Ava », allunga un braccio a toccarle delicatamente il suo affinché la noti. Sono state in squadra qualche volta ma non hanno mai approfondito più di tanto. Quale migliore momento. « Mia già la conosci. Lei è Tony. » Alla fine riesce a fare le presentazioni. « Abbiamo ancora quaranta minuti. Vi va un pit stop tattico da Starbucks? » Ho proprio bisogno di scofanarmi un bel piatto di dolce per avere i zuccheri in circolo per affrontare l'incontro con Potter senza svenire. Si guarda intorno, quando un'ulteriore domanda le sfiora la mente. Ci daranno tipo dei distintivi e una divisa? Speriamo non dei cappellini ridicoli tipo quelli dei marines nei film. Ricerca la risposta nell'abbigliamento altrui ed è allora che avverte la sensazione estraniante di essere osservata. Arriccia il naso infastidita, guardando oltre le proprie spalle per ritrovarsi dopo qualche istante gli occhi di Cay addosso. Sta per accennare un sorriso ma poi nota al suo fianco la sorella e qualcosa la trattiene. Torna di scatto alle ragazze, leggermente rossa in volto. « Che poi sapete dov'è la sede della nostra..brigata? » Perché gilda è giustamente troppo difficile da ricordare, cominciamo benissimo.

    Interagito con Tony, Mia e Ava.

     
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    “Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo”, scrisse Goethe. Anche se il più delle volte si lascia vincere il timore di riconoscere che si preferisce guardare in un’altra direzione, piuttosto di notare e prendere coscienza della profonda divisione tra il desiderio di libertà e le catene oppressive che ci imbrigliano. Maeve aveva dedicato tutta l'infanzia e buona parte della sua adolescenza, lavorando, applicandosi e pensando a come liberarsi dalla tirannia sociale alla quale era sempre stata assoggettata per via dei Cousland. Prendere la decisione di voltare le spalle alla sua famiglia, abbandonando tutto ciò per cui era stata cresciuta, l'aveva fatta sentire ancor di più una persona in possesso delle proprie azioni e che pensa e decide per se stessa senza lasciarsi condizionare dalla società... o da vecchi capostipiti dal nome altisonante e l'influenza spaventosa, le cui lettere minatorie dai messaggi criptici su patti regolari per farla tornare a Londra venivano ignorate da settimane. Poche volte nella vita, la rossa si era sentita una persona che non era un prodotto dell’ingegneria sociale; finalmente si era ripresa in mano le redini della sua vita e si era assunta la responsabilità delle proprie azioni. Ciò voleva dire che non aveva soltanto abbandonato i privilegi del suo cognome, prendendosi viceversa gli svantaggi d'essere una rampolla in fuga, fra pregiudizi e diffidenza generale, ma che aveva dovuto incominciare a vivere come una persona - quasi - comune. Era una normalità alla quale non era abituata, ma che sotto molti aspetti non le dispiaceva affatto, proprio perché le consentiva di respirare senza le innumerevoli pressioni esterne. Chiaramente, apprezzava ben poco la propria posizione "lavorativa" e si trovava fin troppo stretta nel ruolo di semplice stagista vincolata in ufficio ad occuparsi di scartoffie, ma aveva cercato di far prevalere l'ottimismo ed alla fine l'aveva presa come una sfida. L'ennesima. Più che verso se stessa, conoscendo le proprie capacità adattive, indirizzata ad Inverness e chi deteneva il potere decisionale ultimo. Si sarebbero dimostrati diversi della controparte del Ministero londinese? Avrebbero avuto pregiudizi, lasciando in disparte soggetti che fino a pochi mesi prima erano stati etichettati dall'alta borghesia come franchi tiratori? O avrebbero fatto davvero valere, i loro sermoni di uguaglianza ed equità? Dopo mesi, la risposta si presentò di fronte agli occhi smeraldini della giovane Cousland, impressa su una serie di pergamene divenute la celebrità della mattinata. Scorgere il proprio nome, quello di suo fratello, di Derek ed altri individui che provenivano da un ambiente da sempre opposto e distante da Inverness, assegnati a dei ruoli consoni per le proprie capacità ed alcuni perfino di spicco, fece nascere un sorriso nel profondo della rossa. Dopotutto, farsi marchiare come degli animali, il volontariato, la gavetta e il lavoro maniacale in quell'obbrobrio di Ufficio Viavai sono serviti a qualcosa. Se davvero esiste la meritocrazia, da recluta entrerò effettivamente nel corpo dei Cancellieri, e poi da lì sarà un'altra scalata nel mondo diplomatico. È pur sempre un inizio. Scostandosi dal punto focale degli annunci, dopo aver letto tutti i nomi e le assegnazioni che le interessavano, tirò fuori dalla borsa il cellulare per aggiornare e bloccare l'Hamilton di strada verso Flindrikin per il lavoro, quando la voce familiare di suo fratello diede quasi vita ai suoi stessi pensieri. «Alla fine è un inizio.» Di certo il sangue non mente, di questo saresti orgoglioso Corio. « Mah, non so: credo che mi mancherà quel polveroso e confusionario ufficio Viavai. Come faranno i miei ormai ex-colleghi ad organizzare tutto senza il mio metodo strategico ed operativo? » commentò con un tono di voce estremamente sarcastico, mostrando un sorrisetto sghembo in direzione di Caél mentre digitava una serie di messaggi. « Scherzo, ovviamente. » Meglio specificarlo, non sia mai che qualcuno abbia qualche ripensamento sulle cariche. «Ed è solo questione di tempo.»
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    Soltanto distogliendo lo sguardo dal display, riponendo il telefono nella tasca del cappotto celeste polvere, comprese l'ulteriore aggiunta del biondo. Per quanto sprezzante e forse perfino più sarcastico di lei negli atteggiamenti, Caél non aveva mai fatto mistero o nascosto quante aspettative avesse riguardo le capacità della sorella. Non glielo diceva ad alta voce, ma lo lasciava intendere da quelle uscite che - almeno lui, l'unico Cousland - fosse un pizzico orgoglioso di Lei al momento. «Quanto a me, beh, lo dicono tutti che gli ingegneri trovano lavoro appena laureati. Se non prima.» Il sorriso le si addolcì e gli accarezzò il braccio con fare rassicurante, sempre troppo poco avvezza a dimostrare al fratello il proprio affetto tramite gesti normali. Per di più in pubblico, con una folla consistente di gente che alimentava il chiacchiericcio nella piazza. « Ci riprenderemo tutto ciò che ci spetta, Cay. Un passo alla volta. » sussurrò inclinandosi verso di lui e dandogli una pacca affettuosa sulla spalla, scrollando poi la chioma ramata con la solita nonchalance, tornando ad osservare il cumulo di persone ed i ritardatari che andavano a scoprire le proprie assegnazioni. La moltitudine, bene o male, appariva entusiasta. « Anzi, stavolta sarà perfino migliore e di più che una soddisfazione, perché nessuno potrà attribuire la nostra ascesa all'influenza del nostro cognome od il potere dei soldi. » aggiunse con un filo di voce, ma più che mai convinta delle proprie affermazioni perentorie. « Chi è che stai cercando, comunque? » Pensi che non mi sia accorta delle tue occhiate indagatorie? L'ironia del sorriso della rossa servì a mitigare il discorso, riportandolo su dei binari meno ostici e pesanti quantomeno per quella mattinata. « Magari in due, con due paia di occhi, lo troviamo prima. » Continuò a pungolarlo, per poi scorgere fra i vari passanti un viso ed una chioma corvina che l'avrebbe accompagnata nel percorso diplomatico. « Congratulazioni, Avvocato. Non ho mai avuto dubbi. » Affiancò Amunet non appena le passò vicina, rivolgendole un'occhiata complice ed un sorriso genuino - uno di quelli che riservava davvero a pochi. Amunet Carrow era una delle poche conoscenze verso le quali Maeve provava vera simpatia ed un pizzico di empatia. Sia per i trascorsi che le avevano portate a conoscersi, ma soprattutto perché a differenza di persone che un tempo aveva considerato amiche, la Carrow aveva in più di un'occasione dimostrato solidarietà nei suoi confronti, addirittura avvertendola o supportandola in situazioni che potevano apparire sciocche, ma che per Lei facevano la differenza. Per di più, in tutto lo Stato Libero di Inverness, con soltanto un paio di nomi affidabili dalla sua parte, Maeve sapeva bene di dover allargare la sua cerchia. Ed era meglio selezionare qualcuno con cui si sentiva in affinità. « Come stai? In quest'ultimo periodo non siamo riuscite a parlarci poi molto. » Dopo gli eventi al Ministero, dello scorso Marzo, in realtà non ci siamo parlate quasi per niente. « Semmai dovesse servirti una spalla, per qualsiasi cosa... » conta pure su di me. L'accenno di un secondo sorriso sincero le sfiorò le labbra carnose, prima d'essere interrotta da degli urletti di un paio di ragazze lì vicino che attirarono la sua attenzione. « AH! Hai sentito? Avremo LUI come Capitano e Ron fra gli Ufficiali! La fangirl che è in me sta volando! Ti rendi conto? » Maeve inarcò un sopracciglio ramato, osservandole, sforzandosi di non roteare gli occhi - imbarazzata per quegli atteggiamenti. A quanto pareva, quelle due ragazzette erano state assegnate entrambe come reclute nella Guarnigione capitanata da Harry Potter, perdendosi in effusioni, abbracci e festeggiamenti. Davvero? Basta un posto anelato, un capo dal nome famoso, e tutto a posto? Rivolgendo nuovamente lo sguardo su Mun, cercò di capire se fossero sulla stessa lunghezza d'onda. La sua espressione, a metà fra l'ironia e lo sconcerto, di certo parlava per sé. « Parere diplomatico e inter partes: come ti sembrano queste assegnazioni? » Sono davvero ciò che sembrano? O sono soltanto un mezzo, delle promesse illusorie, per tenerci buoni e farci sentire davvero integrati? Soprattutto nei diplomatici: ci permetteranno di fare carriera al pari dei loro? Da gente al governo come Coriolanus me lo aspetterei, un fuoco fatuo, ma da una Beatrice... decisamente no.
    Interagito con Caél e Amunet.
     
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    « Vabbè vabbè. Zaccariah non è male. A win is a win. » Metodi di coping e dove trovarli. L'emporio di Zaccariah Lumacorno non era di certo il luogo dei sogni per una giovane appassionata di pozioni, ma nemmeno il peggiore. L'uomo aveva una certa età e tendeva ad avere una mentalità abbastanza attempata per quanto riguardava la pozionistica, ma era comunque un signore affabile che non aveva nulla da invidiare a nessuno in quanto a competenze. Non è il tipo di persona che ti accende la passione per la materia, ma è sicuramente qualcuno da cui posso imparare molto. Gli orizzonti della giovane Rigby erano più ampi e le sue ambizioni più alte, ma era una lavoratrice incallita e sapeva bene di non potersi aspettare più di quello al momento. Doveva solo rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, costruendosi le basi per un impiego migliore che la appassionasse di più. « Te? Come ti è andata? » Mentre poneva la domanda a Mia i suoi occhi scorsero automaticamente tra le righe della pergamena, cercando il nome dell'amica dove si sarebbe aspettata di trovarlo. Ma non era lì. Confusa, risalì lungo il testo, trovandolo tra le reclute del Corpo di Guarnigione. Aggrottò leggermente la fronte. Se conosceva bene la sua migliore amica, quella non era di certo l'assegnazione in cui sperava. « No vabbè. Comunque secondo me non ti hanno assegnata al Corpo di Ricerca solo per conflitto di interessi. Guarda ne sono proprio sicura. » Che Mia fosse interessata a quella squadra era chiaro, e almeno nell'ottica di Veronica era altrettanto evidente che avesse competenze a sufficienza per entrarvi come recluta. « O in alternativa tua madre ha corrotto la Morgenstern per dormire sonni tranquilli. » Sospirò, allontanandosi di un passo dalla pergamena. « In ogni caso sono un po' degli stronzi. Però vedi il lato positivo: hai come capo Harry Potter. Cioè, vuoi mettere?! » E da un certo punto di vista forse è più semplice. Non so come sia avere il capo che è anche tuo marito, ma scommetto che è una cosa abbastanza strana. Scrollò le spalle, sollevando poi il naso per aria in un'espressione sbarazzina. « Vorrà dire che anche questa volta dovremmo fargli vedere cosa si perdono. » Un leggero sorriso increspò le labbra della Rigby, il cui sguardo venne in seguito catturato da un'altra figura familiare nel suo campo visivo, poco distante. « Oh, ci sta Otis. Vado a salutarlo, torno subito. » Si chinò poi sul passeggino da cui il piccolo Haru osservava tutto con i suoi occhioni curiosi, sistemandogli meglio la copertina e il cappellino. « E tu stai al calduccio, ok? » Sorrise al piccolino, pizzicandogli la guanciotta carnosa prima di proseguire in direzione dell'amico. A giudicare dalla faccia, doveva essere abbastanza soddisfatto della sua assegnazione - e se Otis era felice, lo era di rimando anche Ronnie, specialmente dopo il periodo che il ragazzo aveva passato negli ultimi tempi. « Allora, come ci si sente ad essere un passo più vicino al diventare il nuovo reporter d'assalto del Gruppo Peverell? » Si sciolse in una risata, allargando le braccia per strizzarlo in un veloce abbraccio. In cuor suo sperava che quell'incarico, per quanto piccolo e affidato a ritagli di tempo dalla sua vita studentesca, potesse comunque dargli qualcosa in grado di stimolarlo a trovare la sua strada. Anche perché sarebbe un peccato se buttassi alle ortiche tutti i tuoi sogni. Quando si distanziò, si prese un istante per guardarlo bene in viso, stendendogli un sorriso affettuoso. « Non so te, ma per me è una figata. Sono contenta.. davvero. » Fece una pausa. « Che poi mi sa pure che sei tra i pochi studenti di Hogwarts ad aver avuto un'assegnazione, quindi tanto di cappello in più. Come ti senti? Sei carico? »

    Interagito con Mia e Otis


     
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    Sin da quando la voce sulle assegnazioni definitive era cominciata a correre, Mia non si era data pace. In cuor suo sapeva di aver fatto un buon lavoro. Da quando aveva dato la sua disponibilità per tornare tra le fila dei suoi, non aveva mancato nemmeno un giorno di lavoro. Cercava di conciliare il più possibile vita privata con le sue personali aspirazioni e seppur non fosse facile, faceva sempre del suo meglio per non mostrarsi mai da meno rispetto agli altri. Al lavoro tendevano ad avere un occhio di riguardo per lei; sapevano che avere un bambino piccolo non era semplice, né lo era tenere insieme la cura di un neonato con la loro costante missione. Nonostante ciò, Mia non si era mai tirata indietro da nessun lavoro, anche da quelli che nulla avevano a che fare con ciò che aspirava di fare nella vita. Così, era salita in macchina al fianco di Raiden, con Haru ben imbacuccato nel marsupio, con la certezza che ovunque l'avessero assegnata, avrebbero tenuto in conto tutti i suoi sforzi. Tra canzonette e momenti di puro gaudio giunsero quindi a Hogsmeade, dove avrebbero affidato il piccolo alla nonna paterna subito dopo un bella passeggiata nella neve. Cercavano di renderlo partecipe ogni qual volta fosse possibile, e poiché quel giorno Hannah sarebbe rimasta a Hogsmeade per tutta la giornata, avevano trovato adeguato dargli modo di prendere un po' d'aria e respirare un tipo momento nella quotidianità del branco - o quella che stava diventando la nuova quotidianità. « Sono troppo curiosa. A te hanno dato sicuro qualcosa di importante. Voglio dire.. ti hanno lasciato diverse squadre per le mani in questo periodo. » Che Raiden si fosse fatto valere lo sapeva bene. Lavorata più sodo e più di molti altri. Era un soldato modello, e Mia era convinta che più di tutti si meritava un posto di spicco. Così una volta giunti di fronte alle liste cercò il proprio nome con occhi vispi. Guarnigione - Reclute - Mia Wallace Yagami. Inutile dire che la delusione la punse sul vivo. Non solo era finita tra le squadre di terra, ma l'avevano anche relegata tra le reclute. Beh certo, cosa potevo aspettarmi. Mica potevo finire tra gli ufficiali. Io. No. Deglutì profondamente, abbassando lo sguardo sulla testolina di Haru che si muoveva curiosa tra le figure dei passanti, poi infine si voltò verso Raiden rivolgendogli un grande sorriso prima di stampargli un bacio sulle labbra.
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    « Congratulazioni, Capitano! Che ti avevo detto? E si vola ai ranghi alti, capo! » Era sinceramente contenta per lui, ma forse quell'entusiasmo le era uscito in maniera un po' troppo improvvisa. Sii felice, sii felice, sii felice. E lo era, lo era davvero, ma una parte di lei non poteva fare a meno di sentire un misto di rabbia e delusione nei confronti della propria posizione. « Uh! Ecco Ronnie. Ci vediamo dopo? Andiamo a salutare zia Ronnie? » Forse è meglio! [...] « Vabbè vabbè. Zaccariah non è male. A win is a win. » « Quello con qualche rotella fuori posto? » Chiese istintivamente prima di rimettere confortevolmente Haru nel passeggino, sistemandogli il capellino e sistemandogli per bene la copertina di pile. Il bimbo non sembrò gradire tantissimo l'idea di essere stato separato dal caldo abbraccio della mamma, ma non appena vide arrivare un volate pupazzo coniglio davanti agli occhi e poi subito dopo sotto le coperte insieme a lui, si mise a ridere e accettò maggiormente la sconfitta. « No va beh.. non volevo dire che è male. Cioè Lumacorno gran cosa.. è comunque un pezzo di storia no? Avrà un botto di esperienza. » Meglio vedere il bicchiere mezzo pieno. « Te? Come ti è andata? » Male. « Bene.. cioè - uhm.. si.. bene! » Forse a forza di ripeterlo l'avrebbe presa meglio. « No vabbè. Comunque secondo me non ti hanno assegnata al Corpo di Ricerca solo per conflitto di interessi. Guarda ne sono proprio sicura. O in alternativa tua madre ha corrotto la Morgenstern per dormire sonni tranquilli. In ogni caso sono un po' degli stronzi. Però vedi il lato positivo: hai come capo Harry Potter. Cioè, vuoi mettere?! » Per quanto quello di Ronnie fosse evidentemente un modo per sdrammatizzare, una parte di lei non si sarebbe stupita se sua madre avesse a che fare con quell'assegnazione. Per carità mi vuole bene, ma non sa proprio non ficcare il naso nelle cose altrui. « Se così fosse, fortuna che sta tornando a New Orleans. » Una notizia che aveva appreso da poco e che l'aveva un po' intristita. In fondo però le roccaforti del Credo non erano mai troppo lontane, specialmente da quando Inverness collaborava con gli warlock. « A Gabe hanno assegnato l'insediamento della Riserva. Era da aspettarselo. Gli Wallace se ne occupano da molto tempo. Le persone sono disorientate senza una guida. » E così, Meredith e Gabe sarebbero tornati, e assieme a loro anche Gillian avrebbe fatto avanti e indietro. « Comunque non è il Corpo di Ricerca il problema.. cioè sì.. un po' ci speravo. Però.. boh, ok Harry Potter e tutto.. ma sono comunque una recluta. » Lo disse come se essere una recluta fosse veramente una cosa brutta. E, dal suo punto di vista lo era davvero. Stacey non è una recluta. E non lo sono nemmeno altri miei compagni poco più grandi. « Vorrà dire che anche questa volta dovremmo fargli vedere cosa si perdono. » Sospirò Mia, alzando gli occhi al cielo abbastanza sconsolata. « Come sempre.. alla lotta e al lavoro. » E così, lasciò andare l'amica, spingendo il passeggino oltre, per trovare uno spazio leggermente meno affollato. Fu allora che incontrò Zelda, alla quale sorrise bonariamente. « Mia! Il dream team colpisce ancora. » Si ritrovò a ridacchiare appena, gettando uno sguardo divertito in direzione di Haru che osservava con grande curiosità le nuove arrivate. « Tu conosci T-» Ma prima ancora che possa salutare la mora, Ava ai aggiunge al trio, creando un quintetto - perché Haru è proprio beato tra le donne. Piccolo volpone. « Tony! Certo.. cosa ti hanno assegnato? Anche tu nel girone delle reclute? Noi tre siamo insieme a quanto pare. Le donne del Prescelto. » Quelle parole le escono un po' male, e il sarcasmo è evidente. « Come vi fa sentire questa cosa? Siete contente delle assegnazioni? » Riesce però a superare la questione liquidandola scuotendo il capo velocemente e gettando in mezzo quella domanda di circostanza, un po' curiosa di sapere cosa le altre ne pensano. « Abbiamo ancora quaranta minuti. Vi va un pit stop tattico da Starbucks? Che poi sapete dov'è la sede della nostra..brigata? » « Credo sia un work in progress. Ho sentito però che il Corpo di Sicurezza avrà una sede fighissima. Tutta parole d'ordine e cose.. » Ed io sono una recluta e tre quarti delle parole d'ordine non le avrò. Fighissimo. Più ci pensa, più quella storia non le va giù. « Immagino ce lo comunicheranno. » A meno che il Prescelto non sia così tanto Prescelto. Va beh sono cattiva. Sospirò quindi, e piegatasi appena sul passeggino, liberò Haru, che stava iniziando a spazientirsi girandolo verso le ragazze ridacchiando appena. « Ma dove sono le maniere! Vi presento Haru. La mascotte del Corpo di Sicurezza. Gli altri non lo sanno ma lui è il più valido combattente di tutti. Come riesce a stare lui al centro dell'attenzione mai nessuno. Coniglio, loro sono Zelda, Ava e Tony! » Il bimbo prese a sorridere divertito, per poi lasciarsi rapire dalla collanina della madre che lo tenne per un po' impegnato. « Comunque, per Starbucks io ci starei. Dobbiamo solo trovare la nonna che penserà ai capricci di questo fagottino. Volendo possiamo spargere la voce e fare una mini riunione per.. uhm festeggiare.. con tutte le altre reclute. » Non ci sta un cazzo da festeggiare, ma meglio inserirsi che restare ai margini. « Vi andrebbe? »

    Interagito con Raiden, Ronnie, Zelda, Tony e Ava.


     
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    «Bhè, immagino che ci sia un nuovo commissario in città! Dici che funziona come in quei film? Qualcuno viene da me a chiedere informazioni ed io, con una sigaretta penzolante sulle labbra, potrò dire qualcosa tipo “Eh no, bello, dovrai sforzarti di più se vuoi quel fascicolo.”» Fece scioccare e dita prima a destra e a sinistra della faccia, arricciando le labbra ed atteggiandosi come una che le ha praticamente viste tutte. Ripiegò la pergamena, quella con su scritto il suo nome, in quattro parti e se la infilò nella tasca posteriore dei jeans. «E’ così, vero?» Si voltò verso Peter. A quel punto il suo tono di voce era cambiato, improvvisamente più insicuro pareva implorare in una risposta affermativa. In realtà dubitava fortemente che ci fosse grande azione tra gli Archivi di Inverness. «Sono tipo la Janine Melnitz di Inverness.» Non un Ghostbuster, ok, ma comunque una coi controcazzi. Tutto sommato, però, era certa che le fosse andata piuttosto bene. Erano stati mesi complicati quelli appena passati. Se fino a poco tempo fa Murphy Macmillan era certa di poter passare una vita piuttosto lineare, senza troppi colpi di scena, era stata costretta a ricredersi. Non era stato facile conservare la mente lucida, essere la solita Murphy. Non interrogarsi su ciò che stava accadendo e che sarebbe successo da lì a chissà quando era impossibile. Domandarsi cosa sarebbe stato di tutta quella normalità era inevitabile. Ciò che l’aiutava a sentirsi nel posto giusto era la presenza della sua famiglia e delle altre persone a cui voleva bene. Si era sentita come su una nave, durante una giornata particolarmente tempestosa, con le mani strette su timone, cercando di mantenere a rotta, cercando di focalizzare il porto, il momento in cui sarebbe tornato il sole e le acque sarebbero sembrate nuovamente una tavola blu. Inspirò e gettò un braccio intorno attorno a collo di Peter. «Però non mi sarebbe dispiaciuto lavorare con tuo padre. Aaaah, tua madre.. Che donna fortunata!» guardò il giovane Paciock con faccia sorniona, per poi alzare le mani come per mostrarsi innocente di fronte ad un agente di polizia. «Ok, ok. Non lo dico più.» Infilò le mani dentro le tasche del giacchetto, facendo poi scorrere lo sguardo tra i volti delle persone presenti. Qualcuno sembrava entusiasta, altri meno. Immaginava che fosse stato impossibile accontentare tutti, ma era più che convinta che anche chi era rimasto deluso fosse stato sistemato nella sezione in cui era stato ritenuto più competente. «PER TUTTE LE MUTANDE DI MERLINO! Quelli sono Lilac e Samuel Scamander?» si fermò di scatto, guardando i due cugini da lontano. «Dici che è fuori posto chiedergli un autografo?» Come se non avessi già abbastanza autografi di Lilac, mhm, Murphy? Essendo la giocatrice di Quidditch la migliore amica di Karma, aveva elemosinato spesso autografi tramite la sorella di Peter. Ma era impossibile non desiderare ardentemente di aggiungerne un altro alla collezione. Ma prima che potesse aggiungere altro si rese conto di una matassa di capelli rossi muoversi a poca distanza da loro. «Ehy, ciao Olympia sorrise, forse più apertamente di quanto avrebbe dovuto. Si era promessa di non comportarsi come un’iperprotettiva mamma chioccia mamma chioccia nei confronti de giovane Paciock, anche se non era facile. Sorrise anche ad Albus e a Malia Stone (che non conosceva personalmente, ma.. Andiamo! Era Malia Stone!).


    Interagito con Peter e Olympia.
    Salutati Albus e Malia.
    Nominati Lily e Sam.
     
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    « Trovata. » Una constatazione, la sua, esalata appena prima di spostare lo sguardo sulla gemella - l'indice della sinistra ancora puntata sul nome di quest'ultima, scritto nero su bianco sulla pergamena interessata. Le era risultato naturale darle la precedenza; in un certo senso, quello era un suo modo un po' contorto di prendersene cura. « Camila Davis. Specializzanda. Suona bene, no? » Le risultò istintivo pure gonfiare appena il petto in un moto di fierezza. Era lo sviluppo più ovvio nella carriera accademica della sorella? Certamente. Questo toglieva in qualche modo alla sensazione di orgoglio che l'altra provava al pensiero di vederla continuare a formarsi nell'ambiente a lei più adatto? Assolutamente no. « Sono assolutamente certa che spaccherai. O... aggiusterai quello che qualcun altro si è spaccato. » Una brevissima pausa di riflessione, prima di annuire appena tra sé. « Sì, decisamente la seconda direi. La prima mi sembra un po' un controsenso. » Una risata leggera, prima di spostare lo sguardo alla ricerca del proprio, di nome. Non ci mise molto a trovarlo, quello no, ma rimase comunque un attimo a metabolizzare le informazioni appena acquisite prima di sbilanciarsi. Spostò il peso del corpo da una gamba all'altra un paio di volte, lo sguardo ancora fisso sulla pergamena. Come togliere e mettere pressione a qualcuno semplicemente mettendone il nome su di una lista: 101. Alzò gli occhi al cielo, scuotendo appena la testa al pensiero. « In pratica posso ancora sbagliare, ma nel dubbio non mi devo permettere. Commentò sottovoce, spostando finalmente lo sguardo sull'altra metà della mela. « Ma ehi, no pressure! » Il riassunto perfetto dello stato mentale, nonostante il numero di responsabilità sulla carta, di una recluta sotto Harry Potter e Ronald Weasley. Si spostò appena, consestendo un passaggio più agevole a quelle persone che ancora non erano riuscite a trovare il proprio posto in quel nuovo mondo, quindi lanciò un ulteriore sguardo alla sorella. « Vabbé. In qualche modo ce la possiamo cavare. In bocca al lupo, e ricorda: aggiustare e non rompere » Annuì alla fine, liberando la gemella per permetterle di orientarsi secondo i suoi bisogni. Fu a quel punto che sentì distintamente il tocco di qualcuno sul proprio braccio. Ci mise un attimo a voltarsi verso la fonte del tocco, per trovarsi a guardare una luminosa Zelda che, ad una seconda occhiata, faceva parte di un gruppetto più numeroso. « Zelda, ciao! » Le disse quindi, un mezzo sorriso sulle labbra. « Mia già la conosci. Lei è Tony. » Annuì in direzione della nuova conoscenza. « Come ha già detto Zelda, sono Ava. Piacere. » Quindi incrociò lo sguardo di Mia, il sorriso che si allargava in automatico alla vista di un secondo volto noto. « Mia, hey. » Fu la domanda di quest'ultima a portarla ad intervenire normalmente, dato che per qualche secondo l'americana si era limitata ad ascoltare, nel tentativo di capire quali fossero i loro programmi dopo. « Come vi fa sentire questa cosa? Siete contente delle assegnazioni? » Inclinò appena la testa di lato nel riflettere sulla risposta da dare. « Beh, onestamente per quanto mi riguarda ci sta anche. » Disse schietta, consapevole forse del fatto che in linea prettamente logica non poteva andare troppo diversamente. Almeno non mi hanno messa a riordinare scaffali, il che significa che non faccio schifo in quello che ho scelto. Si spera. « Però è un po' come dover dare prova di saper camminare con Usain Bolt che ti fissa e prende appunti. » Se per caso cadi di muso, la figura di merda è quadruplicata. Specialmente perché tu sai già camminare. Scosse appena la testa, lasciando quindi che l'attenzione si spostasse nuovamente, stavolta sul piccolo di casa Yagami, al quale la giovane Davis fece un enorme sorriso. Aveva sempre avuto un soft spot per i bambini, e Haru non faceva eccezione. « Mascotte e arma segreta per intenerire in caso di necessità. Tienilo a mente. » Un'occhiata cospiratoria al bimbo prima di trovarsi ad annuire alla proposta comune. « Sì, comunque - se volete inizio già a mobilitarmi per spargere la voce. Così vedo anche di che morte devono morire gli altri del mio corso. Magari ne approfitto anche per congratularmi con Raiden se lo trovo e avverto mia sorella. Vogliamo dividerci e darci appuntamento a tra poco o restare compatte? » Indagò quindi, facendo passare lo sguardo da una all'altra, in attesa di capire come muoversi.



    interagito con Cami, Mia, Zelda e Tony
    citato Raiden
     
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    «No vabbè, sto in una botte di ferro!!!», urlacchia Tony una volta individuata la riga con il proprio nome. «Cioè, Neville Paciock! Parliamone! - unica cosa: mannaggia a me per quando e quanto mi sono girata di culo con suo figlio in ripetute occasioni, ma okay, Zip rimedierà per conto mio.», fa spallucce e scrolla la testa da un lato e dall'altro, felicissima di poter apprendere l'arte delle erbe e degli intrugli per davvero - perché finora, si dice, abbiamo solo scherzato. Ma adesso arriva il bello, di questo ne è certa. «E te? Congratulazioni, miss corpo di sicurezza duemilaventidue - guarda tu se non sto davvero in una botte di ferro: la mia migliore amica è la polizia. E il suo capo è La Leggenda.» « Sarà proprio una figata. Pensi che Potter mi farebbe un autografo se glielo chiedo? Oddio, forse sembrerei una disperata, meglio di no. Che dici? », la Grifondoro arriccia le labbra fingendosi immersa in profondissime riflessioni. «Ma che te frega di come sembri. Tu digli che è per un'amica - che poi sarei io - e passa la paura. Che poi in realtà potremmo rivendercelo, l'autografo - secondo me ora come ora vale molto di più. Perché adesso oltre che Prescelto è pure Ricercato - in teoria anche noi, essendo nemiche della madrepatria Inghilterra, però lui, vuoi mettere... E' il Ricercato Supremo, insieme agli altri big di Inverness. Io dico che 20 Galeoni ce li ricaviamo facile tipo... Mi sa che dovrei fare la stessa cosa con zio Paciocky.», prima che il mondo circostante possa cogliere i venalissimi discorsi di Tony, Zelda saluta le nuove reclute del corpo sicurezza e presenta la Trambley ad Ava Davis. « Tony! Certo.. cosa ti hanno assegnato? Anche tu nel girone delle reclute? Noi tre siamo insieme a quanto pare. Le donne del Prescelto. » «Ehi Mia! No, no, t'immagini? Quanti di quei casini avrei combinato nel corpo sicurezza! Mi hanno nominata donna del quasi-Prescelto Neville Paciock, comunque. Sarò la sua ombra e quando sarà giunta l'ora lo ucciderò nel sonno e prenderò il suo posto come somma Erbologa di Inverness..», si rende conto troppo tardi di quanto possa suonare macabra la sua affermazione. A maggior ragione in presenza del piccolo Haru. Mannaggia a te Weedy, mi influenzi troppo. «- ehm. Si fa per scherzare ovviamente. Ah ah.» « Come ha già detto Zelda, sono Ava. Piacere. » «Ciao Ava, piacere mio.», fa per accendersi una sigaretta, Tony, salvo poi rendersi conto quanto sarebbe terribilmente maleducato diffondere chissà quali schifezze nell'aria in presenza della mascotte del gruppo, Haru. Finge quindi di avere una specie di tic ossessivo-compulsivo che consiste nell'aprire e chiudere a velocità sovraumana l'accendino, senza però effettivamente accendere la sigaretta. Porca Morgana quanto sono superficiale e shameless. Ma anche una brava attrice. Modestamente. « Abbiamo ancora quaranta minuti. Vi va un pit stop tattico da Starbucks? », fortuna che ci pensa Zey a salvarla dal proprio stesso comportamento disagiante. Siano benedetti tutti gli irlandesi, ma specialmente quella santa donna di Andromache Kane. Sia Mia che Ava approvano all'unisono. «Perfetto. Sì, ci sta, spargiamo la voce e a questo punto.. Direi di rivederci direttamente lì tra dieci minuti massimo, sennò non facciamo in tempo. Che poi Paciocky mi prende in antipatia e so' cazzi, inarca le sopracciglia, Tony, dirigendosi subito a svolgere l'attività di public relationships che è sempre stata decisamente fuori portata per lei, scorbutica come poche altre persone al mondo. Prende dunque da parte Zelda e, dopo aver individuato un certo elemento presente al Parco della Liberazione - ovvio che ci fosse anche lui - le dice: «Volendo potresti dirglielo.. Che stiamo andando da Starbucks.», prima che la bionda possa mandarla al diavolo, Tony si dilegua, borbottando come scusa: «Vado a informare...!», ma non specifica il nome di chi abbia intenzione di coinvolgere, semplicemente perché non le viene in mente nessuno. Che brutta e ignobile persona sono. Dopo aver scorto Samuel Scamander e aver riflettuto su quanto sia gnocco - e altrettanto fuori portata: vuoi che la divinità del Quidditch segua un gruppo di teens a fare uno shottino di caffellatte da Starbucks?! - e dopo aver deliberatamente scelto di ignorare Peter perché viceversa sembrerebbe più leccaculo di quanto non sia effettivamente già, ecco che Tony decide, alla fine, di invitare gente totalmente a caso. Pertanto bussa sulla spalla di una completa sconosciuta e le dice: «Ciao, non so chi tu sia ma io e altra gente figa -», sì, siamo fighi, dovrai credermi sulla parola, «- andiamo a festeggiare le nuove cariche da Starbucks. Così, giusto per arrivare ubriachi/e il primo giorno di lavoro... Scherzo dai! Ci beviamo giusto un cappuccino.. Corretto. Scherzo! Se vuoi dirlo a qualcuno.. Giusto per fare un po' di sana comunella..»

    Interagito con Zelda, Mia, Ava e infine invitata Lexie

     
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    « Te lo confesso, il fatto che questi marmocchi già camminano mi mette un po' d'ansietta. Mi sento sempre più vecchia. » Aveva da poco festeggiato il ventitreesimo compleanno, Malia - "festeggiato", per così dire: sempre che con questo termine si potesse indicare una serata trascorsa sul divano con Roxanne a mangiare gelato e guardare Netflix - e forse per la prima volta nella sua vita aveva sentito addosso il peso effettivo di quei ventitré giri intorno al sole. « Una di queste sere dovresti venire. Vanno a dormire piuttosto presto quindi possiamo stappare tranquillamente una bottiglia. » « Di no non te lo dico. Di questi tempi una serata del genere male non farebbe. » La sua risata leggera si trasformò in una condensa gelata, mentre si faceva strada accanto a Tris verso la piazzetta di Hogsmeade, che già brulicava di gente. L'accelerare dei passi tradiva la sua impazienza, che si mescolava a quella di centinaia. Per giorni non s'era parlato d'altro, tra le vie del villaggio: dopo tante rotazioni, finalmente ognuno avrebbe ottenuto una mansione propria e definitiva. Malia si era dilettata in più ambiti, e malgrado la sua elasticità aveva già adocchiato un'occupazione che riteneva essere più nelle sue corde. Sin dai primi allenamenti si era proiettata più che bene all'interno del corpo di sicurezza, dove era certa di poter dare il proprio meglio, guarnigione o brigata aerea che fosse. Più probabile che l'avessero inserita nello Stormo, conoscendo certe logiche - e in effetti ne sarebbe stata più che contenta.
    Giunte al centro della piazza, dedicò un breve cenno della mano a Tris, prima di tuffarsi nella mischia e farsi largo tra la folla agitata, fino a raggiungere le tre grandi pergamene appese per la visione di tutti. D'istinto, lo sguardo corse alla sezione dedicata al Corpo di Sicurezza: la scorse una, due volte, ma il suo nome lì non era presente. C'erano Lily, Sam, e perfino alcuni ragazzi del college che conosceva di vista. Lo sguardo, confuso, si spostò alla propria destra, dove aveva lasciato Tris, ma lei era già sparita tra la folla. Tornò poi alle pergamene, e stavolta lo sguardo virò verso un'altra sezione, quella verso la quale cominciava ad avere un certo presentimento (quanto meno perché non c'erano molti altri posti dove poterla infilare): Hogwarts. Ed eccolo lì il suo nome, accanto quello di Olympia, nella carica di Insegnante di Volo. Sbuffò. Dire che non sospettasse questo risultato, anche se in forma remota, sarebbe stato mentire a se stessi: Malia era ben consapevole di non essere stata parte attiva della presa di Hogsmeade, come altri, ed era quanto meno logico che certe differenze fossero messe in evidenza. Nel corso di quei mesi, tuttavia, aveva cominciato a sperare di aver guadagnato un certo tipo di fiducia, nei confronti di Tris e dell'intero consiglio direttivo. Così non era stato, e per quanto l'incarico in sé non avesse nulla di disonorevole - Olympia, ne era certa, sarebbe stata estasiata della propria carica - il temperamento e l'attitudine di Malia non potevano che farle leggere tutto come una specie di punizione, o quanto meno un segnale evidente del fatto che dovesse ancora lavorare un po' prima che le fosse riconosciuta dall'alto la fiducia che nel tempo aveva perso. Le logiche decisionali erano state probabilmente altre, ma non era mai stato facile per Malia separare desideri, aspettative e interpretazioni dai fatti più concreti.
    Non ebbe difficoltà ad individuare Olympia, che stava a poca distanza da lei di fronte alle pergamene. Le sorrise. « Allora, come ci si sente ad essere le nuove carogne? » Malia alzò gli occhi al cielo. « Una goduria, guarda. » Non era mai stata brava a mascherare il proprio disappunto, men che meno con i propri migliori amici: optò dunque per il sarcasmo, nella speranza che fosse letto con simpatia. Di certo non sarebbe stata quella che fa i capricci. « Vi prego, fatemi assistere ad una vostra lezione. Ne ho spiritualmente bisogno. Giuro che mi faccio piccolo: mi metto in un angolino e sto zitto. » Sorrise, richiamando alla mente un Albus adolescente che faceva di tutto pur di saltare l'ora di Volo. « Eh no, se sei presente vorrò pure te a dieci metri da terra. Non si accettano giustificazioni. » « Congratulazioni, davvero. Avete una responsabilità un sacco grossa, ma so che farete un ottimo lavoro. » « Lympy, mettiamoci d'accordo subito: una dozzina li avveleni tu, il resto ci penso io a buttarli giù dalla scopa. E direi che siamo a posto. » Già se li immaginava davanti: un'orda di undicenni insopportabili - tra cui pure Roxanne, che gioia - che svolazzavano a destra e a manca come delle mosche impazzite, e lei a doversi assicurare che a fine dell'ora di lezione fossero tutti ancora incolumi con tutti gli arti attaccati al corpo. Per la barba di Merlino, che inferno l'aspettava? « Da te mi aspetto di essere tenuto aggiornato su tutti i gossip più cringe, sappilo. » Rise. « E chi ti dice che non sarò ancora io la protagonista dei gossip più cringe. Lo sai che è la mia specialità. » Ahimè, erano più che passati i tempi in cui Malia Stone figurava tra i protagonisti indiscussi delle voci di corridoio di Hogwarts. Non varcava le soglie del castello da anni, ed era certa che tutti i suoi conoscenti si fossero ormai diplomati. Adesso la scuola era popolata da quelli che per lei erano veri e propri bambini. « E.. non so, stavo pensando che stasera sarebbe carino festeggiare. Papà specialmente. Credo che gli farebbe piacere. Chiaramente sei inclusa. Sei di famiglia. » Sorrise ad Albus. Quelle parole facevano sempre uno strano effetto. « Io ci sono solo se si mangia, lo sai. » Ridacchiò, appena prima che una ragazza si avvicinasse al loro gruppo, per salutare Olympia. Notò che le sorrideva, per quanto Malia non avesse ben chiaro di chi si trattasse. Tese dunque una mano nella sua direzione, per presentarsi ufficialmente: « Piacere, sono Malia! Non ci conosciamo vero? »
    [spoiler_tag][/spoiler_tag]Interagito con Tris, Albus, Olympia e Murphy


     
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    Non poteva nascondere di provare un certo livello di nervosismo mentre guidava con Mia a fianco e Haru nel sedile posteriore. Sapeva di aver lavorato sodo e di aver fatto del proprio meglio, ma sapeva anche di non essere l'unico. C'erano persone che lo superavano per anzianità, altre che erano fedeli ai ribelli da più tempo, altre ancora che semplicemente conoscevano meglio il luogo e le persone. Raiden invece era solo uno degli ultimi arrivati, e per quanto si fosse conquistato una buona nomea e una certa fiducia, nessuno poteva garantirgli nulla. Però magari mi affideranno una qualche squadra. Cioè, alla fine c'è anche tanta gente peggio di me, quindi non finirò troppo in basso. Spero solo di avere un capo decente. Sospirò tra sé e sé, tamburellando le dita sul volante mentre se ne rimaneva immerso in quei pensieri. Per quanto fosse professionale e sportivo, non poteva nascondere a se stesso che ci sarebbe rimasto non poco male se non fosse stato assegnato ad una buona squadra e ad un buon grado. La sua ambizione si esplicava sempre in maniera tranquilla, senza grosse manifestazioni o comportamenti lampanti, ma comunque c'era. Ma oltre l'ambizione c'era anche un aspetto più pratico: Raiden voleva una buona posizione perché ciò avrebbe significato non solo un controllo maggiore sulle situazioni, ma anche una paga migliore - cosa che gli avrebbe permesso di prendersi cura della propria famiglia in maniera più serena. « Sono troppo curiosa. A te hanno dato sicuro qualcosa di importante. Voglio dire.. ti hanno lasciato diverse squadre per le mani in questo periodo. » Più si avvicinavano alla pergamena di fronte alla quale già un cospicuo gruppetto era già accalcato e più Raiden non riusciva ad ignorare il nodo che aveva allo stomaco. Non si sentiva sicuro di nulla, tanto che alle parole di Mia rispose semplicemente con un piccolo sorriso nervoso, chinandosi per sistemare tra le manine di Haru il pupazzetto senza il quale non sapeva stare. « Spero solo di non capitare con Eriko. » Le ultime esperienze non erano state delle migliori per quanto riguardava il lavoro a contatto con la sorella. Eriko era una testa calda e per quanto millantasse la propria impostazione giapponese, sapeva essere particolarmente cocciuta e insubordinata. « Ma magari il mese passato tra le reclute le ha insegnato un po' di umiltà. Chissà. » Sollevò le sopracciglia in un'espressione scettica, come a sottintendere quanto poco ci credesse lui stesso. E adesso che l'ho detto come minimo mi sono tirato la gufata da solo e mi ritrovo.. bo.. a pulire la merda di thestral. Con Eriko che mi ride in faccia. Per il karma. Sospirò, avvicinandosi alla bacheca con il magone. I suoi occhi sembrarono individuare in maniera quasi automatica il proprio nome. Trattenne per un attimo il fiato. Corpo di Ricerca. Capitano. Ci mise qualche istante a realizzare, dovendo rileggere un paio di volte per timore di aver confuso due righe diverse. Ma no, era proprio così. Era il Capitano del Corpo di Ricerca. Il peso provato fino a quel momento sembrò sollevarsi dalle sue spalle come magicamente, portando sulle sue labbra un sorriso soddisfatto. Obiettivamente non poteva andargli meglio di così; anzi, gli era stato assegnato un posto che andava anche al di là delle sue aspettative. A quel punto, dunque, cercò subito il nome di Mia, trovandolo tra le reclute della Guarnigione. Recluta? Stirò leggermente le labbra in una linea appena percepibile. Sarà per l'età. Infatti, scandagliando velocemente con lo sguardo la lista, notò come molti cacciatori coetanei di Mia fossero stati inseriti tra le reclute, riservando invece i posti da Ufficiali a fasce d'età più avanzate. Conoscendo Mia, però, sapeva che la cosa non gli sarebbe andata troppo a genio e che per aggiungere benzina al fuoco ci fosse anche il posizionamento nella Guarnigione. In cuor suo, tuttavia, non poteva fare a meno di sentirsi un po' sollevato all'idea di non averla come propria recluta. Non tanto perché non la ritenesse all'altezza della squadra - al contrario era forse una delle più qualificate a farvi parte - ma semplicemente perché ciò avrebbe creato in maniera inevitabile una situazione strana nella squadra. Sono professionale, so che non farei preferenze, ma sarebbe comunque un casino. Ogni sua scelta a favore di Mia avrebbe avuto il potenziale di alimentare scontenti e accuse di favoritismo, mentre ogni altra avrebbe potuto sfociare in conflitti di natura più personale all'interno della loro relazione. Insomma: non era l'ideale. « Congratulazioni, Capitano! Che ti avevo detto? E si vola ai ranghi alti, capo! » Le rivolse un grosso sorriso, allargando le braccia per poi stringerle alla sua vita e sollevarla appena da terra, stampandole un bacio sulle labbra. Si sciolse poi in una risata mentre le faceva toccare nuovamente il terreno, senza tuttavia scioglierla del tutto dall'abbraccio. « Ti va se stasera festeggiamo un po'? » Una domanda genuina, che le rivolse con un sorriso dolce stampato sulle labbra. « Nulla di stravagante. Andiamo in un ristorante carino, ci facciamo una bella cena.. qualcosa del genere. » Rimase per un istante in silenzio, guardandola negli occhi come a volerne carpire gli effettivi sentimenti. « È una bella notizia. Per noi, intendo. » Il suo sguardo indugiò anche sulla carrozzina da cui Haru ciucciava l'orecchio del suo coniglietto. Con un posto di questo tipo ci possiamo permettere un sacco di cose. Posso anche tenere d'occhio la situazione più da vicino - accertarmi meglio che siate davvero al sicuro.
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    [..] Quando Mia si allontanò con Haru per andare a salutare Veronica, Raiden non poté fare a meno di rimanere con l'impressione che la moglie non fosse troppo in vena di festeggiamenti. In cuor suo capiva bene come potesse sentirsi e non la biasimava affatto, ma sapeva anche che quella situazione fosse solo temporanea. Mia ha già dimostrato molto. La promuoveranno in pochissimo tempo, ne sono sicuro. « Ecco mister pezzo grosso. » Sorrise alla sorella, congratulandosi con lei per la posizione nella Guarnigione e prendendola bonariamente in giro riguardo quanto fosse felice di non averla tra i piedi. Tra una chiacchiera e un'altra si allontanarono per prendere un caffè, dividendosi poi nuovamente una volta di ritorno in piazza, quando Raiden individuò tra la gente la figura di Ava. « Ehi Ava! » Sollevò il mento in un cenno di saluto, catturando la sua attenzione prima di avvicinarsi con un sorriso. « Ho visto che sei nella Guarnigione. Lavori col Prescelto: è una grande cosa.» Fece una pausa, incurvando un angolo delle labbra in una leggera smorfia. « Anche se non ti nascondo che mi sarebbe piaciuto averti in squadra. » Si strinse nelle spalle. « Magari in futuro. Sempre che sia una cosa che ti interessa. » In seguito a quelle parole, volse lo sguardo alle spalle della ragazza, cercando di individuare la figura di Mia che trovò non troppo distante, intenta a parlare con altre persone. « Come l'hai vista? » le chiese in un tono più basso, indicandole con un cenno del mento la figura della moglie. « A me chiaramente non ha detto nulla - penso che non volesse farmi scendere l'umore - però mi è sembrata un po'.. abbattuta. Le ho chiesto di festeggiare stasera, ma non so se forse sono stato un po' insensibile. Però non volevo nemmeno sembrare condiscendente, mi capisci? » Rimase in silenzio per un istante, guardandola con aria pensierosa e allo stesso tempo curiosa di capire cosa un occhio esterno potesse vedere in quella situazione. Poi, di colpo, come se avesse realizzato qualcosa, scosse il capo e sorrise. « Scusa, ti sto tirando in mezzo a una cosa che sicuramente non ti interessa. Dimmi di questo incarico: come ti senti? Sei contenta? Sei pronta? »

    Interagito con Mia e Ava


     
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    La sensazione non si discostava troppo dal momento della pubblicazione degli esiti dei GUFO, con la differenza che qui non c'era in ballo soltanto il futuro scolastico di suoi coetanei, che nella peggiore delle ipotesi dovevano ripetere l'anno. No: questo era un evento inedito. Per quanto fosse ormai abituato al ricevere ordini dall'alto – che lo collocassero ora in un posto, ora in un altro, in base alle necessità della collettività e alle decisioni del Credo – l'assegnazione delle cariche era diversa dalla semplice mansione che l'avrebbe tenuto occupato per una settimana nel retrobottega di un antiquario, o dall'aiuto che avrebbe dovuto prestare ai netturbini magici, per tenere pulite le strade di Hogsmeade. Questo era diverso dai lavoretti che era stato chiamato a svolgere fino a quel momento, e che comunque Otis aveva svolto di buona lena, ritrovando soltanto nei lavori socialmente utili qualcosa di simile ad un senso. Tra i nomi che avrebbe visto affissi sarebbero comparsi quelli di individui leggendari: si erano addirittura fatti dei pronostici. Niente di serio, ma Otis aveva scommesso 10 zellini contro Ronnie che finalmente quest'anno Harry Potter sarebbe riuscito a conquistarsi il posto di Capo Auror. Nelle poche fantassegnazioni che si era segnato su un foglietto di pergamena spiegazzato, che adesso teneva appallottolato nel pugno infilato nella tasca del cappotto, il nome che era comparso più e più volte, ricalcato e scarabocchiato con inchiostro blu, era quello di Raiden Yagami. «Tu hai presente che potrebbe essere, tipo, ovunque? È troppo forte. È troppo un mito, Ron. Potrebbe fare qualsiasi cosa e saprebbe farla. Potrebbero dargli il posto accanto a quello della Morgenstern, per dirti. Immaginateli a combattere insieme, Ron. Chiudi gli occhi. Fammi 'sto favore, e dai... Okay. Chiudi gli occhi: immaginateli insieme, che sfrecciano velocissimi, lui neanche lo vedi per quanto è veloce, lei la senti soltanto quando è troppo tardi. Troppo che sono entrambi Comandanti. Tu non credi?» E così avanti per giorni, a ridiscutere della sistemazione delle cariche – o quantomeno di quelle che i ragazzi erano riusciti a prevedere. Otis non comprendeva ancora bene l'assetto della società dall'insediamento del Branco, senza contare che aveva perso da tempo il polso della situazione sociopolitica, della quale non riusciva più a interessarsi come a un tempo. Rimaneva in lui un vago senso di disconnessione, ma continuava a combatterlo come pote
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    va, e avere accanto Ronnie, in questo, lo aiutava molto. Inutile dire che in nessuno dei 20 diversi schemi e schieramenti che il Tassorosso si era messo a scarabocchiare figurava il proprio nome. Le assegnazioni erano lavori, elezioni dei rappresentanti politici, per quel che ne capiva. Ci si aspettava di apprendere chi avrebbe occupato le cattedre di Hogwarts nell'anno a venire, certo, e magari anche qualche apprendista associato alla cattedra tra gli alunni più brillanti. Ma Otis era stato assegnato, come tirocinante, allo STRAMALEDETTO GRUPPO PEVERELL. Di chi era stata quella decisione? C'era un singolo individuo a cui avrebbe potuto stringere la mano, le cui scarpe avrebbe felicemente lucidato, in onore del quale – per dirne una – immolare un modesto agnello sacrificale? D'improvviso, mentre i suoi occhi azzurri rileggevano più e più volte i caratteri che, non c'era dubbio, componevano proprio il suo nome, fu assalito dal dubbio amletico: e se era stato raccomandato da sua madre? Poteva esserci lo zampino di Pervinca? No, no, queste sono cariche scelte dal Credo, probabilmente da Beatrice Morgenstern, o chi per lei. La stessa che gli aveva chiesto di fare da portavoce dei Ribelli all'interno del Castello. Vedeva qualcosa in lui? A cosa doveva quell'opportunità che sentiva di meritare così incredibilmente poco? Cosa significava quel nome, messo lì, sotto quello di Albus Potter?
    Non avrebbe saputo dire quanto tempo avesse trascorso con il bigliettino dei pronostici appallottolato nel pugno della mano prima di essere riportato alla realtà dalla voce di Ronnie. «Allora, come ci si sente ad essere un passo più vicino al diventare il nuovo reporter d'assalto del Gruppo Peverell?» «Dammi un pugno in faccia, Ron, non ci sto credendo». L'abbraccio in cui l'aveva stretto lo riscosse del tutto, e corrugò la fronte in un'espressione di disperata felicità mentre guardava la sua migliore amica ridere di gusto. «Ma ho visto! Ho visto che anche tu! Anche tu hai un'assegnazione!» Si voltò nuovamente verso la bacheca di fronte a loro, e picchiettò con l'indice sulla riga che enunciava Pozionisti. «Non so te, ma per me è una figata. Sono contenta.. davvero. Che poi mi sa pure che sei tra i pochi studenti di Hogwarts ad aver avuto un'assegnazione, quindi tanto di cappello in più. Come ti senti? Sei carico?» «È una figata della MADONNA, Ron! Va be' che Lumacorno sta fuori di capoccia ma va bene lo stessoooooooo!!!» La abbracciò nuovamente, prima di sciabolare le sopracciglia e tenderle una mano aperta. «Ma tornando per un attimo a noi: sgancialo 'sto danaro, eddai» scandì, con un cenno della testa verso la bacheca che parlava chiaramente: Harry Potter – Capitano Guarnigione. «Vale come Capo Auror, o no? Pure se io c'avevo visto sbagliato per Yagami... Va be', facciamo che ci andiamo a prendere una cioccolata e siamo pari? Abbiamo, tipo, un'oretta buca» Disse, cingendole le spalle con un braccio.
     
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    Dire che ci avesse sperato è probabilmente dire poco. La natura è sempre stata il suo mondo, la comfort zone nella quale meglio si muove, non sentendosi mai fuori luogo quando vi è immersa e trovando in essa il suo vero talento. La sua arma. Leggere quindi il suo nome di fianco alla cattedra di Pozioni le fa sgranare dapprima gli occhi, sorpresa e intimorita dalla sua giovane età e alla sua poca esperienza, se paragonata ad una tale responsabilità. È poi Tris che cerca tra la folla, Byron e altri dei volti responsabili probabilmente per quella scelta. Per quella fiducia. Un sorriso tronfio le gonfia le guance e continua ad allargarsi nel vedere il nome di suo padre scritto di fianco al posto che a cui è sempre appartenuto. Così come zia Hermione e zia Angelina. Si sofferma poi sul nome di Isabel, che è al suo fianco e con la quale è arrivata in Piazza. « Diventerai una signora Giles perfetta » commenta strizzando gli occhi per il divertimento nel pensarla nei panni del mentore di Buffy Summers. Non sa bene come definire il loro rapporto, di certo non nato nella maniera più convenzionale, essendo state assegnate l'un l'altra sul campo di battaglia come partner eppure nei mesi a seguire le loro strade si sono spesso incrociate per caso e Olympia ha cominciato a cercare di coinvolgerla, di tanto in tanto, in questa e l'altra occasione, senza troppe pretese. Così com'è accaduto quella stessa mattina, in cui le si è presentata davanti alla porta di casa con un cappuccino caldo tra le mani. « Se fossi in te sfrutterei al meglio l'occasione di lavorare a stretto giro con Eliphas. » Lo stesso Eliphas che ha sempre affascinato tanto Olympia nei pomeriggi passati insieme al Rifugio, lui e i suoi aneddoti dalle sfumature particolari e a tratti bislacche, lui e la sua esperienza immensa, lui e la sua comunità tanto varia quanto potente. « C'è un intero e vasto mondo dentro di lui. » Chiosa strizzandole l'occhio prima di individuare Malia, pochi passi più in là. Le sorride a sua volta e si congeda per il momento dalla bionda per avvicinarsi a lei, domandandosi se sia il caso di congratularsi. Le spire dell'Empatia le comunicano che no, non lo è decisamente. Cerca le parole giuste ma è l'intervento di Albus a salvare la situazione. « Allora, come ci si sente ad essere le nuove carogne? » « Una goduria, guarda. » Okay, forse non proprio a salvarla... Gli lancia un'occhiata delle loro, veloce ma abbastanza eloquente. « Non avevo ancora pensato al fatto che il ruolo di professore di Pozioni porta naturalmente con sé anche l'appellativo di carogna. Grazie mille, ora sì che sono più tranquilla. » Gli comunica con una risatina, prima di affondare le mani guantate nelle tasche, gli occhi che cercano il ciuffo ribelle tra le persone intorno a te. « Congratulazioni, davvero. Avete una responsabilità un sacco grossa, ma so che farete un ottimo lavoro. » « Lympy, mettiamoci d'accordo subito: una dozzina li avveleni tu, il resto ci penso io a buttarli giù dalla scopa. E direi che siamo a posto. » Stringe le labbra in un sorriso e scuote la testa. « E privarmi così di tutto il divertimento sul nascere? Giammai. » Risponde con la guancia destra che si gonfia con una smorfia prima di spalmarsi il palmo della mano sulla fronte, a simboleggiare un' "Eureka!" « Oh cielo, ecco come ribalterò l'eredità di questa cattedra e diventerò la preferita di tutte le nuove generazioni. Un po' di piantine speciali per tutti, che sciocca a non averci pensato prima! » Sciabola le sopracciglia con evidente ironia. « E.. non so, stavo pensando che stasera sarebbe carino festeggiare. Papà specialmente. Credo che gli farebbe piacere. » Annuisce, le pappe che diventano leggermente rosse per la felicità. « Potremmo organizzare qualcosa di simile al suo quarantesimo compleanno, con quei giochi a tema che aveva organizzato mamma -» prende a dire, lasciando a briglie sciolte il suo cervello «- e anche qualche gioco stupido. Poi devo prendergli per forza una coroncina e la fascia da Mister Auror 2022. Chiederò a Lily se mi presta lo scettro di Sailor Moon per aiutarmi ad adattarlo al tema. » All'idea di suo padre agghindato come una Miss scoppia a ridere per qualche istante buono, con tanto di leggere lacrime che le riempiono gli occhi. Si ricompone respirando a fondo.
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    « Senza dimenticare però di festeggiare anche il nuovo incarico di Mun - a proposito la trovo qui in giro? - e il nuovo assetto del Gruppo. Ho visto che hai delle interessanti leve quest'anno. » Inarca le sopracciglia, spostando lo sguardo dal fratello a Malia, prima di seguire quello di quest'ultima. «Ehy, ciao Olympia L'enfasi che Murphy mette nelle sue parole e il sorriso grande che le rivolge le fa sbattere gli occhi per qualche istante, imbambolata, prima di riprendersi. « Ciao a...voi! » Saluta la mora e Peter, sul cui fianco scivola per carezzargli il braccio. « Stavamo giusto parlando di festeggiare questa sera. Una simil festa a sorpresa per papà » comincia a dire lanciando un'occhiata al fratello per soppesarne la reazione, dati i trascorsi con il Paciock. Ma è storia decisamente passata, una festa può essere un ottimo modo per sotterrare l'ascia di guerra. « Sono certa che vorrebbe sia Neville che Ernie accanto, sentitevi quindi invitati. » Sorride ad entrambi, cercando di apparire quanto più tranquilla e serena possibile con Murphy prima di concentrarsi su Peter. Lo stesso Peter che è stato assegnato al reparto ingegneristico e di cui non conosce i pensieri a riguardo. « Devi aver lasciato qualcuno davvero a bocca aperta con una delle ricostruzioni che hai fatto qua intorno oppure avranno pensato bene che squadra che vince non si cambia e quindi sarebbe stato davvero un peccato dividere i fratelli Paciock a questo punto. » Cerca di tastare il terreno fissandolo senza battere ciglio. « Chi dice che tu non possa sfruttare la cosa per costruirti il palcoscenico di domani? » E lo intende letteralmente mentre gli stringe la mano e strofina la punta del naso contro il tessuto che veste il suo braccio prima di depositarvi un bacio veloce. « Può essere un'idea? »

    Interagito con Sol, Malia, Albus, Murphy e Peter.
    Menzionati Tris, Eliphas e Mun.



    Edited by anesthæsia¸ - 12/12/2022, 22:49
     
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