It's the most wonderful time of the year

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    Murphy fece un passo indietro, poggiandosi le mani sui fianchi con un sorriso soddisfatto in faccia. Probabilmente anche Da Vinci aveva fatto un’espressione del genere dopo aver concluso la Gioconda. Ma nel caso della giovane Tassorosso non si trattava di un dipinto destinato a diventare un capolavoro senza tempo, bensì di un alberello spelacchiato che aveva cercato di abbellire in ogni modo. Lo aveva comprato da quel tipo fuori dalle mura di Hogsmeade, quello che aveva sempre un’ascia arrugginita accanto a sé, forse per dimostrare che aveva tagliato lui stesso quegli alberi, forse per dimostrare che non era particolarmente aperto a trattare sul prezzo. Naturalmente l’attenzione di Murphy era stata subito attirata da un bell’abete alto almeno un metro e ottanta di un bel colore verde bosco con gli aghi così fitti da far sembrare l’albero già perfetto così. Purtroppo superava di gran lunga il sui budget -che dopo aver frugato nel portafogli ammontava a sei galeoni, nove falci, un bottone e la carta stropicciata di una caramella. Sapeva di non poter fare affidamento su Amelia, la sua compagna di stanza allo studentato. Amelia somigliava al Grinch, non tanto per la colorazione verdognola della sua pelle che sembrava conferirle sempre un’aria malaticcia o per la postura ricurva forse perché se ne stava tutto il giorno sui libri, ma perché non sembrava minimamente interessata al Natale e a tutto ciò che gli girava intorno. “Se vuoi fare un albero sappi che non sborserò una sola falce.” Le aveva detto, alzando per un attimo lo sguardo da un grosso libro. ”E anche tu, non hai da fare nient’altro? Quando tutta questa sciocchezza sarà finita e i corsi di studio ricominceranno ti pentirai di non esserti avvantaggiata in questo momento.” Ad osservazioni del genere, solitamente Murphy rispondeva annuendo, con un’espressione vacua sul volto. Sembrava non volerle dare ragione, ma neppure torto, perché si sa come si dice, no? I pazzi vanno sempre assecondati, e non si sarebbe stupita se dopo aver messo in dubbio le parole di Amelia il giorno si sarebbe ritrovata una testa di cavallo sul letto. Magari stava esagerando, ma non si poteva mai sapere. Dopo aver visto il prezzo del bell’albero -e l’ascia del tipo-, aveva osservato tutti gli altri, senza emettere un fiato. Quello no, quello neanche.. Alla fine l’unico che poteva permettersi era un alberello esile al quale mancavano palesemente diversi rami, un po’ spelacchiato e dal colore che un albero di Natale dovrebbe avere solo in punto di morte. Poco importava. Sarebbe riuscita a farlo sembrare l’albero di Natale più bello del mondo, si era detta. Quando era rientrata allo Studentato era stato impossibile non sentirsi addosso lo sguardo giudicante di Amelia che, tuttavia, non emise un fiato. Ma nulla avrebbe scoraggiato la giovane Tassorosso, neppure il fatto di condividere lo stesso spazio vitale con Ebenezer Scrooge in carne ed ossa. Lo aveva piazzato in un angolo, rovesciandogli addosso qualsiasi cosa, come si fa quando si cerca in tutti i modi di migliorare qualcosa ma l’unica cosa di cui avresti bisogno è un miracolo. Come quando durante le interrogazioni non sapeva una risposta e allora cominciava a girarci intorno, soffermandosi su ogni sciocchezza e sperando che l’ora passasse velocemente. Ma come diceva suo nonno: “Puoi mettere del rossetto ad un Troll, ma rimarrà sempre un Troll”. Lo stesso valeva per l’albero di Natale che, tuttavia, agli occhi di Murphy pareva prendere forma. Ci appese palline, nastri colorati, fotografie alle quali aveva fatto un buco e messo dello spago, luci e un puntale a forma di stella. Sì, andava più che bene (nonostante le fosse parso di sentire Amelia grugnire un paio di volte). Poi si fece una cioccolata calda e indossò un maglione caldo crogiolandosi in quell’aria che la faceva sentire la protagonista di qualche romantico film natalizio. Chissà, magari ad un certo punto Tuesday Mortimer avrebbe suonato alla sua porta con in braccio dei cartelloni scritti da lui. Sul primo ci sarebbe stato scritto di dire ad Amelia che erano i cantanti di strada e poi le avrebbe dichiarato il suo amore. Ok, magari aveva visto “Love Actually” troppe volte, ma sognare non fa mai male, soprattutto a Natale. Se aveva cercato di distrarsi perché altrimenti avrebbe fatto troppo presto, ora rischiava seriamente di essere in ritardo. Mancavano meno di quindici minuti alle sedici quando, rischiando di lasciare l’incolumità di un ginocchio sulle scale ricoperte da un leggero strato di nevischio, uscì di corsa infilando il berretto fino a coprire le orecchie. Mentre si dirigeva a grosse falcate verso il punto di ritrovo stabilito con Veronica fu assalita da mille dubbi: aveva riempito il contenitore dell’acqua di Obi-Wan? Aveva chiuso bene la porta? Aveva spento la luce in bagno? L’unica cosa di cui era certa era che non aveva il tempo necessario per tornare indietro. Sperava con tutta sé stessa che il suo porcellino d’India sapesse spegnere un incendio qualora se ne fosse presentato uno. Rallentò il passo, certa che il suo cuore sarebbe esploso e che se fosse morta in quei giorni avrebbe rovinato per sempre il Natale alla sua famiglia. Inspirò a fondo e l’aria fredda e pungente parve servire da unguento ai suoi polmoni affaticati. C’era musica nell’aria. Guardandosi intorno notò che c’era un piccolo coro che intonava canti natalizi nel parchetto accanto al “Testa di Porco”. Aveva sempre pensato che Hogsmeade nel periodo natalizio fosse incantevole. I bambini entusiasti correvano come impazziti, trascinando i poveri genitori da una vetrina colorata all’altra, puntando il peluche o il trenino che consideravano più carino e dicendo che sarebbe stato proprio quello il dono che avrebbero chiesto a Babbo Natale.
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    Anche per la Macmillan fu impossibile non rimanere rapita dall’impegno che avevano messo i negozianti per abbellire la loro vetrina. Le luci si accendevano ad intermittenza, tutte colorate, alcune messe in modo tale che formassero scritte di auguri. Alcuni venditori avevano usato per i loro allestimenti un incantesimo che faceva scendere la neve dal soffitto. Questa scendeva lenta, quasi a rallentatore, posandosi sugli articoli esposti ma senza bagnarli. Si potevano contare i fiocchi, osservandone le decine di forme diverse. Era uno spettacolo a dir poco straordinario. Lanciò un’occhiata all’orologio. Mancava ancora qualche minuto alle sedici. Era sicuramente merito di quello che tutti chiamano “miracolo di Natale”. Si guardò intorno, cercando di riconoscere Veronica. Aveva sbirciato le sue foto sui social attenta a non far partire qualche “like” su vecchie foto così da sembrare una vecchia stalker o chissà cos’altro. Ma nessuna delle persone nei dintorno le pareva Veronica. Perciò tirò fuori il telefono, entrò su Whatsapp e decise di mandarle un messaggio.

    Murphy Macmillan
    Murph💫
    online
    < Le mucche fanno "mu", ma una fa "mu-murphy" 🐮



    [5:57] Ehy, Veronica!
    > Io sono arrivata adesso da Mielandia 🤗
    > Ti aspetto qui.
    > PS. Se può servirti, ho un berretto arancione e la sciarpa dei Tassorosso.

     
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