Wicked

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    jack in the box

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    Quest'anno si era tenuto alla larga dall'albero di Natale. Dopo l'incidente al Secret Santa dello scorso Natale si era ben guardato dal toccare quell'iconico alberello che pure tanto lo incuriosiva. Dopo svariate ricerche sulla festività aveva capito a livello teorico pressoché tutto quanto, trovando lo spirito natalizio e tutte le particolarità di quella ricorrenza molto interessanti. Gli piaceva il fatto che gli ambienti venissero addobbati con luci e ghirlande, così come trovava molto dolce l'invenzione di un vecchio signore barbuto che girava il modo a bordo di una slitta volante per portare i regali a tutti i bambini buoni. Certo, quel piccolo dettaglio della divisione in buoni e cattivi un po' continuava a confonderlo, perché in primis non era semplice mettere una linea netta di distinzione tra le due categorie, e in secondo luogo bisognava applicarle ai bambini, il che complicava ulteriormente la situazione. Perché insomma, posso comprendere a grandi linee quale possa essere la definizione di un adulto cattivo. Ma un bambino? Cosa può fare un bambino di inerentemente malvagio? Gli erano stati fatti degli esempi pratici, tipo spingere i compagnetti giù dall'altalena era reputato un comportamento da bambini cattivi. Ma lui e i suoi amici da piccoli ci giocavano tutto il tempo a spingersi giù dalle altalene. Era divertente e non c'era nulla di male. « E poi non capisco nemmeno perché il carbone sia un regalo
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    punitivo. È un combustibile pronto all'uso. Utilissimo in realtà. Con sufficiente carbone accumulato, in realtà puoi regalare a tuo figlio l'indipendenza economica con cui potrà acquistare tutti i giocattoli che vuole. Non capisco il senso. »
    Sentenziò a fronte aggrottata, mentre osservava Sol intenta a togliere le palline dall'albero. Fedele alla propria promessa di non avvicinare un dito a quel pezzo d'arredo, aveva reclutato una delle tirocinanti per aiutarlo nel compito di ripulire la Biblioteca di Hogwarts dai vari orpelli natalizi in vista del ritorno dei ragazzi dalle vacanze. Lui, dal canto suo, si concentrava su qualunque altra cosa non fosse catalogabile come un essere vivente. Per quell'anno gli elfi avevano deciso di fare le cose in grande, forse perché consapevoli di quanto la gente lì dentro avesse bisogno di distrazioni. Avevano appeso lucine ovunque, ghirlande, neve finta e chi più ne ha più ne metta. Rintracciare ogni segno del loro passaggio era forse la parte più difficile e a tratti sembrava quasi una caccia al tesoro. « Per il mio compleanno ho sempre ricevuto libri, minerali o animali conservati in liquido. Beh.. gli ultimi solo per i compleanni speciali e le celebrazioni importanti, in realtà. » Sorrise tra sé e sé mentre arrotolava un trancio di luci da riporre nella scatola. « Un po' mi viziavano, lo ammetto. » Ma in fin dei conti era solo un sintomo di quanto i suoi genitori ci tenessero alla sua educazione. Eliphas era sempre stato un bambino particolarmente curioso e dedito allo studio. Non chiedeva stupidi giocattoli voodoo come gli altri bambini, ma preferiva di gran lunga oggetti che potessero tornargli utili nell'apprendimento delle arti occulte. Sospirò, provando un po' di nostalgia al ricordo dei suoi anni di formazione passati in giro per il mondo, nomade insieme a suo fratello tra un avamposto warlock e un altro. Era così che funzionava nella loro comunità: i bambini venivano mandati presto via di casa e non stavano mai troppo a lungo nello stesso posto. Questo serviva a favorire il contatto tra culture diverse, la capacità di adattamento e l'apprendimento di altre lingue. « Vabbè.. immagino che per i vostri standard, ciò che ricevevo io fossero regali da bambino cattivo. » Ridacchiò, sigillando la scatola delle lucine con il passaggio del proprio ditale sulla chiusura, la quale creò una viscosa sostanza scura simile a colla sul cartone. Ma se i bambini cattivi ricevono miniere di carbone e quelli buoni dei giocattoli inutili con piccole parti che se ingerite per sbaglio potrebbero soffocarli.. beh, forse c'è qualcosa di sbagliato nel vostro di sistema. Rimase in silenzio per qualche istante, concentrato a staccare dell'ovatta simil-neve da uno scaffale. Continuava a pensare a quelle tradizioni, a quanto fossero diverse dalle sue, a quanto la mentalità della comunità in cui era cresciuto fosse a tratti inconciliabile con quella con cui si ritrovava ormai a fare i conti quotidianamente. Inutile dire che a più di un anno di distanza dal suo arrivo ad Hogwarts, Eliphas trovava ancora difficile integrarsi. Sapeva quanto i suoi discorsi potessero risultare bizzarri ai più, così come sapeva quanto pregiudizio esistesse ancora nei confronti degli warlock. Alcuni erano più aperti di mente, altri mascheravano meglio la loro rigidezza, ma ce ne stavano comunque molti ancora incapaci di comprendere quella diversità senza vederla come un pericolo. Come io a tratti non capisco le vostre usanze, immagino che anche le mie possano apparire altrettanto incomprensibili. La figura di Babbo Natale e tutto ciò che vi ruotava intorno erano solo la punta dell'iceberg nella sua confusione. A pensarci è una cosa molto capitalista: il comportamento conforme e compiacente dei bambini viene premiato con beni di consumo che stimolano il consumismo e l'accumulo. Mentre la minaccia del contrario argina atteggiamenti di sfida nei confronti dell'autorità. A livello sociale ha il suo senso. Chi ha tanto è buono, chi non ha nulla è cattivo. A rifletterci era una lettura forse un po' cinica e triste di quell'usanza, ma agli di un estraneo era questo ciò che emergeva. « Forse dovremmo far trovare qualcosa per i ragazzini che hanno perso i propri cari. » esordì dopo un po', sulla scia di quei pensieri. « Cioè.. immagino che per forza di cose non abbiano ricevuto molto. Non vorrei che prendessero una tossica ottica calvinista e associassero il loro stato di povertà a una punizione divina, capisci? » Cose che capiva solo Eliphas, in realtà. Si sistemò meglio gli occhiali sul naso, voltandosi poi in direzione di Sol. « Probabilmente avranno già passato un Natale di merda, ma una sorpresa al loro ritorno non guasta. » Fece una breve pausa, riflettendoci un istante. « Il carbone quindi non è socialmente accettabile, giusto? »


     
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