written on these walls are the colors that I can't change

privata, Galathea

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    L'odio, la diffidenza: due sentimenti che hai sempre rinnegato ma che adesso stanno iniziando ad attanagliarsi intorno al tuo cuore. Si sono risvegliati dentro te nel momento in cui hai sentito di nuovo quella pressione sociale piombarti addosso, quella consapevolezza di essere diversa dagli altri, quel legame con le tue radici che non sai mai dove ti porterà. E hai paura di guardare più a fondo, di definire la sostanza di quel legame. A forza di cercare la sorgente delle cose finisci per trovarla e sei costretto a berne ma senza dire con sicurezza che ti possa piacere. O che non possa avvelenarti. Sei finita ad Iron Garden, alle porte di Londra, senza sapere bene come e adesso cerchi un modo per farti andar bene questa nuova parentesi della tua vita. Sei stata buttata e tagliata fuori da una società che hai cercato di conquistare a piccoli passi, spesso nascondendoti dietro diverse bugie. L'unica cosa che sembra rincuorarti è che vivi con altre creature magiche che sono state accolte, come te, in quell'angolo remoto della città. La vegetazione ha preso il sopravvento e hai deciso di aiutare Galathea nella bonificazione dell'area. La ragazza non ti è nuova: vi conoscete già perché spesso hai preso parte alle feste organizzate dagli warlock o hai collaborato con questi ultimi, tenendo fede al rapporto che lega la tua comunità (ondine) alla loro. Un volto amico non può che farti bene, che farti pesare meno quella condizione alla quale sei costretta adesso. Quella mattina ti sei alzata presto, ti sei recata alla mensa comunitaria per fare colazione in compagnia della ragazza. «Beh, per essere una mensa sanno fare un caffé accettabile.» Scherzi, tanto per smorzare l'atmosfera e rendere la conversazione naturale come se stessi facendo una colazione normale in uno di quei bar che tanto ami frequentare. Non sai dire«Però i croissant non sanno nemmeno su quale pianeta abitano.» Infatti ti sei buttata sui pancake e una bowl di yogurt greco e frutti rossi che non sai nemmeno se riuscirai a terminare perchè hai paura di quei chili in più che non vuoi più riavere. Il tuo rapporto con il cibo non è mai stato dei migliori, l'hai sempre visto come una valvola di sfogo quando le tue emozioni prendevano il sopravvento e tu non riuscivi a gestirle. «Questa mattina siamo solo noi o ci raggiungerà anche qualcun altro?» Le chiedi mentre uscite dalla mensa e vi dirigete verso la serra, non conosci ancora chi ha preso parte a quell'iniziativa ma speri si formi un bel gruppo. «Caspita! C'è davvero tanto da fare.» Ti lasci sfuggire questo commento, dovuto al vedere per la prima volta la serra. Avresti potuto svolgere qualsiasi altro lavoro all'interno del ghetto ma hai scelto questo ripiego perché è la cosa che sai fare meglio. Quello che non vuoi ammettere a te stessa è che forse hai scelto questo lavoro perché non vuoi tentare di imbarcarti in acque inesplorate, hai bisogno di avere una sicurezza alla quale aggrapparti per tenere insieme tutti i pezzi. In fondo la natura su di te ha sempre avuto un effetto benefico, complice questo vostro legame che vi tiene insieme: per te le piante non conoscono segreti, riesci sempre a captare le loro emozioni e ciò di cui hanno più bisogno. «Cosa avevi in mente per questo posto?» Le domandi, iniziando a studiare la struttura e avvicinandoti all'edera e alle varie sterpaglie che bloccano l'ingresso. La tua mente inizia già a lavorare, a pensare ad un modo per rendere quel posto gradevole e soprattutto vivibile. «Potremmo farlo diventare un luogo di ritrovo, che ne pensi?» A quel punto sposti il tuo sguardo sognante sulla ragazza. «Qui, all'ingresso, mi immagino dei tavolini con delle sedie o addirittura delle panchine mentre sul retro si potrebbe mettere un gazebo. Non so, potremmo creare una specie di area relax o un angolo lettura.» Ricreare i luoghi che hai imparato a conoscere ad Hogwarts e che hai frequentato fino al giorno del tuo ingresso nel ghetto, ti sembra il modo migliore per non sentirti in gabbia. Ti inginocchi sul cesto degli attrezzi e raccogli un paio di guanti, quelli ti aiuteranno ad evitare di farti male mentre sdradichi le varie sterpaglie. «L'edera non la toglierei, potremmo usarla per creare una specie di pergolato all'ingresso.» Ormai hai preso a cuore quell'attività e desideri portarla al termine nel migliore dei modi, per questo le tue idee scorrono dalla tua bocca come un fiume in piena e speri che vengano accolte da Galathea.


    Edited by la vie en rose. - 18/10/2023, 16:30
     
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