Standing Next to You

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    dauntless

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    Si era gettato sotto la doccia abbastanza velocemente. Al di là di tutto, ne aveva bisogno. Un po' per routine, un po' per lasciare che l'acqua fredda lavasse via tutte quelle emozioni forti che avevano rigato il suo volto e un po' perché aveva davvero necessità di riflettere e sbollentire. Ciò che gli aveva detto Mia non era un'informazione qualunque, non era un semplice "la vita nel ghetto è brutta e vorrei andarmene", ma molto di più. Si trattava di qualcosa che, ne era certo, sarebbe rimasto con lui più di tante altre preoccupazioni; qualcosa a cui avrebbe ripensato costantemente, in ogni momento, chiedendosi se lei fosse lì, se fosse in pericolo, se le stessero facendo del male mentre lui si trovava altrove. E se poi non fosse finita lì? Se accettare di mettere piede in quel ring in cambio di soldi e qualche libertà fosse solo l'esca per condurla ad altro? La sola idea lo disgustava, riempiendolo di una rabbia cieca che non avrebbe nemmeno saputo a chi rivolgere. E ne aveva tutte le ragioni; conosceva quel mondo abbastanza bene da sapere quanto pericolosi fossero i patti stretti col diavolo. L'accordo non è mai del tutto quello pattuito; ogni vantaggio che credi di ottenere ti verrà ritorto contro o fatto pagare a caro prezzo. Non era solo una preoccupazione, ma quasi una certezza. Se Mia si era affidata di sua spontanea volontà alla volontà di quelle persone, nessuno poteva garantirle che la volontà di oggi sarebbe stata la stessa di domani e che prima o poi non avrebbero preteso di più. Ogni circolo malavitoso funzionava alla stessa maniera, per effetto centripeto: una volta entrato nel giro venivi sempre più trascinato verso il centro anche contro la tua volontà. Raiden, che in quel buco nero ci si trovava con tutte le scarpe, questo lo sapeva bene. Ma io non ho tante altre scelte. E comunque ho una carta in più di loro, nella manica: sono un mago. Se si dovesse arrivare al peggio, avrei comunque un vantaggio, per quanto sia bene non abusarne. Tu invece no, Mia. Tu non solo non hai il coltello dalla parte del manico, ma ce l'hai proprio puntato addosso e hai le spalle al muro. Più ci pensava e più non riusciva a capacitarsi di come avesse potuto fare una scelta tanto sciocca. Sospirò frustrato, chiudendo il getto con un movimento secco prima di uscire dalla doccia e asciugarsi sommariamente. Si avvolse dunque l'asciugamano grande in vita, tamponandosi i capelli con un altro pulito per poi uscire dalla stanza, trovando Mia esattamente dove le aveva detto di essere. Ah quindi ogni tanto mi ascolti pure. Buono a sapersi. Di norma sarebbe andato subito a cambiarsi, ma quella sera Raiden aveva voglia forse di testare la pazienza della povera Mia. Infatti rimase nella stanza come se nulla fosse; controllò il telefono, chiuse la finestra, prese un bicchiere d'acqua - tutte cose normali. « Non c'era molto.. Ho fatto -
    ho fatto uhm.. dei french toast.. Va bene? »
    Le rivolse lo sguardo, riuscendo a non sorridere soddisfatto dal suo imbarazzo solo grazie al fatto che le sue labbra fossero impegnate a bere dal bicchiere. Si limitò ad annuire, facendole cenno con la mano che sì, andava bene, per poi raggiungere il divano, dove si lasciò cadere seduto in maniera scomposta. Agguantò uno dei toast dal piatto, divorandolo piuttosto velocemente nel silenzio che era caduto. Un silenzio che forse Mia percepiva come teso, ma che per Raiden suonava quasi comico; era soddisfacente, avere gli occhi di lei addosso, sapere di averla messa in una posizione di tensione. Ne aveva bisogno. Aveva bisogno di sentirsi così, di avere la certezza che non fosse solo lui a desiderare lei. Finito l'ultimo boccone, il giovane Yagami sollevò lo sguardo in quello di lei, portandosi le dita alle labbra per ripulirle dai residui di cibo in maniera piuttosto eloquente. La risposta di Mia non si fece attendere. Our safeword is mango. Sorrise sornione, piegando lievemente il capo. Sounds solid. Abbassò dunque lo sguardo su di lei, umettandosi le labbra a quell'immagine. I want to negotiate. Una risata sarcastica uscì subito come uno sbuffo dalle narici del ragazzo, che tuttavia non riusciva a smettere di seguire con lo sguardo i movimenti di lei. Of course you do. Il suo tono era pregno di sarcasmo e al tempo stesso quasi di biasimo, come se il solo fatto che Mia potesse concepire di negoziare su qualcosa che serviva a proteggerla fosse offensivo. Un po', forse, lo era. You want me out of there? Fine. I'll do it. But it's not that easy. I can't just leave it. I'll figure something. Sbuffò, questa volta però più distrattamente. I do want permission to do something else. I need to be able to go out of there, one way or another. I need it. I need my way out. Because I want to see you. You can't keep me in that cage. That's off limits. Non ebbe nemmeno il tempo di ribattere che un gemito basso venne strappato dalle sue labbra quando quelle di Mia inglobarono la sua intimità. Istintivamente sollevò il bacino per andarle incontro, aggrappandosi con le dita ai capelli di Mia e gettando la testa all'indietro mentre quella prima ondata vertiginosa di piacere lo investiva improvvisa. Don't leave me there. You can't keep me away. Please. Pretty, please. It's not the money. I want you. I want to be with you. I want to help you. Ogni tocco, ogni bacio, era come un ferro rovente che si imprimeva sulla sua pelle, alimentando quell'eccitazione di cui a lungo si era ritrovato ad essere privato. Ciò sembrava renderlo solo più affamato, più debole ai trucchi di lei. In cuor suo avrebbe solo voluto dire sì a qualunque cosa lei chiedesse, anche la più assurda e irragionevole. Forse lei lo sapeva, riusciva a percepirlo. Ma Raiden sapeva altrettanto bene di non poterselo permettere - non tanto per una necessità di tenere il punto, ma perché ne andava della sicurezza di lei e di Haru. Non era facile, tuttavia, trattenersi dal cedere. Dovette mordersi l'interno delle labbra per tenerle chiuse, attutendo anche il suono del mugolio che rimbombava nel suo petto. I'll take good care of you, I promise. Non appena le labbra di Mia si staccarono da lui, un soffio frustrato uscì dalle sue narici. Lasciò la presa dei denti, sentendo solo ora il sapore ferroso di qualche goccia di sangue in bocca per la forza con cui li aveva affondati nella carne. You minx. Disse tra i denti, osservandola con un misto di desiderio, frustrazione e stizza. Do you see fear or disgust Raiden? Strinse i denti, stirando un sorriso forzatamente angelico. I see a spoiled little slut who wants attention. That's what I see. Parole a cui seguì un gemito roco in risposta ai movimenti di Mia. Gemito che si infranse presto contro le labbra di lei, su cui si avventò famelico, stringendole con più forza i capelli mentre la mano libera cercava il suo fianco, strisciandovi in una carezza pesante che arrivò presto a far presa sul suo gluteo. I can't leave it if I don't have any alternatives. But I'll deal with it, I promise. What do I have to do for your to trust me? Just tell me! Forse non doveva chiederglielo. Forse sarebbe stato più saggio non dargli un'apertura per dettare ulteriori condizioni. Ma forse ancora, il risultato finale non sarebbe cambiato in ogni caso. Raiden aveva le idee piuttosto chiare riguardo al modo in cui le cose dovessero andare, e testardo com'era, era molto difficile farlo vacillare o schiodargli dalla testa quelli che lui si era fissato come punti cardini. Con velocità famelica le dita del giapponese si infilarono sotto la canottiera di Mia, sfilandogliela e sganciandole con uno schiocco il reggiseno. Tutti indumenti che finirono gettati a casaccio, senza curarsi di dove venivano lanciati. Voleva solo toccarla, sentire il calore della sua pelle, il suo respiro pesante, percepire il piacere che le sue mani le lasciavano sul corpo. Voleva scoprire quanto fosse sensibile, se il tempo passato in astinenza avesse reso anche lei più suscettibile e tesa. Le mani di Raiden si chiusero a coppa sui seni di Mia, stringendo la carne morbida e prendendo tra le dita la punta sensibile mentre sorrideva contro le sue labbra nel sentire i piccoli nodi farsi più rigidi. Un bacio che si faceva sempre più affamato, spostandosi lungo il suo collo per farsi spazio verso il petto, raggiungendo uno dei due seni e facendo guizzare la lingua fuori dalle labbra per rotearla attorno alla punta prima di inglobarla. Mh.. that's right, you gotta earn my trust, baby. And you don't have much after the stunts you pulled. Disse tra un bacio e l'altro, alternando piccoli tocchi circolari a contatti umidi delle sue labbra. You obviously can't take care of yourself. But being so careless? That's something I can't afford to have around. Sbuffò piano sul suo seno, allontanandosi lentamente per poggiare la schiena contro il divano. Rimase in silenzio per alcuni istanti, godendosi la bellezza del corpo di lei e provando al contempo un senso di rabbia sotterranea a quei segni che ne calcavano la pelle candida. Dopo un po', tuttavia, alzò lo sguardo negli occhi di lei, fermo. « Facciamo così. Tu smetti di andare a quegli incontri. Da subito. Non voglio sentire altre scuse del cazzo. Te ne chiami fuori e fai la brava lavorando a testa bassa per un po'. Se riesci a rimanere fuori dai guai e tieni la testa a posto, dimostrandomi che sai essere responsabile - allora forse, se mi avrai convinto, potrò considerare la tua proposta. » C'erano tanti se e tante condizioni in quell'affermazione, ma d'altronde non stavano nemmeno parlando di uscire una domenica a prendersi un gelato. Ne andava delle loro vite. A quel punto sospirò, facendo scorrere le dita lungo il busto di Mia. Still, you have to learn that your actions have consequences. A concept that it's pretty unfamiliar to you, given how fucking spoiled you are. Nel parlare le mani di Raiden scesero lungo i fianchi di Mia, solo per ribaltarla non appena le parole finirono di uscire dalle sue labbra. Con un movimento veloce la mise a pancia all'ingiù sulle proprie ginocchia, strattonandole i pantaloni giù dalle gambe con gesti secchi fino a liberarsene del tutto. Un primo colpo si infranse quasi immediato sulle natiche di Mie, schioccando sonoro nel silenzio. You want to be such a big girl but you get upset as soon as your daddy doesn't pay you enough attention. Isn't that true? A quella domanda seguì un altro schiocco, più forte, e poi un altro ancora. Di norma Raiden tendeva sempre a moderare la forza in momenti del genere, ma quella volta non lo fece, lasciando impronte rosse piuttosto visibili sulla pelle di lei. Dopo un altro scocco vigoroso, le dita del ragazzo fecero presa sul suo interno coscia, divaricandole le gambe quanto bastava a scoprirle l'intimità ancora coperta. Si fermò, tuttavia, nell'incontrare con lo sguardo la piccola chiazza che scuriva gli slip di Mia. Prima sorrise, nel realizzare, poi il sorriso si trasformò in una risata. Awww how long have you been like this baby? Glielo chiese con tono accondiscendente e canzonatorio, passando lentamente l'indice sopra quel punto umido della stoffa. Guess it explains why you were so adamant on not wanting to leave, mh? Senza avvisarla, scoccò un colpo proprio lì, direttamente sulla sua sensibilità. Will I find a mess there? Will I find you all wet and sensitive if I get inside your panties? Domande che sembravano accompagnare la strada delle sue dita, le quali risalirono in carezze lungo le cosce di lei, fino a scansare di lato lo slip con sin troppa lentezza, rivelando l'intimità di lei. Fuck, you're such a needy slut. Un commento tra i denti, carico di un'eccitazione che riusciva a malapena a contenere e che si esplicitava nella presa ferrea che la mano libera esercitava sulla coscia di lei per tenerla ben inchiodata. Però voleva prendersela comoda, forse proprio in una forma di punizione che le sarebbe rimasta ben più impressa di qualunque schiaffo. Esposta al sua sguardo, ogni sensazione era non solo percepibile, ma anche ben visibile. La guardava come un gatto guarderebbe un topolino in difficoltà, mentre le dita indugiavano crudelmente sulle labbra esterne senza mai toccare i punti più nevralgici. It's kind of a shame that you felt so entitled to let other people ruin what belongs to me. I thought you didn't care about me anymore. But apparently you're just helplessly dumb. Fece una pausa, fermandosi con le dita ad appena un soffio dalla sensibilità di lei. Tell daddy how much of an helplessly dumb slut you are. Proferite quelle parole, le dita di Raiden scivolarono nell'intimità di lei, con una tale facilità che il giapponese non poté fare a meno di sbuffare una piccola risata al suono che quell'intrusione produsse. Ruotando lentamente, le coprì degli umori di lei, poggiando il pollice sul piccolo nodino esterno per disegnarvi piccoli cerchi mentre il medio e l'anulare si arricciavano per raggiungere il suo punto più sensibile. Movimenti che iniziarono come crudelmente lenti, solo per farsi mano a mano più veloci nel tentativo di portarla sempre più vicina all'apice. E appena lo sentì avvicinarsi, ritrasse immediatamente la mano, assestandole un colpo sulle natiche. Maybe I should just leave you like this until you actually do what you're told. It would be the safest and fastest way, probably. Rise, appoggiandosi meglio allo schienale mentre tamburellava le dita sulla coscia di lei, osservandola in viso con un sopracciglio inarcato. « Allora? Accetti le condizioni? O questo o nulla, Mia. » Una situazione che comunque non intendeva lasciare così, nella stasi di una scelta in cui Mia poteva riflettere anche solo un poco lucidamente. Preferì infatti infierire, carezzando piano la pelle delle sue cosce fino a tornare alla sua intimità, ricominciando d'accapo quel gioco di estenuante tensione che aveva le fattezze di una vera e propria tortura. « Puoi rifletterci, tranquilla, io non ho nulla da fare. » Ma più che una concessione magnanima sembrava una beffa, vista la lentezze con cui carezzava l'area intorno alla sua intimità, prendendosi tanto tempo quanto in precedenza per affondare nuovamente le dita dentro di lei, riprendendo il ritmo - intenzionato a continuare quel gioco fin quando non avrebbe ottenuto la risposta desiderata.



    Edited by thunderous - 29/11/2023, 03:20
     
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    Doveva aver perso la testa, Mia, perché ad un certo punto la sua testa sembrava essersi svuotata completamente di ogni pensiero. Voleva solo raggiungerlo, baciarlo, toccarlo e lasciarsi a sua volta inglobare da quello spazio comune che condividevano, e di cui, si rendeva conto sempre più spesso, non sapesse farne a meno. Mh.. that's right, you gotta earn my trust, baby. And you don't have much after the stunts you pulled. You obviously can't take care of yourself. But being so careless? That's something I can't afford to have around. Lo osservava con bramosia, mentre indugiava sul suo petto scoperto, stringendo le dita tra i capelli bagnati. E poi di colpo si distanziò, portandola a scorrere le dita affusolate sulla pelle color piele mentre seguiva la traiettoria di alcune goccioline cadenti provenienti dai capelli bagnati. Aveva sempre trovato Raiden il ragazzo più attraente che avesse mai visto, ma ora le sembrava fosse ancora più bello. C'era qualcosa in quell'aria pericolosa, proibita, che la faceva semplicemente inpazzire. « Facciamo così. Tu smetti di andare a quegli incontri. Da subito. Non voglio sentire altre scuse del cazzo. Te ne chiami fuori e fai la brava lavorando a testa bassa per un po'. Se riesci a rimanere fuori dai guai e tieni la testa a posto, dimostrandomi che sai essere responsabile - allora forse, se mi avrai convinto, potrò considerare la tua proposta. » Mia inclinò la testa di lato osservandolo con attenzione. Non sapeva cosa rispondergli, nello specifico, se ci fosse davvero qualcosa che Raiden volesse sentirsi dire. Logicamente, era convinta che la sua richiesta non fosse così semplice da attuare. Aveva senso che fosse preoccupato, che cercasse con ogni mezzo di tenerla lontanata da quel luogo, da quegli incontri. Aveva d'altronde un aspetto terribile, e svelando il proprio corpo, non avrebbe fatto altro che peggiorare. Al contempo però, non era certa che fosse così semplice quella rinuncia. Le persone con cui aveva a che fare, era certa, non fossero né meglio, né peggio di quelle con cui aveva a che fare Raiden. Certo, vogliono altre cose, e sembrano felici finché possono ottenere ciò per cui arruolano le creature. Ma non era sicura che presentarsi al loro cospetto e dire da oggi non ci sono più sarebbe bastato affinché quell'avventura al Pulse potesse concludersi. Così non disse niente, deglutendo solo pensierosa mentre percorreva la pelle color miele di lui, lasciandosi trasportare da quel senso di mancanza, dalla consapevolezza che in fondo, tutto ciò che aveva fatto era servito anche a riportarla da lui, a poter passare anche semplicemente una notte insieme senza sentirsi l'acqua alla gola. Still, you have to learn that your actions have consequences. A concept that it's pretty unfamiliar to you, given how fucking spoiled you are. Si ritrovò ben presa a pancia in giù, e prima che potesse anche solo realizzarlo, uno scocco sonoro si avventò sulle sue natiche. La pelle esposta, la sua eccitazione alla mercè di lui. You want to be such a big girl but you get upset as soon as your daddy doesn't pay you enough attention. Isn't that true? Volse lo sguardo nella sua direzione sollevando appena il fondo schiena nella sua direzione, osservandolo con grandi occhi da cerbiatta. I miss you. Una confessione che gli fece con un tono lamentoso, allungando la mano per accarezzargli con dolcezza il polpaccio, quasi volesse in un certo qual modo mitigare quella sua reazione. L'unica risposta che ricevette fu un ulteriore scocco, che la portò a sussultare sulla scia di un piagnucolio più evidente. Awww how long have you been like this baby? Guess it explains why you were so adamant on not wanting to leave, mh? Will I find a mess there? Will I find you all wet and sensitive if I get inside your panties? Poi un altro scocco, proprio al di sopra dell'intimo umidiccio, che portò con sé un improvviso quanto violento rossore nelle guance di lei. Raiden la conosceva sin troppo bene, e sapeva quanto quelle parole, quelle implicite promesse e l'attesa che ne derivava non faceva altro che aumentare la sua eccitazione. Don't be cruel! I'm trying.. my - best.. Fu la sua sonora protesta da oltre la spalla nel sentirsi scoperta, esporta sotto il suo sguardo luciferino. Lo osservava, Mia, perché in quello sguardo ritrovava un senso di orgoglio. Sapere di potergli suscitare ancora certe sensazioni, di poter soddisfare i desideri di lui, la faceva sentire compiuta, realizzata. Forse lo stava solo distraendo. Forse entrambi stavano cercando solo un attimo di evasione dalla crude realtà in cui erano costretti a vivere, ma era comunque bello sapere di poter ancora contare su quel loro legame, sulla chimica che li univa. Fuck, you're such a needy slut. It's kind of a shame that you felt so entitled to let other people ruin what belongs to me. I thought you didn't care about me anymore. But apparently you're just helplessly dumb. Chiuse gli occhi Mia, sentendo la prossimità del calore dei polpastrelli di lui. Una parte di sé tentava di concentrarsi sulle sue parole. Avrebbe voluto protestare oltraggiata. Come poteva pensare anche solo lontanamente che a Mia potesse non importarle più di lui? Era vero, o stava solo cercando di provocarla? Aveva importanza? Non lo sapeva, ma di certo, tutto ciò che avrebbero accumulato durante quel rollecoaster di emozioni, Mia, se lo sarebbe portato appresso per diverso tempo, finché non avrebbe trovato il coraggio di interrogarlo su cosa ciò significasse. Tell daddy how much of an helplessly dumb slut you are. Nel sentire i tocchi di lui, l'unione con le sue dita, Mia si morse le labbra inferiore. Venne di colpo colpita da un ondata di profondo piacere, dovuto forse più alla disperazione creata da quell'attesa che dalle sensazioni in sé. Viveva in una dimensione di affamata bramosia, Mia, in cui recuperare quanto aveva perso sembrava più importante delle affettive sensazioni del momento. I'm daddy's dumb - uhm.. Deglutì nel ricercare il suo sguardo. - slut.. In quegli appellativi, vi leggeva una dimensione del possesso che forse stava ricercando anche troppo. Non riusciva a descrivere il piacere che ne traeva. Non a caso quando i movimenti di lui si intensificarono l'ex Serpeverde inarcò la schiena stringendo la dita attorno al polpaccio di lui solo per poi sentirsi come cadere nel vuoto di fronte all'arresto di lui. Provò un tale senso di frustrazione che abbandonò la guancia contro la seduta del divano osservandolo con un'espressione contrariata. Are you fucking kidding me? Non riuscì nemmeno a trattenersi, tanto si sentì fregata, come se Raiden le avesse sottratto qualcosa di estremamente prezioso di colpo. Maybe I should just leave you like this until you actually do what you're told. It would be the safest and fastest way, probably. E gli avrebbe anche risposto a tono, se solo non fosse troppo occupata dimenarsi sotto i logoranti tocchi di lui che la portarono a piccoli gemiti sommersi. « Allora? Accetti le condizioni? O questo o nulla, Mia. Puoi rifletterci, tranquilla, io non ho nulla da fare. » Veniva costantemente distratta dal continuo cambio di ritmo di lui, dalla crudele maniera in cui decideva di raggiungere i suoi punti sensibili alternando quei movimenti a momenti di semplici carezze attorno alla sua intimità. Un gioco che la portò a roteare gli occhi inarcando la schiena mentre cercava con tutta se stessa di spingere il proprio bacino in direzione della mano di lui. « E le mie - le mie - uhm.. richieste? » Faceva fatica a concentrarsi sulle proprie parole, sul propri pensieri. Le cosce di lei tremavano a intervalli regolari, inarcando la schiena. « Tu non mi rispondi mai.. » Un lamento che rese evidente nel rivolgergli uno sguardo colmo di preghiera. Guancia incollata alla seduta del divano prima spingere ancora una volta il fondoschiena nella sua direzione. « Ultimamente mi lasci sempre appesa. » Pausa. « Cattivo. » Sospirò profondamente, sbattendo le palpebre un paio di volte, dondolando appena i propri fianchi sotto gli occhi di lui, prima sollevarsi di colpo spostando un ginocchio da un lato delle gambe di lui, e l'altro dall'altro lato, tornando con un colpo di mano improvviso a cavalcioni sulle sue gambe. L'intimità di lei a contatto con la propria, mentre afferra entrambi i suoi polsi per incatenarli contro lo schienale del divano. If you don't want to make me cum, that's ok. Asserì di scatto, soffiando con affanno contro il suo viso. Un sorriso sornione comparve di colpo sulle sue labbra prima di mordergli il labbro inferiore con sin troppa foga. I will assume you're a cruel daddy and you don't care about me like before. Fu allora che prese a muoversi lentamente contro la sua intimità, provando intense scosse all'altezza del bassoventre. Era un attacco micidiale, un colpo autoinflitto, che tuttavia sapeva avrebbe creato in lui un senso di smarrimento non dissimile dal proprio. Il suo punto più sensibile a contatto con l'intimità di lui, creava una frizione tale da farle tremare le gambe. Gli umori di entrambi a fondersi di un gioco che sembrava logorare entrambe in maniera indissolubile. I may be your dumb slut, but I do know it's not fair to accept any agreement based on your mood. What if you're never happy huh? Nel dire ciò strofinò la punta del naso contro quella di lui, schiudendo le labbra nel sentirsi colta da un'improvvisa ondata di piacere che la portò a gemere sonoramente contro la bocca di lui. Man mano che intensificava i movimenti del proprio bacino, le manifestazioni del proprio piacere erano più evidenti e assieme il desiderio di lui, di averlo, di stare insieme a lui. Sembrava completamente dipendente dalla sua presenza, dal suo essere, dalla possibilità di stare insieme a lui. In quel momento non riusciva a smettere di guardarlo, non riusciva a smettere di desiderare i suoi baci, le sue carezze, la sua vicinanza, senza tuttavia avere il coraggio di privarsi della sua immagine. Più lo guardava, più non riusciva a smettere di muoversi al di sopra di lui, inseguendo un piacere che la portò a premere contro l'intimità di lui giungendo all'apice, mentre stringeva i polsi di lui con tutta la forza che aveva nel corpo. Gemiti evidenti lasciarono la sua gola secca, mentre tremava come una foglia continuando a oltranza alla ricerca del suo punto più sensibile, anche quando fu evidente facesse male, quasi non volesse smettere finché quel piacere non avrebbe pervaso anche lui. Ancora in preda alla sovrastimolazione, allentò la presa la presa sui suoi polsi, distanziandosi appena da quel contatto, ricercando tuttavia le sue labbra con bramosia, quasi avesse bisogno di ricordare come si respira e quello fosse il suo ossigeno.
    God, you're hot! You're so fucking hot I'd die before letting you go. Una confessione che gli fece a occhi chiusi, non curandosi di quale potesse essere la sua reazione. Voleva semplicemente dirglielo. Lasciarlo lì, in quello spazio condiviso, affinché lui ne avesse consapevolezza. Forse perché in cuor suo voleva sfatare la storia secondo cui Mia potesse mai smettere di provare gli stessi sentimenti per lui, o potesse importarle meno della sua sorte. E così prese a muoversi sopra di lui con pigrizia e lentezza sopra di lui, mordendosi il labbro inferiore. I can't just stop seeing you and hope for the best. You can't make me. I'd rather see you mad at me than never see you at all. Nel dire quelle parole, la lingua di lei guizzò maliziosamente stuzzicando le labbra di lui, mentre gli scostava alcune ciocche di capelli dal viso. And anyway, I do want to earn your trust, but what about you, daddy? Morse di colpo il suo labbro inferiore, prima di lasciargli un bacio leggero all'angolo della bocca, poi un altro sulla guancia, continuando così con una lunga scia di piccoli baci fino al suo orecchio. Stuzzicò appena il suo lobo con la punta della lingua prima di ridacchiare leggermente. What about my trust? Pausa. Because you see, you said it yourself: you lied to me and took it on me. And honestly I don't like where you're at either; all those girls.. the club, everything.. Strinse il suo lobo tra i denti affondando le unghie contro la sua spalla. Do you think I'd leave my only get out of jail free card with no other available option, when I know my daddy is surrounded by such promiscuous environment? Si distanziò appena dal suo orecchio, interrompendo il contatto tra l'intimità di lui e la propria, ma questo non fermò la stimolazione su di lui, perché Mia, sostituì al contatto precedente gli improvvisi movimenti veloci della propria mano. I'll stop if you promise you will pay me enough attention. Pausa. Otherwise, I'll be very upset. And I might give you more reasons to deal with me. What do you think about that? Sollevò il mento, osservandolo con attenzione, mentre si impegnava a non dargli nemmeno un attimo di respiro, portando quel capriccio scosso dalla rabbia al limite. Anche Mia voleva certezze. Aveva bisogno di sapere che le avrebbe permesso di essergli al fianco. So che dal tuo punto di vista non chiedo poco. Ma per me è il minimo indispensabile.



     
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    « E le mie - le mie - uhm.. richieste? » Rise. Un po' per il modo in cui Mia si dimenava, cercando istintivamente di andargli incontro, e un po' per l'assurdità delle sue parole. « Penso di averle tenute in sufficiente considerazione, non credi? » O almeno lui la vedeva così. Era un compromesso: Raiden le concedeva la possibilità di tornare a vivere insieme e lei, in cambio, doveva dimostrargli la sua affidabilità. Piuttosto lineare. « Tu non mi rispondi mai.. Ultimamente mi lasci sempre appesa. Cattivo. » Spinse le labbra all'ingiù, mimando ironicamente un broncio per prenderla in giro. « Non apprezzi mai nulla. » La punzecchiò ancora, intenzionato a continuare con quel gioco se non fosse stato per il cambio di posizione di Mia. Fece a malapena in tempo a rivolgerle un'occhiata a metà tra il divertito e il confuso prima che lei gli inchiodasse i polsi al divano, strappandogli un gemito roco dalle labbra con i propri movimenti. That's against the rules. Un ammonimento che, tuttavia, Mia non sembrò coglione - o di cui forse non voleva curarsi. If you don't want to make me cum, that's ok. I will assume you're a cruel daddy and you don't care about me like before. Avrebbe voluto risponderle con qualcosa di arguto o affilato, ma quel contatto umido sulla sua intimità già sensibile non gli permetteva di articolare pensieri coerenti o proferire qualunque altro suono oltre a bassi gemiti sommessi. Gettò il capo all'indietro, sollevando il bacino in un moto completamente istintivo, che nulla aveva a che fare con quelli che erano effettivamente i suoi programmi. I may be your dumb slut, but I do know it's not fair to accept any agreement based on your mood. What if you're never happy huh? Per quanto volesse opporsi, la verità era che non ci riusciva. Era completamente schiavo, tanto di lei, quanto del proprio stesso corpo traditore. Voleva quel piacere più di qualunque altra cosa, voleva sentirla su di sé, infrangere anche l'ultima barriera rimasta tra loro. E per quanto destabilizzante fosse quel contatto, non riusciva a fare a meno di percepire dentro di sé la frustrazione che vi si accompagnava: quella di non essere dentro di lei, ma anche quella di non avere il pieno controllo della situazione. No, le cose non stavano andando secondo i suoi piani, e questo non gli piaceva. Quando l'apice di Mia arrivò con forza, quella frustrazione non fece altro che moltiplicarsi, strappata via dalle sue labbra solo dai gemiti e dall'impotenza che provava di fronte a quel piacere sempre più vicino. Avrebbe potuto liberarsi, sì, ma in fondo non lo voleva. Non lo voleva perché sarebbe significato sottrarsi anche solo momentaneamente al piacere che quel contatto così intimo gli provocava, ma anche perché in questa maniera Mia gli stava fornendo un alibi su un piatto d'argento. Si abbandonò dunque a quel bacio scomposto, così come ai movimenti concitati che lo portavano sempre più vicino all'apice. God, you're hot! You're so fucking hot I'd die before letting you go. Con il cuore che andava a mille, Raiden non disse nulla, limitandosi a un sorriso che forse Mia non poteva nemmeno vedere. I can't just stop seeing you and hope for the best. You can't make me. I'd rather see you mad at me than never see you at all. And anyway, I do want to earn your trust, but what about you, daddy? What about my trust? Strinse la mascella, bloccando un altro gemito. Mia lo stava facendo apposta: continuava a stuzzicarlo, forte del fatto che ogni cosa riguardante lei fosse una distrazione. Era semplice, anche troppo. Because you see, you said it yourself: you lied to me and took it on me. And honestly I don't like where you're at either; all those girls.. the club, everything.. Do you think I'd leave my only get out of jail free card with no other available option, when I know my daddy is surrounded by such promiscuous environment? C'era così vicino. Così tanto da poter percepire nettamente l'avvicinarsi prepotente di quel piacere che gli ribolliva nelle vene. Ma così come poteva sentirlo lui, poteva sentirlo anche lei, che si distanziò prontamente, lasciando a bocca asciutta, frustrato e con le pupille dilatate da un misto pericoloso di desiderio e rabbia. Un momento breve, tuttavia, che Mia riprese altrettanto velocemente sostituendo alla propria intimità il movimento della mano. Ma per quanto simile fosse il piacere, non era lo stesso, e forse quel momento di stacco - quell'insoddisfazione - era esattamente ciò di cui Raiden necessitava. I'll stop if you promise you will pay me enough attention. Otherwise, I'll be very upset. And I might give you more reasons to deal with me. What do you think about that? Sollevò lo sguardo negli occhi di lei, stringendo la mascella in silenzio. Un istante che sembrava infinito, quando in realtà fu solo brevissimo. Afferrò il polso di Mia con la mano libera, bloccandone il movimento. Lo strinse talmente forte che fu inevitabile per Mia lasciare la presa. I think that now I've really ran out of patience. Chiosò a voce bassa, ma tanto categorica quanto lo sguardo scuro che teneva ben puntato sul viso di lei. Rimase per un istante in quella esatta posizione - un momento di stasi che altro non era se non la calma prima della tempesta. Si liberò velocemente dalla stretta sull'altro polso, disarcionandola nel semplice atto di mettersi in piedi e trascinarla con ben poca grazia per il braccio fino alla camera da letto per spingerla a forza con la schiena contro il materasso. I was good to you. I gave you a compromise. But that's just not enough for you, isn't it? You're so fucking spoiled and entitled. Scosse il capo tra sé e sé, ridendo amaro mentre spalancava l'armadio per prendere una delle poche cravatte in suo possesso. Senza troppe mezze misure, tornato a fianco del letto, le legò i polsi insieme in un nodo ben stretto, di quelli che insegnavano a Iwo Jima, assicurando poi l'altra estremità della cravatta alla testiera del letto. Accertatosi che fossero entrambi sufficientemente stretti da non darle via di fuga, il giapponese si chinò su di lei, ad un soffio dal suo vico, stringendole il mento tra le mani con una certa forza per obbligarla a guardarlo dritto negli occhi. I bet you felt so proud of yourself, mh? Thinking you're so smart by dictating terms and deciding how and when to cum. Strinse più forte la presa, serrando la mascella.
    Alright, Mia. I'll show you. Pausa. I'll show you how fucking dumb you actually are. Altra pausa. And this time I'll make sure you remember it. Lasciò di colpo la presa, ma non le diede comunque tempo di elaborare alcuna risposta, ribaltandola sulla pancia, con la faccia contro il materasso. A quel punto, poteva prendersi il suo tempo. E infatti fu così. Non si mise alcuna fretta nel tornare nell'altra stanza a recuperare il telefono, armeggiandoci più a lungo del necessario per impostare la videocamera e cercare il punto migliore in cui posizionarlo affinché l'inquadratura non si facesse sfuggire nulla. Lo trovò nella seggiolino vicino alla finestra: una postazione sufficientemente rialzata da riprendere il letto e anche sufficientemente distante da esserle irraggiungibile. Poi, fatta partire la registrazione, si diresse con altrettanta pigrizia verso l'armadio, da cui estrasse una delle cinture buone. La piegò in due, arrotolandosene una parte intorno al pugno chiuso e testandone la presa prima di avvicinarsi a passo lento verso il capezzale del letto. Sulle prime non fece nulla, limitandosi ad osservarla con un sorriso sornione sulle labbra in tutto quell'inerme splendore. Poi avvicinò una mano alla base del suo collo, facendola scorrere lentamente lungo la sua schiena. Don't worry, love, I'll make sure to send you the video. So you can see for yourself how fucking pathetic you look when you try to fool me. Aveva a malapena finito di pronunciare quelle parole quando le sue dita fecero presa sui fianchi di lei, sollevandola con le ginocchia sul materasso e i glutei in alto alla mercé di Raiden. Il primo colpo arrivò senza farsi attendere, veloce e preciso come solo lo schiocco di una cintura poteva essere. Poi il secondo, e a ruota un terzo. Non ci stava andando piano, Raiden, ma di certo si stava ancora trattenendo. Fece una breve pausa, poggiando la mano sulla sua natica arrossata e stringendo la carne tra le dita, mentre inspirava a fondo. Fuck, such a shame to ruin this pretty ass of yours. Parole a cui, tuttavia, seguì uno schiocco più sonoro, questa volta elargito direttamente dal suo palmo. But it's not my fault you're just a dumb whore, right? Un altro schiocco, più forte, adesso della cintura. It's not my fault if you get stupid as shit as soon as you see my cock. Un altro ancora, sempre più violento. Then you can go tell your boss that if you can't walk - let alone fight - it's your fault. Problem solved. A chiosa di quelle parole, seguì un altro colpo, un secondo e un terzo, tanto ravvicinati quanto efferati. Gettata dunque la cintura di lato, le dita di Raiden fecero nuovamente presa sui fianchi di lei, ribaltandola sulla schiena in un movimento veloce. Senza troppi preamboli le divaricò a forza le gambe, inserendosi in quello spazio e dandosi giusto il tempo di allineare la propria intimità con quella di lei prima di affondarvi in un movimento irruento. La forza con cui si avventò su di lei era pari a quella di un animale affamato. Il peso del suo corpo non le lasciava spazio, così come le dita strette intorno alla sua gola non le lasciavano aria per riprendere fiato tra quegli affondi veloci e aggressivi. Le labbra del giapponese tracciavano baci e morsi violenti sulla sua pelle, seguendo traiettorie prive di logica mentre la mano libera si muoveva nello spazio tra i loro corpi a disegnare cerchi veloci sull'intimità di lei. See? That's what your good for. To be my little stupid fuck-toy. I movimenti di Raiden procedevano talmente intensi da impostare un ritmo opprimente, in cui infilare anche solo una parola sarebbe risultato difficile. Non si curava, come invece era sua consuetudine, di agevolarla, ma agiva secondo il più primordiale degli istinti - come una bestia che si avventava sulla preda per prendere semplicemente ciò che desiderava. Now you can cum, slut. Sibilò a denti stretti contro il suo orecchio, mentre i movimenti si facevano sempre più aggressivi in prossimità di quell'apice che sentiva avvicinarsi velocemente. E quando arrivò, spinse ancor più a fondo, scaricando quel piacere copioso dentro di lei con un gemito sordo che rimbombò roco nel suo petto.



     
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    I think that now I've really ran out of patience. Un istante, questo il tempo che bastò perché l'umore di Raiden mutasse e con esso anche la sicurezza di Mia nei confronti delle proprie azioni. Di colpo si ritrovò trascinata verso la camera da letto, sbattuta sul letto e inchiodata sul posto. I was good to you. I gave you a compromise. But that's just not enough for you, isn't it? You're so fucking spoiled and entitled. Mia provò un senso di confusione. Non pensava di aver fatto nulla di castrofico. Stavo solo scherzando, dai. E per lei era stato davvero divertente. Ma seppur lo pensasse, non ebbe il coraggio di dirlo. Riusciva a percepire il tumulto nell'animo di lui, quell'agitazione, la foga, la rabbia. Era come se di colpo la guerra che dominava l'animo del giovane ex soldato avesse fatto irruzione fuori da sé, tramutandosi in quei gesti bruschi, che cozzavano con la calma nel suo tono basso. E così, Mia non disse niente, osservandolo solo con grandi occhi da cerbiatta anche quando le legò i polsi alla testiera del letto. Come on! I was just - Roteo gli occhi sospirando. - it was just.. I'm sorry. Ma non poteva dire che lo fosse davvero, e forse, della sua completa disonestà, Raiden se ne accorse. Era davvero divertente dal suo punto di vista; sfidarlo, rompergli le uova nel paniere, rovesciare i suoi piani. Di certo però, non aveva mai sperimentato le vere conseguenza di avere a che fare con un Raiden a cui erano stati rovinati i piani. I bet you felt so proud of yourself, mh? Thinking you're so smart by dictating terms and deciding how and when to cum. Alright, Mia. I'll show you. I'll show you how fucking dumb you actually are. E avrebbe pure voluto dire qualcosa, Mia, ma non ne ebbe il tempo perché Raiden la ribaltò di colpo a pancia in giù per poi prendere la via d'uscita lasciandola da sola. Maybe you should be more specific when I'm not allowed to do something. You never said I can't cum. You are not fair! Asserì di colpo piuttosto contrariata nello scontro con la disapprovazione di lui. Un pensiero che in realtà passò ben presto in secondo piano, non solo perché il giovane Yagami ignorò le sue proteste, ma anche e soprattutto perché la sua stessa attenzione subì un completo deragliamento. Il calmo armeggiare di lui col telefono, una volta rientrato, cercando una posizione adeguata per riprendere la scena, disegnò nella testa di Mia, prima ancora che accadesse, uno scenario ben preciso. Uno che, a dirla tutta, aveva su di lei un certo fascino e di cui Mia non ne aveva mai fatto mistero. Certo, ogni qual volta si parlasse di filmini sporchi, i due ci scherzavano sopra senza mai esplorare troppo a fondo la questione e, a dirla tutta, il contesto di quella fantasia assumeva una dimensione piuttosto tenera e mai troppo spinta. In quel amplesso, tuttavia, Mia gli aveva dato completo potere e, oltre ad essere immobilizzata, era alla mercé di un Raiden senza filtri. Un complesso quello, che smosse un forte colorito nelle guance di lei osservandolo un po' impanicata, mentre paradossalmente un profondo calore agitato da pungenti formicolii rianimavano il suo bassoventre. Spostava la testa a destra e sinistra, cercando di seguirne i movimenti, quasi dovesse difendersi da un predatore letale. Quando lo perdeva di vista tentava di allentare la presa sulla morsa dei propri polsi, ottenendo solo l'effetto contrario. Sapeva non fosse impossibile strappare la cravatta di lui, ma in cuor suo, Mia sapeva di non volerlo, pur desiderandolo intensamente. Sensazioni e pensieri contrastanti che divennero un tumulto in piena specialmente quando lo vide estrarre dall'armadio una delle sue cinture. Degluti istintivamente inumidendosi le labbra. Cosa c'era di così attraente in tutto ciò? Nell'avere la consapevolezza che quell'oggetto sarebbe stato usato su di lei? Perché lo voleva pur sentendosene intimidita? Forse perché la curiosità di scoprire dove potevano arrivare se solo si fosse lasciata andare superava di gran lunga l'atto intimidatorio di lui. Don't worry, love, I'll make sure to send you the video. So you can see for yourself how fucking pathetic you look when you try to fool me. Esposta nuovamente alla sua mercé, il primo colpo arrivò prima che potesse anche solo preventivarlo. Si aggrappò quasi istintivamente alle sbarre della testiera quasi tentasse di sfuggirgli, senza avere poi dove andare, non riuscendo ad attutire il gemito che ne scaturì. Bruciava più del dovuto, ma in quella forma di possessione, nella sfacciata esposizione che ne faceva, seppur per loro due e nessun altro, vi era una sconfinata fonte di piacere che Mia temeva potesse essere letta quasi come anormale. C'era la vergogna, la mortificazione e ancora altro dolore e piacere. Fuck, such a shame to ruin this pretty ass of yours. But it's not my fault you're just a dumb whore, right? It's not my fault if you get stupid as shit as soon as you see my cock. Then you can go tell your boss that if you can't walk - let alone fight - it's your fault. Problem solved. Ad ogni scocco i lamenti di lei erano più evidenti così come il bruciore negli occhi. Forse sentiva di meritarselo, o forse sotto sotto lo voleva perché sapeva che in ogni caso nulla faceva più male dell'assenza di Raiden. Odiava doversene separare, odiava ciò che gli avevano fatto e ciò che avevano fatto a lei, ciò che era successo alla loro piccola famiglia perfetta, alla loro casa finita in un cumulo di macerie. Odiava l'arresto di quella loro guarigione nella quiete rassicurante di un luogo che custodivano con amore. C'erano tante cose che odiava e che sembravano tornarle in quel momento in mente quasi come un fiume in piena, senza riuscire a dire nulla se non accettare quei colpi con rassegnazione. Si sentiva proprio così: impotente, fragile, infinitamente piccola e insignificante. Debole, soprattutto. Schiava delle sue debolezze. I'm sorry! Disse solo ad un certo punto, dopo l'ennesimo scocco che la portò a inarcare la schiena colta da quel fiume di emozioni catartiche. Rabbia, frustrazione e mortificazione, vergogna, ma anche tanto desiderio. Di cosa si stesse scusando non lo sapeva. Forse di non sentirsi abbastanza, forse di non aver fatto abbastanza, o forse ancora, di essere sempre un passo indietro, di non essere effettivamente in grado di affrontare le situazioni con la giusta lucidità. Pensava che la via di Raiden fosse quella giusta? Che quell'isolarsi nella speranza di vedere la luce alla fine del tunnel fosse il modo giusto? No. Ma non credeva nemmeno di aver fatto le scelte giuste. E se ne incolpava. Se ne incolpava così tanto che ogni scocco della cinta e dei suoi palmi sembravano in un certo qual modo in grado di sollevarla da quella colpa, purificarla. E così quando si trovò nuovamente faccia a faccia con lui, non combatté contro la sua irruenza. Semmai la accolse con un improvviso gemito che la portò a mordere ogni lembo di carne che potesse raggiungere, quasi volesse strappargli qualcosa da portarsi con sé. See? That's what your good for. To be my little stupid fuck-toy. Nella danza di quei corpi, Mia avrebbe voluto andargli incontro, ma in verità sentiva in parte il suo corpo sufficientemente tramortito da non riuscire a fare altro se non assecondarlo. Persino incarcare la schiena nel veemente contatto delle dita di lui col suo punto più sensibile le era impossibile. Schiacciata dal peso del moro, col fiato corto e l'incapacità di scappare ricercò le sue labbra disperatamente tra un mugolio e l'altro. In quella gabbia ricercata, il piacere dentro di lei montò sempre di più fino al punto in cui sentì sempre più nettamente quella pressione. Please.. Ora aveva capito. Ora glielo stava chiedendo. Please, please, please, I can't handle it. C'era il panico e la consapevolezza che ad ogni spinta, ad ogni tocco, il suo corpo si contraeva e si dimenava sempre di più. Now you can cum, slut. Poche spinte e il climax di lei giunse quasi nello stesso momento di quello di lui, in un misto di umori che la lasciò senza fiato, tremante e completamente prosciugata. Poche volte aveva provato qualcosa di talmente intenso. Forse perché Mia e Raiden esercitavano il loro amore con estrema dolcezza. Non c'era l'atto di prendere, di sottrarre. Non c'era mai davvero una lotta. E quindi, pur nell'irruenza di quei momenti, ogni cosa arrivava in maniera naturale. Forse però a volte è necessario lottare per ciò che si vuole. Imporsi. Perdersi. Lasciarsi andare. A quel punto la sua testa si era semplicemente svuotata. Non c'era nulla che potesse dire, e forse non era nemmeno giusto farlo. Forse la cosa più semplice era lasciare che quello che era successo si diluisse nel tempo e lo spazio di quella camera da letto. Ma sarebbe accaduto? Non ne era certa. In effetti, poco tempo dopo, quando ormai il sollievo dei polsi slegati le diede modo di lasciar cadere anche le braccia lungo il materasso, Mia si ritrovò a rotolare lentamente sul materasso a pancia in giù per alleviare i propri fastidi, per poi farsi la prima domanda. Io sono così? Perché sono così? E perché se lo era, era così difficile da accettare. Perché al di fuori di quella dinamica si sentiva come se da un momento all'altro Raiden fosse sul punto di biasimarla? Era sbagliato? Sentirsi così? Sentirsi bene. Nonostante la debolezza negli arti, ad un certo punto aveva fatto leva sui gomiti per trascinarsi più vicina a lui, strofonando il nasino contro la spalla di lui, prima di posarci un bacio. E nonostante la stanchezza, lo osservò comunque per diverso tempo, con grandi occhi colmi di speranza. Stava combattendo tra mille pensieri, mille cose che forse avrebbe voluto o dovuto dirgli. Ma non ne disse nemmeno una. Semmai si addormentò con l'immagine di lui impressa nella mente, troppo pigra di fare o dire alcunché. Solo ad un certo punto si trascinò più vicina accoccolandosi contro il suo petto farfugliando nel sonno in maniera confusa un leggero quanto tenero I miss you..
    Non aveva più il sonno pesante di un tempo, Mia. Da quando Haru era nato, la giovane Yagami era in grado di svegliarsi al più impercettibile movimento. Gillian le aveva detto che funzionava così; che quando diventi madre puoi scordarti il sonno pesante. E in effetti, bastò il leggero muoversi di Raiden nella stanza per smuovere le palpebre corrugando la fronte. Non aprì gli occhi. Semmai abbracciò il cuscino, cercando di stiracchiarsi per controllare il proprio stato. Era tutta indolenzita, ma anche stranamente rilassata. Così, dopo aver sentito il moro iniziare ad armeggiare nella stanza accanto, aprì un occhio solo per rendersi conto che era ancora molto presto. Ma non abbastanza. Presto sarebbe dovuta tornare, prima che qualcuno potesse accorgersene della sua assenza. L'idea di andarsene tuttavia, sembrava non piacerle affatto. Forse se faccio finta che il mondo non esiste potrò rimanere. Magari me lo chiederà lui. Una parte di sé sperava potesse uscire da quella stanza e sentirsi dire una cosa del tipo torna al ghetto, prendi Haru e torna da me. Sarebbe accaduto? Conoscendo Raiden probabilmente no. E così, consapevole di non avere altra scelta, scese lentamente dal letto, non senza stupirsi un po' di quanto facesse male stare seduta, per poi raccogliere la felpa e la propria biancheria rimasta a terra nell'altra stanza, senza dire niente. Non si curò della presenza di Raiden in cucina, intenzionata evidentemente a continuare la sceneggiata nei panni dell'offesa, pur avendo dormito abbracciata a lui. Era troppo in imbarazzo per dire alcunché, e quindi, forse per schiarirsi un po' le idee era saltata in doccia, pentendosi subito dell'ennesima scelta. « PORCO! E' FREDDISSIMA! » Un imprecazione che la portò a sbrigarsi, dicendo così addio all'idea di restare sotto il getto di acqua calda per almeno mezz'ora. L'ennesima sconfitta. Così, dopo aver indossato la felpa, uscì dal bagno con un lungo sospiro e un'espressione imbronciata. Si legò i capelli gocciolanti in uno chignon alto e prese a osservarlo silenziosamente. « Hai fatto il caffè? » Chiese di scatto sentendo il buon odore, e forse evidentemente non più così intenzionata a non parlargli. Tentare di ignorarlo era troppo difficile. Decisamente più facile era tentare di mostrarsi naturale e affatto disturbata da tutto quanto. « Faccio io - » Disse, quindi, facendogli segno di rimanere seduto mentre prendeva due tazze per versarne una quantità bella consistente per entrambi. Con la coda dell'occhio non gli sfuggì il telefono che aveva tra le mani, ma nonostante questo non disse niente. Gli passò la tazza, sedendosi a terra di fronte a lui col tavolino in mezzo. Non riuscì a evitare una smorfia di fastidio nel riprendere contatto con una superficie piatta, ma non fece comunque alcun commento in merito. Se fai qualche battuta su questa cosa giuro che ti getto il caffè bollente in faccia. Cazzo, certo che potevi andarci un po' più piano. « Uhm.. » Tamburellò le dita sulla tavolino per poi arricciare appena il naso. « ..tra un po' devo andare. » Pausa. « Cioè.. non per forza ma - sì. Devo andare.. Eriko proverà comunque a farmi il terzo grado, e io già non so cosa dirle. » Si no, ma è proprio questo. « Non so cosa dirle.. in generale. » Improvvisamente, Mia non era più così eloquente. Forse la notte appena passata le aveva tolto un po' di voglia di litigare. « Devo dirle qualcosa? » Tu devi dire qualcosa a me? Per un po' rimase in silenzio fissando il suo caffè senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Dondolava il ginocchio a terra soffiando pesantemente quasi tentasse di trovare la giusta sequenza di parole per esprimere la sua domanda. Alla fine però uscì comunque in maniera stupida e brusca. « Cioè - ora cosa succede? » Noi cosa facciamo? A che punto stiamo? « Non è che mi aspetto che una scopata risolva tutto. Però - » Ci siamo detti comunque - cose. Prima. Cose che avevano dimostrato a entrambi che la loro vita era un grandissimo casino, e che quel vivere secondo le regole non aveva portato poi a molto. « - a me piaci ancora, Raiden. » Un'affermazione che poteva sembrare davvero infantile. Ma non lo era. Mia gli aveva sempre detto quanto le piacesse. E non a caso, nel dire quelle parole, corrugò la fronte, perché sapeva che nel dirgli tutto ciò, ammetteva anche quanto le fosse piaciuto ciò che era appena accaduto. « Forse mi piaci ancora di più. » Si morse l'interno delle guance sollevando lentamente lo sguardo nel suo; una tentazione a cui non riuscì a resistere, ma di cui si pentì non appena i suoi occhi incontrarono quelli di lui. Imbarazzo e un senso di smarrimento che la portò ad abbassare di nuovo lo sguardo. « E.. mi mancherai. Un sacco. » Annuì tra se e se portandosi il caffè alle labbra. « Già mi manchi. » Ma non possiamo fare diversamente, giusto? Qui non c'è spazio per tutti noi. « Promettimi almeno che ci vedremo.. non farmi tornare qui con le improvvisate perché sei sparito. » Tirò su col naso e spalancò gli occhi corrugando la fronte. « Guarda che non scherzo, Raiden! Faccio come vuoi tu, per farti stare tranquillo, ma se fai il coglione giuro che faccio pure di peggio. E di quanto ti incazzi me ne infischio! Sono cazzi tuoi se poi ci becchi alla porta con le valigie appresso! » Più che una minaccia, quella di Mia sembrava una palese fantasia; un'immagine quasi tenera. « E cancella quella roba di ieri. Non facevi ridere per niente! » Disse infine alzando gli occhi al cielo.



     
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