Shut up and dance with me

teen!Raiden x tenn!Mia

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    Mia Wallace aveva cominciato il suo anno da woman on a mission. In verità era così per quasi tutte le ragazze della sua età, specialmente dopo che a ottobre era stato annunciato un ballo invernale. Non era un evento qualunque. Seppur di feste ed eventi danzanti ce ne fossero già, quello era il primo a cui partecipava da sufficientemente grande da poter aspirare a essere invitata e non avrebbe assolutamente fatto la fine dell'anno precedente quando al ballo di fine anno ci era andata sì ma con le sue amiche. Durante l'estate aveva strappato dal suo diario le pagine su cui aveva scritto a oltranza Albus e Mia Potter all'interno di un cuoricino. Ci aveva sperato fino all'ultimo che potesse considerarla, specialmente perché la piccola Wallace aveva persino trovato il coraggio di cominciare a salutarlo e parlarci qualche volta. Col passaggio del giovane al college, tuttavia, e la nascita della coppia più scandalosa della scuola formata da lui e la ex Caposcuola Amunet Carrow, tutte le speranze di Mia erano state infrante. Ci aveva pianto per tutta l'estate, ma quando era tornata il primo settembre a scuola, aveva decretato che il suo cuore fosse libero e lei si era detta pronta ad avere un vero ragazzo. Lo voleva. Voleva il batticuore, le farfalle nello stomaco, il primo bacio sotto le stelle e voleva essere per una volta quella scelta nel mucchio. Proprio per questa ragione, durante l'estate si era fatta crescere i capelli e aveva completato il suo arco di trasformazione imparando a usare il fondotinta, il mascara e il lucidalabbra. Ora portava una lunghissima chioma con la frangetta, si era accorciata le gonne della divisa e stava persino imparando a camminare su uno stivaletto con un leggero tacco, che sembrava darle una sicurezza che non aveva. Era pur sempre timida, Mia, ma questo non le aveva impedito di mostrarsi più sicura di sé, più spavalda e tratti anche un po' arrogante, specialmente in quegli scontri di cui spesso si faceva protagonista con le it girl della scuola, nel cui gruppo, ovviamente, non era stata accettata. Poi, un giorno, qualcosa era accaduto. Un evento che le aveva completamente cambiato la vita. Durante il compito in classe di Pozioni, mentre stava quasi per mettersi a piangere a causa della terza domanda sulla Felix Felicis, che non aveva ripassato, un aiuto del tutto inaspettato le aveva completamente cambiato la vita. Nel voltarsi alla propria destra, Raiden Yagami le aveva le aveva fatto scivolare accanto la sua brutta delle risposte permettendole di salvare il proprio compito in corner. Come in ogni favola che si rispetti, il giovane Yagami era giunto in suo soccorso su un cavallo bianco, salvandola dalle grinfie del drago cattivo e lei ne era rimasta completamente travolta. Aveva notato notato il Capitano dei Grifondoro sin dall'inizio dell'anno. Era cresciuto parecchio negli ultimi tempi e ora era proprio un tipo altissimo. Era anche diventato estremamente bello, ma per Mia, lui, al pari di qualunque giocatore di Quidditch, che era anche tra i primi della classe, era proprio fuori portata. Certo, sarebbe stato bello poter dire di uscire con un tipo del genere, ma era decisamente troppo oltre le sue aspirazioni. Gli giravano troppe ragazze attorno, e inoltre, sapeva per certo che Faye Laherthy, la capa in comando delle mean girls gli avesse messo gli occhi addosso. Tuttavia, quell'evento, il compito in classe di Pozioni, aveva rovesciato completamente le sue posizioni in merito. Già subito dopo, la piccola Wallace non aveva potuto fare a meno di girarsi nella sua direzione mentre gli ultimi compiti venivano raccolti sorridendogli speranzosa. « Grazie mille, Raiden. Mi hai salvato la vita. Non so cosa avrei fatto senza di te. » Ma poi i suoi amici lo avevano portato via, e così non c'erano più state occasioni per parlare. E se inizialmente quella di Mia era stata solo gratitudine, nei giorni a venire la questione si era di molto ingradita. Mia aveva cominciato a essere più attiva sui suoi social, al punto da postare spesso storie e foto di ogni dettaglio della sua giornata e poi poche sere dopo, si era ritrovata di colpo sul profilo di lui. Non era casuale. Proprio quel pomeriggio, durante gli allenamenti, Mia aveva lasciato nell'armadietto di Raiden giù al campo una scatola di cioccolati con un bel biglietto, per ringraziarlo dell'aiuto. "Al Capitano più altruista e carino che conosca. Grazie ancora" - M. Poi, la sera, aveva cominciato a scorrere le foto e ridere sotto le coperte come una cretina rivivendo la storie che evocavano quei ricordi. Storie che avevano condiviso, come la gita scolastica a Dublino dell'anno scorso, senza mai veramente calcolarsi. Sempre nello stesso posto. Come ho fatto a non notarti prima? Sei proprio carino. Poi la disgrazia. L-a d-i-s-g-r-a-z-i-a! « ODDIO! ALYSSA SVEGLIATI. SVEGLIATIIIIIIII! HO FATTO UNA CAZZATA. È UNA DISGRAZIA. La mia vita è finita. Ho messo seguì!!!! Ho messo seguitissimo! » Si era una disgrazia e per fortuna Alyssa non la prese sotto gamba. « Ho messo segui a Raiden Yagami su Wiztagram. Ora che mi invento? Gli è arrivata la notifica sicuro. ECCO HA ACCETTATO! E se scopre che il regalo è mio? No mi vergogno troppo, Alyssa. Così è evidente che sono stata io!!! » Voleva solo mettersi a piangere. Avevano convenuto entrambe che togliergli il follow sarebbe stato stupido. Bisognava solo fare finta di niente. Ma se inizialmente il dramma fu tutto concentrato attorno a quell'evento, la mattina dopo, la questione si spostò sul perché non la seguisse a sua volta e perché non l'avesse ringraziata per i cioccolatini. « Va beh tu hai il profilo pubblico. Magari è per questo. » Aveva ipotizzato Ronnie. A quel punto però era diventato particolarmente palese che Mia arrossisse ogni qual volta si parlava di Raiden, ed era ancora più evidente che aveva cominciato a sedersi davanti a lui o a qualche banco di distanza - ma mai accanto a lui - per rimanere nei paraggi. Per lo più lo ignorava, e ogni qual volta avesse anche solo il sentore che potesse accorgersi del fatto che lo stesse guardando, si trovava qualcosa da fare. La prima volta che lo aveva sorpreso a guardarla in sala grande era arrossita così violentemente da iniziare a ridere ad ogni battuta dei compagni al tavolo Serpeverde per tentare di stanare un qualunque sospetto riguardo al fatto che lo stesse guardando. Poi il dramma. Il giorno prima dell'uscita di gruppo che Mia attendeva da almeno due settimane a quella parte, Delilah aveva lasciato Jeff, perché il Grifondoro doveva fare una ricerca assieme a Mindy Lewis, la migliore amica di Fate Laherthy. Se ciò non bastasse, Raiden avrebbe lavorato in coppia per quella ricerca con la stessa Faye, la quale aveva stracciato tantissimo affinché la professoressa di Incantesimi li mettesse in coppia insieme. Le mean girls colpiscono ancora. Ed ecco come si era ritrovata in quella situazione. Era un venerdì pomeriggio come tanti altri. Tutti parlavano dell'uscita a Hogsmeade del giorno dopo e del fatto che negli weekend a venire avrebbero assistito a sempre più inviti di ragazzi al ballo. A quel punto tutti davano per certo che le coppie del progetto di Incantesimi avrebbero avuto grosse possibilità di diventare più di semplici compagni di ricerca e in effetti, su Wiztagram erano già nate le toto scommesse sulle possibili accoppiate del ballo. Ovviamente Mia non era nemmeno lontanamente considerata, il che la faceva innervosire se possibile ancora di più. Così, si era offerta a restituire al posto di Delilah la scatola con tutti i regali che Jeff le aveva fatto, presentandosi in biblioteca dopo pranzo per lasciare in maniera plateale gli effetti di Jeff. Ovviamente la consuetudine voleva che l'umiliazione della separazione avvenisse in pubblica piazza, ma non davanti al diretto interessato, e così, forte del fatto che il bibliotecario aveva già concluso il suo turno e senza troppi rituali, Mia aveva sbattuto la scatola con i regali di Jeff sotto il naso di Raiden Yagami. Se fino a quel momento si sarebbe vergognata terribilmente anche solo a rivolgergli la parola, lo smacco fatto, ovviamente alla sua amica aveva rimesso in prospettiva la questione. « Queste sono le cose di Jeff. Delilah vuole che Jeff le ridia la sua sciarpa e ha detto che può tranquillamente restituire i biglietti per la pista di pattinaggio perché non intende andarci con lui. » Si guardò il palmo della mano su cui aveva annotato alcune veloci istruzioni. « Ha detto anche che non le interessa se sono non rimborsabili. Rivuole la sua metà indietro perché erano gli ultimi soldi della paghetta e non intende sprecarli su di lui. » Diglielo Delilah. Spinse quindi ancora di più la scatola in direzione del ragazzo corrugando la fronte. « Jeff è stato proprio uno stronzo e dovrebbe vergognarsi del modo in cui si è comportato. Poteva almeno dirlo a Delilah prima di accettare a fare la ricerca con un'altra! È stato proprio scorretto. » Pausa. « Per colpa sua ora non vuole nemmeno venire alla gita. Non è giusto! Dovrebbe essere Jeff a non andarci! È lui ha deciso di tradirla. » Gonfiò il petto e guardò Raiden con un'espressione palesemente colma di risentimento. « Anzi dovresti dirgli proprio così. Non è il benvenuto alla gita! Sticazzi che forse ha il suo appuntamento con Mindy. Dovrebbe stare al castello e vergognarsi! » A quel punto Mia abbassò lo sguardo arrossisco violentemente. « Solo perché siete giocatori di Quidditch non avete il diritto di divertirvi così con le ragazze. » Fate proprio schifo!



     
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    Capitano della squadra di Quidditch Grifondoro. Forse se lo doveva aspettare. Di certo i suoi amici se lo aspettavano tutti e più volte durante l'estate gli avevano pronosticato quale favolosa vita piena di ragazze e popolarità avrebbe vissuto una volta diventato capitano. Ma Raiden era il tipo da non dire mai gatto finché non lo aveva nel sacco, e pur sperando in quel titolo, non si era mai permesso di metterci troppo la testa. Inutile dire che quando infine il titolo era stato assegnato proprio a lui, tutta quella pressione era improvvisamente evaporata e le sue labbra si erano aperte in un sorriso così genuinamente contento da raccoglierne altrettanti intorno a sé. Era stata subito festa: Jeff e gli altri compagni avevano addobbato la sala comune in suo onore, riuscendo a imboscare un po' di alcolici da Hogsmeade e dell'erballegra da un ex concasato. Era il suo anno, secondo Jeff. « Adesso che sei Capitano è tutta un'altra storia, Raiden. Sei tu LA CASTA. Ti devi dare un certo tono con quelli più piccoli, e poi sarai pieno di ragazze quindi dovrai un po' giocartela per crearti la reputazione di quello che ci sa fare. » Era confuso, Raiden. Forse per quel singolo tiro di erballegra, o forse perché la burrobirra era di una sottomarca sconosciuta, ma sentiva la testa un po' pesante e il discorso di Jeff sicuramente non aiutava. « Ma in che senso? » Jeff lo fissò in silenzio. Raiden lo fissava di rimando in silenzio. « Beh dai lo sai in che senso, su! » No, non lo sapeva, e il giovane giapponese sospettava a quel punto che nemmeno Jeff sapesse davvero cosa intendesse nello specifico. Ma forse un po' più di lui ne sapeva, visto che nel giro di un paio di un paio di settimane era riuscito a trovarsi una ragazza e adattare a lei buona parte della propria personalità. Improvvisamente la favola dei due amici alla conquista del mondo femminile non esisteva più, ma piuttosto era il mondo femminile (cioè Delilah Evans) ad aver fatto prigioniero e schiavo il fu Jeff Thomas. Non che a Raiden dispiacesse, sia chiaro. Forse un po' lo biasimava perché da quando si era fidanzato passava davvero poco tempo insieme a lui, ma per la maggiore era contento di vedere l'amico felice. Voleva anche lui qualcosa del genere: una ragazza con cui sbaciucchiarsi in cortile e tenersi per mano per i corridoi. E ne aveva anche adocchiata una in particolare; Mia Wallace era un'amica di Delilah, Raiden l'aveva sempre ritenuta molto carina ma con il ritorno a scuola le cose erano drasticamente cambiate. Non avrebbe saputo dire di preciso cosa avesse di diverso rispetto a prima, ma di certo aveva notato l'accorciamento delle sue gonne - e tanto gli era bastato per renderlo completamente stupido tutte le volte che si ritrovava in sua presenza. Se già di suo era timido e particolarmente impacciato con le ragazze, il Grifondoro sembrava perdere qualunque capacità di ragionamento quando messo di fronte a un po' di pelle esposta. Così, nel timore di rendersi ridicolo ed essere rifiutato, Raiden nel dubbio non faceva mai nessuna mossa. Raramente la salutava, non le parlava mai se non interpellato e cercava il più possibile di mostrarsi vago e disinteressato quando Mia era sul punto di beccarlo a fissarle le cosce. La cosa essenziale è essere scaltri. Come un ninja. Ci vuole un piano. E con tutto il tempo libero che si trovava per le mani con Jeff troppo impegnato a vivere la sua storia d'amore, Raiden ne aveva escogitato uno. Primo step: salvataggio. Se c'è una cosa che ho imparato dai fumetti è che alle ragazze piace essere salvate. Trovare il modo non era stato poi così facile. Aveva pensato a mille maniere per realizzare qualcosa del genere, ma erano tutte o troppo pericolose o troppo complicate da attuarsi. Aveva persino considerato l'idea di sfruttare una delle uscite ad Hogsmeade del fine settimana per assoldare qualcuno che fingesse di rubarle la borsetta così che lui potesse rincorrere il delinquente e restituire poi la borsa a Mia. Troppo complicato. Non avrebbe saputo a chi chiedere senza rischiare che poi la borsetta venisse rubata sul serio, così aveva lasciato perdere. L'illuminazione era venuta da sé quando un pomeriggio Jeff era tornato insolitamente presto in camera. « Delilah doveva aiutare Mia per il compito di Pozioni. Pare non sappia un cazzo. » Eureka! Il primo step fu proprio quello: passarle il compito di Pozioni con apparente nonchalance. Nonostante si stesse letteralmente cagando in mano all'idea di essere beccato dal professore, l'operazione sembrò andare piuttosto bene. Così non solo l'ho salvata, ma penserà anche che sono un tipo cool che sa il fatto proprio. Una sicurezza, quella, durata letteralmente cinque minuti. Gli era bastato vedere una scena brevissima, qualche ora dopo, in Sala Grande: Mia era insieme alle sue amiche e stava parlando concitatamente di qualcosa, quando improvvisamente erano scoppiate tutte a ridere e Raiden aveva avuto la netta sensazione che alcune di loro gli stessero lanciando occhiate di sbieco. Ecco, ha capito! Ha capito tutto e mi sono reso solo ridicolo. Adesso mi prenderanno in giro per sempre e spargeranno la voce che sono un pervertito sfigato e disperato che cerca di farsela dare passando i compiti. Questa insicurezza si era presto insinuata nella sua testa fino a diventare gigantesca, trovando una sorta di conferma nei cioccolatini che gli erano stati recapitati. Una palese presa in giro da parte delle amiche di Mia, chiaro. Come nel gioco dell'oca, Raiden tornò alla casella numero uno, evitando Mia in tutte le maniere possibili. Ma più la evitava, più paradossalmente i suoi pensieri sembravano ruotare in maniera quasi ossessiva intorno a lei, creando un certo gusto proibito nel vivere la propria cotta come qualcosa di scabroso da nascondere a tutti i costi. A quel punto era diventato essenziale, fare ciò che Jeff aveva suggerito a inizio anno: provarle di essere figo.
    La rottura tra Jeff e Delilah era arrivata come un fulmine a ciel sereno, nel peggior momento possibile. Dopo tanti sforzi per atteggiarsi in maniera disinvolta, l'uscita di gruppo ad Hogsmeade avrebbe dovuto essere il momento decisivo per cementificare il suo status di ragazzo cool agli occhi di Mia e delle sue amiche. Aveva già pensato a tutto: sarebbe arrivato in ritardo, l'avrebbe completamente ignorata, parlando un po' di quanto fosse ridicolo un ballo scolastico e di quanto lui non fosse nemmeno certo di andarci (i tipi fighi avevano cose migliori da fare, in fin dei conti), poi avrebbe smaneggiato un po' con il cellulare e se ne sarebbe andato con la scusa di avere un altro impegno (senza specificare quale o con chi, ovviamente, perché l'aura di mistero era un dettaglio importante). Inutile dire che la rottura tra i due punti cardine di quell'uscita aveva mandato tutto all'aria, e adesso Raiden si ritrovava privo di opportunità per dimostrare la sua disinvoltura. Per pensarci, tuttavia, non aveva avuto troppo tempo, dato che l'amico stava messo malissimo e passava tre quarti del suo tempo a lamentarsi e piagnucolare. « Forse dovrei scriverle. » Il giovane Yagami aveva sgranato gli occhi, balzando giù dal letto per strappare il cellulare dalle mani di Jeff. « MA SEI PAZZO?? Così le fai capire che sei un tappetino. Tu non hai fatto nulla di male, semmai deve essere lei a scusarsi. » « Ma eravamo d'accordo che il prossimo fine settimana avremmo preso una stanza a La Testa di Porco. Cioè, me la stava per dare. Era un po' una promessa. Andavo avanti con questo pensiero e adesso.. adesso non so più per cosa andare avanti. » Sospirò, Raiden, annuendo piano. Effettivamente era qualcosa di molto tragico; non osava nemmeno immaginare come ci si dovesse sentire ad essere così vicini a farsela dare, per poi vedersela tolta da sotto il naso per nessuna ragione buona. Si avvicinò dunque all'amico, sedendosi accanto a lui per mettergli un braccio intorno alle spalle. « Ehi. È stata una stronza, ok? Tu ti meriti di meglio. Semmai dovrebbe essere lei a piangere perché ha buttato all'aria questa cosa. » « Lo pensi sul serio? » « Certo che lo penso! L'hai trattata come una principessa e lei che ha fatto? Prima te la fa annusare e poi fa la pazza. No, Jeff, è lei che ci perde, non tu. »
    La storia del suo coinvolgimento nelle faccende di Jeff e Delilah doveva essersi chiusa lì - così lui pensava. Ma evidentemente non aveva fatto tanto bene i suoi conti, visto che un pomeriggio, all'improvviso, si era ritrovata sbattuta sotto il naso una scatola di oggetti vari. Sussultò leggermente a quell'intrusione improvvisa, sollevando lo sguardo con aria confusa per incontrare quello di niente meno che Mia Wallace. Oddio. « Queste sono le cose di Jeff. Delilah vuole che Jeff le ridia la sua sciarpa e ha detto che può tranquillamente restituire i biglietti per la pista di pattinaggio perché non intende andarci con lui. Ha detto anche che non le interessa se sono non rimborsabili. Rivuole la sua metà indietro perché erano gli ultimi soldi della paghetta e non intende sprecarli su di lui. » Non registrò le prime parole, troppo preso dal proprio personale panico per capire cosa stesse accadendo. Poi, all'improvviso, si ricordò del piano. Disinvolto. Devo essere disinvolto. Mise dunque giù la piuma, appoggiandosi con la schiena contro la sedia e incrociando le braccia al petto in una postura che aveva studiato come più virile. « Jeff è stato proprio uno stronzo e dovrebbe vergognarsi del modo in cui si è comportato. Poteva almeno dirlo a Delilah prima di accettare a fare la ricerca con un'altra! È stato proprio scorretto. Per colpa sua ora non vuole nemmeno venire alla gita. Non è giusto! Dovrebbe essere Jeff a non andarci! È lui ha deciso di tradirla. » Aggrottò la fronte. Questo non è vero. Ma la lasciò comunque finire. « Anzi dovresti dirgli proprio così. Non è il benvenuto alla gita! Sticazzi che forse ha il suo appuntamento con Mindy. Dovrebbe stare al castello e vergognarsi! Solo perché siete giocatori di Quidditch non avete il diritto di divertirvi così con le ragazze. » Non sapeva bene cosa fare. Da una parte la sua indole più profonda gli urlava di farsi gli affari propri e non immischiarsi, dall'altra sentiva il bisogno di difendere l'amico da tutte quelle falsità sparse in pubblica piazza. Tuttavia non voleva nemmeno contraddirla troppo, perché se Jeff rimaneva dell'idea che l'immagine del figo fosse quella auspicabile, allora dipingerlo come la vittima sarebbe stato controproducente. No, non poteva essere la vittima, ma non poteva nemmeno essere ridicolizzato in quella maniera. E poi Delilah è proprio una vigliacca, a volersi prendere l'ultima parola senza nemmeno esporsi in prima persona e col diretto interessato. « Beh se Delilah non vuole venire alla gita a me sembra un problema più suo che di Jeff. » Ribatté, cercando di mantenere un tono disinvolto per quanto la tachicardia glielo permettesse. Stare a braccia conserte si era rivelata una buona idea: in questa maniera poteva virilmente nascondere il tremore alle mani in quel confronto che decisamente non voleva avere. « Non vedo perché debba essere colpa di lui se lei fa la pazza e si preclude le cose. Il tutto per uno stupido progetto che non significa nulla. » Avrebbe voluto dirle che doveva essere proprio Delilah a sentirsi in colpa per quanto stava facendo soffrire Jeff, ma decise di mordersi la lingua, certo che l'amico non sarebbe stato felice di essere dipinto come un cane bastonato che si leccava le ferite. « Io tutte queste cose gliele riferirò, visto che lei non ha avuto il coraggio di farlo di persona. Ma dille pure da parte mia che è stata una grandissima sciocca e che non deve permettersi di spargere in giro falsità su Jeff. » Fece una pausa. « E comunque Jeff non ci starà al castello a vergognarsi perché non ha motivo di farlo, a differenza di lei, che evidentemente sente di avere la coscienza sporca. » Fece un'altra pausa. Dai, è andata bene. Ho retto botta. « Non si deve preoccupare nemmeno dei biglietti. Se non sono rimborsali, sono certo che Jeff troverà con chi andarci. » Cioè probabilmente lo stesso Raiden, visto che il compagno non era proprio nelle condizioni di rimettersi sulla piazza al momento. Detto ciò, il giovane Yagami si alzò per radunare con un colpo di bacchetta le cose che aveva sul tavolo. « E dille anche che non è giusto mettere in mezzo persone che non c'entrano nulla. Buona serata, Mia. » Preso tutto ciò che doveva prendere, aveva quindi girato i tacchi, uscendo velocemente dalla biblioteca per andare a smaltire il panico in camera propria.
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    Alla fine Delilah alla gita ci era venuta eccome, ma su questo Raiden non aveva mai avuto alcun dubbio. « Io te l'avevo detto che era una finta. » Aveva bisbigliato all'amico, adocchiando il gruppetto di ragazze poco distante da loro. « Eh ma significa che non le frega niente. » « No, significa che ti vuole tenere d'occhio e che vuole che tu le vada a parlare. Ma non devi fare tu la prima mossa. » « Dici che dovrei parlare un po' con Mindy? Sai, per farla ingelosire. » Lo guardò con occhi vuoti. Questo non lo so onestamente. Non era esattamente un genio della seduzione, il giovane Yagami, e di certo non voleva dare all'amico consigli troppo rischiosi. « Secondo me basta farle vedere che tieni il punto e non ci caschi. » « Certo. Chiaro. » [..] Si sentiva un po' stupido, ma soprattutto sentiva di aver sprecato tempo e opportunità per fare colpo su Mia, adesso che si ritrovava a guardare Jeff e Delilah dall'altro capo della piazza intenti a mangiarsi la faccia. Hai proprio tenuto il punto, eh. Perché ovviamente il compagno aveva resistito più o meno mezz'ora prima di cogliere la prima occasione per attaccare bottone con Delilah e prenderla da parte. C'era voluto ben poco per risolvere la situazione, a giudicare dalla rapidità con cui si erano appiccicati l'uno all'altra, lasciando Raiden appeso con nulla da fare se non bere la propria cioccolata calda in solitudine, rimuginando sulla propria disfatta e su quanto invidioso fosse. Tuttavia se il detto dice che mal comune è mezzo gaudio, avrebbe forse dovuto rallegrarsi del fatto che non fosse l'unico in quella medesima situazione. Poco distante da lui, seduta su una panchina ad armeggiare col cellulare e lanciare di tanto in tanto qualche occhiata ai piccioncini o intorno a sé, c'era proprio Mia. Prese un grosso respiro. Ok, è la mia occasione. Quasi si ustionò la lingua per buttar giù ciò che rimaneva nella cioccolata, bevuta alla goccia come uno shot di assenzio capace di infondergli immediato coraggio per affrontare quella missione suicida. Con le mani un po' tremolanti affondate nelle tasche della giacca e la netta sensazione di sudare da ogni singolo poro, il Grifondoro si avvicinò a grandi falcate all'americana, mettendosi a sedere dall'altro capo della panchina. « Comunque dovevamo capirlo dal fatto che Delilah nella scatola non avesse messo le foto. » Lo disse con lo sguardo puntato chissà dove, un po' per mantenere quell'impressione di disinvoltura e un po' perché non riusciva genuinamente a guardarla in faccia e dire qualcosa di coerente al tempo stesso. « A questo punto immagino che la inviterà al ballo. » Fece una pausa. Sì, inseriamolo nel discorso in maniera molto naturale. « Dicevamo di non andarci perché sai.. è un po' da sfigati, no? Cioè ci stanno feste migliori. » Si schiarì la voce, allargando le gambe e poggiando un gomito sullo schienale della panchina - altra posa mascolina che aveva studiato. « Però se stai insieme ha senso, immagino. » Di certo a non avere senso era il discorso di Raiden, ma questo gli importava bene poco. L'importante era far passare l'idea che lui fosse un tipo figo con una vita interessante. « Cioè io una a caso non la inviterei, poi magari mi annoio pure di più. Piuttosto me ne sgattaiolo ad Hogsmeade da qualche amico del college. » Perfetto! Magistrale! Genio!

     
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    « E dille anche che non è giusto mettere in mezzo persone che non c'entrano nulla. Buona serata, Mia. » Non aveva gradito lo scontro con biblioteca con Raiden. Era talmente arrabbiata che quando il moro l'aveva lasciata lì da sola, Mia si era dispiaciuta molto di tutto quanto. Forse non avrebbe dovuto acconsentire a portare le cose di Jeff al posto di Delilah. Adesso Raiden la odiava e probabilmente pensava anche che fosse una di quelle ragazze rompiscatole che pensava che il ragazzo dovesse fare qualunque cosa per la sua fidanzata. Mia non era così. Era cool, era indipendente, era persino andata alla marcia rosa a Hogsmeade non più lontano di qualche settimana prima e aveva postato una foto con le sue ame tutte agghindate e messo in tiro, con treccine colorate e l'ombelico di fuori. Inutile dire che si era presa il raffreddore subito dopo. Ma la gloria di essere una sovversiva, di essere cool, ne era valsa la pena. « Ha detto così. Uno stupido progetto che non significa nulla! » Grazie alla promozione di Delilah a Prefetto Grifondoro, Mia e il gruppetto delle ragazze aveva potevano ora godersi il venerdì sera nel bagno dei prefetti, dove si era chiuse per prepararsi alla gita del giorno dopo. Perché dopo la sfacciataggine di Raiden, e dopo aver tenuto il punto in quella maniera, tutte avevano convenuto che non solo sarebbero andate alla gita, ma avrebbero anche tenuto il muso compatte, contro l'infamità di Jeff. Anche Antonio Colombo era stato preso di mira, perché pur avendo dimostrato interesse nei confronti di Stacey, erano corse voci secondo cui avrebbe baciato Gabriela Mendez la scorsa settimana. « Che poi con Gabriela non ci aveva già limonato Yagami alla festa di inizio anno? Cioè ma lo vedete che se le passano proprio come se niente fosse. » « Figurati adesso Jeff e Raiden sono passati alle it girl. Gabriela non è abbastanza cool. Possono tranquillamente lasciarla a Colombo. Che poi Jeff aveva detto che gli piaceva Ronnie. » « Nemmeno voglio sentirlo nominare quel cafone. Se lo tenesse Gabriela. » Erano tutte arrabbiatissime. Anche Mia lo era. Ma sotto sotto trovava che quel atteggiamento di Raiden fosse stato davvero da figo. Quando aveva preso a raccogliere le sue cose, a Mia era dispiasciuto, quasi sperasse che avrebbe parlato ancora un po' con lei. Stupida io a pensare che se mi fossi offerta, forse avrebbe tentato di aiutarmi a riappacificare Jeff e Delilah. Che ok, sono andata lì a muso duro, ma mi pare evidente che ero arrabbiata perché alla mia amica era stato fatto un torto. E poi Mia doveva mostrarsi dura, forte, indipendente. Non poteva mica far fare a Delilah la figura della sottona. E poi ha detto che Delilah fa la pazza. Tutte cose a cui Mia non aveva risposto; anzi, semmai se ne è rimasta lì con uno sguardo contrariato dandogli spazio di andarsene senza aggiungere nulla. « Ah e poi alla fine ha detto buona serata, Mia. Oh, ora ti ricordi come mi chiamo, complimenti! Buona serata Mia di cosa! Prima fai il cafone forte però poi sia mai che ti dimentichi di augurarmi buona serata, dopo che me l'hai completamente rovinata. » Mia scuola la testa giocherellando con le bollicine di sapone sbuffando. « Sembrava davvero un bravo ragazzo. Giuro che ho accettato di portare quella scatola solo perché mi sembrava più ragionevole. Credevo che almeno si sarebbe scusato per conto di Jeff e avrebbe detto che ci avrebbe parlato. Ma io ora sapete cosa penso? Penso che Raiden è pure peggio di Jeff. Minimo questa storia di Mindy e Faye l'ha messa su lui perché non si poteva fare le uscite a quattro con Faye e Delilah. Figuriamoci, si odiano. » Si. Era proprio così. A Raiden piaceva Faye e quindi ecco che aveva bisogno della sua spalla, perché si sa che anche i ragazzi non vogliono altro che farsi le uscite a quattro, così sono in maggioranza e possono portare le fidanzate allo stadio, invece di andare a fare compere con loro. « Quindi sapete che vi dico? Noi domani non rimaniamo al castello. No! Alla gita ci andiamo eccome. Ci andiamo e li ignoriamo. E cerchiamo pure i ragazzi carini del college perché tu, Lilah, ti meriti molto di più. » La sicurezza di Mia venne tuttavia meno durante la notte. Stretta tra le sue coperte con un libro tra le mani, aveva riletto la stessa pagina per venti volte. Continuava a pensare allo scontro avuto con Raiden sentendo che quella lite avrebbe avuto enormi ripercussioni. Ripercorrendo i confini poco nitidi di quel ricordo, aveva cominciato a ricollegare ad altro il comportamento di Raiden. Mi odia. È palese. Probabile che non gli siano piaciuti i cioccolatini, ecco perché mi ha trattata così. Sicuro ci ha pure riso sopra insieme ai suoi amici. Ora tutti sanno che mi piace. Tutta la scuola. Ecco perché Faye ci tiene così tanto a uscirci insieme. È di nuovo come quando Anna e John Stevenson si sono quasi messi insieme. Il terrore di quell'umiliazione la portò a dormire poco e male per tutta la notte, al punto che il giorno dopo Mia aveva riconsiderato tutta la sua esistenza. Raiden le aveva passato il compito solo perché gli aveva fatto pena; perché lui era comunque un bravo ragazzo e si era dispiaciuto perché Mia doveva sembrare disperata - che vergogna. E poi, quando aveva ricevuto i cioccolatini aveva reputato quel gesto davvero fuori posto. Forse l'aveva addirittura etichettata come un'impicciona, perché si era introdotta negli spogliatoi maschili e aveva pure aperto il suo armadietto. L'ha ignorata perché non gli interessava, ma quando Mia si era presentata con le cose di Jeff doveva aver fatto la figura della stalker. Quindi oggi devo sembrare disinvolta. E così aveva fatto. Per la prima parte della giornata, in cui avevano in programma una visita obbligatoria al Museo della Liberazione, Mia aveva fatto di tutto per restare incollata alle sue amiche e aveva parlato con chiunque - ma davvero chiunque - tranne il gruppetto di Raiden e le mean girls. Doveva essere sembrata davvero fica, perché si era sforzata davvero tanto a parlare con chiunque e mostrarsi molto cool con i suoi occhiali rosa a forma di cuore e il lecca lecca alla fragola tra le labbra. Almeno finché Jeff non si era avvicinato al gruppo chiedendo di parlare con Delilah. Mia aveva sperato che l'amica gli avrebbe detto di no, ma così non era stato e quindi, le fila di quella solidarietà si erano rotte. Ognuna aveva preso una direzione diversa e Mia era rimasta da sola a leggere, in attesa che le sue amiche tornassero dal loro di shopping a cui non si era sentita di unirsi. Non c'era cosa che trovasse più noiosa di scegliere smalti a bigiotteria alle bancarelle. Si era quindi seduta una panchina nella piazza principale e aveva tirato fuori il suo cellulare, intenzionata a continuare la lettura della sua fiction del momento, che era stata pubblicata su un sito un po' losco anche in digitale. Le cose nel suo romanzo del momento stavano iniziando a riscaldarsi parecchio e Mia aveva proprio bisogno di sapere come Frederick avrebbe convinto Miranda a farsela dare nel camerino, durante le prove generali dello spettacolo di lei. Di tanto in tanto si guardava attorno, Mia, per assicurarsi che nessuno si sarebbe accorto di cosa stesse leggendo, ma poi tornava alla carica mentre le descrizioni si facevano sempre più esplicite.
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    « Comunque dovevamo capirlo dal fatto che Delilah nella scatola non avesse messo le foto. » « Eh?? » Di colpo Mia arrossì talmente violentemente che non poté fare a meno di bloccare il proprio cellulare nascondendolo nello zainetto come se fosse stata colta in flagrante a fare la più disdicevole delle cose possibili. « A questo punto immagino che la inviterà al ballo. Dicevamo di non andarci perché sai.. è un po' da sfigati, no? Cioè ci stanno feste migliori. » Mia gli gettò uno sguardo con la coda dell'occhio senza sapere esattamente come rispondere. « No infatti è proprio una cosa per coppiette e sfigati. Dai chi ci vorrebbe mai andare a quella roba. » Voleva morire. Si sentiva così delusa e sconfitta. Certo che voleva andare al ballo. Certo che voleva tutte quelle attenzioni stupide. Chi non le avrebbe volute? Però, evidentemente Mia non era all'altezza di quelle cose, e allora poteva solo fare la volpe con l'uva. Era impressionante come poi, tutta la spavalderia della sera prima era completamente scomparsa, così come scomparse erano tutte quelle opinioni un po' cattive sul conto di Raiden. Cioè mi sta parlando. È comunque gentile. Però non mi vede. Non mi vede proprio. È tutta colpa di quella troia di Faye che si è intromessa! « Però se stai insieme ha senso, immagino. Cioè io una a caso non la inviterei, poi magari mi annoio pure di più. Piuttosto me ne sgattaiolo ad Hogsmeade da qualche amico del college. » Oddio che gli dico? Cosa disinvolta, cosa disinvolta. Cosa disinvolta subito. Non me ne frega. Non me ne frega - « Guarda che parlano tutti del fatto che inviterai Faye! Bel colpo, bro! » E subito a dargli un pugno sul braccio come aveva visto che facevano solitamente i ragazzi tra loro. « Probabilmente sarete re e regina del ballo. » Pausa. « Ci sta - cioè state facendo anche la ricerca di Incantesimi insieme. Capisco perché Delilah era un po' arrabbiata per la situazione di Mindy e Jeff. Cioé Mindy e Faye sono migliori amiche, e voi siete migliori amici.. » Si strinse nelle spalle e piantò lo sguardo davanti a sé, senza avere il coraggio di guardarlo. « È naturale. Passerete un sacco di tempo insieme. Non è una a caso. » Un sacco di gente che fa le ricerche insieme, si mette insieme. E si sbaciucchia in cortile. E poi va al ballo insieme. Per ogni istante che rimaneva lì, si sentiva più ferita e frustrata, umiliata dal fatto che Raiden non solo stava ignorando ogni suo sforzo - a partire dai cioccolatini - ma era anche venuto lì a parlarle del ballo consapevole del fatto che lei si era esposta nei suoi confronti, mentre lui andava avanti con la sua vita, probabilmente prendendola in giro con i suoi stupidi amici. Mi odi davvero così tanto? Per un istante, nel guardarlo finalmente in viso, fu su punto di chiederglielo. Si, forse se glielo chiedo dritto per dritto è più semplice. Così almeno potrò andare avanti con la mia esistenza. Sarà difficile perché siamo nella stessa classe, e probabilmente mi vergognerò da morire, ma almeno non avrà più il potere di trattarmi così. E se poi ride ancora di più? Se lo racconta a Jeff che poi lo dirà a Delilah? Come faccio poi se anche le mie amiche ridono di me?? « MIAAAAAA!! Oi! » Nello spostare lo sguardo vide la figura di Todd in compagnia di alcune sue amiche e di Jeff e Delilah. Si erano radunati tutti al centro della piazza. Il moro si avvicinò ad entrambe correndo per poi fermarsi di frone alla panchina. Todd era sempre stato estremamente gentile con lei. Nonostante fosse stato nominato Cercatore Serpeverde, continuava a essere una persona per bene, e non le aveva mai dato l'impressione di voler fare il figo. Aveva palesemente una cotta per Faye dal terzo anno, e da allora Mia non lo aveva mai visto con nessuna ragazza, mai nemmeno una volta. « Stiamo andando a giocare a bowling. Volete venire? » Mia lo guardò con grandi occhi un po' dispiaciuti. « Tutto bene Mia? » « Si no, è che mi è entrato qualcosa nell'occhio. Io ci vengo.. » Ma non attese né che Todd la seguisse, né tanto meno disse nulla a Raiden. Semmai prese la palla al balzo per scappare e tornare dalle sue amiche, facendo da aprifila del gruppetto assieme a Ronnie e Alyssa. Lungo il tragitto molti si persero per strada, chi perché si era fermato a parlare con qualche compagno, chi perché attirato dalle vetrine dei negozi e chi ancora perché aveva voglia di fermarsi a mangiare un boccone. Giunti quindi nel cortile del Toyland erano rimasti davvero in pochi, e di fronte alla visione della pista di pattinaggio, Jeff e Delilah ebbero un improvviso cambio di cuore. Fu allora che, mentre guardava un po' dispiaciuta la pista di pattinaggio, venne intercettata da un ragazzo più grande che le si parò davanti con un volantino. « Ciao! Buon pomeriggio! Sei interessata a entrate? Oggi abbiamo una promozione. Le ragazze entrano gratis se accompagnate. È un pacchetto completo con dieci biglietti per la sala giochi e buffet con un succo incluso. Viene 6 galeoni per due persone. » Che promozione sarebbe mai questa? Le ragazze accompagnate? Chi l'ha pensata questa cagata. « No scusa - sono da sola, magari un'altra volta. » « Una ragazza così carina come te?? Da sola! Ma no dai, non ci credo. » I ragazzi del college sapevano sicuramente farci. Non a caso, appena il tipo le disse quanto fosse carina, Mia arrossì cominciando a ridere nervosamente. Si sentiva un po' a disagio. Sinceramente a disagio. Forse la stava tampinando un po' troppo, e per Mia, che il più delle volte veniva bellamente ignorata da ogni cristiano sulla faccia della terra, quel comportamento era un po' troppo. « Beh se cambi idea, sai dove trovarmi. Ti ci porterei io, se solo non stessi lavorando. Magari una volta potrei anche farlo.. » Rimase a bocca aperta, incredula. « Ma no ma, figurati - non c'è bisogno. Quasi quasi lo compro da sola. Cioè - non è che devo essere accompagnata. » E alla fine lo aveva comprato davvero, spendendo tra l'altro soldi che non aveva. Non sapeva nemmeno per quale ragione si fosse lasciata infinocchiare da quella stupida promozione, tra l'altro notando con suo grande disappunto che non appena si era intascato i soldi, il tipo era passato alla prossima vittima. Ora aveva un biglietto che si vergognava troppo di usare da sola, e di cui non sapeva nemmeno cosa farsene. Così stretta nel proprio mantello, si sedette al tavolino di fronte al Toyland che faceva da punto di ritrovo per tutto il gruppo. Vi trovò solo Raiden che forse si era separato dal gruppo intendo a studiare il suo cellulare. Si sedette quindi in maniera composta al tavolo e lo osservò solo per qualche istante prima di tirare fuori il suo cellulare a propria volta. « Ci incontriamo di nuovo, eh? » Rise appena; una risata a dir poco imbarazzata. « Gli altri? Non sono ancora arrivati? » Gli altri, gli altri chi, non era chiaro. Era sempre un gli altri. « Ho visto che Jeff e Delilah alla fine sono andati alla pista di pattinaggio. » Un'altra pausa, senza dire assolutamente nulla, mentre continuava a guardare la pista addobbata. Era bello e le sarebbe tanto piaciuto provarci. « Ti va di andarci? Cioé - non sei obbligato se non ti va, però ho ricevuto questa promozione e ora non so con chi usarla. Ti fanno anche il buffett con un succo incluso e dieci biglietti per la sala giochi però devi essere accompagnato. Boh.. tu sai pattinare? » Pausa. « Tanto stiamo qui a congellarci. Hanno scritto sul gruppo che per il bowling ci sta posto solo alle 18. Abbiamo un sacco di tempo da perdere. » Altra pausa. « Cioè sempre se non hai niente da fare. Magari sei impegnato - » Non essere impegnato. Voglio farti vedere che non sono una stalker. Cioé posso essere una persona tranquilla lo giuro. Non sono una che ti sta col fiato sul collo. Io non sono una rottura!




     
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    « Guarda che parlano tutti del fatto che inviterai Faye! Bel colpo, bro! » Descrivere l'espressione di Raiden nel sentire quelle parole sarebbe un compito arduo per chiunque. Nel giro di pochi istanti un misto di confusione, sconcerto e orrore si susseguirono sul suo viso, mentre la sua testa cercava di registrare tanto il significato di ciò che Mia gli aveva appena detto quando quel pugno al braccio dall'aria fraterna. Non sapeva cosa fosse più grave: se il fatto che si parlasse di lui, il fatto che lei lo credesse coinvolto con Faye oppure che lo avesse appena chiamato "bro". Nel dubbio, però, in tutte quelle cose non c'era assolutamente nulla di buono o tranquillizzante. « Chi ne parla, scusa? » Fu tutto ciò che riuscì a dire, cercando di mantenere un tono quanto più tranquillo possibile sebbene nella sua testa ci fosse solo un lungo e continuativo urlo. « Probabilmente sarete re e regina del ballo. Ci sta - cioè state facendo anche la ricerca di Incantesimi insieme. Capisco perché Delilah era un po' arrabbiata per la situazione di Mindy e Jeff. Cioé Mindy e Faye sono migliori amiche, e voi siete migliori amici. È naturale. Passerete un sacco di tempo insieme. Non è una a caso. » Allarme rosso. Allarme rosso. Una risata un po' nervoso uscì quasi involontariamente dalle labbra di Raiden. « Ma tu dai retta alle voci di corridoio? Ahahah pensa che io questa cosa è la prima volta che la sento. Cioè, neanche avevo intenzione di andarci al ballo, figuriamoci! » Le parole si susseguivano a casaccio, in un tentativo di naturalezza dettato dal panico di dover rimediare a quello che vedeva come un malinteso fatale. Ma tra tutti quei fraintendimenti, la cosa peggiore era sicuramente quel "bro". Se essere visto solo come un amico o un semplice compagno di classe era brutto, essere visto come un bro era catastrofico. Significa zero interesse. No, anzi, pure peggio. Significa che non mi percepisce proprio come un maschio. Solo un bro. Una sorta di Ken che dentro le mutande non ha nulla e che nemmeno consideri come un possibile ragazzo. Lo stadio peggiore della friendzone. L'amico gay. E poi cosa c'entra Faye? Vuole farmi capire che ha capito che mi piace e deviare la mia attenzione altrove per non rifiutarmi in maniera diretta? Sì è così, palese. Me lo sta facendo capire senza dirmelo. I suoi pensieri viaggiavano alla velocità della luce, scendendo a spirale in un tragico misto di deliri e film mentali, mentre cercava senza successo di trovare qualcosa da dire per riempire l'improvviso silenzio. « MIAAAAAA!! Oi! » Todd. Non lo conosceva bene, e in quel momento preciso non sapeva se prendere il suo intervento come una manna dal cielo o come un'intromissione. Nel dubbio non disse nulla, affondando le mani nelle tasche della giacca e abbassando lo sguardo sui propri piedi. « Stiamo andando a giocare a bowling. Volete venire? » Stava parlando anche a lui? Difficile da dirsi, visto che guardava solo Mia. Ovviamente. A quel punto, rotto il momento - quello che doveva essere il suo momento, ma che si era rivelato solo un'immensa Waterloo -, il giovane Yagami si era alzato mogio mogio dalla panchina, tirando fuori il cellulare per digitare alcune parole nella chat di gruppo e informarsi sulla posizione degli amici. Jeff ovviamente non stava facendo caso a lui, preso com'era dalla riconciliazione con Delilah, e di certo Raiden non se la sentiva di fare il terzo incomodo. Così si era unito ad Antonio, Bartosz e Hiroshi, cercando di nascondere alla bell'e meglio il magone che si portava addosso. Anche loro erano diretti al Toyland, ma più che al bowling sembravano interessati al laser tag. Ottimo così. Aveva proprio bisogno di scaricare la sua frustrazione con una bella sudata. Ma più andavano avanti, più gli altri sembravano tergiversare: chi voleva comprare scorte di dolciumi da portare al castello, chi si fermava a parlare con altri compagni, chi cercava di avvicinarsi tatticamente a qualche ragazza. Insomma, alla fine, un po' scocciato per l'ennesima sosta, Raiden aveva esordito con un « Vabbè, facciamo così: io vi aspetto davanti al Toyland. Se volete ci prenoto già la sala. » « No non prenotare che ancora mi devono rispondere due di Tassorosso. Se siamo di più facciamo a squadre, altrimenti è meglio tutti contro tutti. » Sospirò, annuendo. « Va bene, fatemi sapere. » Così si era ritrovato solo, mesto e pensieroso nel cortile del Toyland, in compagnia solo dell'ennesima cioccolata calda e di Pokemon Go. Aveva deciso di prendere quel momento come un'opportunità per conquistare la palestra del Toyland - rinomatamente la più difficile e combattuta, visto che si trattava di un crocevia importante sia per gli studenti di Hogwarts che per quelli del college. Ma Raiden era un Pokemon Trainer piuttosto skillato, forse uno dei migliori ad Hogwarts, e la sua schiera di pokemon (tra cui figurava un Charizard che tutti gli amici gli invidiavano) poteva assicurargli anche quel fortino. Lo sapevano tutti al villaggio, che quando user Samurai_Grifondoro arrivava in città, le palestre si tingevano di rosso. Ne andava particolarmente fiero, ovviamente. Ma il Toyland era difficile da espugnare persino per un esperto come lui. Chiunque detenesse quella roccaforte aveva schierato a sua difesa un Arcanine piuttosto skillato, il che non rendeva affatto facile la lotta. Era forse quello il momento di giocare il suo prezioso Charizard? Ci aveva riflettuto un po', incerto. Non era una decisione da prendere sotto gamba e ne andava anche del proprio nome. « No scusa - sono da sola, magari un'altra volta. » La voce familiare di Mia sembrò distrarlo momentaneamente, portandolo a sollevare lo sguardo dallo schermo del telefono. Poco distante, la mora stava parlando con un ragazzo più grande (probabilmente del college). Una coltellata in pieno petto: prima il danno e poi la beffa. Beh ovvio. Cosa mi aspettavo? Certo che va dietro a quelli del college. Io sono solo uno sfigato a confronto. Quello può bere e fare tutte cose e uscire quando gli pare. Anche se poi magari non è nemmeno un bravo ragazzo e le mette le corna. Forse quella rabbia era proprio ciò che gli serviva per infondergli una spinta di coraggio. Perché magari era proprio lui, mister piacione col sorrisetto, il volto che si celava dietro user BigDick97, reggente della palestra. A quel punto gli fu chiaro che non avesse alcun senso tenere un pokemon come Charizard - per giunta ad un livello così alto - se non aveva intenzione di usarlo per una causa come quella. Schiacciò dunque la figura del personaggio con un certo fervore, serrando la mascella e dando inizio ad una lotta all'ultimo sangue mentre il suo sguardo saettava dallo schermo alla figura del ragazzo come se si aspettasse da un momento all'altro una qualunque reazione. Ti aspetta una bella sorpresa, quando guarderai il cellulare. Avrai perso tutto, stronzo! Non sembrava nemmeno contemplare quanto improbabile fosse che tra tutti fosse proprio quel ragazzo il suo opponente, ma non importava: quella battaglia che si consumava interamente nella sua testa non richiedeva conferme. Non si rese nemmeno conto del fatto che nel frattempo, mentre la sua vittoria si dispiegava e il suo volto veniva dipinto da un sorriso compiaciuto, la stessa dama per il cui onore aveva sguinzagliato il proprio prezioso Charizard si era seduta al suo tavolo. « Ci incontriamo di nuovo, eh? » Per poco non saltò sulla sedia quando sentì la sua voce così vicina, preso com'era a contemplare la visione della palestra dipinta di rosso per il suo trionfo. Chiuse velocemente l'applicazione, intascandosi il telefono come una colt ancora calda, mentre il suo sguardo saettava veloce sulla figura del ragazzo, ormai più distante, intento a fissare il telefono con aria corrucciata. Non sei più tanto spavaldo, eh? BigDick97? Adesso non hai né la palestra, né la ragazza, né l'onore. Solo un ridicolo username simbolo della tua tracotanza. Un titolo privo di significato. « Gli altri? Non sono ancora arrivati? » Si strinse nelle spalle con un piccolo sorriso. « Li ho lasciati ad una bancarella di crepes. Erano ancora in fila, quindi non so quanto abbiano. » « Ho visto che Jeff e Delilah alla fine sono andati alla pista di pattinaggio. » Annuì, mordicchiandosi il labbro inferiore, incerto su cosa dire. Perché sì, lei ora poteva essere lì a parlare con lui invece che con il possibile BigDick97, ma ciò non cambiava il dato più importante: che Raiden continuava ad essere estremamente inetto nella vita reale. « Ti va di andarci? Cioé - non sei obbligato se non ti va, però ho ricevuto questa promozione e ora non so con chi usarla. Ti fanno anche il buffett con un succo incluso e dieci biglietti per la sala giochi però devi essere accompagnato. Boh.. tu sai pattinare? » « Sì. » disse veloce, più velocemente del dovuto, tanto da maledirsi un secondo dopo per quella velocità. Così sembro disperato. « Tanto stiamo qui a congelarci. Hanno scritto sul gruppo che per il bowling ci sta posto solo alle 18. Abbiamo un sacco di tempo da perdere. Cioè sempre se non hai niente da fare.
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    Magari sei impegnato - »
    « Sì - mh.. cioè, so pattinare. E gli altri non so quanto ci metteranno, quindi ho tempo. Mi stavo pure annoiando, a dir la verità. » Si strinse nelle spalle, ostentando nonchalance. « Quindi perché no? » Sì, meglio. Disinvolto. Rimase per qualche istante in silenzio, a fissarla, come se si aspettasse qualcosa. Poi si rese conto che forse così sembrava solo un maniaco. « Ok andiamo dai. » Si alzò velocemente, avviandosi a passo svelto, solo per poi fermarsi e tornare indietro perché stava andando troppo svelto e lei sarebbe rimasta indietro. « Tu sai pattinare? A me piace. Ci andavamo spesso da piccoli con mia sorella. Lei è un po' più brava di me, ma anche io me la cavo. » Dire le prime cose che gli passavano per la testa sembrava una buona idea per non cadere in un altro abisso di imbarazzo, e così procedeva, impegnandosi a tirare fuori informazioni a caso di cui probabilmente a lei non fregava nulla. Tipo quanto fossero grandi le piste di pattinaggio in Giappone, come fosse Tokyo nel periodo natalizio e quanto diverso fosse per i giapponesi il significato di quella festività. Tutte quelle nozioni sparse avevano riempito il tragitto verso la pista e il tempo d'attesa per accedervi, fin quando non si erano assicurati i pattini ai piedi e non gli era stato permesso di salire. Non le aveva mentito: era effettivamente discreto in quell'attività, ma se di norma si sarebbe lanciato nel mezzo per sfidare chiunque fosse la compagnia al seguito, adesso si stava invece contenendo. Andava più piano, si atteneva per lo più ai margini e stava attento a rimanerle accanto per non perdere quell'opportunità. « Comunque adesso che ci penso dovrei ridarti almeno la metà dei biglietti, non credi? Cioè ok che è una promozione, ma non è giusto che paghi tutto tu. Non voglio scroccare e non mi piace sentirmi in debito. » In realtà a non piacergli era l'idea di sembrare un poveraccio che si faceva offrire le cose da una ragazza, quando invece sarebbe dovuto essere lui a pagare per cose del genere. E se poi lo dice alle amiche? Che figura ci faccio? Già mi prendono in giro così. Come minimo le direbbero che oltre ad essere sfigato sono pure un cafone. No, non posso permettermelo. « Ehi, guarda che parlo sul serio. Mi offendo. » Rise, un po' nervoso, mentre continuava a pattinare adagio. Avrebbe voluto fare qualcosa. Cosa fanno i tipi fighi? In un film sarebbe stato il momento perfetto per prenderla per mano come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma per Raiden non lo era: la sola idea sembrava mettergli un senso di panico. E se poi lei avesse tolto la mano? Se gli avesse tirato uno schiaffone? Magari l'avrebbe fatta sentire a disagio. No, non era pronto ad un simile rifiuto, dunque nel dubbio affondò ancor di più le mani nelle proprie tasche. Forse poteva esserle una buona occasione per chiederle di uscire insieme con la scusa di ripagarla di quella gentilezza. Ma anche lì, non ne aveva il coraggio. Servirebbe tipo qualcuno che ti viene addosso. Non troppo eh. Giusto che ti tagli la strada, una cosa del genere. Così posso tirarti via e fare bella figura. Proprio oggi devono essere tutti Yuzuru Hanyu? « Ti piace il Quidditch? » Fu la prima cosa, stupida, che gli venne in mente. Ma che cazzo di domanda è? Si schiarì la gola, ostentando un comportamento casual. « Non ci ho mai fatto caso se vieni o meno alle partite. Sai, per me e gli altri a volte sembra tipo la fine del mondo, ma poi mi rendo conto che a tanta gente non frega nulla. » Pausa. « E ci sta, per carità. » Si affrettò ad aggiungere, timoroso che quelle parole potessero far trapelare un qualche tipo di giudizio o deal-breaker. « Però bo, se ti piace e non ti annoia potresti fare un salto alla partita di domani. Giochiamo contro Corvonero, quindi forse ti interessa anche meno. Ma di solito dopo le partite facciamo sempre qualcosa tutti insieme. » Vero una volta ogni mille. Adesso devo organizzare qualcosa. Fece una pausa. « Sai, visto che adesso Jeff e Delilah sono tornati insieme, sono sicuro che ci sarà anche lei e qualche altra tua amica, quindi magari ti va di partecipare. » Le lanciò un'occhiata di sbieco, cercando di sondarne la reazione. Forse aveva troppa paura di capire quale fosse, quindi nel dubbio decise buttar lì una risata che sperava suonasse sufficientemente nonchalant. « Basta che tifi per noi, però. Ahahah ti do pure la sciarpa così vediamo subito se sei solidale. Tanto neanche giochiamo contro di voi, ti va bene. » Una risata decisamente nervosa, che voleva far sembrare quelle parole come una battuta gettata lì quando in realtà, causali non lo erano per null. Anzi, era serissimo.

     
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    « Sì - mh.. cioè, so pattinare. E gli altri non so quanto ci metteranno, quindi ho tempo. Mi stavo pure annoiando, a dir la verità. Quindi perché no? » Il sorriso sul volto di Mia si allargò di colpo provando un'irrefrenabile senso di gioia. « Si? Davvero? Ti va? » Una conferma che forse non avrebbe dovuto chiedergli, ma che comunque la faceva sentire tanto felice. « Ok andiamo dai. Tu sai pattinare? A me piace. Ci andavamo spesso da piccoli con mia sorella. Lei è un po' più brava di me, ma anche io me la cavo. » « Si dai, me la cavo. Cioé sicuro tu sei più bravo perché sei atletico e tutto - però mi impegnerò tantissimo. » Pausa. « Da noi hanno sempre messo le piste artificiali. A New Orleans non nevica mai. Però è sempre divertente, soprattutto sotto Natale. » Lungo quel tragitto, Mia e Raiden parlottarono di continuoo buttando in mezzo le cose più randomize possibili. Non sapeva neanche come fossero arrivati a parlare di olimpiadi invernali partendo da semplici anneddoti riguardo le loro personali skills, ma tant'è che la conversazione sembrava scorrere in maniera normale. La piccola Wallace si sentiva così fortunata, e Raiden era esattamente come pensava. Wah, è così fico! Sa così tante cose su così tanti argomenti, e poi è anche così divertente. La mora infatti, riusciva a ridere di fronte a qualunque sua battuta. Anche quelle decisamente discutibili, o ancora quelle che non capiva affatto. Non mancava a far finta di conoscere qualunque cosa lui le dicesse. Certo che so dove si trova Osaka. E sono una grandissima esperta di olimpiadi invernali. Non ne sapeva proprio nulla, ma in ogni caso, Raiden parlava così tanto che bastava solo annuire e dare a intendere che lo seguisse affinché lui continuasse. E a Mia andava bene così, perché almeno aveva una scusa per guardarlo. E Raiden era davvero carino. « Comunque adesso che ci penso dovrei ridarti almeno la metà dei biglietti, non credi? Cioè ok che è una promozione, ma non è giusto che paghi tutto tu. Non voglio scroccare e non mi piace sentirmi in debito. Ehi, guarda che parlo sul serio. Mi offendo. » « Va beneeeee! » Ma ora che si trovava in pista con Raiden - una cosa da non credere! - di quanti soldi avesse speso non le importava niente. Oddio però se così pensa che mi piace? Se non lo lascio darmi la metà poi cosa penserà di me? Ma poi la sua mente sembrò andare oltre. Certo solo la metà perché non sono la sua ragazza. E non è un appuntamento. Si offrono le cose solo alla propria ragazza. In verità, a Mia di farsi offrire le cose non le interessava niente; però lo trovava un gesto carino. Era una cosa che le faceva pensare di essere importante. Nessuno mi ha mai offerto niente. Di solito si paga sempre a metà. « Se vieni al bowling puoi offrire quello. Uhm.. oppure, non so se hai visto ma tra poco esce un horror nuovo super fico. Ti piacciono? Gli horror dico. » Oddio così sembra che lo sto invitando a uscire. Fai finta di niente, fai finta di niente. Non a caso ciò che fece fu pattinare più verso il centro, tentando qualche acrobazia leggera che la portò a ridacchiare tra se e se. « Ti piace il Quidditch? Non ci ho mai fatto caso se vieni o meno alle partite. Sai, per me e gli altri a volte sembra tipo la fine del mondo, ma poi mi rendo conto che a tanta gente non frega nulla. E ci sta, per carità. Però bo, se ti piace e non ti annoia potresti fare un salto alla partita di domani. Giochiamo contro Corvonero, quindi forse ti interessa anche meno. Ma di solito dopo le partite facciamo sempre qualcosa tutti insieme. » Per un istante Mia sgranò gli occhi non sapendo esattamente come prendere la cosa. Una parte di sé voleva fare i salti di gioia. Raiden non si rendeva conto di quale traguardo fosse per una come lei uscire con la squadra di Quidditch - e con lui, in primis. Però forse sta dicendo tanto per dire. Cioè una cosa tra amici. Non so. E se lo fa perché così i suoi amici potranno ridere dei cioccolatini? E se gli dico di no e poi ridono ancora di più di me? Era come se da quella risposta dipendesse tutta la sua vita. « Sai, visto che adesso Jeff e Delilah sono tornati insieme, sono sicuro che ci sarà anche lei e qualche altra tua amica, quindi magari ti va di partecipare. Basta che tifi per noi, però. Ahahah ti do pure la sciarpa così vediamo subito se sei solidale. Tanto neanche giochiamo contro di voi, ti va bene. » Una parte di sé percepiva quell'invito come un qualcosa di estremamente fuori dalla sua confort zone. Nelle uscite coi ragazzi, Mia riusciva sempre a risultare un po' troppo sopra le righe, faceva troppo per poi sentirsi un'idiota. Voleva però tantissimo andarci, e il fatto che Raiden si fosse offerto a darle la sua sciarpa riusciva a mandarla in visibilio. Non a caso ad un certo punto dopo averci pensato per qualche istante su, prese ad annuire energicamente rivolgendogli un sorriso dolce.
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    « Va bene! Se dici così, allora ci vengo. » Non troppo disperata, Mia!!! « Cioé, devo sistemare un po' di impegni.. » Che impegni potesse mai avere una scolaretta, non era chiaro, ma faceva comunque cool girl dire che quella fosse una concessione in mezzo ai tantissimi impegni. « ..però ci vengo. Mi sembra evidentissimo però che faccio un'eccezione, perché in ogni caso noi di Serpeverde, vi facciamo il culo alla prossima partita. » Sollevò infatti il mento a mo di sfida per poi scoppiare a ridere. Le interessava poco e niente della competizione tra casate, tanto più quando si trattava di Quidditch, ma doveva comunque mostrare solidarietà alla sua casata. Altrimenti che figura ci faccio, dai! « Che poi comunque io ci vengo quasi sempre alle partite. » Sei tu che non ti accorgi. « Sei molto bravo. Non mi stupisce il fatto che ti abbiamo fatto Ca- oh! » Di colpo, Mia afferrò Raiden per entrambi i lembi del mantello abbassandosi appena per nascondersi dietro la sua figura. Cercò un punto d'appoggio contro la mano di lui, facendosi leggermente più vicina. « Non girarti.. » Piuttosto lei si fece ancora più vicina, lasciando solo sbucare gli occhi da oltre la spalla o il braccio del moro, spiando una scena specifica alle spalle di lui. « Ci sta mio fratello! Bastardo! Lo sapevo che usciva con Meredith Fraser! Continuava a dire no no, ma chi io! Ma ti pare!! Bugiardissimo!!! » Scoppiò a ridere sollevando lo sguardo nel suo accorgendosi di quella vicinanza solo allora. Il calore emanato dal corpo di Raiden le scaldava le mani e c'era attorno a loro una peculiare elettricità. Quando Gabe e Meredith passarono accanto a loro, Mia nascose il volto nell'incavo del collo del ragazzo, posando la mano sulla spalla opposta per mantenere l'equilibrio. Non voleva farsi vedere; temeva che Gabe potesse dire a sua madre che si trovava a Hogsmeade nonostante Gillian Wallace le avesse proibito di lasciare il castello. Dal punto di vista della madre, Mia doveva prima migliorare i suoi voti e dimostrare di essere sufficientemente responsabile per poter andare. Così, ciò che Mia aveva fatto era stato firmarsi il permesso da sola. Non se ne sarebbe accorta. L'aveva già scampata in precedenza, e in ogni caso, se anche sua madre lo avesse scoperto, suo padre avrebbe trovato il modo per salvarla dalle grinfie della furia. Meglio prevenire che curare, però. E poi, non aveva proprio voglia di strappare un accordo svantaggioso a Gabe nella speranza che quest'ultimo decidesse di risparmiarle quella lavata di testa. A dirla tutta però, in quel momento, Mia, alla punizia che poteva beccarsi ci pensava poco e niente. Era piuttosto presa da un'altra questione ben più grave. Eccola la sensazione che si aspettava di provare. Le farfalle nello stomaco, la magia del batticuore, il calore di un altro corpo, il profumo di lui. Era così bello stare così, sentirsi parte di quel abbraccio a cui forse era più lei ad aggrapparsi che non l'altro. « VIA, TOGLIETEVI DI MEZZOOOOOOOO!!! » E poi, sentì una forte spinta alle spalle ad opera di un tipo che li spintonò entrambi nel bel mezzo di una corsa, portandola a perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente sopra di lui. Posò le mani a terra per tentare di non schiacciarlo nella caduta, ma l'atterraggio fu comunque brusco, al punto che Mia sgranò gli occhi rossa come un peperone accertandosi di non avergli fatto male. « Oddio, scusa! Ti ho fatto male? Stai bene? Scusa scusa scusa, non volevo. » Erano così vicini, e i suoi occhi erano così belli. Quasi non ci credeva che fosse così vicina al volto del ragazzo per cui il suo cuore batteva così forte. Tentò di rimettersi in piedi, solo per scivolare una seconda volta sopra di lui, per poi tentare di rimettersi in piedi con movimenti maldresti e tutto fuorché attraenti. Alla fine gli offrì la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi a sua volta e dopo aver dondolato un paio di volte quella stretta stringendosi nelle spalle, ne sciolse le dita guardando altrove mentre tentava con tutta se stessa di non mostrare l'imbarazzo che provava nei confronti di quella figuraccia. « Ti va ancora quel buffet? » Alla fine, Mia e Raiden avevano passato diverso tempo insieme, abbuffandosi di cibo e succo di mele. Lei gli aveva spiegato la ragione per cui aveva dovuto nascondersi di suo fratello e lo aveva pregato di mantenere quel segreto. Una cosa tra loro due, che sperava il ragazzo potesse mantenere anche solo perché non era certa quanto la madre le avrebbe dato il lasciapassare per tornare ad avere una vita sociale. Si sa, d'altronde, le madri sono proprio una rottura. Poi si erano ricongiungi al resto della comitiva e al bowling, un po' controvoglia, avevano dovuto accettare la presa di posizione dei maschi che avevano deciso di giocare a squadre maschi contro femmine. Ovviamente tra una buca e l'altra, le coppiette avevano socializzato un po' troppo tra loro, ma non altrettanto poteva dirsi di Mia e Raiden, che di colpo sembravano essere tornati al loro solito giro di amici. Mia aveva sfoggiato il suo il suo lucidalabbra diverse volte, cercando ogni superficie riflettente per assicurarsi che i suoi capelli fossero in ordine, e alla fine, prima del coprifuoco tutti quanti si erano diretti verso il castello, dividendo le loro strade per tornare nelle rispettive sale comuni.
    Il giorno dopo Mia si era svegliata prima di tutte le sue amiche per assicurarsi il bagno per prima. Si era arricciata i capelli e aveva scelto la sua gonna preferita, quella più corta. Aveva persino messo il mascara e il profumo, perché aveva proprio voglia di passare una bella giornata. Ovviamente per tutta la sera prima aveva armeggiato col cellulare aprendo in continuazione la chat di Raiden nel tentativo di scrivergli qualcosa, anche una cosa stupida. Alla fine però non ci era riuscita, e si era detta che forse doveva essere lui a scriverle per primo. Era giusto così. Si era ripromessa d'altronde che non avrebbe fatto la figura della stalker. Se aveva voglia l'avrebbe cercata lui. Certo, si era un po' intristita all'idea che lui non avesse fatto nulla - forse era rimasto infastidito da quell'episodio con Gabe, oppuee aveva detto qualcosa che non andava. Più e più volte si era quasi convinta a non andare alla partita, ma quando Delilah e Ronnie si erano presentate all'entrata della sala comune Serpeverde per andare insieme alla partita, Mia aveva capito che non aveva scampo. Ovviamente non erano mancante le battute circa il fatto che a invitarla fosse stato Raiden, e così persino la maleducazione di cui era stato accusato qualche sera prima era passata in secondo piano. « Jeff ha detto di darla a te. » Disse ad un certo punto l'amica. « Ha detto che te la manda Raideeeeeeeen! » Mia aveva fatto finta di niente, in verità, rispondendo che fosse solo una scommessa persa, e così si era arrottolata la sciarpa Grifondoro attorno al collo, ispirando il profulo di pulito che emanava, dirigendosi insieme alle altre al campo. Una partita molto esaltante che portò Mia a salutare energicamente il giovane Yagami durante la pausa, sventolando la bandierina Grifondoro mentre urlava concitatamente. Poi, il dramma. Nella folla alla fine della partita, vide Faye consegnare una scatola di cioccolatini a Raiden, assieme a una busta, parlando concitatamente con lui. Dire che il mondo le si sgretolò davanti era poco. Il suo cuore sembrò andare in pezzi nel momento in cui vide le mani della ragazza toccare quelle di lui, ringraziandolo platealmente per chissà cosa. Grazie Raiden - e congratulazioni bla bla. Sei sei il migliore.. Nella folla che si dirigeva verso l'uscita gli occhioni di Mia incontrarono per un istante quelli di Raiden. Le stretta nella sciarpa di lui, lui con i cioccolatini di Faye tra le mani. Intuile dire che a quel punto Mia gli diede di colpo le spalle, dirigendosi a propria volta verso l'uscita, decidendo che non aveva proprio voglia di congratularsi con lui per la vittoria né nient'altro. Non voglio vederlo mai più. Mai più! Ed effettivamente così sembrava, specialmente dal silenzio religioso che mantenne durante la tappa da Mielandia assieme alle amiche, così come durante il tempo trascorso da Madama Piediburro, oscillando tra il rimpinzarsi di pasticcini, e il piagnuccolare tra se e se come un'idiota, giurando che non si sarebbe mai più fidata di un ragazzo in vita sua. « Ma quindi ti piace??? Mia, dicci la verità, ti sei innamorata di Raiden Yagami? » « Shhhhhhhh!!!!!!! Zittaaaaaaa! Se ti sente qualcuno? » Alla fine era scoppiata a piangere mangiando concitatamente altri pasticcini, finché non aveva confessato. « Mi piace tantissimo, ragazze. Ieri è stato così carino - io credo di amarlo, ma lui proprio non mi calcola. Gli piace quella lì, dai! È evidente! Boh è evidente che mi vede come un'amica. » Proprio mentre si stava piangendo addosso e stava mangiando l'ennesimo pasticcino, Alyssa gli Molly un calcio sotto il tavolo. « E poi lui è bellissimo, ed è popolarissimo.. e io invece no! » Un altro calcio. « Però ieri ci siamo abbracciati fortissimo - cioè io l'ho abbracciato ed è stato - » Un altro calcio. « Mia! » « Che c'è? » « Asciugati le lacrime ma non guardare fuori dalla finestra. » Con un pasticcino ancora a metà tra le labbra, Mia fece l'esatto contrario. Panico. Era proprio Raiden. E ora che faccio? Dove mi nascondo? Dove vado? Istintivamente masticò velocemente il pasticcino asciugandosi il volto. « E' ancora lì? No - Non guardare! Non guardare per favore! » « Come faccio a vedere allora? » « NON LO SO! » « Stanno alle bancarelle qui di fronte. Sta prendendo qualcosa. Oh no - si sono seduti. » E quindi non c'era via di scampo, a meno che non avessero atteso che il gruppo di Raiden non fosse andato via. Una missione impossibile, specialmente perché di colpo, Delilah che era insieme al resto della squadra Grifondoro, aveva preso a ondeggiare la propria mano in direzione delle amiche sedute al tavolino con vista sulla strada principale. « Mia se non ci andiamo facciamo una figura di merda, te lo dico. Non ci devi parlare. Ti siedi dall'altra parte e stai con noi. » Facile per te. Non a caso, una volta uscite e raggiunto il tavolo sotto la bancarella di cibo, Delilah fece in modo che Mia sedesse accanto a Raiden, che non guardò assolutamente. Semmai tentò di mantenere le distanze, provando a puntare lo sguardo fisso di fronte a sé. Non ci parlo. Non ho nulla da dirgli. Non m'interessa. Per me può uscire con chi gli pare. Oh, e dov'è Faye ora uhm?? Dov'è?? Sentiamo!!! Stava litigando mentalmente con Raiden da almeno un quarto d'ora buono quando ad un certo punto, forse reduce della troppa rabbia che provava, si srotolò la sciarpa gettandogliela nel grembo. « Congratulazioni e complimenti. » Glaciale da morire, si morse il labbro inferiore per impedirsi di dire altro, facendo una sceneggiata ridicola davanti ai compagni.



     
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