Children of Fire

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. cinderella's dead
        +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Maghi Adulti
    Posts
    396
    Reputation
    +17

    Status
    Anonymes!
    Cosa? Sei qui? Sei qui per davvero. Quando la bottiglia si infrase ai propri piedi, Diana rimase completamente immobile, osservando il giovane warlock con un'espressione a dir poco sorpresa. Per tutta la durata del loro rapporto Maganus e Diana non si erano mai incontrati da soli in carne ed ossa. L'ultima volta che lo aveva visto di persona, Minerva stava ancora lavorando alla campagna elettorale e Diana preparava il suo inequivocabile endorsement per la causa. Faceva parte del fascino del loro rapporto; Magnus diceva di viaggiare molto e a Diana andava bene così. Le piaceva giocare con lui, stuzzicarlo, fare finta che in un certo qual modo avessero qualcosa di speciale. Lei ne aveva bisogno. Forse ne aveva bisogno anche lui. Di certo, starsene alla larga permetteva a quel gioco di mantenere un certo fascino che altrimenti sarebbe venuto meno. Era consapevole del fatto che fosse solo un passatempo e che per Magnus, Diana era solo lavoro, ma le piacevano comunque le sue attenzioni. I complimenti, le attenzioni; soprattutto, amava il fatto che sfidasse il suo intelletto. Era d'altronde una delle poche persone con cui si sentiva di essere se stessa; forse perché in fondo, nella sua quotidianità era ininfluente, e forse anche perché le piaceva trovare modi per attirare la sua attenzione anche quando sembrava palesemente disinteressato a ciò che aveva a da dire. In un certo qual modo, saperlo in gabbia le piaceva, e non perdeva occasione di sfidare la sua capacità di sopportazione quasi come se infliggere a qualcun altro lo stesso grado di frustrazione a cui lei era costretta la faceva sentire meno sola. Non era mai così; ogni qual volta Magnus abbandonasse la sua mente si chiedeva perché avesse detto o fatto determinate cose. Perché amava così tanto torturlarlo, riempiendolo di informazioni a cui evidentemente non era interessato? Forse era solo masochista, e utilizzava quella presenza per ricordare a se stessa che nessuno l'avrebbe mai davvero amata se l'avesse conosciuta sul serio. « Ehi tu! Sì parlo con te, spilungone! Guarda che quella adesso la devi pagare. » Se anche qualche dubbio rispetto alla sua presenza potesse ancora avercelo, quell'interazione le bastò per comprendere che non c'era ragione di preoccuparsi della possibilità di essere vista parlare da sola. « Cosa ti fa pensare che io sappia riparare un'auto? » Se anche avesse voluto virare la conversazione sulla ragione per cui si trovava lì, il moro la anticipò. « Beh, sei tu a dire che sei un uomo pieno di risorse no? Potresti anche renderti vagamente utile ogni tanto. » Frasi che gli disse con fare alquanto puntiglioso, mentre abbassava lo sguardo sui pantaloni color rubino, imbevuti di alcol scadente. Che schifo. Ora devo anche cambiarmi. Dovrei recapitarti la ricevuta della lavanderia dopo questo smacco. « Che ti prende? » Sollevò le sopracciglia osservandolo con un'espressione interrogativa, specialmente quando la superò continuando le sue compere quasi come se niente fosse. « Invitata alla cena di Natale di Crane e ci vai tutta sola con una macchina babbana? A me suona come un cercarsi le sciagure. Quindi le cose sono due. O sei una sprovveduta e dubito seriamente che Crane si strapperebbe i capelli per un tuo ritardo alla sua cena, oppure stai giocando a qualche gioco. » Le parole del moro la portarono a corrugare appena la fronte. Era evidente avessero scaturito in lei una forma di evidente mortificazione che manifestò sbuffando sonoramente prima di gettare nel mucchio dello scaffale la barretta che si era rigirata tra le mani. « Non è necessario rigirare il coltello nella piaga. Sono molto consapevole dei miei limiti anche senza che tu li renda evidenti. » Si era offesa, era evidente. Non amava sentirsi da meno, tanto meno sapere che qualcuno aveva il potere di sottolineare con così tanta facilità le sue inabilità. Vivere nel mondo magico senza alcun potere era una contraddizione in termini e il mondo non mancava di farglielo notare ogni qual volta ne avesse l'occasione. Ne era a maggior ragione infastidita alla luce del fatto che a rimarcare la questione fosse proprio Magnus. Si fidava del fatto che almeno lui avrebbe capito e soprattutto non l'avrebbe fatta sentire a disagio. Volevo solo stare un po' per conto mio. E non solo. Ogni qual volta dimostrasse di potersela cavare senza assistenza, Diana sentiva di marcare un piccolo traguardo lungo la strada verso la sua indipendenza dalla necessità di essere sempre circondata da qualcuno che la assistesse. Poteva sembrare una cosa stupida, e soprattutto inutile, alla luce del fatto che poteva avere qualunque cosa volesse e pagare persone che la aiutassero in qualunque modo ne avesse bisogno, ma a volte è semplicemente avere del tempo per se stessi. Starsene da soli. Non c'è nulla di male in questo. « Beh, se vuoi il mio aiuto dovrò ottenere qualcosa in cambio. Offri tu. » Alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa prima di seguirlo verso la zona delle casse. « Se sei qui non mi pare che tu abbia molta scelta. » Doveva averlo mandato qualcuno. Avrebbe dovuto immaginarsi che non sarebbe andata troppo lontana senza che nessuno seguisse le sue tracce. Un po' ne era delusa. Quando suo padre l'aveva incaricata di fermarsi a Birmigham per consegnare il suo manoscritto alla sua casa editrice di fiducia, aveva pensato che lui fosse sinceramente pronto a lasciarla fare. D'altronde che cosa le sarebbe mai potuto accadere? La maggior parte delle persone vedeva Diana come niente più che un'oca giuliva senza cervello, troppo assorta dal suo wiztagram per partorire un pensiero di senso compiuto senza i suoi collaboratori. Evidentemente però, al giovane warlock non sembrò importare molto delle sue parole, dirigendosi con una certa determinazione verso la cassa self service come se la giovane Bernheimer non avesse detto assolutamente nulla. Osservò il passaggio di quei prodotti sotto lo scanner con un'espressione un po' interdetta, finché non venne interpellata nuovamente. « Serve un documento. » Cosa? Sul serio? « Su, non fare la timida. Sono sicuro che sarai venuta benissimo in foto. » Quasi dovesse dimostrare la questione, mise mano alla borsetta e gli consegnò il documento. « Certo che sono venuta benissimo. » Strinse i denti e scosse la testa. « Ma non è questo il punto. » Lo affinché tirando fuori la carta per passarla sul lettore pagando quella spesa indignitosa per poi voltarsi nella sua direzione. « Patatine, alcol e bibite? Vuoi farti venire un cancro o stai cercando di dirmi qualcosa? » Se hai un desiderio di morte, puoi dirmelo direttamente. « Patti chiari, amicizia lunga: quella roba non te la mangi nella mia macchina. » Asserì di colpo sollevando un dito di fronte al suo viso a mo di avvertimento prima di strappare lo scontrino dalla macchina, infilandolo nella tasca del cappotto. « Insomma, la vecchia che ti ha sabotato la vigilia? È nella stanza con noi, Diana? Oppure devo seguirti alla macchina per salutarla? Spiegami. Ho sufficiente alcol per interessarmi dei tuoi problemi. » Istintivamente si guardò attorno scuotendo la testa. « Non qui. Usciamo. » E in effetti girò sui tacchi dirigendosi verso una delle uscite per ritrovarsi sotto un'ampia tettoia nel gelo di fine dicembre. Si guardò attorno, assicurandosi che nessuno potesse origliare la loro conversazione per poi sospirare. Tirò fuori il cellulare dalla tasca del cappotto solo per constatare con un certo fastidio che non aveva affatto campo. Che strano. D'altronde però, si trovavano in una zona davvero desolata. Non si sarebbe stupita se nemmeno i telefoni babbani non fossero funzionati da quelle parti. Così, lo rimise al proprio posto alzando gli occhi al cielo.
    tumblr_inline_s4om4wNM7I1y0r7qo_250
    « Non ti ho chiamato perché non mi sembrava una cosa poi così seria. Non volevo rovinarmi le feste - ogni volta che inizi a rovistare nella mia testa, mi sento molto fiacca. Specialmente quando si tratta di lei. » Magnus l'aveva avvertita sul conto della vecchia Mietitrice. Non era un buon segno. Nemmeno lui aveva gli strumenti per comprendere che intenzioni avesse. C'era chi diceva fosse estremamente arrabbiata; cercava un passaggio, e il fatto che avesse trovato Diana non era un affatto positivo. « E poi, lo so - lo so cosa abbiamo detto! - però in tutta onestà non mi ha chiesto niente. Non mi chiede mai niente. Si è presentata solo stanotte ed è stata una cosa molto breve. Ho pensato che fosse solo perché a Natale mi sento sempre un po' triste. E poi, mentre guidavo mi ha letteralmente tagliato la strada. » Si strinse nelle spalle tentando di sembrare indifferente sulla questione. La verità è che si era spaventata non poco. « Mi è venuto spontaneo tentare di evitarla e sono finita contro un parapetto. » Una storia decisamente meno entusiasmante di quanto potesse sembrare. « Ma immagino che tutto questo lo sai già. » Non era certa di come avesse fatto. Solitamente Diana era molto collaborativa rispetto alla sua condizione, ed era proprio alla sua collaborazione che si affidava tutta la sua esistenza. Poteva però ipotizzare che forse tutto quel tempo passato insieme avesse portato Magnus a essere più sensibile nei suoi confronti. « 오빠? Puoi per favore aiutarmi a sistemare questa cosa e lasciarmi andare? » Deglutì abbassando lo sguardo. « Solo per questa volta. Ti prego. Puoi mantenere il segreto? » Provò un senso di disagio non appena pronunciò quelle parole. Ma che cosa sto facendo? Non esiste che lo prego. Diana non pregava. Mai. E in effetti subito dopo indietreggiò di un passo osservandolo con un'espressione un po' contrariata. « In ogni caso non mi hai detto come hai fatto a trovarmi. Mi stavi seguendo? Ti ha detto papà di tenermi d'occhio? Oppure sono stati gli altri? » Alzò gli occhi al cielo superandolo, per iniziare a percorrere la strada verso la propria macchina stringendo i pugni per tentare di controllare quel senso di rabbia e frustrazione che provava nei confronti di quel comportamento. « A giudicare dal modo in cui vi comportate mi sembra che fate di tutto per farmi arrabbiare. Se è un problema che io viaggi da sola potevate dirmelo. » A volte vi meritate proprio che io mi arrabbi. « Invece noooo, è sempre la stessa storia. Diciamole di sì - sia mai che diventa una bomba nucleare. Hai almeno lontanamente idea di quanto sia mortificante? Di quanto - » Camminava velocemente quasi non vedesse l'ora di arrivare alla macchina, aggiustarla e rimettersi in moto. Tuttavia, non appena giunse davanti al posto dell'avvenuto incidente, si rese conto che la macchina era completamente scomparsa. Al suo posto solo qualche frammento di vetro rotto, il parapetto a metà distrutto e il nulla. « No no no - la mia macchina! Non c'è - » L'avevano rubata? Era scomparsa? Si passò le mani tra i capelli guardandosi attorno spaesata, per poi guardare Magnus con un'espressione esterrefatta. « Fai qualcosa! C'erano tutti i miei vestiti lì dentro. E i regali. La mia Birkin edizione limitata. Hai idea di quanto tempo ci voglia per averne una? » A quel punto doveva chiamare la polizia. Ma il telefono era senza campo. E lei non aveva avvertito nessuno del fatto che si sarebbe fermata lì - ovunque fosse. Non arriverò mai. Farò una figuraccia. Dovrò avvertire gli warlock e chiedere un portale in mezzo al nulla. Penseranno che non posso essere lasciata da sola neanche per un viaggio da nulla. Non doveva succedere nulla. Era tutto calcolato. Io avevo promesso che sarei stata attenta. Era la mia occasione. « Non startene impallato lì come una mummia! Chiama la polizia. Avvisa qualcuno! » Fai uno dei tuoi hocus pocus, non lo so! « No - no no no no! Non avvisare nessuno. » Chiuse gli occhi e iniziò quella serie di esercizi di respirazione che l'aiutavano a calmarsi prima di iniziare a dare di matto. « Non fa niente. Va tutto bene. » Ma non andava tutto bene. Non a caso, più realizzava che era completamente sprovvista delle sue cose e non aveva alcun mezzo per arrivare nelle Highlands, più si sentiva in trappola, come se avesse fallito nella sua unica grande impresa di quell'anno. E in effetti, più tentava di respirare, più sembrava agitarsi. Un lampione sopra la sua testa scoppiò di colpo e a seguire altri a seguire. Panico. Sarebbe stato solo questione di tempo prima che lei o qualcun altro tornasse.



     
    .
7 replies since 25/12/2023, 00:56   193 views
  Share  
.