we're all stories in the end

portfolio di Nic

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    prodigal soncdce99c63c9425d8eac6b2b5b3bb4ae1e7097e66

    thomas jeremiah montgomery

    scheda / pensatoio / wizta

    '98 / ex slytherin / clavis aurea / londra


    «Hogwarts sarà nostra, Tom» è la promessa solenne di Nate Douglas a Thomas Montgomery. La promessa che si impegneranno a rispettare entrambi, pronunciata con assurda serietà da un undicenne incosciente che sembra sapere esattamente che cosa vuole. Lui però non lo pensa, non si guarda dall'esterno, non ride della loro incredibile solennità. A Tom quelle parole sembrano proprio belle, sembrano suonare così vere, così giuste, e suggella quell'affermazione che meriterebbe di essere scritta sul muro della loro stanza al Castello con un ultima boccata di sigaretta. Quindi si stende, incrocia le gambe, e cade in un sonno disturbato.

    george mackay
    know it all4306895686a38a813464cdfe4454d0c2af093771

    otis legolas branwell

    scheda / pensatoio / wizta

    '04 / ex hufflepuff / studente di giornalismo


    Otis è un ragazzino schivo, introverso, impacciato e timido: l'intero pacchetto. Amante della propria solitudine e invisibilità, Otis è sempre stato molto più propenso ad ascoltare che a parlare e raccontare di sé, per naturale riservatezza e perché proprio non saprebbe cosa dire, in ogni caso. È un amico fidato, una spalla a cui appoggiarsi e su cui piangere, mentre agli sconosciuti può apparire spigoloso, poco partecipativo o addirittura insofferente. Otis trova difficoltà ad approcciarsi all'altro sesso, che per lui però costituisce un mistero molto meno di quanto non sembri: è estremamente competente, infatti, in maniera femminile, se con il termine intendiamo una conoscenza teorica e analitica; di pratico, in effetti, sa molto poco, e non pare interessato particolarmente a scoprire ciò che non conosce, troppo spaventato e impacciato. Infatti, mostra spesso una certa ritrosia a superare la propria comfort zone; anzi: si trova bene, lì, nella sua bolla, al caldo, al riparo... Perché mai dovrebbe volerla lasciare?

    asa butterfield
    the outcast

    galathéa durand

    scheda / pensatoio / wizta

    '00 / warlock elementale /
    metà ondina / iron garden


    Théa dondolava le gambe corte e annerite dai lividi, seduta sulla piattaforma che affondava sullo specchio del lago. Le increspature dell'acqua le facevano venire voglia di infilarci la mano, in quel liquido scuro come petrolio, e renderle disordinate, spezzare l'incantesimo perfetto e sempre identico a se stesso. La natura aveva un modo di ripetersi e mantenersi uguale che lei non avrebbe mai conosciuto: una quiete che il suo nome le avrebbe dovuto istillare come una profezia, ma non esiste la calma senza un movimento che cessi, qualcosa da cui proteggersi e verso cui protendere. Théa non riusciva a star ferma e non riusciva a muoversi la maggior parte del tempo: sentiva la voglia di qualcosa di nuovo anche allora, quando era piccola e passava i pomeriggi in riva al lago brillante come un diamante incastonato tra i Pirenei, una spinta insaziabile e selvaggia a spingersi oltre quella vita troppo semplice e troppo complessa, e contemporaneamente avvertiva tutta la fatica del viaggio. Anche solo spostarsi da lì, alzare un dito, toccare l'acqua, le sarebbe costata una fatica inimmaginabile. Era il passaggio di stato: passare dallo zero all'uno è creare un intero, è trasformazione, ma partire da uno per arrivare a due è movimento rettilineo, favorevole inerzia; presto le fu chiaro che muoversi è facile quanto stare fermi, l'importante è non smettere mai, non trovarsi mai a dover incominciare, ma soltanto continuare.

    gracie abrams
    the stray kid195957c352ceefb4401bde78a24124e04dfe3eca

    jerôme wallace

    scheda / pensatoio / wizta

    '00 / ex thunderbird / lycan / iron garden


    Quando una famiglia di nove persone viene decimata, uccidendo più della metà di loro, ridotti a quattro, effettivi due, non ti resta altro da fare che cercare una causa, una meta verso cui rivolgere tutto il tuo rancore e dolore senza nome. Jerome l'aveva trovata in quella vocazione suicida e feticista che sembravano avere i Lycan, inclusi i suoi fratelli e suo padre. Quella non era la loro battaglia, non avrebbe dovuto esserlo, e per quanto loro l'avessero scelta non era stata davvero una decisione libera, perché loro tutti indottrinati al culto del sacrificio da quando erano in fasce, ad una vocazione più grande, in nome di un Dio che ti lasciava morire e perdere figli e fratelli. Bel Dio di merda. Capiva, razionalmente, perché il Branco fosse necessario, in che ordine cosmico si collocasse e quale fosse la funzione da assolvere; capiva meno perché quell'ordine naturale dovesse rimanere immutato, tutti loro chiamati alle armi in un qualunque momento, la completa assenza di personalizzazione, loro tutti pedine asservite, calpestate e messe all'angolo. Lottare era giusto e necessario, vitale, salvifico, ma non era un lavoro per tutti indistintamente, e la guerra non era mai ad armi pari. Non aveva voltato le spalle al Branco soltanto in nome di quell'amore sconfinato che il padre gli aveva rivolto prima di perderlo per sempre, l'unico uomo che l'aveva fatto sentire giusto, accettato, ascoltato e compreso, visto davvero. Non avrebbe dissacrato il suo nome e il suo onore, ma avrebbe sempre cercato di fare le cose a modo proprio, esattamente come lui gli aveva insegnato.

    dominic fike
     
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0 replies since 29/12/2023, 16:37   42 views
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