Old friends, new habits

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    Avvicinarsi a Hogsmeade era pericoloso. Era rimasta sufficientemente a Grimmauld Place da sapere che il villaggio pullulava di Auror e che tanti dei collegiali avevano ormai abbracciato la causa del Messia. Le mancava il suo piccolo villaggio; Hogsmeade era il posto il cui aveva passato i suoi momenti più belli in compagnia dei suoi amici e della sua famiglia. Era anche il luogo in cui aveva stabilito la sua residenza e aveva imparato a vivere per la prima volta per conto suo. Sapere che tutto ciò era ormai scomparso la portava a sentirsi alquanto triste, ma l'iniziativa che la portava da quelle parti, le dava quanto meno la possibilità di sentirsi un po' più vicina a ciò che conosceva. Casa. Asher era ormai uno dei suoi pochi contatti dentro il villaggio, e si dava il caso che, si trovasse anche in una posizione privilegiata grazie alla Testa di Porco. A quel punto però, la piccola Potter non sapeva dove stesse la sua lealtà, né come intendeva schierarsi qualora fosse necessario. Aveva sentito fosse andato all'evento di beneficienza di Iron Garden. Di quello, la Gazzetta del Profeta ne aveva parlato a profusione, che Lily, che di tempo per le mani ne aveva a bizzeffe, non si era sottratta dallo studiare parola per parola quanto la stampa avesse scritto su quella ricorrenza. Così, il venticinque dicembre aveva preso coraggio mandandogli un gufo. Nessun nome sul pacchetto di muffin che aveva preparato per l'amico. Assieme alla piccola scatola, un biglietto che gli dava appuntamento dopo l'ora di chiusura della Testa di Porco in una zona limitrofa al villaggio. Il cantiere in questione sarebbe dovuto diventare una delle nuove zone del libero stato di Inverness. D'altronde, quando il Ministero aveva fatto irruzione nelle terre occupate dai ribelli, il nuovo stato si stava ancora dando molto da fare con la costruzione di nuovi quartieri atti ad accogliere altri maghi intenzionati a spostare la propria residenza da quelle parti. Ovviamente, dopo la cacciata degli usurpatori, i lavori si erano fermati, e ora quello che sarebbe dovuto diventare un nuovo ridente quartiere residenziale, era solo un cumulo di case costruite a metà, senza finestre e porte, a tratti semidistrutte dal passaggio dei fuochi fatui maledetti. Alle due di notte, camminava nella neve con la bacchetta puntata sui propri piedi, dirigendosi verso la casa numero quindici dove aveva dato appuntamento ad Asher. Non sapeva se si sarebbe presentato, né se avesse buone intenzioni, ma nel caso così non fosse, Fierobecco al suo fianco si sarebbe librato in volo in un batter d'occhio permettendole di smaterializzarsi prima che qualcuno potesse acchiapparla. La sua taglia d'altronde, di poco interesse rispetto alle somme destinate ad altri, le permettevano di muoversi con maggiore confidenza.
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    Si sedette sulle scalette, all'entrata della casa, sistemandosi i guanti sulle dita, prima di guardarsi le spalle un po' irrequieta. Non era un bel posto. L'atmosfera spettarle, tra la neve, il buio e il silenzio, non la lasciava tranquilla. Ma quanto meno, in quel posto, avrebbe potuto individuare con più facilità qualunque movimento. In effetti, non appena notò una luce azzurrognola, simile alla propria spuntare lungo la via, trasalì appena deglutendo. Stava iniziando a provare un senso di ansia rispetto a quel incontro, ma quando effettivamente riuscì a individuare gli occhi chiari del giovane Chesterfield sorrise appena. Si conoscevano da tanti anni; ma erano diventati effettivamente amici quando Lily aveva cominciato a frequentare il suo locale, arrivando addirittura a chiedergli un lavoro. Non era durata molto; i suoi impegni accademici le avevano permesso di lavorarci per poco tempo, ma doveva ammettere che Asher era stato un bravo capo ed era un ragazzo d'oro - brillante, anche se forse un po' troppo testa di legno. « Allora ce l'hai fatta. » L'ippogrifo appollaiato nel giardino colmo di sterpaglie, sollevò appena il capo con aria diffidente. Lily si alzò tuttavia dalla propria postazione andandogli incontro. La bacchetta illuminata bella alta. Una piccola precauzione che non la mise certo in imbarazzo. « Capisco che gli ubriaconi non smettono mai, ma potresti almeno provare a chiudere baracca per le feste. » Anche perché, diciamocelo, quanta gente va davvero in una locanda durante i giorni di Natale? « Amico o nemico? » Chiese di scatto inclinando la testa di lato con un piccolo sorriso. Riconobbe in quegli occhi un amico, ma voleva comunque esserne certa. « Mi dispiace per il luogo dell'appuntamento poco suggestivo, ma come avrai sentito, hai una ex dipendente in fuga. » Ti hanno cercato? Ti hanno fatto domande? Non che facesse poi molta differenza a quel punto. Asher non sapeva niente sul conto di Lily. « Come stai, Ash? Stanno andando bene gli affari sotto la benevolenza del Messia? »



     
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    Dell'evento di beneficenza tenutosi la sera prima, a Sierra aveva semplicemente raccontato di quanto erano stati contenti gli abitanti del ghetto per le cose che avevano deciso di portare. Aveva però tralasciato, o meglio, omesso due particolari: il primo riguardava il patto che aveva fatto con Mia e il secondo riguardava il come si era sentito dopo la festa. Dell'accordo gliene avrebbe parlato più avanti, doveva solo capire quando era il momento giusto per farlo, mentre non avrebbe mai ammesso che presiedere a quella festa non era stato poi così male come aveva pensato. Farlo significava dare ragione alla maggiore dei Chesterfield e Ash sapeva quanto poteva diventare irritante Sierra quando le si dava un simile potere. Però era vero, la sorella ci aveva visto lungo: mandare il Grifondoro a quella festa era servito per fare riemergere lo 'spirito natalizio' che era rimasto assopito per fin troppo tempo. Ash era rincasato con un viso diverso dal solito, più rilassato, più sereno perchè avere la consapevolezza di aver dato una mano -in qualche modo- a delle persone che ne avevano più bisogno di lui, lo avevano fatto sentire parte integrante di una società dalla quale si era sempre reputato un reietto. Tuttavia l'entusiasmo era durato poco ed era andato scemando man mano che la mattina sorgeva. Nel giorno solenne di tutte quelle festività, il malumore del Grifondoro era ritornato ad incombere su di lui più prepotente che mai costringendolo a restare a letto per tutta la mattina. Niente e nessuno sembrava riuscisse a smuoverlo dall'alzare il culo da quel letto sfasciato, o almeno era così fino a quando non aveva ricevuto l'invito inaspettato di una sua vecchia conoscenza. Era successo tutto nel primo pomeriggio, dopo aver partecipato al pranzo di Natale solo per far felice la piccola Stormie. Si trovava nella sua camera ed era steso a pancia in sù sul suo letto, dilettandosi nel lancio di una pallina da baseball contro la parete dinanzi a lui. Era così concentrato su quell'inutile passa tempo che non si era nemmeno accorto che un gufo si era appollaiato sul davanzale dell'unica finestra presente in quella stanza. Solo quando quest'ultimo aveva iniziato a beccare sul vetro, Ash si era visto costretto ad alzarsi per andare a cacciare la bestiolina. Quando notò che il gufo portava legato ad una delle due zampe un pacchetto, gli concesse di restare appollaiato ancora per qualche minuto; giusto il tempo che gli serviva per recuperare il pacchetto. Con una delicatezza tale da entrare in contrasto con la stazza del ragazzo, il giovane Chesterfield riuscì a slegare il laccio permettendo così al gufo di librarsi in volo e ritornare da dove era venuto. Rigirò più volte la scatola alla ricerca di un indizio sul mittente che trovò solo dopo aver letto il bigliettino che, oltre al nome, conteneva anche l'invito ad un 'appuntamento' dopo l'ora di chiusura della Testa di Porco in una zona limitrofa al villaggio. 'Lily.' Le sue labbra si incurvarono appena al pronunciare quel nome. La ragazza e il grifondoro si conoscevano da tanti anni ma ciò che poi li aveva portati a diventare effettivamente amici, fu quando Lily aveva cominciato a frequentare il suo locale, fino a diventarne un vero e proprio membro dello staff. Così, un turno dopo l'altro, Asher aveva imparato a fidarsi della ragazza ed era diventato un amico leale. In quel periodo avrebbe voluto scriverle per vedersi ma dopo la presa di Hogwarts e la distruzione di Iverness, il giovane Chesterield era stato impegnato ad occuparsi di mettere un tetto sopra le teste di Stormie e Sierra. Subito dopo aver saputo della morte di Harry Potter, per dimostrarle la sua vicinanza e la sua lealtà, le aveva mandato un regalo. Avrebbe voluto fare molto di più e starle accanto in un momento così difficile ma sapeva che si sarebbe sentito a disagio in un contesto simile. Ash sapeva di risultare goffo agli occhi degli altri quando si trattata di esternare le proprie emozioni o quando c'erano dimostrazioni d'affetto da dare perciò aveva preferito astenersi. Ciononostante confidava in Lily e sapeva che avrebbe apprezzato e capito la natura del suo gesto. Pensava a queste cose mentre chiudeva il locale e si stringeva nel suo cappotto, uscendo dalla porta sul retro e imboccando una strada parallela a quella della testa di porco. Hogsmeade in quel periodo era diventata pericolosa anche per chi aveva una posizione privilegiata come lui e stringere una bacchetta tra le mani, in quel periodo era diventato di vitale importanza. Il quartiere verso il quale si stava dirigendo, era stato l'oggetto dei desideri dei due fratelli Chesterfield per diverso tempo. La loro famiglia, dopo il tragico episodio dell'incendio, si era dovuta separare: Sierra, Asher, Maggie e Kieran erano andati a vivere ad Iverness mentre Harvey e Sophie erano rimasti con il padre che senza più nessun risparmio, l'unica cosa che desiderava era non essere privato di tutti i suoi figli. Si erano fatti portare dei progetti di alcune case ai quali più volte avevano strizzato l'occhio, sognando di avere finalmente un posto in cui vivere come una vera famiglia e soprattutto un posto da chiamare casa. « Allora ce l'hai fatta.» Sbuffò sonoramente, quasi a volerla canzonare. 'Temevi che non mi sarei presentato?' Sorrise sornione e le si avvicinò allegramente. 'Hai intenzione di farmi diventare cieco?' Disse continuando con il suo solito scherzoso prima di far scomparire lentamente il suo sorriso per la frase che seguì qualche istante più tardi. Per quanto cercasse di nascondersi, Ash sapeva benissimo di rientrare nella cerchia di persone che Lily aveva appena nominato. Si vergognava parecchio della sua condizione soprattutto perché stava provando a redimersi in tutti i modi ma più lui cercava di liberarsi da quelle catene, più loro lo mantenevano ancorato al pavimento. 'Dovresti conoscermi e sapere che per me il Natale, è un giorno come tutti gli altri.' Se gli affari andassero meglio, potrei anche prendermi il lusso di chiudere per qualche giorno. Ma la fortuna sembra schifarmi, perciò. 'Amico.' Rispose secco. In altre circostanze avrebbe tirato fuori una delle sue battute, giusto per alleviare la tensione, ma in quel caso preferì restare in silenzio.'E chi avrebbe mai detto che quella inseguita dagli sbirri saresti stata tu. Eppure avrei giurato il contrario.' Visti i precedenti del giovane, sarebbe stato uno scenario più che plausibile. 'Sono alle solite: lavoro più di quanto non dovrei per aiutare la mia famiglia e cerco di sopravvivere in qualche modo.' Con i suoi coetanei si vergognava di parlare in questo modo della sua situazione economica mentre con la rossa sapeva di poter stare tranquillo perché non l'avrebbe mai giudicato. Ad Hogwarts era finito più volte dal preside per aver picchiato qualche ragazzino viziato che si divertiva a chiamarlo pezzente.'La benevolenza del cazzo del Messia, ha dimezzato i numeri dei miei clienti e anche i miei guadagni. Perciò puoi capire da te come mi vadano le cose in questo periodo.' Per quanto lui e Sierra abbiamo provato fin da subito a mettere i puntini sulle i e a far capire che loro non avrebbero preso parte a quella follia, i ministeriali messi a controllare ogni angolo di Hogsmeade avevano fatto tirare indietro persino quelle creature magiche che avevano osato sfidare tutta quella situazione con un menefreghismo sfrontato. 'A te come vanno le cose?' Era un'arma a doppio taglio quella domanda e poteva anche solo immaginare quale fosse la risposta della giovane Potter ma se erano lì, era anche perché -forse- Lily aveva bisogno di parlare con qualcuno e Ash l'avrebbe ascoltata anche se non si riteneva la persona più adatta per quel compito. 'Aspetta, ti ho portato una cosa. Spero siano ancora le tue preferite.' Dalla tasca della sua giacca tirò fuori un sacchetto che conteneva delle praline alla nocciola ricoperte di cioccolato bianco. Ricordava che erano soliti mangiarli prima della chiusura del locale, giovando di quell'improvviso e tanto sperato silenzio. 'Tieni.' Le porse il sacchetto e poi cacciò le mani nelle tasche dei suoi jeans. 'Come mai hai voluto incontrarmi? Hai bisogno di qualcosa?' Le domandò con il suo solito voler aiutare a tutti i costi il prossimo. 'Oppure sentivi la mancanza del sottoscritto?' Scherzò, sapendo benissimo che non era quello il motivo per il quale aveva voluto rivederlo.
     
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    « Hai intenzione di farmi diventare cieco? » Fu allora che la rossa abbassò istintivamente la bacchetta stringendosi nelle spalle. « Scusa, abitudine. » Una cosa piuttosto strana da dire; in verità nella situazione in cui si trovava, non si era mai troppo attenti, e lei aveva bisogno di assicurarsi che Ash avesse buone intenzioni. « Dovresti conoscermi e sapere che per me il Natale, è un giorno come tutti gli altri. » Lily annuì. Per lei invece, quel giorno era sempre stato all'insegna della gioia. In tempi diversi, ha sempre aspettato il Natale con una certa impazienza. Era il momento in cui ritrovarsi con i suoi cari, rivedere i genitori, i nonni e gli zii e raccogliersi assieme ai cugini attorno alla stessa tavolata alla Tana. Quell'anno era diverso. La presenza di quel vuoto aveva reso evidente dall'assenza del padre, aveva reso quelle giornate di feste irrilevanti, insignificanti, e per quanto quelli che restavano tentavano di trarne il più possibile, era evidente che nulla era più come prima. « Nemmeno il mio è stato un granché. » Asserì quindi stringendosi nelle spalle con apparente noncuranza. « E chi avrebbe mai detto che quella inseguita dagli sbirri saresti stata tu. Eppure avrei giurato il contrario. » Già. Nessuno se lo sarebbe aspettato. Lily in primis aveva sempre pensato che l'incubo dei manifesti non sarebbe più tornato a ingrigire l'umore della sua famiglia. Eppure eccolì là. Tre quarti ricercati, gli altri ad Azkaban. Suo padre scomparso prima del tempo. Si rabbuiò appena ma provò comunque a stirare un piccolo sorriso imperlato da una profonda amarezza. « Era solo questione di tempo. James è stato ad Azkaban. Albus ricercato. Dovevo trovare un modo per omologarmi agli standard della famiglia. » Le parole di lei nascondevano una profonda ironia. In fondo nessuno di loro si meritava davvero quella sorte. Certo, non erano perfetto, ma era altrettanto vero che erano stati presi come capri espiatori di colpe che non esistevano. Se voler essere liberi è una colpa, allora essere una delinquente mi va bene. Così, decise di tacere, e lasciò spazio all'amico di raccontarle qualcosa sul proprio conto. « Sono alle solite: lavoro più di quanto non dovrei per aiutare la mia famiglia e cerco di sopravvivere in qualche modo. La benevolenza del cazzo del Messia, ha dimezzato i numeri dei miei clienti e anche i miei guadagni. Perciò puoi capire da te come mi vadano le cose in questo periodo. A te come vanno le cose? » Non era un bel periodo. Nonostante non si sentisse altro se non di quanto fosse diventato prospero e sereno il vissuto del maghi, molte altre realtà, avevano subito un certo impatto. Non stentava a credere che Ash avesse problemi, e se ne dispiaceva molto. Il giovane lavorava sempre più del dovuto per riuscire a far quadrare i conti. Questo, Lily lo aveva visto in prima persona. « Diciamo che la benevolenza del Messia ha creato tanti danni. » Era l'unica risposta che poteva dargli rispetto al suo stato attuale. « Mi dispiace molto. » Mi piacerebbe dirti che andrà tutto bene. Che le cose miglioreranno. Ma chissà. « Aspetta, ti ho portato una cosa. Spero siano ancora le tue preferite. Tieni. » Un pizzico di normalità. Accolse quel regalo con un certo stupore, osservandolo con grandi occhi colmi di gratitudine. Te lo ricordi ancora. Un piccolo rituale che la portò a sorridere. Quelle praline appartenevano a un passato che Lily non aveva apprezzato sufficientemente. Tempi più semplici, in cui lavorare alla Testa di Porco era più una specie di presa di posizione, piuttosto che una reale necessità. Le piaceva aiutare, e si curava poco della paga scarsa o del fatto che la clientela non fosse sempre delle migliori. Del locale di Ash le piaceva lo spirito autentico, la vera tradizione, non quella che millantava Minerva.
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    « Non dovevi spendere. » Asserì di colpo dandogli una leggera spallata nel assaggiare uno dei cioccolatini. Erano sempre buoni. In sessione, Lily si rimpinzava di dolci per sfuggire agli attacchi di stress, e quelli erano tra i cioccolatini più buoni che avesse mai mangiato. « Però grazie. Lo apprezzo molto. Non è molto semplice reperirli di questi giorni. Capirai da te che non posso entrare in un qualunque negozio e chiedere dei cioccolatini. » Così, si sedette nuovamente sulle scalette della casetta in costruzione, facendogli cenno di fare altrettanto, guardando l'ippogrifo appollaiato nel giardino sgombro con un'espressione affettuosa. Poi gli passò il sacchetto, dando seguito a quella che ormai era diventata una tradizione. Cioccolata per addolcire il sapore di male. « Come mai hai voluto incontrarmi? Hai bisogno di qualcosa? Oppure sentivi la mancanza del sottoscritto? » Lily rise sollevando gli occhi al cielo. Lily rise sollevando gli occhi al cielo. Poi prese una seconda pralina assaporandola con una certa lentezza. Era bello fare una cosa normale, seppur si trovasse in un posto tutto fuorché consueto. Alla fine sospirò e, presa una seconda pralina si strinse nelle spalle. « Sto cercando di capire chi sono ancora i miei amici. » Asserì con una certa naturalezza. « Non puoi biasimarmi. Nella mia condizione averne non è semplice. Anche solo il fatto che tu sia presentato significherebbe in linea di massima due cose: sei mio amico, o vuoi i soldi della taglia sulla mia testa. » Una semplice constatazione. Quei soldi potevano far facilmente gola, specialmente quando non si navigava nell'oro. Che poi, io tanti amici non ne ho mai avuti. Praticamente allo stato attuale conto solo sulla mia famiglia. Insomma, sono una grandissima sfigata. Di colpo mise mano alla tracolla e tirò fuori un telefono che si rigirò tra le mani. « Prima di dirti perché ti ho chiamato, Ash, devo chiedertelo. Tu che intenzioni hai? Sì, insomma, alla luce di quello che sta accadendo. Cosa pensi di tutte queste cose.. i ricercati, la caduta di Inverness - abbiamo capito che non ti piace il Messia, ma il Mondo Magico non è fatto solo da Eric Donovan. » E quello di per sé non vuol dire niente. « Cosa pensi di Iron Garden.. insomma, ti piace questo nuovo mondo? » Pausa. « Che aria si respira? Tu, ti senti al sicuro? Credi che faranno davvero quello che promettono? » Osservava il cielo stelato con un'espressione pensierosa. « Secondo te ha sbagliato Inverness? Se - e dico solo se - non avessero occupato Hogwarts e le Highlands le cose sarebbero andate meglio? » Pausa. « Io ogni tanto me lo chiedo, sai? Non che ci fossero altre scelte. Però io sono di parte e sono troppo coinvolta. » Sono figlia del Prescelto. Se non fossi sui manifesti, la mia vita sarebbe sempre un po' privilegiata.



     
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    «Nemmeno il mio è stato un granché.» Il cuore di Ash fece un tuffo nel vederla irrimediabilmente cambiare espressione. 'Dannazione Lily. Scu-scusa non volevo. Sono un coglione.' La paura e la delusione di aver detto qualcosa di sbagliato, improvvisamente piombò sul suo volto allegro che di colpo asserì. Come al solito aveva pensato solo a ciò che stava accadendo nella sua vita senza preoccuparsi di quello che invece stava passando la ragazza. Non lo faceva con cattiveria però aveva questa tendenza che lo portava a vedere solo le sue disgrazie, a crogiolarsi per i suoi dispiaceri senza riuscire a vedere chi si trovava al di là del suo naso. Ash poteva dirsi fortunato nel poter ancora circolare libero per le strade di Hogsmeade o di qualsiasi altra parte senza dover avere l'accortezza di nascondersi o di cancellare le tracce o senza avere l'ansia e il timore di essere seguito. Se si fosse trovato al suo posto non riusciva ad immaginare come sarebbe stata la sua vita. 'Mi dispiace.' Per te. Per tuo padre. Per la tua famiglia. Per tutto. Era tutto ciò che riuscì a dire. Lily non meritava di vivere in quel modo, né il resto della famiglia Potter. Ne avevano passate tante e questa sicuramente era la ciliegina sulla torta ma lui credeva, e voleva sperarci, che in qualche modo ce l'avrebbero fatta a superare anche tutta quella situazione. Glielo avrebbe voluto dire, avrebbe voluto rassicurarla sul futuro ma non riuscì a trovare il coraggio di guardare Lily negli occhi e di dirgli ciò che pensava. Aveva paura. Aveva paura che la realtà, l'avvenire non sarebbero mai riusciti a combaciare con le sue promesse, con le sue false speranze- Quello che avrebbe fatto però, se solo la ragazza glielo avrebbe chiesto, sarebbe stato quello di aiutarla con tutti i mezzi a sua disposizione. 'Oh, non preoccuparti. Sierra ed io riusciremo a sopravvivere in qualche modo.' Lui e la sorella avevano dovuto affrontare così tanti ostacoli nella loro vita che ormai si erano abituati ad andare incontro ai periodi bui e di certo Eric Donovan non sarebbe stato l'uomo che avrebbe messo definitivamente al tappeto i Chesterfield. Non potevano arrendersi, non in quel momento almeno, perché la famiglia aveva bisogno di loro per riuscire a sopravvivere in quel mondo malato. Se lui e Sierra non erano riusciti ad avere un'infanzia felice non significava che il resto della famiglia Chesterfield doveva essere abbandonata allo stesso destino. Era per loro che combatteva, era per la sua famiglia che continuava ad andare avanti anche quando le cose diventavano maledettamente complicate.«Non dovevi spendere.» 'Per il miglior braccio destro che abbia mai avuto, ho deciso di fare un piccolo strappo alla regola.' Sorrise e prese posto accanto alla ragazza. Avevano avuto pochi dipendenti e Lily era stata una delle ultime prima che decidessero di rendere il locale completamente a conduzione familiare. La ragazza, però, si era rivelata la miglior cameriera che quel posto potesse desiderare: era sempre volenterosa, anche quando le cose non andavano bene cercava comunque di dare una visione positiva della situazione -al contrario di Ash che riusciva a vedere tutto o bianco o nero, senza vie di mezzo-, aveva dato numerose idee a Sierra su come attirare più gente. Insomma per la testa di porco, Lily era stata una ventata di aria fresca ed Ash ricordava con immenso piacere tutti i momenti passati con lei. Quello che più gli stava a cuore, era proprio quando si fermavano a fine giornata per condividere quelle praline al cioccolato. Proprio per questo aveva deciso di portargliele al loro incontro, nella speranza che potessero tirarle su il morale. Quel momento che sapeva di normalità, finì nel momento in cui la grifondoro incominciò a raccontargli del perché lo aveva chiamato. «...o sei mio amico o vuoi i soldi della taglia sulla mia testa.» La guardò, poi abbassò la testa sulle sue mani che erano rimaste incrociate per tutto il tempo e poi tirò su la testa con un sospiro. Aveva bisogno di conferme, di certezze e lui era lì per dargliele. 'Lily.' Pronunciò il suo nome e tornò a guardarla. 'Sono dalla tua parte, non potrei mai voltarti le spalle.' Posò brevemente una mano sul suo ginocchio in un gesto di rassicurazione, poi la ritirò subito. Per quanto avesse bisogno di quei soldi, non sarebbe stato capace di tradire un'amica piuttosto sarebbe finito ad Azkaban. 'Puoi contare su di me.' E glielo ribadì ancora una volta. Poi la lasciò parlare, lasciò che le sue parole defluissero nell'aria, la lasciò libera di dire quello che voleva e di porgli tutte le domanda che voleva perché era chiaro che avesse bisogno di sapere. Lui se si fosse trovato nella sua stessa situazione, avrebbe fatto lo stesso. 'Mi sembra assurdo tutto quello che sta accadendo.' Esordì, prendendosi qualche istante di silenzio per mettere in ordine i suoi pensieri. 'Sono andato ad Iron Garden, sai?' Ammise, ritornando a guardare un punto indefinito difronte a sé. 'Ho visto le condizioni nelle quali vivono ed è davvero agghiacciante. Quel cazzo di posto cade a pezzi. Ti ricordi nel 2017 quando hanno spostato tutti quelli considerati colpevoli di avere il sangue impuro nelle celle sotterranee? Ecco, mi sembra che si stia facendo la stessa identica cosa.' Lo ricordava ancora quel periodo. Era uscito dal riformatorio e si era ritrovato a dover subire un trattamento uguale anche ad Hogwarts. Pensava che tornando al castello, avrebbe ritrovato un po' di serenità ma a quanto pare non era stato così. 'Questo nuovo mondo non mi piace per niente e mi sembra strano che stiano tutti in silenzio a guardare, che nessuno faccia niente. Non so cosa hanno in serbo, cosa stanno tramando ma mi auguro che da qualche parte ci sia qualcuno che inizi ad andare contro tutte queste assurde idiozie che si sentono in giro.' Era arrabbiato perché credeva che il mondo magico avesse imparato dal proprio passato, che la storia gli avesse insegnato qualcosa e invece c'era gente che continuava a ripetere gli stessi errori di chi in passato gli aveva già commessi. 'Non mi sento per niente al sicuro.' Ammise alla fine, prendendo una pralina al cioccolato e cacciandosela in bocca. Non era spaventato dall'avvenire ma preoccupato. Chi doveva amministrarli, rappresentarli o quanto meno doveva cercare di fare il bene per il benessere del popolo, promuoveva politiche razziali e chissà quali altre cose stavano meditando mentre loro erano lì a parlare. 'No, non penso che abbia sbagliato Iverness.' Prese una pausa e si voltò verso Lily. 'Credo che sarebbe successo lo stesso, anche se non avessero occupato Hogwarts e le Highlands.' Alcune cose succedevano e basta. Ash era convinto c'era già qualcosa sotto che si stava muovendo e che stava solo aspettando il momento giusto per attaccare, era questione di tempo prima che accadesse tutto ciò. Sospirò. 'Per te non deve essere facile dover affrontare di nuovo una cosa simile.'
     
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    « Mi sembra assurdo tutto quello che sta accadendo. Sono andato ad Iron Garden, sai? Ho visto le condizioni nelle quali vivono ed è davvero agghiacciante. Quel cazzo di posto cade a pezzi. Ti ricordi nel 2017 quando hanno spostato tutti quelli considerati colpevoli di avere il sangue impuro nelle celle sotterranee? Ecco, mi sembra che si stia facendo la stessa identica cosa. » Lily storse il naso annuendo tra se e se prima di voltarsi a osservarlo con un'espressione che la portò a sollevare gli angoli della bocca verso l'alto. « Certo che me lo ricordo. La mia cella era in fondo al terzo corridoio, accanto ai bagni comuni. » Un modo come un altro per sdrammatizzare un po'. « Essere la figlia del Prescelto non faceva poi molta differenza ai tempi. » Lo dice con leggerezza, come se quel periodo fosse solo uno dei tanti periodo bui. Lily ha vissuto più giorni di pioggia che giornate di sole, e tutto questo la porta a sentirsi tristemente abituata a trovarsi dalla parte sbagliata della barricata. Poi torna seria; non solo perché usare quell'espressione figlia del Prescelto a intristisce a dismisura, ma anche e soprattutto perché pensare alle condizioni in cui soggiacciono tanti suoi amici e conoscenti non è certo una questione da prendere alla leggera. Se solo non avesse deciso di seguire la sua famiglia, anche lei sarebbe finita lì dentro. Lo sa bene, e un po' si sente in colpa. Ma non aveva scelta. Non c'era nulla che le assicurasse che rimanere a Londra le avrebbe permesso di continuare a godere di quella libertà seppur limitata. Le probabilità che finisse ad Azkaban erano troppo alte. « Questo nuovo mondo non mi piace per niente e mi sembra strano che stiano tutti in silenzio a guardare, che nessuno faccia niente. Non so cosa hanno in serbo, cosa stanno tramando ma mi auguro che da qualche parte ci sia qualcuno che inizi ad andare contro tutte queste assurde idiozie che si sentono in giro. Non mi sento per niente al sicuro. » La rossa lo osserva con un'espressione neutra, ascoltando le sue attenzioni con estrema attenzione. Immaginava che Ash non avrebbe avuto vita facile in questa nuova conformazione del Mondo Magico. Con Inverness al comando di Hogsmeade, la Testa di Porco era una locanda che prosperava, non solo perché molti dei pregiudizi dei maghi nei confronti del locale erano venuti meno, ma anche e soprattutto perché il classismo era caduto in gran parte in disuso. La società delle Highlands non era perfetta, e i suoi comandati avevano bisogno di smussare parecchio i propri spigoli e credenze, ma era innegabile il fatto che il senso di comunità aveva rimesso fiducia negli ultimi, che ultimi non erano più e che anzi venivano rispettati al pari di tutti gli altri. « No, non penso che abbia sbagliato Iverness. Credo che sarebbe successo lo stesso, anche se non avessero occupato Hogwarts e le Highlands. Per te non deve essere facile dover affrontare di nuovo una cosa simile. » Abbassa lo sguardo, la rossa. A volte ho l'impressione che questa è l'unica normalità che conosco. Ed è triste. Mi fa stare male. Rendermi conto che i miei nipoti sono nati in questo mondo, fa davvero schifo. Noi abbiamo avuto un'infanzia felice. I nostri genitori hanno lavorato molto e duramente per fare in modo che i loro figli avrebbero vissuto una vita pressoché normale. E normale, non lo era stata del tutto. Ma era stata felice. Lei, i suoi fratelli e i suoi cugini, tutti stretti attorno alla tavolata della Tana, attorno al grande tavolo di Grimmauld Place, a casa loro, a Godric's Hollow. Tutti quei posti erano imperniati di tanta felicità. Cosa avrebbero ricordato di questo periodo Lily, Jay e Lizzie? Solo ansia e tanta tristezza.
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    « Ad essere onesta, mi sono abituata. » Alla fine lo ammette, forse perché ha bisogno di parlare con qualcuno, o forse perché ha solo bisogno di dirlo a voce alta. Guarda l'ippogrifo che osserva con occhi vigili Ash e poi sospira. Infine, gli allunga il piccolo cellulare usa e getta che molti altri ribelli hanno. La risposta, così come il suo essersi presentato da solo, le ha la dimensione di cosa pensa e da potrebbe stare potenzialmente la sua lealtà. « Tieni. Per tenerci in contatto. » Gli spiega, porgendogli il cellulare. « Non è tracciato - insomma è fuori dal raggio del Ministero. All'interno troverai per adesso solo il mio contatto, ma se.. » Se dovessi dimostrarti dalla parte giusta, vorrebbe dirgli, ma non vuole certo offenderlo. Non è semplice fidarsi di nessuno nella condizione in cui si trovano. « - se dovesse essere il caso, ne compariranno degli altri. Se invece dovessi consegnarlo, o dovessero trovarlo - » Solleva lo sguardo verso l'alto misurando ancora una volta le parole. « ..non troveranno niente. » Un incantesimo che avevano studiato attentamente affinché la comunicazione attraverso le vecchie frequenze della Wiznet ribelle rimanesse intatta il più a lungo possibile. « Se hai bisogno di qualcosa, oppure se puoi darmi qualche informazione, puoi farlo - se decidi di accettarlo. Devi tenerlo nascosto però. E usarlo con cautela. Se pensi di avere qualcun altro con cui vuoi tenerti in contatto in questa maniera, fammi sapere. Farò in modo che avvenga. » Era esattamente come aveva detto Tris. Non potevano nascondersi; dovevano cercare alleati e dare speranza alle persone il più possibile. « Qualcuno c'è. Tentiamo di tenerci al sicuro il più possibile per adesso. Ma.. qualcosa si sta muovendo. Purtroppo non è semplice quando in molti sono ricercati. Non abbiamo una rete sufficientemente sicura e non è facile fidarsi. » Non gli nasconde niente, Lily. Tenta di essere il più trasparente possibile. « E non ti nascondo che la caduta di Inverness ha messo in ginocchio tante persone che ci credevano. » Pausa. « Però, anche io voglio sperare che al di là di quello che scrivono i giornali, e della facilità con cui la società ha voltato le spalle alla mia famiglia e ai miei amici, c'è ancora qualcuno che ci sosterrà. Quando verrà il momento. » Torna a osservarlo con una certa eloquenza. « Quel cellulare è un oggetto compromettente. Capirei se volessi restituirmelo. Però io devo sapere se posso continuare a parlare liberamente con te, oppure se posso al massimo parlarti del mio gatto. » Non che gli possa dire molto in questa fase in ogni caso. Però anche quel poco, ha un prezzo. Una promessa di lealtà.


     
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    'Dopo aver passato un anno in riformatorio, quella sistemazione non era poi così male.' Scherzò, tanto per alleggerire l'atmosfera. Uscito dal riformatorio, sperava di trovare un'accoglienza migliore ad Hogwarts e invece era finito per essere rinchiuso anche lì. Sebbene la situazione non era delle migliori, proprio in quel periodo aveva conosciuto i migliori amici che un ragazzo potesse mai desiderare di avere e grazie a loro aveva trovato il modo di spassarsela, di vedere il lato positivo anche nelle situazioni peggiori. Per quanto contorta poteva sembrare come riflessione, Ash reputava quel periodo il più sereno della sua vita. 'Anche allora ce la siamo cavata e sono sicuro che ce la caveremo anche adesso.' Ammise e ripercorrendo nella mente quei ricordi, era strano pensare a come le cose erano cambiate. Di nuovo. Ash e la sua famiglia non faceva in tempo ad abituarsi ad una nuova normalità che subito le carte in tavola cambiavano nuovamente e loro dovevano adattarsi e rimettersi subito in carreggiata per cercare un nuovo modo per sopravvivere, per non annaspare. Sierra ed Ash, nel momento in cui Iverness era passata al comando erano finalmente riusciti a ritrovare un po' di speranza, ad assaporare cosa significava alzarsi al mattino e non avere la costante e fastidiosa sensazione di star perdendo tutto quanto. Grazie ad Iverness, gli affari alla Testa di Porco avevano iniziato ad andare alla grande e ciò aveva permesso loro di tornare a sognare un futuro nel quale tutti i fratelli Chesterfield sarebbero stati ben presto riuniti tutti sotto lo stesso tetto. E ci avevano creduto, ci avevano sperato ma ora che le cose avevano preso una strana piega non sapevano più a cosa aggrapparsi per credere di star andando nella giusta direzione. A volte Asher credeva che per lui, così come per Sierra e il resto della sua famiglia non ci sarebbe mai stato un vero e proprio lieto fine, che le cose -in un modo o nell'altro- avrebbero sempre trovato il modo per diventare terribilmente complicate. Trovava ingiusto che per quanto si sforzasse di cambiare la sua realtà o quella degli altri membri della sua famiglia, le cose non andavano mai nel verso giusto. Dopo l'incidente avuto con il padre che aveva messo a repentaglio la vita di tutti quanti, dopo essersi ritrovato a dover diventare un padre per i suoi fratelli minori, dopo aver visto le sue speranze nascere e morire con l'ascesa e discesa di Iverness, non poteva smettere di pensare che era destinato ad una vita del genere. 'Lily.' La richiamò alla realtà, notando che si era persa tra i suoi pensieri e guardando come le linee del suo volto erano cambiate al mutare delle sue emozioni. 'Io forse sono l'ultima persona che può dirti queste cose perché non penso che per me ci sarà mai un lieto fine ma...' Alzò lo sguardo alla ricerca del suo. '...ma sono sicuro che le cose si sistemeranno.' Per quanto lui avesse una visione abbastanza pessimistica della vita voleva comunque sperarci perché se qualcuno meritava un finale migliore, quella era proprio Lily. 'Non devi arrenderti proprio adesso.' Sapeva che Lily non era quel genere di ragazza e che sarebbe presto tornata a combattere. Quando poi la giovane Potter allungò il braccio per passargli un cellulare, Ash aggrottò la fronte e ascoltò tutte le informazioni in rigoroso silenzio. 'Quindi qualcuno si sta già muovendo? Oppure per il momento state cercando alleati?' Domandò semplicemente cercando di memorizzare il maggior numero di parole e nozioni che stava ricevendo in quel momento. Nell'arco di quella settimana era stato ritrovato ubriaco nella cantina della locanda svariate volte e dopo l'ennesimo episodio, Sierra gli aveva detto che si era rotta le palle di vederlo conciato in quel modo perché con le capacità che aveva a quest'ora sarebbe potuto essere ovunque e non in un sottoscala di merda. Quelle parole e la possibilità di rendersi utile per tentare di cambiare quella situazione bastarono per fargli accettare l'oggetto compromettente. 'Lily puoi contare su di me.' Era dalla sua parte. 'Se posso fare qualcosa, lo farò. Non me ne starò qui a guardare con le mani in mano. Non posso.' C'erano troppe cose in ballo e Ash desiderava che almeno la piccola Stormie e i più piccoli dei Chesterfield, vivessero una vita felice e spensierata perché non meritavano di passare tutto quello che aveva vissuto lui. 'Avete bisogno di qualcosa in particolare in questo momento?'
     
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