Old friends, new habits

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  1. wildflower
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    « Mi sembra assurdo tutto quello che sta accadendo. Sono andato ad Iron Garden, sai? Ho visto le condizioni nelle quali vivono ed è davvero agghiacciante. Quel cazzo di posto cade a pezzi. Ti ricordi nel 2017 quando hanno spostato tutti quelli considerati colpevoli di avere il sangue impuro nelle celle sotterranee? Ecco, mi sembra che si stia facendo la stessa identica cosa. » Lily storse il naso annuendo tra se e se prima di voltarsi a osservarlo con un'espressione che la portò a sollevare gli angoli della bocca verso l'alto. « Certo che me lo ricordo. La mia cella era in fondo al terzo corridoio, accanto ai bagni comuni. » Un modo come un altro per sdrammatizzare un po'. « Essere la figlia del Prescelto non faceva poi molta differenza ai tempi. » Lo dice con leggerezza, come se quel periodo fosse solo uno dei tanti periodo bui. Lily ha vissuto più giorni di pioggia che giornate di sole, e tutto questo la porta a sentirsi tristemente abituata a trovarsi dalla parte sbagliata della barricata. Poi torna seria; non solo perché usare quell'espressione figlia del Prescelto a intristisce a dismisura, ma anche e soprattutto perché pensare alle condizioni in cui soggiacciono tanti suoi amici e conoscenti non è certo una questione da prendere alla leggera. Se solo non avesse deciso di seguire la sua famiglia, anche lei sarebbe finita lì dentro. Lo sa bene, e un po' si sente in colpa. Ma non aveva scelta. Non c'era nulla che le assicurasse che rimanere a Londra le avrebbe permesso di continuare a godere di quella libertà seppur limitata. Le probabilità che finisse ad Azkaban erano troppo alte. « Questo nuovo mondo non mi piace per niente e mi sembra strano che stiano tutti in silenzio a guardare, che nessuno faccia niente. Non so cosa hanno in serbo, cosa stanno tramando ma mi auguro che da qualche parte ci sia qualcuno che inizi ad andare contro tutte queste assurde idiozie che si sentono in giro. Non mi sento per niente al sicuro. » La rossa lo osserva con un'espressione neutra, ascoltando le sue attenzioni con estrema attenzione. Immaginava che Ash non avrebbe avuto vita facile in questa nuova conformazione del Mondo Magico. Con Inverness al comando di Hogsmeade, la Testa di Porco era una locanda che prosperava, non solo perché molti dei pregiudizi dei maghi nei confronti del locale erano venuti meno, ma anche e soprattutto perché il classismo era caduto in gran parte in disuso. La società delle Highlands non era perfetta, e i suoi comandati avevano bisogno di smussare parecchio i propri spigoli e credenze, ma era innegabile il fatto che il senso di comunità aveva rimesso fiducia negli ultimi, che ultimi non erano più e che anzi venivano rispettati al pari di tutti gli altri. « No, non penso che abbia sbagliato Iverness. Credo che sarebbe successo lo stesso, anche se non avessero occupato Hogwarts e le Highlands. Per te non deve essere facile dover affrontare di nuovo una cosa simile. » Abbassa lo sguardo, la rossa. A volte ho l'impressione che questa è l'unica normalità che conosco. Ed è triste. Mi fa stare male. Rendermi conto che i miei nipoti sono nati in questo mondo, fa davvero schifo. Noi abbiamo avuto un'infanzia felice. I nostri genitori hanno lavorato molto e duramente per fare in modo che i loro figli avrebbero vissuto una vita pressoché normale. E normale, non lo era stata del tutto. Ma era stata felice. Lei, i suoi fratelli e i suoi cugini, tutti stretti attorno alla tavolata della Tana, attorno al grande tavolo di Grimmauld Place, a casa loro, a Godric's Hollow. Tutti quei posti erano imperniati di tanta felicità. Cosa avrebbero ricordato di questo periodo Lily, Jay e Lizzie? Solo ansia e tanta tristezza.
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    « Ad essere onesta, mi sono abituata. » Alla fine lo ammette, forse perché ha bisogno di parlare con qualcuno, o forse perché ha solo bisogno di dirlo a voce alta. Guarda l'ippogrifo che osserva con occhi vigili Ash e poi sospira. Infine, gli allunga il piccolo cellulare usa e getta che molti altri ribelli hanno. La risposta, così come il suo essersi presentato da solo, le ha la dimensione di cosa pensa e da potrebbe stare potenzialmente la sua lealtà. « Tieni. Per tenerci in contatto. » Gli spiega, porgendogli il cellulare. « Non è tracciato - insomma è fuori dal raggio del Ministero. All'interno troverai per adesso solo il mio contatto, ma se.. » Se dovessi dimostrarti dalla parte giusta, vorrebbe dirgli, ma non vuole certo offenderlo. Non è semplice fidarsi di nessuno nella condizione in cui si trovano. « - se dovesse essere il caso, ne compariranno degli altri. Se invece dovessi consegnarlo, o dovessero trovarlo - » Solleva lo sguardo verso l'alto misurando ancora una volta le parole. « ..non troveranno niente. » Un incantesimo che avevano studiato attentamente affinché la comunicazione attraverso le vecchie frequenze della Wiznet ribelle rimanesse intatta il più a lungo possibile. « Se hai bisogno di qualcosa, oppure se puoi darmi qualche informazione, puoi farlo - se decidi di accettarlo. Devi tenerlo nascosto però. E usarlo con cautela. Se pensi di avere qualcun altro con cui vuoi tenerti in contatto in questa maniera, fammi sapere. Farò in modo che avvenga. » Era esattamente come aveva detto Tris. Non potevano nascondersi; dovevano cercare alleati e dare speranza alle persone il più possibile. « Qualcuno c'è. Tentiamo di tenerci al sicuro il più possibile per adesso. Ma.. qualcosa si sta muovendo. Purtroppo non è semplice quando in molti sono ricercati. Non abbiamo una rete sufficientemente sicura e non è facile fidarsi. » Non gli nasconde niente, Lily. Tenta di essere il più trasparente possibile. « E non ti nascondo che la caduta di Inverness ha messo in ginocchio tante persone che ci credevano. » Pausa. « Però, anche io voglio sperare che al di là di quello che scrivono i giornali, e della facilità con cui la società ha voltato le spalle alla mia famiglia e ai miei amici, c'è ancora qualcuno che ci sosterrà. Quando verrà il momento. » Torna a osservarlo con una certa eloquenza. « Quel cellulare è un oggetto compromettente. Capirei se volessi restituirmelo. Però io devo sapere se posso continuare a parlare liberamente con te, oppure se posso al massimo parlarti del mio gatto. » Non che gli possa dire molto in questa fase in ogni caso. Però anche quel poco, ha un prezzo. Una promessa di lealtà.


     
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