Double negative

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    27
    Reputation
    +51

    Status
    Anonymes!
    «Ripetimi ancora una volta com'è che sei riuscito a far accettare al Ministero la proposta di aprire un locale ad Iron Garden». La voce di Jerome suonava insolitamente rauca, mentre poggiava la testa contro il muro dell'edificio, il profilo tracciato in controluce dal bagliore vicino di un neon verde. Rohan gli dava le spalle, per cui non avrebbe potuto notare il sorrisetto soddisfatto sul viso del ragazzo, che, immobile, lo guardava portare all'interno del bar le casse di bevande, tutte analcoliche, che scaricava dal furgoncino parcheggiato nel minuscolo vicolo. Un momento di pigrizia, quello, che gli veniva concesso come da accordo con il collega, dopo che a Jer era toccata la sanificazione dell'intera topaia prima dei soliti controlli bisettimanali del Ministero. Gli occhi castani, neri nella penombra della stradina, seguivano la figura di Rohan fare avanti e indietro, continuando a parlare anche da dentro il locale, il suono della sua voce distante e ovattato. «Ma poi hai più avuto notizie sulla questione alcolici?» Erano soltanto le cinque di pomeriggio, ma aveva già fatto buio da un'ora. Era la cosa dell'inverno che lo deprimeva di più – la sensazione di essere immersi in un'eterna notte, che lasci soltanto qualche ora di respiro, in cui sei puntualmente troppo stanco per goderne, visti i ritmi serrati che la vita in un posto come Iron Garden imponeva. Non era niente di inedito, niente di esclusivo, tutti loro erano costretti a farsi il culo dalla mattina all'alba alla sera ben oltre il tramonto – non se ne sarebbe lamentato, anche perché per quanto poco gli piacesse il fatto stesso di dover lavorare, il tempo doveva pur passare in qualche modo. È il principio. «Io ancora non riesco a farmene una ragione, comunque» abbassò appena la voce, spostandosi verso la soglia della porta sul retro, oltre la quale il collega sistemava le bevande in un minifrigo, sotto il bancone. Si appoggiò allo stipite, ciondolando. Si accartocciò il viso con una mano, gli occhi pesanti, talmente tanto che avrebbe potuto mettersi a dormire lì, in piedi, nel bel mezzo del pomeriggio. «Ti fanno aprire un bar, ma non ti danno la licenza per vendere alcolici. Non è chiaro a chiunque abbia un minimo di sale in zucca che è solo una paraculata, 'sta scena del locale?» Lo sapeva, che era un disco rotto, e sapeva anche di non essere d'aiuto, limitandosi a lamentarsi delle ipocrisie del sistema di cui, suo malgrado, aveva bisogno di far parte. Sbuffò rumorosamente, rimuovendo il pezzetto di legno che teneva ferma la pesante porta di metallo permettendole così di richiudersi dietro di lui. «Scusa – lo so, ne parliamo ogni settimana.» Spostò a terra gli sgabelli che aveva capovolto e sistemato sul bancone, dopo aver lavato i pavimenti. Per quanto poco interessasse a lui tenere pulito un ambiente che inesorabilmente sarebbe finito nelle stesse condizioni pietose in cui si trovava il giorno precedente dopo neanche un'ora,
    ba2b4d5031e8da749bf012afc37295e0cf663e5d
    quelle erano le condizioni da accettare per poter tenere aperta la baracca, e a lui un posto del genere era tornato molto più comodo di quanto non avesse immaginato quando aveva distrattamente scarabocchiato il proprio nome e cognome sui moduli di adesione. Tornare a casa era un obbligo prescritto dal coprifuoco, una regola talmente mortificante da non meritare neanche di venire ricordata; non era neanche una questione di principio, ma proprio di logica, per Jerome: come avrebbero mai potuto prendersela con lui se invece di andarsene a dormire nella sua brandina del cazzo decideva di restare al locale, lavorare fino a tardi per finire di sistemarlo, e addormentarsi alla scrivania, nello stanzino dietro il bancone? Come poteva, quello, essere un fatto che ti faceva finire nei guai? Perché era successo, chiaramente, ed era stato svegliato bruscamente da una delle guardie, che si era premurata tanto gentilmente di scortarlo fino a quel cubicolo che gli imponevano di chiamare casa, per la notte. Era un tale abuso di potere, un'imposizione talmente priva di senso logico che poteva essere giustificata soltanto da un fortissimo desiderio del Ministero e delle sue guardie di pisciare in testa a tutti loro, per qualunque cosa. Si mise a sedere sullo sgabello, la seduta in pelle nera bucherellata che lasciava intravedere l'imbottitura. «Però voglio capire – cosa pensano che dovremmo farci, con un posto come questo? Tornei di scala quaranta mentre serviamo succhi di frutta al mirtillo?» Era una domanda sincera, per quanto il tono non potesse che farsi sarcastico. «Almeno hanno accettato l'insegna, però» commentò poco dopo, spingendosi con le mani sul bancone in modo da ruotare verso la porta d'ingresso, alle sue spalle. «Un tocco di classe, il simbolo della rosa che perde i petali.» Un progetto che aveva potuto portare avanti lui stesso, in fabbrica, e del cui risultato era decisamente soddisfatto.
     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    🐺

    Group
    Collegiali
    Posts
    34
    Reputation
    +42
    Location
    Rio de Janeiro

    Status
    Waiting!
    90478a71df7366daf9a4427069727651
    Porto dentro l'ennesimo scatolone e mi rendo conto che il Rusty Rose sta finalmente prendendo forma. Sono già quattro giorni che io e Jerome lavoriamo senza sosta per rendere quanto più accogliente questo locale che una volta aperto aiuterà gli abitanti di Iron Garden a respirare un po' di "normalità". Quando ho avuto quest'idea, sono corso da Jèrome senza esitazioni perché sapevo che lui sarebbe stato il braccio destro perfetto in questa "avventura". Se così si può definire quello che stiamo facendo. — Lo sai che un maestro non svela mai i suoi segreti. Jèrome ed io non facciamo altro che parlare di come sono riuscito ad ottenere l'approvazione da parte del Ministero per realizzare il "Rusty Rose". Colgo quella domanda per prendermi una meritata pausa, così vado a sedermi su uno degli sgabelli posti davanti ad un vecchio bancone e prendo dalle tasche il mio pacchetto di sigarette. — Avevamo bisogno di un modo per far sì che i ministeriali accettassero la nostra idea, giusto? Gli porgo il pacchetto di sigarette, così che possa prenderne una mentre con un rapido gesto della bacchetta accendo la mia. — Ero sicuro che se ci fossimo presentati con le nostre sembianze non saremmo mai riusciti ad ottenere qualcosa e così... Il nostro aspetto unito ad alcuni problemi che avevamo causato ad Iron Garden, sicuramente non ci avrebbero mai permesso di ottenere quel permesso. Poggio le labbra intorno al filtro della sigaretta e ne aspiro la prima boccata, chiudendo gli occhi mentre sento il fumo scendere a bruciarmi la gola. — ...così ho pensato che non avrebbero mai detto di no ad uno della loro stessa specie. Lo guardo con un sorriso sornione e proseguo con il racconto della mia storia. — Avevo bisogno di un uomo che non ricoprisse chissà quale ruolo all'interno del ministero e un bel giorno mi sono imbattuto in Flinn Walker. Ce l'hai presente, no? Lui è uno dei tanti uomini che lavorano ad Iron Garden e si assicurano che tutto vada per il verso giusto, senza intoppi o cose varie. — Così ho preso le sue sembianze ed il resto è storia. In realtà è molto più complicato di come la sto raccontando adesso. La pozione polisucco non è stata difficile da reperire visto che prima di essere rinchiuso qui dentro ne facevo largo uso per poter organizzare i miei incontri di lotta clandestina senza che si venisse a sapere chi fossi realmente. Il problema risiedeva nel trovare un modo per non farsi scoprire nel caso in cui tutta questa faccenda fosse sbucata fuori. Mi sono dovuto procurare della Pozione Confondente e metterla all'interno di alcuni dolcetti che Flinn avrebbe trovato casualmente davanti al forno del villaggio. Avevo studiato i suoi movimenti e lui era solito fermarsi davanti al forno intorno alle undici della mattina per concedersi una pausa. Trovando i muffin incustoditi, ne ha presi un paio e se li è subito mangiati. Dopo qualche istante la pozione ha fatto effetto ed io ho avuto la possibilità di uscire da Iron Garden, prendere le sue sembianze e portare la lettera contenente il progetto firmata. Avevo il tempo contato, un'ora e poi l'effetto della pozione sarebbe svanito. Fortunatamente non ho incontrato grosse difficoltà altrimenti ora non sarei qui a spostare interi scatoloni o a cercare di capire in che modo rendere appetibile il "Rusty Rose". Avevo fatto promettere a Jèrome di non parlare con altri del modo in cui ero riuscito ad ottenere il permesso perchè se si fosse venuto a sapere, sarei stato nei guai e allora addio "Rusty Rose". — Al momento la questione alcolici è ancora in sospeso. Ancora non riesco a capire perché ci hanno dato il permesso di aprire un locale e poi ci vietano l'utilizzo di alcolici. Mi rimetto in piedi e aiuto Jèrome a pulire l'angolo che sarà dedicato alle esibizioni. Sono molto fiero del bozzetto che ho realizzato e di come, grazie all'aiuto del mio socio, stiamo riuscendo a dare un'impronta a questa vecchia baracca. —Onestamente non so cosa si aspettano che facciamo, non penso siano così stupidì da credere che ci fermeremo a vendere semplice acqua gassata. Comunque diamo tempo al tempo, ho un piano. Chiaramente non avrei mai permesso che la situazione alcolici sarebbe rimasta a questo punto. — Chiaramente non posso nuovamente infiltrarmi nel ministero o desteremo sospetti. Almeno non nell'immediato però a questo si può trovare una soluzione. — Facciamo vedere che è un locale a posto, in regola e tutte queste stronzate qui. Guadagniamoci la loro fiducia e nel frattempo troviamo il modo di reperire alcolici e di venderli senza essere scoperti. Abbiamo tanto tempo, non serve fare le cose in maniera affrettata. Bisogna solo aspettare il momento giusto per agire e poi la strada sarà solo in discesa, ne sono sicuro. — Sono convinto che un aggancio al di fuori di Iron Garden, lo troviamo. Dobbiamo solo capire chi vorrebbe collaborare con noi. — Te lo devo Jèrome. Il nome del locale e l'insegna sono davvero meravigliosi. Devo dire che calzano a pennello con l'idea di locale che avevo. Guardo verso l'insegna che è stata messa sopra al muro retrostante il palcoscenico che è identica a quella che si trova fuori dal locale. — Dal vecchio Burlesque sono riuscito a recuperare due tavoli di biliardo, dobbiamo trovare qualcuno che ci aiuti a portarli qui.
     
    .
1 replies since 10/1/2024, 16:11   64 views
  Share  
.