When does a ripple become a tidal wave?

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  1. haegeum
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    « Tu, invece?» Di fronte a quella domanda, fosse anche stata posta per semplice gentilezza, lo psichico parve fermarsi a riflettere per qualche istante. Rispondere era complesso. Da un lato, sarebbe stato ben più semplice liquidare la Rosier con una risposta di circostanza - e per un breve istante il giovane considerò quell'opzione perché oggettivamente più papabile delle altre. D'altra parte tuttavia non reputava June una stupida: se anche non conosceva lui, viveva comunque nel mondo reale, in una posizione in sé compromessa, ed aveva sufficienti strumenti da comprendere che, almeno nelle condizioni attuali, nessuno stesse proprio benissimo. Dalla sua, lo stregone aveva forse il beneficio del dubbio per via della posizione attuale della congrega, ma era un vantaggio completamente fittizio, se si considerava che aveva scelto di aiutare lei - una ricercata - senza guadagnarci poi molto. Certo, c'era il discorso del compenso, ma era soltanto una formalità, e temeva che entrambi i presenti ne fossero consci. « Possiamo dire sia un periodo impegnativo per tutti. » Disse dunque con l'accenno di un sorriso seguito da una scrollata di spalle. « Sto come uno che necessita di una vacanza. » Non gli sembrava il caso di lamentarsi proprio con lei, d'altra parte, che viveva una condizione già difficile. Però se hai fatto due più due immagini anche che io conosca Eliphas. E sai che è sui manifesti proprio come te. Ne avrebbe avute, di cose da dire, su quella storia. Ma non aveva mai lavato i panni sporchi fuori casa, per cui decise di glissare sull'argomento. Trovava comunque molto ironico che il motore primo dietro la sua decisione di aiutarla, fosse la stessa persona che lo preoccupava maggiormente, e soprattutto che avesse a conti fatti più contatti con la francese che non col migliore amico. Di fronte alla risposta di lei sull'avere o meno cenato, Aslan non disse niente, stringendo però le labbra in una linea più sottile. Non si trattenne dal lanciarle un'occhiata di aperto biasimo. E se non ti avessi portato da mangiare? Avresti preteso di lavorare a stomaco vuoto? Scosse appena la testa, alzando gli occhi al cielo. « La ragione per la quale concordiamo in anticipo le date » La redarguì comunque mentre la ragazza familiarizzava con la gatta che, Aslan notò, non aveva mancato di fare la ruffiana anche con lei « è perché mi serve che tu sia in forze per lavorare. Capisco la tua posizione e non posso chiederti che il tuo regime sia ideale, però almeno le basi. Se non mangi, non sei in forze. Se non sei in forze, sei automaticamente più prona a stancarti prima. » Specialmente oggi, poi, che c'è l'intenzione di calcare di più la mano. Fortunatamente, però, Aslan era perspicace abbastanza da farsi due conti in tasca e, avendo imparato a conoscere Juniper, aveva ovviato al problema prima ancora che potesse presentarsi. « Comunque un gatto come famiglio ti si addice. » Lo sguardo tinto di una nota di giocoso rimprovero andò a posarsi su Blacky, la quale aveva approfittato della presenza della ragazza per evitare la walk of shame che lo psichico le aveva proposto. « Dici? » Chiese alla strega, un sorriso sghembo che si faceva spazio sulle labbra.
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    « Su di lei in particolare talvolta ho i miei dubbi. Purtroppo per me però non posso fare il reso, altrimenti non potrebbe permettersi di fare quello che le pare. » Quella sua affermazione portò la creatura ad emettere un miagolio acuto, dai toni alquanto offesi, ma Aslan non si scompose. Il legame tra i due - come da prassi per gli warlock e i famigli - era profondo abbastanza da permettere di conoscersi a menadito. Questo risultava in una Blacky che sapeva benissimo in quali circostanze potesse permettersi di uscire fuori dal seminato, ma anche nella consapevolezza che Aslan non lasciasse mai impunite certe sue malefatte. Ed infatti il suo commento successivo fu un poco colpito: « Che c'è, Blacky? Fastidio? » Sollevò un sopracciglio, sarcastico. « Sua Altezza non trova abbastanza comodo il mezzo di trasporto? O forse non ti piace che ciò che fai abbia delle conseguenze? » Sbuffò una risata dal naso nel seguire la giovane all'interno dello stabile. Una volta entrato nel piccolo appartamento, si guardò attorno, individuando subito una superficie dove poter poggiare il proprio borsone, procedendo a sfilarsi il cappotto per piegarlo e appenderlo allo schienale della sedia che avrebbe occupato. « Mi hai chiesto se ho mangiato. Tu? Non mi è rimasto granché in frigo, ma posso fare del thé. Gelsomino o menta? » Aslan, che intanto aveva estratto il contenitore termico dove aveva disposto le pietanze destinate alla Rosier, rispose rapido: « Gelsomino, grazie. Per il resto ho già fatto. » Poggiò intanto quel che aveva portato su una parte libera del tavolo. « Anche questa è per te. » Disse, indicando una busta contenente qualche snack e qualcosa da bere. Cose che, ovviamente, aveva separato per evitare che i cibi freddi entrassero in contatto con quelli caldi. Lo sguardo gli cadde comunque sulle cose sparse sul tavolo. Spostò con cura l'attrezzatura, alla quale non prestò più di tanta attenzione sulle prime, ma quando lo sguardo cadde sulle cartine, aggrottò leggermente la fronte prima di farle fluttuare con un gesto della mano sino alla prima superficie piana libera. « Mi spiace per il disordine, c’è talmente poco spazio qui dentro che non so più dove mettere la roba. Non faccio altro che spostarla dal tavolo al letto e viceversa. Sposta pure tutto dove trovi posto, tanto non ho ancora finito. Merlino solo sa se riuscirò a trovare una bussola magica.» La guardò per qualche istante a quelle parole. « Immagino abbia a che fare con l'impegno di fine mese? » Le chiese dunque, memore delle scartoffie che aveva spostato. « Sembra un viaggio abbastanza faticoso. » Osservò. Era evidente stesse ponderando qualcosa, lo psichico - ed in effetti era proprio così. Evenienze come un viaggio, specialmente se particolarmente impegnative, potevano richiedere di ricalibrare anche il loro lavoro. Trattandosi di una collaborazione diluita nel tempo e non di un intervento singolo, se l'altra doveva spostarsi, a seconda delle sue necessità, poteva essere più idoneo pensare di agire in maniera più leggera sulla mente di lei. « Quando dovresti partire di preciso? Se viaggi da sola, ed il percorso è ostico, ho bisogno di saperlo. Così posso tenerne conto per capire quanto possiamo sperare di fare oggi. » Una breve pausa dove cercò gli occhi di lei coi propri. « Di solito i tempi di ripresa li calcolo in base al worst case scenario, considerato soprattutto che vivi da sola e non hai possibilità di avere assistenza in caso di problemi - tolto me, ovviamente - preferisco sempre prenderla molto larga. » Aveva parlato in modo molto schietto, il giovane psichico, ma la sua voce era priva di accusa. Si rendeva conto già in partenza che la vita della sua interlocutrice non ruotasse intorno al lavoro che stavano facendo, ed inoltre lei aveva già pensato a fargli presente un impegno, per cui era ben felice di eventualmente riadattare il tutto alle sue attuali necessità. Anche perché, alla fine della fiera, io sto qui per assicurarci che nulla vada storto, quindi è bene essere trasparenti l'uno con l'altra. « A proposito » Lo stregone, che nel frattempo aveva preso posto a sedere - anche al fine di evitare altri piatti volanti - tornò a guardare la giovane Rosier « Blacky puo’ mangiare il tonno? » Il moro fece scattare l'angolo sinistro della bocca verso l'alto nell'inclinare appena il capo. Non parve fare caso al fatto che il batuffolo nero in questione avesse drizzato le orecchie con inequivocabile interesse alle parole della strega. Né si smosse di fronte al fatto che avesse miagolato teneramente, la fame di un randagio qualunque che non vedeva del cibo da settimane in quell'unico versetto. « La domanda non è tanto se può - perché può - è piuttosto se pensi che se lo meriti. » Un momento di silenzio carico di significato, gli angoli della bocca ora rivolti entrambi verso l'alto, un luccichio divertito negli occhi scuri. Dubitava comunque, a giudicare dall'atteggiamento precedente della padrona di casa, che intendesse negare uno spuntino alla gatta, già sull'attenti per l'ennesima dimostrazione d'affetto. « Potevi chiedere, comunque. Per la bussola. » Le fece notare nel cominciare ad impiattare le pietanze. « Te l'avrei portata. » Tirò fuori anche una piccola boccetta di salsa teriyaki dal sacchetto. Poi una di salsa di soia. « Se non sai ancora a chi rivolgerti, posso passarti un contatto. Devo solo controllare se tratta ancora queste cose. »


    Edited by haegeum - 2/3/2024, 03:41
     
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