When does a ripple become a tidal wave?

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  1. haegeum
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    « Ma non dovresti preoccuparti troppo, sono abituata a vivere da sola. » Lo psichico le scoccò una lunga occhiata parecchio eloquente, con tanto di sopracciglia inarcate e labbra strette in una linea fine quanto scettica. In linea teorica, il ragionamento della giovane poteva anche avere senso; nella pratica, dal suo punto di vista, traballava come un tavolo a tre gambe. La posizione della Rosier era molto lontana dall'essere ottimale, sebbene si potesse ritenere più stabile rispetto all'inizio della loro stramba collaborazione. Ora aveva sicuramente un posto dove vivere e non era costretta a spostarsi di continuo, eppure anche quella stabilità aveva avuto un prezzo, Aslan ne era certo. Banalmente non poteva farsi vedere in giro senza rischiare di finire al gabbio. « Tranquilla. » Le rispose dunque con una certa nonchalance, stringendosi nell espalle. « Mi sarebbe risultato più strano presentarmi a mani vuote. » Un'affermazione del tutto veritiera, talmente stringata però da lasciare sufficiente spazio a qualsivoglia interpretazione la mora avesse voluto darle, senza per questo mettere in luce ciò che entrambi sapevano. Sarai anche abituata a vivere da sola e prenderti cura di te, ma immagino la tua vita in autonomia, in precedenza, mancasse di una piccola variabile. O quantomeno, è quello che ti auguro. Poteva comprendere, e comprendeva, il desiderio di cavarsela da soli; d'altra parte, però, per una serie di fattori - tra i quali anche i valori coi quali era stato cresciuto - gli imponevano una certa sobrietà nel riconoscere dove si trovavano i limiti. Sia i propri che quelli altrui. E riteneva che, in quel preciso momento storico, dopo aver visto la loro roccaforte crollare e l'intera società magica voltare loro le spalle, lycan e affini avessero bisogno di tutto l'aiuto che potevano ricevere per poter sopravvivere. Adesso si tratta di sopravvivere; un giorno, forse, anche di rialzarsi in piedi. Non disse altro su quella questione, tuttavia, almeno per il momento, e prese posto a sedere mentre la giovane strega lo aggiornava sui propri piani. « Ora come ora, più riesco a passare inosservata e meglio è. Come puoi immaginare, i visitatori non sono molti in territori tanto inospitali, soprattutto in questa stagione. Sono riuscita a organizzare buona parte del viaggio e a trovare un luogo sicuro dove riposare grazie ad un amico che è originario della zona, ma per lo più saremo costretta ad avanzare a piedi e senza l’uso della magia. » Annuì. Non gli era sfuggito che June avesse utilizzato il plurale - il che significava che non avrebbe viaggiato da sola. Lo sguardo seguì la confezione che aleggiava verso di lui sino al suo arrivo sul tavolo, poi tornò nuovamente ad esaminare la sua interlocutrice che nel frattempo aveva continuato il suo discorso. « Ancora non so la data precisa, ma direi nel giro di un paio di settimane. Ho già recuperato la maggior parte del necessario, ma senza la bussola non posso partire. Anche se sto iniziando a pensare che di provare a incantarne una babbana. » Emise un verso poco impressionato, prima di commentare: « Una grandissima cazzata che rischierebbe di compromettere tutto quanto. Senza offesa, ma non penso possiate permettervi di correre il rischio di trovarvi persi in mezzo al nulla. » Lo disse con fattualità, inclinando appena il capo di lato, per di più mentre lasciava cadere il filtro nella tazza. Sollevò lo sguardo su di lei ancora una volta, stendendo le labbra in un mezzo sorriso che pareva invitarla a cogliere l'occasione rappresentata dalla propria persona e semplicemente chiedere una mano. Durante i loro incontri aveva avuto modo di conoscerla meglio, ed aveva ragione di supporre che non amasse trovarsi in una posizione di bisogno. Nessuno ama dipendere da altri. Siamo però animali sociali e dipendere dai nostri simili dovrebbe risultarci naturale finché si tratta di richieste ragionevoli. Questa lo sarebbe. « La nota positiva è che essendo il viaggio abbastanza distante in termini temporali, oggi andremo effettivamente avanti. » Le disse con la stessa tranquillità, come a sollevarla almeno di quel peso. Si era fatto l'idea che la francese non avrebbe apprezzato un ulteriore rallentamento nel loro percorso, considerato soprattutto che Aslan ci stesse già andando coi piedi di piombo. « C’è una cosa che volevo chiederti, al riguardo. » Sollevò un sopracciglio, gli occhi fissi in quelli di lei, come per invitarla a continuare. « Questo non è un viaggio casuale, quanto una sorta di missione diplomatica. Un modo per testare le acque, diciamo. Se saremo fortunati, potrebbe dare il via a una vera e propria alleanza nei confronti dello Stato Inglese. » Di nuovo, si trovò a fare un cenno d'assenso. Non lo sorprendeva che i Ribelli stessero cercando l'appoggio di altre comunità, nella fattispecie quella maride. Lo Stato Inglese li aveva isolati all'effettivo - non soltanto tutti coloro che potevano ritenersi complici diretti erano finiti sui manifesti, ma tutti coloro che potevano essere considerati alleati o potenziali tali, si erano trovati isolati ad Iron Garden. I Minerva erano stati intelligenti. Li avevano messi all'angolo. « Avendo già trascorso del tempo con i Maridi e conoscendo le loro usanze mi sono offerta volontaria, ma data l’avversione generale dei Maridi nei confronto dei maghi, abbiamo ritenuto opportuno includere qualcuno di esterno alla comunità magica nella delegazione di rappresentanza. Eliphas ha accettato di venire con me. »
    Alla menzione di Eliphas qualcosa parve accendersi nello sguardo dello psichico. « Ah sì? » Un commento piuttosto criptico, più per indicare lo star seguendo il discorso di lei che altro. Se da un lato l'essere messo al corrente del fatto che il migliore amico non fosse del tutto tagliato fuori dal mondo lo portava a tirare un sospiro di sollievo, seppur minimo, dall'altro non poteva fare a meno di domandarsi cosa l'avesse spinto in quella direzione. Il loro ultimo incontro non l'aveva lasciato sereno. In più, che la Rosier avesse deciso di chiedergli qualcosa in merito, in qualche maniera allo psichico dava la sensazione che Eliphas non fosse stato meno enigmatico con lei e quelli che condividevano la sua situazione di quanto lo fosse stato con lui. E questo, di certo, non era positivo. « Ti ha nominato come persona fidata durante un incontro. E, nella stessa occasione, ha anche espresso il desiderio di mantenere le distanze da Londra – e dalle attività ribelli in generale. » Infatti. « Capisco. » Commentò a mezza bocca, lo sguardo che si impensieriva sensibilmente nonostante l'espressione distesa. In qualche modo, il fatto che il demonologo avesse mantenuto il medesimo filone narrativo con tutte le parti coinvolte - o forse sarebbe stato meglio dire in contatto con lui - lo preoccupava. Non era naturale, per Eliphas, scegliere la via del totale eremitaggio. Non era naturale starsene con le mani in mano. Sospirò, gli occhi scuri di nuovo in quelli della Rosier. « All’inizio non ero sicura che avrebbe accettato, ma ora mi chiedo se sia stata una buona idea coinvolgerlo. Non fraintendermi, non si tratta di dubbi o giudizi morali – piuttosto, non sono certa abbia compreso pienamente quanto il viaggio sarà impegnativo. Farà freddo, dovremo camminare a lungo e, una volta a destinazione, c’è un tratto da percorrere a nuoto, in apnea. Inoltre, nell’ipotetico caso in cui dovessimo essere scoperti, verrà considerato un vero e proprio complice. Dal modo in cui ha parlato di te sembrate essere piuttosto in confidenza. Dal tuo punto di vista, c’è qualcosa che dovrei sapere? » Aslan emise una risata amara, più uno sbuffo che altro, inclinando il capo di lato a sua volta. « Perdonami. » Si affrettò a dire. Scosse la testa con una certa amarezza, imponendosi di quietare quella risata. Gli occhi da gatto non avevano mai lasciato quelli di lei. « Mi fa sorridere che pensi che la sua situazione possa in qualche modo peggiorare. Può diventare più ricercato di quanto non sia già, se scoperto a collaborare con voi? » Supponeva, ovviamente, che potessero offrire più galeoni di quanto non avessero già fatto, ma dubitava questo avrebbe cambiato la situazione dell'amico di fronte alla legge. Tacque per qualche istante, tuttavia, mentre una realizzazione cominciava a farsi spazio nella sua mente. « Forse intendi la sua situazione coi nostri. » Lo sguardo del giovane si fece più intenso, se possibile più scuro. Strinse le labbra in linea sottile mentre constatava tra sè, a mezza bocca: « Non vi ha detto niente. » L'idiota non vi ha detto niente. Cos'è, un masochista? Raddrizzò la schiena. Tirò un sospiro pesante. « Eliphas è stato esiliato. » Lasciò che la gravità di quell'informazione aleggiasse tra loro mentre la fissava immobile. « Pensavo foste stati messi al corrente. » Un errore di calcolo, il suo, dettato più che altro dalla convinzione che i diretti interessati, quelli per la cui causa aveva combattuto, avessero il quadro completo. Ma certo che no. Figurati. Magari si sarebbero sentiti in colpa a saperlo. « Questa è probabilmente la prima cosa che devi sapere, per rispondere alla tua domanda. Se vi eravate fatti l'idea che qualcuno dall'altra parte gli stia guardando le spalle, suppongo di doverti dire che non sia così. » Affermò in tono più secco e giudicante del solito, la fronte aggrottata in un'espressione preoccupata. « Seconda cosa: non è che io ed Eliphas siamo soltanto in confidenza. I nostri genitori sono vicini di casa. Siamo praticamente cresciuti insieme. E se siamo qui a parlarne - io e te - è anche perché non mi è andato giù il trattamento che ha ricevuto.» Una pausa che impiegò umettandosi le labbra. « Te l'ho già detto in un'altra sede, ma nella sfortuna della tua posizione, hai avuto fortuna nell'avere una soffiata proprio su di me e non qualche altro psichico. Senza nulla togliere alla competenza dei miei colleghi. » Ed in effetti non era questo l'aspetto più importante in quel frangente quanto l'esempio che avevano fatto del demonologo. Difficilmente Juniper Rosier sarebbe incappata in un altro warlock propenso ad essere una tomba in merito quanto lui. « Per quanto riguarda Eliphas non so cosa dirti, se non che sono molto preoccupato. » Era quantomai serio, Aslan, e se June aveva imparato a conoscerlo un minimo doveva anche aver capito che non fosse un catastrofista. « Diciamo che non sono sicuro che stia vivendo bene tutta questa storia. Sono positivamente stupito che abbia scelto di accompagnarti, in realtà, perché anche a me aveva detto di non voler essere coinvolto. » Pausa. Inclinò la testa appena di lato. « Non è da lui. Come non è da lui dirmi di lasciarlo in pace o non dirmi nemmeno dove si trovi di preciso. » Nonostante il tono misurato, qualcosa nella postura generale dello warlock lasciava intendere il contrario. Quando lo sguardo, che aveva momentaneamente abbassato sulla superficie del tavolo, tornò sulla giovane, fu evidente che una patina di distacco fosse caduta. Si prese qualche istante come per valutare la sua interlocutrice. Poi, con un sospiro, disse. « Senti, tienilo d'occhio per me, per piacere. Se riesci fammi sapere qualcosa su come sta. O dove. » Si mordicchiò l'interno guancia per qualche frazione di secondo. « Per il resto non so come aiutarti. Se dovesse servire, chiamami. È l'unico aiuto concreto che ti posso offrire. » Nel silenzio generale si versò l'acqua nella tazza, lo sguardo fisso sull'infuso che prendeva pian piano colore. « In realtà non mi è dispiaciuto tenermi impegnata. Mi fa sentire utile – e in un certo senso mi aiuta a tenere conto dei giorni. Chiusi qui dentro sembrano non passare mai. E ad essere sincera non voglio diventare un peso. Stai già facendo fin troppo per aiutarmi. Non sarebbero corretto chiederti di più, soprattutto se si tratta di qualcosa che potrebbe attirare l’attenzione o metterti potenzialmente in pericolo. » Sebbene inizialmente avesse percepito le parole di lei quasi come ovattate, perso nei suoi pensieri circa il migliore amico, all'ultima frase non poté esimersi dal far saettare lo sguardo nel suo. « Psichico. » Le disse semplicemente, indicandosi pe sottolineare l'ovvio. « Penso di essere abbastanza equipaggiato a gestire gli imprevisti in tutta onestà. E di essere un po' più di basso profilo di te al momento, a meno che tu non voglia la dedica personalizzata sul retro della bussola. » Fece un sorso di thé senza smettere di guardarla. « Ma devo ammettere di non aver avuto molta fortuna, fino ad ora. Perciò se conosci un contatto fidato, te ne sarei grata. » Aslan fece un cenno d'assenso. « Ti faccio sapere nel giro di qualche giorno se riesco a fartela direttamente avere la prossima volta. Non mi sembra prudente farti vedere in giro.» Fece qualche altro sorso silenzioso mentre la Rosier si buttava sul cibo. « Mon Dieu. È buonissimo. L’hai fatta tu?» Di fronte a tanto entusiasmo, lo psichico non riuscì a trattenere un sorriso. « Sì, ma la ricetta è di mia madre. Ho imparato a cucinare più o meno quando ho capito che anche i migliori ristoranti in giro per il mondo non battevano il casereccio. Forse solo a Lione ce n'era uno che valesse la pena, ma non avevo mai modo di andarci. L'apprendistato prende un sacco di tempo. » Le spiegò. « Cosa ti piace mangiare di solito? » Le chiese dunque, forse per alleggerire un po' l'atmosfera, mentre mandava giù ancora un sorso.


    Edited by haegeum - 21/4/2024, 05:15
     
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