Per chi è tutto arrosto e niente fumo

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  1. petrolio;
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    Aveva sempre partecipato al club di dibattito. Da quando aveva iniziato il percorso universitario, Derek aveva fatto esattamente ciò che ci si sarebbe aspettato da lui: intraprendere attività extra-curricolari il più possibilmente diversificate ma coerenti. Aveva dunque continuato a giocare a Quidditch (perché la componente sportiva era importante), si era interessato ad eventi e volontariato, e poi aveva puntato su un club adiacente al proprio corso di studi - quello del dibattito, appunto. E tutte queste attività, il giovane Hamilton le portava avanti con zelo, mettendosi sempre in gioco per non risultare mai un componente marginale del gruppo. In pochi riuscivano a vivere a pieno ritmo il campus come faceva lui; un modo di fare, questo, che aveva un obiettivo ben specifico ma che forse, al di là di questo, era anche semplicemente connaturato nella sua personalità. Certo, non sempre era facile, specialmente quando gli organizzatori dei club sembravano poco inclini a comunicare tra loro e strutturare un calendario il più possibilmente amalgamato. Per quel semestre, infatti, Derek avrebbe letteralmente dovuto correre dal polo sportivo all'aula di dibattito, se aveva intenzione di portare avanti due attività che solo per un fortunato scarto non finivano per sovrapporsi. Ma si sa che finire un allenamento di Quidditch non è come finire un incontro in classe: ti devi fare la doccia, ti devi cambiare.. insomma, un po' di tempo ci vuole. Tutte cose, quelle, che Derek aveva fatto alla velocità della luce, uscendo di corsa dallo spogliatoio con i capelli ancora umidi e il fastidio di sapersi in ritardo. Di poco, ma pur sempre in ritardo.
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    Entrò nell'aula a passo svelto, facendo attenzione ad accompagnare la porta per non farla sbattere rumorosamente. Un sorriso e un cenno in direzione di Vernon, il compagno alla guida del club. « Potete iniziare. » La scritta alla lavagna era inequivocabile, ma essendosi perso qualche passaggio, Derek si avvicinò a Vernon, poggiandogli amichevolmente una mano sulla spalla. « Ehi.. scusa il ritardo. Gli orari dell'allenamento questo semestre sono terribili. Cosa mi sono perso? » « Tranquillo, abbiamo appena iniziato. Sostanzialmente il task è confrontarsi in coppie sul tema del Messia. Insomma, un tema noto a tutti, per riscaldare i motori. » Annuì. « Con te mi sa che siamo dispari quindi mhh.. puoi unirti a loro. Sono nuovi, magari gli dai qualche dritta. » Due ragazzi che non conosceva se non di vista. « Certo. Almeno sento anche qualche voce nuova. » Magari hanno cose interessanti da dire. Si avvicinò dunque ai due con una certa educazione, appoggiando piano a terra il borsone e scansando una sedia senza interrompere il discorso già avviato di uno dei due. Lo ascoltò con attenzione, poggiando il mento sul dorso di pollice e indice con sguardo concentrato, mentre annuiva piano tra sé e sé. « [..] Io non mi sento per niente al sicuro e sono certo che questo è solo l'inizio, che presto il Messia farà qualcosa che renderà il futuro incerto per tutti. Tu che ne pensi? » « Aspetta però è interessante quello che hai detto all'inizio. Cioè quando hai dato il contesto geopolitico pre-Messia, indicandolo come premessa della fiducia conquistata tra la popolazione. » Fece una pausa, passando lo sguardo tra i due con un sorriso cordiale. « Perdonatemi l'interruzione. Sono arrivato in ritardo e Vernon mi ha indirizzato a voi. Sono Derek. » Inclinò leggermente il capo, sottolineando quell'inciso di scuse nei confronti di un'intromissione che, privata di contesto, poteva essere percepita come un disturbo fuori luogo. « Quello che intendo dire è che la fiducia non viene concessa a chiunque dal giorno alla notte. Ed Eric Donovan è comparso proprio così: dal giorno alla notte. Allora si dovrebbe quasi dare per scontato - in un riassunto forse troppo semplicistico - che la maggior parte dei maghi siano stupidi e volubili. Però non terrebbe in conto il fatto che Inverness, al contrario, abbia incontrato fortissime resistenze proprio nella conquista della fiducia. » Fece una pausa, passando lo sguardo dall'uno all'altro per accertarsi che quella linea di pensiero fosse seguita. « Quindi perché lui sì e loro no? Perché con lui i maghi si sentono al sicuro, mentre con Inverness non era così? Credo che sia una domanda importante da porsi, sia come cittadini che come.. neofiti dell'arte del dibattito, diciamo. » Ridacchiò, intenzionato a mantenere quel tono leggero che potesse dar spazio ad entrambi di dar voce alle proprie opinioni senza sentirsi scrutinati. SI volse dunque al ragazzo che non aveva ancora parlato. « Prego, perdonami l'interruzione. »



     
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