We were born to be suburban legends

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  1. blue velvet
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    Slytherin pride

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    Un tempo quel ringhio sommerso l'avrebbe portata a rabbrividire. C'era stato un momento nella sua vita in cui Ryuk le faceva davvero paura. Oggi, il dio della morte, dio non è più, e lei, Mun, ha imparato a guardarlo negli occhi contestualizzandone la presenza. L'ombra oscura che la seguiva ovunque era diventata poco più di un animaletto docile, l'ombra di se stesso, corroso da una frustrazione che l'aveva portato a coalizzarsi proprio con quei esseri di cui per molto si era preso gioco, sentendosi al di sopra delle loro possibilità e conoscenze. Dopo l'arrivo del Messia, Ryuk, al pari di molti altri, era stato tagliato fuori, ed era finito nel gioco delle parti dalla parte sbagliata della barricata. Seppur non parlasse di quanto stesse avvenendo dall'altra parte, Mun poteva intuire che qualunque cosa fosse in atto tra le Logge, era il risultato di un processo di sovversione che nemmeno loro si sarebbero aspettati. Gli arconti hanno cambiato lealtà e obiettivi, e qualunque sia ora il disegno superiore ci vede al centro di una scacchiera ben più intricata di quanto ci aspettassimo. Gli affari delle Logge, tuttavia, andavano lasciati alle Logge, e loro, i poveri ingenui umani, dovevano dedicarsi alla loro di scacchiera. « Non c'è nessuno con lui. » Il dio della morte non è contento di quell'incontro. Come non lo è stato d'altronde nessuno alla base. Ma se su una cosa Beatrice Morgenstern aveva ragione, era proprio il fatto che rimanere nascosti sotto terra senza capire chi sono i propri amici e chi gli effettivi nemici fosse sciocco. Nonostante fossero finiti al centro di un ciclone di tutto rispetto, Albus e Mun si erano mossi bene in quelle circostanze. Erano riusciti a mettere al sicuro una cospicua parte dei loro averi molto prima che i rapporti tra Inverness e lo stato inglese si deteriorassero, e avevano preparato con un colpo da maestri la loro escapade nelle viscere di Londra. Sotto il naso di tutti - vivevano nel cuore della città, tra palazzine signorili, turisti e rispettabilissime famiglie alto-borghesi. « Bene. Allora potrà proseguire. » « Mmmmh.. per una volta devo ammettere che mi trovo d'accordo con Potter. Nathan Douglas è l'ultima persona che dovresti vedere nelle attuali circostanze. » E proprio per questo era forse la persona che più avrebbe dovuto vedere. Non poteva certo ignorare quanto era accaduto al Ministero non più lontano di un paio di mesi prima. Nel tempo che era trascorso da allora, Mun si era chiesta cosa avrebbe fatto al posto di Nate. Lo avrebbe aiutato a parti inverse? Gli avrebbe permesso di lasciare quel luogo ostile per continuare la propria esistenza? Non ne era certa. Non nel caso in cui la sua lealtà non stesse vacillando. Ed era proprio questo il punto: si chiedeva se le tante guerre e sconvolgimenti che avevano vissuto avevano portato Nathan a vacillare, se le sue convinzioni erano cominciate a crollare tanto quanto erano crollate quelle di tanti altri - quelle della giovane Carrow in primis. « Non è che siamo proprio nelle condizioni di storcere il naso. » « Ma neanche così disperati. » Questo lo dici tu. Mun aveva imparato a mantenere la calma, a esercitare pazienza, e soprattutto a non lasciarsi piegare dalle condizioni sfavorevoli in cui si trovava. A ben guardare non sembrava differente da quando viveva indisturbatamente nella bella casetta di Inverness in cui i suoi figli avevano imparato a correre. Tuttavia, tante cose erano cambiate; i suoi occhi color ghiaccio avevano assunto sfumatore ancor più fredde - gli occhi di una giovane donna che aveva perso gran parte della sua innocenza e ingenuità. Così, non trovando poi molte ragioni per rimanere nei paraggi, Ryuk scomparve; sapeva che non sarebbe andato troppo lontano, né l'avrebbe lasciata lì da sola ma il conforto della parvenza di qualche attimo di solitudine riusci comunque a darle modo di rimettere in ordine i propri pensieri. Cosa avrebbe detto a Nate una volta rivisto? Domande a cui non trovò risposta, e di fronte alle quali convenne fosse più semplice attendere il suo arrivo.
    « Direi che dopo questo viaggio puoi anche mettere da parte ogni dubbio sul mio affetto » La giovane donna dai capelli corvini piegò gli angoli della bocca all'insù facendosi da parte per permettere al nono di entrare nello spoglio ambiente che aveva scelto per l'incontro. Si trovavano in un'area parecchio disabitata della Scozia. Un antico villaggio di pescatori abbandonato da tempi immemori. Durante il lockdown Inverness aveva reperito parecchie risorse da quelle parti, ma a guerra conclusa la zona era rimasta pressochè disabitata. Come se nulla fosse successo. « L'affetto non è una cosa da deboli? » Una provocazione che la portò ad alzare gli occhi al cielo per poi sorridere facendogli cenno di entrare. « Entra, dai. » Era strano trovarsi in quelle circostanze sotto lo stesso tetto. Mun era consapevole del fatto che Nate lavorasse per il Ministero della Magia; tuttavia, doveva ammettere che faceva fatica a capire dove stesse la sua lealtà e cosa fosse cambiato nel corso del tempo. Molti nelle sue condizioni avevano cambiato casacca o avevano accettato passivamente anche l'idea che un morto che cammina potrebbe essere anche solo remotamente portatore di buone notizie. Altri ancora si erano convinti che ogni fazione andasse bene nell'ottica della sopravvivenza. Anche Mun e Nate, in passato, erano finiti in mezzo a persone e gruppi quanto mai inaspettati. E forse, ci si trovavano ancora. « Ma poi chi ve le fabbrica queste Passaporte, un troll ubriaco? Sono completamente sbilanciate. Si perde l'equilibrio subito e non hanno il giusto baricentro. » Era bello rendersi certo che nonostante tutto c'erano cose che non cambiavano mai. L'odio di Nate verso certi trasporti erano una di queste. « Non mi sembra che siamo proprio nella condizione di storcere il naso, non credi? » Ma perché devo ripeterlo di continuo con tutti? Ecco la Mun un po' sarcastica e rimproverante che Nate ben conosceva. « Ho dovuto arrangiarmi- considerando che sono stata sconsigliata da chiunque a proporre questo incontro. » Non gli avrebbe risparmiato le questioni scomode. Nate era consapevole del fatto che nessuna tra le persone vicine a Mun si fidava di lui, tanto quanto lei era cosciente del fatto che trovarsi lì era rischioso anche e soprattutto per il giovane Douglas. Lo invitò a sedersi al tavolo al centro della stanza togliendo con un colpo di bacchetta la teiera dal caminetto versando due tazze per entrambi. « Sono sorpreso. Pensavo di trovarti nelle sembianze di qualche vecchia di paese. Hai smesso di giocare con la Polisucco? »
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    Si portò la tazza alle labbra stringendosi nelle spalle con noncuranza. Erano circostanze particolari quelle che l'avevano portata a Londra. E doveva ammettere che tutt'ora erano rimaste irrisolte. « Non è proprio nel mio stile. Preferisco metterci la faccia. » Un modo come un altro per liquidare la faccenda con naturalezza. « Dove ci troviamo? » Non lo sa davvero; né ha preso alcuna precauzione in merito. Quella consapevolezza la portò a inclinare la testa di lato e osservarlo con maggiore attenzione. « Siamo sull'isola di Skye, vicino a Portree. Abbiamo ancora qualche amico che sorveglia la zona. » Un modo come un altro per lasciargli intendere che pur essendo da sola, a sapere dove si trovasse c'era più di una persona. Non gli diede altre coordinate in merito, ma non si sentì nemmeno di lasciarlo completamente alla mercé del dubbio. « Per quanto può valere, sei al sicuro e questo incontro resterà tra pochi. Immagino non sia propriamente conveniente incontrare una - ricercata » Disse quelle parole con un misto di fastidio e disgusto. Di tutte le definizioni che le avevano mai appioppato, quella da ricercata era forse la più offensiva, e anche quella che riusciva a sopportare meno. Ma immaginava che il minimo che potesse fare fosse proprio dire le cose come stavano, tentare di non indorare la pillola. Nate aveva acconsentito di vedere una vecchia amica sulla cui testata gravava un'ingente taglia, e Mun aveva deciso di invitarlo a vedersi di persona nonostante sapesse che Nate fosse a tutti gli effetti un ministeriale. « Dimmi la verità: hanno almeno scelto una mia foto lusinghiera? Non vorrei aggiungere altri elementi alla futura causa per diffamazione contro lo stato inglese. » Sollevò lo sguardo verso l'alto con fare pensieroso. « Mi comprerò Buckingham quando avrò finito con loro. » Perché dal punto di vista di Mun, ovunque stesse la colpa prima del ritorno di Eric Donovan, la sola presenza di un morto che cammina definito descritto come un uomo dai mille miracoli, annullava in partenza qualunque critica ai metodi utilizzati dalla sua fazione. « Qualche uccellino mi ha detto che ti aggiri per Iron Garden. » Tradotto in parole più semplici: i lycan. « È un bel posto come dice il Messia? »



     
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