meminisse iuvabit

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    I cadaveri erano distesi di traverso, sulle sponde del lago. Erano coperti da lenzuola bianche macchiate di sangue, quelle che gli studenti erano riusciti a recuperare dall'infermeria e dai dormitori dopo che il male era stato sconfitto. Si faceva la conta dei morti, si scavava ancora fra le macerie e ci si macchiava le mani con la calce sbriciolata che aveva imbiancato, in una colata di fastidioso pulviscolo, tutto il territorio circostante Hogwarts. Qualcuno in lontananza ancora urlava, qualcuno piangeva, c'era chi invece era rimasto immobile a contemplare il nulla, sotto shock. Porcellana; il giovane Yaxley in quelle facce spaventate, incolori, rivedeva le piccole statuette di porcellana che la madre custodiva gelosamente nelle teche di vetro del soggiorno di casa. I volti erano pitturati a mano, imprecisi, strascicati, terrificanti: a volte mancava un occhio, altre volte la pittura rossa delle labbra colava come un rivolo di sangue fresco fin sui vestiti, altre volte ancora il problema non era la poca cura dei dettagli bensì le crepe stesse della porcellana. In quelle teche c'erano più bambole rotte che bambole intere, proprio come in quel momento, ad Hogwarts, c'erano più dannati che vivi. Derek lo ricordava benissimo, come se da quel millenovecentonovantotto fossero passati solamente un paio di giorni, tanto da sentire ancora la puzza di carne bruciata dissolta nell'aria ed il tanfo acido del proprio sudore appiccicato sui vestiti consunti; ma adesso non c'erano cadaveri adagiati sul terriccio, nè stracci a coprire quel corpo che non apparteneva più ad un diciassettenne spaventato. « Signor Preside! » Uno dei custodi della scuola corse verso Derek con una certa difficoltà, appesantito dall'età e affaticato, forse, da quella gamba di legno che si trascinava dietro. Era stata la prima persona ad accoglierlo, quella a cui Derek aveva chiesto di non far diffondere la notizia del suo arrivo ma, semplicemente, di radunare tutti gli studenti ed i docenti davanti al Lago Nero, proprio dove adesso stava vangando i ricordi. « Dovrebbero arrivare tutti a momenti, ho fatto suonare le campanelle » Si appoggiò ad un tronco alle sue spalle non appena arrestò la corsa, sistemandosi il buffo cappello di lana cotta che minacciava di scivolare giù dalla sua testa. « Grazie » Mugugnò di rimando, roco, accennando un breve sorriso a volerlo congedare senza essere brusco: non aveva esattamente voglia di tornare a parlare con lui. Per tutto il tempo che era stato necessario a visitare i nuovi plessi della scuola, il custode non aveva fatto altro che aprire bocca; sembrava esattamente il tipo di persona capace ad intrattenere qualsiasi malcapitato finchè il fiato glielo avesse consentito. Attese, Derek, uscendo allo scoperto solo quando i primi studenti iniziarono a raggiungerlo, soppesandolo con aria all'incirca sospettosa. Benchè l'accaduto fosse stato d'estrema rilevanza per il mondo magico, non tutti erano ancora al corrente di quanto successo o, per lo meno, in molti credevano che fosse più una diceria, una voce di corridoio saltata di bocca in bocca che una realtà. Sistemandosi gli occhiali da vista sul naso, infine, il nuovo preside scelse finalmente di prendere parola, conducendo la punta della bacchetta magica vicino alla giugulare, così da poter amplificare la propria voce. Voleva che tutti fossero in grado di ascoltarlo. « Forsan et haec olim meminisse iuvabit » Citò un passo dell'Eneide, lasciando scorrere gli occhi plumbei sulla prima fila di studenti per poi guardare tutti gli altri, sparsi nelle file successive « ...Oppure, per i meno esperti di latino, semplicemente: "un giorno forse ci farà piacere ricordare anche queste cose Cercò di smorzare la tensione, umettandosi le labbra fini prima di poter proseguire. Non voleva assolutamente risultare noioso, motivo per il quale non si soffermò troppo a lungo sul motivo per cui avesse deciso di iniziare così quel discorso; immaginava che i ragazzi ci sarebbero arrivati da soli « Sappiamo quanto quest'ultimi anni siano stati difficili da sopportare, perchè molti di voi hanno perso qualcuno di speciale, hanno vissuto o stanno vivendo tutt' ora nella paura. Probabilmente vi vergognate di darlo a vedere, ma sono sicuro che, almeno una volta al giorno, fino ad oggi, vi siete fermati a pensare: e se questa pace non durasse per sempre? Cosa accadrà domani? Così la maggior parte di voi ha provato a dimenticare. A dimenticare il sangue, il dolore, tutti i ricordi capaci a rendervi schiavi, a paralizzarvi la notte nei vostri letti col consistente dubbio che tutto ciò che state vivendo possa essere solo un bel sogno da cui vi risveglierete, presto o tardi. » Seppur non avesse vissuto il periodo del Lockdown in prima persona, Derek sapeva esattamente di cosa stesse parlando. Era a conoscenza di cosa quei ragazzi avessero passato, perchè anche lui era stato un adolescente spaventato, prima di loro. « Lasciatemi dire che non ve ne libererete mai; per quanto voi possiate provarci nulla di ciò che volete cancellare verrà cancellato dalle vostre menti, ma imparerete solamente a conviverci...probabilmente con dolore, se non farete lo sforzo di accettarlo. » No, Yaxley non sapeva mentire, non era una di quelle persone che, al solo scopo di confortare, era capace a raccontare menzogne. Menzogne innocenti, quelle che ti aiutano a superare i problemi con l'inganno di un'illusione. « Credo tutti sappiate che questo non è il primo dramma che la comunità magica di Londra ha vissuto, e non è detto che sarà l'ultimo seppur lo speriamo tutti. Dobbiamo fare i conti con la realtà ma, più di tutto, dobbiamo sforzarci a non combattere la memoria di ciò che è accaduto. Facciamolo per noi stessi, facciamolo per le vittime che altrimenti sarebbero morte invano, facciamolo per chi verrà dopo e non potrà capire cosa si prova e non potrà imparare dai vostri racconti, bensì si ritroverà a doversi far carico, da solo, di quello che oggi state provando voi. » Voltandosi alle proprie spalle, Derek fece cenno al Museo della Memoria che, imponente, s' intravedeva tra le fronde degli alberi. «A differenza di quanto accaduto con la mia generazione, quello mi fa capire che molti di voi non vogliono dimenticare e questo mi rende davvero fiero di essere diventato il vostro nuovo preside. Sarò pronto a sostenervi, ad ascoltarvi e a rendere questo posto ancora più sicuro di quanto non sia già. Per voi voglio essere un punto di riferimento, una persona di cui fidarsi e con cui potersi confidare. » Si concesse una breve pausa quando, alla notizia, un piccolo brusio si alzò tra i presenti, inspirando profondamente ed attendendo che tornasse il silenzio « Purtroppo la preside che sostituisco è scomparsa in circostanze misteriose dalla propria abitazione, credo la notizia non si sia diffusa sui principali quotidiani per una questione di ordine pubblico. Non sono adeguatamente informato, ma da quanto mi è stato detto gli Auror si stanno occupando del caso e confidano nel ritrovarla il prima possibile. Non si esclude possa essere fuggita di sua spontanea volontà, quindi evitate per favore di allarmarvi ancor prima di avere risposte certe » Lui stesso era il primo a sospettare ci fosse qualcosa di più sotto, soprattutto perchè aveva vinto un concorso a cui non aveva partecipato, ritrovandosi a ricoprire quel ruolo per puro caso. Era stato sicuramente qualcuno a mettercelo, non si trattava di un errore, di uno scambio di nomi o d' un caso di omonimia, ne era certo, ma sarebbe stato alquanto controproducente da parte sua rendere pubblici i propri pensieri e non sedare le preoccupazioni degli studenti sul nascere. « Detto ciò, io sono Derek Yaxley e come alcuni di voi sapranno, perchè mi pare di vedere alcune facce note - come quella della signorina Rosier, insegnavo incantesimi all'accademia di Beauxbatons. Ho pensato di riunirvi qui per una semplice questione di correttezza nei vostri confronti, ed anche perchè vorrei mettere alcune cose in chiaro nonchè, se può esservi d'aiuto, rispondere alle vostre domande o prendere in considerazione le vostre richieste. Quindi sentitevi liberi di alzare la mano ed intervenire ordinatamente. »

    Questa role rientra nell'iniziativa "Realtà Aumentata", ciò significa che chiunque, all'interno di Hogwarts o College, possa prendervi liberamente parte.
    Cosa è accaduto? Per riassumere le "puntate precedenti" ai nuovi arrivati, o a chi non fosse al corrente della cosa, la precedente Preside di Hogwarts è scomparsa la notte del 13 Aprile in circostanze misteriose ed adesso è stata sostituita da un preside nuovo. Derek, quando parla della memoria e di quanto sia importante non dimenticare, si riferisce agli avvenimenti cardine che hanno scombussolato il mondo magico da Novembre 2017 sino a Settembre 2018 [trovate tutto qui]
    Nel post, Derek si è presentato e ha chiesto agli studenti di porre qualsiasi domanda, nel caso in cui ne abbiano, oppure di mettere in risalto le cose che secondo loro non vanno bene e devono essere sistemate.
    Vi ricordo che, come da regolamento, questa role da' diritto a punti G.R.A.M.O.
    Avete tempo fino a domenica 26 Maggio per rispondere
    Ps. Per facilitare la vita a tutti vi chiederei di mettere in spoiler un piccolo riassunto delle interazioni avute.
     
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    "Papà ha confermato i miei dubbi." Si richiuse la porta alle spalle, facendo strisciare sul tappetino d'ingresso le suole delle scarpe, per togliervi quello sporco che Mun non avrebbe perdonato sul proprio parquet. Dal giorno dell'assemblea Albus era stato particolarmente attento alle proprie comunicazioni, così attento da sfiorare i limiti della paranoia. Ogni volta che doveva dire qualcosa di importante a qualcuno si prodigava nella stessa routine: spegnere il cellulare, togliergli la batteria, fare lo stesso con quello dei suoi interlocutori e lasciare gli aggeggi il più lontano possibile da sé. Ci metteva molto di più ad andare in qualsiasi luogo, perché a meno che non si smaterializzasse, stava sempre attento a non essere pedinato, prendendo precauzioni di ogni tipo pur di depistare chiunque lo stesse eventualmente seguendo. "E' come pensavamo." Rivolse uno sguardo eloquente a Mun, senza aggiungere altri particolari. Avevano già parlato della situazione della Preside: la sua prolungata assenza aveva destato non pochi sospetti, e ciò li aveva portati a presumere il peggio, ipotizzando già con una certa sicurezza chi potesse esserne colpevole. I notiziari e i giornali non ne avevano fatto parola, e all'ufficio auror sembrava esserci un gran trambusto di cui nessuno voleva mettere al corrente le reclute. Chiedere spiegazioni ai colleghi era stato un buco nell'acqua, così alla fine si era ritrovato a dover costringere il padre a spiegargli esattamente cosa stesse accadendo. Ce ne aveva messo, Harry Potter, per vuotare il sacco, ma alla fine aveva ceduto all'insistenza del figlio, facendogli tuttavia promettere che nessuno a parte lui e Mun sarebbe stato messo al corrente delle indagini sino a quando queste non fossero state pubblicamente annunciate. Nel completo silenzio della cucina, Albus si appoggiò con una mano all'isola di marmo, battendo le dita in una sequenza ben precisa. Scomparsa in circostanze misteriose. Nessuna pista. Gli Auror brancolavano letteralmente nel buio, e quel che era peggio era che alcuni di loro sembravano decisi a non voler prendere sul serio la possibilità che quell'app fosse coinvolta. Persone come suo padre si stavano facendo letteralmente in quattro per portare gli sforzi in quella direzione, ma l'opposizione di altri sembrava piuttosto forte a riguardo, dileguando il tutto come una perdita di tempo e risorse. Sospirò, lasciando che l'ombra di un sorriso amaro incurvasse parzialmente le sue labbra. "La novità è che oggi dovrebbe insediarsi ufficialmente il nuovo preside. Immagino che questo sia un segnale piuttosto inequivocabile.." ..del fatto che le indagini non sembrano essere vicine a concludersi e che dunque il Ministero sarà costretto a divulgare la notizia. "Derek Yaxley. Mio padre dice che sembra pulito, anche se questa nomina è saltata fuori un po' dal nulla e la sua famiglia ha avuto legami abbastanza equivoci coi maghi oscuri. Ma questa è una cosa che si può dire di metà del mondo magico: se fosse un precedente penale, dovremmo essere tutti in galera." Sottolineò quelle parole con un certo rammarico, come se il fatto che quell'uomo non desse modo di essere sospettato lo infastidisse un po'. Scosse tuttavia il capo, come ad allontanare quei pensieri, limitandosi a stringersi nelle spalle e sorridere a Mun. "Forse ha ragione papà: tra lo Shame, gli esami e i preparativi per il matrimonio sto svalvolando. Forse è meglio se per qualche giorno rimango a casa a riposarmi. Vorrei stare un po' più con i bambini. E a proposito di loro: non abbiamo fatto in tempo a varcare la soglia di casa, che mamma ha subito cominciato a rifilare a Jay cioccolato di sottobanco. Sappiamo a chi dare la colpa se dovesse venirgli il diabete." Ridacchiò, lasciandosi per un po' alle spalle le preoccupazioni che lo pressavano, quanto bastava a ritagliarsi uno stralcio di spensieratezza prima che uscissero di casa per dirigersi verso il Parco della Liberazione.

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    [...] "A differenza di quanto accaduto con la mia generazione, quello mi fa capire che molti di voi non vogliono dimenticare e questo mi rende davvero fiero di essere diventato il vostro nuovo preside. Sarò pronto a sostenervi, ad ascoltarvi e a rendere questo posto ancora più sicuro di quanto non sia già. Per voi voglio essere un punto di riferimento, una persona di cui fidarsi e con cui potersi confidare." A quelle parole lo sguardo di Albus andò quasi involontariamente a ricercare nella folla i volti a lui più noti: Beatrice, Sirius, Fawn, Betty, Olympia, Hugo. Persone tra le più care al Serpeverde, persone a cui avrebbe affidato la propria vita senza pensarci due volte e del cui giudizio si fidava ciecamente. Voleva leggere le espressioni sui loro volti, capire cosa pensassero di tutta quella situazione e, soprattutto, di quella persona. Vide anche suo padre, defilato in un lato della piazza insieme a un gruppetto folto di Auror in servizio. Il loro sguardo si incrociò per un istante, ma nulla sembrava trasparire dagli occhi di ciascuno dei due. "Purtroppo la preside che sostituisco è scomparsa in circostanze misteriose dalla propria abitazione, credo la notizia non si sia diffusa sui principali quotidiani per una questione di ordine pubblico. Non sono adeguatamente informato, ma da quanto mi è stato detto gli Auror si stanno occupando del caso e confidano nel ritrovarla il prima possibile. Non si esclude possa essere fuggita di sua spontanea volontà, quindi evitate per favore di allarmarvi ancor prima di avere risposte certe." Qui rivolse uno sguardo eloquente a Mun, piegando le labbra in un sorrisino dai tratti sarcastici prima di avvicinarsi al suo orecchio e sussurrare velocemente "Classico: si è trovata un amante ventenne ed è scappata in un paradiso fiscale." Scosse appena il capo, incredulo. Se c'è anche soltanto un Auror del caso che crede davvero sia plausibile una fuga volontaria, questo corso di studi è arrivato troppo tardi nel tempo. "Detto ciò, io sono Derek Yaxley e come alcuni di voi sapranno, perchè mi pare di vedere alcune facce note - come quella della signorina Rosier, insegnavo incantesimi all'accademia di Beauxbatons. Ho pensato di riunirvi qui per una semplice questione di correttezza nei vostri confronti, ed anche perchè vorrei mettere alcune cose in chiaro nonchè, se può esservi d'aiuto, rispondere alle vostre domande o prendere in considerazione le vostre richieste. Quindi sentitevi liberi di alzare la mano ed intervenire ordinatamente." La sua mano scattò in alto quasi immediatamente, senza pensarci troppo sopra, come si trattasse di uno spasmo involontario che aveva superato a pie' pari la barriera della sua coscienza. E prima che realizzasse di averlo fatto, la parola gli venne concessa, mentre gli occhi degli spettatori si puntavano su di lui. Si guardò intorno per un istante, schiarendosi poi la voce prima di prendere parola. "Signor Preside..suppongo sia stato già messo al corrente in maniera abbastanza approfondita degli avvenimenti che hanno scosso il campus negli ultimi mesi. Da poco è stata tenuta un'assemblea studentesca riguardo il problema delle clessidre, ma in particolar modo riguardo l'app di sfide che ha preso piede tra gli studenti. La Preside che lei sta sostituendo non ha avuto modo di prendere una posizione netta a riguardo, ma ci aveva comunicato in ogni caso il suo sostegno nel risolvere il chaos generale che l'app ha causato." Si interruppe, sorridendo con innocente gentilezza. "Le circostanze mi fanno pensare che purtroppo non potrà mantenere la sua parola, ovunque si trovi. Dunque la palla passa a lei, e sarei interessato a capire sin dal principio quale sia la sua posizione a riguardo. Finora il trattamento alla leggera non ha fatto altro che aggravare la situazione, quindi penso di parlare anche a nome di altri studenti nel portare questa situazione alla sua attenzione e nel richiederle di prendere il caso con la dovuta serietà, ponendogli una fine. Perché per il momento le autorità non ci hanno riservato nessun altro trattamento al di fuori della condiscendenza e del temporeggiamento." Si umettò le labbra, rinforzando maggiormente il proprio sorriso. "Possiamo auspicare in un cambiamento in questo senso?"

    Prima parte tutta per Mun.
    Seconda parte: citati Beatrice, Sirius, Fawn, Betty, Olympia e Hugo. Interagito con Mun. Intervenuto.


     
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    « Prima ti do questo e poi ti sgancio la bomba. » Prende a dire alla mora, passandole un bicchierone di caffè forte, con una bustina di zucchero. « Bevi un sorso. Ti serve tutta la lucidità del mondo per processare la cosa. Credimi. » La rimbecca, per poi prendere un sorso del proprio tè verde, leggermente aromatizzato con la cannella. Un toccasana per quel senso di nausea che l'accompagna ormai da quella stessa mattina, da quando ha letto l'annuncio sulla bacheca degli alloggi Grifondoro. Il cambio della guardia. « E mandalo giù, non vorrei che mi facessi il bagno. » Mantiene un certo mistero, mentre ridacchia, sopra il bordo del suo bicchierone, con fare sbarazzino. Vuole tenerla sul filo del rasoio, perché lei ha ottenuto quella particolare informazione da suo padre, un'informazione che, agli atti, dovrebbe essere piuttosto circoscritta. « Okay, ti ricordi cosa ci ha confidato June, un paio di sere fa, in preda ad un'overdose di rum? » Alza le sopracciglia, con fare eloquente, mentre si avviano verso il Parco della Liberazione, lì dove gli è stato dato appuntamento. « Ecco bene. E sai che oggi incontreremo il nuovo preside, no? » La incalza nuovamente, con un sorrisetto enigmatico. « Beh, sì da il caso che il nostro nuovissimo, brillantissimo preside fa di cognome Yaxley. » Le lancia un'occhiata, fissandola, mentre vede l'espressione cambiare drasticamente. « Ovviamente, non è il fratello, né tanto meno un parente. E' proprio quel Derek Yaxley. » Una risata cristallina fuoriesce, inevitabilmente, dalle sue labbra. « E immagino che June si unisca a noi a breve, dico bene? » Le domanda. « Non so, forse dovremmo avvertirla prima che il suo innamorato è a tutti gli effetti il nostro nuovo Preside? » Insomma, queste sono cose di una certa rilevanza, dopotutto, specie se si sono passati degli anni a ricamare sopra un fantomatico uomo. Le due si guardano, prima che la rossa scoppi a ridere nuovamente, immaginandosi già la faccia dell'amica, in super mega iperventilazione. E proprio mentre riesce a visualizzare il suo imminente svenimento, riconosce la sua inconfondibile criniera, qualche passante più in là. « Okay, direi di testare subito il terreno. » Dice a Fawn, accennando alla ragazza con il capo, per poi avvicinarsi a lei. « June, carissima, ho una domanda per te. » Prende a dire, inforcando il suo braccio con il proprio, stringendosi un po' di più a lei. « Se una tua amica stesse per incontrare nuovamente l'amore della sua vita, dopo un po' di tempo. Quello con il quale nome riempiva il suo diario di scuola, l'uomo che è sempre stato sinonimo di paragone con tutti i papabili pretendenti che le ha passato il convento, ma lei non lo sa ancora..tu che faresti? » Attende la risposta, prima di reprimere con forza una risata nell'incontrare gli occhi smeraldini di Fawn. « No perché, te lo dico, fossi in te tornerei a casa per cambiarmi di abito, dato che Mister Yaxley ci sta aspettando al Parco della Liberazione. »



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    [..] « Lasciatemi dire che non ve ne libererete mai; per quanto voi possiate provarci nulla di ciò che volete cancellare verrà cancellato dalle vostre menti, ma imparerete solamente a conviverci...probabilmente con dolore, se non farete lo sforzo di accettarlo. » Quelle parole la segnano più di quanto si aspetterebbe. Forse per la loro estrema e genuina sincerità. Forse perché è quello che le è stato insegnato alla clinica, dopo la morte di Will: nulla finisce nel dimenticatoio, perché il dolore ha bisogno di essere provato, per poterlo accettare. Così inspira ed espira con pesantezza, trovandosi a dover affrontare per l'ennesima volta quella verità. Trovandosi a fare i conti con quell'ennesima richiesta da parte della sua memoria di essere ascoltata, di essere presa in considerazione. Si volta appena verso Tris, al suo fianco e le sorride, come a voler condividere con lei il peso di quelle parole, di quelle verità che il nuovo acculturatissimo preside ha deciso di rivolgere loro subito, forse per partire direttamente da un campo di sincerità e assoluta franchezza. « Che ne dici? C'è da fidarsi? » Le chiede, notando la sua espressione vagamente spenta. Si domanda se sia riuscita effettivamente a parlare con la vecchia preside, dopo il fattaccio dell'assemblea a porte aperte. Discorso mai toccato dopo quel momento, tante erano state poche le volte in cui era riuscita a beccarla. E' per questo che continua ad osservarla, con una certa apprensione, cercando di non dare nell'occhio, per non metterla subito in allarme. Si annota mentalmente che dopo quel piccolo raduno, la costringerà ad andare da Starbucks, per provare a carpirle fuori qualche informazione in più, in merito alla sua salute e alla scuola. «A differenza di quanto accaduto con la mia generazione, quello mi fa capire che molti di voi non vogliono dimenticare e questo mi rende davvero fiero di essere diventato il vostro nuovo preside. Sarò pronto a sostenervi, ad ascoltarvi e a rendere questo posto ancora più sicuro di quanto non sia già. Per voi voglio essere un punto di riferimento, una persona di cui fidarsi e con cui potersi confidare. » « Diciamo che comincio a capire i cuoricini che incorniciavano il suo nome nel tuo diario. » Bisbiglia, allungandosi verso June, per poi sorriderle. « Ha sicuramente delle doti particolarmente piacevoli. La dialettica e la conoscenza del latino sono due di queste, direi. » « Detto ciò, io sono Derek Yaxley e come alcuni di voi sapranno, perchè mi pare di vedere alcune facce note - come quella della signorina Rosier, insegnavo incantesimi all'accademia di Beauxbatons. Ho pensato di riunirvi qui per una semplice questione di correttezza nei vostri confronti, ed anche perchè vorrei mettere alcune cose in chiaro nonchè, se può esservi d'aiuto, rispondere alle vostre domande o prendere in considerazione le vostre richieste. Quindi sentitevi liberi di alzare la mano ed intervenire ordinatamente. » Alza le sopracciglia, per poi guardare June, come a volersi sincerare che non si sia appena accasciata sotto la panca, svenuta dopo il menzionarla del preside. Ma eccola lì, con gli occhi a cuoricini a cui Olympia non riesce a non sorridere, fin quando il fratello non prende parola e il sorriso le scivola via dalle labbra. Annuisce ad ogni sua singola parola, d'accordo con tutto il suo discorso. Non sono mai riusciti a portare quella questione davanti alla preside, dopotutto, ed è importante che il nuovo preside si prenda le sue responsabilità, in merito, soprattutto dopo esserne stato informato. Aspetta la fine della risposta, prima di alzarsi per fare un'ulteriore domanda. « Signor preside, ha intenzione di cambiare qualcosa a livello scolastico? Introdurre nuove regole, togliere e mettere nuovi corsi, dare nuove idee per il futuro? » Gli domanda, con le braccia conserte contro il petto. « E soprattutto, vorrei capire come ha intenzione di porsi nei confronti del sistema collegiale. » In fondo, le lamentele e i dubbi sollevati da loro sono sempre stati presi sottogamba dalla vecchia preside, andando a creare l'idea di essere in presenza di un ordine formato da studenti di serie A e studenti di serie B. « Possiamo contare sul suo impegno totalizzante e paritario nei confronti di ogni studente di Hogwarts? »

    Interagito con Fawn, June, Tris e fatto una domanda.

     
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    « Ghiacciolo alla menta. » Non appena il gargoyle scatta sotto il suo sguardo, per poi iniziare a girare su se stesso, il giovane attende qualche istante prima di avvicinarsi e salire su uno dei gradini di pietra, che lo trasportano fino alla cima della piccola torre che porta all'Ufficio del Preside. Quando l'incanto s'interrompe, bloccando il roteare della rampa di scale, Nathan sale i pochi gradini che gli mancano per raggiungere il pianerottolo, supera il gargoyle e si posiziona davanti alla porta d'ingresso. Si sistema rapidamente il colletto ed i polsi della camicia che vengono fuori dal proprio maglioncino, mentre sente le scale richiudersi alle sue spalle. Nel bussare, si accorge che la porta è socchiusa, e dunque dopo qualche tentativo a vuoto si decide a spingerla, e a far capolino con la testa per spiare l'interno della stanza. « È permesso? » chiede facendo il proprio ingresso e iniziando a guardarsi intorno.
    « Douglas! Vieni avanti. Come se già questo posto non fosse praticamente casa tua. »
    Il giovane Serpeverde sorride al quadro posizionato accanto alla libreria centrale dello studio, per poi compiere una mezza riverenza con il capo. « Preside Dippett. Veramente così è scorretto. Non vengo qui da settimane, lo sa. »
    La voce nasale di un altro quadro, appeso poco più in là, irrompe nella conversazione. « Come se cambiasse qualcosa. Se non si fa vivo lei, c'è il suo collega Watson a disturbare con le questioni più varie. E quando entrambi capite di aver superato ogni limite di sopportazione, siete così astuti da far venire in ambasciata la signorina Carrow ad ammorbidire chi di dovere. » Un angolo delle labbra del ragazzo si solleva, in una specie di ghigno divertito, nell'udire le parole di un Piton visibilmente annoiato da quella sua presenza. Doveva essere un uomo senza dubbio interessante, l'ex Preside di Hogwarts, o per lo meno così in più persone gli hanno riferito. Per quel che gli riguarda nello specifico, Nate dal suo ritratto è stato in grado di ricevere solo sguardi sprezzanti e ogni tanto qualche occhiata curiosa - niente di più. Probabilmente questa è la prima volta che gli rivolge la parola.
    Finge di ignorare quelle osservazioni, e decide di rivolgersi piuttosto ad Armando Dippett, che lo osserva interessato da dietro la propria scrivania di legno, accanto ad un sonnecchiante Albus Silente. « Mi sa dire, per caso, dove posso trovare il Preside Yaxley? » domanda, con il suo solito fare cordiale, e che riesce a riservare perfino a quello che in fin dei conti non è altro che un oggetto magico.
    « È andato a fare una visita della scuola insieme al Vice Preside, prima dell'assemblea con tutti i ragazzi. Puoi incontrarlo lì. Non dovrebbe cominciare tra pochi minuti? Che dovevi dirgli? » Nathan annuisce, e apre la bocca per rispondere a quelle parole, ma viene preceduto. « Ritengo gli interessasse semplicemente mostrarsi anticipatamente per entrare nelle sue grazie. Come sempre d'altronde. »
    Il ragazzo ridacchia, vagamente divertito da quello scambio, per poi iniziare a fare qualche passo indietro, verso la porta. « Non fa nulla, vorrà dire che mi farò vivo nuovamente, prima del previsto. Vi auguro una buona giornata, signori. » Con un breve inchino si congeda, prima di dirigersi verso l'uscita. Le riverenze e le buone maniere verso i dipinti sono una di quelle abitudini che gli piacerebbe perdere, banalmente perché etichettati come strambi da parte di tutti i suoi amici, eppure è quasi più forte di lui. Difficile liberarsi di una mania del genere quando la tua trisavola ti ha sgridato più e più volte, da bambino, dall'alto della propria cornice dorata in uno dei corridoi della casa, se non le rivolgevi le dovute riverenze al tuo passaggio.
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    Sta ripensando al tono agghiacciante delle urla isteriche di Patricia Douglas quando, nell'aprire la porta, si ritrova ad arrestare il passo di botto, per non andare incontro a Beatrice Morgenstern. Le rivolge un sorriso gentile. « Buongiorno. Ti risparmio l'attesa inutile, Morgenstern: il preside non c'è. Temo che anche noi dovremo fare la sua conoscenza insieme a tutti gli altri. » Inarca un sopracciglio, attento a studiare l'espressione di lei mentre le passa accanto, attento a richiudersi la porta dell'Ufficio alle proprie spalle. Chissà che cosa era venuta a fare. Beatrice non le sembra il tipo che dispensa convenevoli e benvenuti, non come Nate, per lo meno. No, a lei i Presidi non piacciono proprio. Allarga un braccio, ad indicare la strada verso le scale di pietra. « Dopo di te. » Le cede il passo e la segue a ruota, fermandosi su uno dei gradini, mentre la scala a chiocciola inizia a ruotare intorno al gargoyle, scendendo progressivamente verso il basso. Dopo i primi istanti di quiete, in cui il ragazzo si limita ad osservarla sottecchi, con un sorriso beffardo dipinto sulle labbra, si decide a parlare, quanto meno per riempire quel silenzio. « Che ne pensi di lui? » le domanda, effettivamente curioso di conoscere il suo punto di vista. Nel frattempo, una volta nel corridoio, si dirigono insieme giù per le scale, verso il piano terra. Solo dopo averla ascoltata, prende la parola. « Io sono fiducioso. È senza dubbio competente nel suo lavoro. » E di certo non si poteva dire lo stesso di chi lo precedeva. Ma queste ultime parole non le pronuncia, Nate, perché i tempi che corrono sono particolari e mai come ora le parole devono essere pesate lettera per lettera. « Certo, le circostanze non sono delle migliori... Immagino tu sappia quello che si dice in giro. » Inutile specificare: le voci riguardanti un presunto rapimento o omicidio della vecchia Preside ormai hanno preso piede anche negli ambienti meno ristretti, se non altro perché deve essere stato impossibile contenere quell'aura di mistero. « Sembra che i Presidi di Hogwarts non siano mai destinati a durare troppo. » Una battuta un po' infelice, che si sente di fare senza sorridere, ma anzi con un sospiro sconsolato e un velo di amara ironia nella voce, tuttavia non senza studiare attentamente la reazione della ragazza. Da quando Percy si è trasferito in casa loro, ed i due sembrano aver rotto, Nate non l'ha più vista parecchio in giro a Hogsmeade: l'ha incrociata un paio di volte al Ministero, certo, ma non sono mai andati oltre il saluto di cortesia - semplicemente perché non ne avevano più il motivo. Ciò nonostante la traversata del villaggio in compagnia della ragazza non sembra pesare particolarmente al Serpeverde, che anzi pare alquanto intrattenuto da quei brevi scambi. Una volta raggiunto il punto di incontro, probabilmente un po' in ritardo rispetto ai compagni, si ritrovano tra le ultime file, quasi nascosti dalla folla di curiosi, tra studenti, collegiali, professori e abitanti del piccolo villaggio, che si accalca per scoprire qualcosa in più sulla nuova personalità che guiderà il sistema scolastico magico. Nate ascolta in silenzio quello che l'uomo ha da dire, e altrettanto in silenzio attende che i propri compagni inizino a porre qualche domanda su aspetti più pratici della gestione scolastica. Preferisce tacere, per il momento, e lasciare la parola agli altri, mentre è intento a scrutare con una certa attenzione la folla che lo circonda, per poi ascoltare le risposte di Yaxley.
     
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    Poter recuperare un barlume di normalità, dopo gli eventi che sino a pochi mesi prima avevano scosso il Mondo Magico, sembrava quasi impossibile. O almeno così la pensava June quando, camminando per Hogsmeade per raggiungere il complesso universitario, si sentiva frastornata nel percorrere le distanze e soffermarsi nei luoghi che, solo qualche tempo addietro, erano state di sfondo a tanto dolore e, nel ricordo ancora spaventosamente vivo, rappresentavano un incubo tutt’altro che dimenticato. « June, carissima, ho una domanda per te. » Olympia la colse alla sprovvista: June sobbalzò ma non si oppose alla sua stretta, piegando pigramente il braccio per permettere alla rossa una presa più confortevole. «Non vi avevo viste.» Le salutò, scorgendo anche Fawn e, subito dopo, il bicchiere che la compagna stringeva in mano. «È caffè quello?» Domandò, retorica, senza aspettarsi davvero una risposta; era in grado di percepire il piacevole aroma della caffeina sin da lì e la generosa offerta di un sorso sarebbe alquanto gradita. Non aveva ancora fatto colazione quella mattina e, nonostante la sua buona volontà, impiegò qualche secondo a comprendere le parole che Olympia pronunciava con aria complice e voce sin troppo squillante. « Se una tua amica stesse per incontrare nuovamente l'amore della sua vita, dopo un po' di tempo. Quello con il quale nome riempiva il suo diario di scuola, l'uomo che è sempre stato sinonimo di paragone con tutti i papabili pretendenti che le ha passato il convento, ma lei non lo sa ancora..tu che faresti? » Confusa, spostò lo sguardo da Olympia a Fawn, ritrovando sul viso di quest’ultima la medesima espressione di aspettativa e malcelata malizia. Sembravano entrambe sul punto di ridacchiare, come se fossero a conoscenza di qualcosa di estremamente divertente. «Non saprei…» Iniziò, per poi fissarle entrambe con aria accigliata. Il criceto nel suo cervello era ancora troppo assonnato per far girare velocemente la ruota, ma un vago sospetto iniziava a venire a galla: conosceva troppo bene le sue amiche per non intuire che quella domanda era tutt’altro che permeata di disinteresse. «Un momento… di che tipo di amore stiamo parlando? Qualcuno di reale o di virtualmente irraggiungibile?» Domanda fondamentale, quella: vi era una netta ed innegabile differenza tra l’ennesima cotta del momento e Channing Tatum ed i suoi addominali da urlo. « No perché, te lo dico, fossi in te tornerei a casa per cambiarmi di abito, dato che Mister Yaxley ci sta aspettando al Parco della Liberazione. » Quella notizia fu un fulmine a ciel sereno. June si immobilizzò, trattenendo bruscamente sia Lympy che Fawn, gli occhi verdi spalancati a dismisura. «Stai scherzando?!» Sbottò, in preda all’enfasi, facendo voltare verso di loro un altro gruppetto di studenti. «Se si tratta di uno scherzo dimmelo subito, Lympy. Il mio cuore non reggerebbe a una simile delusione.» Continuò, senza fare caso alle occhiate curiose e perplesse lanciate nella loro direzione. «Sarebbe come svegliarsi la mattina di Natale e scoprire che Babbo Natale ti ha portato il regalo sbagliato: crudele e doloroso.» […]
    Ma non si trattava di uno scherzo: Derek Yaxley, suo professore di Incantesimi a Beauxbatons, era davvero lì, composto ed elegante come sempre. June si ritrovò a fissarlo per qualche istante, insieme sorpresa ed imbambolata. Non era affatto diverso da come lo ricordava, il suo personalissimo perfetto prototipo del Principe Azzurro. «Credo di doverti delle scuse. E anche a Babbo Natale.» mormorò all’orecchio di Olympia, cercando di evitare lo sguardo di Yaxley. Se negli anni la sua cotta non si era assopita, per lo meno Juniper aveva guadagnato un minimo di contegno. Abbassò lo sguardo sui propri vestiti, pentendosi di aver dato priorità a dei comodi jeans piuttosto che a qualcosa di più classico ed elegante. Sospirò, silenziosamente: qualunque fosse la ragione della presenza di Yaxley , il Natale sembrava proprio essere giunto in anticipo. « Forsan et haec olim meminisse iuvabit » La voce dell’uomo, amplificata dalla bacchetta, si udì chiara e limpida per tutto il parco. I presenti, al contempo interessati ed incuriositi, smisero di mormorare tra loro, dedicandogli la propria attenzione. « ...Oppure, per i meno esperti di latino, semplicemente: "un giorno forse ci farà piacere ricordare anche queste cose"» Tradusse, palesando, in un certo senso, l’argomento che sarebbe stato alla base del discorso; la scelta del Parco della Liberazione non doveva essere stata casuale. « Sappiamo quanto quest'ultimi anni siano stati difficili da sopportare, perchè molti di voi hanno perso qualcuno di speciale, hanno vissuto o stanno vivendo tutt' ora nella paura. Probabilmente vi vergognate di darlo a vedere, ma sono sicuro che, almeno una volta al giorno, fino ad oggi, vi siete fermati a pensare: e se questa pace non durasse per sempre? Cosa accadrà domani? Così la maggior parte di voi ha provato a dimenticare. A dimenticare il sangue, il dolore, tutti i ricordi capaci a rendervi schiavi, a paralizzarvi la notte nei vostri letti col consistente dubbio che tutto ciò che state vivendo possa essere solo un bel sogno da cui vi risveglierete, presto o tardi. » Distolto lo sguardo da Yaxley, Juniper lo lasciò vagare sulla folla. Sui visi degli studenti presenti si erano dipinte diverse espressioni, tutte accomunate dal turbamento riaffiorato assieme al ricordo di ciò che avevano vissuto durante il Lockdown. Sebbene fosse attorniata da tutte quelle persone – amici, visi noti, ma anche semplici conoscenti a cui si sentiva legata da un filo invisibile – avvertì la mancanza di Caesar, al suo fianco, più forte che mai. Strinse le mani tra loro, in grembo, consapevole che non avrebbe più trovato quella che, istintivamente, si era voltata a cercare. Dopo tutto quello che avevano passato non avrebbe mai immaginato che, una volta sfuggiti all’incubo, potesse abbandonarla. « Lasciatemi dire che non ve ne libererete mai; per quanto voi possiate provarci nulla di ciò che volete cancellare verrà cancellato dalle vostre menti, ma imparerete solamente a conviverci...probabilmente con dolore, se non farete lo sforzo di accettarlo. » Cenni del capo e mormorii di assenso si sollevarono dal pubblico, spegnendosi immediatamente non appena Yaxley riprese parola. « Credo tutti sappiate che questo non è il primo dramma che la comunità magica di Londra ha vissuto, e non è detto che sarà l'ultimo seppur lo speriamo tutti […] A differenza di quanto accaduto con la mia generazione, quello mi fa capire che molti di voi non vogliono dimenticare e questo mi rende davvero fiero di essere diventato il vostro nuovo preside. Sarò pronto a sostenervi, ad ascoltarvi e a rendere questo posto ancora più sicuro di quanto non sia già. Per voi voglio essere un punto di riferimento, una persona di cui fidarsi e con cui potersi confidare. » La Grifondoro corrugò leggermente la fronte. Non ricordava che Yaxley avesse mai avuto particolari ambizioni riguardo ad una carriera in ambito accademico ma, analizzando la situazione, era comprensibile che ad Hogwarts qualche testa sarebbe saltata in seguito al malcontento generale. « Diciamo che comincio a capire i cuoricini che incorniciavano il suo nome nel tuo diario. » Il sussurro di Olympia si mescolò alle ultime parole di Yaxley e June vi colse una chiara nota di divertimento. « Ha sicuramente delle doti particolarmente piacevoli. La dialettica e la conoscenza del latino sono due di queste, direi. » Ricambiò il sorriso dell’amica, inarcando un sopracciglio con aria misteriosa. «E questo è nulla. Avreste dovuto vedere quanto era affascinante quando mi metteva in punizione. Lucidare i lampadari di cristallo senza la magia non mi è mai sembrato così romantico.» Ribattè, con un briciolo di malizia, tentando di alleggerire la tensione. Era evidente che le parole del Preside avessero riportato a galla spiacevoli ricordi e, secondo June, non vi era nulla di meglio che una risata per aggrapparsi al presente ed andare avanti. Non era semplice, certo, ma se concordava con Yaxley nella necessità di accettare e ricordare il passato, era strenuamente convinta che fosse necessario lasciarselo alle spalle per riuscire a riconquistare un briciolo di serenità. « Purtroppo la preside che sostituisco è scomparsa in circostanze misteriose dalla propria abitazione, credo la notizia non si sia diffusa sui principali quotidiani per una questione di ordine pubblico. Non sono adeguatamente informato, ma da quanto mi è stato detto gli Auror si stanno occupando del caso e confidano nel ritrovarla il prima possibile. Non si esclude possa essere fuggita di sua spontanea volontà, quindi evitate per favore di allarmarvi ancor prima di avere risposte certe » Era quella, dunque, la vera ragione per cui erano stati radunati nel parco. Inutile dirlo, un simile avvenimento sembrava quantomeno sospetto e, a dispetto delle parole rassicuranti di Yaxley, June non potè che provare un sentimento di fiducia nei confronti delle autorità. Seppur fosse conscia che avessero tentato di fare del loro meglio, almeno per la maggior parte, non riusciva più a confidare nel Ministero e nelle sue risorse come un tempo. « Detto ciò, io sono Derek Yaxley e come alcuni di voi sapranno, perchè mi pare di vedere alcune facce note - come quella della signorina Rosier, insegnavo incantesimi all'accademia di Beauxbatons. Ho pensato di riunirvi qui per una semplice questione di correttezza nei vostri confronti, ed anche perchè vorrei mettere alcune cose in chiaro nonchè, se può esservi d'aiuto, rispondere alle vostre domande o prendere in considerazione le vostre richieste. Quindi sentitevi liberi di alzare la mano ed intervenire ordinatamente. » Nel sentir pronunciare il proprio nome, la June-adolescente dentro di lei scalpitò, in preda al batticuore. Di nuovo, Juniper rimpianse il proprio abbigliamento. Era seduta sul bordo della panca, la schiena rigida ed il viso rivolto in alto; nessuno l’aveva mai vista tanto attenta da quando aveva terminato Beauxbatons e, con sua grande disperazione, aveva dovuto dire addio ai settimanali appuntamenti con Yaxley nell’aula di incantesimi – appuntamenti che, purtroppo, aveva dovuto condividere con il resto della classe. Il fatto che Derek Yaxley avesse ancora un simile ascendente su di lei – una donna adulta ormai, per Morgana! – era ridicolo ma, se non altro, fino a quel momento non aveva fatto nulla di terribilmente imbarazzante da renderlo palese.
    Come il Preside ebbe terminato il proprio discorso, diverse mani si alzarono ordinatamente per prendere parola. Dapprima toccò ad Albus Potter, il futuro marito di sua cugina, accanto al quale Juniper scorse Amunet. Le rivolse un breve cenno, nel momento in cui lo sguardo della ragazza incontrò il suo. "Signor Preside, suppongo sia stato già messo al corrente in maniera abbastanza approfondita degli avvenimenti che hanno scosso il campus negli ultimi mesi. Da poco è stata tenuta un'assemblea studentesca riguardo il problema delle clessidre, ma in particolar modo riguardo l'app di sfide che ha preso piede tra gli studenti. La Preside che lei sta sostituendo non ha avuto modo di prendere una posizione netta a riguardo, ma ci aveva comunicato in ogni caso il suo sostegno nel risolvere il chaos generale che l'app ha causato." June strinse leggermente le labbra, annuendo. Sino a quel momento era stata più fortunata di altri: lo Shame non aveva mostrato particolare interesse nei suoi confronti ma lo stesso non si poteva dire per altri suoi conoscenti e – soprattutto – non tutti trovavano il coraggio di farsi avanti e denunciare il problema, visti i subdoli ricatti di chiunque si celava dietro l’applicazione. Indubbiamente restava un problema urgente per cui era necessario prendere provvedimenti. A seguire, fu il turno di Olympia di chiedere delucidazioni circa il nuovo assetto scolastico e, in particolare, riguardo gli impegni assunti nei confronti degli studenti del college. Quando anche la sua amica ebbe ricevuto risposta, June stessa alzò la mano. «Mi chiedevo… è stata presa in considerazione l’idea di istituire servizi di supporto agli studenti ed attività relative? Alcuni di noi potrebbero avere bisogno di un sostegno per affrontare ciò che è successo o anche solo reinserirsi in una normale routine universitaria.» Domandò, quando le fu concesso di parlare. L’ultimo periodo era stato duro per tutti e, anche se June tendeva a trasformare le sue emozioni negative – paura, angoscia – in rabbia e a sfogarle sul campo da Quidditch (in quel senso, i Falcons erano stati una benedizione), non era detto che tutti fossero in grado di fare lo stesso. Alcuni persone potevano aver bisogno di parlare, di qualcuno che li ascoltasse.


    Interagito: Fawn, Olympia, Mun (saluto da lontano), domanda fatta a Yaxley
    Citato: Yaxley, Albus, Mun


    Edited by murphylaw‚ - 15/6/2019, 02:45
     
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    Gli occhi di ghiaccio di Mun scattano verso l'alto dalla sua postazione in salotto, osservando Albus da sotto gli ampi occhiali da vista. Richiuse automaticamente il libro che stava leggendo, alzandosi in piedi. « Papà ha confermato i miei dubbi. E' come pensavamo. » Si diresse verso la cucina, mettendo di fronte a entrambi due tazze che riempì di caffè osservandolo con attenzione e un'espressione che oscillava tra l'interrogativo e l'impaziente. Scomparsa in circostanze misteriose. Nessuna pista. Lei annuì scoccando la lingua contro il palato, sollevando istintivamente un sopracciglio in direzione del giovane Potter con aria scettica. « La novità è che oggi dovrebbe insediarsi ufficialmente il nuovo preside. Immagino che questo sia un segnale piuttosto inequivocabile.. » Yaxley. Un cognome che chiaramente aveva destato l'interesse di Amunet sin dai tempi in cui della nomina di questo Derek Yaxley si stava solo vociferando. Carrow, Yaxley, Lestrange, Rosier, Dolohov, Malfoy, Macnair, Nott, Rookwood. I nomi erano sempre gli stessi. Seppur fosse una portatrice sana del gene di quel vero e proprio fungo, Mun non si era tirata indietro dal triste fascino del pregiudizio. Sotto sotto aveva tentato di non dare troppo peso alle chiacchiere di corridoio. I nomi che erano saltati in merito quanto meno come vicario era più di uno. In fondo, aveva pensato che il Vicepreside si sarebbe occupato dell'ordinaria amministrazione fino a nuovo ordine, ma evidentemente l'assenza prolungata della Preside, aveva spinto il Ministero a prendere una strada diversa. « Derek Yaxley. Mio padre dice che sembra pulito, anche se questa nomina è saltata fuori un po' dal nulla e la sua famiglia ha avuto legami abbastanza equivoci coi maghi oscuri. Ma questa è una cosa che si può dire di metà del mondo magico: se fosse un precedente penale, dovremmo essere tutti in galera. » Prevenire è meglio che curare; non c'è motivo di pensare male. Ma non ci sono nemmeno motivi per pensare bene. Quel discorso fa riecheggiare nella sua mente un evento piuttosto triste, oltreché tremendamente ridicolo. « La Casta.. » Sussurrò in tutta risposta Mun sollevando lo sguardo in quel di Albus prima di alzare gli occhi al cielo. Un sorriso ironico si dipinse sulle sue labbra prima di portarsi la tazzina alle labbra. C'era un che di amaro in quella citazione. « Ammetto che sotto sotto vederti gettato nel calderone dei privilegiati, mi fa un po' gongolare, Signor Potter. » Scuote la testa lasciandosi tentare da una leggera sdrammatizzazione delle informazione appena apprese. « Beh.. se è pulito.. » Esordisce allora con un tono che ha chiaramente del fazioso. « ..non c'è alcuna ragione per cui io non debba - casualmente - chiedere, per esempio, a mia nonna, se ha mai sentito parlare di questo Derek Yaxley. » Si stringe nelle spalle rivolgendogli un sorriso angelico. « In fondo, a quanto pare, la signora Rosier ha sempre avuto a cuore il mio destino e sono io che non ci ho capito mai niente. Magari.. può darmi qualche dritta su come fare colpo su questo Yaxley - per il bene del mio futuro. Se lo conosce.. saprà sicuramente come aiutarmi a fare l'arrampicatrice sociale. » Il sorriso di lei si allarga, mentre la sua tipica ironia si palesa in tutta il suo essere melodrammatico. E' chiaro che ha apprezzato davvero poco l'intrusione dell'anziana Délphine Rosier nei suoi affari. Durante quei pochi contatti che hanno avuto ha fatto carte false pur di mettere Albus in una cattiva luce, così come tutti i Potter di cui ribadiamo, non c'è da fidarsi mai. Le vecchie generazioni continuavano ad aggrapparsi ai vecchi dissapori con una certa temerarietà. « Forse ha ragione papà: tra lo Shame, gli esami e i preparativi per il matrimonio sto svalvolando. Forse è meglio se per qualche giorno rimango a casa a riposarmi. Vorrei stare un po' più con i bambini. E a proposito di loro: non abbiamo fatto in tempo a varcare la soglia di casa, che mamma ha subito cominciato a rifilare a Jay cioccolato di sottobanco. Sappiamo a chi dare la colpa se dovesse venirgli il diabete. » Istintivamente Mun abbassò lo sguardo, seppur tentasse di sorridere. Tentò di lasciarsi catturare dai racconti e dalle risate, ma una parte di lei rimase in un certo qual modo pensierosa e distante. Albus e Mun erano estremamente paranoici, specialmente in quel particolare momento della loro vita. In quel caso tuttavia, l'istinto le diceva che Albus non si sbagliava. Aveva imparato a fidarsi dei suoi segnali più dei propri e il più delle volte farlo gli aveva anche salvato la pelle. Se persino lui era entrato in uno stato ansiogeno - prerogativa di Mun in quella casa - evidentemente le circostanze dovevano avercelo portato.
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    Non condivise con lui quell'apprensione. Era chiaro fosse già parecchio in pensiero, come lo era lei. Qualcosa sotto il loro naso stava sfuggendo dal controllo, orbitando in un caos primordiale. Non è la prima volta che un Preside piove dal nulla a Hogwarts. Ma tutto ciò, Mun quasi non riesce nemmeno a pensarlo. È un salto lungo, troppo lungo persino per lei. Si consola quindi con una serie di pensieri razionali che schematizzare mentalmente lungo tutto il percorso che li separa da Hope's Place. Un luogo apparentemente come un altro, eppure così significativo per chi era rimasto bloccato dentro il castello per tutti quei mesi. Lì tutto era finito; lì per la prima volta dopo mesi hanno rivisto la luce del sole, i colori, hanno respirato aria fresca nei polmoni e si sono sentiti al sicuro. Lì hanno abbracciato i loro cari, convinti che tutto fosse finito. Lì, a Hope's Place, sembrava stesse per compiersi di fronte ai loro occhi un nuovo inizio. Trova Betty in mezzo alla folla e di conseguenza strizza la mano di Albus decidendo di raggiungerla. Non hanno modo di vedersi molto, ultimamente, quindi, ogni scusa è buona. « Ehilà! » Asserisce prima di abbracciandola stampandole un bacio per ciascuna guancia. « Quindi? Lo avete già visto, oppure farà l'uomo del mistero fino all'ultimo momento? » Era molto più plausibile che chiunque vivesse nel castello avesse un'anteprima della questione. Lo sguardo di ghiaccio, incontra poco dopo quello di Sirius a cui sorride, salutandolo con la mano prima di invitarlo a raggiungerli. « Stavamo giusto chiedendo a Betty se voi Caposcuola avete avuto modo di parlare già con il nuovo Preside. » Chiederebbe a qualcuno dei Senior, Nate o Percy in primis, ma a dirla tutta non riesce ancora a individuarli nella folla, e per quanto tenti di alzarsi sulle punte dei piedi per cercare qualche figura nota, i volti tra collegiali e e studenti sono troppi perché possa effettivamente notare, e ancor di più farsi notare da qualcuno. Infine l'attenzione di tutti si concentra su di lui. Mun studia con apparente disinteresse la figura di Derek Yaxley. Anche lui è giovane, piacente. Il suo discorso denota la predisposizione a una posizione di potere. È carismatico; non a caso lo sguardo di Mun studia alcuni volti già incantati dalla bella presenza dell'uomo. Di conseguenza alza gli occhi al cielo e sbuffa appena. « Classico: si è trovata un amante ventenne ed è scappata in un paradiso fiscale. » Mun solleva di conseguenza lo sguardo verso Albus sospirando appena. Scuote la testa continuando a guardarsi in giro finché non si accorge di un gruppetto di ragazzi più in disparte che armeggia con i propri smartphone. Di conseguenza fa un leggero cenno in direzione degli stessi attirando l'attenzione tanto di Albus, che di Sirius e Betty. « Lei è qui. » Sussurra a voce bassa, a mo di avvertimento. « Occhi aperti. » Non che potessero fare qualcosa in merito, ma quanto meno, in caso di necessità i cosiddetti giocatori dovevano essere pronti a spalleggiarsi, indipendentemente. In fondo, l'ultima volta che si erano riuniti, le cose non erano andate poi così bene e la loro mancanza di collaborazione li aveva messi in una posizione di svantaggio. « Detto ciò, io sono Derek Yaxley e come alcuni di voi sapranno, perchè mi pare di vedere alcune facce note - come quella della signorina Rosier, insegnavo incantesimi all'accademia di Beauxbatons. Ho pensato di riunirvi qui per una semplice questione di correttezza nei vostri confronti, ed anche perchè vorrei mettere alcune cose in chiaro nonchè, se può esservi d'aiuto, rispondere alle vostre domande o prendere in considerazione le vostre richieste. Quindi sentitevi liberi di alzare la mano ed intervenire ordinatamente. » Istintivamente lo sguardo di Mun scatta verso la cugina che saluta con un cenno della mano e un largo sorriso sulle labbra. Accanto a lei Olympia a cui rivolge a sua volta un saluto e un sorriso radioso. Oh capisco! Si dice istintivamente tornando a osservare Albus con uno sguardo eloquente. « Alla luce di ciò, c'è un'altra Rosier a cui fare qualche domanda. » Ancora una volta parla a voce molto bassa, sollevando un sopracciglio con un che di soddisfatto, riferendosi a ciò di cui hanno già parlato in separata sede. Mun non conosce poi molto bene la cugina, ma le è sembrata una ragazza quanto mai alla mano. E' certa che se dovesse prenderla nella giusta maniera potrebbe almeno capire che tipo di persona è il nuovo Preside. In fondo, non c'è nulla di male nell'essere estremamente curiosi. Ed io voglio solo sapere che tipo di persona è. A differenza della precedente, nella scelta di questo Derek Yaxley, nessuno dei superstiti ha avuto alcuna voce in capitolo. Mentre i primi interventi si fanno largo tra la folla, Mun continua a osservare qua e là qualche soggetto. Facce più o meno note. C'è più di una persona che è attaccato al cellulare, quasi allineato dalla realtà. E allora torna a rivolgersi ai due Caposcuola. « Siri? ..Betty? ..che vuoi sappiate, quanti giocatori ci sono effettivamente a scuola? »

    Interagito con Albus, Siri e Betty;
    Salutate June e Olympia


     
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    I giorni scorrevano abbastanza lenti da quando il suo domicilio provvisorio era diventato casa di Nate, Fitz e Judah. Sebbene fossero i suoi migliori amici, era piuttosto evidente quanto il Senior Serpeverde non si sentisse a proprio agio in quella situazione. Chiaramente non erano gli altri il problema, quanto piuttosto lui stesso, che pur mantenendo le apparenze e le abitudini non dava certo segnali di tranquillità. Faceva tutto ciò che aveva sempre fatto, ma lo faceva alla massima potenza; la maggior parte del tempo stava chiuso in camera sua a studiare, mentre il resto lo passava a scornarsi animatamente con studenti e impiegati scolastici per questioni riguardanti la sua carica di Senior. Essendo ormai quella la sua unica valvola di sfogo, il suo atteggiamento diventava di giorno in giorno più pugnace e intransigente, rendendolo l'incubo incarnato di ogni anima all'interno del campus. In più ci si aggiungeva l'intolleranza verso la precarietà della propria situazione abitativa, perché di certo Percival Watson non era mai stato il tipo di persona da coinquilini ne' tanto meno da accollarsi agli altri. Quella per lui era solo una soluzione momentanea, una che sarebbe finita con la conclusione dell'anno accademico. Perché ora, con la spilla di Senior appuntata al petto, non si poteva permettere di vivere troppo lontano dal campus, ma una volta finito il suo incarico sarebbe andato ad abitare nella casa di famiglia lasciatagli in eredità dal nonno e si sarebbe lasciato alle spalle anche quei doveri che ormai sembravano essere troppo lontani dalla persona che era diventato. Quindi è finita così? - aveva azzardato chiedere Dean, ambasciatore della causa, nel portargli alcuni degli effetti personali rimasti ad Inverness. Inutile dire che la risposta di Percy era stata una porta sbattuta sonoramente in faccia al Grifondoro. Perché se lui non se la sentiva di mettere un punto vero alla storia con Tris, era anche vero che nessuno dei due stava facendo nulla di concreto per evitare che ciò accadesse. Quindi è finita così? - una domanda che riecheggiava amaramente nella sua testa ormai da settimane, lasciata senza risposta.
    Al Parco della Liberazione Watson arrivò vestito di tutto punto, impeccabilmente in orario come al suo solito. All'arrivo di Nate, nel vederlo accanto a Beatrice, decise di non andargli incontro, rimanendo al proprio posto e limitandosi a rivolgere all'amico un cenno di saluto prima che il nuovo preside cominciasse a parlare. E Percy, forse per la prima volta in vita sua, non prestò attenzione a nemmeno una delle parole che l'uomo rivolse loro, facendosele scivolare addosso con estrema noncuranza. Una volta questa roba era tutto per me. Vivevo in funzione di questo o quell'altro avvenimento, di scovare un'opportunità dove i più non l'avrebbero nemmeno intravista. Ora..ora non me ne importa nulla. Non mi interessa che tipo sia questo preside, non mi interessa chi saranno i prossimi Seniors, non mi interessa di lottare con le unghie e con i denti per emergere tra questa massa di imbecilli. Se ho capito una cosa, è che da queste parti non cambia mai nulla, e allo stesso tempo non c'è mai niente di sicuro. Un tempo sapevo trovarci un senso, in questo ossimoro - ora però, non ho più voglia di farlo. Lasciò quindi che domande e risposte si susseguissero, captando parole ma rimanendo pressoché disattento nei confronti della situazione generale.
    Salutato Nate. Citata Beatrice


     
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    Quel porco. Un pensiero che improvvisamente s'insediò nella mente di Derek quando, con un cenno della mano, diede parola al primo ragazzo che richiamò la sua attenzione per poter prendere parola. Quella voce adolescenziale l'aveva già sentita, quel timbro risultava così familiare alle proprie orecchie che non potè fare a meno di assottigliare lo sguardo ed inclinare appena il capo, investito dai ricordi. Potter è un porco, Derek. La voce roca di Yaxley senior sussurrava sibillina, graffiava la lucidità del giovane preside che, per un attimo, puntò i propri occhi alla sua destra, alla ricerca di quel Potter coetaneo e ormai cresciuto quanto lui. L'auror si era ritirato ai margini della piazzola col proprio gruppetto di colleghi auror che, silenziosi, seguivano il discorso del giovane che con ogni probabilità era suo figlio. Traspariva cieco orgoglio dalla sua espressione, e forse si leggeva una leggera commozione dietro le lenti fine dei suoi occhiali. Un qualcosa che solo un padre può provare. « [...] Dunque la palla passa a lei, e sarei interessato a capire sin dal principio quale sia la sua posizione a riguardo... » Si umettò le labbra nel sentirsi richiamare, risvegliandosi da quel torpore che lo aveva fatto assentare per una manciata di istanti; inconsciamente aveva sentito ciò che il ragazzo gli stava dicendo, ma si sforzò di apparire il più concentrato ed interessato possibile per non dare l'impressione di essere totalmente indifferente - ciò che non era assolutamente. Quindi annuì, il preside, per poi accennare ad un sorriso cordiale mentre trascinava le mani nelle tasche e raddrizzava la schiena, cercando di non dar alcun peso a quello che la sua testa formulava. Ogni dettaglio gli suscitava un ricordo, una sensazione, ma non gli appartenevano direttamente: erano quelle che appartenevano al padre. Ficcanaso e ribelle come il padre, si fa portavoce degli altri, ti darà problemi e metterà in dubbio la tua validità. « [...] per il momento le autorità non ci hanno riservato nessun altro trattamento al di fuori della condiscendenza e del temporeggiamento. Possiamo auspicare in un cambiamento in questo senso?"» Yaxley era stato largamente informato degli ultimi avvenimenti, ed era a conoscenza di ciò che stava accadendo tra gli studenti. L'unica cosa che non comprendeva, era come una semplice applicazione potesse essere così rilevante addirittura da scomodare i piani alti e, benchè quel dubbio lo lasciasse stranamente divertito, di certo non avrebbe preso la cosa sottogamba. Di atti di bullismo ne aveva visti parecchi, ed era poco incline a tollerarli. In molti annuivano alle parole del giovane, qualche professore ridacchiò sotto ai baffi mostrando nuova indulgenza. « Ovviamente il personale scolastico, così come il ministero, mi hanno dato una panoramica delle criticità e mi hanno parlato di questa applicazione. So che c'è stato un problema con i punti delle casate, e so che molti di voi si sono sentiti minacciati...però, già da adesso non posso dirvi come agirò a riguardo, essendo arrivato solamente oggi credo sia ancora prematuro sbilanciarmi e preferirei avere anche il parere del corpo docenti prima di dirvi come mi muoverò a tal proposito. Sicuramente non mi esimerò dal prendere provvedimenti, ma se dovessi prenderne uno adesso, su due piedi, l'unico che mi verrebbe in mente sarebbe quello di bandire la tecnologia all'interno del perimetro di Hogwarts...credo che nessuno di voi voglia questo. » Rivolse un'espressione cordiale al collegiale, prima di poter continuare « Ciò non significa però che vi lascerò momentaneamente in balia di questa applicazione: la mia porta è sempre aperta, quindi sentitevi liberi di venire da me, qual'ora aveste bisogno di supporto» E si auspicava davvero che gli studenti cogliessero l'occasione, anche perchè l'ultimo volere di Derek era quello di non dare importanza agli stati d'animo dei ragazzi: a volte un gesto sottovalutato poteva avere conseguenze estreme, e lui voleva evitare nuove tragedie. Non passò molto tempo dalla sua risposta che una nuova mano si levò a mezz'aria, questa volta era una ragazza a chiedere parola - indubbiamente una Weasley. Era strabiliante la somiglianza che Yaxley riconobbe in quella cascata di boccoli rosso fuoco, in quelle labbra dipinte sul volto perlaceo: in quel momento gli sembrò di essere tornato a vent'anni prima, quando una spumeggiante Ginny Weasley, alla fine di una sanguinolenta partita di quidditch, gli spinse infuriata una pluffa in pieno petto mentre usciva dal campo. E' stata solo fortuna, e io continuo a dire che il boccino fosse truccato! « Signor preside, ha intenzione di cambiare qualcosa a livello scolastico? Introdurre nuove regole, togliere e mettere nuovi corsi, dare nuove idee per il futuro? E soprattutto, vorrei capire come ha intenzione di porsi nei confronti del sistema collegiale. » La determinazione che traspariva dal suo sguardo era statuaria, e le sue braccia si incrociarono improvvisamente al petto, quasi quella che avesse posto fosse una domanda a trabocchetto. Vedi, la feccia già ti mette alla prova. « Possiamo contare sul suo impegno totalizzante e paritario nei confronti di ogni studente di Hogwarts? » Erano bastate quelle parole ed una manciata di secondi di riflessione per capire di che pasta fosse fatta quella ragazza: la tipica attivista, forse vegana, animalista, sempre pronta a farsi carico di problemi che non la riguardavano nemmeno lontanamente.
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    Questo, difatti, era sicuramente un problema che non la riguardava; era la spilletta da senior a dirlo. « Ci sono state problematiche di questo tipo, signorina...?» Lasciò il quesito sospeso a mezz'aria, in attesa che la ragazza dicesse il proprio nome, o cognome - benchè avesse già una vaga idea di quale potesse essere -, carezzandosi il sottile strato di barba che gli ricopriva il mento mentre abbassava lo sguardo ed iniziava a compiere qualche passo in avanti per poi tornare indietro. Derek ciondolò da una parte all'altra, meditabondo « Purtroppo non conosco tutti i retroscena, tantomeno sono al corrente di come venivano gestiti i rapporti con gli studenti, però, visto che ha fatto emergere il problema, ipotizzo venissero applicati trattamenti differenti in base, non so, a chi probabilmente ha versato la donazione più generosa per la ricostruzione di Hogwarts e la nascita del college. Dico bene?» Annuì tra sè e sè, certo di ciò che immaginava, stringendosi fra le spalle per poi puntare nuovamente gli occhi chiari sul volto della giovane, arrestando la propria corsa « Essendo l'ultimo arrivato, sono più che sicuro che non vi valuterò in base alla vostra situazione economica; per me siete tutti uguali, e credo che la cosa rimarrà invariata visto che non ho alcuna intenzione di farmi corrompere. Semmai la scuola avesse bisogno di finanziamenti per i progetti, o qual'ora dovesse insorgere qualche problema strutturale, io mi rivolgerò sempre prima al ministero, poi a società esterne indipendenti. Parliamo di una semi-privatizzazione di Hogwarts, quindi potremmo avere degli sponsor che ci sosterranno economicamente e che, certamente, renderanno meno influenti qualsiasi generosa donazione che per altro, da ora in poi, verranno fatte in modo anonimo. Chi avrà il piacere di sostenerci potrà continuare a farlo, ma ho già pattuito con la Gringott e col Ministero che qualunque somma non passerà fra le mie mani prima di raggiungere i fondi scolastici.» La privatizzazione scolastica, sicuramente, avrebbe fatto infuriare molti genitori, e Derek già si aspettava di veder spuntare pile di lettere sulla propria scrivania. In Francia erano anni che le cose andavano avanti solo con gli sponsor, difatti problemi di studenti di serie A e studenti di serie B non ce n'erano. « Capite bene che io più di questo non posso fare, per cambiare davvero le cose mi rimetto a voi ed al corpo docenti, che mi auguro si lasceranno alle spalle i vecchi metodi di valutazione; per quanto riguarda invece i cambiamenti in quanto a corsi, orari e regole, vi dico già da adesso che non ho alcuna intenzione di stravolgere la vostra routine: se individuerò cose che non mi piacciono, cose fatte male e che non vanno bene, cercherò di sistemarle ma in modo che voi possiate abituarvi e familiarizzare. Tempo al tempo, tanto mi auguro ne passeremo parecchio insieme e nessuno ci corre dietro.» Non appena serrò le labbra, la palla passò in un battito di ciglia a Juniper Rosier, una ragazza che il preside aveva già avuto modo di conoscere a Beauxbatons e che si augurava di non dover rivedere mai più dopo il diploma. Non che avesse qualcosa contro di lei, ma June era capace di metterlo in imbarazzo con i suoi comportamenti bizzarri e fuori luogo, lasciandogli il costante dubbio sul come doversi comportare per non essere frainteso in alcun modo. « Certo, prego Rosier, parli pure» - «Mi chiedevo… è stata presa in considerazione l’idea di istituire servizi di supporto agli studenti ed attività relative? Alcuni di noi potrebbero avere bisogno di un sostegno per affrontare ciò che è successo o anche solo reinserirsi in una normale routine universitaria.» A questo punto il preside incrociò le braccia al petto ed inarcò le sopracciglia, umettandosi le labbra fini. Sembrava diviso tra lo stupore e l'inconsapevole: non ci voleva credere che non fossero già stati presi questi provvedimenti. « Vi manca davvero un gruppo d'ascolto? Ossia, non avete alcun genere di supporto dentro Hogwarts? » Gli sembrava assurdo, così sospirò ed allargò appena le braccia contro ai fianchi. A quanto sembrava c'erano da sistemare più cose del previsto « Il vostro benessere viene prima di tutto, quindi mi adopererò per attivare uno sportello d'ascolto a cui potersi rivolgere in caso di necessità. Troverò un consulente scolastico pronto a sostenervi, ma per il momento credo dobbiate accontentarvi del mio ufficio e del sottoscritto per le consulenze. A meno che non ci sia tra di voi qualcuno così volenteroso da voler organizzare una catena d'aiuto fra studenti, sarei felice di autorizzarla e cedervi un'aula scolastica dove riunirvi per potervi confrontare.» Se c'era una cosa che Derek voleva fare, era proprio incentivare la creatività dei ragazzi, accogliendo le loro iniziative senza tirare troppo le redini o frapporre un distacco troppo netto fra chi prende le decisioni e chi esegue. « Spero di essere stato esaustivo, se vi fosse venuto qualche altro quesito in mente non esitate a pormelo, soprattutto se avete dubbi riguardo alla privatizzazione scolastica che è sicuramente uno dei pochi provvedimenti sicuri che attuerò, mi piacerebbe avere anche un vostro parere al riguardo perchè sono sicuro che in tutti questi anni sia stato già preso in considerazione un provvedimento simile. Vi assicuro che ci porterà tanti benefici avere degli sponsor: materiale scolastico nuovo gratis, soldi per l'attivazione di corsi extra o semplicemente per mettere in piedi i vostri progetti, viaggi d'istruzione, borse di studio, partite ed allenamenti di quidditch e, perchè no, magari riportare alla luce eventi tradizionali che non si vedono da un po'. Più che altro, sarei curioso di sapere cosa fareste voi al posto mio, quindi immedesimatevi in me per qualche istante ed invece di chiedermi cosa farei io, ditemi cosa fareste voi.»


    Scusate il ritardo, per problemi di salute ho dovuto rimandare il post MA SI CONTINUA RAGAZZI!
    Ho risposto alle domande poste e chiesto se ci siano altri dubbi, in più ho chiesto agli studenti quali provvedimenti prenderebbero al posto di Derek per migliorare l'ambiente scolastico.
    ovviamente sentite liberi di aggiungervi alla role, nel caso in cui aveste saltato il primo giro
    Intervenite, vi aspetto a braccia apeeeerteeeeee!
     
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    « Ovviamente il personale scolastico, così come il ministero, mi hanno dato una panoramica delle criticità e mi hanno parlato di questa applicazione. So che c'è stato un problema con i punti delle casate, e so che molti di voi si sono sentiti minacciati...però, già da adesso non posso dirvi come agirò a riguardo, essendo arrivato solamente oggi credo sia ancora prematuro sbilanciarmi e preferirei avere anche il parere del corpo docenti prima di dirvi come mi muoverò a tal proposito. Sicuramente non mi esimerò dal prendere provvedimenti, ma se dovessi prenderne uno adesso, su due piedi, l'unico che mi verrebbe in mente sarebbe quello di bandire la tecnologia all'interno del perimetro di Hogwarts...credo che nessuno di voi voglia questo. Ciò non significa però che vi lascerò momentaneamente in balia di questa applicazione: la mia porta è sempre aperta, quindi sentitevi liberi di venire da me, qual'ora aveste bisogno di supporto. » Non si sentì particolarmente soddisfatta della risposta del Preside, ma non poteva dirsi nemmeno del tutto insoddisfatta. Era come se tutti, sotto sotto, vedessero quella personificazione dei loro peggiori incubi come una semplice ragazzata. Una ragazzata che aveva già umiliato più di uno di loro. Mun gettò istintivamente uno sguardo in direzione di Albus che aveva del seccato. Non sapeva cosa si sarebbe aspettata, ma di certo quella neutralità non le piacque. Era come se indirettamente Derek Yaxley si fosse lavata le mani senza sbilanciarsi né in positivo, né in negativo in merito. Colta da quella consapevolezza sospirò scuotendo la testa. « Forse in fondo bandire la tecnologia per un po' non sarebbe poi tanto male.. » Commentò in un sussurro stringendosi nelle spalle. Il punto è che forse non aveva senso in ogni caso. Quella piaga era una lama a doppio taglio che aveva messo in piedi loro. Erano loro ad averne dato seguito di continuo, e le migliaia di followers che lei stessa aveva alimentato per anni ne erano la degna dimostrazione. L'intervento di Olympia diede modo a Yaxley di portare in campo una serie di novità che portarono Mun a sgranare gli occhi leggermente con un che di sorpreso. Semi-privatizzazione? Donatori anonimi? Il Preside ne parlava con una certa leggerezza e anche una non indifferente sicurezza, cosa che portò Mun a chiedersi se il Ministero ne era al corrente. Se crescere come è cresciuta le ha insegnato qualcosa, era proprio il fatto che nessuno fa niente per bontà di animo, specie quando di mezzo ci vanno tanti soldi. E qui, non si trattava certo della donazione di pochi galeoni a un mendicante. Queste era transazioni grosse per laboratori, eventi, attivazione di nuove corsi. Transazioni ingenti che superavano le cifre a quattro zeri. Si guardò istintivamente attorno cercando di percepire la reazione generale sulla questione. Riuscì chiaramente a individuare qualche volto perturbato; i volti degli stessi figli di benefattori di cui Yaxley parlava. Su una cosa non si sbagliava: un sottobosco di privilegi c'era sempre stato a Hogwarts. Deimos aveva donato un'ingente somma di denaro solo pochi anni prima affinché Mun potesse avvalersi dell'aiuto di Doc tra le mura scolastiche. Il miglior psicanalista d'Inghilterra stretto tra le mura di Hogwarts alla mercé di un branco di ragazzini i cui massimi problemi erano qualche dramma amoroso, solo perché la piccola principessa di casa Carrow avesse il meglio per poter superare il dramma al quale l'aveva sottoposta Abraxis Carrow sin da quando era bambina. Quella era solo la punta dell'iceberg. I genitori facevano donazioni a favore dei figli da sempre. Acquisto di scope nuove, di calderoni, rinnovamento o estensione della biblioteca, acquisto di nuovi elementi di arredo e materiale scolastico del più disparato erano solo alcuni dei modi in cui i genitori più abbienti cercavano di far acquisire ai figli maggiore notorietà. Questo perché. Hogwarts restava un punto focale di tutti indipendentemente dall'età. Che i dormitori della propria casate li si fosse lasciati vent'anni addietro, o il mese prima, l'attenzione sull'andazzo della coppa delle case per ciascun ex membro restava ancora alta. Non si smette mai di essere Serpeverde, le aveva detto una volta suo fratello. Si schiarisce di conseguenza la voce, alzando la mano. Se nessuno aveva intenzione di farlo, ci avrebbe pensato Mun a fare l'avvocato del diavolo.
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    « Mi scusi Signore, con tutto il rispetto ma di questa.. uhm.. semi-privatizzazione il Ministero è al corrente? » Attese qualche istante guardando alcuni dei suoi compagni con uno sguardo eloquente. La strategia era seminare il dubbio in più teste possibili, perché Mun la considerava una cosa alquanto fumosa oltre che inaccettabile quanto il sistema precedente. « Perché per come la vedo io l'anonimato non è mai una cosa positiva. Potrebbe da una parte vanificare la possibilità di accedere a finanziamenti - perché nessuno fa niente per bontà d'animo - o in alternativa far incorrere la scuola in una serie di problemi.. fumosi. » Solleva un sopracciglio umettandosi le labbra con uno sguardo di sospetto. « L'anno scorso l'intera scuola è stata ristrutturata sotto il nostro naso. E' comparso letteralmente dal nulla un intero complesso estivo che ci ha tenuti lontani dalle nostre famiglie. Le conseguenze di tutto ciò ce le ricordiamo tutti. » Pausa, tempo in cui lascia tutti riordinare le idee e comprendere a cosa si riferisce. Il Lockdown. « Non abbiamo mai saputo da dove provenissero tutti quei soldi. Il Ministero si è sollevato da qualunque responsabilità in merito. Non ha mai sganciato un quattrino per metterci.. in gabbia. » Nessuno sapeva se era davvero così o meno. Non era chiaro se la precedente amministrazione avesse davvero a che fare con i piani di Edmund Kingsley o meno. Se ne erano lavati le mani incolpando il Preside morto di un eccesso di autorità. Ha deciso tutto da solo sotto il naso di tutti. Il che li rendeva o estremamente incompetenti, o estremamente bugiardi. Tutti avevano deciso di passare sopra la questione, ma ora che il problema si riproponeva, non si poteva incorrere negli stessi errori del passato. « Qui non stiamo parlando di donazioni da cento galeoni. Parliamo di somme ingenti.. nessuna associazione o impresa lo farà per semplice spirito filantropo, specie se non può nemmeno prendersene il merito. Per non parlare del fatto che la non tranciabilità permetterebbe l'accesso a situazioni giuridiche ambigue. Non credo che qualcuno di noi vorrebbe sapere - ipoteticamente parlando - di utilizzare materiale acquistato con soldi sporchi. » Diciamocelo: è un'idea di merda. E il fatto che il Preside fosse così intenzionato a farlo, convinto che si trattasse di una buona idea, annoverava anche lui, come il Ministero in passato, nella categoria o degli estremamente ingenui e incompetenti, o degli estremamente bugiardi. « Concordo con lei sull'effettivo problema del finanziamento da parte dei privati, ma quest'ultimo ha influito così tanto sulla meritocrazia perché chi ne ha fatto uso lo ha permesso in maniera così eclatante. Che si tratti di imprese o privati, io credo che i registri debbano essere più trasparenti e le motivazioni delle donazioni messe in chiaro nero su bianco. Più che ulteriore ambiguità, ci serve maggiore trasparenza, Signore - forse garantita da un commissario esterno super partes. » Pausa. « E dato che si parla di trasparenza, credo di parlare a nomi di molti quando dico che la stessa va adoperata su più piani. Io credo che sia ormai doveroso richiedere una maggiore chiarezza sui termini di ottenimento dei GRAMO, le modalità di valutazione dei docenti, i parametri dell'assegnazione dei punti casata e del carico di studio individuale così come sull'assegnazione dei tirocini - tutte questioni che fino ad ora sono state alquanto lasciate a discrezione del singolo. »



     
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    Prontamente le mani scattarono in aria e diversi studenti si fecero avanti, ognuno facendosi portavoce dei tanti problemi ancora irrisolti; vi erano questioni che, nonostante le tante promesse, non erano mai state realmente prese in considerazione da chi di dovere e altre che, invece, non avevano ricevuto una soluzione degna di tale nome. Osservando il lieve sorriso cordiale che Yaxley rivolgeva all’interlocutore di turno, Juniper si domandò se, prima di accettare l’incarico di Preside, il suo vecchio professore fosse stato pienamente a conoscenza precaria situazione in cui vigevano Hogwarts ed il Campus. Inutile dirlo, le conseguenze della cattiva gestione precedente erano più che evidenti e, di giorno in giorno, il malcontento non aveva fatto altro che creare tensioni invisibili, ma non difficilmente percettibili. Troppe cose erano state lasciate al caso, libere di degenerare sino a divenire veri e propri ostacoli, e la pazienza del corpo studentesco era inevitabilmente giunta agli sgoccioli. Un chiaro sintomo era il modo in cui, a dispetto della sua recentissima nomina, gli studenti sentissero la necessità di sincerarsi di quali fossero le sue intenzioni e le posizioni che, di lì in avanti, Yaxley sarebbe stato disposto a prendere riguardo agli argomenti che più li preoccupavano. « Ovviamente il personale scolastico, così come il ministero, mi hanno dato una panoramica delle criticità e mi hanno parlato di questa applicazione. So che c'è stato un problema con i punti delle casate, e so che molti di voi si sono sentiti minacciati...però, già da adesso non posso dirvi come agirò a riguardo, essendo arrivato solamente oggi credo sia ancora prematuro sbilanciarmi e preferirei avere anche il parere del corpo docenti prima di dirvi come mi muoverò a tal proposito. Sicuramente non mi esimerò dal prendere provvedimenti, ma se dovessi prenderne uno adesso, su due piedi, l'unico che mi verrebbe in mente sarebbe quello di bandire la tecnologia all'interno del perimetro di Hogwarts...credo che nessuno di voi voglia questo. Ciò non significa però che vi lascerò momentaneamente in balia di questa applicazione: la mia porta è sempre aperta, quindi sentitevi liberi di venire da me, qual'ora aveste bisogno di supporto» A dispetto della promessa – apparentemente sincera – di disponibilità ed aiuto con cui Yaxley concluse quella prima risposta, persino June inarcò un sopracciglio. Era chiaro che, per il momento, il nuovo Preside non volesse sbilanciarsi. Comprensibile sotto certi versi, non proprio soddisfacente per chi sperava, una volta per tutte, di poter mettere fine all’intera faccenda dello Shame. Alcuni più di altri erano stati particolarmente presi di mira ma, in generale, si poteva dire che la maggior parte degli studenti aveva iniziato a temere quello che, inizialmente, era sembrato un banale gioco di sfide.
    Dopo Albus Potter, fu il turno di Olympia di porre una domanda e ricevere la relativa risposta. Per qualche istante Yaxley parve essere preso alla sprovvista, concedendosi una riflessione ad alta voce. L’annuncio di un radicale cambiamento a livello di finanziamenti e donazioni venne loro presentato come una possibile soluzione alla maggior parte dei problemi di disparità e favoreggiamenti. Seppur quell’argomento fosse di grande importanza, sino a quel momento June non se ne era mai preoccupata più di tanto: sapeva che sua nonna Alanna, da brava matriarca di stampo tradizionalista, aveva sempre elargito generose donazioni durante la sua carriera scolastica a Beauxbatons ma, forse ottusamente, non si era mai fermata a riflettere se – e, soprattutto, quanto - ciò l’avesse in qualche modo avvantaggiata rispetto ad altri studenti. A sua “discolpa” – e ad eccezione di qualche punizione standard – Juniper non si era mai davvero cacciata in guai tanto grossi da necessitare qualche chiara dimostrazione di rimorso.
    Con un colpetto di tosse, Amunet prese parola, e – ricollegandosi all’argomento precedente - diede voce al dubbio che doveva essere sorto a diversi studenti. « Mi scusi Signore, con tutto il rispetto ma di questa.. uhm.. semi-privatizzazione il Ministero è al corrente? » Mentre la cugina parlava, Juniper lasciò scorrere lo sguardo sui presenti. Vi era chi annuiva, chi si era improvvisamente rabbuiato ma, a prescindere dalla reazione personale, quell’argomento sembrava aver riscosso l’interesse generale: la maggior parte dei presenti – studenti e non – aveva lo sguardo fisso sulla figura di Yaxley, in attesa di una risposta.
    […]
    Quando anche June ebbe terminato di parlare, l’espressione sul viso del Preside rispose implicitamente alla domanda che la giovane Grifondoro si era posta poco prima: no, Derek Yaxley non era stato debitamente informato – o preparato – circa le problematiche insite al suo nuovo incarico. « Vi manca davvero un gruppo d'ascolto? Ossia, non avete alcun genere di supporto dentro Hogwarts? » June scrollò le spalle, incapace di descrivere la situazione in altro modo. « Beh, non ci è stato impedito di confrontarci e ci sono i professori ma… uno sportello d’ascolto o una figura apposita sarebbero sicuramente più utili. » Replicò. « Il vostro benessere viene prima di tutto, quindi mi adopererò per attivare uno sportello d'ascolto a cui potersi rivolgere in caso di necessità. Troverò un consulente scolastico pronto a sostenervi, ma per il momento credo dobbiate accontentarvi del mio ufficio e del sottoscritto per le consulenze. A meno che non ci sia tra di voi qualcuno così volenteroso da voler organizzare una catena d'aiuto fra studenti, sarei felice di autorizzarla e cedervi un'aula scolastica dove riunirvi per potervi confrontare.» Per quanto se ne intendesse poco di psicologia et simili – la Freud della loro generazione era Fawn, non lei – era più che cerca che, in quel caso, fosse necessaria una figura professionalmente formata. Il confronto e l’auto-aiuto potevano essere efficaci solo fino ad un certo punto. Senza contare che, dopo essere stati abbandonati a loro stessi per sin troppo tempo, era impensabile che le autorità competenti non avessero ancora attivato alcun tipo di iniziativa. « Spero di essere stato esaustivo, se vi fosse venuto qualche altro quesito in mente non esitate a pormelo, soprattutto se avete dubbi riguardo alla privatizzazione scolastica […] Vi assicuro che ci porterà tanti benefici avere degli sponsor: materiale scolastico nuovo gratis, soldi per l'attivazione di corsi extra o semplicemente per mettere in piedi i vostri progetti, viaggi d'istruzione, borse di studio, partite ed allenamenti di quidditch e, perchè no, magari riportare alla luce eventi tradizionali che non si vedono da un po'. Più che altro, sarei curioso di sapere cosa fareste voi al posto mio, quindi immedesimatevi in me per qualche istante ed invece di chiedermi cosa farei io, ditemi cosa fareste voi.» Concludendo con un ritorno all’imminente privatizzazione del sistema scolastico, Yaxley lasciò di nuovo la parola ai presenti, invitandoli ulteriormente a palesare eventuali dubbi o proposte. June tacque, almeno per il momento. C'erano un paio di cose su cui avrebbe voluto ulteriori chiarimenti, per lo più relative alla compatibilità tra i corsi, gli esami e gli imminenti impegni con il Campionato di Quidditch ma, se paragonate a questioni più pressanti, sembravano quasi perdere d'importanza.


    Interagito: ha risposto a Yaxley, non ha interagito direttamente con nessun altro
    chiedo perdono per il post un po' scarno, anche il prossimo weekend sarà di fuoco quindi volevo portarmi avanti 💕 dovesse servirvi, fate di lei ciò che volete (?)
     
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9 replies since 14/5/2019, 17:34   363 views
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